Quantcast
Channel: BeBeez
Viewing all 28032 articles
Browse latest View live

Intesa Sanpaolo riduce i crediti deteriorati a 30,2 mld euro a fine marzo. Realizzato l’88% dell’obiettivo di riduzione del piano industriale al 2021

$
0
0
npl

nplIntesa Sanpaolo ha ridotto i crediti deteriorati lordi a 30,2 miliardi di euro a fine marzo 2020 e quelli netti a 14 miliardi, con un’incidenza dei crediti deteriorati al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto.

Lo ha reso noto la banca, in occasione della presentazione della sua prima trimestrale del 2020 (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa). Gli Npl della banca sono scesi di circa 35 miliardi di euro dal picco del settembre 2015 e di circa 23 miliardi dal dicembre 2017  (di circa 9 miliardi escludendo le operazioni frutto degli accordi con Intrum nell’aprile 2018 e Prelios nell’estate 2019) realizzando già l’88% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021. A fine 2019  i crediti deteriorati lordi di Intesa Sanpaolo erano scesi a 31,3 miliardi di euro (14,2 miliardi netti) dai 36,5 miliardi di fine 2018 (16,6 miliardi netti), con l’NPE lordo che quindi era sceso al 7,6% (3,6% netto) dall’8,8% di fine dicembre 2018 (4,2% netto)  (si veda altro articolo di BeBeez).

stock nplLa banca ha registrato anche una copertura del crediti deteriorati al 53,6% a fine marzo 2020, con una copertura delle sofferenze del 64,4%. Intesa Sanpaolo vanta un  robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,4% a fine marzo 2020.

La banca ha appena messo in vendita crediti retail unsecured del portafoglio Simba, da 650 milioni di euro. Nel dettaglio, il portafoglio è composto da crediti da cessione del quinto dello stipendio, di cui metà sofferenze e metà Utp (si veda altro articolo di BeBeez).

Lo scorso marzo Intesa Sanpaolo ha invece cartolarizzato un portafoglio di crediti Utp leasing, parte del portafoglio da circa 3 miliardi di euro lordi complessivi a loro volta parte del più ampio accordo sottoscritto lo scorso anno con Prelios su 9,7 miliardi di crediti Utp corporate e pmi (si veda altro articolo di BeBeez).



Antirion costituisce un nuovo fondo per CitizenM. Che compra un immobile a Roma

$
0
0
NYB - entrance (landscape, art)

NYB - entrance (landscape, art)Antirion sgr ha costituito un nuovo fondo per lo sviluppatore e operatore olandese di hotel CitizenM. Il veicolo ha già comprato un immobile a Roma, sul Lungotevere, di fronte all’Isola Tiberina e in prossimità del Ghetto Ebraico. A Colliers REMS è stato affidato l’incarico di property management dell’immobile (si veda qui il comunicato stampa).

L’immobile acquisito, costruito a fine anni Cinquanta e progettato dall’architetto Eugenio Montuori, ha una superficie complessiva di circa 7.000 mq e si sviluppa su 6 piani fuori terra e uno interrato. L’asset sarà oggetto di riconversione e diventerà una struttura ricettiva di circa 160 camere, rappresentando la prima apertura italiana del format citizenM, che ha deciso di partire dalla Capitale per poi cercare altre location in zone-chiave di Roma e Milano.

Il fondo costituito per CitizenM da Antirion, che ha appena comprato l’immobile, si propone di investire in alberghi esistenti e immobili per i quali è possibile un intervento di riconversione ad uso ricettivo, localizzati nelle principali città italiane con un focus specifico su Roma e Milano.

Klaas van Lookeren Campagne, ceo di citizenM ha così commentato: “L’Italia ha un ruolo importante nella prossima fase di espansione globale di citizenM. Siamo entusiasti di iniziare questa collaborazione con Antirion, che assicura l’accesso immediato ad un mercato fortemente competitivo e le risorse necessarie a sviluppare assets di qualità, insieme ad un team qualificato con cui condividiamo gli stessi valori ed obiettivi.” Ofer Arbib, CEO di Antirion, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di accompagnare l’ingresso di citizenM in Italia, un disruptive nell’hotellerie globale, che combina una comprovata guest satisfaction insieme a ritorni d’investimento considerevolmente più elevati di qualsiasi altro upscale hotel tradizionale. Confermiamo così la nostra partnership con realtà internazionali che fanno dell’innovazione il loro modello di business. Riteniamo anche che questo investimento rappresenti ora, per l’Italia, la Capitale e il settore turistico, una chiara iniezione di fiducia e un segnale che ci spinge a guardare e progettare con ottimismo il prossimo futuro”.

CitizenM hotels è partecipato dal fondo sovrano di Singapore GIC, che l’anno scorso ha rilevato una quota del 25% dagli altri due azionisti, il fondo pensione dei Paesi Bassi APG e il family office del fondatore KRC Capital. Il pool di investitori ha recentemente assicurato ulteriori 750 milioni di euro per accelerare i piani di espansione di citizenM a livello globale. Dalla sua prima apertura all’aeroporto di Amsterdam Schiphol nel 2008, CitizenM gestisce 20 hotel tra Europa, Nord America e Asia con oltre 20 in fase di sviluppo in tutto il mondo. La società si propone di portare il concetto di lusso accessibile nel mercato italiano, rafforzando la propria posizione nel mondo come uno dei principali marchi di lusso a prezzi accessibili. Il marchio, che in Italia si adatterà ai requisiti specifici degli hotel quattro stelle (upscale), si rivolge ad una clientela amante del design contemporaneo, abituata alla tecnologia intelligente e alla mobilità (da cui la M come mobile).

Antirion è una sgr italiana focalizzata sulla istituzione e gestione di fondi comuni di investimento alternativi immobiliari, di tipo chiuso riservato ad investitori istituzionali. Attualmente gestisce 41 asset in Italia e all’estero, per un valore di oltre 3 miliardi di euro (dati al 30 giugno 2019). Ricordiamo che nel gennaio scorso Antirion, per conto dell’Enpam (il fondo pensione di medici e dentisti italiani), ha rilevato la sede di Kurt Geiger a Londra per 64 milioni di sterline (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre nel gennaio 2020, il fondo d’investimento alternativo immobiliare Antirion Global, gestito da Antirion ha incassato un finanziamento da 58,6 milioni di euro dalla banca tedesca BayernLb, finalizzato a sostenere nuove acquisizioni e investimenti sul patrimonio immobiliare esistente (si veda altro articolo di BeBeez).


Per iscriverti alla newsletter di BeBeez Real Estate, clicca qui
Riceverai l’elenco delle notizie di real estate (e i rispettivi link) pubblicate da BeBeez nelle ultime 24 ore


Cairn Capital (Mediobanca) raccoglie 115 mln euro per il Cairn European Loan Fund

$
0
0
cairn capital

cairn capitalCairn Capital (società controllata da Mediobanca specializzata in corporate debt) ha raccolto 115 milioni di euro da due investitori istituzionali per il Cairn European Loan Fund (si veda qui il comunicato stampa). Entrambi gli investitori avevano già un’esposizione verso il fondo prima del sell-off di marzo e hanno incrementato la propria partecipazione. Il Cairn European Loan Fund, lanciato nel gennaio 2017, ha raggiunto così 380 milioni di masse in gestione, incluso il nuovo capitale in ingresso.

Il fondo, gestito da Andrew Burke (cio) e da Loic Prevot (portfolio manager), investe soprattutto in prestiti sindacati a tasso variabile, senior secured, per la maggior parte emessi a grandi società europee non-investment grade, investendo opportunisticamente anche in crediti del segmento mid-market, subordinati e/o pmi con interessanti profili di rischio-rendimento. Il loan team di Cairn Capital investe nel mercato del credito europeo dal 2006 e da allora al 31 marzo 2020 ha investito in aggregato oltre 9 miliardi di euro, in più di 1.200 strumenti e 480 emittenti.

Il cio Andrew Burke ha dichiarato: “Il fondo ha assunto una posizione difensiva nella crisi legata al COVID-19. L’acquisizione del nuovo capitale permetterà al fondo di ben posizionarsi nella ricerca di nuove opportunità nell’attuale contesto. Il mercato in questo momento prospetta delle interessanti opportunità di investimento e il fondo ha una capacità importante per accogliere ulteriori sottoscrizioni”.

Cairn Capital è un società fondata nel 2004, con sede a Londra. Al 29 febbraio 2020, la società contava masse di gestione per 5,2 miliardi di dollari tra fondi comuni, conti separati di investitori singoli e strumenti CLO nell’ambito di strategie multicanali e monocanali. Dal 2015, la maggioranza di Cairn Capital fa capo a Mediobanca.

Per iscriverti alla newsletter Private Debt di BeBeez, clicca qui
Riceverai l’elenco delle notizie di private debt (e i rispettivi link) pubblicate da BeBeez nelle ultime 24 ore


BlackRock raccoglie 1,29 mld euro per il suo quinto fondo europeo. Signature Capital cede la sede della Vodafone a Berlino. Leading Cities Invest compra sul Lago di Ginevra. Hines acquista un centro di distribuzione a Utrecht

$
0
0
blackrock

BlackRockBlackRock Real Assets ha raccolto 1,29 miliardi di euro per il suo quinto fondo immobiliare europeo al final closing (si veda qui realasset).  Il fondo a valore aggiunto Europe Property Fund V  ha raccolto ulteriori 200 milioni di euro di impegni per coinvestimenti, dando al gestore un totale di 1,4487 miliardi da investire.Il fondo precedente aveva invece raccolto 700 milioni di euro nell’aprile 2017. Il 67% degli investitori del quarto fondo hanno investito anche nel quinto. In particolare, BlackRock ha dichiarato che il nuovo fondo è stato sottoscritto da 39 investitori istituzionali tra cui fondi pensione pubblici e privati, fondi sovrani, family office, compagnie assicurative e organizzazioni senza scopo di lucro in EMEA, APAC e nelle Americhe. In risposta alla pandemia di COVID-19, il team prevede di concentrare la propria attività di investimento su mercati che presentano “le finanze pubbliche e i sistemi sanitari più forti, nonché la minima esposizione al turismo in percentuale del Pil. EFV punterà a trarre vantaggio dalle anticipate dislocazioni del mercato e si posizionerà in modo difensivo in settori con venti secolari come la casa e la logistica. Thomas Mueller, portfolio manager di EFV ed EFIV ha commentato: “Siamo all’inizio di quella che crediamo sarà una delle più grandi dislocazioni del mercato nella nostra vita”.

Signature CapitalL’investitore tedesco-irlandese Signature Capital ha venduto a COLCAP la sede centrale di Berlino Vodafone nel distretto di Tempelhof (si veda qui deal-magazine).  La proprietà, che è completamente affittata, ha una superficie totale di circa 13.000 metri quadrati con quattro piani superiori. “Il mercato degli uffici di Berlino rimane molto interessante per i nostri investitori finali internazionali. Siamo particolarmente lieti che con Vodafone Kabel Deutschland attualmente abbiamo un “peso massimo digitale” particolarmente rilevante come locatario a lungo termine “, ha affermato Uwe Hellendahl, managing director di COLCAP. Con questa transazione, Signature Capital è stata in grado di realizzare un’altra vendita di successo nel mercato di Berlino. “Abbiamo visto cambiamenti molto positivi in ​​questo sotto-mercato e abbiamo approfittato dell’opportunità di vendere dopo aver rinnovato un contratto di locazione”, ha dichiarato Frederick Hönemann, responsabile delle transazioni presso Signature Capital. L’edificio con una vista libera di Tempelhofer Feld si trova direttamente all’ingresso dell’autostrada della città di Berlino ed è molto ben collegato alla rete di trasporto pubblico. Di conseguenza, Claus-Henning Tillner, amministratore delegato della COLCAP, ha spiegato: “Come investitori di EDGE Südkreuz, abbiamo creduto molto presto in luoghi decentralizzati, perfettamente collegati alla rete di trasporto pubblico. Abbiamo seguito questo principio anche per questa proprietà”.

Leading Cities InvestLeading Cities Invest ha acquistato il suo secondo edificio per uffici sul Lago di Ginevra (si veda qui Europe-re). La proprietà di recente costruzione, La Porte d`Eysins, comprende 6.500 m² e ha un grande sistema di copertura fotovoltaica. Gli inquilini sono Ares Trading, una filiale operativa per il Gruppo Merck in Svizzera, Moet Hennessy Suisse e TAG Heuer. L’edificio fa parte del “Parco Terre Bonne. Eysins si trova sulla sponda occidentale del Lago di Ginevra. Ginevra e Losanna distano rispettivamente 23 e 36 chilometri, con ottimi collegamenti attraverso la vicina autostrada e collegamenti ferroviari che forniscono un’ottima opzione di trasporto pubblico con brevi intervalli tra i treni. Il venditore è Nemaco, uno sviluppatore olandese-svizzero. Un anno fa, Leading Cities Invest  aveva già acquistato il quartier generale della società commerciale Fruit Chiquita sulla sponda settentrionale del Lago di Ginevra.
hines0Hines, tramite il suo Hines Pan-European Core Fund (HECF),  ha acquisito lo Urban Logistics Distribution Centre di 62.000 metri quadrati a Utrecht, nei Paesi Bassi (si veda qui propertyfundsworld).  Hines ha acquisito l’attività dal fornitore Ramphastos. Il centro di distribuzione logistica urbana è occupato dal rivenditore HEMA e funge da hub logistico dell’azienda per la regione del Benelux, con oltre 550 negozi HEMA. HEMA occupa il sito dal 1965 e prenderà in affitto il magazzino da HECF per 10 anni. Il complesso è situato nel centro logistico urbano Lage Weide di Utrecht, nel centro dei Paesi Bassi. Utrecht è una delle quattro principali città dei Paesi Bassi e fa parte dell’area metropolitana di Randstad, la quarta area metropolitana più grande in Europa con una popolazione di 8,2 milioni di abitanti. All’interno dei Paesi Bassi, Utrecht è considerata il centro del paese ed è quindi molto richiesta per i centri di distribuzione nazionali e focalizzati su Randstad. Dal 2019, HECF ha cercato di aumentare l’esposizione alla logistica urbana e alle attività residenziali nelle principali città europee all’interno del proprio portafoglio. Il centro di distribuzione della logistica urbana rappresenta il terzo investimento logistico urbano da parte dell’HECF negli ultimi 12 mesi e si prevede che ulteriori investimenti logistici si completeranno nei prossimi mesi.


Tre veterani del private debt canadese lanciando fondo di direct lending con targt 750 mln $. L Catterton sottoscrive obbligazioni di Norwegian Cruise. Robinhood raccoglie round da 280 mln $ e ora vale 8,3 mld

$
0
0
private debt partners

private debt partnersTre nomi noti del settore private debt e lending in Canada, Jeffrey Deacon, Greg Dimmer e Jean-Christophe Greck, hanno lanciato Private Debt Partners, con l’obiettivo di raccogliere un primo fondo di direct lending da 750 milioni di dollari, battezzato Senior Secured Direct Lending Fund  (si veda qui il comunicato stampa)  Presidente del board è Stephen Lister, co-founder di Imperial Capital, una delle più note casse di buyout canadesi, mentre presidente del comitato investimenti è Thomas MacMillan, ex presidente e ceo di CIBC Mellon.    Jeffrey Deacon ha dichiarato: “Il debito delle società private è stato una delle classi di attività alternative in più rapida crescita e uno dei migliori investimenti in base al rischio-rendimento”. L’obiettivo è offrire agli investimenti un rendimento compreso tra il 6% e il 6,5% all’anno.

Norwegian Cruise Line HoldingsNCL Corporation (NCLC), controllata di Norwegian Cruise Line Holdings, collocherà in private placement da 400 milioni di dollari di private exchangeable notes a scadenza 2026, che sarannno sottoscritte da L Catterton. (di veda qui il comunicato stampa). Le notes saranno scambiabili in azioni privilegiate Serie A di NCLC, pagheranno un tasso del 7,0% per il primo anno e del 4,5% di interessi di PIK più 3,0% di interessi in contanti annui per i successivi quattro anni e del 7,5% in contanti per l’ultimo anno. “Siamo lieti di eseguire questo accordo con L Catterton, la più grande e globale società di private equity focalizzata sul settore consumer al mondo”, ha dichiarato Frank Del Rio, presidente e amministratore delegato di Norwegian Cruise Line Holdings”.  La transazione dovrebbe avvenire in seguito al soddisfacimento di alcune consuete condizioni di chiusura, incluso il fatto che la società raccolga almeno un miliardo di dollari  da altre offerti di strumenti finanziarie.

robinhoodLa fintech Robinhood ha annunciato la chiusura di un round di serie F da 280 milioni di dollari con una valutazione conseguente dell’azienda che ha raggiunto gli 8,3 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).  Il round è stato guidato dall’investitore esistente Sequoia Capital, con la partecipazione di altri investitori esistenti e di nuovi tra cui NEA, Ribbit Capital, 9Yards Capital e Unusual Ventures. Robinhood ha raggiunto oltre tre milioni di account finanziati finora quest’anno. Con questo finanziamento, la soiteà continuerà a investire nel dimensionamento della piattaforma, nella costruzione di nuovi prodotti e nell’accelerazione del potenziamento delle operazioni. “Robinhood ha reso i mercati finanziari accessibili alle masse”, ha affermato Andrew Reed, partner di Sequoia. “Siamo entusiasti di promuovere la nostra relazione con Robinhood, che crediamo sia all’inizio della sua opportunità.”

 

 


Npl lordi in calo a 24,9 mld euro nel primo trimestre per Unicredit. Che prosegue con il run-off del portafoglio non core

$
0
0
asset quality

asset qualityUnicredit ha chiuso il primo trimestre 2020 con esposizioni deteriorate lorde complessive in calo del 33,7% anno su anno e dell’1,5% trimestre su trimestre, a quota 24,9 miliardi di euro. Lo ha reso noto ieri la banca in occasione della sua prima trimestrale  (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa).

Le esposizioni deteriorate lorde erano diminuite a 25,3 miliardi di euro a fine dicembre 2019 con un miglioramento dell’Npe lordo al 5%, mentre le esposizioni deteriorate nette di gruppo erano scese 8,8 miliardi con un rapporto tra crediti deteriorati netti e totale crediti netti dell’1,8% (si veda altro articolo di BeBeez).

L’istituto di credito ha inoltre comunicato un miglioramento del rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 4,9% (- 0,2% trimestre/trimestre, -2,7% anno/anno), mentre il rapporto tra esposizioni deteriorate nette e crediti deteriorati netti si è attestato all’ 1,8%. Il rapporto di copertura è stato stabile trimestre/trimestre al 65,2% (+3,5% anno/anno). Le sofferenze lorde di Unicredit sono state pari a 12,6 miliardi (+0,7% trimestre/trimestre; -41,1% anno/anno), con un rapporto di copertura del 76,8% (+0,5% trimestre/trimestre; +4% anno/annp). Gli Utp sono scesi a 11,5 miliardi (-3,8% trimestre/trimestre; -25% anno/anno), con un rapporto di copertura del 54,7% (-1,2% trimestre/trimestre; +6,5% anno/anno). Le esposizioni scadute deteriorate della banca si sono attestate a 0,9 miliardi (- 1,5% trimestre/trimestre; +4,6% anno/anno), con un rapporto di copertura del 35,5%.

Le esposizioni deteriorate lorde della banca (escluso il portafoglio non core) sono leggermente aumentate a 16,8 miliardi (+0,7% trimestre/trimestre; -15,1% anno/anno). Il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi è rimasto invariato al 3,4% (-0,8% anno/anno); il rapporto di copertura è stato pari al 58,8% (+0,2 p.p. trim/trim, +0,7 p.p. a/a) e l’Npe ratio (escluso il portafoglio non core) era vicino alla media delle banche europee. Per Unicredit l’Npl ratio usando una definizione EBA più conservativa è pari a 2,8% nel Q1 2020, rispetto alla media ponderata delle banche del campione EBA del 2,7%. Le sofferenze lorde della banca (escluso il portafoglio non core) sono rimaste stabili a 7,5 miliardi (-0,3% trimestre/trimestre; -24,1% anno/anno), con un rapporto di copertura del 72,1% (+0,3% trimestre/trimestre; +1,6% anno/anno). Gli Utp lordi sono stati pari a 8,5 miliardi (+1,7% trimestre/trimestre; -6,5% anno/anno), con un rapporto di copertura del 49,4%.

rundownIl run-off del portafoglio non core è proseguito con ulteriori riduzioni nel primo trimeste, al di sopra delle attese. La banca aveva chiuso il 2019 con Npl lordi non core a quota 8,6 miliardi di euro, meglio della guidance (9 miliardi) e più che dimezzate rispetto al target di 19,2 miliardi di euro del piano industriale Transfer 2019. A fine marzo 2020 Le sofferenze lorde sono scese a 8,1 miliardi (-0,5 miliardi trimestre/trimestre; -9,6 miliardi anno/anno). Le esposizioni deteriorate nette sono diminuite a 1,7 miliardi (-0,1 miliardi trimestre/trimestre; -4,3 miliardi anno/anno), con un rapporto di copertura del 78,4% (+0,4% trimestre/trimestre; +12,6% anno/anno). Il miglioramento delle esposizioni deteriorate lorde del portafoglio non core è stato dovuto a cessioni per 200 milioni di euro; cancellazioni per altri 200 milioni; recuperi per 100 milioni; e flussi in bonis, escludendo il portafoglio non core, per 100 milioni.

In questi giorni la banca sta finalizzando l’asta per il portafoglio da 250 milioni di euro di crediti al consumo, battezzato portafoglio Loira. L’asta in realtà è stata divisa in due. Da un lato quella sullo stock di crediti e dall’altra quella sul forward flow. Per entrambe le aste sono in corsa Banca Ifis e MBCredit Solutions (si veda altro articolo di BeBeez).

Oltre al portafoglio Loria, sono stati messi di recente sul mercato il portafoglio Tokyo (circa un miliardo di Npl non garantiti a pmi), il portafoglio Lisbona (un miliardo di portafoglio misto) e il portafoglio New York (circa 700 milioni di Npl ipotecari). In vendita da parte di Unicredit c’è poi sempre ancora il portafoglio Dawn, un portafoglio da un miliardo di euro di Utp small ticket (si veda altro articolo di BeBeez).

Come noto, Unicredit sta cercando di accelerare la vendita di Npl per 3 miliardi di euro al massimo entro settembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso dicembre a Londra il ceo di Unicredit Jean Paul Mustier, illustrando gli obiettivi del nuovo piano strategico triennale 2020-2023, battezzato Team 23 (si veda altro articolo di BeBeez), aveva detto che i crediti deteriorati lordi non core  sarebbero scesi sotto i 9 miliardi di euro a fine 2019 e che sarebbero scesi sotto i 5 miliardi a fine 2020, mentre il completo rundown del portafoglio non core è stato confermato entro fine 2021

 


Panapesca (Xenon Private Equity) si compra il controllo di Il Faro Quality Fish

$
0
0
Schermata 2020-05-07 alle 08.04.44

Schermata 2020-05-07 alle 08.04.44Il gruppo Panapesca spa, da oltre 40 anni leader in Italia nella lavorazione, commercializzazione e distribuzione di prodotti ittici freschi e surgelati, entrato nel portafoglio di Xenon Private Equity nel dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), ha comprato la  quota di maggioranza di Il Faro Quality Fish srl, società di Morciano di Romagna, fondata nel 2014 da Massimo Raffaelli e specializzata nella produzione di prodotti ittici ricettati di alta gamma, surgelati e decongelati. Massimo Raffaelli resterà a capo dell’azienda in qualità di amministratore delegato, mentre Fabrizio Paesini, ceo di Panapesca è stato nominato presidente Il Faro Quality Fish.

Advisor di Il Faro Quality Fish è stato lo studio di consulenza aziendale Skema di Rimini. Panapesca per l’operazione si è invece avvalsa della collaborazione dello Studio Legale Associato Gelmetti e dello Studio Associato Ferrini-Tognacci.

L’operazione rientra nel piano di sviluppo industriale di Panapesca, che consolida la sua presenza in un’area particolarmente interessante quale il Nord-Est e, allo stesso tempo, entra in un segmento di mercato completamente nuovo, quello dei prodotti ricettati di alta gamma.

Xenon ha comprato il 100% di Panapesca dalla famiglia Panati nel dicembre 2018, mentre gennaio 2019 il fondo di private debt di Equita sim ha sottoscritto un minibond da 15 milioni di euro. Con sede a Massa e Cozzile (Pistoia) e stabilimenti in Tailandia e Marocco, Panapesca ha chiuso il 2019 con un fatturato consolidato di circa 150 milioni di euro.

 


Il leader della realtà virtuale inVRsion chiude un round da 3 mln euro. Lo sottoscrive anche LIFTT

$
0
0
invrsion-VR_headset

invrsion-VR_headsetinVRsion, uno dei leader mondiali nello sviluppo di soluzioni SaaS di Realtà Virtuale (VR) B2B, ha chiuso a fine aprile un round da 3 milioni di euro, di cui 500 mila euro investiti da LIFTT, il veicolo di investimento torinese nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino Compagnia di San Paolo (si veda qui il comunicato stampa).

Al round di inVRsion hanno partecipato anche altri investitori, membri della stessa società e dell’advisor board, tra cui Mainardo de Nardis, imprenditore e precedentemente ceo di OMD (Omnicom Group), la più grande agenzia media nel mondo. De Nardis, investitore, director e consulente in più di 10 iniziative, focalizzato su quelle aziende che realmente possano trasformare i loro rispettivi mercati, è contestualmente entrato nell’advisory board, affiancando Lorenzo Thione ed Eugenio Perrier nel sostenere il processo di scaleup negli Stati Uniti, dove recentemente inVRsion ha aperto una controllata con base a New York.

Fondata nel 2015 da Matteo Esposito, Paolo Pascolo, Flora Caroli e Luca Ferrari Trecate, la startup innovativa in pochi anni è riuscita ad espandere il proprio mercato in tutto il mondo, offrendo soluzioni hardware e software che sfruttano pipeline industriali e tecnologie brevettate. inVRsion è stata la prima azienda a realizzare un simulatore di realtà virtuale immersivo con applicazioni in vari settori tra cui il retail e il consumer packaged goods, divenuti i suoi due punti di focus.

InVRsion era una delle otto scaleup italiane selezionate lo scorso novembre per partecipare a Londra alla quarta edizione dell’evento Made in Italy 2.0.2.0 promosso dall’incubatore italo-inglese iStarter, per incontrare oltre 60 fondi di venture capital internazionali (si veda altro articolo di BeBeez). Quello appena concluso costituisce il terzo round per inVRsion, che nel maggio scorso aveva ottenuto 400 mila euro dagli angeli di Italian Angels for Growth (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva chiuso due round seed rispettivamente nell’aprile 2016 e nel dicembre 2017 (si veda Crunchbase). Tra i suoi investitori, rientra anche la holding milanese Finbeauty srl. In totale, la startup ha incassato 4,5 milioni di euro dalla sua costituzione.

Stefano Buono, presidente di LiFTT, a proposito di quest’ultimo round ha commentato: “ll contesto eccezionale in cui ci troviamo rappresenta una sorta di cartina di tornasole per gli investitori, perché in un lasso di tempo estremamente circoscritto ha evidenziato opportunità e potenzialità di business che si sarebbero manifestate di norma nel medio-lungo termine. Mi riferisco in particolare al settore digitale, che rappresenta uno dei nostri asset valoriali di riferimento: le potenzialità di inVRsion e il know-how tecnologico di cui dispone ne fanno una delle migliori espressioni di innovazione e pre-visione imprenditoriale del nostro Paese. Questo investimento è perfettamente lineare con la mission di LIFTT e la sua volontà di generare valore per i propri azionisti”. LIFTT è reduce a sua volta da un aumento di capitale, cui hanno partecipato 36 investitori tra privati, business angel, holding di investimento e dipendenti. L’operazione ha portato l’investimento complessivo in LIFTT a quota 9 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). La società sta già pensando al suo prossimo round, da effettuare entro fine anno, per un valore massimo di 6 milioni di euro.

Il software prodotto da inVRsion, ShelfZone®, è utilizzato in ambito FMCG (Fast Moving Consumer Goods /beni di largo consumo) e GDO (grande distribuzione), da importanti aziende del settore, a livello internazionale. inVRsion vanta clienti del calibro di Auchan, Mondelēz, PepsiCo. Inoltre la startup, per affrontare l’emergenza sanitaria innescata dal coronavirus, ha annunciato nuove soluzioni in ambito moda e lusso per la virtualizzazione e l’efficientamento dei processi di distribuzione e commercializzazione B2B. La startup è depositaria di un brevetto internazionale per la digitalizzazione dei prodotti 3D, basato su algoritmi di intelligenza artificiale, computer vision e object content recognition.

InVRsion è anche membro operativo di Khronos Group, associazione americana per gli open standard, al lavoro per rilasciare a breve un nuovo formato destinato al 3D-Commerce. Fabrizio Dini, coo di inVRsion a capo delle attività di produzione di contenuti in 3D, ha spiegato: “Questo formato diventerà il nuovo standard per la visualizzazione dei prodotti nei siti di e-commerce e nelle applicazioni AR/VR”. “Il progetto vedrà anche un’intensa collaborazione con il team di ricerca della Fondazione Links e del Politecnico di Torino”, ha aggiunto il ceo di Liftt Giovanni Tesoriere. Matteo Esposito, cofondatore e ceo di inVRsion, ha anticipato: “Presto, la nostra piattaforma potrà sfruttare le emergenti tecnologie di edge cloud e 5G per portare l’esperienza di acquisto virtuale da un contesto B2B ad uno B2C, reinventando il paradigma del commercio elettronico”.



La startup Fleep Technologies incassa un round da 800 mila euro dagli angeli

$
0
0
Fleep Technologies

Fleep TechnologiesLa startup Fleep Technologies, nata meno di un anno fa all’interno dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ha chiuso un round da 800 mila euro (si veda qui il comunicato stampa). Al round hanno partecipato: Pariter Partners Syndicate, i soci di Italian Angels for Growth (IAG) e del Club degli Investitori, insieme alla famiglia Cogliati.

Fleep Technologies è nata a inizio 2019 dal gruppo di ricerca dell’IIT “Printed and Molecular Electronics” composto, tra gli altri, dai giovani ricercatori Giorgio Dell’Erba e Paolo Colpani e guidato da Mario Caironi all’interno del Center for Nano Science and Techology (CNST) dell’IIT di Milano, con l’intento di industrializzare un innovativo processo di fabbricazione di elettronica stampata a ridotto impatto ambientale. La tecnologia sviluppata da Fleep Technologies, infatti, permette di realizzare un’elettronica basata non sul silicio, ma su polimeri a base carbonio biocompatibili e riciclabili. In questo modo, è possibile avere circuiti elettronici flessibili e adattabili a qualsiasi superficie, prodotti mediante tecniche di stampa tradizionali, come il rotocalco, la serigrafia o la stampa a getto di inchiostro, su diversi materiali quali plastica, carta, tessuti, ecc. Fleep Technologies rappresenta una delle poche realtà mondiali in grado di realizzare circuiti micro e nano-elettronici intelligenti completamente stampati su diversi materiali, aprendo la strada alla realizzazione di interi sistemi flessibili.

Grazie ai capitali raccolti, la startup svilupperà sistemi elettronici intelligenti, flessibili e sostenibili per l’industria del packaging e del biomedicale che potranno raggiungere il mercato entro 3 anni.

“La chiusura di questo round è per noi un successo e ci permetterà di migliorare la tecnologia, portandola ad elevatissimi livelli di performance e solidità, in vista di un successivo sviluppo su scala industriale. Ciò che ci portiamo dietro da questo fundraising è la consapevolezza che anche in Italia ci sono investitori attenti alle tecnologie emergenti, seppur lontane dalla commercializzazione, che hanno voglia di investire e rischiare insieme al founding team puntando sulla co-creazione di valore”, ha commentato Giorgio Dell’Erba, cofondatore e amministratore delegato di Fleep Technologies.

“Fleep Technologies ha attirato subito grande attenzione tra i soci IAG, per l’idea ma ancor più per la qualità e la caratura del team. Interesse che è cresciuto e si è consolidato durante le varie fasi della negoziazione. L’investimento in Fleep Technologies attesta il rilievo che hanno in IAG le opportunità nei settori di punta dell’innovazione. IAG d’altra parte, si conferma anche come partner ideale per queste start-up Deep-Tech che possono contare sul più ampio patrimonio di esperienze e competenze accumulate e condivise dai soci e su un accompagnamento costante durante tutta la durata dell’investimento”, ha affermato Alessandro Brighenti, socio IAG e Champion dell’investimento in Fleep.

Marco Salvadori, che rappresenta i business angel del Club degli Investitori, ha dichiarato: “Con l’investimento, e con il network di risorse e competenze del Club e degli altri coinvestitori, vogliamo supportare Fleep Technologies nella messa a punto del processo produttivo e nella sperimentazione dei primi sensori e sistemi intelligenti completamente stampati; da lì in avanti si apriranno diverse opzioni per il successo tecnologico ed economico di Fleep Technologies a livello mondiale”. Pariter Partners, che da fine 2018 ha seguito il team di Fleep all’interno del proprio programma di investimento ScienceLAB, ha detto: “Il risultato di oggi arriva da lontano: dal grande lavoro fatto dal team di Fleep, dal percorso di accompagnamento e supporto in ambito di trasferimento tecnologico dell’Istituto Italiano di Tecnologia e dalla partecipazione al programma di Pariter ScienceLAB. L’attenzione specifica di Pariter Partners ad opportunità di investimento Deep-Tech ed il lavoro svolto con il team ha permesso di unire le forze dei migliori investitori early stage oggi presenti in Italia che credono fortemente come l’incredibile qualità della ricerca italiana dev’essere portata sul mercato per generare soluzioni di impatto globale”.

Matteo Bonfanti, direttore Technology Transfer di IIT, ha spiegato: “Abbiamo seguito il progetto fin dai primi passi e vederlo crescere fino ad essere una realtà che raccoglie un parterre così importante di investitori, in un settore così sfidante è la dimostrazione del valore dei lavoro svolto”.

 


Friulia investe 200 mila euro nell’equity crowdfunding dell’e-commerce per salute e bellezza Econviene

$
0
0
Econviene

EconvieneFriulia, la finanziaria della Regione Friuli Venezia-Giulia, ha investito 200 mila euro nella campagna di equity crowdfunding di Econviene, e-commerce italiano di prodotti per la salute e la bellezza a “zero spreco” che rischierebbero di rimanere invenduti, o distrutti, a causa di difetti nella confezione, scadenza inferiore ai 6 mesi, o rilevamenti da società fallite (si veda qui il comunicato stampa). Lo studio Rigotto di Cervignano del Friuli ha supportato Econviene sia nella realizzazione del progetto che nella creazione della campagna di Econviene.

La campagna, lanciata il 30 aprile scorso su CrowdFundMe, unico portale di crowdfunding italiano quotato su Borsa Italiana, ha un obiettivo di raccolta di 300 mila euro, a fronte di una valutazione di 1,6 milioni di euro e di un chip minimo di investimento di 500 euro. A oggi, la campagna ha raccolto 252 mila euro. Econviene (già premiata nell’ambito del “Bando Spazio alle Idee 2016” di Friuli Innovazione) conta di raccogliere con la campagna di equity crowdfunding tra i 300 e i 500 mila euro, cifre che saranno impiegate per rafforzare il software della piattaforma, l’e-commerce, la logistica e il marketing e per assumere nuove figure professionali. Questo dovrebbe portare a una crescita del fatturato pari a 3,6 milioni di euro in tre anni.

Econviene è nata nel 2017 da un’idea di Alberto Monico, Giuliano Filippi e Diego Zancarini, tre imprenditori residenti tra Padova e Udine, con grande esperienza nel settore farmaceutico, che hanno voluto dare un segnale forte di cambiamento rispetto all’emergenza sprechi che affligge il mondo dei prodotti della salute.

Nel canale della farmacia italiana, infatti, esiste una regola non scritta che porta gli esercenti a non acquistare, o gestire, prodotti con una durata residua di 6 mesi. Lo stesso si può dire per le merci con packaging leggermente danneggiati, o a fine stock. Questa regola “precauzionale” discende dal mercato del farmaco, ma è stata ormai estesa a gran parte della parafarmacia e, di conseguenza, anche a tutto il settore degli integratori alimentari e dei cosmetici in genere. Nell’ultimo semestre del 2019 Econviene ha evaso circa 550 ordini al mese, salvando ben 20.000 prodotti dalla distruzione, con un fatturato in crescita del 388% rispetto all’anno precedente e nel primo quadrimestre del 2020, per effetto del grande ricorso al commercio elettronico, dovuto alla quarantena imposta dall’emergenza Covid-19, ha registrato una media di circa 1000 ordini al mese. Un altro dato rilevante è la soddisfazione dei clienti, considerato che per il 20% le ordinazioni rappresentano un riacquisto, il cui valore rappresenta circa il 40% del fatturato totale del periodo.

“La piattaforma online Econviene è promotrice di un nuovo modello di business, basato sul commercio di prodotti per la persona prossimi alla scadenza o la cui confezione è leggermente danneggiata, ma ancora perfettamente utilizzabili. Si tratta di un progetto valido non solo dal punto di vista etico, avendo come obiettivo una sensibile riduzione degli sprechi, ma anche sul fronte economico, poiché presenta ampie prospettive di crescita nei prossimi anni. È proprio partendo da questi presupposti che Friulia ha deciso di mettere a disposizione le proprie competenze e risorse con l’obiettivo, non secondario, di supportare un’iniziativa che siamo certi contribuirà alla diffusione di buone pratiche tra la popolazione”, ha sottolineato la presidente di Friulia, Federica Seganti.

La finanziaria del Friuli ha investito 25 milioni di euro in 13 pmi della regione nell’esercizio che si è chiuso il 30 giugno 2019, oltre ad aver attuato nuove operazioni per circa 15 milioni e deliberati interventi per i prossimi mesi per un totale di 23 milioni. Lo ha reso noto la società nel dicembre 2019, in occasione dell’approvazione del bilancio al 30 giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Oltre che in Econviene, Friulia ha investito anche in: Pugnale & Nyleve, società che disegna, produce e commercializza occhiali nel segmento lusso, sia per conto proprio sia in qualità di licenziataria di terze parti (si veda altro articolo di BeBeez); Biolab, azienda di Gorizia che produce e commercializza prodotti biologici (si veda altro articolo di BeBeez); Venchiaredo, società della provincia di Pordenone specializzata nella produzione di stracchino (si veda altro articolo di BeBeez); Videe, tra i leader in Italia nei servizi legati alla produzione e al broadcasting televisivo (si veda altro articolo di BeBeez); Bio4dreams, il primo incubatore italiano dedicato alle scienze della vita, in coinvestimento con Isa (si veda altro articolo di BeBeez); Friulchem, società farmaceutica quotata all’Aim Italia che nel marzo scorso ha acquisito in aumento di capitale riservato il 13% del produttore americano di farmaci veterinari Pharmabbie Inc, sottoscrivendo 781.250 azioni per 1,5 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez).


La Gazzetta del Mezzogiorno va verso la liquidazione

$
0
0
comunicato gazzetta mezzogiorno

comunicato gazzetta mezzogiornoSta per essere scritta l’ultima pagina de La Gazzetta del Mezzogiorno: la liquidazione. Il Comitato di Redazione (CdR) del principale quotidiano di Puglia e Basilicata ha scritto il 6 maggio scorso in prima pagina che l’editore Mario Ciancio Sanfilippo “ha dichiarato al Cda uscente la volontà di porre in liquidazione la casa editrice del giornale”, ossia la Edisud spa (si veda qui il comunicato del CdR). La decisione segue quella del tribunale di Catania di prorogare il Consiglio di amministrazione dimissionario per far eseguire le nomine all’editore. Infatti sia il Cda che il Collegio sindacale si erano dimessi, senza che la famiglia Ciancio nominasse dei sostituti.

L’editore ha precisato che “il Cda, composto in origine da professionisti di nomina giudiziaria, non è uscente ma pienamente in carica per una precisa disposizione di legge e non per decisione del tribunale di Catania”. Ciancio Sanfilippo ha rivendicato la decisione di messa in liquidazione della società, “avendo preso atto della circostanza evidenziata chiaramente dagli attuali amministratori in ordine alla acclarata dichiarata mancanza di continuità aziendale” e ricordato di aver sostenuto con oltre 30 milioni di euro lo sviluppo e il consolidamento del giornale, ma ora “si è dovuto arrendere alla crisi della testata ed ha messo gratuitamente a disposizione il complesso aziendale che la ricomprende, con ogni connesso cespite. Nessun soggetto, tuttavia a livello locale o nazionale, ha manifestato serio interesse per l’acquisizione ed il rilancio di detti beni”. L’editore ha assicurato che “onorerà le proprie personali esposizioni verso il sistema bancario dando fondo ad ulteriori risorse” e avvertito che “ulteriori interventi dal tono ingiurioso e diffamatorio come quelli in riscontro formeranno oggetto di azione giudiziaria a tutela del proprio diritto all’onorabilità ed al rispetto”.

In realtà, Edisud il 19 febbraio scorso aveva rinunciato al concordato in bianco e ritirato il relativo piano concordatario, mentre sul tavolo c’erano ben due nuove ipotesi di salvataggio da parte di due editori: Valter Mainetti e Gianpaolo Angelucci (si veda altro articolo di BeBeez).  Il socio di minoranza di Edisud, Denver, che fa capo a Sorgente Group Italia, di cui è amministratore delegato Valter Mainetti, editore del quotidiano Il Foglio e del mensile Tempi, aveva infatti avanzato una proposta che prevedeva che, dopo l’omologa del concordato, avrebbe immesso mezzi propri, contestualmente all’ingresso nel capitale di un partner industriale. Il piano includeva lo sviluppo del digitale, la concentrazione delle risorse nell’informazione locale e regionale, l’incorporazione delle sette edizioni attuali in non più di tre. Si ipotizzavano anche importanti sinergie editoriali per le news nazionali e internazionali, unitamente alla pubblicità e al marketing per promuovere intorno al brand giornalistico eventi e iniziative speciali per coinvolgere i giovani e il ricco mondo dell’economia e della cultura delle due regioni. Inoltre, il piano prevedeva tagli al personale e garanzie finanziarie per 14 milioni di euro da parte della Banca Popolare di Bari.

Parallelamente Giampaolo Angelucci (editore de Il Tempo, Libero, e dei 5 Corrieri di Umbria), aveva presentato nel gennaio del 2019 una offerta di acquisto di ramo di azienda: si proponeva per rilevare la testata in cambio di 12 milioni di euro e dell’assorbimento di quasi tutta la forza lavoro del giornale. La sua offerta, alla quale il Tribunale di Catania non diede seguito, è stata ripresentata il 17 febbraio 2020 ma con condizioni peggiorative: con 5 milioni di euro proponeva di acquistare la testata, il sito internet e l’archivio storico per editare il quotidiano con 30 giornalisti (a fronte degli attuali 74 in due regioni) e 4 poligrafici.

Infine, va segnalato che il gruppo editoriale Distante (che raggruppa le emittenti Antenna Sud, Canale 85 e Antenna Sud Live-Tele Onda e le testate online Lo Jonio e L’Adriatico), aveva assicurato nel marzo scorso che avrebbe offerto il proprio “contributo per scongiurare il rischio di cancellare oltre un secolo di storia e di cultura del nostro Paese” che si avrebbe se dovesse chiudere La Gazzetta del Mezzogiorno.

Riguardo il futuro di quest’ultima, nei giorni scorsi il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia ha assicurato: “Chi ha commesso errori in questa vicenda dovrà darne conto. Faremo di tutto per creare le condizioni migliori per tutelare l’editoria territoriale in crisi”.

Il quotidiano meridionale aveva chiesto a metà luglio 2019 l’ammissione al concordato preventivo al Tribunale di Bari, dopo aver ottenuto l’ok del Tribunale di Catania, a capo della gestione commissariale (si veda altro articolo di BeBeez). Come ricordato dal direttore Giuseppe De Tomaso in un editoriale, “La Gazzetta del Mezzogiorno, da settembre 2018, è di fatto sotto il controllo dello Stato. Lo è da quando il patrimonio di Mario Ciancio Sanfilippo, editore (socio di maggioranza al 70%) del giornale, è stato sottoposto a un provvedimento di sequestro nell’ambito di un’inchiesta, a Catania, in cui l’imprenditore siciliano è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (…) La Gazzetta del Mezzogiorno, dicevamo, di fatto oggi è di proprietà dello Stato. Lo è in quanto lo Stato detiene il 70% sequestrato a Ciancio (che è in attesa della sentenza sul processo a Catania). La Banca Popolare di Bari, che aveva finanziato l’acquisto della quota di minoranza ora in carico all’imprenditore Valter Mainetti, chiede a lui e agli altri possibili acquirenti le necessarie garanzie per finanziare il piano di rilancio del giornale, varato dopo tagli e sacrifìci per i dipendenti con l’obiettivo di essere ammessi al concordato (…) Ciò detto, chi scrive rilancia l’invito, già rivolto dal comitato di redazione della Gazzetta, all’imprenditoria nazionale, pugliese e lucana: il giornale è quasi risanato (smentendo, per certi versi, le cifre di Cantone sul destino delle aziende finite sotto l’amministrazione dello Stato), non è un colabrodo, ci sono tutte le condizioni perché possa ripartire, con i conti in ordine, nel segno della sua missione storica, quella di informare e sostenere il territorio, così come ha fatto per 133 anni. Alcuni imprenditori hanno manifestato interesse. Ringraziamo qui i presidenti di Confindustria Puglia (Domenico De Bartolomeo) e Confindustria Basilicata (Pasquale Lorusso) che hanno rivolto un appello ai loro associati”.

La Gazzetta del Mezzogiorno è stata fondata nel novembre 1887 come Corriere delle Puglie da Martino Cassano. Nel 1922 a esso si è affiancata a essa La Gazzetta di Puglia. Nel 1923 Il Corriere delle Puglie ha cessato le pubblicazioni e nel 1928 è apparsa la nuova testata definitiva della Gazzetta del Mezzogiorno. Con sede a Bari, è uno dei più importanti quotidiani dell’Italia meridionale, dove è maggiormente diffuso. Per contenere i costi, un paio di anni fa il giornale aveva chiuso le sedi di Brindisi, Matera e Barletta. Il quotidiano ha chiuso il 2018 con una perdita operativa superiore ai 7 milioni di euro, oltre a ricavi da copie vendute scesi del 40% e della pubblicità per il 60% negli ultimi 6 anni.


Nexi e Microsoft siglano una partnership strategica per sostenere l’open banking

$
0
0
nexi

nexiNexi, la PayTech quotata a Piazza Affari e controllata dai fondi Advent International, Bain Capital Clessidra,  ha stipulato una partnership strategica con il colosso tecnologico americano Microsoft al fine di sostenere
l’open banking (si veda qui il comunicato stampa).

Nel dettaglio, la società Usa è entrata a far parte di Nexi Open, l’ecosistema per l’open banking recentemente lanciato da Nexi che oltre a offrire i servizi digitali della PayTech, coinvolge come partner le aziende più innovative del settore tecnologico e del fintech, acceleratori, incubatori di startup, società di consulenza e centri di ricerca. Nexi e Microsoft agiranno congiuntamente per accelerare lo sviluppo delle competenze digitali, facendo leva sui contenuti erogati dalle piattaforme Microsoft per l’e-learning. Infine, le due aziende rafforzeranno la collaborazione con il programma Microsoft for Startups, iniziativa che consentità a Nexi di accelerare la crescita di realtà innovative nel mondo fintech grazie al supporto tecnico e di business di Microsoft, in sinergia con il suo ruolo di cofondatore nel febbraio scorso del Fintech Hub di Milano (in partnership con Plug and Play; si veda altro articolo di BeBeez).

La partnership tra Microsoft e Nexi ha come obiettivo primario sfruttare le opportunità di creazione di nuovi prodotti e servizi offerte da cloud, intelligenza artificiale e i big data: tutti elementi che in ambito open banking e nei servizi finanziari in generale offrono grandi potenzialità di sviluppo. La collaborazione con Microsoft si aggiunge agli ingenti investimenti che Nexi ha già messo in campo con la creazione di un team di oltre 60 professionisti specializzati in intelligenza artificiale e advanced analytics che si occupano della creazione di prodotti altamente avanzati, come la app Nexi Business. L’ingresso di Microsoft in Nexi Open consente a Nexi di offrire alle proprie banche partner un’opportunità per accelerare ulteriormente la trasformazione tecnologica, per acquisire competenze digitali, per offrire prodotti e servizi sempre più personalizzati e di valore ai propri clienti, siano essi aziende o privati.

“La partnership con Microsoft ci permette di portare a bordo di Nexi Open uno dei principali player tecnologici a livello globale. L’accordo non è solo una testimonianza della prospettiva internazionale che caratterizza l’ecosistema che abbiamo creato in ambito open banking, ma è anche una dimostrazione che offriamo alle nostre banche partner soluzioni concrete che permettono lo sviluppo di servizi diversi e differenzianti che allargano il perimetro della loro offerta”, ha commentato Roberto Catanzaro, Business Development Director di Nexi. 

Barbara Cominelli, Chief Operating Officer Microsoft Italia ha dichiarato: “Il settore dei servizi bancari sta attraversando una fase di profonda trasformazione, abilitata da nuovi modelli di interazione digitale. Grazie a questa collaborazione con Nexi, possiamo accelerare l’innovazione in questo mercato, portare nuovo valore a consumatori e investitori con un approccio aperto e che coinvolga diversi attori del mercato, da quelli consolidati fino alle startup e alle nuove idee imprenditoriali, unendo le forze sui temi della formazione e delle competenze digitali necessarie per creare servizi finanziari innovativi”.

Intanto sullo sfondo resta sempre la possibilità che Nexi si fonda con Sia, il  gruppo leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllato da Cdp EquityA spingere per accelerare i tempi di una possibile fusione è la pressione messa sul mercato europeo dei pagamenti dall’acquisizione per 7,8 miliardi di Ingenico da parte di Worldline, in una fusione tutta francese, che crea il leader europeo e il quarto player globale nei servizi di pagamento elettronico, con 5,3 miliardi di ricavi proforma  (si veda altro articolo di BeBeez). D’altra parte, a far propendere invece per una quotazione di Sia c’è il fatto che proprio Worldline, quotata a Parigi, è stata oggetto a fine aprile di un collocamento con una procedura di accelerated bookbuilding da parte della controllante Six Group, gestore della Borsa di Zurigo, che ha ceduto il 6% del capitale di Worldine per 675 milioni di euro. in un’operazione funzionale al finanziamento del takeover di Bolsas y Mercados Españoles da parte di Six. Il pacchetto azionario messo sul mercato ha ricevuto una domanda pari a 5 volte l’offerta (si veda qui SP Global).

Nell’aprile scorso, Nexi ha collocato 500 milioni di euro di obbligazioni senior unsecured equity-linked con scadenza 2027 (si veda altro articolo di BeBeez). I proventi derivanti dal collocamento saranno utilizzati per finanziare parte del corrispettivo previsto per l’acquisizione delle attività di merchant acquiring da Intesa Sanpaolo, con una corrispondente riduzione dell’importo concesso all’emittente nell’ambito del finanziamento bridge da alcuni joint bookrunner. Ricordiamo, infatti, che Intesa Sanpaolo nel dicembre scorso aveva annunciato che rileverà per 653 milioni di euro il 9,9% di Nexi, contestualmente all’acquisizione da parte di quest’ultima per un miliardo di euro delle attività di merchant acquiring del gruppo bancario (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione è ancora in attesa dell’ok dell’Antitrust Ue.

Nexi ha chiuso il 2019 con 984,1 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 502,5 milioni e una posizione finanziaria netta di 1,47 miliardi, in netto miglioramento dai 2,45 miliardi di fine 2018,  grazie al rimborso e rifinanziamento del debito pregresso (si veda altro articolo di BeBeez) e alla generazione di cassa di periodo. In rapporto all’ebitda leva è quindi pari a 2,9 volte a fine 2019, in significativo miglioramento rispetto alle 5,8 volte di fine 2018 e alle 3,5 volte successivamente all’ipo dello scorso aprile (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).

Nexi è una delle società monitorate da BeBeez Private Data
Scopri qui come abbonarti a soli 110 euro al mese

 

nexi


La fintech Modefinance integra la sentiment analysis di AInfinity nelle sue valutazioni del rischio di credito

$
0
0
modefinance AInfinity

modefinance AInfinityModefinance, la prima agenzia di rating fintech in Europa, ha lanciato un nuovo servizio che integra le sue tecnologie di AI con analisi del sentiment e di dati alternativi all’interno della sua piattaforma proprietaria Raas (Rating-as-a-Service), grazie alla partnership con la fintech londinese AInfinity (si veda qui il comunicato stampa).

Fondata da Valentino Pediroda e Mattia Ciprian, Modefinance è una startup dell’Università di Trieste, nata in Area Science Park, e partecipata dal dicembre 2015 al 43% dal gruppo Corvallis (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta Corvallis è controllata da Antonio Santocono ed Enrico Del Sole e partecipata per il 43,5%, da Alkemia sgr (ex Nem sgr). Nell’ottobre 2017 Modefinance ha lanciato s-peek Team, l’evoluzione collaborativa di s-peek, piattaforma web e mobile per l’analisi e la gestione del rischio di credito (si veda altro articolo di BeBeez). Dal 2015 a oggi, l’azienda ha mostrato una crescita del 50% costante anno su anno.

Nel luglio 2019 Modefinance e la fintech inglese Wiserfunding, cofondata da Edward Altman (l’economista statunitense inventore del noto Z-Score), hanno lanciato il primo rating fintech per le pmi europee certificato a livello globale (si veda altro articolo di BeBeez). Modefinance nel dicembre scorso ha siglato una partnership con Acp sgr, cui fornirà una applicazione personalizzata per il credit scoring (MORE by Oplon), che peserà le diverse variabili di rischio di ciascun potenziale investimento fornendo un punteggio  puntuale e successivo monitoraggio real-time degli investimenti. Inoltre, la partnership consentirà di sviluppare in via esclusiva un sistema di risk rating & pricing integrato con algoritmi proprietari di Acp sgr, in grado di valutare e quantificare preventivamente i vari fattori di rischio di natura finanziaria, operativa e di conformità ai criteri ESG, tramite una propria metodologia di ESG scoring (si veda altro articolo di BeBeez).

La nuova soluzione RaaS di Modefinance offre le funzionalità e i servizi di un’agenzia di rating in una piattaforma web modulare a supporto della valutazione del rischio di contoparte e di gestione del portafoglio investimenti, dedicata a istituzioni finanziarie, fondi di investimento, aziende fintech e corporate. Grazie all’applicazione di avanzate tecnologie di data science e artificial intelligence, la piattaforma permette già oggi di prevedere e prevenire situazioni di rischio economico-finanziario degli operatori economici, tramite valutazioni immediate e automatizzazione delle procedure. La nuova soluzione realizzata in partnership con AInfinity permetterà a modefinance di ampliare l’offerta di analisi e di gestione del rischio di RaaS e di ridurre ulteriormente i tempi di esecuzione.

In particolare, la piattaforma RaaS di Modefinance adotterà le analisi qualitative della soluzione Alivecore360 di AInfinity e le combinerà con l’attuale sistema di valutazione quantitativa del credito e specifici KPI (ad esempio, confronto tra settori e industrie, modelli previsionali specifici, ecc.), implementando così un processo decisionale molto più rapido. Alivecore360 di AInfinity è un modello avanzato di AI che combina social media, notizie web, agenzie di stampa e informazioni provenienti da milioni di dati testuali non strutturati, per una sentiment analysis con copertura globale e in tempo reale. L’integrazione di Alivecore360 in RaaS sarà quindi in grado di offrire una valutazione del rischio di credito a 360° e in tempo reale. Il prodotto di output combinato, una piattaforma intelligente di nowcasting (la capacità di effettuare previsioni a brevissimo termine), supporterà le istituzioni finanziarie nell’individuare rischi di credito e/o di portafoglio, opportunità e sentiment di mercato relativo ad aziende target in tempi rapidissimi, grazie a una gamma molto più ampia di metodologie qualitative e quantitative e di fonti di informazioni da cui poter attingere.

“L’integrazione che proponiamo oggi rappresenta la soluzione ideale per ampliare l’offerta della nostra piattaforma RaaS nella valutazione e nella gestione del rischio di credito. La valutazione del sentiment in tempo reale ci permetterà di rafforzare ulteriormente l’analisi a favore dei nostri clienti nel campo dei servizi finanziari e non solo. Siamo entusiasti di poter lavorare con Ainfinity, società considerata innovatrice nel campo dell’IA e dei dati alternativi”, ha dichiarato Valentino Pediroda, ceo e co-fondatore di Modefinance.

“È motivo di grande soddisfazione per noi avere l’opportunità di lavorare con una società come Modefinance. Grazie alla sua importante esperienza della gestione del rischio e alla sua piattaforma RaaS utilizzata a livello internazionale, Modefinance è il partner ideale per far conoscere ulteriormente l’efficienza delle tecnologie di sentiment analysis applicate all’ambito finanziario da noi sviluppate”, ha detto Raj Muppala, ceo e fondatore di AInfinity.

AInfinity è una fintech londinense che sviluppa sistemi di AI e di sentiment analysis, fondata da Raj Muppala con lo scopo di aiutare i fornitori di servizi finanziari – quali banche, compagnie assicurative, private equity, asset management – a implementare nei propri sistemi l’Intelligenza Artificiale e sfruttarla in modo efficace. Grazie alle sue innovative soluzioni, AInfinity è in grado di analizzare in pochi minuti un flusso molto ampio e complesso di notizie in tempo reale e informazioni recepite sui social media per rendere più rapido il processo decisionale societario intelligence-led o individuare possibili criticità o frodi. Le soluzioni Software as a Service (SaaS) offerte sono molto flessibili, facilmente integrabili e in grado di ridurre in modo drastico le tempistiche del processo di analisi del rischio.


FII sgr annuncia il closing della raccolta a 123 mln euro per FII Tech Growth e a 370 mln per Fondo Innovazione e Sviluppo

$
0
0
FII sgr

FII sgrFondo Italiano d’Investimento sgr (FII sgr). ha annunciato ieri il closing finale della raccolta per FII Tech Growth e per Fondo Innovazione e Sviluppo, con una raccolta, rispettivamente, di 123 e di 370 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).

FII Tech Growth, destinato a investimenti di late stage venture capital,  aveva annunciato il primo closing nel settembre 2017, al momento del lancio del fondo, con Cdp che lo aveva sottoscritto per 50 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). FII Tech Growth aveva poi annunciato un secondo closing a quota 110 milioni di euro nel novembre 2019, grazie all’impegno di Cassa Forense e al nuovo impegno di Cdp. Quest’ultima, infatti,  aveva impegnato altri 25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente al secondo closing, FII aveva lanciato il fondo parallelo FII Tech Growth Lazio, che, con una dotazione di 18 milioni di euro, coinvestirà con il fondo principale FII Tech Growth. L’anchor investor del nuovo fondo è  Lazio Innova, che, attraverso il fondo di fondi Lazio Venture, investe i fondi strutturali europei 2014-2020 della Regione Lazio per sviluppare le scaleup laziali. La raccolta finale di 123 milioni è al di sotto del target originariamente fissato a 150 milioni. A oggi FII Tech Growth ha investito in Supermercato24,  BeMyEyeHealthware Group e SecoQuest’ultima nel 2019 ha condotto a sua volta due acquisizioni: la maggioranza della cinese Fannal Electronics e  l’intero capitale della statunitense Inhand Electronics.

FII sgr opera sia attraverso investimenti diretti, sia investimenti indiretti (fondo di fondi). I fondi FII Tech Growth, FII Tech Growth Lazio e il fondo Innovazione e Sviluppo sono destinati agli investimenti diretti. Agli investimenti indiretti sono destinati i fondi di fondi di private equity e i fondi di private debt. Sul questo fronte, nei giorni scorsi Cdp ha annunciato l’impegno per altri 100 milioni di euro nel fondo di fondi di private equity di FII sgr, FOF Private Equity Italia, che ha raggiunto così una raccolta totale di 300 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo closing di FoF PE Italia, che ha target di raccolta complessivo di 600 milioni, era stato annunciato lo scorso ottobre, con Cdp che nel ruolo di anchor investor aveva sottoscritto un impegno di 200 milioni e si era impegnata a investirne altri 100 milioni al fianco di altri eventuali investitori terzi (si veda altro articolo di BeBeez).

Nata nel 2010 su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Fondo Italiano d’Investimento sgr è controllata da Cdp Equity al 68% dal dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e partecipata da Intesa Sanpaolo (12,5%), Unicredit (12,5%), ABI (3,5%) e Confindustria (3,5%). Il primo fondo di fondi di private equity era stato lanciato da FII sgr nel 2010 e ha investito in 16 fondi di private equity, riversando circa 358 milioni di euro nell’economia reale italiana, coinvolgendo 110 aziende. La sgr gestisce attualmente 9 fondi di investimento mobiliari chiusi, riservati a investitori qualificati, attivi prevalentemente nel settore del private equity e private debt, per un totale di circa 3 miliardi di euro di attivi in gestione.


Mérieux Equity Partners e Korys si alleano e lanciano piattaforma per investimenti nei settori health e nutrition. Apollo punta a 3mld $ per il quinto fondo infrastrutture. Astra Capital investe nei data-center di DartPoints

$
0
0
Mérieux Equity Partners

Mérieux Equity PartnersMérieux Equity Partners e Korys hanno lanciato l’OMX Europe Venture Fund FPCI  una nuova piattaforma per investimenti nei settore della salute e della nutrizione, con target di raccolta di 90 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).  Korys e Mérieux Développement sono anchor investor del nuovo fondo, che a oggi ha già raggiunto i due terzi del target di raccolta, anche grazie al contributo di terze parti. Il team americano OMX Ventures, nel frattempo, ha istituito il fondo OMX Ventures Fund I con una simile strategia di investimento al fondo OMX Europe, ma con focus principale sugli Usa. Il fondo ha da poco annunciato un primo closing a 100 di dollari e potrà coinvesstire con OMX Europe. OMX Europe sarà gestito da Mérieux Equity Partners in Europa, con il supporto operativo del team Life Science di Korys come consulente chiave del fondo. Mérieux Equity Partners ha in gestione oltre 650 milioni di euro. Korys è la società di investimento della famiglia Colruyt, con oltre 4,5 miliardi di euro di asset gestiti.

Apollo Global ManagementApollo Global punta a raccogliere tra i 2 e i  3 miliardi di dollari per il suo secondo fondo dedicato alle infrastrutture, Apollo Infrastructure Opportunities Fund II, proponendo un Irr lordo del 13-16%. Lo scrive Bloomberg.  La scorsa settimana Apollo ha nominato John MacWilliams, veterano del settore delle energie rinnovabili, come partner operativo per concentrarsi sulle sue infrastrutture e sulle risorse naturali. In quell’occasione MacWilliams ha commentato: “Unirsi al team di infrastrutture di Apollo arriva in un momento cruciale in cui i paesi di tutto il mondo riconoscono l’urgente necessità di costruire, riparare e migliorare le infrastrutture del mondo. Con ampie risorse, relazioni e competenze, Apollo è ben posizionato per svolgere un ruolo di primo piano negli investimenti in infrastrutture”.  Di recente anche  iCON Infrastructure ha raccolto 1,9 miliardi di dollari in un primo e unico closing del suo quinto fondo, superando l’obiettivo di 1,8 miliardi, grazie agli impegni di 65 investitori, tra fondi pensione, gestori patrimoniali, fondi sovrani e compagnie assicurative di tutto il mondo.

Astra Capital ManagementAstra Capital Management ha investito in DartPoints Holding Company, titolare e gestore di data center di edge colocation (si veda qui il comunicato stampa).  Astra investirà un capitale significativo per supportare l’espansione di DartPoints in tutto il Nord America attraverso una strategia di acquisto e costruzione. Inoltre, Scott Willis, un esperto dirigente delle telecomunicazioni, è entrato a far parte di DartPoints come presidente e ceo. Hugh Carspecken, fondatore di DartPoints e Chief Strategy Officer, ha commentato: “A nome del team DartPoints, sono felice di dare il benvenuto ad Astra e Scott Willis. L’esperienza, il capitale e la rete globale di Astra combinati con la leadership e la visione di Scott alimenteranno la nostra crescita e ci aiuteranno a soddisfare la crescente necessità di data center di colocation marginale”. Brian Kirschbaum, partner di Astra, ha detto:“DartPoints è un innovatore nel settore dei data center, che sta subendo significativi cambiamenti evolutivi. Le prestazioni, i costi e la resilienza delle applicazioni stanno spingendo i clienti verso un’infrastruttura IT più distribuita. Il nostro investimento supporterà la crescita di DartPoints attraverso l’acquisizione di data center esistenti e la creazione di data center di colocation edge”. I data center tradizionali sono stati progettati per fornire un accesso conveniente in termini di spazio e potenza per l’archiviazione e l’elaborazione dei dati. Tuttavia, queste strutture sono state ottimizzate per servire le città più popolate. I data center Edge Colocation sono progettati per le prestazioni locali fornendo accesso a un gran numero di carrier e offrendo un ecosistema in cui si possono incontrare contenuti, fornitori di cloud, centri commerciali e di popolazione. Ciò consente di archiviare ed elaborare più vicino agli utenti, oltre le più grandi città di livello I, consentendo interazioni in tempo reale più rapide e prevedibili. Gartner prevede che entro il 2022 oltre il 50% dei dati aziendali verrà creato ed elaborato al di fuori del tradizionale data center o cloud, rispetto al 10% nel 2019.

 

 



Apeiron Capital e Midas International comprano il portafoglio logistico Maple in Germania. Altera dà luce verde per la costruzione di tre complessi a Utrecht

$
0
0
Apeiron Capital

Apeiron CapitalApeiron Capital, in collaborazione con Midas International Asset Management, ha acquisito il portafoglio logistico Maple di 150.000 m² in Germania per circa 200 milioni di euro. L’investimento è stato infine finanziato da investitori istituzionali sudcoreani. Il portafoglio è stato ceduto da Healthcare of Ontario Pension Plan, uno dei maggiori fondi pensione canadesi. La transazione prosegue la strategia dichiarata di Apeiron per l’acquisizione di beni di alta qualità in posizioni logistiche chiave in tutta Europa. Il portafoglio di 150.000 m² comprende tre attività in importanti sedi logistiche tedesche, tra cui un centro logistico di 100.000 m² lasciato a un noto specialista in e-commerce. Ciascuno degli asset in portafoglio è ben posizionato vicino alle principali strade nazionali e internazionali con un eccellente accesso alle infrastrutture di trasporto. La durata media ponderata del leasing per le attività è prossima a 14 anni. Vojkan Brankovic, ceo e fondatore, Apeiron ha commentato:  “Il portafoglio Maple è una raccolta unica di risorse di alta qualità lasciate ad alcune delle aziende leader a livello mondiale. Ognuno degli edifici è ben posizionato in centri logistici consolidati e presenta elevate specifiche tecniche. L’acquisizione si basa su una serie di recenti accordi per Aperion che hanno visto il nostro portafoglio espandersi in modo significativo in Germania ed è in linea con la nostra strategia dichiarata di acquisizione di eccellenti risorse logistiche su percorsi di trasporto chiave”.

alteraVABO Ontwikkeling ha iniziato i lavori di costruzione di tre complessi di appartamenti nel cuore di Leidsche Rijn a Utrecht per conto di Altera Real Estate. Parte delle case in affitto sarà realizzata alle condizioni del Piano d’azione “Middenhuur” del comune di Utrecht. (si veda qui propertyfundsworld). Il primo edificio contiene 47 appartamenti e 38 posti auto. Inoltre, al piano terra sono disponibili circa 272 mq di spazio commerciale. Il secondo edificio è composto da 54 appartamenti e 39 posti auto. Al piano terra sono disponibili circa 388 m² di spazio commerciale. Il terzo edificio contiene 47 appartamenti e 35 posti auto con 173 mq di spazio commerciale al piano terra. Tutti e tre gli edifici avranno una rimessa per biciclette al piano terra. Ci saranno 51 appartamenti in affitto (Middenhuur) distribuiti sui tre edifici. Jaap van der Bijl, ceo di Altera, ha affermato: “In linea con la nostra strategia di investimento, tutti gli appartamenti sono realizzati senza gas e con un EPC superiore a quanto legalmente prescritto. Installando più di 820 pannelli solari, gli edifici generano 220.000 kwh di elettricità per anno e contribuire all’ulteriore sostenibilità degli edifici urbani”.


Mps riduce a 11,6 mld di euro i crediti deteriorati lordi a fine marzo. Morelli, la cessione degli Npl residui va fatta al più presto

$
0
0
asset quality

asset qualityMps nell’ultimo anno ha ridotto i suoi crediti deteriorati lordi di 4,5 miliardi di euro, portandoli a 11,6 miliardi a fine marzo 2020 (5,8 miliardi netti), dagli 11,9 miliardi di dicembre 2019 (6,1 miliardi netti) e dai 16,1 miliardi di marzo 2019 (7,5 miliardi netti), grazie soprattutto alle cessioni del secondo semestre 2019. Lo ha reso noto ieri la banca, in occasione della presentazione della sua prima trimestrale del 2020, che vede i crediti deteriorati lordi del gruppo (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).

Mps ha in particolare venduto a fine dicembre 2019 1,8 miliardi di euro di Npl, di cui 1,6 miliardi a Illimity (si veda altro articolo di BeBeez). Con quell’ultima operazione la banca aveva comunicato nel febbraio scorso di aver ceduto nel 2019 circa 3,8 miliardi di euro Npe, portando il suo Npl ratio pro-forma lordo Schermata 2020-05-08 alle 06.51.23al 12,5%, battendo  con 2 anni di anticipo l’obiettivo del 12,9% previsto dal piano di ristrutturazione a fine 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). In realtà poi l’NPE ratio lordo nell’ultima revisione si è portato al 12,4% a fine dicembre 2019 e all’11,8% a fine marzo 2020, mentre l’NPE ratio netto è sceso al 6,4% dal 6,8%.

Più nel dettaglio, le sofferenze lorde sono scese a 6,26 miliardi dai 6,4 miliardi di fine dicembre 2019, le inadempienze probabili si sono portate a 5,18 miliardi da 5,38 miliardi, mentre gli scaduti sono saliti a 125 milioni da 98 milioni.

Infine, il tasso di copertura dei crediti deteriorati è salito dal 48,7% di fine 2019 al 49,6%, a causa delle revisioni sulle posizioni dovute al coronavirus. La copertura delle sofferenze è invece scesa dal 61,3% del marzo 2019 al 54,5% del marzo 2020, a causa del deconsolidamento delle posizioni oggetto di cessione.

Quanto alle prossime cessioni, da mesi Amco è in trattative per  acquisire da Mps un portafoglio di crediti deteriorati fino a 10 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), nell’ambito dell’operazione più ampia che vede da mesi il Ministero del Tesoro impegnato in discussioni con la Commissione europea in vista dell’uscita dal capitale di Montepaschi, che il Tesoro controlla al 68% dal 2017, a valle dell’operazione di salvataggio dell’istituto. Sul tema l’amministratore delegato uscente di Mps, Marco Morelli, ha dichiarato ieri in conferenza stampa che l’operazione, battezzata Progetto Idra,  “andrebbe conclusa al più presto”, precisando che il confronto tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ue prosegue da mesi e auspicando che “possa essere finalizzato entro pochissimo tempo, a stretto giro”.


Parte la raccolta del nuovo fondo feeder di Sagitta sgr dedicato agli Npl. Investirà tutto nel fondo Credit Opportunities di Arrow Global

$
0
0
sagitta sgr

sagitta sgrSagitta sgr ha lanciato la raccolta di Arrow Credit Opportunities (Italy) Feeder, che investirà la raccolta nelle quote del fondo master Arrow Credit Opportunities, un fondo di investimento alternativo di diritto lussemburghese dedicato agli NPL europei, lanciato lo scorso autunno da Arrow Global, la controllante di Sagitta sgr (si veda qui il comunicato stampa).

Il fondo feeder ha un target di raccolta di 150 milioni di euro, con un obiettivo di rendimento netto (IRR) distribuito agli investitori più alto rispetto alle medie di mercato. Il fondo si rivolge ad investitori istituzionali italiani, in particolare compagnie assicurative, family office e altri investitori professionali. La durata del fondo sarà uguale alla durata del master, che prevede un periodo di investimento di 3 anni e uno di distribuzione nei successivi 5 dal termine del periodo di investimento. Il nuovo fondo di Sagitta punta al closing entro settembre 2020. La banca depositaria è Bnp Paribas Securities Services.

 

Arrow Global aveva annunciato lo scorso dicembre il primo closing di Arrow Credit Opportunities a quota 838 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di questo totale, 628,5 milioni sono stati sottoscritti da investitori terzi, mentre Arrow Global si è impegnata a investire capitali propri per almeno il 24,9% del totale del fondo, che punta a una raccolta complessiva di 2 miliardi di euro.

Arrow Global Group plc è uno dei principali investitori e gestori di debito in Europa quotato al London Stock Exchange. In Italia controlla appunto Sagitta sgr (la ex  Vegagest sgr), la società di gestione di fondi mobiliari e immobiliari, passata sotto il controllo di Europa Investimenti a fine 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima, operatore milanese specializzato in investimenti in aziende in distress e nell’acquisizione di crediti deteriorati e Npl, nel marzo 2018 era a sua volta nel marzo 2018 passata sotto il controllo di Arrow Global insieme al servicer romano di Npl Parr Credit srl (si veda altro articolo di BeBeez). Arrow Global nel dicembre 2016 aveva comprato anche l’intero capitale di Zenith Service spa, uno dei principali master servicer su cartolarizzazioni italiane (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel luglio 2019 Sagitta sgr, in partnership con CrescItalia Holding ha lanciato SGT CrescItalia Invoice Fund, nuovo fondo chiuso per investire in fatture commerciali non scadute delle pmi, che nella gestione si avvale di Crescitalia LAB, una innovativa piattaforma informatica fintech peer to peer. Il fondo ha un obiettivo di raccolta di 200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Sagitta si prepara a lanciare una nutrita batteria di fondi, forte di tutte le autorizzazioni di Banca d’Italia necessarie per la gestione di fondi immobiliari e di fondi di private equity, di private debt e di fondi di credito. Nella maggior parte dei casi i nuovi fondi vedranno Arrow Global nel ruolo di anchor investor. Lo aveva annunciato l’sgr in conferenza stampa circa un anno fa (si veda altro articolo di BeBeez).


Tirrenia sequestra le navi di Moby per recuperare il suo credito da 115 mln di euro

$
0
0
moby

mobyI commissari straordinari di Tirrenia (Beniamino Caravita di Toritto, Gerardo Longobardi e Stefano Ambrosini), in amministrazione straordinaria, la bad company rimasta in capo allo Stato dopo la cessione a Moby del resto dell’azienda del 2012, stanno sequestrando navi di Moby-Cin per un importo complessivo di 115 milioni di euro. Lo riferisce MF Milano Finanza, secondo cui la mossa è dovuta al fatto che i tre commissari si sono resi conto che non è possibile prelevare tali somme sui conti bancari di Tirrenia, a meno di intaccare la gestione ordinaria e sottrarre risorse alla sua attività di trasporto, con un forte impatto sulla garanzia del trasporto marittimo sulle rotte gestite dalla compagnia di navigazione.

I commissari straordinari di Tirrenia, infatti, dopo aver ottenuto a inizio marzo un sequestro conservativo fino a 55 milioni di euro nei confronti di Moby/Cin, in relazione al mancato pagamento della prima delle tre rate residue del debito, lo scorso 10 aprile hanno ottenuto dal medesimo tribunale di Roma un secondo sequestro conservativo per 60 milioni di euro in relazione al mancato pagamento della seconda rata (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo sequestro, condotto inizialmente sui conti correnti, era stato successivamente trasferito sulle navi, dopo il vertice convocato dai Ministeri dei trasporti e dello Sviluppo Economico a seguito della paralisi operativa di Tirrenia e un accordo in tal senso siglato il 2 aprile scorso a Roma tra Moby e da Tirrenia (si veda altro articolo di BeBeez). I commissari di Tirrenia erano stati autorizzati a prelevare 115 milioni per rimborsare i creditori della società in amministrazione straordinaria dal tribunale di Roma, che ora dovrà pronunciarsi sul numero di scafi da confiscare. Il giudice ora ha 3 opzioni: basarsi sul valore di carico a bilancio delle imbarcazioni; fare riferimento alle perizie già a disposizione; richiedere una nuova valutazione delle navi.

Moby deve sistemare la questione del debito residuo da 180 milioni di euro a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-Cin che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui  135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021.

Nel frattempo, la famiglia Onorato, cui fa capo Moby, sta ancora trattando con banche e obbligazionisti (riuniti nell’Ad Hoc Group e prevalentemente hedge fund, tra cui Soundpoint Capital, Cheyenne Capital e York Capital), un accordo di ristrutturazione del debito, pari a 560 milioni di euro. La compagnia di traghetti controllata dalla famiglia Onorato non  ha pagato né la cedola sul bond da 300 milioni di euro né gli interessi dovuti sulla linea di credito revolving da 260 milioni, per il pagamento dei quali è stato lasciato scadere anche il periodo di grazia (si veda altro articolo di BeBeez). In conseguenza di questo, lo scorso aprile Moody’s ha declassato Moby, riducendo a C da Ca  il rating corporate e a Ca da Caa3 il rating del bond. Inoltre, l’agenzia di rating ha lasciato l’outlook negativo per l’azienda, in quanto potrebbe avere difficoltà a rifinanziare il suo debito in assenza di un accordo di ristrutturazione (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo infine che Moby dall’aprile scorso è in trattative per vendere il suo ramo d’azienda dedicato ai mezzi ausiliari. La cessione permetterebbe a Moby di fare cassa per rimborsare in parte i creditori. Tra i possibili acquirenti si dice che ci sia  l’imprenditore Davide Calderan, attivo nel settore a Venezia. La divisione varrebbe attorno ai 40-50 milioni, ma sulla cessione pende la spada di Damocle delle revocatorie (si veda altro articolo di BeBeez).

I numeri dei 9 mesi del gruppo lo scorso 12 dicembre avevano evidenziato un ulteriore netto peggioramento della situazione della cassa (si veda altro articolo di BeBeez): in nove mesi, infatti, il gruppo armatoriale ha bruciato oltre 115,9 milioni di euro dopo i 108,1 milioni bruciati nei primi nove mesi del 2018, mentre tra gennaio e giugno era stata bruciata cassa per 83,1 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). A fine settembre 2019, quindi, Moby aveva cassa per 56,2 milioni contro gli 89 milioni di euro di fine giugno e contro i 125,5 milioni di cassa che aveva a fine settembre 2018.


Ok di Banca d’Italia all’acquisizione di Integrae sim da parte di Arkios e Banca Valsabbina

$
0
0
Schermata 2020-05-08 alle 07.36.57

Schermata 2020-05-08 alle 07.36.57Banca d’Italia ha dato l’autorizzazione all’acquisizione di Integrae sim da parte di Arkios. annunciata lo scorso ottobre (si veda altro articolo di BeBeez).

La banca di investimento indipendente può quindi acquistare come previsto il 51% del capitale della sim che è il primo Nomad e global coordinator per numero di quotazioni su Aim Italia  all’operazione. All’operazione partecipano anche Banca Valsabbina, con il 26%, e  Simone Sinai, già socio di minoranza di Integrae Sim, che sale al 20%.

Esce di scena quindi la famiglia Macchiaverna, che sinora aveva il controllo della sim e che nel  giugno 2017  aveva rafforzato la sua presenza  sottoscrivendo per un milione di euro la prima tranche di un aumento da 2,5 milioni, al fianco dell’altro azionista Kon, società di consulenza specializzata nel supporto alle pmi nella strutturazione di minibond (si veda altro articolo di BeBeez), che a sua volta ora uscirà dal capitale di Integrae. I venditori sono stati assistiti da Chiomenti mentre Gitti and Partners ha assistito Arkios sim, Arkios Italy, Banca Valsabbina e Simone Sinai nel perfezionamento dell’operazione.

L’acquisizione di Integrae sim è finalizzata a creare la prima investment bank focalizzata sul segmento mid-market, in grado di offrire alle piccole e medie imprese italiane una piattaforma completa di servizi nell’ambito della finanza straordinaria, sia m&a sia equity capital market e debt capital market, andando così a colmare l’assenza di un operatore focalizzato su un segmento di mercato che oggi attrae sempre più anche importanti operatori internazionali.


Viewing all 28032 articles
Browse latest View live