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L’andamento della gestione di Borgosesia, sviluppatore immobiliare quotato sul mercato MTA di Borsa Italiana, prevista in utile dal piano industriale, potrà risentire degli effetti del lockdown conseguente all’emergenza sanitaria innescata dal coronavirus inn particolare perché c’è incertezza sul “processo di dismissione programmato e ciò non tanto in funzione dell’inattività connessa al blocco quanto di quella che potrà essere la reazione del mercato alla ripresa”, avverte Borgosesia in una nota diffusa ieri a valle della pubblicazione dei conti 2019 (si veda qui il comunicato stampa).
Per questo Borgoseisa prosegue: “A ragione di ciò, dovendo mettere in conto comunque un rallentamento dei flussi finanziari in entrata, il management ha avviato una attività di ricerca, in via cautelativa, di risorse addizionali che, qualora non necessitanti a tal scopo, potranno essere indirizzate, verificandosene le condizioni, verso nuovi investimenti, anche in misura maggiore rispetto a quella prevista nel piano industriale ‘22, e ciò al fine di cogliere le nuove opportunità che dovessero essere offerte dal mercato”.
Borgosesia ha chiuso il 2019 con un patrimonio netto di 26,9 milioni di euro; un utile netto di 2,7 milioni (+69% dal 2018); un valore della produzione di 14,5 milioni, un ebitda consolidato rettificato di circa 5 milioni euro (+17,6%) e un debito finanziario netto consolidato in calo da 8 a 3,9 milioni. Si tratta del primo bilancio chiuso dopo il perfezionamento della scissione, parziale e proporzionale a favore di Borgosesia del patrimonio della controllante CdR Advance Capital spa, quotata all’Aim Italia. Patrimonio che quest’ultima ha costruito conducendo attività di investimento in asset non performing. La scissione è stata condotta lo scorso dicembre (si veda qui il comunicato stampa), ma l’operazione era stata annunciata esattamente un anno prima, nel dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Come sottolineato anche nella nota diffusa ieri, a valle della scissione Borgosesia ha “focalizzato la propria attività nel campo degli investimenti in assets alternativi, nonché in quello della gestione di questi ultimi per conto di terzi investitori, privilegiando in tale contesto quelli in immobili a destinazione residenziale, in genere non ultimati, acquisiti nell’ambito di special situation, e ciò anche attraverso il preliminare rilievo di crediti non performing garantiti da ipoteca iscritta su questi, al fine di completarli e rimetterli sul mercato, anche frazionatamente”.
Quanto a CdR Advance Capital ha invece focalizzato la propria attività, sempre in qualità di holding di partecipazioni, nel settore del private equity indirizzando parte dei relativi investimenti verso società industriali interessate da processi di turnaround. Di fatto CdR prosegue a operare, in un contesto più ampio, anche nel settore delle special situation. Tale attività non si sovrappone quindi con quella di Borgosesia, che, come detto, opera sì nel settore delle special situation, ma concentrando i propri investimenti in specie nel settore immobiliare e in asset che non presuppongono, comunque, un’attività industriale.
Già utilizzando il nuovo approccio agli investimenti, nel 2019 Borgosesia ha rilevato attivi immobiliari gravati da ipoteche attraverso l’acquisizione di Npl non performing per 14,7 milioni di euro, versando un corrispettivo di 6,5 milioni e ha inoltre siglato un accordo con Bravo spa, società controllata dalla famiglia Bini, per rilevare Kronos spa, società costituita nel corso del 2017 allo scopo di dare attuazione al processo di ristrutturazione finanziaria che in passato aveva interessato Borgosesia, in conformità alla convenzione al tempo stipulata con le banche. A oggi Borgosesia controlla il 94,6% di Kronos.
Nella nota diffusa ieri si ricorda inoltre che nel gennaio scorso il Consiglio di amministrazione di Borgosesia ha varato il nuovo piano industriale al 2022, che prevede: l’acquisto di nuovi asset, prevalentemente immobiliari, per 24 milioni di euro; lo smobilizzo di investimenti già realizzati per 64 milioni; e il conseguimento di un ebitda di 6,6-7,3 milioni di euro. (si veda qui il comunicato stampa di gennaio). Non solo.
Il piano prevede di concentrare l’operatività del gruppo Borgosesia non solo nell’investimento in asset non performing e alternativi, ma anche in quello della loro gestione per conto di terzi investitori dando a tal fine impulso, tra le altre, alle attività di Borgosesia Gestioni sgr (non escludendo l’ingresso nel capitale di tale società, al fine di accelerarne il processo di sviluppo, di partner strategici ), alle attività di cartolarizzazione e di direct equity, queste ultime destinate a creare un diretto collegamento, nell’ambito di veicoli societari dedicati, tra uno o più investitori e singoli asset target.
Infine il Cda di gennaio aveva deliberato anche il riassetto della struttura della società, che prevede di assegnare il controllo degli investimenti immobiliari a CdR Recovery RE (che si chiamerà Borgosesia Real Estate) e dei restanti investimenti, oltre che delle singole società prodotto (fiduciaria, sgr, spv di cartolarizzazione) a Non Performing Asset (che cambierà nome in Borgosesia Alternative).
Il Cda aveva deliberato anche di lanciare BGS Club Spac, la prima multi-spac dedicata agli investimenti alternativi in special situation e di avanzare alle competenti autorità, in qualità di assuntore e nell’ambito dell’attività di investimento in asset alternativi di natura mobiliare, una proposta di concordato liquidatorio per Advance sim, oggi in liquidazione coatta amministrativa (si veda qui la nota di Banca d’Italia).
Quest’anno, la società intende investire 7-8 milioni di euro per acquistare crediti non performing che hanno come sottostanti immobili, cui si aggiungeranno poi gli investimenti per valorizzarli e ristrutturarli, ha dichiarato qualche giorno fa a BeBeez Mauro Girardi, presidente di Borgosesia (si veda altro articolo di BeBeez). L’azienda acquista prevalentemente immobili residenziali in grandi città o località turistiche nel centro-nord Italia: Milano, Bergamo, Brescia, Roma e nelle zone del Lago Maggiore e di Garda. Dopo aver acquisito il credito con sottostante immobiliare (investimenti primari), la società effettua degli investimenti secondari per valorizzare e ristrutturare gli asset e rivenderli sul mercato.
Sul fronte delle acquisizioni, Borgosesia è già stata molto attiva quest’anno. Questo mese ha acquisito il 100% di Lake Holding, un veicolo di investimento immobiliare di cui la società già deteneva una partecipazione del 5%, a cui risultavano collegati una serie di diritti tra cui quello di beneficiare del 51% degli utili e del patrimonio netto di liquidazione (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio aprile la società ha acquisito un immobile in via Rossini a Milano per 1,7 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo scorso, invece, Borgosesia ha comprato un immobile nel centro di Roma per 4 milioni di euro, attraverso la controllata Doria srl. L’operazione è avvenuta mediante compensazione con crediti, prevalentemente ipotecari, acquistati in precedenza dal gruppo per un valore di 3,5 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Sempre a marzo, Borgosesia ha rilevato un altro immobile a Milano per 1,7 milioni di euro.
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