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Il servicer doValue e la fintech Debitos lanciano doLook, marketplace per crediti deteriorati e immobili

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doValue DebitosIl servicer doValue e la fintech tedesca Debitos hanno lanciato doLook, marketplace per negoziare crediti deteriorati e immobili (si veda qui il comunicato stampa). La nuova piattaforma, creata ad hoc da Debitos per doValue, facilita la vendita di crediti deteriorati e beni immobili, gestiti sia da doValue sia da terzi, sfruttando la  tecnologia dell’infrastruttura di Debitos. I clienti di doValue, gli investitori e i proprietari di asset potranno beneficiare dell’elevata visibilità dei beni e dalla possibilità di eseguire due diligence in remoto, nonché dell’analisi dei crediti, della gestione virtuale della data room, della negoziazione e closing delle attività. doLook semplifica e uniforma il processo di transazione, garantendo al mercato secondario dei crediti di ottenere una maggiore efficienza e liquidità.

Il nuovo portale consentirà a Debitos di espandere la propria presenza in Italia collaborando in esclusiva con il leader di mercato nel settore della gestione dei crediti. Con questa partnership, doValue semplifica le operazioni del mercato secondario dei crediti. La collaborazione tra le due società è iniziata a maggio 2020 e già vanta più di 1.500 transazioni di crediti in vendit.

doValue (la ex doBank spa), è il primo operatore in Sud Europa nei servizi di credit management e real estate per banche e investitori. Una volta era la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati di Unicredit. Presente in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro, doValue vanta circa 20 anni di esperienza nel settore e gestisce asset per oltre 130 miliardi di euro di valore lordo, con oltre 2,350 dipendenti e un’offerta integrata di servizi: special servicing di crediti Npl, Utp, early arrears e performing, servicing di asset real estate, master servicing, servizi di elaborazione e fornitura dati e altri servizi ancillari.

doValue è quotata all’MTA di Borsa Italiana e, includendo la spagnolo Altamira Asset Management, acquisita lo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez), ha registrato nel 2019 ricavi lordi pari a circa 364 milioni ,con un margine ebitda pari al 39%. Lo scorso aprile il fondo Bain Capital Credit, tramite la controllata Sankaty European Investments sarl, ha comprato in più tranche sul mercato il 10% del capitale (8 milioni di azioni) di doValue (si veda altro articolo di BeBeez).

Fondato nel 2010 dal ceo Timur Peters, Debitos è un mercato secondario online che consente a banche, fondi e aziende di vendere le loro esposizioni creditizie sul mercato attraverso la sua piattaforma online aperta e trasparente, basata su un sistema di aste. La piattaforma fa leva sulla digitalizzazione dell’intero processo di vendita e può ridurre i tempi previsti a 3-8 settimane rispetto ai 3-6 mesi del processo tradizionale. Debitos dalla fondazione ha realizzato più di 300 transazioni online in 16 paesi. Ormai più di 800 investitori da tutto il mondo si sono registrati presso Debitos. La società nel 2018 ha intermediato la vendita del portafoglio di crediti deteriorati da 2,1 miliardi di euro del gruppo Delta, il cosiddetto Progetto Arcade, che è stato acquisito lo scorso dicembre 2018 da Cerberus (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio 2019 Debitos ha nominato come country manager Italy Francesco Paolo Bellopede, precedentemente partner di Flexagon Capital Solutions, un veicolo di investimento specializzato in special opportunity e distressed asset, e ancora prima investment banker presso Unicredit, Stern Agee UK e il broker Usa Kildare (si veda altro articolo di BeBeez).

 



I cioccolati Venchi entrano nel Programma Filiere di Intesa Sanpaolo

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Venchi

VenchiAnche Venchi, lo storico marchio dei maestri cioccolatai, è entrato nel Programma Filiere di Intesa Sanpaolo (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta di un accordo di collaborazione innovativa per l’accesso al credito delle aziende facenti parte del processo distributivo di Venchi, di cui potranno beneficiare circa 6 mila rivenditori distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Il Programma Sviluppo Filiere, lanciato nel 2015 e oggi rinnovato, consente al Gruppo Venchi e a Intesa Sanpaolo di avviare una collaborazione che guarda alla filiera “a valle” dei rivenditori dell’azienda. L’obiettivo è sostenere le piccole e medie imprese della filiera che potranno beneficiare del valore della capo filiera per un migliore accesso al credito, finanziamenti in tempi rapidi, velocità nel ricorso alla liquidità necessaria e condizioni migliorative, grazie al possibile contributo della capo filiera attraverso:

  1. scambio reciproco di informazioni industriali e settoriali, che consentirà a Intesa Sanpaolo di valorizzare, all’interno del processo di valutazione del credito al dealer, gli aspetti qualitativi derivanti dall’appartenenza ad una solida catena produttiva con specifici fabbisogni finanziari;
  2. concessione al dealer da parte di Venchi di un contributo in misura pari a una quota degli interessi dovuti alla banca per i finanziamenti che questa potrà eventualmente erogare, per un importo variabile che sarà valutato da Venchi sulla base dei rapporti specifici con il singolo dealer.

Daniele Ferrero, ceo di Venchi, ha dichiarato: “Venchi è un’impresa che si situa al centro del sistema economico nazionale e si sente profondamente legata ad esso, e questo non è che uno dei modi in cui lo dimostra. Offrire ai nostri rivenditori strumenti innovativi ed efficaci come quelli messi a punto con Intesa Sanpaolo, significa supportare loro concretamente nella ripartenza e consentire a noi di mantenere un presidio capillare su tutto il territorio nazionale”. Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Supportare la ripartenza di una realtà come Venchi significa per noi contribuire al rilancio di un’eccellenza alimentare del Made in Italy. Le pmi che riescono a strutturare forti legami con la filiera ne ricavano stimoli di crescita importanti. Al contrario, un basso coinvolgimento tra imprese porta a risultati limitati e limitanti, con bassi contributi in termini di innovazione. Questo è l’idea alla base del Programma Sviluppo Filiere e delle iniziative di Intesa Sanpaolo per valorizzare la rilevanza di questi rapporti nell’ambito di realtà d’eccellenza”.

Fanno parte del Programma Sviluppo Filiere anche: Merlo, leader mondiale nel settore dei sistemi per la movimentazione e il sollevamento; il marchio italiano del lusso GucciSanlorenzo, il cantiere italiano produttore degli omonimi yacht, quotato a Piazza Affari dal dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Venchi produce e vende cioccolato e gelati con una presenza in 70 paesi nel mondo, oltre 100 negozi in città chiave come Londra, New York, Dubai e Hong Kong e oltre 7.500 negozi specializzati in Italia. L’azienda è controllata dal presidente e amministratore delegato Daniele Ferrero (ex McKinsey) con il 27%, dal vicepresidente Nicolò Cangioli con il 24%, dal direttore commerciale Giovanni Battista Mantelli con il 12%, Pietro Boroli (vice presidente del gruppo De Agostini) con il 12%, Marcello Comoli (Reali e Associati sim) e Luca Baffigo Filangieri (socio storico di Eataly) sempre con il 12% ciascuno. Venchi nel 2018 ha chiuso il bilancio con poco meno di 90 milioni di euro di ricavi, un ebitda di circa 20 milioni. Oggi le esportazioni rappresentano il 33% del fatturato della società, di cui il 10% realizzato solo in Cina, con una focalizzazione sul canale retail che pesa per il 66% dell’intero business.

Nel gennaio scorso Venchi ha emesso un un minibond da 5 milioni di euro. Lo ha sottoscritto il Fondo Sviluppo Export, nato su iniziativa di Sace Simest (Gruppo Cdp) e gestito da Amundi sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo ha utilizzato a tal fine le risorse messe a disposizione dalla stessa Sace Simest e a quelle della Banca Europea per gli Investimenti (Bei). Nel dicembre 2018 Venchi ha effettuato un aumento di capitale da 9 milioni di euro per la sua controllata Venchi Greater China di Hong Kong che è stato sottoscritto per 4 milioni di euro da Simest sia direttamente sia attraverso il suo fondo di venture capital gestito per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, assumendo così una partecipazione del 44,4% (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente, Sace ha garantito un finanziamento da 4,5 milioni di euro, collegato all’aumento di capitale, erogato da Unicredit a Venchi.

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Allianz Real Estate compra uffici a Roma per 200 mln euro

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EUR Roma

EUR RomaAllianz Real Estate ha sottoscritto il contratto preliminare per l’acquisto per circa 200 milioni di euro di un complesso direzionale a Roma (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è stato il fondo di investimento immobiliare riservato di tipo chiuso Omega, gestito da DeA Capital Real Estate sgr. GVA Redilco è stato consulente di Allianz Real Estate nell’operazione.

L’immobile è situato in via dell’Arte 25, nel quartiere dell’EUR. Occupa una superficie di circa 30 mila mq ed  è affittato a conduttori di primario standing. Si è trattato di una delle più grandi operazioni di compravendita su singolo asset registrate nella Capitale. Questa compravendita inoltre conferma la centralità della riqualificazione senza compromessi, unita alla posizione strategica, come driver fondamentali delle scelte di investitori e tenant.

Ricordiamo che sempre Allianz Real Estate nel maggio scorso ha sottoscritto il contratto preliminare per acquistare per 140 milioni di euro il complesso immobiliare di via Armorari 4 a Milano da Crèdit Agricole, che ha nell’immobile la sua sede milanese (si veda altro articolo di BeBeez).

Allianz Real Estate è il centro di competenza strategico del gruppo Allianz per il settore immobiliare, cresciuto fino a diventare il più grande investitore immobiliare al mondo. Allianz Real Estate sviluppa in tutto il mondo portafogli personalizzati e strategie di investimento per conto investitori globali liability driven e delle compagnie del Gruppo Allianz, creando valore per i clienti attraverso investimenti diretti, indiretti e mutui immobiliari. La gestione operativa degli asset e degli investimenti è condotta da 21 uffici in città chiave di 5 regioni (Europa Occidentale, Europa del Nord e Centrale, Svizzera, Stati Uniti e Asia Pacifico). Al 31 dicembre 2019, Allianz Real Estate gestiva 73,6 miliardi di masse.

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Asja Ambiente cede a Eni tre parchi eolici in Puglia

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eniAsja Ambiente Italia spa, società italiana attiva da 25 anni nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, ha ceduto a Eni New Energy, controllata da Eni, il 100% delle quote di Cdgb Enrico, Cdgb Laerte e Wind Park Laterza, società titolari di tre parchi eolici in costruzione in Puglia. I tre parchi eolici, che sorgeranno nel Comune di Laterza, hanno una potenza complessiva pari a 35,2 MW e una produzione annua stimata di circa 81 GWh. Lo studio Gattai Minoli Agostinelli & Partners ha assistito Eni, mentre Asja Ambiente Italia ha gestito l’operazione con il proprio team interno (si veda qui il comunicato stampa).

I tre impianti saranno costituiti da sedici aerogeneratori da 2,2 MW ciascuno e saranno connessi alla rete di trasmissione nazionale. La costruzione degli impianti inizierà nelle prossime settimane e il completamento lavori è previsto per il terzo trimestre del 2021. Si tratta del primo progetto eolico che Eni realizza nel territorio italiano. Con questa nuova acquisizione, l’azienda avanza nel suo percorso di transizione energetica, con l’obiettivo di ottenere una riduzione dell’80% delle emissioni nette di gas serra al 2050 sull’intero ciclo dei suoi prodotti energetici. Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di costruire un’azienda che venderà prodotti totalmente decarbonizzati così che il cliente finale non debba preoccuparsi delle emissioni. Vogliamo contribuire alle sfide di una transizione energetica equa, mettendo in campo tutte le nostre risorse e contando sulle nostre competenze”.

Nel 2017, Asja Ambiente aveva invece ceduto il suo parco eolico di Matera II situato a Le Reni (Matera), a Renvico, che fa capo a Macquarie Group (si veda altro articolo di BeBeez). Asja Ambiente, fondata nel 1995 a Torino e presieduta da Agostino Re Rebaudengo,  progetta, costruisce e gestisce impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas, biometano, eolico e fotovoltaico), produce e vende sistemi per il risparmio energetico e opera nel trading di energia elettrica. In particolare, la società è leader nel biogas e molto rilevante nel settore eolico. Dal 2018 Asja Ambiente fa parte della community Elite di Borsa Italiana. Con oltre 160 MW di potenza installata in Italia e all’estero, la società ha chiuso il 2018 con 62 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 21,2 milioni e un debito finanziario netto di 143,4 milioni.

Asja Ambiente è un emittente seriale di minibond. Nel maggio scorso ne ha emesso uno da un milione di euro, sottoscritto da Anthilia BIT IV Co-Investment Fund, il fondo di co-investimento che prosegue l’esperienza iniziata nel 2013 con Anthilia Bond Impresa Territorio (Anthilia BIT) e nel 2016 con Anthilia BIT Parallel Fund, fino al 2018 con Anthilia BIT 3. Il bond ha scadenza 29 giugno 2027, un tasso del 5,75% e un rimborso amortizing con ammortamento a partire da luglio 2022 (si veda altro articolo di BeBeez). Si è trattato della seconda tranche dell’emissione già sottoscritta nel dicembre scorso per 20,5 milioni di euro dal fondo Anthilia BIT 3 (10 milioni), dal fondo di private debt di Finint Investments sgr (8 milioni), da Consultinvest Asset Management sgr spa (2 milioni) e da Confidi Systema! (500 mila euro), mentre sempre a dicembre Asja Ambiente aveva collocato un altro green bond a scadenza ottobre 2024 e cedola del 5,2% per un milione di euro a Banca Popolare di Ragusa. Asja Ambiente si riserva la facoltà di mettere altri bond  2027 con le medesime caratteristiche per un totale di ulteriori 14 milioni di entro il 1° luglio 2021, in modo tale da portare l’emissione a scadenza 2027 a un totale di 34 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Asja Ambiente nel 2020 emetterà inoltre altri green bond, questa volta a scadenza 1° settembre 2024.

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Ivanhoe Cambridge, Bouwinvest e Greystar Real Estate lanciano piattaforma per lo student housing. Henderson Park e Hines acquistano hotel a Creta. Kingston compra l Paul Carré da S&P Commercial Development. Segro vende il City Park Vienna a Nuveen

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Ivanhoe Cambridge

Ivanhoe CambridgeIvanhoe Cambridge Holdings UKBouwinvest Real Estate Investors e Greystar Real Estate Partners hanno annunciato il lancio di una piattaforma dedicata al finanziamento di progetti immobiliari nel settore dello student housing e degli alloggi per giovani lavoratori nella regione della Grande Parigi con una dotazione di un miliardo di euro (si veda qui il comunicato stampa). Ivanhoé Cambridge sarà azionista di maggioranza.  La joint venture ha già identificato una significativa pipeline di opportunità nella regione di Parigi.  Questo focus è in linea con la strategia dei tre azionisti in altre grandi città europee, concentrandosi su hub con occupazione stabile e domanda persistente di alloggi in affitto a lungo termine, come Londra, Berlino, Amsterdam e Vienna.

Henderson ParkHines hhines0anno acquisito un portafoglio di cinque hotel nell’isola greca di Creta (si veda qui Europe-re). L’acquisto, condotto in due transazioni separate, segna la seconda incursione della joint venture nel mercato alberghiero greco, dopo l’acquisizione nel 2017 dell’ex hotel Ledra, che è stato trasformato da Hines e Henderson Park nell’hotel a cinque stelle Grand Hyatt, ora uno degli hotel migliori e di maggior successo di Atene. Con circa 1.094 camere, il portafoglio di 67.000 m² appena acquisito comprende cinque hotel sul lungomare in località chiave in tutta Creta, come segue: Hermes e Coral, due hotel adiacenti con rispettivamente 218 e 170 camere, situati in posizione centrale nella città costiera di Agios Nikolaos; Santa Marina e Apollonia, rispettivamente con 208 e 336 camere, beneficiano di posizioni privilegiate sul mare nella capitale di Creta, Heraklion, che si trova a soli 5 km dal principale aeroporto internazionale dell’isola e vicino al famoso sito archeologico Knossos; un resort e spa hotel di 162 camere situato a Sitia, una città costiera a ovest dell’isola.

KINGSTONE Investment ManagementKingstone Investment Management, attraverso il suo fondo Kingstone Growth Regions Southern Germany, ha acquistato la proprietà a uso misto Paul Carré nella città tedesca di Erlangen da S&P Commercial Development, parte del gruppo Sontowski & Partner (si veda qui il comunicato stampa). Il completamento è previsto per il quarto trimestre del 2021. Il nuovo edificio in Paul-Gossen-Straße combina i tipi di uffici, hotel e negozi su un asse di traffico principale della città, proprio di fronte al nuovo Siemens Campus, uno sviluppo distrettuale completo dell’omonimo gruppo tecnologico con circa 420.000 m² di uffici e spazi abitativi. L’Università Friedrich Alexander è a pochi metri a piedi e il centro di Erlangen è raggiungibile in pochi minuti con i mezzi pubblici. “Il Paul Carré beneficia della sua posizione eccellente. La vicinanza al campus Siemens e all’università crea forti effetti sinergici per un edificio ad uso misto. Con la transazione, stiamo assicurando un nuovo edificio per i nostri investitori in una posizione attraente a lungo termine “, ha affermato Tim Schomberg, managing partner di Kingstone im.

SEGROSegro ha venduto il City Park Vienna, comprendente un magazzino cross-dock, un parco urbano di recente sviluppo e un terreno di sviluppo, a Nuveen Real Estate (si veda qui il comunicato stampa).  L’immobile è stato venduto per 65 milioni di euro, in linea con il valore contabile di dicembre 2019. I magazzini occupano uno spazio di 20.100 mq, comprendente una struttura cross-dock completamente attrezzata di 8.200 mq e uno schema di magazzino urbano di 11.900 mq recentemente completato, che supera il 40%. Vi sono ulteriori 6,1 ettari di terreno di sviluppo con permessi di costruzione in atto per ulteriori 39.000 mq di deposito urbano. Questa cessione conclude con successo la presenza di SEGRO in Austria, in linea con la strategia del gruppo.


AE Industrial Partners prende le redini di NuWave Solutions. Epidarex Capital raccoglie 102 mln di sterline per il suo terzo fondo

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AE Industrial Partners

AE Industrial PartnersAE Industrial Partners, una società di private equity specializzata nei mercati aerospaziale, difesa e servizi governativi e produzione di energia e mercati industriali specializzati, ha acquisito una partecipazione di maggioranza in NuWave Solutions, fornitore leader di soluzioni per la gestione dei dati, analisi avanzate, intelligenza artificiale, machine learning e cloud offrendo intelligenza anticipata e soluzioni e tecnologie avanzate di supporto alle decisioni governo federale (si veda qui wfmz)Reggie Brothers e Michael Buscher si sono uniti a NuWave rispettivamente come amministratore delegato e Chief Growth Officer. Mark Keyser, co-fondatore di NuWave, reinvestirà nella piattaforma e rimarrà con la società come consulente del consiglio di amministrazione. Con uffici a McLean, Virginia e Columbia, Maryland, NuWave è stata recentemente riconosciuta dal Washington Post come uno dei migliori luoghi di lavoro nella regione ed è stata nominata il numero uno in Virginia per lavorare da Virginia Business.

Epidarex CapitalEpidarex Capital ha annunciato il closing finale della raccolta del suo fondo di venture capital Epidarex Capital III UK con 102 milioni di sterline di impegni (si veda qui altassets). Il fondo si concentrerà sulla costruzione di nuove società di scienze biologiche basate sulla ricerca e l’innovazione di livello mondiale provenienti da hub emergenti in tutto il Regno Unito, tra cui spinoff universitari. Gli investimenti iniziali tipici vanno da  2 milioni a 5 milioni di sterline. La British Business Bank ha investito nel fondo 50 milioni di sterline attinti dal suo programma Enterprise Capital Funds per il capitale di rischio nella fase iniziale. Anche le università di Edimburgo, Manchester, Glasgow e Aberdeen, insieme al fondo pensione Strathclyde e diversi investitori globali, hanno impegnato capitali per il nuovo fondo. Sinclair Dunlop, managing partner di Epidarex, ha dichiarato: “L’approccio differenziato di Epidarex agli investimenti nelle scienze della vita si basa sulla nostra rete globale di esperti e relazioni di lunga data con più università e istituti di ricerca di grande prestigio. “Epidarex può ora ampliare e supportare in modo significativo il suo portafoglio di start-up nel settore delle scienze della vita nel Regno Unito con il potenziale sia di trasformare i risultati dei pazienti sia di generare rendimenti competitivi per gli investitori”. Il primo investimento del fondo è stato un round in Lunac Therapeutics,  che ha ricevuto  2,65 milioni di sterline. Lunac sta sviluppando anticoagulanti di prossima generazione per ridurre al minimo il rischio di sanguinamento e capitalizza un decennio di ricerca accademica, che è stata sostenuta dall’Università di Leeds. Ken Cooper, amministratore delegato per le soluzioni di capitale di rischio presso la British Business Bank, ha dichiarato: “Sappiamo che il finanziamento azionario è fondamentale per le imprese innovative nel campo delle scienze della vita e delle tecnologie sanitarie”.


Anche Advent vuole i diritti tv della lega Calcio Serie A, che valuta 13 mld euro. Intanto però il broadcaster del Qatar BeIn minaccia il disimpegno

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Schermata 2020-06-23 alle 07.29.13

Schermata 2020-06-23 alle 07.29.13Sono diventati tre i colossi del private equity internazionale in corsa per una quota della Lega Calcio di Serie A. Secondo quanto riferito ieri da Bloomberg, infatti, anche Advent International ha fatto la sua offerta, dopo che sul tavolo della Lega sono arrivate quelle CVC Capital Partners (in trattativa esclusiva sino a fine mese, si veda altro articolo di BeBeez) e di Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez) e prima ancora quella di Blackstone relativa però a un finanziamento da 100 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre si è parlato nei mesi scorsi anche di avance anche da parte di Silverlake, che ha già in portafoglio il 10% del Manchester United. 

CVC da parte sua avrebbe coinvolto nella trattativa anche il Schermata 2020-06-23 alle 07.21.43fondo FSI guidato da Maurizio Tamagnini, perché il coinvolgimento di un investitore italiano nell’operazione sarebbe ben visto dai presidenti delle squadre di Serie A (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre CVC  sta studiando anche il lancio di un fondo infrastrutturale, che potrebbe fornire supporto finanziario per la creazione di nuovi stadi, per i club italiani che lo hanno in programma, oppure per la ristrutturazione degli stadi esistenti (si veda altro articolo di BeBeez).

L’offerta di Advent, però, spariglia le carte perché valuterebbe la Lega Calcio ben 13 miliardi di euro, rispetto alla valutazione di 10-11 miliardi sulla base della quale stava ragionando CVC interessata a una quota al massimo del 20% (quindi valutata 2-2,2 miliardi) e quella di 12 miliardi formulata da Bain Capital, interessata a una quota del 25% (quindi valutata 3 miliardi).

Come noto, il progetto allo studio prevede l’investimento dei fondi in una newco in cui dove andrebbero a confluire i diritti tv del calcio della Serie A per dieci anni a partire dal 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).

Secondo il Deloitte Football Money League 2020, i primi 20 club calcistici europei nella stagione 2018-2019 hanno generato 9,3 miliardi di euro di ricavi, in crescita dell’11% dal 2018, con la maggior parte dell’incremento dovuto ai diritti tv, che rappresentano il 44% del totale del fatturato delle prime 20 squadre europee. Ma i diritti tv rappresentano addirittura il 59% dei ricavi se si considerano tutte le squadre della Serie A italiana, secondo l’Annual Review of Football Finance 2020 sempre di Deloitte. La Serie A è la quarta lega calcistica più ricca d’Europa, alle spalle di Inghiterra, Spagna e Germania, in grado di generare nella stagione 2018-2019 circa 2,5 miliardi di euro di ricavi, su un totale europeo  di 28,9 miliardi.

Intanto, però, MF Milano Finanza oggi riferisce che CVC starebbe pensando di ritirare l’offerta prima della scadenza dell’esclusiva perché ha riscontrato problemi giuridici insuperabili, in particolare riguardo alla titolarità dei diritti. Non solo. C’è anche un altro problema. L’emittente del Qatar BeIn Sports, che solitamente trasmette gli incontri del campionato italiano in 35 Paesi tra cui la Francia e il Medio Oriente, non ha mandato in onda nessuna delle quattro sfide disputate tra sabato e domenica (si veda qui Sport Business). La mossa segue le discussioni intercorse in questi mesi tra l’emittente e la Lega Calcio Serie A sui rapporti della Serie A con l’Arabia Saudita, dove è stata disputata la Supercoppa Italiana nelle ultime stagioni. Nel mirino in particolare c’è la vicenda BeoutQ, canale pirata collegato al governo saudita (secondo un recente report del Wto) che trasmette illegalmente gli stessi eventi e addirittura lo stesso commento di BeIn. Quest’ultima è un cliente fondamentale per i diritti internazionali della Serie A, dato che contribuisce a circa più di un terzo del totale del valore dei diritti esteri della Serie A, 130 milioni su un totale di 350 milioni l’anno e nei fatti rappresenta il terzo investitore per la Serie A dopo Sky e Dazn, detentori dei diritti nazionali.  Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza l’emittente lamenta tre cose principalmente: 1) la totale assenza di supporto della Lega nella lotta alla pirateria, in particolare in Medioriente dove appunto BeoutQ trasmette illegalmente la Serie A; 2) il fatto che la Lega abbia stretto rapporti economici con Arabia Saudita (lì si è disputata la Supercoppa) senza mai provare ad aiutare a risolvere il problema di BeoutQ; e 3) una scarsa attenzione sul post Covid per danni subiti dall’emittente per la sospensione del Campionato.

L’attenzione dei fondi al calcio italiano  si inserisce come noto in un trend che sta prendendo forza un po’ ovunque nel mondo, con i fondi di private di private equity e di credito che in particolare hanno messo nel mirino anche la Ligue francese, la Liga spagnola, la Premier League britannica e la Bundesliga tedesca, oltre che le singole squadre di calcio, tutte in grave difficoltà per colpa del lockdown da coronavirus (si veda altro articolo di BeBeez).

Come già anticipato da BeBeez, quello della Lega Calcio italiana è solo uno dei tavoli sui quali CVC sta trattando (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, la Bundesliga sta trattando un bridge loan con operatori come KKR Apollo Global Management (si veda altro articolo di BeBeez) e appunto anche con CVC (si veda qui Bloomberg). CVC sarebbe anche in trattative per acquisire una quota nella squadra francese AS Monaco, controllata dal miliardario russo Dmitry Rybolovlev.


Il fondo Glennmont e PGGM Infrastructure Fund lanciano GEMS, per gestire i portafogli di asset di energia rinnovabile in Italia

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Glennmont Partners

Glennmont PartnersGlennmont Partners e  PGGM Infrastructure Fund, il veicolo di investimento infrastrutturale del fondo pensione olandese PGGM, hanno costituito la società Green Energy Management Services (GEMS) per gestire i loro portafogli di asset nel settore delle energie rinnovabili in Italia e le forniture di servizi di asset management per terzi (si veda qui il comunicato stampa).

GEMS è destinata a diventare un asset manager indipendente di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e a sviluppare, costruire e gestire grandi portafogli di asset di energie rinnovabili in tutta Italia. GEMS sarà costituita dai 25 dipendenti di Società Energie Rinnovabili spa (SER spa), che vantano un’esperienza complessiva di oltre 120 anni nelle attività di asset management nel settore dell’energia rinnovabile, con SER spa che faceva già parte della joint venture Glennmont-PGGM.

SER spa era sinora controllata al 100% da CEF 3 Wind Energy spa, holding attiva nel settore delle energie rinnovabili e in particolare nella gestione di impianti eolici onshore in Italia, a sua volta controllata al 50,1% da CEF 2 Wind Energy bv, che a sua volta fa capo a Glennmont Partners. Il restante 49,1% del capitale di CEF 3 Wind fa invece capo a Eolica bv, veicolo controllato da PGGM.  SER spa, che opera 5 impianti eolici per una capacità complessiva di 112,9 MW, a sua volta possiede il 96% di Società Energie Rinnovabili 1 spa (SER 1) che opera 6 impianti eolici per 131,8 MW. Il tutto per un totale di 245 MW.

Glennmont Partners aveva di recente messo in vendita il suo portafoglio di asset eolici, composto appunto da 245 MW di impianti situati in gran parte nel Sud Italia e in gran parte eredità dell’acquisizione effettuata nel 2016, quando a cedere gli asset era stata la spagnola Iberdrola. Il valore del portafogliosi diceva potesse aggirarsi sui 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Non è chiaro, quindi, se l’operazione appena annunciata sia una riorganizzazione prodromica alla vendita oppure rappresenti una soluzione alternativa.

La nota diffusa ieri spiega che GEMS Inizierà a operare con circa 400 MW di asset eolici in gestione, diventando immediatamente uno dei maggiori operatori di asset management del mercato italiano. L’azienda intende implementare una strategia di crescita organica per fornire una gamma completa di servizi a clienti attuali e nuovi clienti.

Francesco Cacciabue, socio e cfo di Glennmont Partners, ha dichiarato: “GEMS mette insieme l’esperienza del nostro team nell’esercizio e nella gestione di asset presenti sul territorio italiano. Come uno tra i maggiori operatori del settore, crediamo che il mercato offra delle ottime opportunità a chi fornisce servizi per la gestione di impianti di energia rinnovabile. La grande esperienza del team garantirà l’adozione di un approccio ad alto valore aggiunto in tutte le attività svolte dal team GEMS. Questa esperienza pluriennale è un valore riconosciuto e apprezzato sia da PGGM sia da Glennmont, e non vediamo l’ora di condividerlo con altri proprietari di asset presenti in Italia”.

Martijn Verwoest, responsabile della divisione Energy & Utilities di PGGM, ha spiegato: “GEMS sfrutterà l’esperienza maturata nello sviluppo e nella gestione di asset per costruire un portafoglio di contratti di servizio in tutto il mercato italiano dell’energia rinnovabile”.

Glennmont Partners è uno dei più grandi gestori di fondi al mondo rivolti esclusivamente agli investimenti in impianti di energia rinnovabile. Raccoglie capitali a lungo termine da investire in progetti di generazione di energia rinnovabile, come parchi eolici on-shore ed off-shore, centrali a biomassa, impianti fotovoltaici e piccole centrali idroelettriche. I suoi investimenti, attentamente selezionati e gestiti in base al rischio, forniscono prestazioni durature e rendimenti prevedibili su periodi di 10 anni o più. Glennmont gestisce un portafoglio di oltre 840 MW per la generazione di energia rinnovabile mista. Con sede a Londra, il team lavora insieme dal 2007.

Nel dicembre 2019 Glennmont Partners aveva rilevato tramite CEF 6 Wind Energy (controllata dal fondo Glennmont Clean Energy Fund III ) la Andali Energia, proprietaria di un parco eolico ad Andali (Calabria) da 30 MW (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019 Glennmont Partners ha annunciato il closing finale a quota 850 milioni di euro per il suo terzo fondo dedicato a progetti di energie rinnovabili in Europa e in Gran Bretagna , Clean Energy Fund III, superando di gran lunga il target iniziale di 600 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). A fine dicembre 2018 Glennmont ha ceduto il portafoglio fotovoltaico italiano ai  fondi Tages Helios e Tages Helios II, gestiti da Tages Capital sgr (si veda altro articolo di BeBeez).

PGGM è una cooperativa olandese che fornisce servizi di fondi pensione. Ai clienti istituzionali sono offerti i servizi di: gestione patrimoniale, gestione fondi pensione, consulenza politica e supporto alla gestione. Al 31 dicembre 2019 PGGM aveva 252 miliardi di euro in attività di gestione e amministrava pensioni per 4,4 milioni di clienti. Circa 750.000 lavoratori della sanità olandese sono collegati a PGM&CO. Da sola o in collaborazione con partner strategici, PGGM sviluppa soluzioni future, unendo pensione, assistenza, alloggio e lavoro.

In Italia, nel giugno 2019 PGGM ha rilevato insieme a Hines l’immobile di via della Spiga 26 a Milano, attraverso un fondo immobiliare gestito da Savills Investment Management sgr. In precedenza, l’immobile, tradizionalmente occupato quasi esclusivamente dal Gruppo Dolce & Gabbana, era detenuto da un fondo gestito da Invesco in partnership con Thor Equities. L’investimento è stato finanziato da Bnp Paribas (si veda altro articolo di BeBeez).



Osservatorio T6 e Associazione Blockchain Italia studiano un database per tracciare gli asset immobiliari attraverso la blockchain

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REchainOsservatorio T6 e Associazione Blockchain Italia hanno lanciato REchain, un database che traccia gli asset immobiliari interessati da esecuzioni giudiziarie e le loro vicende giuridiche, finanziarie e urbanistiche (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione). Il database è stato presentato ieri in occasione del dibattito online “Tra proptech e legaltech: la blockchain al servizio del mondo immobiliare”, organizzato dall’Osservatorio T6.

Grazie all’archivio di REchain sarà possibile digitalizzare l’intera mole di dati relativi al patrimonio immobiliare soggetto a esecuzione e, in questo modo, sburocratizzare e velocizzare tutti i processi. Il sistema, hanno sottolineato entrambe le associazioni, “può contribuire al governo del territorio, quindi essere di sostegno ai tribunali e alle realtà locali, favorendo un mercato più trasparente ed efficiente”. Soprattutto, processi più semplici e accessibili renderebbero più appetibili questi asset immobiliari, attirando così liquidità e risorse.

Dal 2019 l’Osservatorio T6 e l’Associazione Blockchain Italia hanno promosso un tavolo congiunto sullo studio e l’applicazione della blockchain al mondo immobiliare. Il lavoro del tavolo congiunto ha riguardato tutti gli snodi della gestione di asset immobiliari: modulo abitativo, garanzia reale, investimento sottostante di prodotti finanziari, oggetto di procedimenti di esecuzione. Lo studio si è concentrato in particolare sul “punto di ingresso”, ossia il segmento della filiera immobiliare che adotta la procedura blockchain, per poi fungere da catalizzatore rispetto a tutti gli altri. In questa attività è stato essenziale il carattere aperto del progetto, che ha visto collaborare i diversi componenti del mondo immobiliare: notaio, visurista, gestore immobiliare, avvocato ecc.

“Abbiamo lavorato per un anno, evitando ogni sensazionalismo. Il progetto che presentiamo, e sul quale continueremo a lavorare, propone un sistema di gestione basato su sistemi di blockchain, in grado di ottimizzare le procedure esecutive. Questa tecnologia, più volte paragonata a Internet, potrebbe davvero rivoluzionare il nostro settore, che da sempre chiede più trasparenza, informazione e affidabilità. L’Osservatorio T6 intende proseguire nello sviluppo di questo progetto a sostegno dell’innovazione del settore. Su questa, come su altre iniziative, il Tavolo di studio sulle esecuzioni italiane vuole rappresentare uno spazio privilegiato di incontro e riflessione sull’evoluzione del settore”, ha spiegato Stefano Scopigli, presidente dell’Osservatorio T6.

Francesco Rampone, presidente dell’Associazione Blockchain Italia, ha concluso: “Il modello di database è pronto, ma per la sua applicazione occorrerà ancora un certo tempo. Molto dipenderà dall’interesse che dimostreranno gli interlocutori pubblici nello sviluppo di questa tecnologia”.

 

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L’e-commerce del vino Winelivery chiude un round da 2,5 mln euro. Lo sottoscrive anche Intesa Sanpaolo

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Il team di Winelivery

L’e-commerce del vino Winelivery ha chiuso un round da 2,5 milioni di euro. L’operazione ha visto anche la partecipazione di Intesa Sanpaolo, che ha sottoscritto un finanziamento convertibile per supportare l’azienda nell’accelerazione del suo percorso di sviluppo. Il round è stato sottoscritto nel febbraio scorso, ma la notizia è stata data soltanto nei giorni scorsi (si veda qui il comunicato stampa).

Il round era stato anticipato da un round bridge da 1,5 milioni di euro lanciato nel luglio 2019, che poteva essere sottoscritto appunto anche con convertible note, in vista di una quotazione della società nei due anni successivi (si veda altro articolo di BeBeez). A quel bridge round hanno partecipato vari investitori, tra i quali i soci preesistenti e la piattaforma di innovazione B2B Gellify, che attraverso la controllata GDI (Gellify Digital Investment) ha acquisito una quota di minoranza dell’e-commerce del vino nel gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).

La startup è stata fondata da Francesco MagroAndrea Antinori nel 2016. Winelivery ha chiuso con successo anche tre campagne di equity crowdfunding, tutte tramite CrowdFundMe: la prima è stata da 150 mila euro del maggio 2017, la seconda da 400 mila euro del gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e la terza da oltre 1,2 milioni di euro nel gennaio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ultima campagna la startup era stata valutata pre-money 7,2 milioni, quindi ben più del doppio che nella seconda campagna quando era stata valutata 3,2 milioni di euro, mentre per la prima campagna la valutazione era stata di 1,2 milioni.

“Intesa Sanpaolo è una delle più importanti realtà del sistema bancario europeo, il fatto che abbia deciso di supportare finanziariamente lo sviluppo di Winelivery è per noi un grande riconoscimento di valore del progetto oltre che una grande opportunità di crescita. La grande sfida per noi sarà rafforzare la nostra posizione di leader della consegna in 30 minuti in Italia e al contempo continuare ad innovare, come abbiamo fatto con il servizio in 30 minuti ai privati, anche il mercato dell’HoReCa”, ha affermato il ceo Francesco Magro.

Winelivery opera sia sul mercato B2B che B2C. La startup nel 2019 ha portato il proprio fatturato a 1,45 milioni di euro (+272% rispetto al 2018) con un’importante crescita in termini di espansione geografica e quindi di numero di bottiglie consegnate (+100 mila) e di app scaricate (+350%). Nel periodo di lockdown la domanda ha raggiunto i suoi massimi storici stabilizzandosi nella fase 3 a un livello di fatturato superiore del 300% alla fase pre-Covid e portando l’azienda a raggiungere nei primi 5 mesi dell’anno gli obiettivi di sviluppo previsti per la fine del 2020. L’app, che conta più di 400mila download e che ha chiuso il 2019 con 10 sedi attive sul territorio italiano, ha ulteriormente potenziato la sua diffusione geografica in questi primi 6 mesi del 2020, fino ad aprire oltre 30 negozi in tutto il Paese.


RS Productions e Portobello lanciano un acceleratore per le startup media e entertainment

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portobello logoRs Productions e Portobello spa, proprietarie della casa editrice Web Magazine Makers (che ha in licenza il marchio Rolling Stone per l’Italia) hanno lanciato Immediate, il primo acceleratore d’impresa verticale nel mondo del media e dell’entertainment in Europa (si veda qui il comunicato stampa).

Rolling Stone, oltre a essere media partner del progetto, metterà a disposizione i Rolling Stone Studios negli spazi milanesi di Via Giovacchino Belli: oltre 3000 mq di studi di produzione attrezzati per la produzione di contenuti audiovisivi, di eventi e di operazioni marketing dedicate ai più importanti player della comunicazione italiana.

Fra i partner dell’operazione rientrano: Iervolino Entertainment, production company quotata su Aim; la Atlas Film Finance e Digital Bros Game Academy, società del Gruppo Digital Bros; e Intesa Sanpaolo Innovation Center, che coordinerà la selezione e formazione delle statuto partecipanti. “In un momento di crisi per il media e l’entertainment vogliamo contribuire a rilanciare questi settori strategici attraverso una ricetta semplice e sempre efficace: l’innovazione”, ha commentato l’ad di Rs Productions e Rolling Stone Italia , Pietro Peligra.

Portobello spa, quotata sull’Aim Italia, ha fondato Web Magazine Makers a fine estate 2019 insieme a RS Production srl e all’editore del magazine Rolling Stone, Luciano Bernardini de Pace (si veda qui il comunicato stampa). Quest’ultimo, socio al 51% di WMM, ha assunto la carica di presidente e di chief branding officer della nuova società, affiancato nel ruolo di amministratore delegato da Pietro Peligra, amministratore di Portobello e ceo di RS Productions. Portobello ha acquisito il 24.5% di Web Magazine Makers srl (si veda qui la Relazione al bilancio 2019 di Portobello), mentre una quota identica è stata acquisita da RS Productions. Quest’ultima  è una casa di video produzioni, fondata da Peligra insieme al socio fondatore di Portobello, Roberto Panfili.

Web Magazine Makers ha siglato un accordo con Penske Media Corporation (che controlla il marchio Rolling Stone) per la licenza del marchio, che scadrà il 31 dicembre 2024.

Nata nel 2016 per iniziativa degli attuali soci Stefano Caporicci, Simone Prete e Luca Nardi, Portobello è specializzata in rivendita di spazi pubblicitari (propri e di terzi) e nei relativi servizi connessi, sia in forma ordinaria sia in “barter” (permuta), ma è anche proprietario della omonima catena retail di prodotti di qualità a prezzi accessibili ed editore di sei riviste con distribuzione nazionale, attraverso le quali gestisce pagine pubblicitarie proprie. Nel gennaio 2019 la società ha sottoscritto in aumento di capitale il 4% di ClubDeal srl, la società proprietaria della piattaforma di equity crowdfunding ClubDealOnline.com, fondata da Antonio Chiarello e dedicata esclusivamente ad High Net Worth Individual (HNWI), family office e investitori istituzionali (si veda altro articolo di BeBeez). Nel febbraio 2019 Portobello ha incassato un prestito da 2 milioni di euro in direct lending dal fondo di private debt HI CrescItalia Pmi Fund, gestito da Hedge Invest sgr (si veda altro articolo di BeBeez).


Il governo ungherese sigla il closing per lo sviluppo del Porto di Trieste. Progetto da 100 mln euro

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Il porto di Trieste

E’ stato chiuso l’accordo che sancisce l’investimento da parte della società pubblica ungherese Adria Port zrt per lo sviluppo del porto di Trieste. A vendere l’area di 320 mila mq situata a Noghere nel Porto di Trieste, la cosiddetta zona ‘ex Aquila’, sono state le società italiane Teseco e Seastock.

Masotti Cassella ha affiancato il governo ungherese nella chiusura dell’accordo. I venditori sono stati assistiti quanto a Seastok dal legale interno e da Lexint, e per Teseco dallo studio BP Legal e dallo studio Vietti e associati (si veda qui il comunicato stampa).

L’operazione, che prevede un investimento complessivo di 100 milioni di euro, tra acquisto, messa in sicurezza ambientale e sviluppo del progetto, era stata annunciata nel luglio 2019 da  (si veda qui l’agenzia Ansa).

L’accordo rafforza i rapporti dello scalo con il Centro-Est dell’Europa per garantire uno sbocco via mare all’export di entrambi i paesi coinvolti. Obiettivo dell’Ungheria infatti è disporre di una piattaforma per l’importazione e l’esportazione capace di garantire l’uscita marittima entro 24 ore. 

L’investimento comprende acquisto, messa in sicurezza ambientale e sviluppo del progetto nel porto di Trieste, e porterà alla realizzazione di un nuovo terminal multifunzionale. Lo sviluppo riguarderà la zona dell’ex sede dell’impianto petrolifero dell’Aquila, che comprende un’area da 320 mila mq.

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Clessidra prepara la raccolta del quarto fondo di private equity con target 600 mln euro

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clessidraClessidra sgr starebbe studiando il lancio del suo quarto fondo di private equity. Lo riferisce MF Milano Finanza, secondo sarà Andrea Ottaviano (ex L Catterton Europe e Sofipa) a gestirlo. Il fondo potrebbe avere unn target di raccolta di circa 600 milioni di euro. La sgr, interpellata da BeBeez, non ha confermato le indiscrezioni trapelate sul nuovo veicolo.

Ricordiamo che nel settembre 2019 la sgr ha annunciato il primo closing a 320 milioni di euro del suo nuovo fondo dedicato agli investimenti in Utp corporate, battezzato Clessidra Restructuring Fund (CRF), con l’acquisizione di un portafoglio di crediti verso 14 aziende, che sono stati ceduti da 10 banche (si veda altro articolo di BeBeez). Il progetto era già annunciato nel settembre 2018 dall’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, oggi vicepresidente esecutivo della sgr (si veda altro articolo di BeBeez) e che gestisce direttamente il nuovo fondo insieme a Giovanni Bossi, ex amministratore delegato di Banca Ifis, così come già noto dal giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Clessidra sgr è controllata al 100% da Italmobiliare, la holding della famiglia Pesenti, che ha a sua volta investito nei fondi Clessidra Capital Partners III e Clessidra Restructuring Fund. Il terzo fondo di private equity di Clessidra aveva chiuso la raccolta a 607 milioni nel 2016, dopo aver ridotto il target rispetto all’obiettivo iniziale di 1,1 miliardi, a seguito della prematura scomparsa del fondatore dell’sgr, Claudio Sposito nel gennaio di quell’anno (si veda altro articolo di BeBeez). Nonostante il track record dei primi due fondi Clessidra Capital Partners I (820 milioni di euro) e Clessidra Capital Partners II (1,1 miliardi), venuto meno il principale dei cosiddetti “key men” del fondo, non era  certo semplice continuare nella raccolta tra gli investitori internazionali. Così la raccolta era stata conclusa grazie all’intervento di Italmobiliare, che nel maggio del 2016 ha annunciato l’acquisizione dell’sgr (si veda altro articolo di BeBeez).

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Snam Rete Gas, in consorzio con 5 fondi, compra il 49% dei gasdotti Adnoc Gas Pipelines per 10,1 mld di USD

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SNAMSnam Rete Gas, in consorzio con i fondi Global Infrastructure Partners (GIP), Brookfield Asset Management, GIC (il fondo sovrano di Singapore), Ontario Teachers’ Pension Plan e NH Investment & Securities, ha rilevato il 49% di Adnoc Gas Pipelines. Quest’ultima ha in gestione 38 gasdotti che collegano le attività upstream di Adnoc ai punti di consumo di Abu Dhabi e ai terminali di esportazione e interconnessione verso gli Emirati confinanti (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è stata The Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), che manterrà il restante 51% di Adnoc Gas Pipelines. Il completamento dell’acquisizione, il cui perfezionamento è previsto per il mese di luglio 2020, è soggetto alle consuete condizioni sospensive per questo tipo di operazioni.

Per il consorzio, del quale Snam rappresenta l’unico operatore industriale e l’unica azienda italiana, si tratta di un’importante opportunità di investimento in un’infrastruttura energetica strategica. L’operazione, una delle più importanti mai avvenute nel settore delle infrastrutture energetiche a livello globale nonché la prima acquisizione di Snam fuori dall’Europa, valuta il 100% di Adnoc Gas Pipelines circa 20,7 miliardi di dollari (10,1 miliardi di dollari per il 49%). Il consorzio ha ottenuto un finanziamento da circa 8 miliardi di dollari da un pool di banche internazionali. Il contributo in equity è ripartito proporzionalmente tra i membri del consorzio, i quali detengono tutti quote paritetiche a eccezione del capofila GIP. Per Snam, in particolare, l’esborso con mezzi propri sarà pari a circa 250 milioni di dollari.

Sultan Al Jaber, Ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti e ceo di Adnoc, ha dichiarato: “Siamo lieti di stringere una nuova partnership con alcuni dei principali investitori istituzionali e infrastrutturali al mondo nella più importante transazione nelle infrastrutture energetiche della regione. Questa storica operazione testimonia la fiducia della comunità finanziaria internazionale nei confronti di Adnoc e crea un valore significativo dalle nostre attività infrastrutturali, dopo l’innovativa operazione dello scorso anno sui nostri oleodotti. L’investimento conferma il forte interesse negli asset di valore di Adnoc e costituisce un ulteriore riferimento per grandi investimenti in energia e infrastrutture negli Emirati Arabi Uniti e nella regione. L’accordo, infine, consolida il ruolo di Adnoc come partner attrattivo e rafforza la posizione del nostro Paese come destinazione di investimenti internazionali, anche in presenza di un contesto che non ha precedenti”.

L’amministratore delegato di Snam Marco Alverà ha dichiarato: “Con questo accordo strategico rafforziamo la nostra presenza internazionale entrando in un Paese e in una regione centrali nel settore energetico, consolidando ulteriormente il ruolo dell’Italia nell’area del Golfo. Il nostro obiettivo è promuovere ulteriori opportunità di collaborazione, in particolare nella transizione energetica. Lavoreremo con Adnoc e i partner del consorzio facendo leva sulle nostre competenze industriali e le nostre soluzioni innovative nella gestione di infrastrutture per dare un contributo al sistema energetico degli Emirati. Abbiamo concluso questo accordo lavorando interamente da remoto negli ultimi mesi, a testimonianza della resilienza di Snam e della sua forte determinazione nel proseguire il percorso di crescita degli ultimi anni”.

Snam è una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo nonché una delle maggiori aziende quotate italiane per capitalizzazione. Tramite le proprie consociate internazionali, opera in Albania, Austria, Cina, Francia, Grecia e Regno Unito. Prima in Europa per rete di trasmissione di gas naturale e capacità di stoccaggio, la società è anche tra i principali operatori nella rigassificazione. Nell’ambito di un piano da 6,5 miliardi di euro al 2023, Snam investe 1,4 miliardi nel progetto SnamTec finalizzato all’innovazione e allo sviluppo dei nuovi business della transizione energetica, dalla mobilità sostenibile al biometano e all’efficienza energetica. Snam punta anche ad abilitare e promuovere lo sviluppo dell’idrogeno per favorire la decarbonizzazione del settore energetico e dell’industria.

Adnoc è uno dei principali gruppi diversificati energetici e petrolchimici al mondo. Con 14 tra controllate specializzate e joint venture, è uno dei più importanti catalizzatori di crescita e diversificazione degli Emirati Arbi Uniti.


Valtur, in amministrazione giudiziaria, mette in vendita due villaggi turistici e un terreno nel Sud Italia

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Panoramica di Favignana

Valtur spa, (oggi T. One), il noto operatore turistico finito in amministrazione giudiziaria, ha messo in vendita due villaggi turistici e un terreno nel Sud Italia . I villaggi, per circa 700 camere complessive, sono situati a Favignana e a Capo Rizzuto, e non sono più operativi dalla seconda metà del 2018. Il terreno si trova a Santa Croce Camerina (Ragusa) e su di esso era previsto lo sviluppo di un nuovo villaggio. Prelios Agency, società del Gruppo Prelios specializzata nell’advisory e nella consulenza immobiliare, è stata incaricata in esclusiva dal Tribunale di Trapani della commercializzazione del portafoglio di immobili. Nello svolgimento del proprio mandato, Prelios Agency si avvale del supporto di EY per le attività tecniche e di promozione dell’iniziativa (si veda qui il comunicato stampa).

Nicola Giorgini, director capital market di Prelios Agency, ha dichiarato: La commercializzazione degli immobili e del terreno si inserisce nella più ampia attività di valorizzazione degli asset del gruppo Valtur, nell’ambito della procedura di amministrazione giudiziaria. Si tratta di un’opportunità particolarmente interessante per il settore alberghiero in due Regioni a forte vocazione turistica come la Sicilia e la Calabria, considerato il significativo valore che il rilancio delle strutture apporterebbe alle economie locali”.

Valtur, controllata dal fondo di private equity Investindustrial, era stata ammessa al concordato in bianco nel marzo 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). La società aveva accumulato debiti per circa 70 milioni (quasi tutti verso fornitori e quasi nulla verso le banche) a fronte di circa 85 milioni di ricavi per l’esercizio che si era chiuso a fine ottobre 2017 e di una perdita netta di 80 milioni, così come era già accaduto nel 2016.

Nel luglio 2018 il marchio Valtur era stato comprato per 3 milioni di euro da Nicolaus, gruppo pugliese di proprietà dei fratelli Giuseppe e Roberto Pagliara, che con la loro offerta avevano battuto quelle di Bluserena e Alpitour. La base d’asta prevista dal bando del Tribunale di Milano era di 1,5 milioni. Il bando di gara per il marchio spiegava che “la miglior offerta ricevuta conformemente alle indicazioni di cui al presente avviso e che risulterà aggiudicataria del procedimento competitivo sarà inclusa nel piano di concordato di cui all’art. 161, secondo comma, lett. e), L.F., in corso di predisposizione a cura della società, per il cui deposito il Tribunale di Milano ha concesso termine sino al 13 luglio 2018” (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel febbraio 2019, il tribunale di Milano ha poi omologato il concordato di T. One dopo il voto favorevole di quasi l’80% dei creditori. L’operazione si è caratterizzata per un bilanciamento tra elementi di continuità aziendale parziale (con riguardo ai resort invernali in funzione al momento dell’entrata in procedura) ed elementi prettamente liquidatori, tra cui la valorizzazione del marchio e la conservazione del valore aziendale della maggior parte dei resort mediante il loro tempestivo ricollocamento presso i proprietari e/o operatori terzi. Lo Studio Lombardi Segni e Associati ha assistito Valtur nella procedura, insieme all’advisor finanziario Studio Ranalli. L’esecuzione del piano è stata affidata ad Andrea Foschi (si veda Global Legal Chronicle).

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Il terzo fondo di Mediobanca-Russell dedicato ai clienti private in raccolta sino a fine settembre

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mediobanca russellMediobanca Private Banking ha lanciato ufficialmente la raccolta del suo terzo fondo che investe in private market, realizzato in collaborazione con Russell Investments: Mediobanca Private Markets Fund III (si veda qui il comunicato stampa).

L’imminente lancio del veicolo era stato preannunciato da Angelo Viganò, responsabile di Mediobanca Private Banking, lo scorso 14 maggio, in occasione del suo intervento all’ultima giornata di Milano Capitali, organizzata da MF Milano Finanzatutta incentrata sul tema del private capital, di cui BeBeez è stato media partner (si veda altro articolo di BeBeez).

Dopo gli oltre 250 milioni di dollari raccolti con i primi due fondi  a fine 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), la nuova strategia,  in collocamento fino al 30 settembre 2020, si sviluppa su tre comparti principali: mercato secondario, strategie distressed e opportunità in settori industriali con dislocations. Anche per questa terza edizione di Mediobanca Private Markets Fund il gestore del fondo è Russell Investments, che continuerà a mettere a disposizione della clientela private di Mediobanca le proprie capacità e le relazioni esclusive con alcuni dei fondi più prestigiosi a livello globale, altrimenti inaccessibili. Il portafoglio sarà costruito in modo da sfruttare le opportunità presenti sul mercato che si creeranno in particolare nei fondi di vintage in maggior sofferenza. Al contempo verrà mantenuto un elevato livello di diversificazione in termini di asset class, settore e geografie, con un focus sui mercati più efficienti come il Nord America e l’Europa e in maniera più selettiva l’Asia. Si tratta di un fondo ancora destinato alla clientela private di Mediobanca, che tipicamente ha un patrimonio in gestione di circa 10 milioni di euro e un approccio all’investimento che si avvicina a quello di un cliente istituzionale.

“Nel mercato americano, oggi il più maturo nei private markets, circa il 20% dei portafogli è destinato a investimenti diretti in aziende o fondi di private equity. Questo comparto potrà avere anche in Italia ampi margini di crescita: la crisi economica e finanziaria indotta dal Covid-19 ha infatti ulteriormente evidenziato le potenzialità dei capitali privati a supporto dell’economia reale. La storia ci dice che gli investimenti fatti nei periodi di recessioni hanno potenzialmente rendimenti superiori agli anni precedenti. Questo è il miglior momento degli ultimi dieci anni per investire in private market”, ha detto Viganò.

Theo Delia-Russell, Deputy Head di Mediobanca Private Banking e Head of Products&Services, ha aggiunto: “A causa della pandemia di Covid-19 il mondo sta affrontando un periodo senza precedenti per volatilità, incertezza e stress di liquidità. Molte opportunità derivano proprio da questa crisi di liquidità e di cash flows. Mediobanca Private Markets Fund III si pone quindi l’obiettivo di creare interessanti opportunità di investimento sfruttando la dislocazione del mercato per costruire un’esposizione anti-ciclica, attraverso un rapido impiego del capitale e acquisendo asset a forte sconto. Il modo migliore di accedere ai private markets è quello di distribuire l‘investimento per annate, o per vintages, come si è soliti dire in gergo tecnico. Ogni periodo presenta opportunità, caratteristiche peculiari e apre nuove opportunità su strategie che maturano poi negli anni successivi. Mediobanca Private Banking è fra le prime in Italia ad offrire a investitori istituzionali e privati l’accesso a un intero programma di private markets, valorizzando ulteriormente questa asset class. In questo senso il nuovo fondo rappresenta per alcuni investitori il completamento del programma, per altri l’inizio di una nuova opportunità”.

Luca Gianelle, managing director Russell Investments, Italia, ha spiegato: “Il programma di investimento sui mercati privati sviluppato in questi anni con Mediobanca Private Banking si arricchisce ulteriormente con una tempestiva strategia disegnata per cogliere le nuove opportunità createsi a causa del Covid-19. In contesti come quello attuale tipicamente si assiste ad un aumento della già ampia dispersione dei risultati tra i diversi gestori che investono nei mercati privati, per cui è ancora quanto mai opportuno costruire un portafoglio efficiente e ben diversificato tra fondi che meglio possano interpretare il ciclo corrente degli investimenti. Attraverso questo programma Russell Investments mette a disposizione dei clienti di Mediobanca Private Banking la lunga esperienza maturata con i clienti istituzionali di tutto il mondo per costruire una soluzione ottimale di accesso ai mercati privati.”

Mediobanca Private Banking è la divisione di Mediobanca a servizio degli HNWI. Attualmente presente in Italia con oltre 80 banker e 11 filiali offre, infatti, un servizio esclusivo di private & investment banking che beneficia delle sinergie con i servizi Corporate & Investment Banking di Mediobanca dedicati al segmento mid-corporate. Tale approccio permette alla banca di aiutare i propri clienti, per la maggior parte imprenditori,  a gestire tutte le esigenze finanziarie capitalizzando l’esperienza di Gruppo anche nell’advisory e nel capital market. Negli ultimi due anni la divisione ha rafforzato il proprio posizionamento negli asset illiquidi, sia attraverso fondi di private market sia tramite la promozione di club deal.

A proposito di club deal, ricordiamo che nel dicembre 2017 Mediobanca ha promosso la nascita di The Equity Club, insieme a Roberto Ferraresi, ex partner del private equity francese PAI Partners, e Gianmarco Gandolfi. The Equity Club è partecipato da alcune famiglie imprenditoriali italiane (si veda altro articolo di BeBeez) e a oggi ha condotto tre investimenti. L’ultimo è stata nel maggio 2019 l’acquisizione di una partecipazione in La Bottega dell’Albergo, azienda marchigiana player nel settore della produzione e distribuzione di cosmetici per il mercato dell’hotellerie di lusso e licenziataria di luxury brand italiani, internazionali (si veda altro articolo di BeBeez), mentre pochi giorni prima The Equity Club aveva investito in Philogen spa, società biotech focalizzata sulle terapie basate su anticorpi (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2018, invece, il club deal era entrato anche nel capitale di Seri Jakala srl, società specializzata in servizi di marketing a maggior valore aggiunto, basati tra l’altro sull’analisi dei big data (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre nel settembre 2019 un club deal di clienti della divisione di private banking di Mediobanca ha rilevato lo storico palazzo milanese di via Santa Margherita 12 per 102,5 milioni di euro dal fondo Pacific1, gestito da Kryalos sgr e interamente sottoscritto da Blackstone (si veda altro articolo di BeBeez). 


Il Supply Chain Fund di Groupama am sgr supera un mld euro di erogato in finanziamenti alle pmi

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Schermata 2020-06-24 alle 04.58.10Groupama Asset Management sgr con il suo fondo di direct lending Supply Chain Fund ha superato il miliardo di euro di erogato in finanziamenti alle pmi italiane dall’inizio dell’attività nel 2016. Lo ha annunciato ieri Alberico Potenza, direttore generale di Groupama am sgr, in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez in aroma web su Private capital e assicurazioni (si veda qui il video dell’eventoqui il comunicato stampa).

Nel dettaglio, il fondo ha acquistato nel complesso 19.550  fatture di cui 8.061 nel 2019 per un totale di 420 milioni e oltre 5300 fatture quest’anno per altri  200 milioni.

Ogni anno il fondo raccoglie impegni di investimento per l’anno successivo e, al 30 settembre 2019, nell’ultima tornata di sottoscrizioni,  aveva raccolto impegni per 60 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di quel totale, circa 20 milioni di euro erano stati sottoscritti da Cattolica Assicurazioni, HDI Assicurazioni (Gruppo Talanx), ITAS Mutua e dal fondo pensione Previbank, a cui si è aggiunto il rinnovo dell’impegno del gruppo assicurativo Groupama per 40 milioni. Negli anni precedenti il fondo aveva ottenuto la fiducia, oltre che della casa madre, anche da altri due diversi fondi pensione, e cioé Alifond, fondo pensione negoziale del settore alimentare (all’interno di un mandato di gestione preesistente) e Byblos, fondo pensione dei lavoratori dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del cartone, cartotecniche e trasformatrici.

L’importo sottoscritto dagli investitori viene reinvestito dal fondo in media quattro-cinque volte nell’arco di un anno, essendo la duration media delle fatture di circa 70-90 giorni. Per questo motivo la potenza di fuoco del fondo è molto più elevata sia del valore degli impegni di investimento raccolti sia degli impegni effettivamente richiamati: i richiami dall’inizio dell’attività a oggi sono stati per circa 100 milioni.

Il Supply Chain Fund è il primo fondo di direct lending specializzato nell’acquisto di crediti commerciali. E’ il primo fondo di credito in Italia ad aver ottenuto a febbraio 2016 il via libera di Banca d’Italia e resta unico nel suo genere anche a livello europeo. Il Supply Chain Fund interviene in ottica di filiera, finanziando il circolante delle imprese attraverso accordi “su misura” con aziende di grandi e medie dimensioni, in relazione ai crediti vantati dai loro fornitori, con le fatture che sono originate e gestite dalla piattaforma fintech Fifty Finance srl, società fondata da Michele Ronchi e partecipata dalla stessa Groupama am sgr e da Tesi Square spa (si veda altro articolo di BeBeez).

Il portafoglio del fondo vede oggi una prevalenza di debitori attivi in settori poco o per nulla impattati dalla crisi Covid-19. In particolare, si tratta di aziende di medie o grandi dimensioni dei settori energy, tlc, farmaceutico e alimentare (verso la GDO), sebbene siano presenti in portafoglio anche posizioni nel settore automotive. Potenza ha anche detto che il 53% delle operazioni condotte dal fondo è di factoring diretto e il restante 47% di reverse factoring, con le posizioni pro-soluto che rappresentano il 60% e con l’80% dei debitori che si collocano nelle due fasce di rating più elevate.

“In questo momento di particolare difficoltà per molte imprese italiane, il reverse factoring si è rivelato un’ottima soluzione per preservare da un lato la salute delle filiere dei fornitori delle aziende medio-grandi e dall’altro per ottimizzare i flussi di cassa delle stesse aziende capo-filiera”, ha commentato Potenza, sottolineando che “l’investimento nel Supply Chain Fund è assimilabile a quello in un prodotto obbligazionario a brevissimo termine, con un merito di credito elevato e un rendimento obiettivo lordo pari al tasso euribor 3 mesi più 300 punti base (200 punti base netto, ndr), con un profilo rischio-rendimento interessante in particolare per le compagnie di assicurazione, tenuto anche conto del basso tasso di assorbimento di capitale di vigilanza richiesto dalla direttiva Ue Solvency II per questo tipo di investimenti”.

Il tema del costo del capitale di vigilanza da allocare per gli investimenti alternativi non è in effetti per nulla secondario per chi deve decidere come allocare il portafoglio di una compagnia assicurativa e infatti gli interventi di ieri al Caffé di BeBeez vi hanno dedicato parecchia attenzione. Nei prossimi giorni BeBeez pubblicherà un approfondimento.


La startup farmaceutica Evergreen Theragnostics incassa un round da 19 mln USD. Lo sottoscrivono anche i business angel del Club degli Investitori

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Evergreen Theragnostics

Evergreen TheragnosticsLa startup americana specializzata nella produzione di farmaci per la teragnostica Evergreen Theragnostics ha incassato un round da 19 milioni di dollari, di cui un milione è stato sottoscritto dai business angel del Club degli Investitori (si veda qui il comunicato stampa). La partecipazione dei soci del Club degli Investitori si unisce a una cordata di investitori e family office italiani e internazionali.

Evergreen Theragnostics è una startup nel campo dei radiofarmaci fondata nel 2019 negli Stati Uniti da un team internazionale, con presenza italiana nel Consiglio di amministrazione, cha ha maturato importanti esperienze pregresse nel settore farmaceutico e della teragnostica. Il progetto della startup statunitense prevede la creazione nel New Jersey di un impianto di produzione di radiofarmaci, in modo da beneficiare dell’opportunità di crescita che si prevede nel settore.

“Siamo molto lieti di aver completato questo round di investimenti con un gruppo così importante di azionisti, soprattutto nel mezzo di una volatilità di mercato senza precedenti derivante da COVID-19. I fondi saranno utilizzati principalmente per la costruzione di un impianto di produzione radiofarmaceutica all’avanguardia vicino all’aeroporto di Newark nel New Jersey. La struttura sarà progettata per soddisfare le esigenze produttive nordamericane delle case farmaceutiche con radiofarmaci teragnostici dallo sviluppo clinico iniziale alla commercializzazione su vasta scala. La costruzione della struttura, che sarà costruita secondo gli standard globali GMP (Good Manufacturing Practice), inizierà nel terzo trimestre del 2020”, ha commentato James Cook, ceo di Evergreen Theragnostics.

Enrico De Maria, che in questo investimento rappresenta gli angel del Club degli Investitori in qualità di Champion, ha dichiarato: “Evergreen mi è piaciuta dall’inizio per il suo carattere innovativo nel campo farmaceutico sul mercato nord-americano”. Giancarlo Rocchietti, presidente del Club degli Investitori, ha aggiunto: “È il primo investimento in USA per il Club e siamo molto soddisfatti di averlo fatto con un team eccezionale e nelle Life Science, settore aciclico su cui il nostro gruppo sta puntando molto”.

L’investimento in Evergreen Theragnostics è il secondo investimento internazionale in meno di un anno realizzato dai soci del Club degli Investitori, dopo aver partecipato a settembre 2019 al round di serie A della startup svizzera GenomSys, investendo 1,8 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Il Club degli Investitori è un’associazione, composta da imprenditori che investono direttamente in quote di partecipazione di startup e di piccole imprese innovative ad elevato potenziale di crescita. Il Club ha sede a Torino e conta più di 180 soci che hanno investito più di 20 milioni di euro in oltre 30 startup e scale-up. Il presidente del Club degli Investitori Giancarlo Rocchietti ha concluso: “Nonostante il lockdown, il primo semestre 2020 del Club degli Investitori si è chiude con un 2,5 milioni di euro di investimenti in 8 società (6 investimenti completati e 2 in fase di finalizzazione), con una crescita del +20% rispetto allo stesso periodo del triennio precedente. Inoltre, l’associazione ha visto l’ingresso di 15 nuovi soci”.


HLD in esclusiva per la maggioranza di TSG. Lightyear Capital al controllo di Health Plan One. Ares Management alla guida del pool che finanzia The Ardonagh Group per 1,875 mld £. Tenzing Private Equity punta a 400 mln £ per il secondo fondo

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HLD

HLDIl Gruppo HLD, nato nel 2010 dall’intuizione di Jean-Philippe Hecketsweiler, Jean-Bernard Lafonta e Philippe Donnet e guidato in Italia da Alessandro Papetti, è entrato in trattativa esclusiva per l’acquisizione di unn aquot di maggioranza di TSG Group (si veda qui il comunicato stampa). TSG Group, società leader in Europa in soluzioni e servizi dedicati alla distribuzione di energia per la mobilità, ha sede in Francia ed presente a livello internazionale in oltre 30 paesi con 4000 dipendenti e una cifra d’affari di circa 650 milioni di euro. La società è presente anche in Italia, dove genera il 10% circa del fatturato totale, con sei sedi logistico-operative e 350 dipendenti. L’ingresso di HLD nel capitale di TSG ha l’obiettivo di assistere il management e gli attuali azionisti nell’esecuzione di una strategia di sviluppo che miri a posizionare la società come leader di riferimento nello sviluppo delle infrastrutture multi-energia (elettricità, gas naturale, idrogeno e bio-carburanti), ormai indispensabili per un mercato così diversificato come quello delle energie per la mobilità. L’operazione dovrà essere sottoposta al vaglio delle rappresentanze sindacali coinvolte come da normativa francese e delle autorità garanti della concorrenza e del mercato. 

Lightyear CapitalLightyear Capital, una società di private equity con sede a New York focalizzata sui servizi finanziari, ha annunciato l’acquisizione di una partecipazione di controllo indiretta in Health Plan One, una piattaforma leader nel settore della tecnologia abilitata e un mercato online che offre soluzioni di iscrizione end-to-end, dirette al consumatore, focalizzate esclusivamente sul mercato assicurativo Medicare in forte crescita (si veda qui il comunicato stampa). Lightyear acquisterà la quota da Peloton Equity e da altri altri investitori. Tali investitori, insieme al senior management team di HPOne, rimarranno azionisti della società.  Fondata nel 2006 dall’amministratore delegato Bill Stapleton, HPOne è un broker assicurativo digitale indipendente in rapida crescita con sede a Trumbull, nel Connecticut. Utilizzando soluzioni tecnologiche proprietarie abbinate a una profonda conoscenza del settore, la società fornisce un mercato online per i consumatori che acquistano piani Medicare, insieme a una gamma di servizi di vendita, marketing e contatto in outsourcing per piani sanitari nazionali e regionali tra cui MedicareUSA.com.

Ares Management CorporationAres Management Corporation, tramite i suoi fondi di direct lending,  è il principal arranger di un finanziamento da 1,875 miliardi di sterline a favore di The Ardonagh Group, il più grande broker assicurativo indipendente del Regno Unito (si veda qui il comunicato stampa). Ardonagh è controllato da HPS Investment Partners e Madison Dearborn Partners. Oltre ai fondi di Ares, al finanziamento partecipano primari istituti di credito tra i quali Caisse de Dépôt du Québec (CDPQ), lo stesso HPS e i fondi di KKR. Il finanziamento è costituito da un prestito unitranche di 1,575 miliardi di sterline e da un fondo spese per investimenti impegnato da  300 milioni. L’impegno combinato di  1,875 miliardi di sterline rappresenta il più grande finanziamento unitranche mai effettuato.

Tenzing Private EquityTenzing Private Equity, che si occupa di operazioni di buyout nelle pmi  del Regno Unito, punta a raccogliere fino a 400 milioni di sterline per il suo secondo fondo (si veda qui altassets). Evercore, una società globale di consulenza bancaria di investimento indipendente, è stata citata come agente di collocamento per il veicolo. Sosterrà la raccolta fondi in 26 stati degli Stati Uniti, nel Distretto di Colombia e in Porto Rico. L’obiettivo di raccolta è un notevole salto rispetto alla raccolta del fondo precedente, che nel 2018 aveva chiuso a quota 200 milioni di sterline. Tenzing investe in genere in pmi con sede nel Regno Unito valutate fino a 75 milioni di sterline. All’inizio di quest’anno, l’azienda ha nominato ceo l’imprenditore seriale Glenn Elliott, per supportare la crescita delle sue società in portafoglio. Nella sua nuova posizione, Elliott sta aiutando a reclutare e sviluppare un team per aiutare i ceo delle società di portfolio e i team di gestione a far crescere le loro attività.

 


Greenman Open stipula accordo quadro con Schoofs Immobilien. Redos acquisisce attività retail in Germania da Aspen Group. Arrow Capital lancia piattaforma di investimento in Irlanda da 3 mld $

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Greenman OPEN

Greenman OPENGreenman Open ha stipulato un accordo quadro del valore di  95,5 milioni con Schoofs Immobilien, uno dei principali sviluppatori tedeschi, per acquisire tre nuovi asset retail in Germania (si veda qui il comunicato stampa). I nuovi centri comprenderanno una combinazione di Fackmarktzentrums (FMZ) e Hybrid Center ancorati dalle principali catene di supermercati tedesche REWE, Aldi e Lidl. I nuovi centri saranno situati nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato, tutti in forti città regionali con eccellenti aree di utenza e potere d’acquisto. Una volta completati, i centri avranno una superficie totale permissibile di 29, 691 mq e una durata residua media ponderata combinata di 14,60 anni. Commentando l’accordo, James McEvoy, Head of Acquisitions di Greenman, ha dichiarato: “Questo accordo fa parte della nostra strategia di innovazione e creazione di nuovi modi di lavorare con i nostri partner per sbloccare opportunità nel settore del commercio al dettaglio tedesco. “Oltre a sottolineare la nostra continua fiducia nel settore alimentare e delle necessità al dettaglio, che si è dimostrato estremamente resistente durante l’attuale crisi, ci offre anche l’opportunità di beneficiare della significativa dislocazione tra domanda e disponibilità di idonei negozi al dettaglio alimentari in Germania.

redosRedos ha acquisito un negozio specializzato a Kirchberg (Renania-Palatinato) per il fondo redos Einzelhandel Deutschland II gestito da Union Investment. Il venditore è Aspen Group. Catella Property ha agito come consulente per l’acquirente nella transazione. Il prezzo di acquisto non è stato reso noto. Si veda qui Europe-re.  Costruito nel 2000, il negozio self-service ha poco meno di 4.000 m² di spazio in affitto su un appezzamento di terreno di ca. 15000 m². Il fornitore a gamma completa con collegamento diretto all’incrocio di traffico B50 / B421 è un’importante fonte di approvvigionamento locale per l’area circostante. Diane Becker, CEO di Catella Property: “Stiamo vivendo un forte interesse per gli immobili sostenibili e benestanti nelle città B e C. I negozi di specialità alimentari rimangono al centro degli investitori”.

Arrow Capital PartnersArrow Capital Partners, l’investitore e gestore internazionale di immobili in Europa e nell’area Asia-Pacifico, ha avviato la sua nuova piattaforma di investimento Strategic Industrial Real Estate (SIRE) da 3 miliardi di dollari in Irlanda con una dotazione per oltre 200 milioni di euro da investire nei prossimi 24 mesi in proprietà logistiche industriali e urbane in Irlanda (si veda qui il comunicato stampa). SIRE investirà in attività core, core plus industriali e logistiche con un rendimento superiore al 5% insieme a opportunità di valore aggiunto prevalentemente a Dublino, Cork e Galway. Punterà a singoli e multi-let industriali, magazzini di distribuzione, logistica “last touch” e beni liberi con un forte potenziale di leasing e terreni per facilitare una strategia da costruire a propria. Il team di Arrow negli ultimi 15 anni ha investito in Olanda, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Polonia. Arrow Capital Partners ha nominato Cormac Dunne come country adviser, Irlanda. Sarà responsabile della gestione delle attività di investimento di Arrow in Irlanda, con particolare attenzione alla costruzione del portafoglio di SIRE, lavorando a stretto contatto con Christian Bearman e Katherine Parker, Partners nel business europeo. Dunne è il fondatore della società di consulenza finanziaria e immobiliare con sede a Dublino, Pembroke Property, ed è l’ex capo Real Estate Ireland per Pepper Asset Servicing, dove ha gestito un portafoglio di 8 miliardi di euro.


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