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M-Cube emette minibond da 10 mln euro. Lo sottoscrive Intesa Sanpaolo nell’ambito del Programma basket bond

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Schermata 2020-01-31 alle 08.46.10

Schermata 2020-01-31 alle 08.46.10M-Cube, gruppo italiano leader nella realizzazione di soluzioni audiovisive per il marketing nei negozi, controllato dalla holding di investimento lussemburghese HLD Europe, ha collocato un minibond da 10 milioni di euro che è stato interamente sottoscritto da Intesa Sanpaolo (si veda qui il comunicato stampa), nell’ambito del Programma Intesa Sanpaolo Basket Bond lanciato nel settembre 2019 dalla banca insieme a Elite spa, la controllata di London Stock Exchange Group che si propone di accelerare la crescita delle società attraverso un innovativo percorso di sviluppo organizzativo e manageriale (si veda altro articolo di BeBeez). Le prime emissioni del programma risalgono allo scorso ottobre ed erano state condotte da Gruppo Illiria, Sigma e Gruppo Cittadini dell’Ordine (si veda altro articolo di BeBeez). M-Cube è stata assistita sul piano legale da Nctm, mentre Intesa Sanpaolo è stata seguita da Grimaldi

Il programma basket bond di Intesa Sanpaolo si inserisce in un trend che ormai sta raccogliendo molti consensi tra le pmi italiane e le associazioni di categoria settoriali e locali. Per un roundup delle ultime notizie di BeBeez in tema di basket bond, pluribond o panieri di bond, comunque li si vogliano chiamare, clicca qui.

M-Cube è un’azienda italiana pioniera del servizio radio in-store per le catene retail in Italia e tra le prime aziende a introdurre il digital signage sul territorio nazionale. Fondata nel 2001 a Trieste da un gruppo di imprenditori, fornisce un servizio completo per il marketing e il digital engagement nel punto vendita, gestendo tutte le fasi di progettazione, creazione contenuti e gestione in tutto il mondo. HLD Europe ha comprato il 65% di M-Cube nel settembre 2017  (si veda altro articolo di BeBeez) sotto la supervisione dell’allora senior advisor Francesco Silleni. M-Cube ha chiuso il 2019 con un fatturato superiore ai 45 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), merito di una serie di acquisizioni, di cui l’ultima  lo scorso dicembre, che ha riguardato il 100% della belga Storever, attiva nei servizi di radio in-store e digital signage (si veda altro articolo di BeBeez).

HLD Europe è stata fondata da Jean-Philippe Hecketsweiler, Jean-Bernard Lafonta Philippe Donnet ed è sostenuta da imprenditori e manager di successo, tra i quali  Claude Bébéar (fondatore del gruppo assicurativo Axa), Norbert Dentressangle (fondatore dell’omonimo gruppo), Jean‐Charles Decaux (fondatori del Gruppo JC Decaux), Jean-Pierre Mustier (ceo di Unicredit), Philippe Donnet (ceo di Generali), la famiglia Cathiard (fondatori del Gruppo svizzero Poma) e la famiglia De Agostini. Grazie al proprio modello di investimento e alla propria base di investitori. L’ufficio italiano a Milano è guidato da Alessandro Papetti (si veda altro articolo di BeBeez).



Piemonte, su 381 pmi con ricavi tra i 50 e 250 mln euro, ce ne sono 19 davvero top. Parte di un gruppo di 500 a livello nazionale

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Schermata 2020-02-17 alle 06.39.50

Schermata 2020-02-17 alle 06.39.50Ci sono poco meno di 250 mila aziende italiane con fatturato compreso tra 500 mila euro e 250 milioni che nel 2018 hanno registrato buoni margini, hanno investito e hanno mantenuto un basso livello di leva. Emerge dallo studio condotto da Leanus per Milano Finanza, sulla base dei bilanci che erano stati depositati alla data di metà novembre 2019. Lo studio, che stato presentato a fine novembre in occasione della quarta edizione del convegno  Motore Italia, organizzato da MF Milano Finanza, è stato oggetto di un webinar gratuito lo scorso 13 febbraio (per scaricare il video del webinar, clicca qui).

Nel dettaglio, l’aggregato dei bilanci di queste 246.963 imprese può essere letto come il bilancio di un’unica grande impresa che nel 2018 ha registrato 2.384 miliardi di euro di ricavi, con un ebitda del 7,7%, un ROE 7,6% e un ROI del 4,83%, a fronte di 443 miliardi di debiti con le banche, di 211 miliardi di liquidità disponibile e di 1.163 miliardi di patrimonio netto. Detto questo, circa 6.000 imprese (2,5% del totale) muovono da sole gran parte dell’economia del paese (60% dei ricavi, 63% dell’ebitda, 55% del patrimonio netto, 44% del debito bancario).
Sul totale delle 250 mila imprese analizzate ce ne sono poi 500 da considerarsi TOP, perché rispettano una lunga serie di criteri di bilancio che le classificano come redditizie e finanziariamente solide.

I dati aggregati però possono nascondere le peculiarità di alcuni sottoinsiemi identificati da caratteristiche geografiche, dimensioni, tipologia di attività o altro. Leanus e BeBeez settimanalmente analizzeranno uno dei molteplici sottoinsiemi ottenuti incrociando le caratteristiche indicate.

Questa settimana ci concentriamo sulle 381 imprese del Piemonte con ricavi 2018 tra i 50 e 250 milioni.
Di questo totale, l’analisi di dettaglio mostra che ci sono:

  • Imprese TOP (sono stati impiegati gli stessi criteri utilizzati a livello nazionale): 19 (il 5% del totale)
  • Imprese con ebitda >10 %: 96 (25,2%)
  • Imprese con ebitda> un milione: 288 (75,6%)
  • Imprese a rischio default o in procedura: 10 (2,6%)
  • Imprese con patrimonio netto negativo: 5 (1,3%)
  • Imprese in linea con gli indicatori del Codice della Crisi: 381 (100%)
  • Imprese con Leanus DSCR(Debt Service Coverage Ratio) >1: 246 (64,6%)

Accedendo al Leanus con il profilo Leanus Premium
(anche solo per un mese a 480 euro più iva, scopri qui come abbonarti) 
è possibile:
Visualizzare l’analisi Leanus completa dell’aggregato e delle singole imprese
(sia quella di oggi sia le altre analisi condotte da Leanus per BeBeez)

Per visualizzare lo studio sul Veneto, cercare nella finestra di ricerca in alto a destra
“MOTORE ITALIA PIEMONTE PMI 50-350MIO (BEBEEZ)”
cliccare su questo link, una volta fatto login a Leanus
Nel dettaglio è possibile:
– visualizzare l’elenco completo delle imprese incluse nell’analisi
– visualizzare il calcolo degli indicatori della crisi
– visualizzare il calcolo della fascia del MedioCredito Centrale
– visualizzare il calcolo del DSCR
– visualizzare il rendiconto finanziario

Clicca qui per scaricare il video del webinar del 13 febbraio
sullo studio aggregato sulle aziende Motore Italia


Prydis acquista House of Fraser a Exeter. Corpus Sireo compra uffici a L’Aia

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Prydis

PrydisLa società di gestione patrimoniale Prydis, ha annunciato il closing dell’acquisizione della House of Fraser a Exeter è stato completato (si veda qui il comunicato stampa). La società con sede a Exeter è ora in procinto di passare alla fase di costruzione di 65.000 piedi quadrati di riqualificazione, che includerà negozi e caffetterie, un hotel prestigioso e un ristorante. Un vantaggio unico è una vista libera della Cattedrale di Exeter dal tetto.  Joe Priday, amministratore delegato di Prydis , ha commentato : “Exeter ha una cultura ricca che volevamo evidenziare e aiutare a rivitalizzare . La riqualificazione è stata pensata per sfruttare al massimo la bellezza della vicina cattedrale, del centro città e di tutto ciò che ha da offrire.”  Lambert Smith Hampton è stato advisor di Prydis nell’operazione.

 

Corpus SireoWarburg-HIH Invest Real Estate ha venduto l’edificio per uffici di Haagsche Hof a L’Aia a Corpus Sireo  (si veda qui il comunicato stampa). Costruita nel 1996, la proprietà ha una superficie lorda di circa 10.900 m² e 298 posti auto. I principali inquilini nell’edificio di Parkstraat 83-91 sono Regus, una società di co-working e Schlumberger, il più grande fornitore di servizi petroliferi al mondo. Warburg-HIH Invest ha acquisito l’edificio multi-tenant nel 2012 per un fondo di investimento alternativo speciale paneuropeo. Le parti hanno concordato di non divulgare il prezzo della vendita. “Siamo riusciti a migliorare in modo significativo la struttura degli inquilini e i redditi da locazione attraverso il rinnovo continuo”, ha affermato Reinoud Plantenga, managing director di Warburg-HIH Invest Real Estate Benelux. “Inoltre, siamo stati in grado di sfruttare il mercato e la situazione di offerta molto limitata al momento per realizzare guadagni di valore attraverso una vendita di successo.”

 


Le pizzerie Spontini cercano soci tra i fondi. Di nuovo

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Schermata 2020-02-17 alle 04.19.36

Schermata 2020-02-17 alle 04.19.36Torna a circolare tra i fondi di private equity il dossier delle pizzerie Spontini. Lo scrive Il Sole 24 Ore, che cita Aksia e Palamon Capital come alcuni tra i potenziali interessati al deal.

Non è la prima volta che se ne parla. Giusto quattro anni fa, nel febbraio 2016, si diceva che l’imprenditore Massimo Innocenti e il suo socio al 40% Andrea Caraceniamministratore delegato del family office Cfo sim, stessero cercando un nuovo socio per l’espansione sul territorio nazionale e un altro azionista che supportasse la crescita all’estero. Un’operazione che potrebbe essere alternativa o complementare alla ricerca di nuovi capitali tramite l’emissione di un prestito obbligazionario, così come approvato con la modifica dello statuto della società operativa Pizzaslice avvenuta alcuni mesi prima (si veda altro articolo di BeBeez). Poi non se ne era fatto nulla e l’azienda aveva continuato a crescere da sola.

A Spontini Holding fa oggi capo una catena di 30 ristoranti, tra i quali 3 in Giappone e uno in Kuwait, e 300 dipendenti, per un fatturato di 27 milioni di euro nel 2018 (dai 23,5 milioni del 2017).  L’obiettivo sarebbe arrivare a 100 ristoranti, a gestione diretta e in franchising, nei prossimi 5 anni.


Jupiter Fund Management tratta con TA Associates per acquisire Merian Global Investors. Silverfleet Capital va in maggioranza di Collectia. Thoma Bravo aumenta la sua offerta per Instructure

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Jupiter Fund Management

Jupiter Fund ManagementLa britannica Jupiter Fund Management ha confermato sabato che è in trattative avanzate acquistare il gestore patrimoniale Merian Global Investors da TA Associates (si veda Reuters). “Il consiglio di Jupiter vede questa come un’opportunità interessante per acquisire un gestore attivo indipendente di alta qualità che rappresenterebbe una forte corrispondenza con Jupiter sia nella filosofia e nella cultura della gestione degli investimenti”, ha affermato la società in una nota, aggiungendo che i colloqui sono ancora in corso. I colloqui, che secondo Jupiter sono in corso da “qualche tempo”, arrivano meno di due anni dopo la creazione di Merian attraverso un acquisto di fondi di private equity da parte della società di servizi finanziari anglo-sudafricana Old Mutual nel giugno 2018. Merian, che come altri gestori patrimoniali attivi ha dovuto far fronte a pressioni per ridurre i costi in quanto un numero maggiore di investitori ha optato per fondi di monitoraggio dell’indice più economici, a dicembre aveva rivelato piani per ristrutturare la propria attività e tagliare posti di lavoro.

Silverfleet CapitalSilverfleet Capital ha acquisito una quota di maggioranza di Collectia A / S, un fornitore di servizi di gestione del credito con sede in Danimarca. I termini della transazione non sono stati resi noti. Fondata nel 1998 e con sede a Brøndby, Collectia è un’azienda in rapida crescita nella raccolta e nell’acquisto di debiti che opera principalmente in Danimarca, con una presenza di nicchia in Svezia, Norvegia e Germania (si veda qui il comunicato stampa).  La società impiega oltre 175 dipendenti e serve circa 13.000 clienti aziendali in oltre 600.000 casi attivi. Con la sua sofisticata piattaforma tecnologica proprietaria, il database dei crediti e le capacità avanzate di analisi dei dati, Collectia è un’azienda altamente differenziata con un potenziale significativo per costruire quote di mercato sia nei mercati esistenti che in quelli nuovi. Negli ultimi anni Collectia si è diversificata oltre la sua attività principale di recupero crediti, aumentando la propria esposizione all’acquisto di debito e avviando un servizio di controllo del credito per il mercato danese, dove la Società fornisce informazioni sul punteggio di credito ai propri clienti. Inoltre, Collectia ha effettuato diverse acquisizioni per espandere la sua presenza in tutta la regione nordica e in Germania. L’investimento in Collectia si basa sulla vasta esperienza di Silverfleet nel settore dei servizi finanziari e completa la strategia dell’azienda di sfruttare le macro dinamiche interessanti, in questo caso aumentando la regolamentazione. L’investimento di Silverfleet consentirà a Collectia di accelerare la sua traiettoria di crescita utilizzando la sua tecnologia superiore per sviluppare ulteriormente i suoi processi di recupero crediti; ridimensionare le operazioni di acquisto del debito; e continua la sua espansione a livello internazionale attraverso acquisizioni selettive in interessanti verticali di nicchia. Collectia rappresenta l’undicesimo investimento di Silverfleet dal suo attuale fondo, aggiungendosi a un portafoglio contenente società con sede nel Regno Unito, Francia, Benelux, Paesi nordici e Germania.

thoma bravoThoma Bravo ha aumentato a 49 dollari  per azione la sua offerta per acquisire tutte le azioni in circolazione di Instructure (si veda qui il comunicato stampa).  L’offerta definitiva è in aumento rispetto alla precedente offerta di 47,60  dollari per azione. Il Consiglio di amministrazione di Instructure ha approvato l’accordo di fusione riveduto e raccomanda agli azionisti di Instructure di votare a favore della transazione. “Questo accordo rivisto dimostra il nostro impegno a completare questa transazione e ad applicare la nostra esperienza come investitori e operatori di software specializzati per migliorare il valore a lungo termine di Instructure”, ha affermato Holden Spaht , Managing Partner di Thoma Bravo. “Allo stesso tempo, Thoma Bravo è un investitore disciplinato ed esperto, e questa è la nostra migliore e ultima offerta per la Società. Vorremmo riconoscere il dialogo ponderato e costruttivo che abbiamo avuto con il Consiglio di amministrazione di Instructure e credere l’annuncio di oggi è il risultato di un processo accurato e diligente”. L’assemblea speciale degli azionisti di Instructure è stata fissata per martedì 25 febbraio, per consentire agli azionisti il tempo di ragionare sulla nuova transazione proposta. JP Morgan Securities è consulente finanziario esclusivo di Instructure e Cooley è consulente legale. Kirkland & Ellis è consulente legale di Thoma Bravo.


Tages Capital sgr rileva impianti fotovoltaici per 14,5 MW

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logo-tages

logo-tagesTages Helios II, il secondo fondo dedicato alle rinnovabili gestito da Tages Capital sgr, ha rilevato un portafoglio di impianti fotovoltaici per un totale di 14,5 MW (si veda qui il comunicato stampa). DLA Piper ha assistito Tages nell’operazione.

Tages Helios II, lanciato nel luglio 2018, nel novembre scorso aveva rifinanziato con 425 milioni di euro un portafoglio di impianti solari ed eolici, con una potenza complessiva fino a 142 MW (si veda altro articolo di BeBeez). Si era trattato della prima operazione di rifinanziamento su base project di un ampio portafoglio di impianti per la produzione di energia da diverse fonti rinnovabili (solare ed eolica) e schemi incentivanti.

Sempre nel 2019 il fondo aveva ricevuto un altro finanziamento tramite Holdco Ortigia Power 31: un ampliamento di 85 milioni di euro del pacchetto di finanziamento originariamente erogato a fine 2018 dalle banche (si veda altro articolo di BeBeez).


Intrum spunta l’esclusiva per la vendita della divisione credit management di Cerved

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cerved credit management

cerved credit managementIntrum Italy spa ha ottenuto l’esclusiva per la negoziazione della potenziale cessione della divisione credit management di Cerved Group spa. Lo ha comunicato il gruppo quotato a Piazza Affari il 16 febbraio scorso (si veda qui il comunicato stampa).

Cerved Credit Management è sul mercato dal settembre 2019, con il gruppo che aveva dato mandato a Mediobanca perché esplorasse le opzioni strategiche per il futuro della divisione (si veda altro articolo di BeBeez). A fine anno si diceva che Intrum si stessse giocando la partita con Credito Fondiario, mentre Bain Capital e doValue avevano perso terreno (si veda altro articolo di BeBeez).

La divisione, che sarebbe valutata attorno ai 400 milioni di euro, ha chiuso i nove mesi 2019 con 128 milioni di euro di ricavi (su un totale di 325,9 milioni dell’intero gruppo) e un ebitda di 44,8 milioni (su 142,9 milioni).

La valutazione corrisponde a un multiplo enterprise value/ebitda di 6,5 volte applicato a un ebitda rettificato stimato per il 2019 di circa 60 milioni. I numeri, però, non incorporano l’impatto della cessazione delle attività di special servicing sui crediti in sofferenza tra la piattaforma Juliet e Banca Mps, avvenuta nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez), quindi la stima dell’ebitda a 60 milioni potrebbe essere eccessiva.
ebitda

A fine gennaio Cerved Group ha acquisito per 43,25 milioni di euro, tramite la controllata Cerved Credit Management srl, il restante 50,1% di Quaestio Cerved Credit Management, la società con la quale Quaestio Holding sa e Cerved avevano acquisito nel 2017 da Mps la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati Juliet e contestualmente si erano assicurati un contratto decennale di servicing per la gestione in outsourcing dei flussi futuri a sofferenza di tutte le banche italiane del Gruppo Mps (si veda altro articolo di BeBeez).

Cerved Group aveva chiuso il 2018 con un ebitda rettificato in aumento del 14,8% a 208,5 milioni dai 181,7 milioni del 2017, anche in questo caso grazie a un balzo compiuto dalla divisione Credit Management, il cui ebitda è quasi raddoppiato, passando a 52,4 milioni e un utile netto rettificato in rialzo addirittura del 24,5% a 117,1 milioni dai 94,1 milioni del 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).

In ogni caso, la vendita della divisione relativa al servicing dei crediti deteriorati permetterebbe al gruppo Cerved di portare a casa capitali importanti, in grado di risollevare le sue quotazioni, dopo il dietrofront di Advent International sull’annunciata opa nel marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Il Gruppo Cerved dall’aprile 2019 è guidato dal ceo Andrea Mignanelli, affiancato dal presidente esecutivo Gianandrea De Bernardis (si veda altro articolo di BeBeez). Mignanelli, prima a capo di Cerved Credit Management, era stato indicato come ceo fin da marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito delle dimissioni a sorpresa di Marco Nespolo nell’ottobre 2018 e la sua sostituzione in corsa con De Bernardis. Nespolo ha lasciato il gruppo per ricoprire il ruolo di ceo per la cartiera Fedrigoni, controllata da fine 2017 da Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto a Intrum, è il maggiore operatore mondiale dei servizi al credito, nato alla fine di giugno 2017, dall’unione della norvegese Lindorff (controllato da Nordic Capital) e della svedese Intrum Justitia (si veda altro articolo di BeBeez). Intrum Italy è la joint venture tra Intesa Sanpaolo (49%) e il  gruppo svedese Intrum (51%), nella quale sono confluiti circa 600 dipendenti della direzione recupero crediti di Intesa Sanpaolo e dei team operativi di leasing & Reoco, a valle dell’accordo siglato nell’aprile 2018 in base al quale Intesa Sanpaolo ha ceduto un portafoglio di Npl  da 10,8 miliardi di euro a un veicolo di cartolarizzazione che ha emesso titoli abs la cui componente equity è stata sottoscritta al 51% da Intrum e da Carval Investors (rispettivamente per il 41% e 10%) e per il resto da Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez). La società è presieduta da Giovanni Gilli  e guidata dall’amministratore delegato Marc Knothe, mentre head of real estate and leasing NPL è Salvatore Ruoppolo.

Per il gruppo Intrum quella di Cerved Credit Managemennt sarebbe la quinta acquisizione in Italia appunto dopo quella della piattaforma di Intesa Sanpaolo, e dopo quella di CAF nel dicembre 2017, rilevata da Lone Star insieme a un portafoglio di Npl da 370 milioni (si veda altro articolo di BeBeez); quella di Gextra nel maggio 2017, rilevata da Italfondiario e dalla fondatrice Francesca Carafa, che è rimasta nel team (si veda altro articolo di BeBeez); e quella di Cross Factor nella primavera 2016.


Axactor Italy chiude il 2019 con un fatturato più che raddoppiato

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axactorlogoAxactor Italy, società italiana del Gruppo Axactor, quotato a Oslo e tra i leader europei nella gestione e nel monitoraggio dei crediti, ha chiuso il 2019 con un fatturato in crescita del 124% sul 2018, a quota 25,1 milioni di euro. Lo ha reso noto la società il 14 febbraio scorso (si veda qui il comunicato stampa). Particolarmente rilevante è stata la crescita del fatturato nel quarto trimestre dell’anno: è stato pari a circa 8,3 milioni, in rialzo di oltre il 167% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Antonio Cataneo, ceo di Axactor Italy ha commentato: “Siamo indubbiamente soddisfatti dell’andamento di Axactor Italy nel corso del 2019, un anno segnato da un’importante crescita del business e anche del team di lavoro, fondamentale per supportare il nostro piano di espansione. Gli obiettivi per il 2020 sono molto ambiziosi, così com’erano quelli dell’anno appena trascorso, ma siamo fiduciosi di aver intrapreso il giusto percorso per raggiungerli e affermarci come leader di mercato in Italia”.

Positivi anche i risultati della capogruppo Axactor SE: a fine dicembre 2019 ha registrato un fatturato consolidato pari a 368,1 milioni (+54% rispetto all’anno precedente) e un Ebitda pari a 92,1 milioni, quasi raddoppiato dunque rispetto a quello dell’anno 2018.

Axactor Italy ha sede a Cuneo e opera in Italia dal 2016, a seguito dell’acquisizione di CS Union spa. Quest’ultima nel primo trimestre 2019 è passata interamente sotto il controllo di Axactor, con Banca Sistema che ha infatti venduto l’ultima sua partecipazione del 10% (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2019 sono entrati in Axactor Italy: il nuovo Head of Operations Giovanni Restelli (si veda altro articolo di BeBeez), il nuovo responsabile vendite Fortunato Pagano (si veda altro articolo di BeBeez) e i 2 senior manager Paolo Ferro e Dario Lazzari.

Nell’ottobre 2019 la società ha comprato un portafoglio di Npl da 60 milioni di euro da un primario istituto finanziario italiano (si veda altro articolo di BeBeez) e ceduto pro-soluto crediti di difficile esigibilità per 84,5 milioni di euro alla società di recupero crediti pugliese Sorec srl (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio 2019 Axactor Italy si è aggiudicata un’importante gara nel settore utility, con un noto operatore nazionale del settore, per la gestione del recupero crediti conto terzi (si veda altro articolo di BeBeez).

Inoltre, nel giugno 2019 Axactor ha siglato una partnership strategica con Npl Re Solutions (società del Gruppo Gabetti specializzata nel recupero di crediti in sofferenza) per gestire Npl e Utp. L’accordo prevede che possano essere elaborate proposte di servicing agreement di lungo periodo, anche con eventuale acquisizione della piattaforma di recupero esistente in seno alle banche controparti (carve-out) per la gestione dei crediti problematici. Questo al fine di offrire soluzioni a 360°, che spazino dall’analisi dei portafogli crediti all’individuazione delle migliori strategie di recupero, fino al recupero crediti e alle eventuali ristrutturazioni aziendali o finanziarie (si veda altro articolo di BeBeez).



Rancilio Cube insieme ad altri family office italiani lancia Cube3, per investire in venture capital internazionale

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Luca Rancilio
Luca Rancilio

Luca Rancilio

Rancilio Cube, il family office della famiglia Rancilio, cresce e crea Cube 3, un veicolo di investimento aperto anche ad altre famiglie imprenditoriali (si veda qui il comunicato stampa).

Rancilio Cube ha infatti trasferito al nuovo veicolo tutti gli investimenti in venture capital collezionati in sei anni di attività e cioé da quando nel 2013 la famiglia Rancilio ha ceduto l’omonima azienda produttrice di macchine per il caffé professionale, nella quale aveva investito Alto Partners. A comprare l’azienda era stato Ali Group, leader globale nel mercato delle attrezzature per la ristorazione dedicate a catene alberghiere, ristoranti, ospedali, scuole, aeroporti, mense aziendali e istituti penitenziari (si veda altro articolo di BeBeez).

Successivamente alo scorporo degli asset esteri e al loro trasferimento a Cube 3, quest’ultimo ha deliberato un aumento di capitale di 11 milioni di euro che è stato interamente sottoscritto da un ristretto pool di family office, per dotare il veicolo di risorse per nuovi investimenti. Rancilio Cube è stata assistita dallo Studio Doppietti e dallo Studio MM Advisor Maraschi e Marchesan per i profili fiscali e dallo Studio Legale Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners per quelli legali. Ha curato l’operazione lo Studio Notarile Zabban.

Tra i family office soci di Cube 3 ci sono: Ares (famiglia Cassina-Pezzoli), Luigi e Tiziano Doppietti, Nico Ventures (Marco Nicosia), Rancilio Farm (Roberto Rancilio), R301 (Alessandro Rivetti), Finn Holding (Claudio Tavazzani), Mlts (Emilio Tommasi), Vis Capital (Giovanni Tremonti) e CubOne srl.

Luca Rancilio, co-founder di Rancilio Cube con Silvia e Adele Rancilio, ha dichiarato: “Siamo particolarmente felici di poter condividere la nostra strategia di investimento con alcune selezionate famiglie. Vorremmo, con pazienza e curiosità, arrivare a nuove e più grandi operazioni sulla falsariga di quanto sperimentato in questi anni. Siamo molto grati a chi dà fiducia al nostro progetto indirizzato a cogliere opportunità uniche, superando confini geografici e culturali e diventando un punto di riferimento per il venture capital in Italia”.

Il consiglio di amministrazione e investment committee è composto da Luca Rancilio, Alessandro Rivetti, Alessandro Piccioni, Giulia Pezzoli ed Emilio Tommasi. Marta Pradella e Massimo Ruffoni completano il team operativo. “Abbiamo deciso di unirci al viaggio della famiglia Rancilio e unire le forze per ampliare i nostri orizzonti e cogliere le migliori opportunità internazionali di investimento, strizzando l’occhio all’innovazione strategica”, ha dichiarato Giulia Pezzoli. “L’investimento in Cube3 amplifica la collaborazione ormai biunivoca con la famiglia Rancilio e vuole porsi l’obiettivo di raggiungere le migliori partnerships internazionali di investimento”, ha detto Alessandro Rivetti (R301).

Advisor della società sono Gilad Engel (partner del fondo Target Global), John Denniston (ex partner del fondo americano Kleiner Perkins), Irene Mastelli (Phenix Capital), Matteo Sarzana (Deliveroo), Riccardo Pozzoli (Delirus Capital), Patrick Elmer (iGravity) e Matteo Novelli (Borletti Group). Gilad Engel ha dichiarato: “sono felice di poter aiutare la famiglia Rancilio a creare una strategia internazionale di investimento in imprese innovative”. Per Matteo Sarzana, “Cube3 permetterà al nostro paese di entrare in contatto, conoscere e approfondire le migliori storie di successo su scala mondiale. Un’opportunità unica di collegamento con il resto del mondo imprenditoriale”.

A oggi Cube3, può così contare su un attivo di circa 27 milioni di euro e si propone quale veicolo di investimento esclusivo per una strategia di venture capital internazionale. Cube3 può contare fin da subito su un panel di circa 80 investimenti, molti di questi sono investimenti diretti, ma in portafoglio ci sono anche 17 fondi di venture internazionali, per un’esposizione del 18% in Italia, del 33% in Europa e del 49% negli Usa e in Israele.  Gli investimenti diretti in portafoglio includono le americane SpaceX, Airbnb, 23andme, Flexport, Capsule, Coursera, Toast, Omaze, Naadam, N26, Taboola, Heart Flow, così come le italiane Casavo, Treedom, Freeda, Supermercato24, Soundreef e le europee SumUp, Tier, Lyst, Fraugster, Bnext, Prodigy Finance, Travelperk e Deliveroo. Quanto ai fondi, Cube 3 ha investimenti in Firstmark V, DST VII, Jackson Square Venture III, GSquared IV (US), Speedinvest F e 3, Target Global Mobility e Early Stage II, Oxford Science Innovation e Triodos Organic Growth (EU).


Rapporto VeM 2019, anno record per il venture capital italiano con 650 mln euro di investimenti

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Schermata 2020-02-18 alle 06.05.06

Schermata 2020-02-18 alle 06.05.06E’ stato un anno da incorniciare, il 2019, per il venture capital italiano, con il record assoluto delle operazioni. E’ quanto risulta dalla dodicesima edizione del Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeM, presentato ieri a Torino, in occasione dell’evento VentureUp presso le Officine Grandi Riparazioni, e realizzata dall’Osservatorio Venture Capital Monitor della Business School della LIUC – Università Carlo Cattaneo di Castellanza in collaborazione con AIFI, Intesa Sanpaolo Innovation Center ed E.Morace&Co Studio Legale.

Stando agli estensori del rapporto (si veda qui il comunicato stampa ) i deal di venture capital italiani sono stati 148, includendo i round iniziali e i follow on, contro i 102 del 2018 (si veda altro articolo di BeBeez e qui il Rapporto Vem 2018), ma con un vero boom degli initial, cresciuti del 55%, da 78 a 121, mentre i follow on si sono mantenuti stabili, come numero, da 24 a 27. Incremento rispecchiato nei volumi investiti, il cui totale è passato da 521 a 597 milioni di euro, ma in questo caso sono i follow on a registrare un’impennata, passando da 98 a 161 milioni, con un altrettanto vistosa crescita dell’importo medio del singolo investimento, da 4 a 6 milioni. Questi dati considerano gli investimenti condotti da operatori di venture capital (inclusi gli operatori corporate che investono direttamente o tramite veicoli dedicati e inclusi gli operatori pubblici che hanno utilizzato veicoli giuridici di tipo privatistico) da soli o in sindacato con business angel. Se si considerano anche gli investimenti condotti dai soli business angel, questi hanno realizzato 88 deal per un investimento totale di 53 milioni di euro, dagli 147 deal mappati nel 2018 per un totale di 40 milioni (dati Iban, Associazione Italiana Business Angel). Il che porta a 650 milioni gli investimenti complessivi di venture capital dell’anno (dai 561 milioni del 2018).

Questi numeri si confrontano con quelli del  Report Venture Capital 2019 di BeBeez (disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium) che tiene conto degli investimenti annunciati pubblicamente dai fondi di venture ma anche dai business angel e altri investitori e che ha mappato annunci di round di venture chiusi da 243 tra startup e scaleup per un totale di circa 565,6 milioni di euro, in netto rialzo dai 510 milioni di euro, splamati su 179 aziende, registrati nel 2018. Questi dati includono non solo l’equity puro raccolto dalle aziende, ma anche il venture debt e l’equity crowdfunding (al netto delle campagne di real estate). Se non consideriamo il venture debt, il dato del 2019 si riduce a 510,6 milioni  e quello del 2018 a 480 milioni, indicato nel Report di BeBeez sul venture capital 2018.

La crescita delle risorse investite nei follow on “evidenzia come l’attività del fondo di venture capital non si limiti a un semplice investimento iniziale, ma rappresenti l’avvio di un percorso che vede l’affiancamento dell’operatore al progetto”, ha commentato Anna Gervasoni, segretario generale dell’Aifi e presidente del Comitato Scientifico del Venture Capital Monitor – VeM.

Quanto alla tipologia di operazioni, prevalgono con il 51% dei deal è relativo a start-up capital, seguito da un 35% di operazioni di seed capital (in pratica la costituzione di un’azienda), e il resto rappresentato da operazioni di later stage capital.

La distribuzione geografica vede in testa la Lombardia con 45 operazioni, 45, coprendo il 37% del mercato (erano 36 nel 2018). Seguono Piemonte con 15 deal, il 12% (3 deal nel 2018), Emilia-Romagna, 11 operazioni, 9% (2 deal nel 2018). Giova ricordare che Milano e Torino ospitino tra i più importanti incubatori di aziende innovative, come quelli che fanno capo ai Politecnici delle rispettive università.

Sul piano settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 44% (era il 37% nel 2018), in linea con gli anni passati; in questa categoria, si segnala la diffusione di applicazioni web e mobile riconducibili ad app innovative. In aumento il comparto dei servizi finanziari, grazie al notevole impulso del Fintech, con il 15%, a seguire Healthcare, 12%.


Assiteca, partecipata da Tikehau, sale al 100% dell’aggregatore assicurativo 6Sicuro

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6sicuroAssiteca, il broker assicurativo italiano quotato all’Aim Italia e partecipato da Tikehau Capital, ha rilevato 6Sicuro, la piattaforma web di selezione di offerte assicurative (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, il broker ha rilevato per 9,041 milioni di euro la restante quota del 78,79% di 6Sicuro, di cui deteneva già il 21,21% del capitale. Il prezzo dell’operazione implica una valutazione della società pari a 11 milioni, che corrisponde a un moltiplicatore di 11 volte l’ebitda atteso nel 2020, in linea con le valutazioni delle società che operano nel medesimo settore.

6Sicuro spa è stato fondato da Assiteca a Milano nel 2000 come primo servizio on-line gratuito per la comparazione delle polizze auto e moto. I siti 6sicuro.it e Chiarezza.it, concorrente diretto acquisito da 6Sicuro nel 2018, hanno ricevuto nel 2019 23,6 milioni di visite, oltre 4 milioni sono gli utenti registrati. Nel 2019 i nuovi preventivi calcolati sono stati circa 800 mila.

Il presidente di Assiteca, Luciano Lucca, ha commentato: “Ho lanciato 6Sicuro nel 2000 favorendo la crescita della trasparenza nel settore e per soddisfare i bisogni emergenti dei consumatori. Oggi rappresenta lo strumento ideale per sfruttare le potenzialità del digital market, da tutti gli investitori indicato come un segmento in forte sviluppo nel prossimo futuro anche per la vendita di prodotti innovativi, non solo nel settore motor, come l’instant insurance”. Edoardo Loewenthal,  socio e amministratore delegato di 6Sicuro, confermato nel suo ruolo, ha aggiunto: “Il mercato della distribuzione online delle polizze assicurative ha ancora un grande potenziale di crescita: l’ingresso di 6Sicuro nel gruppo Assiteca permetterà di cogliere appieno tutte le opportunità del mercato”.

Assiteca nel primo semestre 2019 ha registrato ricavi lordi per 70,7 milioni e netti per 63,7 milioni; un ebitda di 11 milioni (15,6% dei ricavi lordi) e un utile netto di 5,4 milioni (+18,1% dall’esecizio precedente). La società ha comunicato che distribuirà un dividendo di 0,07 euro per azione.

Tikehau lo scorso novembre ha rilevato il 23,43% di Assiteca spa, sottoscrivendo un aumento di capitale riservato per 25 milioni di euro a 2,5 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era stata annunciata nell’agosto 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). L’ingresso di Tikehau in Assiteca è finalizzato a dare impulso all’importante progetto di crescita del gruppo, che comprende anche l’acquisizione di imprese terze attive nel medesimo settore.

Per Tikehau è stata la seconda operazione di private equity in Italia condotta tramite il fondo Tikehau Growth Equity II, dopo quella su Dove Vivo (si veda altro articolo di BeBeez). Tikehau è un gruppo di alternative asset management e di investimento indipendente quotato all’Euronext di Parigi. In Italia è stato sinora molto attivo nel real estate e nel private debt.


Affitti record per le vetrine della Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Guerra tra griffe vinta da Dior e Fendi

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Schermata 2020-02-17 alle 21.34.25Dior e Fendi hanno vinto un’asta da record per aggiudicarsi l’affitto per 18 anni dei negozi con le vetrine in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano di proprietà del Comune di Milano e che sinora erano occupati da Versace e Armani. I negozi che si trovano nell’Ottagono, sono stati assegnati in via provvisoria a Dior per 5,05 milioni di euro e a Fendi per 2,45 milioni all’anno (si veda qui il comunicato stampa).

Un’asta riguardava lo spazio di 336 metri quadrati ora in uso ad Armani, che si è conclusa in un’ora e dieci minuti dopo 28 rilanci, partendo da una base d’asta di 872mila euro. L’asta è stata vinta da Fendi, che ha battuto Prada con la sua offerta da 2,45 milioni. Armani da parte sua lo scorso novembre aveva vinto a sua volta l’asta per aggiudicarsi lo spazio ora in uso a Tim, sempre nell’Ottagono. Dopo 24 rilanci partendo da una base d’asta di 670.440 euro, Armani aveva battuto la concorrenza aggiudicandosi per i prossimi 18 anni i 302 mq del locale con un’offerta finale di 1,9 milioni di euro di canone d’affitto annuo (si veda qui il comunicato stampa). Era stato quello il primo caso in cui il meccanismo di gara all’incanto  era sbarcato in Galleria. Il meccanismo in questione è previsto dall’Amministrazione per i negozi che si affacciano sull’Ottagono. La gara consiste in offerte di rilancio con un intervallo massimo di tre minuti, fino all’aggiudicazione definitiva.

La seconda asta aggiudicata ieri riguardava invece lo spazio da 253 metri quadrati con tre vetrine  ora in uso a Versace, che era conteso inizialmente da sette marchi fashion e che ha visto arrivare alla sfida finale con Dior, Yves Saint Laurent ed Hermès. In questo caso la base d’asta era stata fissata a 950mila euro. Dior ha poi battuto tutti con l’offerta da 5,05 milioni, l’affitto più alto di tutta la Galleria in relazione ai metri quadrati.

Il Comune di Milanonella nota diffusa ieri ha sottolineato “la validità del meccanismo dell’asta all’incanto, inserito dall’Amministrazione per l’assegnazione di alcuni tipi di locali di pregio. Si tratta del primo esperimento del genere tra gli enti pubblici italiani” e ha aggiunto che “il traguardo dei 40 milioni di affitti della Galleria diventa adesso realizzabile”.

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Italian Design Brands compra le luci a LED Flexalighting

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FlexalightingItalian Design Brands ha rilevato Flexalighting, azienda specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di illuminazione a LED per interni ed esterni nei settori residenziale, ricettivo e commerciale (si veda qui il comunicato stampa). Il fondatore Roberto Mantovani mantiene il suo ruolo di amministratore delegato e reinveste nella società. All’operazione hanno partecipato anche altri due soci storici dell’azienda (Lapo Grassellini e Simone Francalanci ) e l’imprenditore Paolo Pagani. L’operazione è stata finanziata da Unicredit e assistita da: Eversheds Sutherland, Studio Legale Bigliardi, Pabis Ticci & Associati, Studio Dott. G. Scalamandrè, studio Maisto e Associati, SCS Consulting, Gattai, Minoli, Agostinelli, Partners.

Flexalighting, con sede a Pontassieve (Firenze), è stata fondata nel 2010 dall’architetto e lighting designer modenese Roberto Mantovani. La società è rapidamente cresciuta sviluppando un’ampia gamma di apparecchi di illuminazione per interni ed esterni, completamente made in Italy, per applicazioni che spaziano dal residenziale al retail, dall’hospitality al terziario. Nel 2017 ha aperto a Vancouver la sua prima sede estera: Flexalighting North America, che produce per il mercato nordamericano la gamma disegnata in Italia. Oggi distribuisce i suoi prodotti in oltre 60 nazioni e ha chiuso il 2019 con ricavi per circa 5 milioni di euro. La società ha registrato nel 2018 ricavi per 4,63 milioni di euro, un ebitda di 1,16 milioni e una liquidità netta di 233 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

Roberto Mantovani ha dichiarato: “Sono certo che far parte di un grande polo come IDB ci permetterà di esprimere pienamente il nostro potenziale e di accelerare ulteriormente lungo il percorso avviato dalla società”. Giorgio Gobbi, amministratore delegato di Italian Design Brands, ha commentato: “Quando abbiamo incontrato Roberto siamo rimasti davvero colpiti dalla sua capacità imprenditoriale e dalle sue competenze. Flexalighting è un vero astro nascente, siamo molto orgogliosi di poter affiancare e supportare Roberto nell’ulteriore sviluppo di questa realtà, partecipando a quella che siamo certi sarà un’importante storia di successo, in Italia e all’estero”.

L’azienda è la settima ad entrare nel polo dell’arredo costituito nel 2015 da Italian Design Brands (IDB), che ha già rilevato: Gervasoni nel maggio 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), Meridiani nell’aprile 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), Cenacchi Internationalnel settembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez), Davide Groppi nel marzo 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), Saba Italia nell’ottobre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e Modar nel giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Con l’acquisizione di Flexalighting, IDB amplia la propria presenza in un settore strategico come quello dell’illuminazione, dove è presente dal 2018 con la società Davide Groppi. In particolare, l’entrata di Flexalighting in IDB permette al Gruppo di ampliare la propria competenza nell’importante segmento della luce tecnica, mercato ad elevata specializzazione ed altissimo potenziale. Flexalighting continuerà a operare in modo indipendente coerentemente con la filosofia alla base del progetto IDB, che a sua volta l’accompagnerà nella realizzazione dei propri piani di crescita, supportandola nell’ulteriore sviluppo internazionale e commerciale, e potrà al contempo integrare la propria offerta contract dedicata al canale specializzato di architetti ed interiori designers.

Guidata dall’amministratore delegato Giorgio Gobbi, Italian Design Brands è stata creata nel 2015  per promuovere un polo del design italiano di alta qualità su iniziativa di Private Equity Partners spa (di Fabio Sattin e Giovanni Campolo), Paolo Colonna (ex presidente e amministratore delegato di Permira e associati spa), Giovanni e Michele Gervasoni, supportati da un gruppo selezionato di investitori privati di alto livello, (tutti riuniti nel veicolo Investindesign, così come i promotor. Tra gli investitori privati rientrano Paolo Basilico (fondatore di Kairos sgr), Maurizio Costa (presidente FIEG, ex Fininvest, consigliere Mediobanca), Marco Costaguta (co-fondatore di Bain&Co e di Long Term Partners, co-promotore Innova Italy), alcuni esponenti della famiglia Marzotto (Gaetano, Stefano e Paolo), Carlo Micheli (figlio di Francesco, consigliere Genextra e Banca Leonardo), Umberto Nicodano (BonelliErede), Franceso Perilli (Equita sim), Umberto Quadrino (Tages Holding),  Dante Roscini (ex top banker di Morgan Stanley e Merrill Lynch, oggi professore di finanza ad Harvard), Gian Mario Tondato (Autogrill), Marco Santandrea.  (si veda altro articolo di BeBeez). IDB ha chiuso il 2018 con circa 270 dipendenti e ricavi per oltre 100 milioni di euro con una quota export del 70%. Nel 2021 punta a sbarcare a Piazza Affari e a conseguire ricavi per 200 milioni di euro, stando a quanto ha dichiarato a BeBeez MF Milano Finanza nel giugno 2019 l’amministratore delegato di IDB, Giorgio Gobbi (si veda altro articolo di BeBeez).


Nuovo record per l’equity crowdfunding immobiliare. Concrete raccoglie 2,5 mln euro in un giorno per un progetto a Milano

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CONCRETE_CAMPAGNE_BLUESTONE_PARK TOWERS_IMG_2Il portale di equity crowdfunding immobiliare Concrete Investing ha raggiunto un nuovo record, raccogliendo 2,5 milioni di euro in 24 ore per la realizzazione a Milano del progetto immobiliare Bluestone (si veda qui il comunicato stampa).

Nel dettaglio, la campagna ha ricevuto oltre 150 adesioni. Essendo però fissata a 2 milioni di euro la raccolta massima per tale operazione, Concrete Investing ha potuto accogliere solo parte delle adesioni, rimborsando gli investimenti in eccesso.

Sponsor dell’operazione è stato il Gruppo BlueStone, un’importante società di sviluppo immobiliare, che da oltre 20 anni opera sul territorio milanese. Si occupa sia di riqualificazione di edifici di pregio sia di nuove realizzazioni, seguendo internamente l’intero processo: dalla progettazione, all’iter urbanistico fino alla vendita. BlueStone ha portato a termine, con successo, diverse iniziative immobiliari tra cui le prestigiose Residenze Santo Stefano, via Casale 5 e via Carmagnola 15 e ha in portafoglio, oltre a Park Towers Milano, altre 5 operazioni in fase di sviluppo, tra cui Urban Garden, Crivelli 30 e Hidden Garden.

“Il raggiungimento così veloce del target di raccolta da una parte rappresenta e conferma la qualità della proposta, dall’altra ha fatto sì che purtroppo diversi investitori non siano riusciti a partecipare all’Offerta, ma ci auguriamo possano valutare le prossime iniziative alle quali stiamo già lavorando e che verranno presentato sul portale nel prossimo periodo Siamo inoltre molto onorati di essere stati scelti ancora da soggetti di altissimo standing come Bluestone, operatore specializzato nel mercato e come Asti Architetti, uno studio che sta contribuendo in modo sostanziale alle più importanti operazioni di riqualificazione di Milano”, ha commentato Lorenzo Pedotti, CEO di Concrete Investing.

Nel gennaio di quest’anno Concrete Investing ha effettuato la sua prima exit: gli investitori nel progetto immobiliare Torre Milano (prima campagna lanciata da Concrete Investing nel dicembre 2018), sviluppato da OPM (Impresa Rusconi e Storm.it), sono stati remunerati con un rendimento definitivo dell’11,86% dopo 12 mesi (si veda altro articolo di BeBeez). d oggi, la piattaforma ha raccolto circa 8 milioni di euro. Nel 2019 ha raccolto: oltre 1,5 milioni di euro nel novembre 2019 per la Terminal Tower, San Cristoforo a Milano (si veda altro articolo di BeBeez); 1 milione di euro a settembre 2019 per Le Dimore di via Arena a Bergamo Alta, nell’ambito della partnership con Immobiliare Percassi (si veda altro articolo di BeBeez); 1,5 milioni di euro per ELLE Building a Milano nel luglio 2019, la prima campagna di una serie nell’ambito di una partnership esclusiva con il gruppo Borgosesia(si veda altro articolo di BeBeez); 1 milione per il progetto Gracchi7 a Milano nel marzo 2019  (si veda altro articolo di BeBeez); 750 mila euro per Torre Milano a Milano a fine 2018, nell’ambito della partnership esclusiva con Impresa Rusconi (si veda altro articolo di BeBeez).

Attualmente, Concrete Investing si sta preparando a lanciare 2 nuovi progetti immobiliari a Milano. Uno di essi, guidato da una importante società di asset & development management, punta alla riqualificazione di due prestigiosi immobili cielo-terra a destinazione mista situati nel centro storico di Milano. Il secondo progetto interesserà un nuovo complesso residenziale di circa 120 appartamenti affacciato su Parco Lambro nel quartiere Feltre.

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Roen Est, controllata da CCC Holdings Europe, compra i sistemi frigoriferi Enex

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enexRoen Est, società friulana attiva nella progettazione e produzione di scambiatori di calore controllata da CCC Holdings Europe, ha rilevato Enex (si veda qui il comunicato stampa). Quest’ultima è una società trevigiana specializzata nella progettazione e sviluppo di sistemi frigoriferi ad alta efficienza con fluidi naturali, in particolare anidride carbonica. Lo studio Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners ha assistito CCC Holdings nell’operazione.

Fondata nel 2004, Enex ha sede a Padernello di Paese (Treviso) e conta 50 dipendenti. La società ha rivoluzionato il settore della refrigerazione, producendo sistemi frigoriferi che utilizzano l’anidride carbonica come unico refrigerante (impianti frigoriferi transcritici). Tali impianti sono installati in tutte le condizioni climatiche e coprono la maggior parte delle applicazioni in refrigerazione e condizionamento/climatizzazione. L’azienda è presente in 20 paesi del mondo, dove ha installato 1.050 impianti transcritici. Nel 2019 Enex ha registrato un fatturato di circa 10 milioni di euro. La società ha chiuso il 2018 con ricavi per 8,66 milioni di euro, un ebitda di 514 mila euro e una liquidità netta di 103 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

Fondata nel 1983 e con sede a Gorizia, Roen Est, con i suoi circa 400 dipendenti e due sedi in Italia e Slovacchia, nel 2019 ha registrato un fatturato di 35 milioni di euro, in linea con il 2018, quando aveva chiuso l’esercizio con con ricavi per 35,7 milioni di euro, un ebitda di 3,3 milioni e una posizione finanziaria netta di 1,42 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente). A partire dal 1983, anno della sua fondazione, Roen Est si è posizionata sul mercato come produttore leader in Europa di batterie su misura e unità di ventilazione, con circa due terzi delle vendite legate all’export.

Il controllo di Roen Est è stato ceduto dal fondo DE Shaw a CCC Holdings Europe a inizio febbraio (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima ha  una compagine azionaria in forma di club deal tra qualificati investitori industriali ed è guidata da Greg Deldicque, imprenditore con pluridecennale esperienza nel settore HVACR (Heating, Ventilation, Air Conditioning, and Refrigeration) in Europa e negli Usa, affiancato dai consulenti senior Didier Da Costa, Eric Parrot e Jean-Pierre Xiberras. Altri investitori in CCHE sono Italmobiliare e Luca e Alberto Pretto. CCC Holdings, basata in Italia, si propone come aggregatore nei settori del riscaldamento, dell’aria condizionata e della refrigerazione.



La Sicaf Ardian-Prelios acquista uffici a Milano da Generali Real Estate

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piazza-fidia-1 MilanoArdian Real Estate ha rilevato un immobile a uffici in Piazza Fidia 1 a Milano da Generali Real Estate. L’operazione è stata condotta tramite la Sicaf  immobiliare multi-comparto etero-gestita italiana partecipata interamente da Ardian gestita da Prelios sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Prelios (si veda qui il comunicato stampa). L’investimento in Piazza Fidia, che avrebbe un valore di 40 milioni di euro, è stato completato con il supporto dello studio Chiomenti per gli aspetti legali e fiscali, di Gattai, Minoli, Agostinelli, Partners per le tematiche amministrative, di General Planning per gli aspetti architettonici e di Agire per la due diligence tecnica e ambientale.

L’immobile di Piazza Fidia è un palazzo cielo-terra con destinazione d’uso direzionale costruito nel 1968 e situato nel quartiere Isola, a metà strada tra Porta Nuova e l’ex Scalo Farini, che sarà oggetto di una profonda trasformazione e rigenerazione. Il piano di valorizzazione prevede la ristrutturazione integrale dell’edificio volto al raggiungimento dei più alti standard internazionali in termini di prestazione energetica, sostenibilità e valore architettonico.

Rodolfo Petrosino, senior managing director Southern Europe di Ardian Real Estate, ha commentato: “Continua la nostra attività di selezione delle migliori opportunità di investimento nel mercato italiano con profilo core plus-value added grazie all’importante partnership con Prelios. Inizieremo a breve gli interventi di riqualificazione dell’immobile che abbiamo appena acquisito e confidiamo che possa così attrarre tenant di elevato standing, anche grazie alla sua posizione nella zona nord della città di Milano che sarà oggetto di una profonda rigenerazione urbana, a partire dalla futura trasformazione dell’ex Scalo Farini”. Alessandro Busci, Head of Fund Management di Prelios sgr, ha aggiunto: “L’immobile oggetto di investimento della Sicaf da noi gestita, attraverso mirate azioni di asset management, sarà riqualificato e riposizionato per coglierne tutto il potenziale valore”.

La Sicaf che ha acquisito gli uffici di Piazza Fidia a Milano, costituita l’anno scorso, è stata la prima di questo tipo a essere stata autorizzata da Banca d’Italia. La nuova Sicaf è interamente partecipata da un fondo di investimento gestito da Ardian ed è gestita da Prelios sgr. La prima operazione della Sicaf era stata condotta l’estate scorsa e si era trattato dell’acquisizione di un palazzo uffici in via Roncaglia 12/14, a sud-ovest di Milano. Il venditore era stato il Fondo Immobiliare Petrarca (gestito da Sator Immobiliare sgr spa e sottoscritto per intero da Aedes siiq) (si veda altro articolo di BeBeez).

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Platinum Equity compra la francese Biscuit International. Clearlake Capital Group e SkyKnight Capital acquisiscono The Patient Safety Company da Main Capital Partners. TA Associates ha annunciato l’acquisizione di Auction Technology Group

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Platinum EquityPlatinum Equity ha annunciato l’acquisizione di Biscuit International, uno dei principali produttori europei di biscotti dolci “private label”. Con sede a Parigi, Biscuit International impiega circa 1.900 persone e ha generato ricavi per un importo superiore a 500 milioni di euro negli ultimi 12 mesi, di cui circa due terzi provenienti dall’esterno della Francia (si veda qui il comunicato stampa).  L’azienda commercializza una vasta gamma di prodotti con una presenza europea o locale, tra cui biscotti tradizionali e un portafoglio crescente di prodotti per i consumatori con esigenze dietetiche specifiche (organici, ipocalorici, senza zucchero, senza glutine, senza latte e altri categorie). “Biscuit International ha un portafoglio eccezionale e una meritata reputazione per i prodotti di alta qualità”, ha dichiarato il partner Platinum Equity Louis Samson. “Supportiamo il piano dell’azienda di continuare ad espandere la sua offerta e la sua portata internazionale, sia organicamente che attraverso ulteriori investimenti aggiuntivi. Non vediamo l’ora di lavorare con il team di gestione per ottimizzare la piattaforma e massimizzare le prestazioni operative in tutta l’azienda.” Biscuit International è stata creata nel 2016 dalla fusione di Groupe Poult e Banketgroep ed è cresciuta attraverso le acquisizioni di A&W Feinbackwaren in Germania, Northumbrian Fine Foods nel Regno Unito, Stroopwafel & Co e Aviateur nei Paesi Bassi e Arluy in Spagna. “Biscuit International ha un portafoglio eccezionale e una meritata reputazione per i prodotti di alta qualità”, ha dichiarato il partner Platinum Equity Louis Samson. “Supportiamo il piano dell’azienda di continuare a espandere la sua offerta e la sua portata internazionale, sia organicamente che attraverso ulteriori investimenti aggiuntivi. Non vediamo l’ora di lavorare con il team di gestione per ottimizzare la piattaforma e massimizzare le prestazioni operative in tutta l’azienda.” L’acquisizione di Biscuit International da parte di Platinum Equity è l’ultimo esempio del crescente slancio dell’azienda in Europa e della sua capacità di eseguire transazioni sia a piccola che a grande capitalizzazione.

Clearlake Capital Groupsymplr, una piattaforma software-as-a-service leader nel settore dell’assistenza sanitaria, rischio e conformità, supportata da Clearlake Capital Group, LP e SkyKnight Capital, ha annunciato oggi di aver acquisito The Patient Safety Company da Main Capital Partners. (si veda qui il comunicato stampa).  La combinazione di symplr e TPSC con sede nei Paesi Bassi amplia la piattaforma di scala GRC end-to-end leader del settore sanitario per includere la sicurezza dei pazienti e il monitoraggio e la segnalazione degli incidenti. La piattaforma di symplr ora offre una soluzione end-to-end che comprende la gestione dei dati dei fornitori, la gestione delle credenziali, la gestione della forza lavoro e la sicurezza dei pazienti, affrontando l’intera gamma dei requisiti normativi del personale sanitario migliorando al contempo i risultati dei pazienti e la qualità del servizio. Healthcare Growth Partners è stato consulente finanziario di symplr.

TA AssociatesTA Associates, ha annunciato l’acquisizione di Auction Technology Group, una piattaforma online leader per aste in Europa e negli Stati Uniti, da ECI Partners e Proxibid, un mercato online per collegare acquirenti e venditori in tutto il Nord America, da Primus Capital (si veda qui il comunicato stampa).  Entrambe le transazioni ATG e Proxibid si sono concluse il 13 febbraio 2020. Le società saranno portate sotto l’ombrello ATG con sede a Londra, ma manterranno sostanziali operazioni a Omaha, nel Nebraska, dove Proxibid ha sede. Entrambi i team di gestione sono entusiasti della combinazione e credono che le loro risorse collettive andranno a beneficio di banditori e offerenti attraverso maggiori investimenti tecnologici e migliori risultati d’asta. Nell’ambito della transazione, ECI ha reinvestito nell’entità combinata e ora detiene una partecipazione di minoranza. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. “Il mercato delle aste si trova in un punto unico della sua evoluzione, beneficiando da un lato delle trasformazioni della tecnologia di vendita online e dall’altro della crescente tendenza degli acquirenti a cercare articoli unici e di secondo utilizzo”, ha affermato John-Paul Savant, ceo di Auction Technology Group. “La combinazione di ATG e Proxibid ci fornirà le risorse per investire in strumenti migliori per i banditori e accelerare gli investimenti nel marketing, che riteniamo porterà un flusso costante di nuovi offerenti online.” “Le risorse combinate di ATG e Proxibid ci offriranno una scala maggiore per competere contro concorrenti come Ritchie Brothers”, ha affermato Ryan Downs, ceo di Proxibid. “Accelereremo gli investimenti negli strumenti online che rendono i banditori una via preferita per la cessione di molti beni industriali. La combinazione ci consente inoltre di rivolgersi a una base di banditori più ampia con i nostri strumenti come Wavebid, la nostra soluzione di gestione delle aste.” Un rapporto del 2019 di Art Basel e UBS ha rilevato che il mercato dell’arte online ha raggiunto un nuovo massimo di 6 miliardi di dollari nel 2018, con un aumento dell’11% su base annua, pari al 9% del valore delle vendite globali. Un recente sondaggio sulle case d’asta di livello intermedio ha inoltre rivelato che oltre l’85% delle case d’asta prevede un aumento delle vendite online nei prossimi cinque anni. In relazione al segmento delle apparecchiature industriali, un recente studio di mercato ha stimato che il mercato globale delle apparecchiature usate sarà dimensionato a oltre  300 miliardi.

 


Il corporate venture capital di Intesa Sanpaolo, Neva Finventures, diventerà una sgr. Punta a raccogliere 250 mln euro entro il 2021

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Neva Finventures diventerà una sgr. Quello che finora è stato il0 corporate venture capital di Intesa Sanpaolo entro l’estate si trasformerà in vera e propria società di gestione, e ha già avviato il necessario iter autorizzativo presso gli organi di superivisione, Banca d’Italia anzitutto. “

“Prevediamo di avviare l’operatività entro questa estate”, ha riferito ieri a BeBeez Maurizio Montagnese, presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center, la divisione della banca cui fa capo Neva Finventures, in occasione di Ventureup, evento dedicato al settore del venture capital organizzato dallo stesso Innovation Center insieme all’Aifi, alla Compagnia di Sanpaolo e alla Fondazione Crt, tenutosi presso le vastissime sale delle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) Torino, l’ex opificio ferroviario, dove la stessa Neva Finventures ha sede, a due passi dal grattacielo di Intesa Sanpaolo.

Il nome definitivo ancora non è stato deciso. Questo perché il focus della nuova sgr non sarà più solo sul fintech, come è stato finora, bensì su tutti i campi di applicazione dell’innovazione tecnologica, dall’automotive alle rinnovabili, dall’intelligenza artificiale ai nuovi materiali.

Neva Finventures era nata nell’aprile 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), per investire appunto in aziende del fintech che potessero avere anche una sinergia con l’attività del gruppo bancario e alle quali lo stesso gruppo potesse apportare del know how, come nel caso del salvadanaio digitale Oval Money, in cui l’ultimo investimento di Neva Finventures erano stati 4 milioni nel giugno 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). La società aveva poi investito altri 4 milioni, nel giugno 2019, sulla piattaforma di equity crowdfunding BacktoWork24 (si veda altro articolo di BeBeez), a anche in iwoca, piattaforma online di finanziamento delle pmi (si veda altro articolo di BeBeez). In queste e altre aziende finora sono stati investiti circa 50 milioni di euro.

Neva, oggi guidata da Mario Costantini, non vuole solo estendere il raggio operativo al di là del fintech, ma anche aumentare la potenza di fuoco. Per questo la futura sgr intende raggiungere un funding target di 250 milioni entro l’estate del 2021. Neva Finventures inoltre farà inoltre leva sulla collaborazione, già avviata, con il business accelerator Usa Techstars, che ha già una propria presenza presso le Ogr Torino, “ma auspichiamo di collaborare anche con altri accelerator”, ha riferito Guido de Vecchi, executive managing director dell’Innovation Center.

La nuova società di gestione andrà ad affiancarsi, tra le attività nel venture di Intesa Sanpaolo, a Indaco Ventures sgr, la società di gestione nata nel 2018 a seguito dello spin off dei fondi venture della banca e il cui capitale fa capo per il 51% all’ex management team di venture capital di Intesa Sanpaolo, guidato da Davide Turco, e per il 49% in quote paritetiche a Futura Invest (i cui principali azionisti sono Fondazione Cariplo e Fondazione Enasarco) e Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez).


Venture capital, in arrivo altri 500 mln euro dalla Bei per il Tech Transfer

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Dario Scannapieco
Dario Scannapieco

Dario Scannapieco

La Banca Europea per gli Investimenti (Bei), tramite l’European Investment Counsel, moltiplica per cinque da 100 a 500 milioni di euro  la sua potenza di fuoco dedicata agli investimenti in venture capital, nel quadro dell’iniziativa Horizon 2020, nel segmento del cosiddetto tech transfer, cioè sulle aziende che si occupano di trasformare le tecnologie sviluppate nei centri di ricerca in prodotti e servizi vendibili e quindi in buone opportunità di investimento. Lo ha annunciato ieri il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, intervenendo a VentureUp, gli Stati generali del venture capital organizzati presso le Officine Grandi Riparazioni Torino da Intesa Sanpaolo Innovation Center, Compagnia di Sanpaolo, Fondazione Crt e Aifi.

 

Negli anni infatti si è manifestata una crescente difficoltà nel portare materialmente sul mercato le idee sviluppate in seno alle Università. E’ così che in seno alla Bei si è fatta strada l’idea di sostenere, sia con un investimento in equity sia con trasferimento a fondo perduto (cosiddetta blended finance), le aziende che nascono per tradurre le nuove tecnologie in attività economiche. E così è nato, nel giugno 2019, l‘European Innovation Council Accelerator, le cui linee guida prevedono, non a caso, che i fondi non siano concessi a università o altri enti scientifico-accademici, ma esclusivamente ad aziende localizzate nei Paesi Ue e in quelli associati al programma Horizon 2020 (tra cui Israele).

Con questo obiettivo è stato stanziato nel giugno 2019 un primo investimento pilota di 100 milioni in equity. Risorse che sono divenute 278 milioni includendo anche i progetti finanziati con grant (contributi a fondo perduto).

Il successo è stato travolgente (si veda tabella delle aziende a cui sono stati assegnati i fondi. “Abbiamo ricevuto richieste per 4,4 miliardi di euro, gran parte delle quali da Italia e Spagna” (si veda qui la tabella delle richieste per Paese). “Ciò conferma che l’European Innovation Council è andato a riempire un vuoto nel finanziamento dell’innovazione, e che è appropriato affiancarlo a quelle già esistenti, nel quadro del prossimo bilancio Ue”, ha dichiarato  Mariya Gabriel, Commissario Europeo all’Innovazione, Cultura e Istruzione. Alla fine del 2019 erano 75 le aziende che avevano ottenuto finanziamenti, con Francia e Israele in testa con sei aziende ciascuno  (si veda qui il comunicato stampa dell’ European Innovation Council Accelerator).

La Bei non è certo nuova all’investimento in venture capital. “Finora abbiamo investito in circa 750 fondi di venture”, ha aggiunto Scannapieco Tra questi figura anche quello nella piattaforma ITAtech, l’iniziativa congiunta dedicata all’Italia e lanciata alla fine del 2016 con una dotazione di 200 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) suddivisa in maniera paritetica tra Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e il Fondo Europeo per gli Investimenti, che peraltro ora è già stata tutta investita  (si veda altro articolo di BeBeez).

L’ultimo investimento di ITAtech è stato condotto lo scorso settembre 2019: 30 milioni in Eureka! Fund I, gestito dalla neonata Eureka! Venture sgrGli altri investimenti di ITAtech sono invece stati condotti in: Progress Tech Transfer di MITO Technology,  Vertis Venture 3 Technology Transfer di Vertis sgr Poli360, di 360 Capital Partners in collaborazione con il Politecnico di Milano.


Il fondo European Cities di Nuveen raggiunge 1,3 mld euro di raccolta. Goldman Sachs investe altri 85 mln $ in debito immobiliare in India

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Nuveen Real Estate

Nuveen Real EstateTre fondi pensione europei hanno sottoscritto per 130 milioni di euro complessivi il nuovo fondo European Cities di Nuveen Real Estate (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta di tre fondi pensione europei, due dei quali stanno ampliando gli attuali impegni verso la piattaforma. Il veicolo European Cities, incentrato su una selezione di città nella regione europea, è una delle sei strategie della Global Resilient Series di Nuveen Real Estate. La piattaforma punta a offrire agli investitori diversificazione, rendimento e crescita di capitale sul lungo termine. Il suo obiettivo sono asset in città europee ‘a prova di futuro’, che secondo la società sono meglio posizionate in termini di crescita demografica e strutturale. Andrew Rich, gestore del fondo di Nuveen Real Estate, ha affermato: “Dal lancio del veicolo nel 2016, abbiamo costruito un portafoglio di 2 miliardi di euro, composto da 13 asset di alta qualità, tra i quali un asset in fase di sviluppo, e abbiamo raccolto circa 1,3 miliardi di euro da 24 investitori in tutto il mondo”. Gli asset in portafoglio si trovano nelle principali città europee, quali Londra, Madrid, Amsterdam e Parigi, e comprendono un forward-committment per il Cube Berlin, uno progetto di sviluppo per circa 18.500 mq di uffici, vicino alla stazione centrale, che dovrebbe essere portato a termine nel corso dell’anno.

goldmanGoldman Sachs ha investito l’equivalente di circa 85 milioni di dollari (Rs 610 crore) sotto forma di debito nella società immobiliare con sede a Gurugram, Vatika Group (si veda qui dealstreetasia).  Del totale, Vatika Group utilizzerà circa 34 milioni di dollari per accelerare la costruzione della prima fase di un progetto commerciale situato su NH-8 (National Highway 8). I progetti saranno sviluppati in 3 fasi di 2,2 milioni di piedi quadrati. L’investimento è sotto la forma di debito strutturato come project finance che facilita un parziale rifinanziamento alle imprese Piramal e il saldo verso la costruzione, ha aggiunto. Separatamente, Goldman Sachs ha esteso una linea di debito a Vatika Hotels per un importo di 50,8 milioni, facilitando un rimborso anticipato a Piramal Enterprises sulla stessa attività. “Noi del Gruppo Vatika prevediamo di soddisfare la crescente domanda di spazi commerciali di grado A a Delhi NCR. Tali strumenti di debito ci garantiranno  il completamento delle attività, consentendo nel contempo un rifinanziamento parziale. L’investimento di Goldman favorirà sicuramente la consegna puntuale del progetto”, ha affermato Gaurav Bhalla, managing director di Vatika. L’accordo segna la terza transazione di questo tipo tra Goldman Sachs e Vatika Group. Goldman infatti aveva investito circa 14 milioni di dollari nel Vatika Business Park nel 2007 e altri 35,5 milion nei Vatika Hotels nel 2014. Il Gruppo Vatika aveva costituito separatamente due joint venture con il fondo sovrano di Singapore GIC per sviluppare due progetti residenziali su Dwarka Expressway nel 2014.


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