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Axa mette in vendita 250 uffici del Bodio Center di Milano. Deal da 250 mln di euro

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bodio-centerAxa Investment Management Real Assets ha messo sul mercato 250 uffici del Bodio Center di Milano, situati in viale Luigi Bodio 37. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui l’asta sarebbe gestita in co-agency da Cushman&Wakefield e Cbre. Si tratta di una delle maggiori operazioni di quest’anno: gli uffici potrebbero infatti valere 250 milioni di euro.

Gli immobili in vendita sono 5 (Bodio Uno, Bodio Due, Bodio Tre, Bodio Quattro e Bodio Cinque), per una superficie totale di 60 mila mq. Sono stati realizzati circa 15 anni fa da Doughty Hanson. Attualmente i 5 palazzi uffici sono affittati a conduttori internazionali, tra cui Marsh, Michelin, Sanofi, Leaseplan e Chebanca!  Bodio Center comprende anche gli edifici Vela, dedicato a ristorazione, bar e caffetteria e Stilo, dedicato al fitness e alla vigilanza. Completano il business park un parcheggio interrato con oltre 500 posti auto, aree verdi comuni, piazze, fontane e una viabilità interna sicura. Il complesso è situato accanto al quartiere Bovisa, nei pressi del passante ferroviario e dell’ex Scalo Farini, che sarà presto oggetto di riqualificazione.

Lo scorso aprile è stato aggiudicato, infatti, il concorso per identificare il masterplan. Qui, in base all’Accordo di programma, arriveranno mille appartamenti di edilizia residenziale sociale, 1.500 con l’edilizia convenzionata ordinaria. Axa aveva completato l’acquisizione del Bodio Center nel luglio 2017, comprando gli edifici 1, 2 e 3 per 83 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

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Sul mercato il dossier del system integrator Lutech, che punta a un mld euro di ricavi tra tre anni

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Lutech Logo Original

Lutech Logo OriginalTorna a circolare tra i private equity il dossier Lutech, azienda leader nel mercato italiano nei servizi di consulenza, system integration e IT outsourcing, controllata dal fondo One Equity Partners. Lo scrive Mergermarket, precisando che un incarico è stato dato in tal senso alla banca d’affari statunitense Raymond James, dopo che nei mesi passati il fondo era stato in trattative con alcuni private equity per la vendita, senza però arrivare a conclusione.

Lutech è passata sotto il controllo di One Equity Partners nel luglio 2017. Il fondo l’ha comprata da Laserline, la holding del fondatore Enrico Magni, partecipata da altri 16 azionisti di minoranza (si veda qui altro articolo di BeBeez). L’operazione era avvenuta pochi giorni dopo che Magni aveva ricomprato la quota del 19% della società in portafoglio ad Hat Orizzonte sgr tramite il fondo Ict (si veda qui altro articolo di BeBeez).

Guidata dal ceo Tullio Pirovano, Lutech ha chiuso il bilancio consolidato 2018 con 318,8 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 23,1 milioni e un debito finanziario netto di 113,4 milioni (fonte Leanus) e negli ultimi anni è cresciuta in maniera importante grazie a un aggressivo m&a: da quando nel 2017 è stata rilevata da Oep, ci sono state 16 acquisizioni.  Ricordiamo in particolare che a fine maggio 2019 ha comprato Disc, storico system integrator e software house specializzato nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni informatiche (si veda altro articolo di BeBeez) e che sempre nel 2019 sono entrate nel gruppo la torinese Finance Evolution (servizi di Business Process Consulting per banche e altri operatori finanziari), Enigen (Platinum Partner di Salesforce di cui è unico centro autorizzato di formazione certificata in Italia); e la padovana Mediana (soluzioni focalizzate sui processi core business del settore Energy&Utilities). Mentre nel 2018 aveva acquisito Diem Technologies, società fondata nel 2000, con sede a Genova e specializzata in sistemi di comunicazione satellitari e digital broadcasting (novembre 2018, si veda altro articolo di BeBeez); Tecla.it, azienda specializzata nel digital commerce presente sul mercato da oltre 20 anni (novembre 2018, si veda altro articolo di BeBeez); l’Ict CDM Tecnoconsulting spa e le sue società controllate (ottobre 2018, si veda altro articolo di BeBeez) e Nest 2 (maggio 2018). Lo scorso gennaio inoltre il gruppo ha annunciato la fusione per incorporazione di Sinergy (acquisita nell’ottobre 2017) e Nest2  in Lutech (si veda qui il comunicato stampa).

Il gruppo è presente in 9 Paesi, con 2.700 professionisti e ha circa 1.500 clienti. E dopo circa 440 milioni di euro di ricavi nel 2019, Lutech punta ora a un fatturato di un miliardo di euro in anni. Lo ha detto l’ad Pirovano in un’intervista a IndustriaItaliana.it lo scorso gennaio, in occasione dell’evento di inaugurazione ufficiale del nuovo Ng Soc (Next Generation Security Operation Center) di Cinisello Balsamo. “La nostra è un’azienda progettata per poter scalare e quindi miriamo a passare dal fatturato di 440 milioni di oggi, consolidato a livello di gruppo, al miliardo”, aggiungendo che “l’obiettivo di Lutech è di raddoppiare il fatturato nei prossimi tre anni, tramite crescita organica e acquisizioni”.


Delisting di Gamenet previsto per il 26 febbraio, dopo l’opa che ha portato Apollo al 96,58%

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Gamenet-1-e1489580231884L’opa lanciata a fine gennaio su Gamenet spa dal fondo Apollo Capital Management tramite il veicolo Gamma Bidco spa (si veda altro articoilo di BeBeez), che si è chiusa lo scorso 13 gennaio ha portato Apollo a possedere una quota del  96,58% del capitale di Gamenet . Il dato definitivo è stato comunicato lunedì 17 gennaio (si veda qui il comunicato stampa).

Avendo superato la soglia del 95% del capitale sociale, Apollo dovrà lanciare l’opa residuale finalizzata al delisting dal MTA di Borsa Italiana, previsto per il prossimo 26 febbraio, sempre al prezzo di 13 euro per azione. Il successo dell’opa era già noto al momento della diffusione dei risultati provvisori (si veda altro articolo di BeBeez). Nel contesto dell’opa, Banca Imi ed Equita sim hanno agito in qualità di intermediari incaricati del coordinamento della raccolta delle adesioni, mentre Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP e Latham & Watkins LLP hanno agito in qualità di consulenti legali dell’offerente.

L’opa era stata lanciata sul 29,25% del capitale di Gamenet non ancora di proprietà di Apollo e quindi su un massimo di 10,275 milioni di azioni, al prezzo di 13 euro per azioneper un totale complessivo massimo di circa 133,58 milioni di euro. L’operazione è stata finanziata parte in equity e parte con ricorso al debitoIl veicolo di Apollo aveva acquisito il 66,97% del capitale di Gamenet nel dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che a fine ottobre dello stesso anno  aveva sottoscritto due distinti contratti con i principali azionisti del gruppo e cioé, da un lato, TCP Lux Eurinvest sarl, che fa capo al fondo Trilantic Capital Partners Europe e alla famiglia Chiarva, e che controllava il 28,7%; e dall’altro, con Intralot Italian Investments, che controllava il 20%, per l’acquisto di 6 milioni di azioni Gamenet (si veda altro articolo di BeBeez). Allora era stato fissato un corrispettivo di 12,5 euro per azione  per un controvalore complessivo di 182,5 milioni di euro, ma in sede di closing lo scorso 16 dicembre il corrispettivo è stato alzato a 13 euro per azione, per un totale di 189,8 milioni di euro. Il prezzo era stato aumentato per allinearlo a quello dell’operazione chiusa sul mercato nei giorni precedenti il closing.

Ai fini dell’acquisizione dell’intero capitale sociale di Gamenet e del delisting, infatti, il 15 novembre 2019 Gamma Bidco aveva comunicato di aver completato l’acquisto al prezzo di 13 euro per azione di 4,8 milioni di azioni Gamenet rappresentative del 16% del capitale attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding riservata in via esclusiva a investitori qualificati e investitori istituzionali internazionali. Inoltre, tra il tra il 19 novembre e il 12 dicembre Gamma Bidco aveva acquistato ulteriori 692.888 azioni pari al 2,309% del capitale sociale sempre al prezzo medio di 13 euro per azione. A seguito delle ultime operazioni Apollo era salito così appunto al 66,97%  di Gamenet.

Gamenet è uno dei maggiori operatori nel settore dei giochi regolamentati in Italia. Vanta un’ampia offerta di prodotti di gioco in multi-concessione in quattro differenti settori: amusement with prize machines (AWP); terminali video lottery (VLT); scommesse e giochi online (Betting & Online); sale da gioco e di AWP di proprietà (Retail & Street Operations). Gamenet nel 2016 si è fusa con Intralot Italia e nell’ottobre 2018 ha rilevato Goldbet, finanziandosi tramite il prestito obbligazionario senior garantito da 225 milioni con scadenza nel 2023 (si veda altro articolo di BeBeez). Tenendo conto delle varie operazioni straordinarie condotte in precedenza, Gamenet ha chiuso il 2018 con ricavi pro-forma per 778,1 milioni di euro, un ebitda di 145,1 milioni e una posizione finanziaria netta di 394,2 milioni (si veda qui la presentazione agli analisti del bilancio 2018), mentre i nove mesi 2019 si sono chiusi con ricavi pro-forma per 531,2 milioni, un ebitda di 118,8 milioni e un debito finanziario netto di 412 milioni (si veda qui la presentazione agli analisti dei nove mesi 2019).


Officine Mak compra da Prelios sgr l’area ex Idalium di Vimodrone. Deal da 50 mln euro, riqualificazione compresa

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Area “Ex Idalium” di Vimodrone
Area “Ex Idalium” di Vimodrone

Area “Ex Idalium” di Vimodrone

Officine Mak, società specializzata nella rigenerazione urbana e riqualificazione di aree dismesse, ha acquistato da Prelios sgr l’area Ex Idalium di Vimodrone. Advisor dell’operazione è stato lo studio legale Withers (si veda qui il comunicato stampa).

L’area situata in Via Pio La Torre ha una superficie di circa 18mila metri quadrati e sarà interamente riqualificata da Officine Mak con il supporto tecnico dello studio di architettura Galeone. L’investimento complessivo tra acquisto dell’area, progetto, attività di riqualifica e opere edilizie ammonta a circa 50 milioni di euro.

È già in corso la demolizione dell’edificio esistente risalente ai primi anni ’80 e al suo posto è prevista la realizzazione di tre nuove strutture residenziali per circa 12mila metri quadrati e due commerciali di 4 mila mq. Inoltre, il programma integrato di intervento prevede la riqualificazione della viabilità pubblica, dei sistemi di illuminazione e degli spazi verdi esistenti (circa 90mila mq) con la realizzazione di un percorso ciclopedonale e un sovrappasso in grado di collegare i due parchi attualmente interrotti dalla linea metropolitana.

Daniele Consonni, ceo di Officine Mak, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti di realizzare questo nuovo progetto. Il principale obiettivo della nostra società è quello di dare nuova vita agli immobili e restituirli ai cittadini. Siamo convinti che la riqualificazione dello spazio Ex Idalium genererà valore a beneficio della collettività e imprimerà un nuovo slancio economico all’intera area. Stimiamo che la data di fine lavori sarà entro il primo semestre 2023”.

Lo scorso ottobre Officine Mak aveva ceduto al gruppo Usa leader mondiale nel settore logistico Prologis  l’area della ex Nokia Siemens a Cassina de’ Pecchi (Milano).  Officine Mak aveva predisposto l’area per la vendita dopo interventi di demolizione e bonifica del vecchio impianto (si veda altro articolo di BeBeez).

Fondata nel 1956 come società di produzione di manufatti meccanici, Officine Mak dal 2003 si dedica in esclusiva ad attività immobiliari con finalità residenziale e commerciale. In particolare, l’impresa si occupa di riqualificazione di aree dismesse, attraverso l’acquisto, lo sviluppo e la vendita di immobili. L’azienda si occupa di progettazione, costruzione e bonifica.

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Dopo Oaktree e Torre sgr, anche Puri Negri punta al controllo di Sator Immobiliare sgr

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Carlo Alessandro Puri Negri
Carlo Alessandro Puri Negri

Carlo Puri Negri

Anche Carlo Puri Negri punta ad acquisire Sator Immobiliare sgr, la società di gestione di fondi immobiliari del Gruppo Sator, fondato da Matteo Arpe. Lo riferisce MF Milano Finanza. Le mire di Puri Negri si affiancano quindi a quelle del fondo Usa Oaktree e Torre sgr, partecipata da Fortress Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez). Sator Immobiliare sgr è stata fondata nel 2008 e nel 2009 ha lanciato il suo primo fondo (Flaminia). A fine giugno 2018 gestiva 11 fondi per oltre 900 milioni di euro di Gross Asset Value. 

Puri Negri è presidente e azionista di minoranza (al 24,34% tramite la Fratelli Puri Negri spa) di Sator Immobiliare sgr, mentre il resto del capitale fa capo a Sator Equity Fund (58,42%), Unoduerre srl (9,74%) e Cassa Nazionale del Notariato (7,5%).  

Unoduerre, società interamente posseduta da Giuseppe Roveda, è entrata nel capitale dell’sgr a valle dell’acquisizione e successiva fusione di Aedes sgr  nell’aprile 2017 . Roveda è l’amministratore delegato di Aedes SIIQ spa.

Sempre il Sator Private Equity Fund controlla il  gruppo immobiliare Aedes da fine 2014 tramite la società veicolo Augusto spa, società partecipata anche da Tiepolo srl, Prarosa spa e Agarp srl (queste ultime due controllate dalla famiglia Roveda). Aedes SIIQ è nata il 28 dicembre 2018, a seguito della scissione parziale e proporzionale del gruppo Aedes, che ha dato luogo appunto ad Aedes siiq e a Restart (si veda altro articolo di BeBeez). Aedes SIIQ possiede un portafoglio di immobili focalizzato su asset commerciali (retail e uffici).

Genovese, classe 1952, Carlo Puri Negri è figlio di Ambrogio Puri nonché cugino di Marco Tronchetti Provera, ed è stato membro del cda di Pirelli. Nel 1988 è diventato amministratore della società immobiliare Carignano spa e nel 1989 è  entrato nel Gruppo Pirelli come consigliere d’amministrazione di Milano Centrale, società immobiliare del gruppo allora in fase embrionale, che ha gestito lla riqualificazione della zona Bicocca di Milano. La società crebbe fino a lanciare un’opa su Unim (appena scorporata da Ina) e nel 2002 si trasformò in Pirelli Real Estate (Pirelli Re). Puri Negri lasciò il Gruppo Pirelli nel 2009 e nel 2011 è diventato azionista di Sator Immobiliare sgr.

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Le cliniche odontoiatriche Bludental (Verlinvest) proseguono lo sviluppo nazionale e aprono a Bergamo

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Schermata 2020-02-19 alle 06.52.19

Schermata 2020-02-19 alle 06.52.19Bludental, gruppo odontoiatrico privato romano controllato dal fondo belga Verlinvest, ha aperto un nuovo centro odontoiatrico a Bergamo, nel Centro Commerciale Auchan, che  si aggiunge al già consolidato centro di Milano, come secondo presidio Bludental nella regione Lombardia (si veda qui il comunicato stampa).

Nata nel 2009, Bludental oggi conta 17 centri in Italia, di cui 14 nell’area romana e laziale, e oltre 300 tra collaboratori e professionisti, ed è guidata dal fondatore e ceo Fabio Valleriani, che ha commentato:  “La nuova apertura segna un importante passo avanti nello sviluppo nazionale del gruppo. Intendiamo allargare il bacino d’utenza dei nostri centri per dare a tutte le persone l’accesso a cure odontoiatriche di qualità”.

L’ingresso di Verlinvest nel capitale risale a fine novembre 2018 e ha impresso una notevole spinta verso la crescita del gruppo, agevolata anche dal processo di semplificazione societaria che ha portato i centri odontoiatrici, prima gestiti con la formula del franchising, a essere controllati da un unico soggetto giuridico, la holding Bludental Clinique Italia srl, che li possiede al 100%. Verlinvest possiede il 92,41% del capitale di Bludental Clinique Italia, mentre il fondatore Fabio Valleriani conserva, attraverso Bludental Clinique Holding sa la restante quota.

In precedenza aveva investito in Bludental il gruppo svizzero SRD SARUDA Investments, che nel febbraio 2016  aveva acquisito il 49% di Bludental Holding sa (si veda qui il comunicato stampa di allora), quota che poi aveva rivenduto nei primi mesi del 2017. SRD SARUDA fa capo al manager e imprenditore Sante Giovanni Albonetti (40 anni di esperienza nel MedTech), a Daniel J. Novacek e Ruth Ch. Gessner (con esperienze nelle principali aziende internazionali nel settore dentale, quali Dentsply International, NobelBiocare, and Danaher Corp. / KAVO).


KKR lancia la nuova piattaforma Gamma Biosciences. CDPQ diventa primo azionista di Alstom a seguito dell’acquisizione di Bombardier. Accent Equity cede Aviator

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kkrKKR ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma, Gamma Biosciences, che gestirà un portafoglio di aziende focalizzate sulle tecnologie di bioprocessing di prossima generazione per la produzione di terapie biologiche avanzate. KKR e co-investitori si sono impegnati a investire 200 milioni di dollari in Gamma. Per KKR, l’investimento viene attuato attingendo al suo Health Care Strategic Growth Fund, che si concentra su società ad alta crescita per le quali KKR può essere un partner unico nell’aiutare a raggiungere la scala dimensionale desiderata. (si veda qui il comunicato stampa).  Matt Gunnison entra a far parte di Gamma come membro fondatore, avendo recentemente ricoperto il ruolo di Global Head of Business Development per GE Healthcare, la divisione di GE del valore di 19 miliardi di dollari. Inoltre, operatori esperti del settore si uniranno al team di gestione nei prossimi mesi man mano che la piattaforma si espanderà. Gamma ha recentemente completato la prima acquisizione della piattaforma con l’acquisto di Astrea Bioseparations, leader britannico nella cromatografia di affinità e nella purificazione dei processi con cui il mese scorso ha annunciato una partnership strategica di fornitura a Thermo Fisher Scientific per rispondere alla crescente domanda di soluzioni migliori nella purificazione virale per la terapia genica.

CDPQCDPQ (Caisse de dépôt et placement du Québec) diventa il maggiore azionista di Alstom a seguito dell’acquisizione annunciata di Bombardier Transportation. L’investimento totale di CDPQ in Alstom ammonterà a 2,78  miliardi di euro (circa 4,0  miliardi di dollari canadesi, si veda qui il comunicato stampa). Alla chiusura della transazione, CDPQ deterrà circa il 18% delle azioni di Alstom e due posti nel Consiglio di amministrazione. CDPQ ha infatti convertito la sua quota di Bombardier Transportation in azioni di Alstom. CDPQ ha inoltre annunciato un investimento aggiuntivo di 700  milioni in Alstom. L’investimento totale di CDPQ varierà da 2,63 miliardi di euro a 2,78 miliardi di euro, a seconda delle condizioni di chiusura. Le azioni Alstom saranno acquistate da CDPQ a 44,45 euro per azione.

Accent Equity PartnersAccent Equity ha ceduto la società di servizi aeronautici Aviator ad Avia Solutions Group. Aviator e Avia Solution Group sono entrambe società di servizi aerospaziali, pertanto la transazione costituisce un nuovo gruppo che offre servizi di trasporto aereo multiuso a livello globale (si veda qui il comunicato stampa).  Aviator è un fornitore integrato di servizi aerei di gamma completa nella regione nordica. ASG è una società globale di servizi di aviazione che serve clienti in Europa, Asia, Nord America, Australia e altre regioni. Offrendo soluzioni flessibili ed economiche che soddisfano la domanda di servizi di supporto di alta qualità per una vasta gamma di compagnie aeree, Aviator costituirà una preziosa aggiunta al portafoglio di ASG. “In quanto nuovo membro della famiglia ASG, Aviator rafforzerà ulteriormente la nostra presenza sui mercati europei e amplierà la rete di stazioni di assistenza a terra del Gruppo Avia Solution. Questa acquisizione aggiunge ulteriore portata e valore all’attività aggregata di assistenza a terra di ASG, ora composta da Aviator e Baltic Ground Services “, ha affermato Gediminas Ziemelis, Presidente del Board of Avia Solutions Group.


Kennedy Wilson cede Pioneer Point a Londra. Hines compra uno sviluppo a uso misto ad Amsterdam

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Kennedy Wilson Europe

Kennedy Wilson EuropeKennedy Wilson ha venduto, per 130 milioni di dollari, Pioneer Point, una comunità multi-famiglia di 294 unità situata nel sobborgo londinese di Ilford  con 35.000 piedi quadrati di spazio commerciale interamente affittato. A comprre è stata RealStar, una società di investimento e gestione immobiliare focalizzata sul noleggio classi di attività residenziali, di ospitalità e alternative (si veda qui propertyfundsworld). Kennedy Wilson aveva acquisito il debito in sofferenza Pioneer Point nel maggio 2015 e aveva acquisito la proprietà diretta nel febbraio 2016, implementando un ambizioso programma di gestione patrimoniale e trasformando la proprietà per migliorare materialmente l’occupazione e più del doppio del NOI. Questo programma comprendeva allungamenti dei contratti di locazione nella torre nord, messa in servizio e noleggio della torre sud vuota e conversione dello spazio libero al piano terra in un’offerta di servizi migliorata che include un concierge in loco e una suite di gestione della proprietà, nonché sale residenti, spazi per riunioni e pod di lavoro , un salotto tranquillo, spazi di intrattenimento con cucina a vista e sale da pranzo, una zona per bambini, sala giochi e cinema.

HinesHines ha acquisito Pontkade Phase 3, uno sviluppo residenziale e per uffici a uso misto all’interno dell’area di rigenerazione NDSM-West di Amsterdam, per conto dell’Hines Pan-European Core Fund (si veda qui il comunicato stampa). Hines finanzierà lo sviluppo a uso misto, che consisterà in 208 appartamenti in affitto, oltre 1.600 metri quadrati di spazi per uffici e 800 metri quadrati di spazi commerciali al piano terra per uso commerciale. Progettato dallo studio di architettura internazionale Moke, Pontkade Phase 3 presenta una torre residenziale di 18 piani e un edificio per uffici di sette piani. Il completamento del progetto è previsto entro la fine del 2022. L’NDSM di Amsterdam è una vasta area di rigenerazione attorno agli ex bacini marittimi nel nord della città. Diversi importanti sviluppi sono già stati completati, tra cui la sede del rivenditore HEMA e un porto turistico potenziato, accanto a nuove case, ristoranti e bar. Il più grande museo di arte di strada del mondo aprirà nei prossimi mesi e, una volta completato nel 2028, l’area NDSM fornirà circa 5.000 case.



Dall’unione Intesa-UBI nascerebbe un gruppo con NPE lordo sotto il 5% nel 2021

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Schermata 2020-02-19 alle 07.42.20

Schermata 2020-02-19 alle 07.29.56L’opa annunciata a sorpresa da Intesa Sanpaolo su UBI Banca nella notte tra lunedì e martedì (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti) comporterà secondo l’istituto guidato da Carlo Messina una serie di sinergie importanti e “migliorerà ulteriormente la qualità del credito senza oneri straordinari per gli azionisti, avvalendosi del goodwill negativo di circa 2 miliardi di euro  generato dall’operazione per coprire nel 2020 gli oneri di integrazione e le rettifiche su crediti con cui accelerare la riduzione dei crediti deteriorati”.

In particolare, ha spiegato il gruppo bancario nella sua nota,  a valle dell’operazione si prevede “un’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi, al lordo delle rettifiche di valore, ridotta a un livello inferiore al 5%, pari a un livello inferiore al 4% in base alla definizione EBA, nel 2021, migliore dell’obiettivo del Piano di Impresa 2018-2021 di Intesa Sanpaolo (un livello inferiore al 6%, pari a un livello inferiore al 5% in base alla definizione EBA)”.

Schermata 2020-02-19 alle 07.42.20L’entità aggregata, infatti, a oggi avrebbe un NPE lordo del 7,6%, ma già a fine 2020 è previsto un NPE lordo inferiore al 7%, grazie a rettifiche su crediti addizionali per circa 1,2 miliardi, utilizzando parte del goodwill negativo risultante dall’operazione, mentre nel 2021 è prevista la riduzione dell’NPE lordo dell’entità aggregata sotto il 5% grazie a una cessione di un portafoglio di crediti deteriorati di UBI Banca, costituito dalle posizioni con elevata copertura, da 4 miliardi di euro lordi.

A fine 2019  i crediti deteriorati lordi di Intesa Sanpaolo sono scesi a 31,3 miliardi di euro (14,2 miliardi netti) dai 36,5 miliardi di fine 2018 (16,6 miliardi netti, si veda qui il comunicato stampa sui risultati 2019), con l’NPE lordo che quindi è sceso al 7,6% (3,6% netto) dall’8,8% di fine dicembre 2018 (4,2% netto).

In particolare, nel corso del 2019 lo stock dei crediti deteriorati lordi è diminuito di 6 miliardi di euro nel 2019 e in totale di circa 34 miliardi dal settembre 2015 (di circa 20 miliardi escludendo da un lato la cessione dei crediti in sofferenza a Intrum perfezionata nel quarto trimestre del 2018 e quella dei crediti classificati come inadempienze probabili a Prelios perfezionata nel quarto trimestre 2019 e, dall’altro, l’impatto incrementale della nuova definizione di default) e di circa 21 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 8 miliardi escludendo le operazioni Intrum e Prelios e la nuova definizione di default) realizzando nei primi due anni del Piano di Impresa 2018-2021 già l’83% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio (si veda qui la presentazione dei risultati 2019).

Schermata 2020-02-19 alle 07.33.08Intesa Sanpaolo e Prelios hanno sottoscritto lo scorso dicembre il closing dell’accordo sugli Utp annunciato a fine luglio (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo, come noto, riguarda la gestione e cessione di un portafoglio di Utp del segmento corporate e pmi da 9,7 miliardi di euro lordi ed è volto a massimizzare i rientri in bonis e la cessione e cartolarizzazione del portafoglio. Nel dettaglio, l’accordo tra Prelios e Intesa Sanpaolo prevede: un contratto decennale per il servicing di Utp del segmento corporate e pmi del Gruppo Intesa Sanpaolo da parte di Prelios, con un portafoglio iniziale pari a circa 6,7 miliardi di euro, al lordo delle rettifiche di valore; e la cessione e cartolarizzazione di un portafoglio di crediti Utp del segmento corporate e pmi del Gruppo Intesa Sanpaolo pari a circa 3 miliardi di euro, al lordo delle rettifiche di valore, a un prezzo pari a circa 2 miliardi di euro, in linea con il valore di carico.

L’accordo con Prelios si è aggiunto alla partnership strategica riguardante la gestione di crediti in sofferenza tra Banca Intesa Sanpaolo e Intrum, stipulata Schermata 2020-02-19 alle 07.54.36nell’aprile 2018. La partnership prevedeva l’acquisto del 51% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati del gruppo bancario da parte di Intrum e il contestuale acquisto di un portafoglio da 10,8 miliardi di euro lordi di Npl, da cartolarizzare. Il tutto per un controvalore complessivo di 3,6 miliardi, di cui 500 milioni per la quota della piattaforma (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto a UBI Banca,  a fine 2019 aveva crediti deteriorati lordi per  6,8 miliardi, in calo dai 9,7 miliardi di fine 2018. La banca attualmente sta studiando una cessione di un portafoglio di Npl corporate composto da crediti concessi a piccole e medie imprese per un valore lordo di 800 milioni di euro, che si concretizzerà entro la fine di quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha reso noto l’istituto di credito lunedì 10 febbraio, in occasione della presentazione dei risultati del 2019  Quando sarà conclusa l’operazione, l’NPE lordo pro-forma a fine dicembre 2019 sarà pari al 6,9% contro il  7,8% attuale, meno della metà del 15,5% raggiunto a settembre 2015. Nel dicembre scorso UBI Banca aveva chiuso una cartolarizzazione di Npl da 857,6 milioni di euro lordi  per la cui tranche senior è stata chiesta la Gacs (si veda altro articolo di BeBeez).


Secondo minibond della onlus padovana Codess Sociale. Cdp ne sottoscrive la metà

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codess socialeLa onlus padovana Codess Sociale ha emesso il suo secondo minibond sociale, del valore di 10 milioni di euro. Cdp ne ha sottoscritti 5 milioni, in veste di anchor investor  (si veda qui il comunicato stampa).

Il minibond è quotato all’ExtraMot Pro3 di Borsa Italiana, ha una durata di 7 anni e offre una cedola annua del 3,85%. L’emissione  è stata strutturata da Banca Finint, in qualità di arranger dell’operazione. Banca Valsabbina è intervenuta nel ruolo di advisor mentre lo studio legale Dentons ha agito in qualità di legal counsel dell’operazione.

L’emissione segue il social minibond da 5 milioni di euro emesso da Codess Sociale nel luglio 2019, sottoscritto per intero da Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).

La onlus Codess Sociale è stata fondata a Padova nel 1979, e opera nella gestione dei servizi socio assistenziali, socio sanitari ed educativi su tutto il territorio nazionale. E’ la capogruppo di oltre 20 società, e impiega oltre 5.000 dipendenti e ha referenze presso più di 300 enti pubblici in 11 regioni. A oggi il gruppo gestisce più di 200 servizi nei settori dell’istruzione, della disabilità fisica e psichica e della geriatria. Con specifico focus sulle attività rivolte alle persone anziane in condizione di non autosufficienza, la società gestisce più di 2.000 posti letto, prevalentemente in regime di accreditamento istituzionale. Codess occupa più di 4.000 lavoratori (in qualità di soci lavoratori e di dipendenti) e di recente ha assunto una dimensione internazionale grazie all’acquisizione di due strutture nel Regno Unito adibite a residenza per anziani per complessivi 90 posti letto. L’azienda nel 2019 ha fatturato 150 milioni di euro, contro 133 nel 2018, anno in cui ha generato un ebitda di 9,21 milioni e una posizione finanziaria netta di 36 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

I proventi del secondo minibond finanzieranno il piano industriale 2019-2025 del Gruppo Codess, in particolare per rafforzare ed espandere le attività in Friuli Venezia Giulia e per finanziare lavori di ammodernamento delle attuali strutture in gestione alla società.

“Uno strumento che ci aiuta nello sviluppo, considerando che nei prossimi anni crescerà esponenzialmente il fabbisogno di servizi residenziali e domiciliari e di servizi educativi. Siamo quindi impegnati a sperimentare percorsi innovativi che ci permettano di interpretare i cambiamenti per dare alla nostra impresa una prospettiva di futuro sviluppo e solidità”, ha affermato il direttore generale di Codess Sociale, Luca Omodei.

Andrea Nuzzi, Head of Corporate and Financial Institutions di Cdp, ha commentato: “Questo investimento ha permesso di ampliare la collaborazione già in essere con la onlus Codess nel settore dell’housing sociale, ambito nel quale Cassa Depositi e Prestiti rappresenta il maggior investitore a livello nazionale e tra i principali a livello mondiale”.

“Si tratta del primo minibond sociale in cui interveniamo come arranger. Questo settore è particolarmente richiesto dal mercato; il minibond di Codess era inizialmente previsto per un valore di 7,5 milioni di euro, ma visto il forte interesse riscontrato da investitori di elevato standing come Cdp è stato aumentato fino a 10 milioni. Al termine del collocamento è stata inoltre prevista una riapertura di ulteriori 2 milioni, per far sì che altri soggetti interessati possano partecipare all’operazione”, ha aggiunto Simone Brugnera, responsabile Area Minibond di Banca Finint.

 


A Style Capital l’esclusiva per l’abbigliamento di lusso australiano Zimmermann. Deal da 400 mln euro

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Zimmermann

ZimmermannStyle Capital, fondo italiano di private equity guidato da Roberta Benaglia, è in trattative esclusive per rilevare la maggioranza del marchio australiano di abbigliamento di lusso Zimmermann. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui la società sarebbe valutata 400 milioni di euro, sulla base di un mol di 38 milioni di euro. La cofondatrice dell’azienda, Nicole Zimmermann, dovrebbe mantenere una partecipazione rilevante e il ruolo di Direttore Creativo.

Zimmermann è stata fondata nel 1991 da Nicole e sua sirella Simone. Negli ultimi quattro anni l’azienda è cresciuta molto, trasformandosi da luxury brand australiano focalizzato sul mercato interno  a brand riconosciuto e apprezzato a livello internazionale, che opera tramite una rete di uffici e showroom che comprende Sydney, New York, Los Angeles, Londra e Parigi. In particolare, Zimmermann è passata dai 50 milioni di dollari del 2015 ai 250 milioni di dollari australiani attesi per il 2020.

Style Capital è l’ex Dgpa sgr, acquisita nel 2015 da Roberta Benaglia (si veda altro articolo di BeBeez), la stessa manager che, dopo aver ceduto a Ergon Capital Partners la società produttrice di sneakers di lusso Golden Goose (che era in portafoglio al fondo Dgpa) nel maggio 2015, ne era rimasta amministratore delegato e presidente sino a pochi mesi fa, quando è stata poi acquisita da Carlyle, che a sua volta l’ha appena ceduta a Permira (si veda altro articolo di BeBeez). Style Capital detiene in portafoglio anche: Re/Done, marchio di denim di lusso fondato a Los Angeles da Sean Barron e Jamie Mazur (si veda altro articolo di BeBeez); Forte_Forte srl, il marchio di moda disegnato da Giada Forte e creato nel 2001 insieme al fratello Paolo (si veda altro articolo di BeBeez); Msgm, marchio di moda disegnato da Massimo Giorgetti e da lui fondato nel 2009 insieme alla famiglia di industriali Paoloni (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel giugno 2019 Style Capital aveva corteggiato Betty Blue, il marchio di moda della stilista Elisabetta Franchi, oggi candidata alla business combination con la Spac Spactiv, anche se sull’operazione pende ancora la spada di Damocle dei possibili recessi degli azionisti della Spac (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio scorso Style Capital ha ceduto a Simona Barbieri (stilista e cofondatrice del brand di moda Twinset) e al marito Tiziano Sgarbi (l’altro cofondatore di Twinset) il 100% di Kickoff spa, società che a sua volta produce e commercializza i costumi da bagno da mare a marchio Sundek (si veda altro articolo di BeBeez). La stessa Twinset era stata nel portafoglio di Style Capital, prima di essere ceduta a Carlyle (si veda altro articolo di BeBeez) .


Il fondo Oaktree comprerà il 40% di Mail Boxes Etc. con un aumento di capitale fino a 120 mln euro

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MBE Oaktree

MBE Oaktree

Sarà da 120 milioni di euro l’investimento massimo di Oaktree per acquisire in aumento di capitale in via progresssiva sino al 40% di MBEWorldwide, proprietaria a livello internazionale del marchio Mail Boxes Etc (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione, annunciata ieri, era attesa da tempo, ma a fine dicembre si parlava di un aumento di capitale per un massimo di 100 milioni per il 50% (si veda altro articolo di BeBeez).

A vendere è stata la famiglia Fiorelli, che manterrà la maggioranza delle quote della società. La famiglia, che controlla il marchio in tutto il mondo (eccetto il mercato nordamericano), fin dall’aprile 2019 stava cercando un private equity a cui cedere una quota di minoranza in aumento di capitale (si veda altro articolo di BeBeez).

MBE è stata assistita nell’operazione da Jefferies, in qualità di advisor finanziario, Sidley Austin LLC e Chiomenti in qualità di consulenti legali e PriceWaterhouseCoopers per la due diligence. Oaktree è stata supportata da Shearman & Sterling in qualità di consulenti legali, Ernst & Young per la due diligence finanziaria e Boston Consulting Group per la due diligence di mercato.

MBE è stata fondata a San Diego, in California, nel 1980. La rete in franchising è arrivata infatti in Italia nel 1993 con Sistema Italia 93 spa (licenziataria esclusiva del marchio), società facente capo all’imprenditore Graziano Fiorelli. All’epoca fu aperto il primo centro-pilota a Milano a in via della Moscova e in seguito fu lanciato il franchising. Nel 2009 MBE Worldwide (società sempre interamente posseduta dalla famiglia Fiorelli) ha rilevato dalla statunitense Mbe Corporation, a sua volta posseduta dal colosso Ups Corporation, tutte le attività Mail Boxes Etc a livello mondiale, con eccezione di Stati Uniti e Canada rimasti in capo a Mbe Corporation. In questo modo, Mbe Worldwide è diventata titolare del marchio, del business format e di tutti i contratti di master franchising esistenti a livello mondiale.

L’azienda è oggi presente in in ben 30 Paesi del mondo al di fuori degli Stati Uniti e conta oltre 500 centri affiliati. Mbe Worldwide nel 2017 ha acquisito AlphaGraphics e PostNet (due società americane con un’offerta di servizi simile a Mbe), ampliando il proprio network globale. L’azienda conta oltre 2.600 centri servizi e 10.000+ addetti in 52 paesi. Nel 2019 MBE ha conseguito un fatturato aggregato pari a 918 milioni di euro dagli 861 milioni del 2018.

Grazie all’operazione, la società punta a inserirsi in nuovi spazi di business con servizi di micro-logistica e per dotarsi di risorse per lo sviluppo internazionale. Paolo Fiorelli, presidente e ceo di MBE, ha dichiarato: “Abbiamo piani ambiziosi per essere sempre più competitivi e rafforzare la presenza internazionale migliorando così i risultati del gruppo MBE nei prossimi anni. Per raggiungere questi obiettivi, eravamo alla ricerca di un partner di valore con esperienza e risorse di talento. Con Oaktree abbiamo trovato ciò che stavamo cercando”. Mario Adario, Managing Director di Oaktree, ha commentato: “MBE opera in mercati ad alto potenziale e vanta un considerevole livello di esperienza, una posizione di mercato attraente e un management team di talento. Le industrie di riferimento sono, infatti, in continua trasformazione e vediamo un’enorme opportunità nel supportare MBE nella prossima fase di sviluppo del business”.

Oaktree è specializzata in investimenti alternativi, con un patrimonio gestito di 125 miliardi di dollari al 31 dicembre 2019. Investe in credito, private equity, real assets e aziende quotate. L’azienda ha oltre 950 dipendenti e uffici in 18 città in tutto il mondo. In Italia, Oaktree nel 2019 ha rilevato l’80% di CEBAT, società specializzata in impiantistica, interconnessione, manutenzione e sviluppo di linee di distribuzione elettrica, di cabine di conversione primaria e secondaria e di impianti di illuminazione pubblica ed elettrici (si veda altro articolo di BeBeez) e il 40% della società genovese Costa Edutainment, attiva nella gestione di parchi di intrattenimento ed educazione scientifica (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2018, invece, Oaktree ha investito nella moda (con Magital-Cruciani e Caraggi) e nella viticoltura (Azienda agricola Caprai). Mentre a fine 2015 aveva comprato Banca Lecchese (si veda altro articolo di BeBeez), poi ribattezzata Banca Progetto, e nel 2007 aveva comprato Conbipel, tuttora in portafoglio (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo indiscrezioni trapelate nel dicembre 2019, Oaktree sarebbe anche uno degli operatori interessati ad acquisire anche Sator Immobiliare sgr, la società di gestione di fondi immobiliari del Gruppo Sator, fondato da Matteo Arpe (si veda altro articolo di BeBeez).

 


Officine Maccaferri, i bondholder concedono tempo per trattare sul piano di salvataggio

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officine maccaferriOfficine Maccaferri ha raggiunto un cosiddetto accordo di forbearance (ossia contenente misure di concessione) con i portatori del bond da 190 milioni di euro quotato all’ExtraMot Procon cedola 5,75%,  in scadenza nel 20121 e acquisito da Carlyle e suoi coinvestitori lo scorso dicembre (si veda qui il comunicato stampa e qui altro articolo di BeBeez).

L’accordo, siglato con bondholder che rappresentano almeno il 54% delle obbligazioni, prevede, tra l’altro:
– la rinuncia all’esercizio dei diritti e alle tutele previsti per il mancato pagamento degli interessi sulle obbligazioni dovuti al 2 dicembre 2019 e comunque entro il termine el periodo di grazia di 30 giorni dalla scadenza stabilito ai sensi dell’Indenture (evento di default); in particolare si prevede la rinuncia a chiedere che il Trustee dichiari le obbligazioni dovute ed esigibili;
– la facoltà di revocare, in qualsiasi momento, dopo la dichiarazione di acceleration, prevista per l’evento di default, qualsiasi dichiarazione di acceleration e le sue conseguenze, a condizione che tale revoca non sia in conflitto con provvedimenti emessi dal tribunale avente giurisdizione competente.

Carlyle aveva scritto a fine gennaio al Gruppo Maccaferri una lettera che ricordava che il regolamento del bond prevede che l’escussione delle garanzie si attivi automaticamente (si veda qui l’Offering Memorandum, pagg. 134-135 e qui altro articolo di BeBeez). Per scongiurare l’accelerazione e quindi la firma di un accordo, il fondo Usa aveva offerto il write-off del debito esistente (a esclusione di quello bancario) di Officine Maccaferri e, all’interno di un piano più ampio, nuova finanza per la stessa Officine Maccaferri e per Seci, la holding che controlla il Gruppo Maccaferri.

Evidentemente un accordo di massima in questo senso è stato trovato, visto che la nota di Officine Maccaferri precisa che “la società sta attualmente finalizzando un rivisto piano aziendale che includerà, tra l’altro, nuovi strumenti finanziari o di liquidità e di conseguenza avvierà a breve un processo di sollecitazione del consenso e convocazione di un’assemblea degli obbligazionisti al fine, tra l’altro, di modificare alcuni termini dell’Indenture per consentire alla società di adottare determinate misure per attuare il nuovo finanziamento tramite strumenti finanziari o di liquidità”.

In attesa della firma dell’accordo di forbearance, Fitch Ratings a fine gennaio aveva ridotto il rating di Officine Maccaferri a RD (restricted default, si veda qui il comunicato stampa).

E’ ragionevole ritenere, quindi, che Carlyle avrà voce in capitolo nell’operazione complessiva di salvataggio del gruppo Maccaferri, per il quale sono state presentate offerte anche da parte di Oxy Capital e Hps (si veda altro articolo di BeBeez), di Fortress Investment Group (si veda altro articolo di BeBeez) e di Quattro R (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto alle altre società del Gruppo Maccaferri, era stata spostata a metà di questo mese la data dell’udienza al Tribunale di Bologna per il piano di rilancio nell’ambito del concordato in continuità, che coinvolge la Seci (la holding con cui la famiglia Maccaferri controlla l’omonimo gruppo), insieme a Samp (si veda altro articolo di BeBeez). Ma a oggi non si hanno novità. 

Intanto al Tribunale è stato presentato il piano per Felsinea Factor, che sarà liquidata, e per Enerray, della quale è già stato affittato il ramo d’azienda manutenzione a Lt Holding (sempre settore fotovoltaico), che è già vincolata all’acquisto. Sapaba, Exergy (venduta nell’ottobre 2019 ai cinesi di Nanjing Tica Thermal Solution, si veda altro articolo di BeBeez) e Sebigas proseguono il loro percorso di concordato.

Il Gruppo Maccaferri ha aperto a inizio giugno 2019 la procedura di concordato con riserva  per Seci holding; per Seci Energia, sub-holding del comparto energetico; e per Enerray, società del settore energia. Successivamente, hanno chiesto il concordato anche la società di costruzioni Sapaba, il produttore di zucchero Sadam e la società di factoring Felsinea Factor, per un totale di 400 dipendenti coinvolti sui 4.500 totali del Gruppo Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez) e Samp, società di ingegneria meccanica  (si veda altro articolo di BeBeez).

Il gruppo emiliano ha chiuso il 2017 con un fatturato pari 1,039 miliardi di euro, 118 milioni di ebitda e un debito di 750 milioni di euro, contratto per la maggior parte con Banca Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit e Banco Bpm e che include anche  il bond  di Officine Maccaferri e i minibond da 25 milioni di euro di Sampistemi spa (si veda altro articolo di BeBeez). Officine Maccaferri ha invece chiuso il 2018 con 535,2 milioni di euro, un ebitda di 15,6 milioni e un debito finanziario netto di 201,9 milioni, mentre i 9 mesi a fine settembre 2019 si sono chiusi con 374,5 milioni di ricavi, 21,6 milioni di ebitda e 235,6 milioni di debito finanziario netto, che si è attestato quindi a 6,4 volte l’ebitda, contro le 3,3 volte dello stesso periodo dell’anno precedente (si veda qui la presentazione dei risultati dei 9 mesi).


Pamlico Capital raccoglie 1,4 mld $ per il fondo V. Softbank stanzia 2,5 mld $ del suo bilancio per nuovi investimenti, prima di lanciare il secondo fondo Vision. Africa ECP compra la maggioranza del franchising Burger King in SudAfrica

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Pamlico Capital

Pamlico CapitalPamlico Capital ha effettuato il closing definitivo di Pamlico Capital V con impegni totali per 1,4 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Hanno partecipato investitori sia vecchi che nuovi che hanno contribuito a superare significativamente l’obbiettivo l’obiettivo iniziale di $ 1,25 miliardi. Gli impegni nei confronti di PC V provenivano da un gruppo diversificato di investitori globali composto da fondi di fondi di prim’ordine, compagnie assicurative, fondi pensione aziendali e stranieri, dotazioni, fondazioni e family office. Pamlico è orgoglioso di aver collaborato con un gruppo così distinto di soci accomandanti e di aver raccolto oltre 4,3 miliardi di dollari di impegni aggregati dal 2002. “Siamo onorati di aver effettuato la raccolta di PC V così rapidamente e con una domanda così forte, compresa la partecipazione di quasi tutti gli investitori di PC IV e di numerosi nuovi investitori”, ha affermato Art Roselle, partner di Pamlico. “PC V continuerà la nostra storia di partnership con manager di talento, spesso come primo investitore istituzionale di un’azienda, per accelerare la crescita e infine costruire aziende leader del settore. Rimaniamo concentrati sul perseguimento delle strategie che ci hanno permesso di avere successo nel tempo, tra cui un impegno per il mercato medio-basso e i nostri tre settori fondamentali del settore, insieme a continui investimenti in capacità di creazione di valore a supporto dei gestori delle nostre società di portafoglio”. Come per i precedenti fondi di Pamlico, PC V cercherà investimenti azionari tra i $ 25 milioni e i $ 125 milioni in società in crescita con un valore aziendale complessivo compreso tra $ 50 milioni e $ 350 milioni. Pamlico rimane concentrato sulle opportunità sia di minoranze che di acquisizione nei settori dei servizi aziendali e tecnologici, delle comunicazioni e della sanità nel Nord America. La strategia di investimento dell’azienda sfrutta la profonda competenza del team e le comprovate strategie di creazione di valore per identificare sottosettori interessanti all’interno dei suoi settori target e opportunità specifiche in cui Pamlico può svolgere un ruolo attivo nell’aiutare i team di gestione a creare valore per gli azionisti. UBS Securities LLC ha agito come agente di collocamento per Pamlico. Robinson, Bradshaw e Hinson, PA hanno fornito consulenza legale.

SoftBankStando a fonti vicine alla tematica, SoftBank Group Corp ha stanziato 2,5 miliardi di dollari del proprio capitale per nuovi investimenti mentre cerca di aumentare l’interesse del mercato per il suo secondo fondo Vision. Si veda qui altassets. L’amministratore delegato di SoftBank, Masayoshi Son, ha dichiarato la scorsa settimana che l’impresa potrebbe trascorrere i prossimi due anni investendo un fondo ponte costituito dal proprio capitale. L’obiettivo della strategia è di rafforzare la fiducia tra gli investitori per incoraggiarli a impegnarsi sul secondo fondo Vision. SoftBank sta puntando $ 108 miliardi per il Fondo II, impegnando $ 38 miliardi del suo denaro per stimolare la raccolta fondi. Nel luglio dello scorso anno, le società blue-chip di SoftBank tra cui Apple, Foxconn e Microsoft hanno scritto memorandum in cui affermano di voler investire nel Fondo II. Il Mubadala di Abu Dhabi e il Fondo di investimenti pubblici dell’Arabia Saudita hanno impegnato gran parte del primo fondo, ma non hanno ancora preso iniziative sul nuovo veicolo. La società ha annunciato il ritardo della raccolta fondi la scorsa settimana, citando le “preoccupazioni” degli investitori in merito alla performance del suo Vision di debutto. SoftBank ha dovuto affrontare sfide con le società del portafoglio del Vision Fund, in quanto la società spaziale collaboratrice WeWork e la società Uber Technologies, nota per i viaggi di motociclista, hanno entrambi registrato perdite a seguito di valutazioni da svariati miliardi di dollari. L’anno scorso, l’azienda ha dovuto presentare un accordo di finanziamento da $ 10 miliardi per salvare WeWork dal fallimento.

Africa ECPIl sudafricano Grand Parade Investments (GPI) Ltd ha dichiarato che venderà la sua quota del 95,36% nel franchising Burger King e tutto il Grand Foods Meat Plant al Fondo Africa ECP per 697 milioni di rand ($ 46,53 milioni di euro). Si veda qui Reuters. La società di investimento aveva siglato un accordo di franchising a lungo termine con Burger King nel 2012, scommettendo sul redditizio mercato fast food del Sudafrica, sull’appetito dei consumatori per gli hamburger alla griglia e sul loro prezzo interessante. Tuttavia, i rivenditori sudafricani hanno faticato a incrementare le vendite poiché il rallentamento dell’economia, l’alto tasso di disoccupazione e l’aumento dei costi del carburante hanno ridotto il potere di spesa dei consumatori. GPI ha negoziato con uno sconto significativo sul valore delle sue attività sottostanti, ha dichiarato l’amministratore delegato Mohsin Tajbhai, aggiungendo che la società sudafricana ha implementato una “strategia basata sul valore” due anni fa, volta a ridurre lo sconto a cui il prezzo delle azioni del gruppo negozia in relazione al suo valore patrimoniale netto intrinseco (iNAV). “Il consiglio di amministrazione ha considerato la vendita della partecipazione di GPI in Burger King South Africa nel contesto della strategia del gruppo di sblocco del valore per tutti gli azionisti e ha deciso che il modo migliore per avviare una vendita controllata di attività”, ha detto Tajbhai. Burger King, che ha lanciato il suo ristorante nella città portuale sudafricana di Città del Capo nel 2013, compete con il leader del mercato McDonald’s Corp e altre catene di ristoranti come RocoMamas. Burger King, che ha 92 ristoranti in tutto il paese, ha generato un profitto di 11,7 milioni di rand per GPI l’anno scorso, aiutato dalle maggiori vendite da nuovi ristoranti e dal miglioramento delle vendite nello stesso negozio. Il Grand Foods Meat Plant gestisce un impianto per la produzione di hamburger, con Burger King che è il suo principale cliente con oltre il 90% delle vendite. Nel frattempo, ECP Africa, un gestore di fondi di private equity focalizzato sull’Africa, ha 60 investimenti che includono Eco bank, MTN Costa d’Avorio e il principale imbottigliatore di bevande gassate, Atlas Bottling Corp in Algeria.

 

 


Blackstone Group acquista in India un Hotel Trident per 82 mln $. L’araba Dar Al Arkan emette 400 mln$ di sukuk bond

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Blackstone GroupBlackstone Group ha ottenuto l’approvazione del National Company Law Tribunal per acquisire il Trident Hotel a Hyderabad in India, di proprietà di Golden Jubilee Hotels e gestito da East India Hotels del gruppo Oberoi. L’hotel è in difficoltà perché carico di debiti. Blackstone investirà l’equivlente di circa 82 milioni di dollari (Rs 585 crore, si veda qui dealstreetasia). Questo è il primo accordo della società di private equity in India ai sensi della legge fallimentare. Anche Sattva Group, uno sviluppatore con sede a Bangalore, era in corsa per acquisire la proprietà dell’hotel. Situato nel corridoio IT di Hyderabad, il Trident Hotel è un hotel a cinque stelle con 324 camere. Secondo quanto riferito, l’hotel è stato dichiarato come attività deteriorata nel dicembre 2015 ed è stato trascinato in tribunale fallimentare dalla banca principale di Baroda nel febbraio 2018. Il Core Hotels detiene l’84% dei Golden Jubilee Hotels, mentre EIH detiene il saldo del 16%.

Dar Al ArkanDar Al Arkan, sviluppatore immobiliare dell’Arabia Saudita, ha collocato 400 milioni di dollari in sukuk bond a 7 anni al 7% (si veda qui Reuters).  Il ṣakk (in arabo: صك‎, pl. in arabo: صكوك‎, ṣukūk) è un titolo di debito conforme alla sharīʿa. La legge della tradizione islamica, infatti, proibisce il prestito a interesse (ribā). Si possono considerare come l’equivalente, per la finanza islamica, delle azioni. A differenza delle obbligazioni, i ṣukūk devono corrispondere a un progetto determinato, di solito un progetto immobiliare o infrastrutturale. Quindi, mentre un’obbligazione convenzionale è una promessa di ripagare un debito, i ṣukūk sono costituiti della proprietà di una quota-parte di un debito (ṣukūk murabaḥa), di un asset (ṣukūk al-ijara), di un progetto (ṣukūk al-istisna), di un affare (ṣukūk al-musharaka) o di un investimento (ṣukūk al-istithmar). Chi detiene i sukuk quindi partecipa al rischio d’impresa (in modo simile ad un azionista occidentale) con la possibilità di non avere un flusso di ritorno dell’investimento. Dal punto di vista giuridico, si può considerare quindi come un titolo di proprietà di un attivo che genera flussi finanziari. Dar Al Arkan, che ha iniziato a commercializzare i bond con un rendimento in area al 7,375-7,5%, ha riunito un consorzio composto da AlKhair Capital, Citi, Deutsche Bank, Dubai Islamic Bank, Emirates NBD Capital, Mashreqbank, Nomura, Standard Chartered Bank e Warba Bank. L’emittente ha ricevuto oltre 1,1 miliardi di dollari di ordini. I sukuk saranno emessi attraverso Dar Al Arkan Sukuk Company Ltd e garantiti da Dar Al Arkan Real Estate Development



Primo Group (Aksìa) e Caredent (L Catterton) puntano a creare un gruppo da 150 cliniche dentali

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Schermata 2020-02-20 alle 07.26.12

Schermata 2020-02-20 alle 07.26.12Le catene di cliniche dentistiche Primo Group e CareDent, controllate rispettivamente da Aksìa e L Catterton, hanno siglato un accordo che le porterà a diventare il secondo più grande player nel mercato italiano delle cliniche dentali con oltre 150 cliniche.

Nel dettaglio, Primero, la holding di Primo Group, ha sottoscritto un bond convertibile di Caredent (si veda qui il comunicato stampa) e, al verificarsi di determinate condizioni riguardanti i risultati dell’esercizio 2020 delle due società, Primo Group e CareDent si fonderanno automaticamente. Nell’emissione del bond, Aksìa e Primo Group sono state assistite dallo studio fiscale Russo De Rosa Associati, da EY per gli aspetti finanziari ed Esg, dallo studio De Luca & Partners. L Catterton e CareDent sono state assistite dallo studio legale BonelliErede e da Fineurop Soditic.

CareDent è una realtà di 65 cliniche dentali (51 di proprietà e 14 in franchising)), il cui brand è stato lanciato in Spagna nel 2004 e che è entrato nel mercato italiano nel 2009 da Christian La Monaca e Chicco Reggiani. Il controllo del gruppo è stato poi acquisito nel 2016 da L Catterton, che oggi possiede il 72% del capitale. CareDent a sua volta ha acquisito Dental Planet (6 cliniche) nel 2017 e SmileClin (4 cliniche) nel 2018.

Lo scorso ottobre Aksìa aveva comprato Primo Group da ArchiMed, con Equita Private Debt Fund che aveva coinvestito in Primero un milione di euro per una quota di minoranza e che aveva finanziato l’acquisizione, sottoscrivendo un bond subordinato da 7 milioni di euro, a un tasso dell’8% (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente Primo Group aveva comprato la maggioranza di Medidental, società che gestisce la catena di poliambulatori a marchio OasiMedica, dal socio fondatore Claudio Semperboni, che ha mantenuto un ruolo operativo e una quota di minoranza. L’intera operazione è stata finanziata anche con un prestito senior fornito da Banca Ifis. A seguito di tale aggregazione il gruppo conta oggi oltre 90 cliniche.

Nato a Torino nel 2010, Primo ha successivamente aperto centri in altre regioni strategiche a partire dal 2014. E’ stato fondato da un gruppo di imprenditori con grande esperienza commerciale nel settore Health & Welness, che hanno avviato la collaborazione con Vincenzo Notaro, docente della Dental School di Torino. Primo Group fornisce un’ampia gamma di servizi odontoiatrici: dall’igiene dentale alla conservazione, dall’impiantologia alla protesi dentali, dall’ortodonzia all’endodonzia e alla paradontologia. Nel 2013 Primo ha aperto anche un proprio laboratorio odontotecnico. La società è guidata dall’ad Mirko Puccio.


Generali Real Estate prepara joint venture in Austria con la tedesca Apleona

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generali-real-estateGenerali Real Estate e la tedesca Apleona Real Estate GmbH stanno per lanciare una joint venture in Austria. Lo si desume da una notifica di progetto di concentrazione pubblicata dalla DG Conocorrenza della Commissione Europea (si veda qui il documento). L’operazione prevede il conferimento dell’attività di gestione immobiliare austriaca di Generali al  veicolo tedesco Sansa Beteiligungsverwaltungs GmbH, creato da Generali. Successivamente Apleona rileverà il 60% delle azioni di Sansa, costituendo la joint venture. Da un esame preliminare, la Commissione ritiene che ”quella notificata possa rientrare nell’ambito di applicazione del regolamento sulle concentrazioni. Tuttavia si riserva la decisione definitiva al riguardo”.

Apleona Real Estate, con sede a Neu-Isenberg nei pressi di Francoforte (Germania), fa parte dell’omonimo gruppo di società attive nel facility management integrato, nello sviluppo tecnologico e nella gestione di tutti i servizi commerciali collegati, dal marketing  al leasing. Il Gruppo Apleona, attivo in più di 30 paesi  avvalendosi di circa 20 mila dipendenti, fa capo a sua volta al fondo lussemburghese EQT VII, gestito dall’omonima società svedese, braccio operativo nel private equity della famiglia Wallenberg, dall’estate del 2019 con presenza anche in Italia, sotto la direzione di Federico Quitadamo (si veda altro articolo di Bebeez).

Generali Real Estate fa capo al Gruppo Generali ed è l’undicesimo investitore di real estate a livello mondiale secondo la classifica 2019 stilata dalla rivista internazionale specializzata IPE Real Assets, oltre che l’unica italiana nella top-100 (si veda altro articolo di BeBeez). Pochi giorni fa Generali Real Estate ha ceduto un immobile direzionale in Piazza Fidia 1 Milano ad Ardian Real Estate (si veda altro articolo di BeBeez) e uno in via Roma a Torino all’asset manager tedesco Patrizia AG (si veda altro articolo di BeBeez).

 

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Anima si prepara a lanciare una sgr dedicata ai private asset. Alla guida Minard e Cappuccio (ex Emisys e Mezzanove)

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anima sgrAnima sgr sta per varare  una sgr dedicata ai private asset e in prima battuta al private debt. La guideranno  Philippe Minard e Andrea Cappuccio, entrambi entrati in Anima per l’occasione (si veda qui il comunicato stampa). I due manager hanno lavorato insieme per anni e sono specialisti del settore del debito mezzanine.

In particolare Minard nell’aprile dello scorso anno era stato chiamato dal private equity francese Capzanine ad aprire l’ufficio italiano a Milano, supportato da Riccardo Dore e Tommaso Galletta, tutti provenienti da Emisys Capital sgr (si veda qui altro articolo di BeBeez).

Quest’ultima era nata nell’ottobre 2013 dalla fusione dei team dei due operatori specializzati in finanziamenti mezzanini, AF Mezzanine Mezzanove Capital (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva lanciato il fondo Emysis, che a oggi non ha più nessuna partecipazione in portafoglio, dopo aver ceduto il suo ultimo investimento nel leader italiano dei camping village Club del Sole al veicolo d’investimento quotato NB Aurora nel novembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre in Emisys Capital e in Mezzanove Capital aveva lavorato con Minard anche Andrea Cappuccio.

“L’ingresso di questi professionisti va ad arricchire le nostre competenze per la crescita su aree chiave e in particolare sul segmento istituzionale”, ha commentato Marco Carreri, amministratore delegato di Anima sgr. Il progetto è teso ad allargare l’offerta di Anima su asset class caratterizzate da rendimenti potenziali più interessanti di quelli attualmente offerti dagli asset quotati. Secondo quanto risulta a BeBeez, è partito ora l’iter autorizzativo con Bankitalia. Il primo fondo in rampa di lancio sarà focalizzato su strumenti di private debt e rivolto a investitori istituzionali.

Contestualmente, Anima sgr ha annunciato anche l’assunzione di Fabio Fois all’interno della Direzione investimenti, con l’obiettivo di costruire e guidare un team di ricerca interna. Fois riporterà a Filippo Di Naro, vicedirettore generale e direttore investimenti. Fois proviene da Barclays, dove dal 2006 ha ricoperto diversi ruoli, fino a diventare responsabile del dipartimento Europeo di Ricerca Macroeconomica. In precedenza è stato Research Assistant presso l’Università Bocconi di Milano.

Anche Anima sgr ha quindi deciso di inserirsi nel trend che vede private bank e asset manager tradizionali avvicinarsi al mondo dei private market alla ricerca di rendimenti interessanti da offrire alla clientela privata, che abbia disponibilità patrimoniali e conoscenze finanziarie adeguate.

Nel gennaio scorso Banca Generali ha confermato che entro fine marzo 2020 lancerà un proprio Eltif dedicato ai clienti retail facoltosi  (si veda altro articolo di BeBeez), mentre Bnl Bnp Paribas Private Banking e Wealth Management ha siglato un accordo con BlackRock per distribuire alla clientela il fondo BlackRock Private Equity Opportunities ELTIF, che effettua investimenti diretti in società non quotate, per la maggior parte europee, in partnership con altri gestori internazionali di private equity (si veda altro articolo di BeBeez). Un accordo simile lo ha siglato a fine gennaio anche Cassa Lombarda per distribuire lo stesso Eltif ai suoi clienti (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre lo scorso dicembre FAI-Mercati Privati Europei, il secondo fondo per clienti private di Fideuram Alternative Investments, ha raccolto quasi 350 milioni di euro, portando la piattaforma Mercati Privati Europei di Fideuram a superare 1,2 miliardi di raccolta complessiva (si veda altro articolo di BeBeez).

Un lungo approfondimento sul tema dei private market per clientela private si trova nel libro edito da EdiBeezPrivate Capital. Esperienze e soluzioni. Ecco perché la finanza alternativa funziona, a firma di Stefania Peveraro, direttore di BeBeez, e pubblicato lo scorso autunno. Il tema è stato ampiamente dibattuto in occasione di un convegno organizzato da BeBeez nella sede di Milano Finanza su investimenti alternativi e mondo private e che non a caso ha avuto il patrocinio dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB).


First Atlantic Real Estate mette in vendita 58 centraline. Deal da 28 mln di euro

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first-atlantic-reFirst Atlantic Real Estate (Gruppo First Atlantic Capital) ha messo in vendita 58 centraline interamente locate a operatori dei settori elettrico e telecomunicazioni, per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). 

Le centraline sono distribuite in Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio, Marche e Sardegna, e situate all’interno di immobili di proprietà di fondi immobiliari composti da spazi adibiti ad uffici, locali per apparecchiature tecnologiche, magazzini e aree esterne di pertinenza. L’advisor della vendita è Yard RE, società di intermediazione immobiliare del Gruppo Yard specializzata nella compravendita e locazione di immobili, soprattutto nella gestione di distressed asset rivenienti da leasing ripossessati, Npl, Utp, aste, procedure concorsuali e Reoco.

First Atlantic Real Estate è una società di investimento immobiliare con sede a New York, interamente posseduta da First Atlantic Capital. E’ stata fondata nel 2010 da Roberto Buaron (presidente e ceo di First Atlantic Capital) e Daniel Buaron (presidente di First Atlantic Real Estate srl di Milano). Oggi la società è gestita da Roberto Buaron e Andrew S. Cohen, ex Partner di Apollo Real Estate Advisors.

 

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Nausdream, partecipata da Barcamper, lancia campagna di equity crowdfunding su 200Crowd

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Schermata 2020-02-20 alle 07.59.23La startup sarda Nausdream, partecipata dal fondo Barcamper Ventures, gestito da Primomiglio sgr, e specializzata nel fornire ai grandi tour operator internazionali un servizio “chiavi in mano” di escursioni di qualità per i loro clienti, in località selezionate nel Mediterraneo e in Estremo Oriente, ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma 200Crowd. La campagna ha un obiettivo minimo di raccolta di 120 mila euro (pari al 5,56% del capitale) e un obiettivo massimo di 350 mila e si basa su una valutazione pre-money della società di 2,04 milioni (si veda qui il comunicato stampa).

La startup, nata all’interno del Contamination Lab di Cagliari, è stata fondata da Maria Antonietta Melis, Ousmane Dieng, Giuseppe Basciu e Marco Deiosso (ceo) ed è operativa da maggio 2016. Tra il 2017 e il 2019 Nausdream ha raccolto 630 mila euro in tre round ai quali hanno partecipato, oltre a Primomiglio, anche alcuni business angel, tra i quali Gian Luca Puggioni, General Manager Area Delegate di Azimut Capital Management sgr, oggi presidente di Nausdream. In particolare, Barcamper Ventures aveva investito 230 mila euro nella startup nel giugno 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).

Antonio Concolino, amministratore delegato di Primomiglio sgr, ha commentato: “Crediamo molto nel modello di sviluppo di Nausdream che, insieme ad alcuni Business Angel qualificati, abbiamo contribuito a far crescere sin dai suoi inizi. E penso che l’equity crowdfunding sia uno strumento perfettamente adeguato a questa fase di vita dell’azienda, perché oltre a consentire di raccogliere capitali in tempi relativamente brevi, favorisce la comunicazione del modello e dei valori della società a una platea più ampia, aumentandone così la reputazione”.

Nausdream seleziona i fornitori locali, pianifica le escursioni e ne gestisce l’esecuzione offrendo così escursioni “local & tailor made” che i tour operator possono rivendere ai propri clienti finali, retrocedendo i ricavi a Nausdream, al netto del proprio margine.

Marco Deiosso, fondatore e ceo di Nausdream, ha spiegato: “I nostri processi innovativi di selezione dei fornitori e di costruzione delle escursioni, nonché il servizio di advisoring e supporto vendita al Tour Operator, ci consentono un’alta personalizzazione dell’offerta. Un’esigenza molto sentita dai tour operator e dalle compagnie di crociera, che i nostri competitor diretti nel panorama internazionale non riescono pienamente a soddisfare, in quanto puntano, invece, sulla standardizzazione”.


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