
Le sneaker della veneziana Golden Goose piacciono anche alla Spac americana Acamar Acquisition Partners. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, la Spac sarebbe interessata a rilevare l’azienda italiana specializzata nella produzione di calzature e abbigliamento di lusso controllata dal fondo di private equity Carlyle.
L’ingresso di Acamar nel capitale dell’azienda cambierebbe le carte in tavola, perché non si tratterebbe di una cessione pura e semplice, ma di una quotazione a Wall Street a valle di business combination e reverse merger, come già avvenuto per il leader italiano degli sms per banche e aziende Kaleyra, sbarcato sulla Borsa di New York nel novembre scorso con la businness combination con la Spac GigCapital (si veda altro articolo di BeBeez). Acamar è stata quotata al Nasdaq nel febbraio 2019, dopo aver raccolto 300 milioni di dollari dagli investitori (si veda qui il comunicato stampa). Promotore di Acamar è Juan Carlos Torres Carretero, presidente esecutivo del colosso dei duty free aeroportuali Dufry.
Lo scorso ottobre si diceva che in corsa per l’acquisizione di Golden Goose ci siano anche i fondi di private equity Advent International, Permira, Cinven, Apax Partners ed Eurazeo (si veda qui altro articolo di BeBeez). Carlyle si attende una valutazione elevata di Goden Goose: circa 1 miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che l’asta per l’azienda era partita la scorsa estate, con Carlyle che aveva dato mandato a BofA Merrill Lynch di vendere la società nella prima parte del 2020. Nell’aprile 2019 il fondo aveva ricevuto alcune manifestazioni di interesse non sollecitate sia da fondi di private equity sia da gruppi strategici ma si dice le avesse rifiutate appunto perché inferiori al miliardo di euro. Tra le offerte si diceva che ci fossero anche quella del colosso del lusso americano Tapestry, che detiene i marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman; quella di Pvh, che controlla anche Tommy Hilfiger e Calvin Kleine; e quella di Vf Corporation.
Golden Goose produce abbigliamento di lusso ed è famosa soprattutto per le sue sneaker. Fondata nel 2000, ha sede a Venezia. Golden Goose Deluxe Brand è distribuito in tutto il mondo attraverso un network di negozi multibrand esclusivi e franchising, unitamente ai flagship store a gestione diretta. La società ha chiuso il 2018 con ricavi per 185 milioni, un ebitda di 55 milioni e una posizione finanziaria netta a poco meno di 100 milioni, in forte calo nel giro di due anni rispetto alla leva di 3,5 volte l’ebitda al momento del buyout. Proprio grazie a questi risultati, la società ha pagato lo scorso aprile a Carlyle un dividendo straordinario di 100 milioni, permettendo al fondo di rientrare di circa la metà del suo investimento in equity (si veda altro articolo di BeBeez).
Carlyle aveva comprato Golden Goose nel febbraio 2017 tramite il suo fondo Carlyle Europe Partners IV (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere a Carlyle, per un equity value di 400 milioni di euro, era stato il fondo Ergon Capital Partners III alla guida di un pool di investitori, che comprendeva anche DVR Capital, e che nel maggio 2015 aveva acquisito la maggioranza di Golden Goose (si veda altro articolo di BeBeez) dai fondatori della società, Alessandro Gallo e Francesca Rinaldo e dai fondi di Riello Investimenti sgr e dell’allora Dgpa sgr (oggi Syle Capital sgr, con la partner Roberta Benaglia che era rimasta alla guida della società). Nell’ambito dell’operazione, Zignago Holding spa aveva rilevato una quota di minoranza in qualità di coinvestitori, con fondatori della società che avevano mantenuto il 13% e il management il 3% (si veda altro articolo di BeBeez).