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Banca Sistema cartolarizza crediti Iva. BS IVA spv lancia la prima operazione partly paid sino a 1,6 mld euro

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Andrea Trupia, Direttore della Divisione Factoring di Banca Sistema
Andrea Trupia, Direttore della Divisione Factoring di Banca Sistema

Andrea Trupia, direttore della divisione factoring di Banca Sistema

Banca Sistema ha lanciato BS IVA spv,  un veicolo per cartolarizzare i crediti Iva delle aziende clienti della banca (si veda qui il comunicato stampa). Lo scorso 30 aprile il veicolo ha emesso due ABS con struttura partly paid, per un valore nominale totale fino a 1,6 miliardi di euro.

Banca Sistema sarà sponsor, programme e administration agent oltre che servicer dell’operazione, che prevede altresì la partecipazione di un soggetto terzo quale asset monitor del portafoglio. Banca Imi (Gruppo Intesa Sanpaolo) e Banca Sistema hanno coordinato in qualità di arranger l’operazione, mentre lo Studio Legale Jones Day ha assistito le parti in qualità di transaction legal counsel. Banca Sistema si è avvalsa altresì della collaborazione di Securitisation Services del Gruppo Banca Finint per i ruoli gestionali e della stessa Banca Finint che agirà da paying agent.

Con questa nuova cartolarizzazione, Banca Sistema si dota di una piattaforma flessibile ed efficiente di finanziamento dei propri clienti attraverso l’acquisto di crediti Iva, in grado di conciliare le esigenze di efficienza e flessibilità richieste in fase di smobilizzo dei crediti dalle imprese italiane, con uno strumento compatibile con le preferenze di investimento degli investitori istituzionali. L’operazione rappresenta inoltre un’ulteriore passo avanti nella diversificazione delle fonti di finanziamento della banca e un consolidamento della durata delle stesse.

“Con questa operazione ci dotiamo di una piattaforma di finanziamento a disposizione dei nostri clienti dedicata all’acquisto di crediti Iva, che unisce la semplicità ed il profilo di rischio richiesti dagli investitori istituzionali con l’efficienza e la velocità necessarie alle aziende, confermando dunque il nostro appoggio al sistema imprenditoriale italiano. La piattaforma BS IVA SPV permette infatti ai nostri clienti di ottenere liquidità mediante lo smobilizzo rapido di crediti che altrimenti avrebbero tempi e modalità di incasso incerte”, ha commentato Andrea Trupia, direttore della divisione factoring di Banca Sistema.

La banca è la ex Banca Sintesi, che nel 2011 è stata ceduta dalla CR di SanMiniato al fondo di private equity Rbs Special Opportunities Fund (46, 69%, tramite Sof Luxco sarl), alle fondazioni CR di AlessandriaCR di Pisa e Sicilia  e ai manager. Garbi, ex amministratore delegato di Mts ed ex responsabile per l’Europa del desk settore pubblico di Commerzbank, era stato allora l’artefice dell’operazione, coinvolgendo da un lato il fondo di Rbs e dall’altro le fondazioni bancarie. Banca Sistema era poi sbarcata a Piazza Affari nel luglio 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). Oggi Fondazione Cr di Alessandria e Fondazione Sicilia possiedono un quota del 7,4% ciascuna nel capitale della banca.

Banca Sistema opera nel factoring, nella cessione del quinto dello stipendio e della pensione sia attraverso l’acquisto di portafogli di crediti che l’attività di origination diretta del prodotto QuintoPuoi. Nel credito su pegno opera tramite la controllata ProntoPegno, che nel novembre 2019 ha rilevato per 34 milioni di euro il ramo d’azienda credito su pegno del Gruppo Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez). Banca Sistema inoltre annovera prodotti di raccolta che includono conti correnti, conti deposito e conti titoli, oltre ad offrire altre tipologie di servizi come l’attività di gestione e recupero crediti, fidejussioni e cauzioni, la certificazione dei crediti PA e la fatturazione elettronica. Con sedi a Milano e Roma, Banca Sistema è oggi presente anche a Bologna, Pisa, Napoli, Palermo e Rimini, impiega 215 risorse e si avvale di una struttura multicanale.

 



Silver Lake investe in Jio. N26 chiude un round di serie D da 870 mln $. Oberland Capital raccoglie 1,05 mld $ per il suo fondo Healthcare Solutions Fund

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Silver Lake Partners

Silver Lake PartnersJio Platforms Ltd, la più grande società di tecnologia e telecomunicazioni dell’India, ha appena incassato ben  56,6 miliardi di rupie (748,5 milioni di dollari) da Silver Lake (si veda qui il comunicato stampa).  Jio è parte del conglomerato Reliance Industries che fa capo al miliardario indiano Mukesh Ambani. “Silver Lake è una delle voci più rispettate nella tecnologia e nella finanza. Siamo entusiasti di sfruttare le intuizioni delle loro relazioni tecnologiche globali” per alimentare la trasformazione dell’India in una società digitale”, ha affermato Ambani in una nota. L’investimento arriva meno di due settimane dopo che Facebook ha investito  5,7 miliardi di dollari in Jio per una quota di circa il 10%. Jio è valutata 4,9 trilioni di rupie (65 miliardi di dollari). Jio Platforms ha diversi servizi sotto il suo controllo, tra cui Reliance Jio, la rete mobile che ha preso d’assalto l’India da quando è stata lanciata meno di quattro anni fa, accumulando 388 milioni di utenti, mettendo fuori attività il fratello e il rivale di Ambani e costringendo altri operatori locali a fondersi. Jio Platforms include anche una famiglia di app in cui gli utenti possono guardare film in streaming, acquistare online, inviare messaggi di testo, leggere notizie e altro ancora.

n26Oggi N26 ha annunciato l’estensione del round di investimento Series D a 570 milioni di dollari, con un ulteriore aumento di oltre 100 milioni sottoscritto da tutti i principali investitori dell’azienda (si veda qui il comunicato stampa).  A oggi, N26 ha raccolto circa 800 milioni di dollari dagli investitori, portando la sua valutazione a 3,5 miliardi. Oggi N26 è una delle società fintech con la più alta valutazione al mondo. I fondi verranno utilizzati per accelerare lo sviluppo dell’offerta di N26 e rafforzare la sua presenza nei suoi mercati principali, dove la richiesta di soluzioni di Mobile Banking è più elevata che mai. “L’adozione del digital banking sta accelerando in un momento in cui il mondo si sta adeguando a una nuova normalità. Come una delle principali challenger bank al mondo, N26 è in prima fila in questo profondo cambiamento, guidando l’innovazione globale dall’Europa. In questo momento in cui gestire le proprie finanze da casa è più importante che mai, vogliamo essere sicuri che chiunque possa aprire un conto in pochi minuti, per esplorare la libertà e la sicurezza che il mobile banking offre”, ha affermato Valentin Stalf, co-fondatore e CEO di N26. L’estensione del round di investimento sottolinea il forte sostegno a lungo termine degli investitori di N26 nella sua vision e verso la sua ambizione di costruire una banca che il mondo ama usare. “In questi tempi turbolenti, il digital banking non è più una cosa del futuro, ma parte della realtà quotidiana. Oggi, con 5 milioni di clienti, N26 è solo all’inizio del suo viaggio per trasformare il modo di “fare banca” a livello globale. L’estensione del round di investimento aiuterà un’azienda già ben finanziata e di successo ad essere sempre più protagonista in un momento in cui le persone abbracciano il digital banking più che mai”, ha affermato James Fitzgerald del fondo di venture capital di New York, Valar Ventures. Nei prossimi mesi, N26 continuerà a investire per accrescere la sua presenza nei suoi 24 mercati europei e negli Stati Uniti, dove è la challenger bank europea di maggior successo. La Mobile Bank sta inoltre gettando le basi per il suo prossimo ingresso sul mercato brasiliano ed è in procinto di richiedere una licenza FinTech locale in Brasile.

Oberland Capital ManagementOberland Capital Management ha annunciatoil closing finale della raccolta del nuovo fondo Oberland Capital Healthcare Solutions Fund a quota 1,05 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa).  Il fondo fornirà capitale alle società biofarmaceutiche, diagnostiche e di dispositivi medici che promuovono prodotti nello sviluppo clinico in fase avanzata o in fase di revisione da parte delle autorità di regolamentazione in cambio di royalties sui prodotti una volta approvati e commercializzati. “Siamo molto grati per il sostegno che abbiamo ricevuto da investitori esistenti e nuovi per questa strategia differenziata”, ha affermato Andrew Rubinstein,managing partner di Oberland Capital. Oberland Capital si è assicurato impegni da una serie diversificata e globale di investitori istituzionali, inclusi piani pensionistici pubblici e privati, dotazioni e fondazioni, fondi sovrani e family office. Il fondo soluzioni, che è il terzo fondo di Oberland Capital, è stato sottoscritto in eccesso. Ropes & Gray LLP ha agito in qualità di consulente legale per il fondo.


Castellum inizia la costruzione del Palazzo di Giustizia a Malmo. Neinver riapre i suoi 5 centri outlet in Polonia

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Castellum

CastellumCastellum sta iniziando la costruzione del nuovo edificio dell’amministrazione nazionale delle corti svedesi di Malmo nel quartiere in espansione di Nyhamnen, nel centro di Malmö. (si veda qui il comunicato stampa).  L’area diventerà uno dei più grandi luoghi di lavoro del Nord Europa per i legali. Il permesso di costruzione è stato ora rilasciato e l’inizio della costruzione è previsto per il secondo trimestre 2020. Quando l’edificio sarà completato, comprenderà ca. 26.500m² di locali moderni, di cui ca. 24.000 m² saranno affittati dall’amministrazione svedese dei tribunali nazionali e ospiteranno il tribunale distrettuale di Malmö e il tribunale amministrativo, nonché il tribunale per l’affitto a Malmo.”Siamo orgogliosi di poter costruire questo fantastico edificio con l’amministrazione statale nazionale svedese dei tribunali come inquilino a lungo termine. Contemporaneamente stiamo costruendo la nuova sede centrale di E.ON proprio dall’altra parte della strada. Nel complesso, gli investimenti ammontano a circa 240 milioni di euro (2,6 miliardi di corone svedesi)”,   ha detto Henrik Saxborn, ceo di Castellum.  I tempi di costruzione sono calcolati in circa due anni e mezzo e l’occupazione preliminare è prevista per la fine del 2022. Il contratto di affitto con i tribunali nazionali svedesi avrà una durata di 20 anni dalla data di occupazione. L’edificio sarà certificato secondo il più alto livello di sostenibilità della Svezia, Miljobyggnad Gold, che comprende un focus sull’efficienza energetica e le scelte di materiali solidi.

NeinverNeinver sta riaprendo i suoi cinque centri outlet in Polonia (si veda qui Europe-re).  I centri di Fabbrica a Varsavia, Cracovia, Gliwice e Poznan hanno attuato piani di riapertura in stretto coordinamento con i marchi e le autorità per garantire la massima sicurezza di dipendenti e visitatori. La Polonia diventa così il secondo mercato in cui Neinver sta riattivando il suo portafoglio di punti vendita, dopo la Germania. I centri Style Outlets situati ad Halle Lipsia (Sassonia) e Montabaur (Renania-Palatinato) sono stati i primi a riprendere le operazioni in conformità con tutti i protocolli di salute, distanza sociale e sicurezza.


Cdp investe altri 100 mln euro nel fondo di fondi di private equity di Fondo Italiano d’Investimento

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Schermata 2020-05-06 alle 06.59.06

Schermata 2020-05-06 alle 06.59.06Cdp ha investito altri 100 milioni di euro nel fondo di fondi di private equity FOF Private Equity Italia (FOF PE Italia), gestito da Fondo Italiano d’Investimento sgr (si veda qui il comunicato stampa).

L’operazione era attesa. Il primo closing di FoF PE Italia, che ha target di raccolta complessivo di 600 milioni, era stato annunciato lo scorso ottobre, con Cdp che nel ruolo di anchor investor aveva sottoscritto un impegno di 200 milioni e si era impegnata a investirne altri 100 milioni al fianco di altri eventuali investitori terzi (si veda altro articolo di BeBeez).

Il fondo punta a supportare, attraverso la sottoscrizione di quote di fondi di private equity, lo sviluppo del mercato delle pmi italiane, indirizzando investimenti verso operatori professionali che operano con un approccio finalizzato alla crescita di tali imprese e, dunque, al sostegno dell’economia reale. Il fondo è stato lanciato nel maggio 2018, quando contestualmente era stato annunciato l’impegno della Cassa Depositi e Prestiti a investire una cifra molto inferiore e cioé solo 100 milioni.

“Quella di oggi è un’ulteriore iniziativa di Cdp a favore delle imprese del nostro Paese, che assume particolare rilevanza considerando l’attuale contesto emergenziale. Grazie all’ulteriore investimento di 100 milioni di euro, il FOF Private Equity Italia potrà investire indirettamente in moltissime società, favorendone così processi di ricapitalizzazione e di crescita”, ha detto Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp.

Fondo Italiano d’Investimento sgr è controllata da Cdp Equity al 68% dal dicembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e partecipata da Intesa Sanpaolo (12,5%), Unicredit (12,5%), ABI (3,5%) e Confindustria (3,5%). Il primo fondo di fondi di private equity era stato lanciato da FII sgr nel 2010 e ha investito in 16 fondi di private equity, riversando circa 358 milioni di euro nell’economia reale italiana, coinvolgendo 110 aziende.

La sgr gestisce attualmente 8 fondi di investimento mobiliari chiusi, riservati a investitori qualificati, attivi prevalentemente nel settore del private equity e private debt, per un totale di circa 2 miliardi di euro di attivi in gestione.

L’ultima operazione annunciata riguarda Fonderie di Montorso, una partecipata del fondo di private equity Innovazione e Sviluppo, che a fine aprile  ha rilevato la Fonderia Scaranello (si veda altro articolo di BeBeez).


Gli arabi di Chimera Investments al controllo delle iconiche biciclette Colnago

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colnago

colnagoIl fondo di Abu Dhabi Chimera Investments LLC ha rilevato la maggioranza di Colnago, storico produttore italiano di biciclette. A vendere è stato il fondatore Ernesto Colnago, 88 anni, che manterrà una piccola quota societaria.

Fondata nel 1954 da Ernesto Colnago ed entrata nel ciclismo con Fiorenzo Magni, l’azienda, basata a Cambiago (Milano), è conosciuta per il marchio dell’asso di fiori e le sue infinite vittorie, che comprendono campionati del mondo, Giochi olimpici, Tour de France, Giri d’Italia, Paris-Roubaix. Con una delle biciclette della società, Eddy Merckx fissò uno storico primato dell’ora a Città del Messico nel 1972. Oggi pedalano sulle sue biciclette i ciclisti dell’UAE Emirates, squadra degli Emirati Arabi ma di matrice italiana.

Il produttore di biciclette italiano ha chiuso il 2019 con ricavi per 21,26 milioni di euro, un ebitda di 234 mila euro e una liquidità netta di 2,8 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

Ernesto Colnago ha spiegato così l’operazione: “Chimera Investments permetterà a Colnago di crescere e incrementare la sua presenza in tutti i mercati, mantenendo ed aumentando ulteriormente la qualità dei prodotti. Abbiamo un’opportunità unica, col supporto di Chimera, di continuare a costruire le migliori biciclette al mondo anche in futuro”. Chimera Investments ha aggiunto: “A nome di tutti i fan Colnago nel mondo, vorremmo ringraziare Ernesto Colnago, maestro di design e inventore di stupende biciclette, e desideriamo proseguire sul percorso da lui tracciato e portarne avanti l’eredità assicurando al marchio un futuro luminoso. Il signor Colnago sarà sempre la forza trainante dello sviluppo di tutti i prodotti futuri”.


I formaggi Brazzale emettono minibond da 8 mln euro. Lo sottoscrivono i fondi di private debt di Anthilia

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Brazzale

BrazzaleBrazzale, azienda italiana attiva nella produzione di formaggi, ha emesso minibond per 8 milioni di euro, sottoscritti dai fondi di private debt Anthilia BIT III e Anthilia BIT IV Co-Investment Fund, gestiti da Anthilia Capital Partners (si veda qui il comunicato stampa). Pirola Corporate Finance ha agito in qualità di arranger dell’operazione mentre l’assistenza legale è stata curata dallo studio R&P Legal.

L’emissione sarà suddivisa in due tranche da 4 milioni di euro ciascuna, la seconda delle quali da perfezionare entro giugno 2020. Il prestito obbligazionario ha scadenza il 31 marzo 2027, un rendimento del 5,6% e un rimborso amortizing con 18 mesi di preammortamento.

Il Gruppo Brazzale, fondato nel 1784 dall’omonima famiglia vicentina attiva nella produzione di burro e formaggio da otto generazioni , rappresenta la più antica realtà imprenditoriale del settore caseario in Italia. Con sei marchi all’attivo come Gran Moravia, Burro delle Alpi e Alpilatte, sei impianti produttivi tra Italia, Repubblica Ceca e Brasile e un organico di oltre 700 dipendenti, l’azienda esporta il 36% del suo fatturato in più di 54 paesi diversi a livello europeo e internazionale. Nel 2019 il gruppo ha registrato un fatturato pari a circa 222 milioni di euro (+5,8% a/a), con un margine ebitda del 7,6%.

L’emissione consentirà a Brazzale di intervenire a supporto del finanziamento dei progetti di crescita previsti dal piano industriale 2019-2026, dedicandosi in particolare alla realizzazione di un nuovo magazzino di stagionatura automatizzato e all’acquisto dei software per la sua gestione.

Roberto Brazzale, presidente del Gruppo Brazzale, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti dell’avvio di questo rapporto con Anthilia che si inserisce in una logica evolutiva del rapporto tra produzione e finanza. L’incontro virtuoso tra risparmio e industria è un passaggio indispensabile per spingere la competitività internazionale di imprese fortemente innovative come la nostra”.

Giovanni Landi, amministratore delegato di Anthilia Capital Partners ha dichiarato: “Il Gruppo Brazzale rappresenta una storia di successo nel panorama imprenditoriale italiano oltre che un’eccellenza nel settore caseario, grazie sia a prodotti riconosciuti e premiati che agli importanti investimenti in termini di tecnologie e know-how. L’azienda ha avuto il merito di aver creato proprie filiere produttive a elevati valori ambientali e livelli di efficienza e ispirate ai canoni dell’eco-sostenibilità di tradizione italiana. Nel contempo, ha consolidato un portafoglio prodotti diversificato e caratterizzato anche da altre specialità italiane note in tutto il mondo. Siamo lieti di supportare, grazie ai nostri fondi di private debt, l’ulteriore crescita e sviluppo del Gruppo”.

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Ambienta lancia Ambienta X Alpha, il suo primo fondo aperto absolute return. Accordo con Banca Generali per la distribuzione ai privati

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Schermata 2020-05-06 alle 07.55.19

Schermata 2020-05-06 alle 07.55.19Ambienta sgr, asset manager specializzato sinora in investimenti di private equity con focus sulla sostenibilità ambientale,  debutta nel business dei fondi di investimento aperti Ucits e lancia il suo primo fondo absolute return, battezzato Ambienta X Alpha, il primo fondo long/short al mondo interamente incentrato sulla sostenibilità ambientale  (si veda qui il comunicato stampa).

Ambienta X Alpha è gestito da un team guidato dal cio Fabio Pecce, fund manager con 20 anni di conoscenza del mercato e una comprovata esperienza nella gestione di questa tipologia di strategie. Pecce è affiancato da Andrew Benson, Joel Bird, Francesco Cavallo e Rob Moore, un team di professionisti proveniente da primarie organizzazioni. Tutto il team è basato a Londra.

I fondi di Ambienta X saranno rivolti a investitori istituzionali e privati. In ambito istituzionale, Ambienta X Alpha è stata inizialmente offerta solo agli investitori che hanno storicamente sostenuto i fondi di private equity di Ambienta. Ambienta ha inoltre lanciato un veicolo in collaborazione con Banca Generali, BG Alpha Green, dedicato ai clienti privati di Banca Generali.

Ambienta X Alpha si concentrerà principalmente sui mercati europei e statunitensi assumendo posizioni generatrici di alpha sia long sia short. Il fondo adotterà una rigorosa filosofia di investimento, assumendo posizioni long su quelle società che presentano forti vantaggi competitivi e sono pronte a capitalizzare sui megatrend della sostenibilità. Con il medesimo approccio tematico, il fondo assumerà posizioni short su società deboli anche perché minacciate dai trend ambientali, ovvero su società sopravvalutate per dubbi meriti ambientali.

Nino Tronchetti Provera, managing partner e fondatore di Ambienta, ha commentato: “La sostenibilità sta rivoluzionando l’intera economia e modificando il posizionamento competitivo di aziende private e pubbliche in ogni settore ed in ogni area geografica. Pertanto, gli investimenti sostenibili non sono solo la cosa giusta da fare, ma rappresentano anche una lungimirante e solida scelta di business. Grazie alla combinazione delle nostre competenze in materia di trend ambientali con un team composto da alcuni dei migliori professionisti del settore in Europa, sono certo che Ambienta X confermerà la capacità unica di Ambienta di assicurare risultati finanziari eccellenti e basati su fattori ambientali solidi e misurabili.”

Fabio Pecce, cio di Ambienta X, ha commentato: “Siamo entusiasti di unirci ad Ambienta per avviare la divisione dedicata ai mercati e lanciare X Alpha, un prodotto unico che sfrutta un know-how senza pari negli investimenti ambientali. Spinti dallo stesso spirito imprenditoriale e innovativo della società, siamo pronti a lavorare con l’obiettivo imprescindibile volto alla creazione di valore per i nostri investitori.

Sin dalla sua nascita, nel 2007, Ambienta si è distinta per la capacità di applicare in modo innovativo i concetti di sostenibilità ambientale al settore dell’asset management. Applicare tale approccio sistematico ai mercati azionari è un’evoluzione naturale per Ambienta. Il team Ambienta dedicato alla Sostenibilità e alla Strategia, guidato da Fabio Ranghino, ha sviluppato un sistema di valutazione della sostenibilità ambientale proprietario e strutturato su tre livelli, progettato specificamente per i mercati azionari, come già fatto in precedenza con la metodologia proprietaria EIA (Environmental Impact Analysis) per il private equity. Questo sistema di valutazione consentirà agli investitori di monitorare costantemente la propria esposizione al tema della sostenibilità.

 

 


Ardian sale al 75% di Dedalus. Che compra parte del business IT nel settore sanitario di Agfa-Gevaert

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Agfa-Gevaert

Agfa-GevaertDedalus Holding, controllata da Ardian e a sua volta controllante del gruppo Dedalus-Noemalife, leader in Europa nei sistemi informativi nel settore sanitario, ha siglato il closing dell’acquisizione di parte del business IT nel settore sanitario di Agfa-Gevaert. Contestualmente, Ardian ha aumentato la sua quota  inn Dedalus Holding dal 60% a circa il 75% (si vedano qui il comunicato stampa di Dedalus e qui quello di Agfa-Gevaert).

Dedalus era entrata in trattative esclusive lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). Oggetto dell’accordo sono le attività tedesche, francesi, austriache, svizzere e brasiliane di Agfa-Gevaert, relative al software clinico, diagnostico e gestionale ospedaliero (HCIS) e i sistemi IT di imaging (PACS-RIS di radiologia, cardiologia, ecc.), per un enterprise value totale di 975 milioni di euro.

Dall’operazione nasce il leader europeo nel settore del software in ambito ospedaliero con una presenza in oltre 30 paesi nel mondo, una posizione di leadership in Italia, Germania e Francia e un fatturato di circa 470 milioni di euro.

Costituito a Firenze nel 1990, il Gruppo Dedalus oggi è leader nel software clinico sanitario in Italia, dove opera principalmente con i marchi Dedalus e NoemaLife. Negli ultimi cinque anni ha aggregato oltre 40 aziende nel mondo, divenendo uno di primi operatori europei. Conta oltre 2,000 addetti, di cui 1,200 in Italia, 550 in Francia e una presenza in 25 paesi nel mondo. Con oltre 130 milioni di euro di ricavi in Italia, 60 milioni di euro in Francia e oltre 210 milioni di euro a livello consolidato, Dedalus è uno dei principali operatori nel suo settore, con una posizione di leadership a livello europeo.

Il Gruppo Agfa-Gevaert è leader nella tecnologia di imaging e nelle soluzioni IT con oltre 150 anni di esperienza. Possiede quattro divisioni: Radiology Solutions, HealthCare IT, Digital Print & Chemicals e Offset Solutions. Sviluppano, producono e commercializzano sistemi analogici e digitali per il settore sanitario, per specifiche applicazioni industriali e per l’industria della stampa. La sede centrale e la casa madre del Gruppo Agfa-Gevaert si trovano a Mortsel, in Belgio. I maggiori centri di produzione e di ricerca del Gruppo si trovano in Belgio, Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Cina e Brasile. Il gruppo è attivo commercialmente in tutto il mondo attraverso reti di vendita interamente di proprietà in più di 40 paesi. Nei paesi in cui non dispone di una propria organizzazione di vendita, il mercato è servito da una rete di agenti e rappresentanti. Nel 2019 Agfa-Gevaert ha realizzato un fatturato di 2,239 miliardi di euro.

L’acquisizione delle attività di Agfa-Gevaer è stata finanziata tramite equity, nuovo debito (una linea di credito bridge da 680 milioni di Dedalus Finance e una linea di credito revolving super senior di 80 milioni) e un HoldCo PIK (payment in kind). Quest’ultimo è un private placement strutturato e sottoscritto da Tikehau Capital. Parallelamente, la società ha ridefinito la capital structure di Dedalus, con cui ora ha una nuova esposizione di 140 milioni di euro.

Nel 2016 Ardian aveva acquisito il 60% di Dedalus Holding, rilevando, tramite Ardian LBO Fund VI, il 14% del capitale da HC Leo sa (Hutton Collins Partners e The Three Hills Capital Partners), il 35,59% da Mandarin Capital Partners e il 10,41% da Health Holding Company srl, controllata da Giorgio Moretti, fondatore e amministratore delegato di Dedalus, che (sempre tramite HHC srl) ha mantenuto il 40% e le sue cariche manageriali (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione, Tamburi Investment Partners aveva ceduto a Dedalus spa la sua quota del 14,94% del capitale di NoemaLife e aveva contestualmente erogato a Dedalus Holding un vendor loan da 9,2 milioni a scadenza 2018 con cedola 9% e convertibile in azioni di Dedalus spa.

Nel dicembre 2016, Dedalus Holding aveva rifinanziato il debito con un bond da 72 milioni di euro a scadenza ottobre 2023 quotato al Terzo Mercato della Borsa di Vienna. L’emissione era stata strutturata da Tikehau Capital  e interamente sottoscritta dai fondi gestiti dall’asset manager francese (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2018, Tikehau ha poi sottoscritto 11,3 milioni di HoldCo notes di Dedalus, emesso per rimborsare integralmente il vendor loan concessole da TIP (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2019 Dedalus aveva infine emesso un altro bond da 30,9 milioni, contestualmente all’acquisizione del 60% della bolognese Softech, leader nel segmento delle soluzioni socio-sanitarie   (si veda altro articolo di BeBeez). La vecchia esposizione di Tikehau verso Dedalus è stata oggi sostituita interamente dal nuovo HoldCo PIK.

Clifford Chance ha assistito Dedalus Holding e la controllata Dedalus Finance nell’acquisizione del business di Agfa-Gevaert e nella strutturazione dei finanziamenti, mentre Gattai Minoli Agostinelli & Partners e Weil Gotshal & Manges hanno supportato Tikehau Capital, insieme a Simmons & Simmons. Quest’ultima, insieme a Eversheds Sutherland, ha assistito Giorgio Moretti e la sua holding Health Holding Company. Le banche coinvolte nel finanziamento sono state supportate da Latham & Watkins. Giovannelli e Associati ha prestato assistenza a Dedalus e Ardian. Infine, lo studio legale internazionale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners ha assistito il fondo Three Hills Capital Partners nella definizione degli accordi per il coinvestimento di Moretti in Health Holding Company.

Giorgio Moretti, presidente di Dedalus Holding e imprenditore seriale, ha commentato: “Oggi si conclude un percorso che Dedalus ha avviato nel 2006 consolidando prima il mercato italiano, quindi il mercato francese e oggi quello europeo nel settore del software clinico-sanitario. Sono davvero orgoglioso che Dedalus, un’azienda italiana, abbia potuto promuovere la nascita di quanto era indispensabile per il mercato europeo: un campione del settore in grado di competere a livello mondiale. E lo sono ancora di più perché concludiamo una operazione di tale importanza in un periodo difficile come questo di emergenza sanitaria e lockdown che però non ci ha fermato, grazie all’impegno del management, e anzi ci ha motivato maggiormente se possibile. Questo importante percorso è stato possibile grazie al nostro partner finanziario e strategico Ardian, che ci supporta da anni”.

Yann Chareton, managing director di Ardian Buyout, ha dichiarato: “Quando abbiamo investito in Dedalus, ormai quasi cinque anni fa, avevamo intravisto tutte le potenzialità di questa eccellenza italiana e il ruolo che poteva e doveva ricoprire nell’importante consolidamento del settore del software clinico-sanitario in Europa. Con questa importante acquisizione, si afferma un player leader in un settore che mai come oggi risulta essere fondamentale perché offre gli strumenti più innovativi e tecnologicamente avanzati per aiutare al meglio la diagnosi e la cura dei pazienti nelle strutture ospedaliere e mediche in generale. Proprio perché crediamo in questo progetto di crescita, abbiamo deciso di investire ancora nella società arrivando a detenere il 75%”.

 



Astaldi, fissata per il 23 giugno l’udienza per l’omologa del concordato. Intanto il suo debito netto scende a 2.306 milioni di euro

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astaldiIl Tribunale di Roma ha fissato per il 23 giugno 2020 l’udienza per l’omologa del concordato del gruppo di costruzioni italiano Astaldi (si veda qui il comunicato stampa). Il decreto tiene conto dell’approvazione della proposta di concordato preventivo in continuità aziendale della società, passata con una maggioranza del 58,32% lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez).

A fine aprile 2020, Astaldi, su richiesta di Consob, ha resto nota la posizione finanziaria netta aggiornata del Gruppo: in leggero calo a 2.306 milioni di euro al 31 dicembre 2019 (era pari a 2453,7 milioni di euro al 30 settembre 2019). Alla stessa data, Astaldi ha registrato un debito netto di 2.470 milioni di euro, contro i 2.464,2 milioni di euro a fine settembre 2019 (si veda qui il comunicato stampa).

La società sta attualmente valutando eventuali impatti sui risultati del 2020 dell’emergenza sanitaria COVID-19, che ancora non è in grado di stimare. “Tuttavia, in base alle informazioni ad oggi disponibili si ritiene possa essere confermato anche in questo contesto il sostanziale allineamento nell’arco del piano delle proiezioni economico-finanziarie e commerciali già formulate”, scrive Astaldi.

pfn astaldi fine 2019Ieri Pietro Salini, ad di Webuild (la ex Salini Impregilo), in un’intervista al quotidiano La Repubblica ha ricordato: “Insieme ad Astaldi abbiamo un portafoglio ordini aggregato di 42,5 miliardi, abbiamo realizzato quasi 1.000 chilometri di ponti e 13.600 di ferrovie, abbiamo costruito 80.000 chilometri di strade e autostrade sufficienti a fare quasi due volte il giro della terra”. Lo scorso aprile la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione del controllo unico di Astaldi da parte dell’allora Salini Impregilo, ritenendo che l’operazione “non pone problemi di concorrenza a causa del suo impatto limitato sulla struttura del mercato” (si veda altro articolo di BeBeez). L’ok europeo significa un’accelerazione del Progetto Italia, il piano di Webuild e Cdp per l’aggregazione e la creazione di un grande player delle infrastrutture italiano. Nel Progetto Italia rientra appunto il salvataggio e l’acquisizione del controllo di Astaldi da parte di Webuild, che vedrà come anchor investor Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez) e la partecipazione di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm.

Il Gruppo Webuild, risultante dal progetto di integrazione con Astaldi, impiegherà circa 70 mila lavoratori diretti e indiretti a livello globale, che arrivano a circa 130 mila, considerando l’intero indotto. Solo in Italia l’occupazione di Webuild post integrazione con Astaldi arriverà a contare 11 mila dipendenti diretti ed indiretti, con un totale di circa 25 mila persone occupate considerando l’intero indotto. La convergenza di interessi per la ripresa del settore a livello di sistema potrà permettere di sbloccare 36 miliardi di opere infrastrutturali attualmente in una situazione di stallo, che possono essere attivati creando un ulteriore effetto volano su occupazione e filiera. Tra le opere da sbloccare ce ne sono alcune immediatamente cantierabili nel 2020, per un valore di circa 30 miliardi, cui sono agganciati nuovi occupati per un valore stimato di 37.500 persone, molte delle quali nel Sud Italia.

Ricordiamo che intanto Webuild nel marzo scorso ha lanciato un beauty contest per selezionare fondi infrastrutturali che fungano da partner per lo sviluppo delle sue attività commerciali all’estero su progetti che richiedono forti investimenti in equity, avviando anche attività per stabilizzare la generazione di cassa del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez).


Maria Francesca Merloni esce da Merloni Holding e rientra al 12% in Ariston Thermo

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Maria Francesca Merloni
Maria Francesca Merloni

Maria Francesca Merloni

Maria Francesca Merloni ha ceduto la sua quota del 20% in Merloni Holding, la cassaforte di famiglia fabrianese che detiene il 67% di Ariston Thermo, colosso internazionale del comfort termico hi-tech e sostenibile. Contestualmente, tramite la società Amaranta, Maria Francesca Merloni è rientrata in Ariston Thermo con una quota del 12%. Amaranta ha ottenuto da Merloni Holding anche 2,2 milioni di euro in contanti e 15 milioni di patrimonio netto. Lo riferisce La Repubblica.

Paolo Merloni, fratello di Francesca e attuale presidente di Ariston Thermo, deteneva già la larga maggioranza mentre i due genitori, Francesco Merloni e la moglie Maria Cecilia Lazzarini, dopo aver ridotto progressivamente le quote di proprietà erano rimasti con l’usufrutto su parte delle azioni dei figli. Con la scissione parziale, termina un assetto che, con variazioni di quote nel tempo, perdurava da metà degli anni Novanta. Il percorso è volto a creare un centro di controllo, più moderno e snello (ora Paolo ha il 100%), nella cassaforte di famiglia grazie anche alla chiusura di un secondo cerchio quello che riguarda la compagine societaria di Ariston Thermo.

Ariston Thermo produce bruciatori, pompe di calore e scaldacqua conosciuta sui mercati di tutto il mondo con l’omonimo e storico marchio (richiama il nome del capostipite Aristide), oltre ad altri marchi che nel tempo hanno allargato un potenziale nei vari settori di mercato. Da tempo è la prima azienda marchigiana per ricavi, con un fatturato annuo superiore a 1,5 miliardi di euro.


Naturalia Tantum cerca nuovi target. Intanto ha un nuovo ceo

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Schermata 2020-05-06 alle 10.33.20Francesco Iovine è stato nominato nuovo ceo di Naturalia Tantum, polo di aziende attive nella cosmesi e integrazione naturale che include Sanecovit (cosmetici e detergenti per la grande distribuzione), Bioearth (cosmetici e integratori per profumerie di fascia alta) ed Effegilab (cosmetici e integratori per hotel di alta gamma e SPA)(si veda qui il comunicato stampa).

Iovine, che vanta esperienze di direzione commerciale presso Ecornaturasì e Salmoiraghi&Viganò, si unisce al direttore vendite Gianluca Sobacchi, manager con esperienze di direzione in Planter’s, Cadey ed Enervit.

Naturalia Tantum è il polo italiano dei prodotti naturali cosmetici e per il benessere della persona promosso da Assietta Private Equity sgr e Paolo Colonna, con 30 anni di esperienza nella costruzione di poli industriali e primo capo di Permira in Italia. Oggi il gruppo, che sfiora i 20 milioni di fatturato e vanta due laboratori di ricerca e due siti produttivi,  punta ad acquisire ulteriori realtà, con la volontà di creare un player ai primi posti nel panorama europeo della cosmetica ed integrazione naturale con ingredienti biologici.

La cultura del naturale e la presenza nel territorio nazionale di diverse piccole aziende di qualità rappresentano un’opportunità unica: creare un gruppo di aziende diverse ma eccellenti; piccole aziende che possano così partecipare ad un progetto di ampio respiro, apportando le proprie peculiarità e sfruttando le sinergie con le altre aziende del polo, difficilmente sfruttabili singolarmente.

Il progetto è cominciato con l’acquisizione di San.Eco.Vit nel marzo 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) ed è continuato con quella di Bioearth International a ottobre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e poi con l’acquisizione di Effegilab nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

San.Eco.Vit., fondata nel 1989, produce e commercializza prodotti cosmetici e di detergenza per la persona, per la casa e pet care, biologici e certificati. Donato Vitaloni, fondatore dell’azienda, ha reinvestito nella società e continua a lavorare allo sviluppo del prodotto. Oggi l’azienda è presente presso le maggiori insegne della grande distribuzione organizzata e specializzata, cresce all’estero.

Bioearth International, azienda nata in provincia di Parma dall’intuizione di Sabrina Mazzaschi e Paolo Adorni, marito e moglie che negli anni ’90 hanno iniziato prima di altri lo studio delle microalghe come elemento nutritivo. Anche questi due imprenditori  hanno reinvestito nel progetto e continuano a contribuire allo sviluppo aziendale.

Effegilab, azienda trentina che formula e produce cosmetici e integratori naturali disponibili presso i migliori hotel e centri SPA, è stata infine fondata da Francesca Ferri, farmacista e ricercatrice appassionata di prodotti naturali, che a sua volta ha reinvestito nel progetto Naturalia Tantum e continua a svolgere l’attività di ricerca sulle formulazioni dei propri prodotti.

Assietta Private Equity sgr attualmente gestisce due fondi, il fondo APE III e il fondo APE IV, con una dotazione complessiva di oltre 90 milioni di euro.

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La piattaforma insurtech Upgrape di Mansutti e l’americana Zuora lanciano Upgrape Pay

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Tomaso Mansutti, ad di Mansutti spa
Tomaso Mansutti, ad di Mansutti spa

Tomaso Mansutti, ad di Mansutti spa

Mansutti spa, storico broker assicurativo italiano e proprietario di Upgrape (la piattaforma insurtech per polizze personalizzate e senza obbligo di durata), ha stretto una collaborazione per lanciare Upgrape Pay con Zuora, azienda americana leader globale nella subscription economy (si veda qui il comunicato stampa).

Attraverso Upgrape Pay, sarà possibile provvedere all’acquisto di servizi assicurativi e IoT in modo conveniente, sicuro, comodo e intuitivo. É pensato per connettersi ai sistemi dei partner, permettendo agli utenti finali di portare a termine i propri acquisti semplicemente con il loro account, senza rincorrere carte di credito, ricariche o Iban. Zuora combinerà il proprio sistema di gestione delle sottoscrizioni, che sfrutta i modelli di business basati sulla subscription, al modulo Upgrape Pay. Grazie a questa collaborazione, la piattaforma creata da Mansutti permetterà agli utenti di avere un proprio codice identificativo Upgrape ID. Quest’ultimo consentirà ai partner di utilizzare il modulo Upgrape Pay come sistema flessibile e automatizzato di Payment & Billing, in grado di accrescere le scelte degli utenti in termini di servizi digitali di pagamento. Upgrape Pay, ora potenziato, potrà dialogare in forma“nativa con tutto l’ecosistema Zuora.

 

Mansutti è tra i primari broker assicurativi italiani indipendenti. Segue clienti privati, aziende e multinazionali in oltre 50 Paesi fornendo specifici servizi attraverso una piattaforma proprietaria. L’omonima famiglia, che ne è principale azionista, opera nel campo assicurativo dal 1925 e ha costituito diverse realtà, con un fatturato superiore a 100 milioni di euro. Mansutti ha anche istituito la Fondazione Mansutti, uno dei massimi centri mondiali sulla storia dell’assicurazione.

Nel marzo scorso Mansutti ha aumentato le sue quote in Scala e Mansutti Broker (SMB) dal 20% al 75% (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2019 Mansutti ha lanciato Mansueti Innovation Center (MIC): incubatore per le startup assicurative ospitato all’interno della sede storica di Mansutti, in via Fabio Filzi a Milano (si veda altro articolo di BeBeez). Mansutti nell’ottobre 2017 aveva partecipato al primo round da un milione di euro della insurtech Yolo, insieme a Barcamper Ventures e Miro Ventures (si veda altro articolo di BeBeez).


Pasta Zara incassa un finanziamento da 25 mln di euro da Amco

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zaraPasta Zara ha incassato un finanziamento da 25 milioni di euro da Amco (la ex Sga). Nell’ambito dell’operazione, quest’ultima è stata assistita dallo studio legale DLA Piper, mentre Pasta Zara è stata assistita dallo studio Chiomenti quale consulente legale e Deloitte quale consulente finanziario (si veda qui il comunicato stampa).

La concessione di nuova finanza da parte di Amco è alla base del percorso di rilancio di Pasta Zara, in esecuzione del concordato preventivo in continuità aziendale, omologato dal tribunale di Treviso nel gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Il giudice all’epoca aveva dato il via libera alla vendita dello stabilimento Pasta Zara di Muggia (Trieste) alla Barilla per 118 milioni di euro, conservando i posti di lavoro dello stabilimento stesso. Quella di Barilla era stata l’unica offerta per lo stabilimento ed era pervenuta nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). A metà aprile 2019 il Tribunale di Treviso aveva pubblicato il bando per la vendita dello stabilimento di Muggia, fissando 119 milioni di euro come base d’asta e stabilito il 22 maggio come data ultima per la presentazione delle offerte e il 23 maggio come data di apertura delle buste  (si veda altro articolo di BeBeez).

Il piano di rilancio dei Pasta Zara prevede la riorganizzazione della produzione nei due stabilimenti di Riese e Rovato (rispetto ai 3 precedenti), l’avvio di nuovi investimenti nei settori della produzione, la razionalizzazione del portafoglio prodotti nonché un efficientamento e semplificazione dei processi produttivi.

Pasta Zara era gravata da un debito finanziario lordo di  241 milioni di euro, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche e in particolare 73 milioni riferibili ad affidamenti ottenuti da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca e quindi finiti nel portafoglio di Amco. Il tutto senza dimenticare che a livello di holding (la lussemburghese Ffauf sa della famiglia Bragagnolo) c’erano altri 50 milioni di euro di debiti nei confronti di Bank of China. La situazione di grave tensione finanziaria aveva portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, dovuta in parte alla svalutazione di partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per 9 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di poco meno di 200 milioni. Una situazione che ha portato la società a sforare di parecchio il covenant finanziario relativo al rapporto tra PFN e patrimonio netto, fissato a 1,80 volte.

La proposta concordataria, approvata dai creditori nel settembre 2019, prevede che i debiti finanziari (c’è un minibond da 5 milioni di euro) siano soddisfatti al 33% entro 12 mesi dall’omologa del concordato e che i crediti di Amco e di Bank of China siano a loro volta soddisfatti al 33%, ma entro 5 anni dall’omologa. Infine, i crediti degli istituti di leasing saranno rimborsati al 100% entro 24 mesi dall’omologa (si veda altro articolo di BeBeez).

Pasta Zara era stata ammessa a fine gennaio 2019 alla procedura di concordato preventivo in continuità (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che il produttore di pasta era stato ammesso al concordato in bianco nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva poi ottenuto una proroga dei termini per presentare il piano concordatario entro il 7 dicembre scorso. A quel punto la società aveva siglato con Barilla l’accordo per cedere per 118 milioni di euro lo stabilimento di Muggia, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni (si veda altro articolo di BeBeez).

Pasta Zara, fondata nel 1898, è nata come piccolo laboratorio nella provincia di Treviso e opera nel mercato della produzione ed esportazione di pasta. Negli anni ha conosciuto una crescita straordinaria fino a diventare il primo esportatore di pasta al mondo in oltre 108 nazioni e il secondo maggiore produttore di pasta in Italia. L’azienda, fortemente legata al territorio della Regione Veneto, vanta una capacità annuale di produzione pari a 400.000 tonnellate di pasta. Pasta Zara è controllata dalla famiglia Bragagnolo e partecipata dalla finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia (11,25%), e da Simest (11,76%). Ha sede a Riese Pio X (Treviso). 

Amco è una full-service credit management company, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. E’ uno dei principali operatori nella gestione delle posizioni Npe in Italia, in una fase di forte crescita. A fine 2019 gestiva circa 24 miliardi pro-forma di asset under management frazionati in 120.000 controparti, di cui 10 miliardi di Utp e Past Due, che includono posizioni relative a 30.000 aziende italiane. La società conta su 233 risorse dislocate in 3 sedi in Italia: Milano, Napoli e Vicenza. A queste si aggiunge un ufficio in Romania.

Ieri Fitch Ratings ha confermato il rating Investment Grade di Amco: il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) è BBB- e lo Short-Term Foreign-Currency IDR è F3, con outlook stabile. La conferma del rating è arrivata a conclusione del processo di revisione iniziato a dicembre 2019, quando l’agenzia ha iniziato a valutare se rafforzare il legame tra il rating dello Stato italiano e il rating di Amco. Il rating IDR di Amco da parte di Fitch è ora lo stesso attribuito dall’agenzia all’Italia, ovvero BBB- con outlook stabile (si veda qui il comunicato stampa).

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CVC tratta l’acquisto del 20% della Lega Calcio di Serie A per 2 mld euro, in un deal che la valuta 10 mld

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Schermata 2020-05-07 alle 06.22.58CVC Capital Partners è in trattative per acquistare il 20% della Lega Calcio di Serie A per 2 miliardi di euro, in un deal che valuta quindi il 100% ben 10 miliardi. Lo scrive Bloomberg, precisando che CVC acquisterebbe una minoranza anche nella controllata della Lega Calcio che possiede i diritti tv.

L’operazione si inserisce in un trend che sta prendendo forza in queste settimane un po’ ovunque nel mondo, con i fondi di private di private equity e di credito che in particolare hanno messo nel mirino anche la Ligue francese, la Liga spagnola, la Bundesliga tedesca e la Premier League britannica, oltre che le singole squadre di calcio, tutte in grave difficoltà per colpa del lockdown da coronavirus.

Per quanto riguarda l’Italia CVC non sarebbe il solo fondo ad aver fatto avance. Nei giorni scorsi si parlava di un’offerta di Blackstone alla Lega Calcio per un prestito da 100 milioni di euro.  Il denaro servirebbe a supportare i club in questa fase difficile, nella quale potrebbero venire a mancare parte dei diritti tv promessi da Sky e dai broadcaster. Le squadre di calcio attendono infatti da Sky il pagamento di una fetta sostanziosa dei diritti televisivi, messa in dubbio dal lockdown dovuto al coronavirus (si veda altro articolo di BeBeez).

CVC non è nuovo agli investimenti nel settore. L’anno scorso per 200 milioni di sterline ha comprato il 27% di Premier Rugby Limited, che gestisce la Premiership Rugby, cioé la top league della English Rugby Union e sempre lo scorso anno, insieme a Jordan Company, ha investito 600 milioni di dollari in Bruin Sports Capital, una holding di investimento e gestione di aziende organizzatrici di eventi nel settore del sport, che in Italia controllar Deltatre, società torinese che si occupa di statistiche e grafica per lo sport. Per Deltare era in corso un’asta da un miliardo di euro, ma il lockdown da Covid l’ha messsa in stand-by (si veda altro articolo di BeBeez). Al momento CVC sta trattando l’acquisizione di una minoranza nell’Irish Six Nations Rugby per 300 milioni di sterline, ma il lockdown ha rallentato i tempi del deal. Infine ricordiamo che CVC è stato per anni investitore in Formula One Management, proprietario del campionato di corse automobilistiche di Formula Uno, il cui controllo è stato poi ceduto per 4,4 miliardi di dollari al gruppo americano Liberty Media nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio perché aveva investito in Formula One nel 2006, per motivi di Antirust CVC aveva dovuto cedere il MotoGP a Dorna, allora controllata da Bridgepoint. A fine 2018 si pralva di un ritorno di CVC nel MotoGP, ma poi Bridgepoint non aveva più ceduto l’asset a terzi. In Italia, alcuni mesi fa il nome di Cvc era circolato anche nella trattativa per acquisire l’AS Roma da James Pallotta (si veda altro articolo di BeBeez).

Un altro settore in cui CVC è forte è quello farmaceutico. In Italia, oltre a controllare Recordati da inizio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), in passato ha investito in DOC Generici, ceduta poi poco più di un anno fa a ICGMérieux Equity Partners (si veda altro articolo di BeBeez), mentre oggi starebbe studiando il dossier della farmaceutica Genetic, che è alla ricerca di un nuovo investitore dal settembre 2019, affiancata dall’advisor Ubs (si veda altro articolo di BeBeez). Genetic fa capo alla famiglia Pavese, che la controlla tramite Oxford Pharma Holding srl. Con sede a Fisciano (Salerno), l’azienda è guidata dal fondatore e presidente Rocco Pavese ed è specializzata nella produzione di medicinali contro l’asma e prodotti per l’oftalmologia, entrambi in flaconcini monodose, che vengono venduti ai grandi gruppi farmaceutici italiani e internazionali. Genetic ha chiuso il 2017 con 36,8 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 13,8 milioni e liquidità netta per 5,8 milioni (fonte: Leanus).


Federalberghi Abruzzo promuove il programma Pluribond Re-starTurismo Abruzzo per aiutare le strutture ricettive regionali colpite dalla crisi Covid

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Giammarco Giovannelli
Giammarco Giovannelli

Giammarco Giovannelli

Federalberghi Abruzzo ha annunciato ieri il lancio del programma Pluribond Re-starTurismo Abruzzo, un’iniziativa per offrire alle aziende del comparto la liquidità necessaria per gestire in tempi brevi la crisi innescata dagli effetti economici del Covid-19. Il Pluribond Re-Start Turismo Abruzzo in fase di lancio in questi giorni avrà come sottostante le emissioni obbligazionarie delle strutture ricettive e della ristorazione in forma di società di capitali e appartenenti alla categoria delle pmi presenti nella Regione.

Per realizzare il progetto la Federalberghi regionale si è avvalsa della collaborazione, nella veste di advisor, di European Consulting Solutions e di D&P Consulting. Arranger e global coordinator è Frigiolini & Partners Merchant, mentre a collocare i minibond sarà la piattaforma di equity crowdfunding Fundera, di proprietà di F&P Merchant. L’operazione godrà della garanzia pubblica nell’ambito del framework COVID-19.

Il tutto sulla falsariga dei programmi Pluribond Liquidità Immediata e Pluribond Riparti Italia!, lanciati da Frigiolini & Partners Merchant e Fundera, a supporto delle aziende più colpite dal coronavirus in tutta Italia (si veda altro articolo di BeBeez) e più in generale secondo lo schema già rodato da F&P per il Pluribond Turismo Veneto Spiagge, emesso nell’ottobre 2019 grazie alla collaborazione fra Confcommercio Veneto, Confturismo Veneto, Fidi Impresa e Turismo Veneto e Frigiolini & Partners Merchant sempre nel ruolo di arranger (si veda altro articolo di BeBeez).

A oggi per il Pluribond Turismo Veneto sono stati raccolti 4,8 milioni di euro (su un obiettivo di 5 milioni), grazie alla partecipazione di 15 società emittenti: SHSF srl (cui fa capo l’Hotel Adriatic Palace); Prestige 2000 srl (proprietaria dell’Hotel Victoria); Hotel Nettuno srl, Uniti srl (che detiene l’Hotel Bristol); Saamj srl (proprietaria dell’Hotel Villa Sorriso); Gino Menazza srl (che possiede l’Hotel Colombo); Euro Gestioni spa; Europa Group spa; Marina Palace Hotel srl; Hotel Ca’ di Valle srl; Villaggio Turistico Internazionale srl; Effekappa Invesitmenti srl; G.A.M. srl (proprietaria dell’Hotel Bellevue); V.E.P. srl (che possiede l’Hotel Excelsior); Giove spa (cui fa capo l’Hotel Olympus) (si veda altro articolo di BeBeez).Frigiolini & Partners ha lanciato nell’ottobre dell’anno scorso anche il Pluribond Winter Olympic, un basket bond di emissioni obbligazionarie che saranno emesse dalle pmi italiane che dovranno sostenere investimenti per fornire servizi e infrastrutture in vista dei Giochi Olimpici invernali del 2026 di Milano-Cortina. L’obiettivo è raccogliere emissioni per un totale di 50 milioni di euro, con i singoli minibond che avranno dimensione compresa tra i 250 mila euro e 1,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Tornando all’iniziativa di Federalberghi Abruzzo, il presidente  Giammarco Giovannelli, ieri ha detto: “E’ di vitale importanza che le imprese attivino subito un secondo canale di liquidità per gestire sia l’emergenza sia la ripresa delle attività. Siamo una grande Regione, con un’offerta turistica in grado di rispondere alle esigenze di chi cerca sia il mare e sia la montagna. E’ pertanto importante che aziende con esigenze diverse fra loro abbiano strumenti finanziari adeguati alle proprio necessità e, possibilmente, nel più breve tempo possibile. Da qui il progetto Pluribond Re-starTurismo Abruzzo, un bond disegnato su misura per le aziende del comparto”.  L’iniziativa spiega la nota di Federalberghi Abruzzo, si affianca agli interventi che “verranno messi in campo dal Governo centrale e regionale”.

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I climatizzatori Stelbi preparano il loro primo minibond, del valore di 500 mila euro

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stelbi-condizionatoriStelbi spa, azienda di Farra di Soligo (Treviso) punto di riferimento trentennale per i professionisti del settore idrotermosanitario, del condizionamento, degli impianti di riscaldamento/raffrescamento e del solare termico, quoterà a breve su ExtraMot Pro3 il suo primo minibond, del valore di 500 mila euro. Stelbi impiegherà i proventi del minibond per l’affermazione ancor maggiore del proprio brand, incrementando l’espansione commerciale dell’azienda, sviluppando nuovi prodotti e mettendo in atto lo sviluppo strategico pianificato per l’anno in corso e quelli futuri. Nell’intera operazione, l’azienda è assistita dall’advisor e global coordinator C&G Capital.

Nata nel 1991 dai coniugi Raffaele Stella e Loredana Bianco, Stelbi ha visto i figli Alberto, Francesco e Maria Elena diventare, nel 2019, amministratori dell’azienda. Quest’ultima si sviluppa su un’area complessiva di proprietà di 22.000 metri quadrati. È strutturata in due magazzini, uno di stoccaggio merci e l’altro operativo. La logistica di quest’ultimo comprende quattro magazzini verticali automatici computerizzati dell’altezza di 12 metri e due magazzini compattabili e mobili. Stelbi fornisce agli installatori dei settori idrotermosanitario, energie alternative e climatizzazione: prodotti tecnici, personale specializzato e un servizio pre e post-vendita. La società ha chiuso il 2018 con ricavi per 8 milioni e un ebitda di 576 mila euro.

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2i Rete Gas compra da BN Investimenti la distribuzione del gas a Caserta, Cosenza e Vibo Valentia

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Schermata 2020-05-07 alle 08.31.10BN Investimenti spa, società scissa lo scorso 31 ottobre da Bonatti spa,  primario player internazionale attivo nella costruzione, gestione e manutenzione di impianti per l’industria oil & gas, ha ceduto nei giorni scorsi a 2i Rete Gas spa le società controllate Montelungo Gas srl, Maierà Gas srl e Cometam Gas srl attive nella distribuzione del gas naturale nelle province di Caserta, Cosenza e Vibo Valentia. Advisor dell’operazione per BN Investimenti è stata EY (si veda qui il comunicato stampa).

Guidata dall’amministratore delegato Michele De Censi, 2i Rete Gas spa è la società italiana di distribuzione del gas controllata da F2i sgr e partecipata da APG Ardian. La società ha chiuso il primo semestre 2019 con  359 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 242 milioni e un debito fianziario netto di 2,59 miliardi, dopo investimenti nell’anno per 141 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). La società aveva chiuso il 2018 con 720 milioni di euro di ricavi, un ebtida di 462 milioni, un debito finanziario netto di 2,65 miliardi e investimenti nell’anno per 288 milioni (si veda qui il comunicato stampa).


La Real Estate Center della famiglia Carminati ottiene un finanziamento da 64,5 mln di euro da Banco Bpm

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Real_estate_centerReal Estate Center, società  immobiliare del gruppo Carfin 92, facente capo alla famiglia Carminati, ha incassato un finanziamento da 64,5 milioni di euro da Banco Bpm. Nell’operazione quest’ultima è stata assistita da Nctm studio legale, mentre la società immobiliare è stata supportata dallo studio dell’avvocato Roberto Adornato. Protos è stato il project monitor dell’operazione.

Il finanziamento è destinato a supportare la realizzazione di un complesso immobiliare a uso terziario-uffici per una superficie commerciale di circa 17mila mq, chiamato progetto Famagosta. Il progetto era iniziato con l’acquisizione da parte di Esselunga dell’area di via Palatucci a Milano.

Real Estate Center è anche proprietaria dell’edificio a uso uffici denominato A e situato nel Lorenteggio Business Village a Milano in Via Lorenteggio 240, con una superficie di circa 16.000 mq.

Oltre Real Estate Center, a Carfin 92, con sede a Milano, fanno capo altre 3 società immobiliari: Professional Center spa, società di ingegneria e general contracting, proprietaria di 2 uffici in via Lorenteggio 250/A a Milano; Liberty Center spa, proprietaria del complesso immobiliare composto da tre distinti edifici denominati A-B-C per complessivi 17.000 mq; e Gemini Center spa, proprietaria di uno storico edificio in Via Manzoni 3, sede della casa di moda Valextra e di vari immobili del Quartiere Affari Milano Lorenteggio. Tra essi, rientrano: il complesso Gemini Center di via Robert Koch, contraddistinto dalle 2 Torri Gemelle di 100 metri di altezza, considerata la porta Ovest di accesso alla città di Milano; l’ edificio L di via A. M. Mozzoni; l’edificio denominato Bensi 10, per un totale di circa 46.000 mq commerciali.

Il gruppo Carminati, azienda di famiglia ramificata anche nei settori finanziario, industriale e del commercio, trae le proprie origini dall’attività immobiliare intrapresa, agli inizi degli anni ’60, da Giuseppe Carminati a Treviglio, in provincia di Bergamo. Nei successivi anni ’70, le iniziative di sviluppo e di recupero edilizio si sono sempre più orientate sul territorio milanese per concentrarsi, alla fine degli ’80, esclusivamente nel comune di Milano. Tutte le attività immobiliari sono svolte attraverso la società capogruppo Carfin 92.

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I film idrosolubili Ecopol emettono minibond da 4,5 mln euro. Lo sottoscrive Tenax Capital

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finoptis-logo.no-border

finoptis-logo.no-borderEcopol, società toscana che produce film idrosolubili ed ecocompatibili, ha emesso un minibond da 4,5 milioni di euro. Lo ha sottoscritto il fondo Tenax Capital Private Debt Italia, gestito da Tenax Capital , controllata dalla cinese Fosun International Limited (si veda qui il comunicato stampa). Nella strutturazione ed emissione del prestito obbligazionario, l’azienda è stata assistita da Ethica Debt Advisory, controllata da Ethica Group. La due diligence finanziaria è stata condotta da Epyon Audit & Consulting.

L’emissione beneficia della Garanzia InnovFin rilasciata dal Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) con il sostegno finanziario dell’Unione Europea nei termini definiti nell’ambito del programma Orizzonte 2020 e del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici. L’operazione supporterà il veloce percorso di crescita che sta attraversando Ecopol.

L’azienda, con sede a Capannori (Lucca), è specializzata nella produzione di film idrosolubili e biodegradabili con applicazione principale nel segmento della detergenza per la casa, ma anche in altri settori come le costruzioni. Oggi Ecopol rappresenta uno dei principali operatori all’interno di tale nicchia di mercato, sviluppando una presenza sempre più consolidata in Europa e servendo importanti multinazionali nel settore della detergenza. Nel 2019 la società ha registrato un fatturato pari a 6,3 milioni di euro e punta a chiudere il 2020 con un fatturato di 10 milioni di euro.

Tenax Capital è la boutique di asset management specializzata in investimenti in financial equity, private debt di pmi, e insurance link securities con sede a Londra e sinora controllata interamente dal fondatore Massimo Figna. Nel luglio 2019 la conglomerata cinese Fosun International Limited ha rilevato la maggioranza di Tenax (si veda altro articolo di BeBeez). I fondi di private debt di Tenax Capital sono attivi in Italia dal 2015, con un totale investito di quasi 150 milioni di euro in finanziamenti a favore di pmi.

(Articolo modificato giovedì 7 maggio 2020 alle ore 15.18. Si aggiunge il consulente per la due diligente finanziaria)

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Immobiliare Stampa (Bain Capital Credit) affitta un immobile a Milano a una holding di moda di lusso

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TuratiImmobiliare Stampa (società acquisita a fine 2019 da Bain Capital Credit; si veda altro articolo di BeBeez) ha affittato un immobile a in via Turati 12 a Milano a una holding di moda di lusso (si veda qui il comunicato stampa). Kryalos sgr e Aquileia Capital Services (ACS, società specializzata nella gestione del credito con sottostante immobiliare collegata a Bain Capital Credit) sono stati i consulenti dell’operazione.

L’immobile cielo-terra, ex sede della Banca Popolare di Vicenza, si estende su una superficie totale di ca. 4.000 mq e si sviluppa su 5 piani fuori terra oltre ad un piano interrato, destinati ad uso uffici. La facciata dell’edificio trasmette prestigio ed eleganza e il suo stile, unitamente alla sua posizione all’interno di un’area di connessione tra il CBD storico e il quartiere di Porta Nuova, rendono l’immobile estremamente rappresentativo.

“Questa operazione rientra in un più ampio mandato di consulenza per la gestione di un portafoglio immobiliare di 10 asset di proprietà di Immobiliare Stampa e rappresenta un’ottima notizia per il mercato del real estate milanese in questo particolare periodo storico”, ha affermato Paolo Bottelli, amministratore delegato di Kryalos sgr. “Ancora una volta la città di Milano rappresenta un caso a sé nel panorama immobiliare italiano, ma operazioni come questa fanno ben sperare in una ripartenza del real estate in tempi più brevi del previsto”, ha aggiunto Alfredo Balzotti, ceo di ACS.

Kryalos sgr fa parte del gruppo Kryalos, fondato dall’ad Paolo Bottelli, che opera nel settore del fund management, asset management e advisory. Il fondo americano Blackstone ha comprato il 35% di Kryalos Investments srl, la holding che controlla al 100% Kryalos sgr e Kryalos Asset Management (si veda altro articolo di BeBeez). La sgr gestisce immobili per 6,5 miliardi di euro tramite 41 fondi, oltre a 10 mandati di gestione. Nel 2019 Kryalos ha conseguito ricavi per 22,6 milioni (+58%) e un ebitda di 11,1 milioni (+59%), a fronte di una posizione finanziaria netta salita del 46% a 5,4 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). In Italia, è il primo proprietario di logistica, sia tradizionale che di ultimo miglio e ha una presenza rilevante nel segmento uffici, prevalentemente a Milano (2 miliardi) e Roma.

La sgr attualmente sta studiando il mercato di crediti Npl e Utp e punta a salire a 8 miliardi euro di asset in portafoglio entro il 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).  Kryalos nel febbraio scorso ha concluso la riqualificazione della ex sede della T.I.B.B. (Tecnomasio Italiano Brown Boveri), situata in Piazzale Lodi 3 a Milano (si veda altro articolo di BeBeez) e rilevato 7 immobili logistici dalla bergamasca Fcf Cornali Autotrasporti (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio marzo 2020 Kryalos ha ceduto a DeA Capital Real Estate sgr spa un portafoglio di immobili dislocati tra Milano e Roma per oltre 122 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A fine aprile 2020 il fondo Perseus di Kryalos ha venduto un immobile in via Gramsci 7 a Torino per 60 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo che Bain Capital Credit, tramite la controllata Sankaty European Investments sarl, ha comprato in più tranche sul mercato lo scorso aprile il 10% del capitale (8 milioni di azioni) di doValue, il servicer di credito quotato a Piazza Affari, che una volta era la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati di Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).

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