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E’ già record di raccolta per la campagna di equity crowdfunding di Fin-Novia. Grazie al supporto di Intesa Private Banking si punta a 7,95 mln euro

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Su BacktoWork è in corso la mega-campagna di equity crowdfunding del veicolo di investimento Fin-Novia srl, che ha come obiettivo massimo di raccolta 7,95 milioni di euro, poco sotto l’asticella degli 8 milioni, limite oltre il quale scatta l’obbligo di prospetto informativo. Consob, infatti, nel novembre 2018 aveva alzato la soglia di esenzione dall’obbligo di pubblicazione del prospetto informativo da 5 a 8 milioni di euro per tutte le offerte pubbliche di prodotti finanziari (si veda articolo di BeBeez). È la prima volta che in Italia una campagna di equity crowdfunding si pone un obiettivo massimo così elevato.

I capitali raccolti saranno utilizzati da Fin-Novia per sottoscrivere parte di un prestito obbligazionario convertendo emesso, per un totale di 25 milioni di euro, da e-Novia spa, la Fabbrica di Imprese milanese nata nel 2015.

e-Novia è una realtà in cui le idee si trasformano in prodotti, i ricercatori sviluppano esperienze imprenditoriali, e le startup si modellano in imprese. e-Novia promuove, costituisce e sviluppa società innovative nelle aree della robotica, intelligenza artificiale e mobilità, attraverso la valorizzazione delle proprietà intellettuali sviluppate con istituti di ricerca e corporate internazionali. Un approccio industriale, quello della Fabbrica, efficace, sostenibile e scalabile. Alcune realtà internazionali si fondano su un modello confrontabile per alcuni aspetti con la Fabbrica di Imprese. Tra queste, gli startup studios statunitensi e alcune società europee che hanno raggiunto importanti valori di mercato, confrontandosi così con le imprese a più elevata crescita nel settore hi-tech. La Fabbrica di Imprese e-Novia ha all’attivo 21 imprese create, 9 progetti imprenditoriali in pipeline e più di 50 brevetti depositati. La società ha chiuso il 2018 con 8,4 milioni di euro di ricavi, saliti a circa 10,3 milioni a fine 2019, mentre i ricavi aggregati di tutte le società partecipate da e-Novia hanno superato i 22 milioni a dicembre 2019.

Schermata 2020-02-18 alle 17.18.28Fondatori di e-Novia sono Vincenzo Russi (ceo con oltre 35 anni di esperienza come top manager di corporate globali), Ivo Boniolo (cio, con esperienza di innovation transfer e founder e ceo di vari spin-off del Politecnico di Milano) e Cristiano Spelta (cfo, a sua volta ceo di spin-off dell’Università di Bergamo). Hanno già investito in e-Novia società leader nei propri settori come Brembo, Dompè, Landi Renzo, Fassi, Dainese, Pelliconi, Streparava, Eldor, Rubinetterie Bresciane, Mermec, tra i 26 investitori industriali e finanziari.

L’obiettivo minimo di raccolta di Fin-Novia era di un milione di euro, ma a oggi, a pochi giorni dal lancio della campagna, è già stato ampiamente superato, con adesioni che sono arrivate a 4,3 milioni di euro da parte di 131 investitori. Il ticket minimo di investimento è di 25 mila euro. Del totale raccolto, 100 mila euro sono stati investiti dai proponenti del progetto, il presidente e ceo Lorenzo Dal Verme e il ceo e cfo Luigi Bruno. I due manager non percepiranno alcun compenso fisso, ma avranno come forma di remunerazione esclusivamente un carried interest, che verrà riconosciuto esclusivamente se Fin-Novia genererà utili distribuibili.

L’operazione vede il sostegno di Intesa Sanpaolo Private Banking, che, attraverso la propria rete nazionale, ha deciso di proporre l’operazione ai propri clienti. “È la prima volta la principale banca in Italia offre in maniera strutturata ai propri clienti l’investimento in economia reale direttamente tramite un portale di equity crowdfunding”, ha commentato a BeBeez Alberto Bassi, ceo di BacktoWork, aggiungendo che “questo è un primo test importante per dimostrare che la sinergia tra equity crowdfunding e private banking può essere disruptive per il settore dell’innovazione in Italia. Grazie a questa alleanza tra fintech e sistema bancario, le migliori scale-up e PMI italiane potranno accedere a un canale di finanziamento in grado di colmare il gap presente sul mercato e gli investitori, abituati a strumenti più tradizionali, potranno contribuire attivamente allo sviluppo economico del Paese”.

Una tale sinergia è il primo risultato eclatante dell’operazione annunciata lo scorso giugno con cui Neva Finventures, il veicolo di corporate venture capital che fa capo a Intesa Sanpaolo Innovation Center e che ha investito 4 milioni di euro in aumento di capitale per una quota di minoranza di BacktoWork24, riservandosi un’opzione per salire in maggioranza in futuro (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta di un’iniziativa unica nel panorama italiano, nata dalle sinergie tra BacktoWork e il Gruppo Intesa Sanpaolo che, attraverso l’Innovation Center e Neva Finventures, ha creduto nello sviluppo di questa nuova modalità di investimento.

Tornando all’operazione, “la conversione del prestito obbligazionario e-Novia avverrà in ipo su un mercato regolamentato. La finestra attesa per la quotazione è in un intervallo dai 12 ai 18 mesi dal termine della campagna di equity crowdfunding”, ha detto ancora Bassi, sottolineando che “e-Novia è uno degli attori più di rilievo della community Elite di Borsa Italia e di TechShare di Euronext, mostrando una propensione ai principali listini europei, superando quindi i requisiti di AIM e Euronext Growth”.

Il bond prevede una conversione con tassi di sconto e di interesse che crescono in funzione del momento in cui avverrà l’ipo, premiando così l’obbligazionista, e quindi anche Fin-Novia, per la durata del periodo precedente alla liquidità del titolo e contemporaneamente incentivando la società al raggiungimento dell’obiettivo di quotazione nei valori e nei tempi previsti dal piano industriale.



Per Sia ipotesi di equity value per oltre 4 mld euro, dopo un aumento di capitale in ipo da 1-1,5 mld

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siaSia, gruppo leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllato da Cdp Equity, potrebbe sbarcare in Borsa con una capitalizzazione di oltre 4 miliardi di euro, dopo un aumento di capitale in ipo da 1-1,5 miliardi di euro.   Lo riferiscono voci di mercato, riportate dall’agenzia di stampa Reuters, in linea con  i numeri già  proposti da BeBeez nei mesi scorsi.

Intanto Sia, assistita da Rothschild come advisor, sta scegliendo i global coordinator, con  JP Morgan e Unicredit che sarebbero in pole position. La fusione con un altro operatore del settore, in particolare con Nexi, resta comunque un’ipotesi sul tavolo come opzione alternativa alla quotazione in Borsa per Sia.

Il Consiglio di amministrazione della società aveva approvato a inizio febbraio 2020 la quotazione in Borsa entro l’estate 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Dell’ipo si parlava da oltre un anno. Nel febbraio 2019, in occasione dell’approvazione del piano industriale 2019-2021, l’amministratore delegato Nicola Cordone aveva detto che se Sia avesse deciso per l’ipo, avrebbe puntato a una raccolta di 1 miliardo di euro e l’operazione sarebbe consistita in parte in un aumento di capitale e in parte nella cessione di una fetta delle quote azionarie in mano ai soci (si veda altro articolo di BeBeez).

Ma l’ipotesi ipo non è appunto l’unica opzione disponibile. A fine gennaio un report di Goldman Sachs ipotizzava per Sia un enterprise value di 3-3.5 miliardi di euro nel caso di merger con Nexi, che darebbe vita a un campione nazionale con una quota di mercato di circa il 70% (45% Nexi, 25% Sia), generando importanti sinergie di costo. A comprare sarebbe Nexi, che potrebbe pagare con un mix di azioni e debito.  

Sul fronte della valutazione, l’ultimo punto di riferimento ufficiale è il dato dello scorso novembre, quando F2i sgr e HAT sgr hanno ceduto le rispettive quote in Sia a Cdp Equity e Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ceduto le loro a FSIA Investimenti (30% Poste Italiane e 70% FSI Investimenti, che a sua volta è controllata al 77% da Cdp Equity e per il restante 22,88% dalla Kuwait Investment Authority). Al termine dell’operazione, Cdp Equity ha quindi comprato il 25,69% di Sia, mentre FSIA è salita dal 49,48% al 57,5%, per un totale quindi di Cdp Equity dell’83,19% tra Cdp Equity e FSIA. Il resto del capitale continua invece a fare capo a Banco Bpm, Mediolanum e Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez).

L’operazione con i fondi, come anticipato da BeBeez lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez), è stata condotta sulla base di un equity value di Sia di 2,4 miliardi di euro e di un enterprise value di circa 3,2 miliardi, pari a 12,5 volte l’ebitda atteso per il 2019 e 14,6 volte l’ebitda normalizzato 2018, che è stato di 222 milioni di euro, a fronte di ricavi netti per 614,8 milioni e di una posizione finanziaria netta di 723,9 milioni di euro. L’operazione con le banche, invece, è avvenuta sulla base di una valutazione più bassa, perché fissata da un’opzione call che è stata esercitata. Partendo quindi da quell’equity value di 2,4 miliardi per Sia e aggiungendo un aumento di capitale da 1-1,5 miliardi, si arriva a 3,4-3,9 miliardi di euro di capitalizzazione post aumento. Ovviamente per un’ipo si proverebbe a partire da un equity value pre-money un po’ più alto e quindi l’ipotesi di sbarco in Borsa per Sia con una capitalizzazione di oltre 4 miliardi, come riferito da Reuters, appare ragionevole.

Negli ultimi anni Sia è cresciuta in misura importante e ha dato grandi soddisfazioni ai suoi azionisti. Nel marzo 2019 ha annunciato un dividendo per il 2018 di ben 60 milioni di euro, dopo aver staccato un dividendo analogo da 59,9 milioni per l’esercizio 2017, un altro da 44,55 milioni per il 2016, uno da 49,69 milioni per il 2015 e uno da 35,68 milioni per il 2014. In totale, poco meno di 250 milioni di euro di dividendi in 5 anni (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel 2018 il Gruppo Sia ha gestito complessivamente 7,2 miliardi di operazioni con carte (+18,1% dal 2017), 14 miliardi di transazioni per i servizi istituzionali (+6,7%) e 3 miliardi di operazioni di pagamento relative a bonifici e incassi (-2,4% per i più bassi volumi relativi a pagamenti non-SEPA e all’operatività di filiali di banche estere in Italia). Sui mercati finanziari il numero delle transazioni di trading e post-trading è stato di 51,7 miliardi (-8% legato a efficientamenti tecnologici delle logiche di mercato che hanno ridotto il numero totale degli ordini). Sia ha gestito un traffico di oltre 1.204 terabyte di dati, in aumento del 53,6% rispetto al 2017, sui 186.000 km. della rete SIAnet, con una totale disponibilità dell’infrastruttura e livelli di servizio del 100%.

Sia dal dicembre 2019 è presieduta da Federico Lovadina. Nel gennaio scorso Sia, insieme a Cetif (Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica di Milano) e Reply (società quotata a Piazza Affari, specializzata nella progettazione e realizzazione azione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali) ha cominciato a sperimentare la gestione delle fideiussioni tramite blockchain (si veda altro articolo di BeBeez).

Sia è una delle società monitorate da BeBeez Private Data
(scopri qui come abbonarti alla versione Combo che include
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Knowlton Development (Cornell Capital) compra i profumatori per ambiente e gli insetticidi Zobele. Esce DH Private Equity

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ZobeleL’americana Knowlton Development Corporation, controllata dal dicembre 2018 dal fondo Usa Cornell Capital e partecipata dalla Caisse de Dépôt et Placement du QuébecInvestissement Québec e HarbourVest Partners, ha acquisito la trentina Zobele, specializzata in prodotti di largo consumo per la cura della casa come insetticidi e profumi per ambiente, e che vanta come clienti alcuni tra i maggiori gruppi mondiali (si veda qui il comunicato stampa).

A vendere è stato il fondo inglese DH Private Equity Partners, il nuovo nome preso nel 2017 dal fondo d’investimento britannico Doughty Hanson.  Quest’ultimo, tramite la newco Z Beta sarl, nel 2006 aveva acquisito il 75,6% della società dalla famiglia Zobele (si veda BeBeez Private Data, cliccare qui per sottoscrivere l’abbonamento).

A inizio mese si parlava di un forte interesse del fondo Centerbridge Partners che avrebbe a sua volta voluto rilevare Zobele tramite la controllata statunitense Kik Custom Products.

DH Private Equity Partners aveva avviato la vendita di Zobele nel novembre 2019.  L’operazione rientra nel processo di graduale liquidazione del portafoglio della ex Doughty Hanson, anche a seguito della scomparsa del fondatore Nigel Doughty nel 2012. Zobele era una delle tre aziende rimaste in portafoglio (vedi sito di DH Private Equity), le altre due sono la scozzese Asco (servizi di logistica) e la francese Kp1 (prefabbricati in cemento).

L’amministratore delegato di Zobele Roberto Schianchi e l’attuale management continueranno a gestire il business di Zobele sotto l’ombrello di Knowlton Development Corporation (KDC/ONE), e la sede centrale di Zobele rimarrà in Italia. L’acquisizione sarà finanziata da un significativo reinvestimento di capitale proprio da parte di Cornell Capital e della Caisse de dépôt et placement du Québec (CDPQ), oltre che degli altri investitori di KDC/ONE. Nell’operazione, Jefferies Group LLC ha svolto il ruolo di consulente finanziario di KDC/ONE e Cornell Capital, mentre Weil, Gotshal & Manges LLP è stato il loro consulente legale. Zobele è stata assistita dall’advisor finanziario Guggenheim Securities, LLC e da quello legale Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom LLP.

L’acquisizione di Zobele da parte di KDC/ONE migliorerà ulteriormente la sua piattaforma globale attraverso la prodotti per la bellezza, la cura della persona e della casa. Nicholas Whitley, presidente e ceo di KDC/ONE, ha dichiarato: “La combinazione ta le due aziende guiderà un’innovazione senza precedenti per i nostri partner e una significativa espansione nei principali mercati geografici e finali”. Roberto Schianchi, amministratore delegato di Zobele, ha affermato: “Insieme a KDC/ONE, siamo sicuri che saremo in grado di portare avanti il nostro obiettivo comune di creare prodotti e tecnologie all’avanguardia su larga scala”.  Justine Cheng, presidentedi KDC/ONE e partner di Cornell Capital, a sua volta ha commentato: “Questa transazione strategica e altamente complementare posiziona KDC/ONE per un continuo successo come partner globale del marchio, in grado di fornire innovazione su misura ad un ritmo accelerato”.

Fondata in Italia nel 1919, Zobele è un produttore leader mondiale con oltre 5.000 dipendenti, due centri di innovazione, cinque centri di progettazione e sviluppo e sette strutture all’avanguardia negli Stati Uniti, in Europa, Asia e America Latina. Zobele a inizio 2013 aveva emesso un bond da 180 milioni di euro per rifinanziare le linee di credito erogate nel 2006 a supporto del buyout da parte di Doughty Hanson (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond aveva scadenza febbraio 2018 e pagava una cedola del 7,875% ed era stato quotato alla Borsa del Lussemburgo. Nel febbraio 2017 Zobele ha rimborsato in anticipo il bond e ha rifinanziato il debito, con un prestito sindacato da 210 milioni di euro erogato dall’allora Interbanca, Hsbc, Natixis e Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez)

Il presidente Enrico Zobele e l’amministratore delegato Roberto Schianchi lo scorso settembre, in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni dell’azienda, avevano detto che il gruppo si avviava a chiudere il 2019 con oltre 400 milioni di euro di fatturato, il 17% in più dei 343 milioni del 2018 e il doppio di 15 anni fa, quando l’azienda trentina decollò come operatore mondiale con l’acquisizione della spagnola Dbk. (si veda qui L’Adige). “La nostra redditività è alta. L’ebitda è ben oltre il 10% delle vendite e il gruppo fa utili”, aveva aggiunto Schianchi. In resaltà si dice che alla fine l’ebitda sia stato addirittura di 60 milioni. I profumatori d’ambiente sono il suo prodotto principale: deriva infatti da questo prodotto il 60% delle vendite, mentre gli insetticidi sono il 25% e gli altri prodotti il 15%. Allora era stato detto che Zobele aveva intenzione di avviare acquisizioni soprattutto nei settori di nuova espansione, dai prodotti per la cura della persona e degli animali ai profumatori per il bucato, per i quali è stato aperto il nuovo stabilimento produttivo a Dallas, negli Stati Uniti. e che per questo “potremmo aver bisogno di risorse addizionali”, aveva aggiunto Zobele.

Fondata nel 2002, Knowlton Development Corporation ha sede a Longueuil (Quebec). E’ uno dei principali formulatori e produttori di prodotti personalizzati a livello mondiale di soluzioni personalizzate per i marchi di bellezza, cura della persona e per la casa. KDC/ONE impiega oltre 7.000 dipendenti in 18 stabilimenti in Nord America, Europa e Asia. L’azienda gestisce anche 3 centri di innovazione e R&S. Negli ultimi 5 anni, KDC/ONE ha registrato una rapida crescita grazie al completamento di diverse acquisizioni; l’ultima è stata quella di HCT Group, un fornitore di soluzioni di produzione per marchi cosmetici.

Cornell Capital LLC è una società di investimenti con sede negli Stati Uniti con 3 miliardi di dollari di asset in gestione e uffici a New York e Hong Kong. Investe in aziende dei settori beni di consumo, finanziario e industriale. Il fondatore e Senior Partner è Henry Cornell, che ha ricoperto la carica di vicepresidente della Divisione Merchant Banking di Goldman Sachs prima di fondare Cornell Capital nel 2013.


L’Associazione Laureati LUISS organizza la Private Equity Innovation Roundtable il 2 aprile. BeBeez è media partner

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Schermata 2020-02-20 alle 11.45.50

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BeBeez vi aspetta il prossimo 2 aprile 2020
alla Private Equity Innovation Roundtable
organizzata da ALL (Associazione Laureati LUISS)

dalle ore 8.30 alle 13.00
presso il LUISS Hub di Milano in Via Massimo D’Azeglio, 3
Seguirà business lunch di networking.
ALL è  presieduta da Andrea Battista (ceo di Net Insurance),
ha come vicepresidente Enrico Cantarelli (managing partner di Phinance Partners) ed è guidata a Milano da Domenico Di Luccia
(managing partner di Di Luccia & Partners Executive Search)
BeBeez è media partner dell’evento, che sarà moderato da Stefania Peveraro, direttore di BeBeez
L’evento è gentilmente sponsorizzato da Porsche.
Per iscriversi all’evento, scrivere a mmarcelli@luiss.it

Programma

Ore 8.30
Registrazione dei partecipanti, welcome coffe e inizio lavori

9,30-10,30
Innovazione nelle fasi di valutazione/investimento
Panelist: Federico Quitadamo; head of Italy EQT; Gianni Galasso, head of private equity EOS; Robeto Ippolito, managing partner RiverRock; Alberto Gemarini, senior partner Vitale & Co

Ore 10.45 – 11,45
Innovazione nella fase di crescita/valorizzazione di una partecipata
Panelist: Giampaolo Di Dio, cio Fondo Italiano d’Investimento; Giacinto d’Onofrio, Italy country head Trilantic; Fabrizio Rescingo, partner J Hirsch; Rossano Ruffini, head of private equity Equita

12,00-13,00
Innovazione nella fase di exit in contesti di scenario incerti
Panelist: Fabio Cané, managing director Neuberger Berman; Raffaele de Courten, senior partner Alto Partners; Fabrizio Baroni, founding partner B4 investimenti; Andrea Lazzaretti, partner Studio Legale Rinaldi

13,00 Business launch e networking

Per iscriversi all’evento, scrivere a: mmarcelli@luiss.it

Marin (JLL), nel 2020 in Italia 10 mld di euro investiti negli spazi commerciali

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Pierre Marin - RICS

Pierre Marin - RICS“Nel 2020 gli investimenti in immobili commerciali in Italia saranno circa 10 miliardi di euro”. Lo ha detto a BeBeez Pierre Marin, ad di JLL in Italia.

Nel nostro paese, il mercato è cresciuto costantemente dal 2013. “Il trend dura da anni, per questo mi aspetto una stabilizzazione del mercato, anche se per ora il nostro outlook resta positivo”, ha chiarito Marin. Parallelamente, abbiamo assistito a una discesa dei rendimenti col passare del tempo, che ha portato gli investitori a guardare ad altre asset class (uffici, high street, student, multifamily e senior housing, residenziale in locazione) e location.

“Il mercato immobiliare sinora si è concentrato su Milano, ma Roma ha un bel potenziale di crescita. E poi c’è parecchia liquidità pronta da investire: stimiamo ci siano 5 euro di liquidità per ogni euro di spazio disponibile”, ha detto il manager.

Inoltre, stanno acquisendo sempre più importanza i servizi di gestione immobiliare, dal momento che solo un numero limitato di operatori se ne occupa. Altri trend rilevanti saranno l’innovazione tecnologica (blockchain e big data), i fattori ESG, l’urbanizzazione (che porterà alla trasformazione delle città sia in termini di infrastrutture che di immobili) e i cambiamenti demografici. L’outlook resta positivo per l’Italia  malgrado le incertezze geopolitiche ed economiche siano una costante, anche perché “il real estate si sviluppa a prescindere dall’economia, che ha un impatto relativo”, ha spiegato l’ad di JLL in Italia.

The Medelan a Milano

The Medelan a Milano

Per il 2020, la società ha varie iniziative in cantiere per Milano e Roma. Nel capoluogo lombardo, si occuperà della vendita di spazi commerciali  e uffici nel Medelan (presso Palazzo Broggi, ex sede del Credito Italiano), in piazza Cordusio per conto dei cinesi di Fosun Hive, la divisione di real estate dell’omonima conglomerata cinese (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, JLL sta chiudendo uno sviluppo residenziale nella zona ovest di Milano. Nella Capitale, la società sta assistendo Axa nella vendita di un immobile situato in via Vittorini.

Tra le operazioni più importanti del 2019 di JLL, ricordiamo la cessione di Palazzo Turati da parte di Coima sgr e SOFAZ (fondo sovrano dell’Azerbaijan) a Invesco Real Estate e la vendita di un trophy asset in via Tornabuoni a Firenze nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, JLL è stata advisor nell’entrata del colosso americano WeWork in Italia e ha gestito la gara per la Torre Velasca di Unipol, aggiudicata dall’americana Hines (si veda altro articolo di BeBeez), il cui closing è previsto per quest’anno.

jll studio italiaSecondo JLL, nel 2019 in Italia sono stati investiti 12,3 miliardi di euro nel real estate, con un balzo del 46% anno su anno, grazie a 217 operazioni (+45 rispetto al 2018). Gli investimenti si sono concentrati nel segmento uffici (5,3 miliardi, pari al 44% del totale), seguiti da hotel (3,1 miliardi) e centri commerciali (1,7 miliardi).

Gli investitori sono prevalentemente internazionali (75%) e il target di investimento principale è rimasta la città di Milano, che ha catalizzato il 41% degli investimenti. I rendimenti prime netti sono scesi sia a Milano sia a Roma, attestandosi rispettivamente al 3,40% e del 3,75% (si veda qui l’Italian Market Perspective di JLL).

 

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Fidia Holding riorganizza le partecipazioni. Nuovo socio per Patriot National Bancorp in arrivo

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Fabrizio Arengi Bentivoglio

Fidia Holding spa, la società di investimento della famiglia Arengi Bentivoglio, a cui una volta faceva capo il controllo di Fidia Farmaceutici (ceduta nel 2007), sta riorganizzando il suo portafoglio di partecipazioni, per la maggior parte statunitensi, ed è ora impegnato a ragionare soprattutto sul futuro della banca controllata Patriot National Bancorp, quotata la Nasdaq. Dopo quasi 10 anni dall’investimento iniziale, è immaginabile che nel prossimo futuro ci sia un’operazione straordinaria.

Secondo quanto risulta a BeBeez, infatti, Fidia e gli altri soci di riferimento starebero ragionando su varie ipotesi: da una riorganizzazione azionaria, a un’ulteriore acquisizione, dopo quella di Prime Bank, piccola banca del Connecticut che vanta circa 70 milioni di assetscomprata nel 2018, fino anche a possibile fusioni con un soggetto più grande. Tutte le opzioni, comunque, sono ancora sul tavolo in questi mesi.

Ristrutturata nel corso degli anni, oggi Patriot capitalizza circa 54 milioni di dollari e a fine settembre 2019 aveva 972 milioni di dollari di asset (si veda qui il comunicato stampa sui dati dei 9 mesi). Fondata a presieduta da Fabrizio Arengi Bentivoglio, Fidia Holding, tramite la controllata americana Fidia Capital, insieme a Solaia Capital aveva acquistato nel 2010 l’88% di Patriot Bank nel 2010Tuttora a Solaia e Fidia, direttamente e indirettamente tramite PNBK Holdings LLC, fa capo la stessa quota.

Presidente e ceo di Patriot Bank è Michael Carrazza, ex Goldman Sachs, alla guida di Solaia Capital, piattaforma newyorkese di investimenti con la quale Fidia ha un accordo di partnership.Tornando al portafoglio di Fidia Holding,  nel luglio 2019 ha ceduto la sua quota in Hint Water, società di San Francisco che distribuisce acqua minerale dotata di vari aromi, prodotto che si inserisce nel filone delle bevande sane in contrapposizione con quello delle tipiche bevande gassate e zuccherate e che deve la sua forza a una logistica avanzata che le permette di avere come prima controparte Amazon.  L’operazione ha generato un ritorno complessivo del 78,4%, pari al 21,8% annualizzato. Sempre lo scorso anno Siena Lending Group llc, specializzata nel settore dei prestiti ale pmi garantiti da crediti verso clienti e/o beni di magazzino (asset backed lending) è stata venduta e quindi le preferred convertible shares detenute da Fidia Capital llc sono state rimborsate insieme agli interessi attivi maturati, generando un ritorno totale del 16% o 12% annualizzato.

Infine va segnalato che a gennaio 2019 il fondo Granite Creek Capital Partners ha investito 15 milioni di dollari in Morrow Sodali Global parte in aumento di capitale e parte con debito, con i soci esistenti , Fidia compresa, che si sono diluiti (si veda qui il comunicato stampa). Il gruppo è specializzato in servizi di corporate governance, gestione delle assemblee degli azionisti, proxy solicitation, relazioni con gli investitori e servizi relativi a operazioni straordinarie. Fidia vi aveva investito nel maggio 2016 insieme a MC Square, la piattaforma di advisory e coinvestimento in aziende e fondi di private equity di cui la stessa Fidia pochi mesi prima aveva supportato il lancio (si veda altro articolo di BeBeez) e dal cui capitale è successivamente uscita. Fidia in particolare aveva finanziato l’operazione di aggregazione tra Morrow e Sodali (si veda qui il comunicato stampa di allora).

Tra le altre aziende Usa in portafoglio c’è ancora la newyorkese Cais (Capital Integration Systems), società che ha sviluppato una piattaforma tecnologica dedicata al settore del wealth management utilizzata dai principali gestori.

Al di fuori degli Stati Uniti, nell’aprile 2017 Fidia aveva ceduto per circa 12 milioni di euro AB SolarPower, la controllata abruzzese attiva nella costruzione e gestione di impianti solari (si veda altro articolo di BeBeez)A subentrare è stata una cordata di aziende e imprenditori già presenti nel settore, composta da Tuctos (di Maria Giovanna Calloni e Roberto Marsella), Powerwind e Tesla (dei fratelli Malvestuto). L’azienda, basata a Sulmona, in provincia de L’Aquila, dispone di sette impianti per una potenza installata totale di circa 5 MegaWatt.

Quanto agli investimenti futuri, Fidia sta osservando con interesse il settore degli immobili industriali da adibire a grandi centri logistici, sempre negli Stati Uniti.


Mandarin si beve anche il caffé Yespresso. Terza acquisizione nel settore in pochi mesi

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Schermata 2020-02-21 alle 06.52.02

Schermata 2020-02-21 alle 06.52.02Dopo aver comprato il controllo dei caffè Neronobile e Daroma, il fondo Mandarin Capital Partners III (MCP III) investe anche Yespresso, specializzato nella commercializzazione online di capsule di caffè. Per il momento il fondatore e amministratore delegato di Yespresso, Filippo Di Carlo, cederà solo il 30% del capitale, ma Mandarin avrà un’opzione put and call a due anni, che dà diritto all’acquisto della totalità delle quote societarie. Di Carlo nell’operazione è stato assistito da M&C Partners, advisor italiano specializzato in operazioni di m&a e di turnaround.

L’investimento si colloca all’interno del progetto di build-up finalizzato alla creazione di un gruppo integrato nel settore del caffè. Nell’ottobre 2019, infatti, MCP III aveva acquisito il 67% di Neronobile, azienda italiana leader nella produzione e commercializzazione di caffè, tè, tisane e solubili in capsula (si veda altro articolo di BeBeez). Neronobile ha chiuso il 2018 con 23 milioni di euro di ricavi e 4 milioni di ebitda.

Successivamente, lo scorso xx, il fondo ha rilevato il produttore di caffè Daroma, che controlla i noti marchi italiani Palombini, Mexico, Giovannini, Nori, Camilloni e Van Doren.Il fondatore di Daroma, Giulio Santin, ha reinvestito nell’operazione e continua a guidare la società in qualità di presidente e amministratore delegato. L’operazione è stata condotta sulla base di una valutazione di Daroma di 35 milioni di euro, pari a 7,5 volte l’ebitda 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Daroma ha chiuso il 2018 con 26 milioni di euro di ricavi.

Neronobile e Daroma sono controllate da Coffee Holding, che fa capo a Mandarin, nel cui Cda siede anche Carlo Luigi Salvadori, ex top manager di Nestlè e Lavazza, con una consolidata esperienza nel mercato del caffè. E’ quindi sotto Coffee Holding che è destinata a finire anche la partecipazione in Yespresso.  La società appena acquisita ha chiuso il 2018 con 26,7 milioni di euro di ricavi e 3,5 milioni di ebitda. Il gruppo, quindi, cuba un pro-forma 2018 di oltre 75 milioni di euro di ricavi.


Sycamore si aggiudica il 55% di Victoria’s Secret. JC Flowers e Värde cedono Fairstone Financial a Duo Bank of Canada. ForgePoint Capital raccoglie 450 mln $. BV Investment lancia il decimo fondo di buyout

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Schermata 2020-02-21 alle 08.34.48L Brands ha ceduto il 55% della casa della lingerie Victoria’s Secret al private equity Sycamore Partners, fondo specializzato in investimenti consumer e retail, sulla base di una valutazionne complessiva di 1,1 miliardi di dollari. In capo a L Brands resterà quindi il 45% di Victoria’s Secret.  Quando Leslie Wexner, fondatore di L Brands oggi 82 enne, la rilevò, nel 1982, la pagò solo un milione di dollari. Tuttavia la valutazione è in realtà molto bassa in prospettiva storia. L Brands ha chiuso mercoledì con una capitalizzazione di mercato di circa 7 miliardi di dollari, in forte ribasso rispetto ai 29 miliardi di dollari  del suo apice nel 2015. Al momento la società  ha circa 5,5 miliardi dollari di debito netto. Il brand era in crisi da tempo. A inizio 2019 era stata annunciata la chiusura di 53 negozi e a fine anno era stato annullato lo storico show degli Angeli. Quest’anno, poi, è cominciato con un’inchiesta del New York Times che raccoglieva le accuse di misoginia e abusi mosse dalle top model allo storico chief marketing officer Ed Razek,

JC FlowersJC FlowersVärde Partners e i loro coinvestitori hanno annunciato che cederanno Fairstone Financial Holdings a Duo Bank of Canada, un fornitore di servizi finanziari con sede a Toronto supportato da Stephen Smith, Centerbridge Partners e Ontario Teachers ‘Pension Plan (si veda qui il comunicato stampa).  I termini della transazione, che dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del 2020, non sono stati resi noti. Värde Partners e JC Flowers hanno agito come partner alla pari nella transazione. Il gruppo di investitori ha acquisito CitiFinancial Canada da Citi nel 2017 e ha rinominato la società come Fairstone con l’obiettivo di supportare la sua crescita e la sua posizione di leader di mercato nel settore del credito al consumo. Sotto la proprietà di JC Flowers e Värde, Fairstone è cresciuta fino a diventare il principale fornitore non bancario canadese di soluzioni di credito responsabile per i mutuatari molto affidabili. Oggi Fairstone ha oltre 3 miliardi di dollari in attività su base consolidata e una rete di 239 filiali con circa 1.400 dipendenti in tutta la nazione. La società ha diversificato la sua struttura patrimoniale e ha preso provvedimenti per ridurre i costi di finanziamento come entità autonoma, inclusa l’emissione della prima transazione ABS di prestiti al consumo sul mercato canadese. Durante la proprietà di JC Flowers e Värde, Fairstone ha fatto investimenti significativi per stabilire una piattaforma tecnologica aziendale di prim’ordine, ha migliorato i suoi modelli di valutazione del credito personalizzati basati sui dati, ha sviluppato un approccio incentrato sul cliente al servizio clienti e ha diversificato il suo prodotto e la sua geografia mescolare per raggiungere una base di clienti più ampia.

ForgePoint CapitalForgePoint Capital ha annunciato il closing della raccolta del suo secondo fondo a quota 450 milioni di dollari di impegni. La società, con 750 milioni di dollari di asset in gestione. è uno degli investitori più prolifici nella sicurezza informatica (si veda qui il comunicato stampa).  Il Fondo II, il più grande fondo del settore incentrato esclusivamente sulla sicurezza informatica, investirà nelle fasi iniziali e selezionerà le società in crescita che affrontano le sfide più urgenti per gli individui, le imprese e i governi. “Riteniamo che la prosperità globale e la sicurezza nazionale dipendono dall’impegno a proteggere il mondo digitale”, ha affermato il co-fondatore e amministratore delegato Alberto Yépez. “In ForgePoint abbiamo riunito uno dei migliori team di esperti di sicurezza informatica. Portiamo un profondo know-how operativo da oltre 80 anni di esperienza nel settore combinato per aiutare gli imprenditori a costruire aziende durature.” A causa della natura in rapida evoluzione della tecnologia e della crescente sofisticazione dei cyber-avversari, l’innovazione della sicurezza informatica è essenziale. I professionisti della sicurezza comprendono che il mercato è frammentato e collaborano con start-up sostenute per soddisfare le esigenze emergenti di sicurezza delle informazioni. Le aree di interesse del Fondo II includeranno la cyber intelligence, la privacy, i servizi di sicurezza e la protezione delle infrastrutture. “Mentre alcune società di venture capital includono la sicurezza informatica come tema di investimento, il nostro team si concentra singolarmente sul mercato, guidando competenze di dominio senza precedenti e approfondimenti sulle tendenze emergenti del settore”, ha commentato Don Dixon, cofondatore e amministratore delegato. Il team ha coltivato una vasta rete di relazioni di fiducia per formare il Consiglio consultivo sulla cibersicurezza di ForgePoint con 60 membri attivi che comprende imprenditori, amministratori delegati di società di cybersicurezza pubbliche e private, CISO di importanti organizzazioni ed ex leader della sicurezza del governo. ForgePoint ha già effettuato diversi investimenti dal Fondo II, inclusi i recenti investimenti in Cysiv, una società SOC-as-a-Service; Huntress Labs, un fornitore di rilevamento avanzato delle minacce a fornitori di servizi gestiti (MSP) e rivenditori a valore aggiunto (VAR) per le medie imprese; e Secure Code Warrior, che fornisce una suite di strumenti di codifica sicura che forma gli sviluppatori a costruire software con una mentalità di sicurezza.

BV Investment PartnersBV Investment Partners ha lancito la raccolta del suo decimo fondo di buyout, BVIP Fund X, che segue il fondo IX da 750 milioni di dollari (si veda qui altassets).  Il Fondo X ha già ottenuto un impegno di 15 milioni di dollari dal Sistema pensionistico dei dipendenti della contea di Arlington, notizia questa rivelata dal direttore esecutivo e il direttore degli investimenti Daniel Zito a Pensions and Investments. BV ha chiuso il suo veicolo precedente con un hard cap da 750 milioni di dollari dopo meno di tre mesi di raccolta d aprile 2017. La società ha utilizzato il Fondo IX per investire un ticket minimo di 25 milioni di dollari in società di servizi commerciali e di informazione, con un ebitda compreso tra 5 milioni e 20 milioni. Due anni fa, BV ha completato l’ottava operazione per il suo nono fondo, dopo aver sostenuto Franco Signor, fornitore di soluzioni per la conformità dei pagatori secondari di Medicare. Il fondo BVIP VIII aveva invece raccolto 475 milioni di dollari nel 2014, dopo aver ricevuto impegni da 85 investitori. La Contea di Arlington aveva precedentemente stanziato 15 milioni di dollari per il BVIP Fund IX e il suo ottavo fondo di punta. Alla fine dell’anno scorso, BV ha venduto la sua attività di distribuzione di sistemi di identificazione, Plasco ID, per acquisire il gruppo Barcodes.



Activum acquista lo sviluppatore olandese VanWonen. BauMont investe ancora in UK

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BauMont Real Estate Capital

ActivumSG Capital ManagementActivumSG ha acquisito lo sviluppatore olandese VanWonen. L’acquisto è la sesta acquisizione da parte dei fondi ActivumSG per strategie focalizzate principalmente sul settore residenziale e dell’assistenza agli anziani in mercati europei selezionati (si veda qui propertyfundsworld)ActivumSG Fund VI ha acquisito la società da Quadrum Habitat Fund, gestito da Quadrum Capital. L’acquisto è il più grande investimento finora del fondo VI, che ha impegnato 120 milioni di euro, ovvero il 25% del suo capitale, nei primi sei mesi dal suo lancio. I manager di VanWonen mantengono una partecipazione di minoranza nella società, che ha sede nella città di Zwolle, 50 miglia a est di Amsterdam e 25 miglia dal confine con la Germania. VanWonen è stata fondata nel 2017 da parte della divisione di sviluppo residenziale del Royal BAM Group, la più grande società di costruzioni quotata nei Paesi Bassi. Guidata dagli amministratori delegati Alfred Bolks e Chris Stam, la società ha venduto quasi 600 unità l’anno scorso, principalmente nelle regioni settentrionali, centrali e orientali dei Paesi Bassi. VanWonen ha una pipeline di 42 progetti con il potenziale per sviluppare 5.000 unità. Oltre ad accedere al mercato residenziale in Germania attraverso acquisizioni societarie e prestiti mezzanini, i fondi ActivumSG hanno investito direttamente in progetti di sviluppo nelle città più dinamiche della Spagna. I loro investimenti spagnoli si propongono di mettere sul mercato 4.000 appartamenti in vendita e oltre 1.500 unità in affitto. Per supervisionare i progetti ActivumSG ha fondato ASG Homes, un team interno di 28 membri che è ora uno dei 10 maggiori sviluppatori residenziali in Spagna.

BauMont Real Estate CapitalBauMont Real Estate Capital  ha completato il suo secondo investimento nel Regno Unito e primo con il partner operativo Ediston Properties, acquisendo Hermiston Gait Retail Park, Edimburgo da Aberdeen Standard Investments per un prezzo che si colloca in un intorno di 65 milioni. di sterline (si veda qui il comunicato stampa). Il parco commerciale dominante si trova a ovest del centro città e occupa un posto di rilievo allo svincolo 1 della M8 e City By-Pass / A1 di Edimburgo. La proprietà ammonta a 306.000 piedi quadrati di  sistemazione del magazzino al dettaglio in 13 unità e beneficia prevalentemente di Open Class 1. Il parco ha come importanti inquilini Tesco e B&Q con altri rivenditori nazionali tra cui TK Maxx, Decathlon, Wren Kitchens e Costa. Natalie Harrison, direttore degli investimenti del Regno Unito presso BauMont, ha dichiarato: “ Siamo lieti di lavorare con Ediston, che con il suo eccellente track record, sarà determinante nella realizzazione del business plan”. Alastair Dickie, direttore dello sviluppo di Ediston Real Estate, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di assistere BauMont con la loro prima acquisizione di parchi al dettaglio, un settore che conosciamo e comprendiamo bene. L’acquisizione prevede una serie di opportunità immediate per aggiungere valore attraverso un’intensa gestione patrimoniale.”


Gli Npl delle Bcc di Cassa Centrale Banca ceduti nel 2018 finiscono in un bond da 158 mln quotato all’ExtraMot Pro

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Schermata 2020-02-21 alle 07.36.43

Schermata 2020-02-21 alle 07.36.43Gli Npl originati da 53 banche di credito cooperativo, casse rurali e banche popolari aderenti a Cassa Centrale Banca del valore lordo complessivo di 1,397 miliardi di euro, che erano stati ceduti a Värde Partners, Barclays investment bank Guber Banca nel luglio 2018(si veda altro articolo di BeBeez), hanno già fatto altri due giri di valzer con gli investitori e ora si trovano cartolarizzati in titoli emessi da Futura 2019 srl quotati all’ExtraMot Pro.

Lo scorso dicembre 2019, infatti, il veicolo di cartolarizzazione Futura spv srl, con il quale era stata condotta la cartolarizzazione single tranche del 2018, ha ceduto a un nuovo veicolo di cartolarizzazione, Futura 2019 srl, il portafoglio in questione, il cui valore lordo nel frattempo si era ridotto a 1,26 miliardi di euro. A quel punto Futura 2019 ha cartolarizzato il portafoglio in più tranche e in particolare ha emesso asset backed securities senior di Classe A per 158 milioni di euro, così come spiegato nel report di DBRSche ha assegnato a quelle note il rating BBB. Le note hanno ottenuto rating anche da Moody’s  (Baa2 ) e Scope. Sono state emesse anche una tranche di Classe B da 37 milioni di euro e una tranche di Classe J da 0,8 milioni, entrambe senza rating.

Guber Banca è sponsor dell’operazione ed è inoltre sia special servicer sia master servicer, con Centotrenta Servicing  ch agisce da back-up servicer. Il monitoring agent è Zenith Service.

Ieri poi si è saputo che quelle note erano state acquisite da JP Morgan, ma che poco dopo JP Morgan ha a sua volta ceduto le note ad altri investitori  (si veda qui il comunicato stampa). Ad assistere JP Morgan nell’operazione sul piano legale è stato Orrick, mentre  Lo Studio Greenberg Traurig Santa Maria ha assistito Guber Banca e Värde come consulenti legali.


Al via il progetto da 36 mln euro per Leolandia Umbria. Invitalia sblocca finanziamenti per 23 mln

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Schermata 2020-02-21 alle 08.02.55E’ tutto pronto perché possa partire il progetto di costruzione di Leolandia Umbria, parco a tema con annessa struttura ricettiva, da realizzare all’interno dell’area di crisi industriale complessa di Terni-Narni. Sono stati infatti sbloccati gli attesi 23 milioni di euro di finanziamenti da parte di Invitalia (si veda qui il comunicato stampa di Invitalia).

La società proponente è Leolandia Umbria Srl, controllata da imprenditori locali, e Leolandia Holding spa, la società guidata da Giuseppe Ira che gestisce Leolandia Bergamo, il parco di cui si vuole replicare l’esperienza, con oltre un milione di ingressi nel 2019. Per Leolandia Umbria si prevede un ulteriore allargamento della compagine con l’ingresso di altre società e la finanziaria regionale Gepafin.

Il programma di investimenti, per complessivi 36 milioni di euro, già oggetto di un Accordo di Programma siglato da Mise, Invitalia e Regione Umbria (che ha stanziato 343mila euro), verrà finanziato con circa 24 milioni di euro di agevolazioni complessive (oltre 23 milioni di fondi MISE). Invitalia concederà, attraverso il Contratto di sviluppo, 6,7 milioni a fondo perduto e 16,9 milioni nella forma di finanziamento agevolato. Previsto un impatto occupazionale di 250 nuovi addetti (stagionali compresi).

Il parco, che sarà ispirato ai borghi medievali, con le sue 24 attrazioni si rivolge a un target rappresentato da famiglie con bambini d’età compresa tra 6 mesi e 10 anni: oltre alla struttura ricettiva offrirà al suo interno diversi punti vendita e un ristorante alla carta.

“Il programma di sviluppo presentato da Leolandia Umbria ha due importanti ragioni per ritenersi valido: crea nuovi posti di lavoro nell’area di crisi e incrementa il livello qualitativo dell’offerta turistica del territorio”,  ha commentato Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia.

“Siamo molto soddisfatti di questa delibera, e siamo pronti per lavorare alla messa in atto del progetto. Un ringraziamento dovuto va ai soci, alle istituzioni locali e a tutte le forze politiche che hanno accolto e sostenuto il progetto, e che si sono adoperate per perorare la causa”, ha commentato Giuseppe Ira, presidente di Leolandia Umbria srl.

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Via libera di Invitalia alla cessione di quasi tutti i villaggi di Italia Turismo a Human Company per 137,5 mln euro

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Il Floriana Village
Il Floriana Village

Il Floriana Village

Il Consiglio di amministrazione di Invitalia ha approvato la dismissione di quasi tutti gli assets della controllata Italia Turismo spa al Gruppo Human Company, primario operatore italiano nel settore del turismo. Il closing dell”operazione, del valore di 137,5 milioni di euro, è atteso nel corso del primo semestre 2020.

L’operazione, già annunciata il 10 luglio 2019 (si veda qui il comunicato stampa), prevede la sottoscrizione di un contratto preliminare di compravendita in virtù del quale Italia Turismo cede a Human Company  il 100% del capitale sociale di una newco nella quale conferirà un proprio ramo d’azienda costituito dalla maggior parte degli immobili di proprietà Il prezzo complessivo di 137,5 milioni sarà corrisposto in tre tranche.

Il deal resta subordinato al  rilascio del consenso da parte delle attuali banche finanziatrici di Italia Turismo all’operazione, al rimborso integrale dell’importo a esse dovuto e alla cancellazione delle relative garanzie, il rifinanziamento della newco e l’ottenimento dell’autorizzazione del ministero dello Sviluppo Economico.

Il perimetro di vendita riguarda: Floriana Village, Simeri Village, Sibari Green Village, Costa di Simeri, Torre d’Otranto, Alimini Village, Tonnare di Stintino e il Villaggio di Pisticci con l’annesso terreno e il terreno di Arenella.

Invitalia è stata assistita nell’intera procedura, per gli aspetti legali, da Legance e per gli aspetti finanziari da Kpmg Advisory.. Human Company è stata assistita per gli aspetti legali da Chiomenti e, per gli aspetti finanziari, da Banca Imi.

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Confluenze. Letizia Fornasieri all’acquario di Milano

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Letizia Fornasieri_Cicogna nella risaia_2020_olio su tela_cm 182x90

Letizia Fornasieri_Cicogna nella risaia_2020_olio su tela_cm 182×90

CONFLUENZE
LETIZIA FORNASIERI

a cura di Marina Mojana

Milano, Acquario Civico di Milano
18 marzo–26 aprile 2020

Inaugurazione martedì 17 marzo ore 18.30

La mostra “Confluenze. Letizia Fornasieri“, ospitata all’Acquario civico di Milano dal 18 marzo al 26 aprile, è dedicata al mondo dei paesaggi acquatici della Lombardia, alla flora e alla fauna tipiche di questi ambienti; un corpus di opere in gran parte inedite che danno seguito al percorso pittorico dell’artista da sempre attenta al tema della natura e della campagna italiana.
La rassegna, promossa dal Comune di Milano – Cultura, dall’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica, a cura di Marina Mojana, rientra nel palinsesto “I talenti delle donne“, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne, focalizzando l’attenzione di un intero anno – il 2020 – sulle loro opere, le loro priorità, le loro capacità.
“I talenti delle donne” vuole fare conoscere al grande pubblico quanto, nel passato e nel presente – spesso in condizioni non favorevoli – le donne siano state e siano artefici di espressività artistiche originali e, insieme, di istanze sociali di mutamento. Si vuole in tal modo rendere visibili i contributi che le donne nel corso del tempo hanno offerto e offrono in tutte le aree della vita collettiva, a partire da quella culturale ma anche in ambito scientifico e imprenditoriale, al progresso dell’umanità. L’obiettivo è non solo produrre nuovi livelli di consapevolezza sul ruolo delle figure femminili nella vita sociale ma anche aiutare concretamente a perseguire quel principio di equità e di pari opportunità che, dalla nostra Costituzione, deve potersi trasferire nelle rappresentazioni e culture quotidiane.
Letizia Fornasieri_Pesci rossi (primo) con molte foglie_2019_olio su tela_cm 137x110

Letizia Fornasieri_Pesci rossi (primo) con molte foglie_2019_olio su tela_cm 137×110

Oltre trenta opere a olio su tela, per la maggior parte create ad hoc tra il 2019 e il 2020, entrano a far parte di “Confluenze“, un ciclo iniziato da Letizia Fornasieri nel 2015 con una grande esposizione al Museo Diocesano di Milano sul paesaggio rurale senese e proseguito con la mostra personale alla Galleria Rubin, “Sentieri d’acqua”, dedicato ai canali e agli specchi d’acqua dell’area cremonese e pavese.
L’artista, autrice di celebri visioni metropolitane, di icone dell’abitare quotidiano sia esterno che interno, è una sensibilità di spicco nel panorama artistico, che rimette sotto i nostri occhi con la forza femminile nella sua libertà controcorrente, realtà esistenti che “non vediamo”.
Fornasieri è da sempre un’attenta osservatrice della realtà e rivolge il suo sguardo verso il mondo, trasfigurandolo con uno stile che si nutre dell’esperienza pittorica ottenuta sia in studio sia immergendosi nella natura. L’artista per questa mostra opera in un mondo intermedio, tra acqua e terra dove si avverte quella sensibilità lombarda che attraversa da secoli il nostro sentire e la nostra cultura, il cui emblema è Leonardo da Vinci. Oggi l’attenzione per la natura è molto viva e presente anche nelle periferie delle città e sentita da poeti quali Milo De Angelis e Maurizio Cucchi che ci parlano delle rogge e degli ambienti campestri fra le tangenziali. È a questo mondo che Letizia Fornasieri si riferisce esprimendosi con colori che danno forma intuita o precisa alla presenza di tale contesto.
Quest’ultima rassegna è stata accompagnata da soggiorni prolungati nei luoghi osservati, da viaggi finalizzati a documentarsi ma anche a comprendere come la vita dell’uomo e i suoi bisogni abbiano un impatto sul paesaggio naturale che può arrivare a caratterizzarlo in modo sublime: le colline senesi, e le pianure acquitrinose di Rivolta d’Adda, sono un esempio perfetto di come possa realizzarsi un armonioso equilibrio tra l’azione della natura e quella dell’uomo.
Letizia Fornasieri_Gruppo di oche_2019_olio su tela_cm 140x180.jpg

Letizia Fornasieri_Gruppo di oche_2019_olio su tela_cm 140×180.jpg

Col tempo matura nell’artista la consapevolezza che i canali, oltre a essere funzionali al lavoro agricolo, disegnano un ordine nella campagna e nella vita dell’uomo, scandiscono il tempo delle giornate, dei mesi e degli anni; nelle cascine e nelle aziende agricole continua un’attenzione alle piante e ai fiori puramente decorativi, che va oltre al lavoro e diventa espressione di un bisogno di bellezza che valorizza anche gli angoli più dimenticati e nascosti.

In occasione della mostra l’artista porta alla luce nuovi elementi fino ad oggi difficilmente visibili, e approfondisce ambienti e soggetti già esplorati a distanza. L’esposizione diventa occasione di incontro tra il percorso artistico di Letizia Fornasieri e la vocazione dell’Acquario Civico, istituzione molto vicina alla fauna ittica del territorio e alla flora dei paesaggi “umidi” lombardi infatti, le tele in mostra, ritraggono rogge, pesci rossi, angoli di giardino, piante acquatiche lombarde, ninfee, anatre e oche.
Parallelamente allo sviluppo dei temi, questi ultimi lavori mostrano un’accresciuta sensibilità compositiva, un’accentuata esattezza della gamma dei colori e nella morbidezza dei passaggi di tonalità dovuti anche a un moderato e sapiente uso della tecnologia, infatti alcune opere, in fase preparatoria, sono state disegnate ed elaborate su iPad. Una testimonianza di come l’attività dell’artista contemporaneo, pur legata a tecniche tradizionali, quali l’olio, sia in continua evoluzione per narrare l’infinita bellezza della natura.

In mostra è presente un catalogo con saggio critico di Marina Mojana e riproduzioni delle opere esposte.

Cenni biografici. Letizia Fornasieri nasce a Milano nel 1955 e nel 1981 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Brera in pittura, in quegli anni stabilisce una forte amicizia e un profondo dialogo con il pittore americano William Congdon. Sempre nel 1981 si aggiudica il Premio San Fedele per le arti visive. Nel 1995 vince il Premio di Pittura Carlo Dalla Zorza, in seguito il suo quadro “Milano -Tram” – esposto alla XIV Quadriennale di Roma del 2005 – entra a far parte della collezione della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano. Si ricordano alcune esposizioni: 2007 Palazzo Reale, Milano; 2011 LIV Biennale di Venezia, Palazzo Te, Mantova; 2015 Museo Diocesano, Milano; 2018 Kunstlaboratorium, Vestfossen, Norvegia. Realizza numerose opere a carattere religioso collocate in diverse chiese lombarde tra cui la “Via Crucis”, per la Chiesa di Gesù a Nazaret a Milano.
Letizia Fornasieri ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e istituzionali.
Di lei hanno scritto tra gli altri: Flavio Arensi, Luca Beatrice, Paolo Biscottini, Rossana Bossaglia, Lorenzo Canova, Maurizio Cucchi, Vladek Cwalinski, Luca Doninelli, Giuseppe Frangi, Marina Mojana, Demetrio Paparoni, Roberto Perrone, Aurelio Picca, Elena Pontiggia, Antonio Spadaro, Marco Tonelli.

L’artista vive e lavora a Milano www.letiziafornasieri.it

Coordinate mostra
Titolo CONFLUENZE. Letizia Fornasieri
a cura di Marina Mojana
Sede Acquario Civico di Milano – Viale G. Gadio 2, Milano – MM2 Lanza
Date 18 marzo – 26 aprile 2020
Inaugurazione martedì 17 marzo, ore 18.30
Orari Martedì-Domenica 9.30-17.30 – Lunedì chiuso
La biglietteria chiude alle 16.30
Ingresso 5.00 euro intero, 3.00 euro ridotto
la visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso all’Acquario
Catalogo in mostra con testo critico di Marina Mojana
Info www.acquariocivicomilano.eu / tel. 02.88465750

Icaro, le cadute: Lucia Lamacchia e Franco Raggi alla Zanuso a Milano

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galleria zanuso

Galleria Francesco Zanuso
Corso di Porta Vigentina, 26 – Milano

Icaro, le cadute
Lucia Lamacchia e Franco Raggi

5 – 26 marzo 2020
inaugurazione mercoledì 4 marzo ore 18

Franco Raggi_Luoghi organizzati per cadute improbabili. Luogo n. 3_2020_acquerelli e inchiostro su carta_cm 37 x 26

Franco Raggi_Luoghi organizzati per cadute improbabili. Luogo n. 3_2020_acquerelli e inchiostro su carta_cm 37 x 26

La mostra “Icaro, le cadute”, esposta presso la Galleria Francesco Zanuso dal 5 al 26 marzo, è il racconto per immagini di Lucia Lamacchia e Franco Raggi intorno al tema della caduta evocata nel metaforico viaggio di Icaro. Un connubio concettuale e iconico caratterizza le opere dei due artisti dove i soggetti che cadono, realizzati da Lucia Lamacchia, trovano luoghi simbolici sui quali atterrare nei lavori di Franco Raggi. Un parallelismo che allude al mito di Icaro sia per quanto concerne l’atto della caduta, sia nel ricordo di suo padre, Dedalo, architetto, e creatore, in questo caso, di strutture pronte ad accogliere e attenuare lo schianto.

Lucia Lamacchia_Icaro. Cassius Clay_2020_pennarelli su carta_cm 29,7x42

Lucia Lamacchia_Icaro. Cassius Clay_2020_pennarelli su carta_cm 29,7×42

Lucia Lamacchia dal 2010 dedica la sua ricerca artistica allo studio del vuoto. Le figure che ritrae, persone, animali e oggetti sono rappresentati in caduta libera, in posizioni differenti, involontarie e inconsuete, con atteggiamenti di resistenza o di abbandono nei confronti della gravità. Attorno a loro, lo spazio totalmente bianco del foglio descrive il vuoto, l’assenza, che, in una sorta di gioco fra elementi contrapposti con i personaggi disegnati, assume fondamentale importanza. La selezione di opere in mostra, realizzate fra il 2018 e il 2020, presenta persone e animali; si passa da un boxeur ad una calciatrice che nel movimento atletico perdono l’equilibrio, da un bambino intento a saltare a una donna che compie un salto nel vuoto, fino a un direttore d’orchestra che a braccia aperte, nell’atto di dirigere, sprofonda in uno spazio sconosciuto. Caratterizzati da un tratto delicato e dai colori sfumati, questa serie disegni a pennarello su carta vuole essere come afferma l’artista “un’esortazione a lasciarsi andare e a godersi la caduta, nell’ottica positiva che questa sia una metamorfosi, un nuovo inizio…“.

Lucia Lamacchia_Icaro. Donna_2020_pennarelli su carta_cm 29,7x42

Lucia Lamacchia_Icaro. Donna_2020_pennarelli su carta_cm 29,7×42

Nella stessa direzione sono orientati i disegni di Franco Raggi, pensati come risposta alle figure cadenti di Lucia Lamacchia; paesaggi immaginari dal titolo “Luoghi organizzati per cadute improbabili” che danno vita ad ambienti adatti alle cadute, predisposti ad attutire il colpo, a salvare coloro che precipitano. L’artista inserisce in scenari naturali e desolati, scarsi di vegetazione, delle costruzioni arcaiche e irreali, tralicci, muri senza stanze e soffitti, zattere, strutture labirintiche, con al loro interno teli, cuscini, tappeti erbosi, parti morbide per alleviare l’impatto al suolo. In questi lavori ad acquerello emerge la vena ironica e paradossale, legata alla poetica di Franco Raggi che nei suoi disegni, allestimenti, scenografie e oggetti, spesso si sofferma su collegamenti tra concetti opposti come “Stabile/Instabile”, “Mobile/Immobile”, “Antico/Moderno”.
Dell’artista in mostra è inoltre presente “La Classica” (2018) una lampada in seta serigrafata, legno decorato e ottone, che riconduce nuovamente alla mitologia e simboleggia la luce, il sole verso il quale Icaro si avvicinò troppo e che fu causa della sua caduta.

Franco Raggi_Luoghi organizzati per cadute improbabili. Luogo n. 8_2020_acquerelli e inchiostro su carta_cm 37 x 26

Franco Raggi_Luoghi organizzati per cadute improbabili. Luogo n. 8_2020_acquerelli e inchiostro su carta_cm 37 x 26

 

Cenni biografici
Lucia Lamacchia esordisce lavorando come grafica e art director per F.C.Internazionale a Milano, affiancando Roberto Carra per Oliviero Toscani. Il suo portfolio viene selezionati da Fabrica, centro di ricerca Benetton, e un suo progetto dal dipartimento in Arti e nuove tecnlogie, M-Node (NABA/Planetary-Collegium). Nel 2016 lavora per Radio24 e collabora all’allestimento di eventi per il quotidiano Il Sole 24 Ore. In occasione del Salone del Mobile 2017 cura per Ron Gilad, direttore creativo di Danese Milano-Artemide, il nuovo catalogo storico illustrato, selezionato nel 2018 da ABC Aiap Book Community, esposizione dei migliori progetti di grafica editoriale. Nello stesso anno si svolge la sua prima personale presso lo Spazio32 per la Fondazione Carispezia. Nel 2019 un suo disegno entra a far parte di UDHR Posters, progetto di esposizione itinerante dedicato alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il poster è stato selezionato da Aiap per la mostra “Italian design” presso il Taiwan Design Museum in occasione di un focus sul visual design e sulla produzione grafica contemporanea italiana.
Franco Raggi dal 1971 al 1976 è stato redattore di Casabella diretta da Alessandro Mendini con il quale ha fondato nel 1977 la rivista Modo di cui è stato caporedattore e direttore. Ha fatto parte dei gruppi del Radical design. Nel 1975-76 ha collaborato alla Sezione Arti visive Architettura della Biennale di Venezia; nel 1980 ha curato la Raccolta del Design per la Triennale di Milano e nel 1989 ha curato la Sezione Design nella mostra “Il futuro delle metropoli” alla XVIII Triennale; dal 1996 al 1998 ha coordinato il Dipartimento di Architettura all’Istituto Europeo di Design di Milano. Ha tenuto corsi e seminari in Italia presso Politecnico di Milano, Domus Academy e NABA; all’estero presso l’Architectural Association di Londra, Scuola d’Arti e Mestieri di Tolosa e l’istituto ENSAD di Parigi. Dal 2001 insegna Interior Design all’ISIA di Firenze. Come designer ha progettato per varie aziende tra le quali Fontana Arte, Cappellini, Poltronova, Luceplan, Barovier & Toso, Artemide, Danese e Zeus. Sue opere sono nelle collezioni del MoMA, New York, del Centre Pompidou di Parigi, del FRAC Centre di Orléans e del Museo della Triennale di Milano.
La Galleria Francesco Zanuso, fondata nel 2010 dall’omonimo medico e collezionista milanese con una particolare predilezione per la Scuola Romana, l’Arte Povera ed il Nouveau Realisme, prosegue nella sua fervida ricerca e nella stimolante attività espositiva con l’obiettivo di promuovere giovani artisti emergenti. Le scelte stilistiche vedono una forte attenzione rivolta alla pittura astratta e figurativa, alla fotografia, alla scultura ed al design. Situata in uno dei quartieri storici più caratteristici di Milano, la galleria rappresenta quindi un importante punto di riferimento per i collezionisti interessati alla produzione artistica contemporanea internazionale.

Coordinate mostra
Titolo Icaro, le cadute. Lucia Lamacchia e Franco Raggi
Sede Galleria Francesco Zanuso, Corso di Porta Vigentina 26, Milano
Date 5 – 26 marzo 2020
Inaugurazione mercoledì 4 marzo ore 18-21
Orari lunedì-giovedì ore 15-19 | venerdì e altri orari visite su appuntamento
Ingresso libero


Lindsay Kemp, sperimentatore eccentrico e provocatorio

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KempUn film omaggio all’artista recentemente scomparso, una lunga intervista alternata con ampio spazio lasciato alla scena, alla danza, alle performance, con una grande fluidità, realizzato da Edoardo Gabbriellini, attore, sceneggiatore e regista livornese, classe 1975.

Lindsay Kemp, nato il 3 marzo 1938 a Birkenhead in Inghilterra e morto il 24 agosto 2018 a Livorno,  ballerino, mimo, coreografo, regista, recentemente scomparso, è stato un’icona della danza contemporanea; sperimentatore eccentrico e provocatorio, fonte d’ispirazione per altrettante grandi personalità, che vanno ben oltre i suoi campi d’azione, come la sua influenza nella musica di David Bowie e Kate Bush e anche nel cinema con l’amico e genio dell’avanguardia inglese, Derek Jarman. Come si evince dal film Kemp è un intreccio originale dell’arte butoh, del mimo, del burlesque e del music hall. Il documentario racconta l’ultimo anno di vita di Lindsay Kemp a Livorno, tra memorie e tentativi di mettere in scena il suo ultimo spettacolo dedicato a Nosferatu. In inglese sottotitolato in italiano, il film consente un incontro diretto, domestico con l’artista, immergendosi in ‘brani’ di spettacolo con un’inquadratura che favorisce la partecipazione diretta, non come se fosse presentato a titolo di esempio. C’è la trasgressione, talvolta la provocazione, non la voglia tematizzata di scandalizzare a tutti i costi. La danza per Kemp non è un modo di esprimersi, neppure il modo di comunicare ma un modo di vivere, impossibile da scindere dalla sua vita.  Il racconto è sul filo delle emozioni e dosa bene lo spazio dell’intervista con gli stralci senza pilotare lo sguardo dello spettatore, in uno svolgimento sintetico, che non appesantisce come spesso accade in questo genere di cinematografia lo sguardo. Il regista riesca a restituirci la naturalezza con la quale Kemp viveva il suo quotidiano che a detto dello stesso David Bowie era quanto di più teatrale si potesse immaginare, nel suo trasformismo dal trucco, al genere sessuale.

Regia e Sceneggiatura: Edoardo Gabbriellini

Montaggio: Andrea Di Fede

Fotografia: Daria D’Antonio

Suono in presa diretta: Alberto Batocchi

Aiuto regia: Jacopo Bonvicini

Assistente artistica: Daniela Maccari, prima ballerina, interprete, coreografa e prima assistente di Lindsay Kemp  

Collaboratore: Mr. Kemp David Haughton

Musiche originali: Stefano Pilia

Operatori alla macchina: Francesco Merini, Daria D’Antonio

Ricerche d’archivio: Giulia Simi

Audio editing e Mix: Alessio Festucci

Color Correction: Andrea Orsini, Grande Mela Digital Film

Produttori: Ilaria Malagutti, Edoardo Gabbriellini

Produttore creativo: Francesco Merini

Produzione: Mammut Film con il sostegno della DG Cinema, realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema in collaborazione con Sky Arte.

 

a cura di Ilaria Guidantoni



Lorenzo Marini al Gaggenau DesignElementi Hub

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guggenau marini“OUT OF WORDS”

Lorenzo Marini
mostra a cura di Sabino Maria Frassà

Gaggenau DesignElementi Hub

20 febbraio – 3 aprile 2020

promosso da Gaggenau & Cramum

foto ©francescapiovesan

Visite gratuite lunedì-venerdì 10:00-19:00

E-mail: gaggenau@designelementi.it | infocramum@gmail.com

Il brand del design Gaggenau e il progetto non profit CRAMUM presentano da Gaggenau DesignElementi Hub di Milano (corso Magenta 2) la mostra ad “Out of Words” (Senza Parole), personale di Lorenzo Marini curata da Sabino Maria Frassà. La mostra rimarrà aperta fino a venerdì 3 aprile 2020 ed è la prima del nuovo ciclo 2020 espositivo “On-Air – Il Presente è il Futuro del passato”, ideato e curato da Frassà per Gaggenau.

“Out of Words” raccoglie 15 opere – per lo più inedite – di Lorenzo Marini che riflettono sulla crisi della scrittura e sulla trasformazione del linguaggio. L’artista, che è uno tra i più riconosciuti art director e pubblicitari a livello internazionale, si interroga oggi su cosa potrà accadere all’essere umano quando l’evoluzione socio-tecnologica l’avrà privato della scrittura e quando sarà perciò rimasto senza parole.

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Come spiega il curatore Frassà: “Lorenzo Marini racconta l’escalation dell’immagine nel linguaggio, rappresentando lettere come puri simulacri di forma: l’artista diventa un archeologo del linguaggio. La crisi della scrittura che stiamo vivendo farà sì che le parole saranno sempre più contratte e sempre più sostituite dall’immagine e dalle emoticon, che a pensarci bene sono un ritorno alla pittografia ovvero a una nuova forma di protoscrittura e di ideogrammi. Un emoticon è un simbolo che sintetizza e trasmette in modo immediato uno stato d’animo. Il loro obiettivo primario non è comunicare, ma catturare l’attenzione di un interlocutore sempre più distratto. Il risultato, che Lorenzo Marini rappresenta nelle sue opere, è una comunicazione tanto immediata e visiva, quanto priva di sintassi e di sfumature”.

Le lettere diventano gli elementi centrali di tutte le opere di “Out of Words” a partire da alcuni lavori estratti dal ciclo “AlphaType”, che ha reso celebre l’artista. Queste opere rappresentano alfabeti in cui le singole lettere sono dei loghi. Per realizzarle Lorenzo Marini ha rinunciato alla vendita di 150 loghi da lui progettati per un valore complessivo (non realizzato) di oltre tre milioni di euro. Al fianco di tali opere sarà possibile vedere per la prima volta il nuovo ciclo di opere “Typemoticon” in cui in cui l’alfabeto è composto da lettere trasformate in emoticon. A scandire questa trasformazione è infine il video “Typemotion” in cui alle immagini delle lettere-logo corrisponde il suono delle lettere, pronunciate da una voce campionata e robotica.

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LORENZO MARINI

Lorenzo Marini vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Dopo aver lavorato per una ventina d’anni nella riservatezza, difendendo le sue opere dal clamore della pubblicità, settore che conosce benissimo, dopo il 2010 è uscito allo scoperto e ha presentato le sue opere al pubblico con mostre personali in prestigiosi spazi pubblici. Sviluppa la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo aver studiato Architettura all’Università di Venezia. Il concetto di spazio e la ricerca del visual ideale diventano il paradigma della sua pittura. Una pittura che parte dalla volontà di desemantizzare l’oggetto consumistico e il suo messaggio pubblicitario, scarnificando un concetto a una mera griglia dove l’atto di mercificazione viene annullato dalla bellezza degli elementi. Comincia a esporre a New York e Miami dove partecipa anche ad Art Basel Miami. Nel 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola e che lo porta nel 2017 a esporre alla 57° Biennale d’arte di Venezia (Padiglione dell’Armenia).

 

Dal 2019 collabora con Cramum e con Sabino Maria Frassà: l’installazione AlphaCUBE presentata per la DesignWeek 2019 (da Ventura Projects ) viene selezionata per mostre a Venezia (in occasione della 58° Biennale d’arte) a Dubai e infine a Los Angeles.


L’ultimo romantico Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori

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Milton Gendel, Luigi Magnani con Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, nella Villa dei Capolavori, 1984

Milton Gendel, Luigi Magnani con Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, nella Villa dei Capolavori, 1984

Dal 14 marzo al 12 luglio 2020, la Fondazione Magnani-Rocca, col titolo “L’ultimo romantico“, propone un ricchissimo omaggio espositivo al suo Fondatore, e lo fa nella dimora che Luigi Magnani trasformò in una casa-museo sontuosa e sorprendente, la ‘Villa dei Capolavori’ a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. Uomo di cultura tra i grandi della sua epoca, Magnani può essere legittimamente assunto a testimone di ‘Parma Capitale Italiana della Cultura 2020’, sotto la cui egida la mostra si svolge. Luigi Magnani (1906-1984), uno dei massimi collezionisti di opere d’arte al mondo, nella sua casa delle meraviglie realizzò un vero Pantheon dei grandi artisti di ogni epoca, un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di dipinti e arredi unici, dai Morandi e i fondi oro degli inizi, poi il Tiziano, il Goya, fino al Monet, ai Renoir e al Canova degli ultimi anni della sua vita, in un processo di identificazione spirituale con le opere che giungevano ad abitare la sua dimora presso Parma come la scena della sua vita intellettuale.

La mostra, con oltre cento magnifiche opere provenienti da celebri musei e prestigiose collezioni, intende raccontare nei saloni destinati alle mostre temporanee – in parallelo alla sua Raccolta d’arte permanente, allestita nei saloni storici della Villa – la figura di Luigi Magnani, che amava il dialogo tra la pittura, la musica, la letteratura, attraverso i suoi interessi e le personalità che frequentò o alle quali si appassionò. Intellettuale di primo piano nella cultura italiana del Novecento, nonché frequentatore dei più esclusivi salotti del suo tempo, fu tra i fondatori di Italia Nostra. L’esposizione – a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera – presenta dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani, da Bernard Berenson a Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi; inoltre omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi dai più grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico a Guttuso a Pistoletto; importanti strumenti musicali antichi; i segreti della Villa, svelati eccezionalmente al pubblico. Infine, il sogno di altri ‘capolavori assoluti’ inseguiti da Magnani ma non conquistati, che in occasione della mostra raggiungeranno la Villa dei Capolavori e verranno svelati; il primo grande sogno realizzato è il celeberrimo dipinto Il cavaliere in rosa di Giovan Battista Moroni, capolavoro cinquecentesco, gemma di Palazzo Moroni a Bergamo, che, dopo la Frick Collection di New York, viene ora esposto alla Fondazione Magnani-Rocca per la durata della mostra.

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Quella che ora è chiamata ‘Villa dei Capolavori’ è tuttora abitata dallo spirito della bellezza, e mostra ancora purezza e forma sublimi, così come la volle Magnani, del quale rappresenta il compiuto autoritratto, come lo è per Peggy Guggenheim la collezione conservata a Venezia; nella Villa si è realizzato un ‘museo dell’anima’ in cui quadri dei grandi maestri del passato, degni dei più importanti musei del mondo, accanto ad arredi del primo Ottocento degni di una residenza napoleonica, raccontano di sé e della vita di chi li ha raccolti e custoditi, in dialettica con alcune delle opere simbolo della contemporaneità.
Attraverso le cose tornano a vivere gli incontri memorabili e le conversazioni finissime che lì ebbero luogo, quando insieme a Magnani, davanti a un piatto di fumanti anolini, Morandi e Arcangeli trovavano magicamente argomenti di condivisione poco tempo prima della clamorosa rottura fra il pittore e il critico, o quando Ungaretti, dopo una passeggiata nel parco, lasciava una poesia per l’amico Luigi, o ancora quando Guttuso festeggiava il Capodanno nella Villa omaggiando Magnani con la carnalità delle sue opere. L’élite culturale e aristocratica europea è passata per questi saloni, ha commentato un dipinto, ha ascoltato gli affascinanti racconti del padrone di casa, mentre le note di Mozart facevano da contrappunto ai capolavori dei celeberrimi maestri antichi e contemporanei, testimoni della grande storia d’Europa.
Un dipinto da solo varrebbe il viaggio alla Villa di Luigi Magnani: è il grande quadro di Francisco Goya La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784), forse il ritratto di corte più rivoluzionario di tutta la storia della pittura. Eccezionali sono anche le tre Madonne col Bambino di Filippo Lippi, Albrecht Dürer, Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra; altre opere imperdibili sono il Ghirlandaio, il Carpaccio, il Rubens, il Van Dyck, i Tiepolo, il Füssli, ma unici sono il preziosissimo Stimmate di San Francesco di Gentile da Fabriano e l’indimenticabile Sacra conversazione di Tiziano (1513). La magnificenza dei capolavori pittorici si traduce in scultura nella Tersicore di Canova e nelle due figure femminili di Bartolini.
Il nucleo contemporaneo è dominato dalle ben cinquanta opere di Giorgio Morandi, riunite durante la vita del pittore all’interno di un rapporto di stima e di amicizia con Magnani. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti intensi e drammatici. Tra le altre opere di artisti italiani spiccano una stupefacente Danseuse futurista di Gino Severini, una piazza metafisica di Giorgio de Chirico, alcuni lavori di Renato Guttuso e considerevoli sculture di Giacomo Manzù e Leoncillo. Importantissimo anche il Sacco di Alberto Burri del 1954, che Magnani considerava il proprio baluardo avanguardistico. Fra i non italiani, la Villa ospita l’unica sala di opere di Paul Cézanne in Italia; incantevole è il paesaggio marino di Claude Monet e splendide le opere di Renoir, Matisse, de Staël, Fautrier, Hartung.
Capolavori che continuano a suscitare emozioni profonde, altissima espressione dell’intimo e commosso stupore dell’uomo di fronte al segreto della bellezza. Segreto che Magnani, leggendo l’amato Doctor Faustus di Thomas Mann, riconosceva nella tensione tra il prorompente impulso creativo e le inviolabili leggi strutturali dell’arte; per questo volle per la propria raccolta un’opera di Rembrandt raffigurante proprio il Doctor Faustus. Della capacità dell’arte di conchiudere significati assoluti Magnani era convinto, come pure del suo afflato metafisico; per questo, dopo un lungo soggiorno romano dedicato all’insegnamento, si era ritirato nella sua Villa di Mamiano, fra gli amici eletti e le amate opere d’arte. Qui come già per Magnani, dimora per noi tutti la gioia silenziosa del posare lo sguardo su questi sublimi frammenti della vicenda umana, raccolti fino alla morte, avvenuta nel 1984 a settantotto anni, dopo una vita trascorsa in dialogo spirituale con i grandi della cultura, ospiti reali o ideali della sua splendida residenza. Il percorso della Fondazione Magnani-Rocca era stato avviato con la sua istituzione da parte di Magnani nel 1977, nel disegno di destinare i suoi tesori d’arte al godimento di tutti, nel ricordo dei propri genitori, donando a Parma e all’Italia una piccola Versailles. L’apertura al pubblico della Villa avvenne trenta anni fa, nell’aprile 1990. Venivano così svelate le opere di una raccolta quasi leggendaria appartenuta a una delle più eclettiche personalità culturali del XX secolo: Magnani fu infatti scrittore, saggista, storico dell’arte, compositore, critico musicale e, con le sue ricerche e i suoi scritti su Correggio, Morandi, Mozart, Beethoven, Goethe, Stendhal, Proust, seppe, come pochi, ricongiungere le ragioni del sentimento e quelle dell’intelletto.

L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 14 marzo al 12 luglio 2020.  Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua).
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 10,00 per gruppi di almeno venti persone – € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it
Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16.00, 17.00, visita alla mostra ‘L’ultimo romantico’ e alle opere più celebri delle raccolte permanenti con guida specializzata; è possibile prenotare a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida).
Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera,
saggi e testi in catalogo di Luigi Magnani, Mariolina Bertini, Giovanna Bonasegale, Mauro Carrera, Fabrizio Clerici, Carlo Mambriani, Gian Paolo Minardi, Stefano Roffi, Alberto Savinio, Vittorio Sgarbi.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Stefania Bertelli  gestione1@studioesseci.net  tel. 049 663499 Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net

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BeBeez Magazine n. 08/20. Il roundup settimanale di BeBeez

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E’ disponibile qui l’ottavo numero del 2020 di BeBeez Magazine,
il magazine di roundup di BeBeez,
che riporta un estratto di tutte le notizie apparse sul sito dal lunedì al venerdì mattina.

Per scaricare il magazine clicca qui

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Nuovo allestimento per il GUCCI GARDEN a Firenze

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Gucci1Una firma storica della moda italiana crea uno spazio tutto da vivere

La scorsa estate Gucci, uno degli emblemi dello stile italiano, in concomitanza con Pitti Uomo 96, ha presentato il Gucci Garden, situato nello storico Palazzo della Mercanzia a Firenze, attiguo a piazza Signoria, con un nuovo allestimento e una serie di articoli realizzati dall’artista Livia Carpenzano in esclusiva per la boutique del Gucci Garden. Entrando si accede al mondo Gucci a trecento sessanta gradi, non solo abiti, borse e accessori, quando oggettistica, arte – nello spazio museo – pubblicazioni ricercate nello spazio libreria e la possibilità di una sosta raffinata nel ristorante. Un modo nuovo di esporre, destrutturando la composizione della vetrina e ricomponendola nel gioco della suggestione e seduzione, con un’attenzione forte a un’estetica ‘olistica’, anche sul fronte del genere con Chime Zine | La seconda chiamata di Gucci all’uguaglianza di genere, rivista a cura dell’attivista e community organizer queer ebreo statunitense Adam Eli, pubblicata da Gucci per incentivare le nuove generazioni ad accelerare il processo che conduce all’uguaglianza di genere e all’auto espressione. Insieme ad Eli era presente l’art director della zine, MP5, artista italiana fortemente attiva nella scena artistica underground e nella controcultura europea, che negli ultimi dieci anni ha unito il suo lavoro alla scena queer e femminista.

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Il Gucci Garden, ideato dal direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, presenta al suo interno gli spazi espositivi curati dal critico e curatore Maria Luisa Frisa che, proseguendo il suo lavoro di esplorazione degli archivi della Maison, sperimenta nuove soluzioni espositive per mettere in mostra i manufatti e i documenti nella Gucci Garden Galleria, introducendo una nuova serie di oggetti e reperti.

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Per riflettere la storia e l’attività, complesse, multidimensionali e multicanale del brand, i nuovi allestimenti si appropriano letteralmente di sezioni della galleria per illustrare la sempre cangiante, inclusiva visionarietà di Alessandro Michele, che tesse narrazioni e mitologie accostando e giustapponendo memorie personali e della maison. Il suo è un itinerario provocatorio, capace di tenere insieme la materialità degli oggetti e le pulsioni immateriali della sua visione creativa.

Al primo piano della Gucci Garden Galleria si trova Détournement, in cui elementi della Maison, decontestualizzati, strappati alla propria storia, sono disposti in circolo.
L’alfabeto Gucci viene smontato e rimontato, il logo è cangiante e mostrato nelle sue molteplici declinazioni, fino a perdere i lineamenti originari.
“Il détournement – come già scritto nella presentazione alla stampa della collezione Uomo Primavera/Estate 2016 – si configura come una pratica estetica che riannoda frammenti dispersi all’interno di un nuovo insieme significante”. In modo significativo, l’allestimento rivela come, grazie alla visionarietà inclusiva di Alessandro Michele, il DNA Gucci si sposa ad altre narrazioni che rispondono all’idea di Gucci che crede nella flessibilità e nella libertà dalle restrizioni convenzionali, includendo riferimenti ad altre storie culturali, non come semplice omaggio, ma piuttosto come una citazione attraverso la quale la Maison crea nuovi significati.

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Nella sala che ospita Détournement, l’artista giapponese Yuko Higuchi ha creato l’immagine di una creatura imponente, fantastica, mitica che incorpora molti dei motivi della Maison, quali il nastro Web verde e rosso, Kingsnake, la tigre e la doppia G, oltre a fiori e insetti che contribuiscono a dare la sensazione che si tratti letteralmente di una scena in giardino all’interno del Gucci Garden. «Ho disegnato questa creatura – ha dichiarato l’artista – nell’atto di offrire un fiore, in un’ambientazione che evoca i meravigliosi fiori e piante di un Giardino Gucci. Scaturisce dalla mia immaginazione, e la vedo come una specie di drago. L’immagine è stata ispirata anche dall’idea dello Shiranui, il fenomeno ottico del fuoco soprannaturale che a volte si vede aleggiare sull’acqua, e che secondo me è portatore di grande gioia.»

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Gucci 5 il giardino d’inverno

Proseguendo oltre la sala che ospita Détournement, il visitatore scopre Bagology, un allestimento inteso come un affondo sull’accessorio per eccellenza: la borsa. Spaziando un periodo che va dagli anni Cinquanta ad oggi, i modelli tratti dall’archivio e dalle collezioni contemporanee mostrano come, attraverso le molteplici interpretazioni di Gucci a cui hanno dato vita i successivi direttori creativi, l’essenza stilistica della Maison sia rimasta sempre intatta, dando origine ad oggetti così conosciuti e familiari da essere chiamati semplicemente per nome, come ad esempio Sylvie o Jackie. Il titolo dell’allestimento è preso a prestito dall’occhiello dell’articolo “Inside Story of a Handbag” di Anita Daniel, pubblicato su The New York Times nel gennaio 1945.
Il piano ospita infine Cosmorama, una parete-deposito che articola il tema del viaggio. Dopo tutto, è proprio il fascino del viaggio che è all’origine di Gucci, e questo si è voluto esprimere nel cuore di questa sala, nella quale una gamma eclettica di borse, valige, cappelliere, beauty-case e bauli raccontano la storia di un ‘jet set’ alla moda che, persino prima dell’invenzione di quella particolare forma di trasporto aereo, rappresentava il nucleo della fedele clientela Gucci.

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Al secondo piano, le prime due sale accolgono motivi distinti.
La prima, Ouroboros, richiama il simbolo antico del serpente che si morde la coda, riscoperto nelle recenti narrazioni del marchio. Partendo dagli elementi vegetali e animali che presenti nell’heritage Gucci, l’allestimento si avventura negli aspetti misteriosi e alchemici della natura, nei simboli delle civiltà antiche e nei territori dell’esoterismo. Questa sala ospita oggetti quali un abito da sera dorato che ricorda un’armatura, jeans piumati, un lungo abito nero con un serpente che serpeggia lungo il corpo, insieme ad articoli dove la vegetazione, così centrale nell’heritage Gucci, è in evidenza, il che ci porta alla contemporanea interpretazione dell’iconico motivo Flora. Nella seconda sala, Cosmic Colours esplora una gamma di colori (Neptune Green, Sun Glow, Space Blue, Cosmic Red) che ricorre nelle collezioni Gucci, con alcuni manufatti della Maison riemersi dall’archivio che mostrano il loro legame con la ricerca cromatica di Alessandro Michele. Nell’ultima sala, Jardin d’Hiver, prosegue il dispiegamento dell’archivio con l’introduzione di nuovi oggetti e documenti circondati dalla versione bianca della carta da parati Gucci Tian. Vetrine, che imitano una collezione di voliere, creano l’effetto di un eccentrico giardino d’inverno – una total immersion finale e completa nella prodigiosa e straordinaria molteplicità della natura, nonché un’esplorazione del rapporto fra questa e la Maison.

Le Period Room della Gucci Garden Galleria, aperte un anno fa con un tributo a Björk e alla collaborazione fra l’artista e la Maison, continuano ad ospitare la mostra Il MaschileMente androgina, corpo eclettico (inaugurata lo scorso gennaio). Curata da Maria Luisa Frisa, la mostra illustra come Gucci abbia interpretato e definito la moda maschile negli anni, presentando lo stile maschile come territorio delle possibilità, accostando abiti, oggetti, accessori, immagini, libri, riviste, documenti e video, disegnando una mappa che unisce eccentricità e immediatezza, formalità ed erotismo.

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Negli spazi di transito del Gucci Garden – vani scale e pianerottoli delle scale e degli ascensori – permangono gli interventi murali dell’artista italiana MP5, i cui disegni incisivi in bianco e nero sono utlizzati per esprimere una visione critica e politicamente impegnata della realtà, e dell’artista inglese Alex Merry, che crea universi onirici e metafisici caratterizzati da un uso sorprendente del colore. I murali di MP5, che si trovano sui pianerottoli del primo e del secondo piano della Gucci Garden Galleria, danno vita ad una narrazione continua che esplora l’individualità e la profondità delle relazioni fisiche ed emotive, mentre le finestre ad arco di Alex Merry nei vani scale si aprono metaforicamente su Piazza della Signoria e mostrano paesaggi metafisici dove avvengono straordinarie trasformazioni alchemiche.

Il Cinema da Camera, piccolo cinema auditorium riservato a produzioni sperimentali che dall’apertura del Gucci Garden ha ospitato i lavori di artisti e collettivi come Luca Trevisani, ZAPRUDER Filmmakersgroup e Magazzini Criminali, accoglie ora un progetto sonoro del poeta, performer e artista John Giorno, prodotto nel 2012 da Recordthings e Zona Archives. John Giorno in Florence, a cura di Maurizio Nannucci, è un LP articolato in dodici tracce audio registrate dal 1983 al 1998, che guidano l’ascoltatore in un viaggio che celebra la relazione profonda tra l’artista americano, esponente delle idee della Beat Generation, e la città di Firenze.

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L’esclusività vuol essere la chiave della boutique del Gucci Garden, rendendola una destinazione imprescindibile per chi visita Firenze. Quasi tutti gli articoli in vendita sono realizzati in esclusiva per la boutique e non sono disponibili altrove. Altra novità per il Gucci Garden è una nuova gamma di capi d’abbigliamento e altri articoli con illustrazioni create da Livia Carpenzano. Nata a Lugo di Romagna nel 1989, Livia Carpenzano è conosciuta per i suoi lavori di grafica. Per Gucci Livia si è ispirata alla sua esplorazione delle Metamorfosi di Ovidio e ai suoi bozzetti per un progetto da lei descritto come Drawing the Metamorphoses, Or, Celebrating the Evil of Ovid. I disegni sono idiosincratici e sconcertanti, nati come risposta dell’artista al testo classico: «Mentre leggevo, una spirale a forma di chiocciola si andava formando nella mia mente attorno alla descrizione delle foreste e al simbolismo delle bestie», spiega Carpenzano. «Disegnare queste “piccole cose” è stata l’estensione naturale di quell’esperienza.» Secondo l’artista questi suoi lavori «illustrano la precarietà della malizia che sprofonda sotto il peso di immagini successive (e di successivi atti di bontà) in una stratificazione accuratamente calibrata di illusorio e di reale.»

Un’altra novità è la borsa Gucci Bamboo. Questo famoso modello risale alla fine degli anni Quaranta e alla decisione degli artigiani della Maison di usare il bambù per i manici a causa della scarsità di materiali nel periodo del dopoguerra. Nuove versioni della borsa Bamboo sono state realizzate per il Gucci Garden con motivi esclusivi. La borsa Sylvie, un modello tratto dagli archivi della Maison, con la sua vistosa chiusura con catena e fibbia, viene rivisitata per il Gucci Garden in velluto dal disegno geometrico a colori brillanti. Non mancano inoltre versioni speciali della borsa Dionysus: quattro modelli con un motivo esclusivo a rose blu, più uno realizzato in tessuto floreale e con una forma nuova, ma sempre con l’iconico manico in bambù della Maison. Troviamo inoltre una gamma sportiva di zaini in tessuti dai colori brillanti, che uniscono praticità e stile, oltre ad una serie di cartelle e borse shopping decorate con i motivi tipici della Maison in foglia d’oro, fra cui animali quali la falena, il pipistrello e il gatto.

Due nuovi motivi dalla grafica in stile rinascimentale vengono lanciati al Gucci Garden. Realizzati in rosso, verde e oro su sfondo écru, sono motivi-chiave e ricorrono in molti articoli presenti al Gucci Garden, fra cui il mocassino New Jordaan. Questo modello, lanciato nella Collezione Autunno/Inverno 2016, ha una caratteristica silhouette allungata e sfoggia il famoso Morsetto metallico, ed è diventato uno degli articoli più iconici della Maison.  Per il Gucci Garden viene proposto in una gamma varianti esclusive. Un altro mocassino slip-on, il modello Princetown, foderato in pelliccia, è offerto con una nuova stampa.

Molti dei modelli di calzature realizzati appositamente per il Gucci Garden sono foderati in esclusiva con  stampa floreale.

I capi ready-to-wear per donna includono soprabiti lunghi a quadri o scozzesi con fiori in velluto ricamato, mantelle lavorate a maglia, gonne pantalone in lana/cotone e tessuto denim stampato, e abiti lunghi nello stampato Romantic Dream. Vi è anche un’ampia gamma di giacche da donna che vanno dallo stile kimono in lungo, dai disegni vistosi in una pletora di stampe floreali, a quelle corte, sempre in stile kimono. Per gli uomini troviamo molti capi esclusivi, come i kimono con ricami floreali ed eleganti vestaglie da camera con cintura e finiture in colore contrastante. Nella maglieria, troviamo maglioni girocollo e cardigan in jacquard multicolore, in filato misto lana e alpaca, mentre felpe stampate e T-shirt sfoggiano un nuovo motivo a quadrifoglio rosso e verde creato appositamente per il Gucci Garden.

Il Gucci Garden offre molti altri accessori, fra cui occhiali con la caratteristica forma a farfalla, e sciarpe in seta, di forma quadrata, oltre a scialli in tessuto a quadri. La selezione di gioielli include spille in metallo giallo scuro e anelli multidita, spille a nastro con dettagli in vetro, orecchini con dettagli ricamati e una parure di articoli in ottone (anello, collana ed orecchini) con la caratteristica testa di leone Gucci.

In vendita esclusiva anche molti articoli della linea Gucci Décor, fra cui una gamma di sedie da sala da pranzo con sedili imbottiti decorati con api, aironi e fiori. Proposto in esclusiva al Gucci Garden, vasellame in porcellana decorato con una versione del disegno Herbarium in rosso, oltre ad una vasta scelta di porta-candele e tazze in porcellana con i tipici disegni della Maison.

Un’aggiunta significativa alla gamma di articoli da regalo disponibile nel Gucci Garden è una cartina di Firenze che mostra i luoghi preferiti da Alessandro Michele.

Sono disponibili altri articoli da regalo e gadget esclusivi, fra cui borse shopping in tela, bustine, quaderni, cartoline, carillon, scatole di fiammiferi e scatole varie, e persino un cubo Post-it – tutti decorati nello stile caratteristico Gucci.

Interessante e raffinato lo spazio libreria dove, oltre l’oggettistica citata, è raccolta una vasta gamma di pubblicazioni, tra cui un’ampia selezione di testate di nicchia e specializzate. Gli argomenti vanno dall’arte contemporanea, alla moda, al design e all’architettura. Riviste in carta patinata, fanzine, monografie, cofanetti, opuscoli e periodici accademici sono presentati fianco a fianco con libri prestigiosi in edizione limitata, spesso con copertine o sovraccoperte appositamente disegnate, e opere che includono stampe fotografiche o lavori di grafica numerate e firmate dall’autore.

In linea con lo spirito di collaborazione creativa incarnato da Gucci, il suo ristorante – la Gucci Osteria da Massimo Bottura – sotto la direzione di Massimo Bottura, i cui piatti esplorano le radici profonde della cucina italiana con riferimenti alla storia, all’arte e alla filosofia. Il suo ristorante Osteria Francescana, che ha ottenuto le ambite tre stelle Michelin, a Modena, sua città natale, si è classificato al primo posto della World’s 50 Best Restaurants List nel 2016 e nel 2018. Insieme a Karime López, chef de cuisine alla Gucci Osteria, Massimo Bottura ha creato un menu che cambia a seconda delle stagioni ed è ispirato dalle persone che gli chef hanno incontrato, e dalle esperienze fatte durante i loro viaggi. Le influenze esotiche vengono quindi applicate alla cucina italiana. «Questo ristorante vuole ricordarci che Firenze è sempre stata un centro di scambi culturali, particolarmente durante il Rinascimento,» dice Massimo Bottura. A sottolineare questa idea, i versi di una canzone carnevalesca del XV secolo (canto carnascialesco) di Lorenzo de’ Medici – la “Canzona de’ sette pianeti” – sono scritti in caratteri dorati nella parte superiore delle pareti della Gucci Osteria da Massimo Bottura.

a cura di Ilaria Guidantoni


Managing Employment Relations (English Edition) 7th Edition Human Resources

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Managing Employment Relations (English Edition) 7th Edition

Managing Employment Relations (English Edition) 7th EditionHuman Resources. I rapporti di lavoro riguardano il rapporto tra dipendenti e datori di lavoro ed è uno degli aspetti più importanti del  ruolo di Direttore delle risorse umane. La gestione dei rapporti di lavoro fornirà ai lettori una solida base nei processi, nel contesto e nell’applicazione pratica dei rapporti di lavoro e fornirà loro le conoscenze e le competenze di cui hanno bisogno per una carriera di successo nelle risorse umane.

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