Quantcast
Channel: BeBeez
Viewing all 28042 articles
Browse latest View live

Calzature outdoor, Tecnica Group sale al 75% della controllata tedesca Lowa, che compra il suo principale fornitore Riko Sport

$
0
0
riko sport

riko sportTecnica Group, società leader nel mondo della calzatura outdoor e dell’attrezzatura da sci partecipata al 40% a Italmobiliare, ha incrementato dal 60% al 75% la sua quota nella controllata tedesca Lowa, che a sua volta ha rilevato l’intero capitale di Riko Sport, società produttrice di calzature sportive di alto livello.

Riko è stata ceduta da Elfra, veicolo di investimento facente capo alla famiglia Castellani, che ha venduto a Tecnica anche il 15% di Lowa. Il restante 25% della società fa capo al manager svizzero Werner Riethmann. L’operazione è stata supportata da un finanziamento da parte delle banche, assistite da Gattai, Minoli, Agostinelli e Partners (si veda qui il comunicato stampa).

Alberto Zanatta, presidente di Tecnica Group, ha commentato: “Con questa acquisizione rilevante, il gruppo compie un ulteriore passo nel suo percorso di espansione, confermato dai risultati positivi del 2018, con un fatturato di 400 milioni di euro. L’acquisto di Riko Sport permetterà a Lowa di qualificare ulteriormente l’assetto produttivo ed eccellere nello sviluppo prodotto. Come gruppo inoltre continuiamo nel processo di destagionalizzazione, potenziando il mondo delle calzature outdoor, un settore che vive un trend di crescita costante”.

Riko Sport occupa 1.900 dipendenti, ha sede ad Altivole (Treviso) e uno stabilimento in Slovacchia. Produce 12 mila paia di calzature dal giorno. Da anni è il principale fornire di Lowa di calzature da trekking leggero, calzature outdoor, casual e bambino. Nel 2018 ha conseguito un fatturato di circa 110 milioni di euro e un margine di ebitda superiore al 10%.

Guidata dall’amministratore delegato Alexander Nicolai, Lowa ha registrato un fatturato di 192 milioni di euro nel 2018 e quasi 3 milioni di paia di calzature vendute.

Nato nel 1960 dal calzaturificio Tecnica ad opera di Giancarlo Zanatta, padre dell’attuale presidente Alberto Zanatta, il gruppo ha acquisito negli anni alcuni dei marchi iconici del mondo dell’attrezzatura sportiva ed è oggi tra i pochi gruppi industriali italiani a detenere la proprietà di grandi brand stranieri: Tecnica (scarponi da sci e footwear), Nordica (sci e scarponi), Moon Boot (footwear), Lowa (brand tedesco di riferimento mondiale per le scarpe da trekking), Blizzard (storico brand austriaco di sci) e Rollerblade (pattini in linea e da ghiaccio). Nel bilancio 2018 di Italmobiliare si legge che Tecnica ha chiuso il 2018 con ricavi di 398,5 milioni di euro, un ebitda di 37,7 milioni e un debito finanziario netto di 113,4 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

Nel giugno 2017, Italmobiliare ha rilevato il 40% di Tecnica, attraverso un aumento di capitale da 60 milioni di euro, affiancandosi alla famiglia Zanatta. L’operazione fu subordinata a una rinegoziazione del debito con le banche, in modo da mettere in atto il piano di rilancio allora identificato dal gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Tra i principali creditori di Tecnica figurava il fondo Dea Corporate Credit recovery gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, che nel giugno 2016 aveva rilevato da alcune banche una fetta dei loro crediti (si veda altro articolo di BeBeez).



La Torre Velasca di Milano nel mirino di Hines. Offerti 150 mln di euro alla proprietaria Unipol

$
0
0
torre velasca

torre velascaLa Torre Velasca di Milano potrebbe presto passare al fondo immobiliare americano Hines. Lo scrive Il Sole 24 Ore, secondo cui il gruppo Usa avrebbe messo sul piatto circa 150 milioni di euro, un’offerta che lo metterebbe in pole position rispetto ad altri 3-4 offerenti.

Al momento la fase è ancora quelle delle trattative, perché non sarebbe stato sottoscritto ancora alcun contratto preliminare di acquisto con Unipol, che ne è divenuta proprietaria dopo l’incorporazione della FondiariaSai della famiglia Ligresti.

Tra ottobre 2016 e aprile 2017 avevano già provato a comprare la Torre Velasca ma senza successo il fondo Orion Capital (boutique d’investimento immobiliare europea fondata da tre professionisti provenienti dal gruppo LaSalle) e anche il gruppo  Suning di Zhang Jindong, il proprietario dell’Inter (si veda qui il Corriere della Seraqui FCInter1908), che aveva cercato una sponda per l’operazione nel gruppo Percassi. Da parte sua Orion era riuscito a entrare in trattative esclusive a fine ottobre 2016 (si veda qui Milano Finanza), ma poi non aveva concluso l’affare e Suning, aveva rispolverato l’interesse.  Allora si diceva che le offerte per la Torre si aggirassero sui 110-120 milioni di euro.

La Torre è un edificio storico di Milano, costruito tra il 1955 e il 1957 dallo studio BPR su incarico della società Rice, con la collaborazione dell’ing. Arturo Danusso, e finanziata dalla Società Generale Immobiliare. Con i suoi 106 metri e 26 piani, è stata l’edificio più alto di Milano a metà del Novecento. Il suo nome deriva dalla piazza Juan Fernàndez de Velasca in cui svetta. Per il suo interesse storico-artistico, rientra fra i beni sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.


Unicredit cede 450 mln di crediti in sofferenza a Illimity e Guber Banca

$
0
0
UniCredit

UniCreditUnicredit ha ceduto pro-soluto 450 milioni di euro di crediti in sofferenza a due veicoli di cartolarizzazione finanziati, rispettivamente, da Illimity (240 milioni di euro) e da Barclays BankGuber Banca (210 milioni di euro, tramite il veicolo Gaia spv srl), con quest’ultima che svolgerà anche il ruolo di servicer per il secondo portafoglio.

Si tratta di crediti chirografari large ticket verso pmi italiane (si veda qui il comunicato stampa di Unicredit, qui quello di Illimity e di Guber Banca). Illimity, da parte sua, ha annunciato contestualmente l’acquisto di altri due portafogli di Npl da altre due controparti (si veda altro articolo di BeBeez).

Guber Banca è specializzata nell’attività di servicing e nell’acquisto diretto di portafogli, anche in partnership con investitori terzi. Da inizio anno la banca ha infatti concluso otto acquisizioni di portafogli Npl per un valore nominale di circa 2 miliardi. La più recente risale a fine maggio, quando Guber ha comprato tre portafogli di crediti in sofferenza, per un valore nominale totale superiore ai 350 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio scorso aveva comprato insieme a Barclays un portafoglio di Npl di Banca Valsabbina con un valore nominale al 30 giugno 2018 di circa 150 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A marzo ha invece partecipato alla cartolarizzazione del portafoglio di crediti in sofferenza originati da 22 banche del gruppo Cassa Centrale Banca per circa 734 milioni di euro, acquisendo una piccola quota della tranche junior che è stata sottoscritta per la maggior parte da Värde Partners (si veda altro articolo di BeBeez) e nello stesso mese ha rilevato da Mps crediti deteriorati e beni sottostanti, derivanti da contratti leasing, per un controvalore di 350 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A luglio 2018 Guber, insieme a Barclays Bank e a Värde Partners aveva invece comprato un portafoglio di Npl originati da 53 banche di credito cooperativo, casse rurali e banche popolari del valore lordo complessivo di 1,397 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).  Guber Banca è stata fondata come servicer di credito nel 1991 da Francesco Guarneri e Gianluigi Bertini, che sono stati affiancati dal marzo 2017 da Värde Partners, che ha comprato il 33,3% del capitale  (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto a Unicredit, l’impatto delle due cessioni appena annunciate è  già stato già recepito nel bilancio di Unicredit del secondo trimestre 2019. L’operazione segue di pochi giorni quella di un portafoglio di crediti in sofferenza da 1,1 miliardi di euro, derivanti da contratti di credito chirografario alle pmi a un veicolo di cartolarizzazione finanziato dall’investitore newyorkese SPF Investment Management LP (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre questo mese, la banca ha ceduto a B2 Kapital tramite UniCredit a.d. Banja Luka e UniCredit Bank d.d. Mostar un portafoglio misto di crediti in sofferenza garantiti e chirografari verso pmi e imprese di diritto bosniaco da 24,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e ha venduto  pro-soluto, tramite la sua controllata ungherese Unicredit Bank Hungary, sofferenze per 28 milioni di euro alla società finanziaria ungherese EOS Faktor Zrt (si veda altro articolo di BeBeez).

Le cessioni rientrano nell’attuale strategia di UniCredit di riduzione delle esposizioni deteriorate. Non a caso a inizio giugno Unicredit ha annunciato l’avvio della seconda fase del programma Sandokan con la sigla dell’accordo per affidare la gestione e le attività di special servicing relative al portafoglio di crediti unlikely to pay immobiliari battezzato Sandokan 2 PimcoGwm e Arec (Aurora Recovery Capital) per un importo massimo di 2 miliardi di euro, da cedere in più tranche successive (si veda altro articolo di BeBeez). La banca ha poi messo sul mercato tre portafogli di Npl per un controvalore complessivo di altri 2,4 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta del portafoglio Roma (1,4 miliardi di crediti non garantiti), del portafoglio Matera (da 750 milioni di crediti garantiti); e del portafoglio Capri (300 milioni di Npl secured).

E’ poi di Unicredit una delle maggiori operazioni attese nei prossimi mesi: la banca infatti ha deciso di mettere sul mercato parte di un portafoglio di Utp da 13,3 miliardi di euro e concedere un mandato di gestione sull’altra parte, sulla falsariga dell’accordo che Intesa Sanpaolo sta stringendo con Prelios sgr in relazione a un portafoglio complessivo da 10 miliardi di Utp (si veda qui il Report Npl dei primi 7 mesi del 2019, riservato agli utenti di BeBeez News Premium; scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese o aderire alla nostra offerta estiva).

 


Il fondo Alcedo IV scommette sui piatti pronti freschi Eurochef

$
0
0
Eurochef-piatti-pronti

Eurochef-piatti-prontiAlcedo sgr, attraverso il suo fondo Alcedo IV, ha comprato il 68% di Eurorochef Italia, azienda attiva nella produzione a marchio proprio e in conto terzi di piatti pronti (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione è stata finanziata da Banco Bpm.

Alcedo ha rilevato la partecipazione dai tre soci fondatori Stefano Stanghellini, Alessandro Cipriano e Franca Raspa, che erano alla ricerca di un partner finanziario in grado di accompagnarli in un percorso di crescita. Stefano Stanghellini ed Alessandro Cipriano rimangono ciascuno con una quota del 16%, mantenendo i propri ruoli all’interno dell’azienda rispettivamente nell’area produzione-acquisti e nell’area commerciale.

La sgr è stata assistita da Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, da Kpmg, dallo studio RDRA, da LTP e da Tauw. I soci di Eurochef sono stati assistiti  dallo Studio Lambertini&Associati e dallo Studio Firma.  La banca è stata supportata dallo Studio Legale Dentons. L’operazione è stata perfezionata con l’assistenza di Studio Milano Notai.

Alessandro Cipriano, socio di Eurochef, ha dichiarato: “La presenza al nostro fianco di un forte e strategico investitore, come Alcedo, non può che accrescere e sviluppare il potenziale già insito in quello che è un vero e proprio caso di successo. Il mercato italiano inoltre è fatto da tante piccole aziende specializzate in un singolo o pochi prodotti, come ad esempio la pasta, le verdure, la pizza. Noi lavoreremo per aggregare alcune di queste eccellenze così da poter offrire ai nostri clienti una gamma ancor più ampia ma sempre di altissima qualità, rafforzando il nostro posizionamento quale partner privilegiato dei principali operatori della gdo italiana, ma anche guardando a nuovi settori e a nuovi mercati, anche esteri”.

Eurochef srl è stata fondata nel 1998, ha sede a Sommacampagna (Verona) ed è specializzata nella produzione e commercializzazione di piatti pronti e pastorizzati di gastronomia fresca e affermandosi negli anni come partner per le principali catene della GDO. Nel corso del tempo la società ha affiancato alla linea tradizionale anche le linee vegana e biologica e ha sviluppato marchi propri (Lo chef a casa) da affiancare ai prodotti senza marchio. Ha chiuso il 2018 con ricavi per 18,5 milioni di euro, un ebitda di 3,7 milioni di euro e una liquidità netta di 1,9 mili0ni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente). Per il 2019 è previsto un fatturato di oltre 19 milioni di euro e l’obiettivo del fondo è portare i ricavi nel medio periodo a 50 milioni

Per Alcedo si tratta del settimo investimento con il fondo Alcedo IV, che ha raccolto 195 milioni di euro nel maggio 2016 (si veda altro articolo di BeBeez).  L’ultima acquisizione del fondo risale al nel maggio 2018, quando ha rilevato il 60% del marchio di sneakers Atlantic Stars (si veda altro  articolo di BeBeez).

Alcedo sgr è uno degli investitori monitorati da BeBeez Private Data.
Cogli l’offerta estiva per versione Combo, che include anche i Report e le Insight Views
di BeBeez News Premium 12 mesi

Schermata 2019-07-28 alle 10.45.50


Illimity compra altri Npl per 103 mln di euro

$
0
0
illimity

illimityLo stesso giorno in cui Illimity ha annunciato l’acquisto di un portafoglio di Npl da 210 milioni di euro da Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez), ha anche annunciato di aver comprato altri crediti in sofferenza per 103 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).

Di questi, 80 milioni di euro sono crediti leasing che saranno ceduti in diversi tranche da una società finanziaria leader di settore, mentre i restanti 23 milioni sono relativi a un singolo credito per un valore nominale di circa 23 milioni. Si tratta di una posizione corporate secured garantita da asset logistici nel nord Italia.

Nel giugno scorso la banca ha annunciato l’acquisto di vari portafogli di Npl secured nei confronti di debitori corporate per un valore nominale lordo complessivo di circa 55 milioni di euro,  ceduti da istituti bancari e garantiti prevalentemente da asset industriali e commerciali; e contestualmente aveva annunciato il finanziamento, per circa 110 milioni di euro complessivi, di quattro operazioni di acquisto di Npl, garantiti da portafogli prevalentemente corporate secured per un valore nominale lordo complessivo di oltre 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’aprile scorso Illimity ha siglato con Banco Bpm un accordo per acquisire un portafoglio di Npl derivanti da contratti di leasing del valore lordo di circa 650 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

La divisione Npl Investment & Servicing di Banca Illimity a fine 2018 aveva acquistato portafogli di crediti deteriorati e single name per un valore lordo di 1,15 miliardi di euro al prezzo di circa 90 milioni di euro. Nel primo trimestre 2019 ha poi comprato portafogli per un controvalore investito di 21 milioni di euro, per cui era arrivata a detenere crediti Npl per 1,2 miliardi di euro. Entro il 2020, la banca ha l’obiettivo di effettuare investimenti in Npl per 1,7-2 miliardi di euro e operazioni di senior financing per 100-200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

 

 


Se l’LSE compra Refinitiv, Blackstone diventa il primo azionista del LSE. Softbank lancia il “sequel” del Vision Fund, che parte con 108 mld $ di impegni. Naxicap e Ardian in esclusiva su Emera. I Squared Capital compra Pema. Ardian cede Ionisos a 3i

$
0
0
Schermata 2019-07-29 alle 06.55.26

Schermata 2019-07-29 alle 06.55.26Sabato 27 luglio, non solo il London Stock Exchange ha confermato le indiscrezioni di stampa di venerdì 26 luglio circa il suo interesse all’acquisto di Refinitiv, l’ex business Financial & Risk di Thomson Reuters, ma ha anche detto che l’acquisto avverrà carta contro carta, tramite emissione di nuove azioni LSE, con gli attuali azionisti di Refinitiv che si ritroveranno con una quota del 37% del capitale del nuovo gruppo e con poco meno del 30% dei diritti di voto (si veda qui il comunicato stampa). Il tutto per una valutazione di Refinitiv di 27 miliardi di dollari. Gli azionisti di Refinitiv sono Blackstone, Canada Pension Plan Investment Board, il fondo sovrano di Singapore GIC e altri coinvestitori oltre alla stessa Thomson Reuters. Il consorzio guidato da Blackstone aveva acquisito da Thomson Reuters il 55% di Refinitiv nell’ottobre 2018, dopo un annuncio a gennaio 2018,  sulla base di una valutazione di 20 miliardi di dollari (si veda altro articolo di BeBeez). Refinitiv ha chiuso il 2018 con 6,3 miliardi di dollari di ricavi e un ebitda di 1,6 miliardi, mentre il LSE ha chiuso con 1,9 miliardi di sterline di ricavi e un ebitda rettificato di poco superiore al miliardo. Il nuovo gruppo LSE-Refinitiv diverebbe il più grande provider al mondo di infrastrutture per i mercati finanziari quotati con ricavi complessivi per oltre 6 miliardi di sterline nel 2018.  In un comunicato a parte Thomson Reuters ha a sua volta confermato le trattative e ha detto che, se l’operazione andrà in porto, si troverà con una quota del 15% del capitale del nuovo gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Il che significa che il consorzio guidato da Blackstone avrebbe il restante 22% e diverrebbe l’azionista principale.

SoftBankIl colosso giapponese SoftBank Group ha annunciato venerdì 26 luglio il lancio del secondo Vision Fund, che ha già una potenza di fuoco di 108 miliardi di dollari, avendo raccolto impegni per 70 miliardi dagli investitori, che si aggiungono all’impegno da circa 38 miliardi della stessa Softbank (si veda qui il comunicato stampa). Tra gli investitori che hanno firmato i memorandum of understanding ci sono Apple, Foxconn Technology Group, Microsoft, Mizuho Bank, Sumitomo Mitsui Banking Corporation, MUFG Bank, The Dai-ichi Life Insurance Company, Sumitomo Mitsui Trust Bank,SMBC Nikko Securities, Daiwa Securities Group, National Investment Corporation of National Bank of Kazakhstan, Standard Chartered Bank e importanti investitori di Taiwan. I fondi sovrani dell’Arabia Saudita e di Abu Dhabi, che hanno contribuito con la maggior parte del capitale al primo fondo da 100 miliardi, non sono invece stati nominati nell’elenco degli invesdtitori. La raccolta, comunque, non è ancora finita, quindi il fondo potrà essere ancora più grande: si parla per esempio di colloqui in corso con Goldman Sachs  (si veda qui Asia Nikkei).   Il contributo di Softbank sarà finanziato dagli incassi delle exit del suo primo Vision Fund, che ha investito in oltre 70 aziende, tra cui WeWork, il colosso Usa del coworking che sta pianificando l’ipo per settembre (si veda altro articolo di BeBeez) e Uber, che invece si è quotata lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez).  Peraltro Softbank sta da mesi valutando anche l’ipo dell’intero primo Vision Fund (si veda altro articolo di BeBeez).

Naxicap PartnersNaxicap Partners e Ardian hanno avviato trattative esclusive per acquisire una partecipazione significativa nel gruppo Emera, fornitore leader di case di riposo residenziali in Francia, per contribuire ad accelerare l’espansione internazionale del gruppo (si veda qui il comunicato stampa).  Fondata nel 1987, Emera ha costruito una rete di 68 case di riposo residenziali con oltre 6.000 posti letto in tutta Europa. Il Gruppo è riconosciuto come fornitore leader di servizi di assistenza domiciliare residenziale, ottenendo un alto grado di soddisfazione tra i suoi residenti e le loro famiglie. Emera è anche la prima azienda ad aver lanciato case di riposo indipendenti come parte dei suoi stabilimenti. Nel 2018, il fatturato di Emera ha superato i 230 milioni di euro, il 20% dei quali è stato generato al di fuori della Francia, in Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Italia e Spagna. Naxicap Partners e Ardian sono stati attratti dalle straordinarie risorse strategiche di Emera: una rete di stabilimenti di alta qualità con solide prestazioni operative e finanziarie, un team di gestione di grande esperienza e un potenziale significativo per l’espansione internazionale. Il gruppo intende perseguire la strategia esistente, definita da Claude Cheton e dal suo team, in quanto accelera la sua espansione internazionale garantendo nel contempo che la qualità del servizio eccezionale rimanga al centro dell’azienda.

I Squared CapitalTip Trailer Services, una società in portafoglio ad I Squared Capital e uno dei principali fornitori di leasing, noleggio, manutenzione e riparazione di rimorchi in Europa e in Canada, ha firmato un accordo per l’acquisizione di PEMA da Société Générale (si veda qui il comunicato stampa). PEMA è una società di leasing e noleggio di veicoli commerciali che offre servizi in Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Polonia, Svezia e Svizzera, che rafforzerà l’impronta geografica di TIP, rafforzerà la sua posizione in Germania e offrirà un ingresso nel mercato svizzero. “Questo è un passo entusiasmante nel nostro percorso di crescita e diversificazione mentre continuiamo a costruire una piattaforma più forte a beneficio dei nostri clienti, partner, dipendenti e stakeholder”, ha affermato Adil Rahmathulla, presidente di TIP Trailer e parnter di I Squared Capital. “Con l’acquisizione di PEMA, TIP acquisirà scalabilità e aumenterà la diversificazione geografica con una posizione più forte in Germania. Continuiamo a cercare opportunità per far crescere la piattaforma, comprese le risorse specializzate di fascia alta, mantenendo le nostre offerte e livelli di servizio consolidati”. “Le società combinate avranno quasi 89.000 rimorchi e camion e oltre 100 officine che offrono la più grande rete di riparazioni in Europa e Canada fornendo una soluzione completa per un’ampia gamma di attrezzature per veicoli commerciali”, ha osservato Bob Fast, presidente e ceo di TIP Trailer Services., che ha aggiunto: “I nostri clienti disporranno di un partner di assistenza senza soluzione di continuità in Europa e in Canada, semplificando la gestione della flotta e consentendo loro di concentrarsi sulle attività di core business godendo della forte affidabilità e del servizio clienti di TIP”. La chiusura è prevista per i prossimi mesi con riserva delle consuete approvazioni normative.

ArdianArdian ha siglato un accordo per vendere a 3i Infrastructure la sua partecipazione in Ionisos, leader internazionale nella fornitura di servizi di sterilizzazione a freddo alle industrie mediche, farmaceutiche e cosmetiche  (si veda qui il comunicato stampa). Fondato nel 1993 a Civrieux, in Francia, Ionisos è il terzo fornitore di sterilizzazione a freddo più grande a livello globale e gestisce una rete di 11 impianti in Europa con posizioni leader di mercato sui mercati francese e spagnolo. Ha oltre 200 dipendenti e una base clienti altamente diversificata e fedele di oltre 1.000 clienti. Ionisos offre un servizio mission-critical per l’industria medica e farmaceutica. La necessità di prodotti farmaceutici e strumenti medici e dei relativi servizi di sterilizzazione è guidata da fondamenti di mercato attraenti e driver di mercato non ciclici, tra cui una popolazione che invecchia nell’Europa occidentale, una domanda crescente di servizi medici che richiedono sempre più forniture mediche di smaltimento, nonché forti regolamentazioni sulla sterilizzazione di prodotti medici e farmaceutici. Da quando Ardian Expansion ha acquisito una partecipazione nel luglio 2016, il fatturato dell’azienda è quasi raddoppiato. Ionisos ha registrato una forte crescita organica e ha attuato una strategia di crescita esterna dinamica negli ultimi tre anni, attraverso cinque acquisizioni in cinque paesi europei (Germania, Spagna, Estonia, Francia e Italia).


Affittare uffici a Manhattan costa oltre 80 $ per piede quadrato, il massimo di sempre, dice Transwestern. In aumento le vendite di nuove case monofamiliari negli Usa, dice la National Association of Home Builders

$
0
0
Transwestern Servizi commerciali

Transwestern Servizi commercialiSecondo una nuova ricerca trimestrale di Transwestern Commercial Services, per la prima volta nella storia, l’affitto medio di mercato degli uffici di Manhattan ha superato gli 80 dollari per piede quadrato, chiudendo il secondo trimestre a quota 80,37 dollari, in un periodo in cui sono stati affittatt 8,5 milioni di metri quadrati di spazi, in crescita del 20% rispetto allo scorso trimestre (si veda qui worldpropertyjournal).  I settori FIRE (finanza, assicurazioni e immobiliari) sono stati fondamentali per il trimestre, rappresentando il 37% di tutti gli asset in affitto, con il segmento coworking che rappresenta il 10%. L’attività di affitto da inizio anno si attesta a 15,5 milioni di piedi quadrati, una cifra in calo del 9% rispetto allo stesso punto dell’anno scorso ma superiore alla media di metà anno storica di 14,8 milioni di piedi quadrati. “Ci sono evidenti segnali per dire che il 2019 sarà un altro anno forte per gli affitti”, ha affermato Danny Mangru, responsabile della ricerca TCS, che ha precisato: “Continuiamo a vedere nuovi massimi record per la richiesta di affitti, mentre i tassi di disponibilità scendono a punti che non si vedevano da diversi anni (al 10,5%, il livello più basso dal 2015, ndr). Prevediamo che i livelli di affitto degli uffici continueranno per il resto dell’anno”.

National Association of Home BuildersSecondo il Dipartimento per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano degli Stati Uniti e l’Ufficio censimento degli Stati Uniti, le vendite di case unifamiliari di nuova costruzione negli Stati Uniti sono aumentate del 7% a giugno 2019 rispetto a maggio arrivando a quota 646 mila unità su base annualizzata, un livello che è del 2,2% superiore a quello del giugno 2018 (si veda qui worldpropertyjournal). Quella cifra è il numero di case che si stima sarebbero vendute in un anno, se questo ritmo di crescita delle vendite continuasse per i prossimi 12 mesi.  “Sebbene vi sia una chiara domanda di nuove case, i costruttori continuano a lottare con gli effetti della crisi economica, comprese le carenze di lotti costruibili e manodopera specializzata, che limitano le vendite “, ha dichiarato Greg Ugalde, presidente della National Association of Home Builders (NAHB). “I dati di giugno sono in linea con le nostre previsioni che prevedono una modesta crescita del 3,5% delle vendite di nuove case per il 2019, dovuta in gran parte alle preoccupazioni in relazione all’accessibilità economica”, ha dichiarato Danushka Nanayakkara-Skillington, AVP per le previsioni e l’analisi presso NAHB. Lo stock di nuove case in vendita era di 338 mila unità a giugno per un prezzo medio di vendita di 310.400 dollari, quasi identico al prezzo medio di 310.500 dollari dell’anno precedente.


AromataGroup si compra il controllo del pangrattato Ipam

$
0
0
Schermata 2019-07-29 alle 07.57.46

Schermata 2019-07-29 alle 07.57.46AromataGroup, controllata dallo scorso novembre dal fondo Ambienta (si veda altro articolo di BeBeez),  ha comprato una quota di maggioranza di Ipam, azienda di Parma produttrice d’ingredienti alimentari leader nel segmento panature. A vendere è la famiglia Manenti, che è stata assistita da Vitale & Co.

Fondata nel 1981, Ipam ha iniziato l’attività producendo una gamma dedicata, principalmente, ai ripieni per la pasta fresca che in seguito è stata allargata al mondo delle panature in tutti i suoi possibili utilizzi. Con gli anni il business si è allargato e l’azienda si è specializzata in numerose declinazioni per farine utilizzate (tradizionali, bio, gluten free, ecc.). Tra il 2016 e il 2017 Ipam ha realizzto un’intera area produttiva e di confezionamento dedicata ai prodotti senza glutine e al lancio delle nuove linee rivolte all’Ho.re.ca e al Retail/GDO, a marchio privato e a marchio Zibon. Il tutto con un  investimento di circa 6 milioni di euro. La società ha chiuso il 2018 con un fatturato di oltre 20 milioni di euro.

Per Aromata si tratta di un add-on importante, visto che la società attiva nella produzione e distribuzione di aromi, estratti e coloranti naturali, ha chiuso il 2018 con circa 30 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 5 milioni.

In occasione del deal con Ambienta,  il presidente di AromataGroup, Hans Udo Wenzel, aveva commentato: “Il nostro settore è ancora frammentato e costellato da piccoli player regionali, offrendo ancora grandi margini di consolidamento. In questo contesto, grazie all’esperienza maturata in questi anni e all’ingresso di Ambienta, AromataGroup conta di proseguire il suo percorso di espansione con l’ambizione di diventare un player internazionale in grado di offrire un ricco portafoglio di aromi e coloranti naturali di altissima qualità”.



Beez Peak

$
0
0
Schermata 2019-07-28 alle 22.37.37

Schermata 2019-07-28 alle 22.37.37di Stefania Peveraro
stefania.peveraro@edibeez.it

Cari amici lettori, dopo oltre sei anni di notizie, approfondimenti e soprattutto tanti numeri ho pensato che ogni tanto qualche commento non guasti. E quindi eccomi qui, alla vigilia delle vacanze a inventarmi questa rubrica. Ma l’entusiasmo si è subito scontrato con un problema … Come la chiamo?

Al volo ho scritto un whatsup al mio amico Gianluca Billo, che, in quanto managing director di Nomen Italia, di lavoro fa proprio questo: inventa i nomi. Lo fa per nuove società grandi e piccole e per nuovi prodotti o servizi. Mi aveva aiutato proprio lui a trovare il nome BeBeez a inizio 2013 e gliene sarò sempre grata, perché mi pare che si sia rivelato davvero ben azzeccato. E a chi ancora si chiede che cosa voglia dire BeBeez, lo può leggere qui.

Insomma, per farla breve ho detto a Gianluca che in questa rubrica dirò quello che mi ha colpito in bene o in male nella settimana passata, sia in termini di notizie sia in termini di persone incontrate, e che dirò anche quello che mi aspetto potrà essere interessante tenere sott’occhio nel corso della settimana a venire. Non sarà necessariamente una rubrica di “punzecchiature”, come si addice a un’ape, ma a volte potrebbe esserlo. Gli ho detto anche sarà scritta in maniera colloquiale e che volevo che si ritrovasse almeno in parte il nome di BeBeez. E’ così che è nato il nome Beez Peak. Da un lato la parola inglese “peak”, per picco, cioé le cose più interessanti della settimana, che suona  anche come “pick”, cioé il selezionare, ma anche come “peek”, cioé sbriciatina, e come BeeSpeak, cioé l’ape che parla. Che ne dite?

Nomi a parte, in questo preludio di vacanza mi sembra chiaro che tutti quanti stiamo cercando di chiudere tutte le operazioni in sospeso prima di scappare sotto l’ombrellone. A partire dai colossi internazionali, che hanno aspettato proprio fine luglio per annunciare mega-operazioni. Dal merger London Stock Exchange-Refinitiv, che, se andrà in porto, vedrà il consorzio guidato da Blackstone diventare l’azionista principale del nuovo gruppo, al lancio del secondo Vision Fund di Softbank, che parte con 108 miliardi di dollari di impegni e non è finita qui (si veda altro articolo di BeBeez).

Sul fronte italiano i big deal si vedono ultimamente sul fronte dei crediti deteriorati, dove si sono registrate parecchie operazioni su portafogli di dimensioni importanti e dove molte di dimensioni ancora più importanti sono in arrivo, almeno per 45 miliardi di euro, con i servicer che sono particolarmente sensibili a quello che si dice della loro capacità di recupero. Lo testimonia il successo del post su Linkedin di Prelios di sabato 27 luglio, che riferiva della mia inchiesta proprio su questo tema, pubblicata da Milano FinanzaGli abbonati a BeBeez News Premium hanno potuto leggere il mio pezzo in anteprima il 23 luglio qui  così come hanno potuto leggere il Report di BeBeez sui primi sette mesi di deal sugli Npl pubblicato il 22 luglio qui  (tutte le info per abbonarsi qui).

Non ci sono dati ufficiali di come vadano i recuperi, esistono solo per le operazioni condotte con cartolarizzazioni pubbliche e in particolare con Gacs. Per il resto bisogna basarsi sui dati di redditività dei servicer e delle società di recupero, visto che gran parte del loro conto economico dipende dalle commissioni che incassano sulla base di quanto recuperano. La classifica di PwC dei servicer  rielaborata da BeBeez sulla base del margine di ebitda ha riservato sorprese interessanti. Il margine di ebitda calcolato per il 2018 è sopra il 40% per ben 6 servicer (Frontis Npl, Duepuntozero, Phoenix Asset Management, J-Invest, MBCredit Solutions e Prelios Credit Servicing), con Credito Fondiario che con il suo 39,7% tallona da vicino il gruppo di testa. La classifica, però, è incompleta, perché mancano i numeri di alcuni dei servicer più importanti come Intrum Hoist Finance, mentre Banca Ifis non è censita come gruppo (in clsasifica c’è solo la controllata FBS) perché servicer non è, sebbene sia uno dei maggiori acquirenti di Npl italiani. In ogni caso, si tratta di numeri che indicano che i servicer in questione stanno lavorando bene sul fronte dei recuperi, altrimenti quei margini non sarebbero stati in grado di portarli a casa. 

Ma a parte la superattività dei servicer e degli investitori in crediti deteriorati, anche i fondi di private equity e di private debt non sono da meno. In questo luglio BeBeez ha contato altre 34 operazioni che hanno coinvolto investitori di private equity in acquisto o in vendita su aziende italiane, dopo i 119 deal annunciati nei primi sei mesi dell’anno (si veda qui il Report su sei mesi di private equity), a confronto con i 188 deal registrati in tutto il 2018. Nei giorni scorsi sono poi stati annunciati i closing finali di due fondi. Si tratta di Progressio Investimenti III, a quota 250 milioni di euro, e di Wisequity V a quota 260 milioni.

Una curiosità. Sarà l’estate, ma pare che in questi giorni la frutta vada per la maggiore. Progressio sgr ha comprato pochi giorni fa la maggioranza di Damiano spa, azienda siciliana leader nella produzione di prodotti biologici a base di frutta secca (si veda altro articolo di BeBeez). Sul mercato c’è attualmente il produttore di frutta secca Besana, che è alla ricerca di un nuovo partner finanziario per crescere all’estero, soprattutto in Nord Europa e Asia, e per questo ha dato un incarico esplorativo a Ubs (si veda altro articolo di BeBeez). Chissà se Progressio vuole fare il bis? Il piano di sviluppo di Damiano, infatti, prevede anche opportunità di crescita per vie esterne, attraverso possibili acquisizioni mirate al rafforzamento dell’offerta prodotto.  Intanto nelle scorse settimane era passato di mano il produttore di macchinari per la lavorazione della frutta ABL, che è stato comprato dal gruppo statunitense Gulftech International. A vendere sono stati NEIP III Sicaf spa, la società di investimento in pmi italiane del gruppo Finint, che ha come advisor Itago, società indipendente controllata dall’ex team di private equity dell stessa Finint e la famiglia Ascari (si veda altro articolo di BeBeez). E sempre per restare in tema di frutta e in particolare di macchinari per denocciolare pesche e albicocche, una settimana fa CTI FoodTech ha quotato all’ExtraMot Pro il suo primo minibond, che è stato interamente sottoscritto da Banca Sella (si veda altro articolo di BeBeez)

Sul fronte private debt, poi, da segnalare due iniziative concomitanti  in tema di basket bond, annunciate a pochi giorni di distanza. E’ di venerdì 26 luglio l’annuncio della sottoscrizione da parte del Fondo Strategico Trentino Alto Adige, gestito da Finint sgr, del Trentino Minibond, un basket bond da 10,2 milioni di euro  che riunisce le emissioni obbligazionarie di nove pmi associate a Confindustria Trento (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a inizio luglio è stato lanciato il primo basket bond short term dedicato distretto turistico costiero della costa veneta. Il bond è il risultato dalla collaborazione fra Confcommercio Veneto, Confturismo Veneto, Fidi Impresa e Turismo Veneto e Frigiolini & Partners Merchant, quest’ultimo advisor, arranger e global coordinator dell’operazione che ha già coinvolto 20 pmi e che punta a un’emissione complessiva da oltre 5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Che sia l’inizio di un trend? A differenza delle precedenti operazioni di sistema (i due HydrobondElite Basket Bond ed Export Basket Bond), in questi ultimi due casi non è stata prevista una spv con cartolarizzazione dei minibond sottostanti e si tratta di strutture più flessibili, più adatte a emissioni di dimensioni contenute.

In tema di private debt un’ultima considerazione. Non ho capito come funzioneranno i famosi Panda bond che emetterà la Cdp (si veda altro articolo di BeBeez). Chi si finanzierà sarà la Cdp, chi investirà, visto che si tratta di bond denominati in renmimbi, saranno investitori cinesi, probabilmente in gran parte la stessa Bank of China che ha siglato l’accordo con la Cdp. Ma poi le aziende italiane che vogliono crescere in Cina come attingeranno ai finanziamenti di Cdp? Sarà Cdp direttamente a investire  e/o finanziare o la farà tramite Simest oppure in parte tramite il Fondo Innovazione, quando si tratterà di startup o pmi innovative? Il regolamento dei bond vincolerà Cdp a investire i proventi soltanto in progetti Italia-Cina? Tutto questo non è ancora chiaro ma confidiamo che lo sia presto.


Kryalos sgr compra 5 immobili logistici del Nord Italia per il suo fondo Thunder

$
0
0
Paolo Bottelli, ad di Kryalos sgr
Paolo Bottelli, ad di Kryalos sgr

Paolo Bottelli, ad di Kryalos sgr

Kryalos sgr ha comprato cinque immobili logistici per il suo fondo Thunder, costituito lo scorso gennaio e specializzato in investimenti nel settore (si veda qui il comunicato stampa). Gli asset sono sono situati nel Nord Italia e occupano una superficie commerciale totale di oltre 67 mila mq. Nel dettaglio, quattro immobili sono collocati in provincia di Lodi e uno a Settala (Milano). Tre asset sono occupati da primari operatori nei settori trasporti, cosmetica e archiviazione conto terzi. Due immobili saranno, invece, oggetto di lavori di ripristino e completamento che dovrebbero concludersi nel 2020. I cinque immobili sono dotati complessivamente di 112 baie di carico, hanno un’altezza sotto trave tra gli 8 e i 12 metri e sono tutti ben collegati alle autostrade.

“Quest’ulteriore acquisizione rappresenta la conferma di quanto il nostro gruppo creda fortemente nel settore della logistica. Stiamo integrando il nostro portafoglio anche con immobili dalle dimensioni più contenute, pur sempre ottimamente collegati alle principali vie di trasporto con le principali città del Nord Italia”, ha commentato Paolo Bottelli, amministratore delegato di Kryalos sgr, che con questa operazione supera i 2 milioni di metri quadrati di immobili in gestione nella logistica.

Ricordiamo che solo una settimana fa Kryalos sgr ha comprato sei immobili logistici per il suo fondo Hour. Quattro dei sei immobili sono localizzati a est di Roma, in prossimità del Grande Raccordo Anulare; il quinto immobile invece è situato a Settala, a sud est di Milano, in prossimità della tangenziale; mentre il sesto immobile si trova a Ponzano Veneto, a circa 10 km da Treviso, ed è stato realizzato sulle specifiche richieste di un importante corriere che opera sia a livello nazionale sia internazionale (si veda altro articolo di BeBeez).

Kryalos sgr fa parte del gruppo Kryalos, fondato dall’amministratore delegato Paolo Bottelli, che opera nel settore del fund management, asset management e advisory. Nel dicembre 2018 il fondo americano Blackstone ha siglato un accordo per comprare il 35% di Kryalos Investments srl, la holding che controlla al 100% Kryalos sgr e Kryalos Asset Management (si veda altro articolo di BeBeez). Il closing è stato poi siglato a maggio, dopo l’ok di Banca d’Italia (si veda altro articolo di BeBeez).


La società di co-living DoveVivo incassa un aumento di capitale da 50 mln euro. Dopo i 22,5 mln di linee da Illimity

$
0
0
dovevivo

dovevivoDoveVivo, piattaforma online specializzata nell’offerta di alloggi in condivisione (co-living), ha incassato un aumento di capitale da 50 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), che si va ad aggiungere ai 22,5 milioni di euro di linee di credito assicurate da Illimity Bank a inizio mese (si veda altro articolo di BeBeez), portando il totale delle risorse fresche a disposizione della società a quota 72 milioni di euro.

L’aumento di capitale è stato sottoscritto per 29 milioni di euro da Tikehau Capital, gruppo di alternative asset management quotato all’Euronext di Parigi, tramite il suo fondo Tikehau Growth Equity II, in quella che è la prima operazione di private equity del gruppo in Italia, sinora invece molto attivo sul fronte del private debt e del real estate.

Il resto dell’aumento di capitale è poi stato sottoscritto da ISA (Istituto Atesino di Sviluppo spa) e Seac Fin spa per un totale di oltre 7 milioni di euro. Infine, DV Holding spa, la holding dei due cofondatori di DoveVivo, Valerio Fonseca e William Maggio, ha partecipato all’aumento con circa 12 milioni di euro, mentre il team di DoveVivo si è impegnato per circa mezzo milione di euro.

A seguito dell’operazione, DV Holding resta al controllo di DoveVivo con il 61%, Tikehau diviene secondo azionista al 19%, ISA al 5% e la restante quota di capitale suddivisa fra altri investitori, dipendenti e business angel per circa il 15%. Hanno supportato DoveVivo nell’operazione l’advisor finanziario Alantra, lo studio legale Gattai Minoli Agostinelli & Partners e il consulente fiscale Alberto Picariello. Tikehau è stata assistita dallo studio BonelliErede.

Nata nel 2007, oggi DoveVivo gestisce un portafoglio di circa mille abitazioni in 5 città, grazie a un network di oltre 350 proprietari e investitori e oltre 4 mila inquilini.

I capitali raccolti saranno impiegati per portare avanti un piano industriale ambizioso che punta a posizione DoveVivo come player di riferimento nel co-living in Europa per studenti e giovani professionisti. La crescita, che avverrà per linee sia interne sia esterne, sarà basata su tre direttrici principali: incremento degli asset immobiliari in gestione, sviluppo di business addizionali come lo student housing e internazionalizzazione, puntando a chiudere il 2023 a oltre 150 milioni di fatturato dai 21 milioni di euro del 2018.


Concrete chiude con una raccolta di 1,5 mln di euro per finanziare ELLE Bulding. E’ la quota più alta mai raggiunta in Italia per un real estate crowdfunding

$
0
0
elle

elleLa piattaforma di equity crowdfunding Concrete ha chiuso la campagna di real estate crowdfunding per finanziare ELLE Building, complesso residenziale sviluppato da Gruppo Borgosesia, che sorgerà a Milano in via Lattanzio, centrando il target massimo previsto di 1,5 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).

Si tratta della cifra più alta raggiunta in Italia in un’operazione di crowdfunding real estate. La campagna, che ha coinvolto 66 investitori con un ticket medio di quasi 23mila euro, era stata lanciata il 5 luglio scorso con un ticket minimo di ingresso pari a 5 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il tasso di rendimento annuale atteso (IRR) sarà superiore al 10% e sono previste, inoltre, clausole a tutela degli investitori tra le quali le finestre temporali di uscita anticipata rispetto ad un holding period di quasi 2 anni .

“Il grande interesse suscitato dal mercato per Concrete e la velocità con la quale si è conclusa questa raccolta confermano la crescente attenzione, oltre che dei retail, anche degli investitori qualificati, riconoscimento importante della professionalità con la quale continuiamo ad approcciare il mercato. Nel prossimo periodo lanceremo nuove iniziative, tenendo costante la qualità dei progetti, l’esperienza e solidità degli operatori e, soprattutto, la tutela degli investitori”, ha commentato Lorenzo Pedotti, ceo di Concrete. “Tali risultati confermano i mutui benefici che deriveranno da questa partnership: il Gruppo Borgosesia ha dovuto anticipare le vendite delle residenze poiché numerosi sono stati i soggetti che, oltre a investire nel progetto attraverso Concrete, hanno mostrato grande interesse all’acquisto di singole unità. Al momento ne sono state opzionate 6 su 14”, ha commentato Mauro Girardi, presidente e amministratore delegato di Borgosesia spa.

Elle Building ha un valore superiore a 8 milioni di euro e prevede due edifici da 10 e 4 piani fuori terra da 14 appartamenti, per un totale di 1.400 mq. Il complesso residenziale prevede inoltre, un grande giardino interno e spazi condominiali come palestra, spazi per le famiglie, coworking e meeting e una zona locker dedicata al delivery. La conclusione del progetto è prevista nella prima parte del 2021.

Si tratta del primo progetto di una serie, a valle della firma di un accordo di collaborazione tra Borgosesia e Concrete, che prevede che quest’ultima si occupi del finanziamento, attraverso operazioni di crowdfunding ad hoc, dei progetti immobiliari rivenienti da situazioni di difficoltà finanziaria dei costruttori, che vedranno impegnata Borgosesia nel ruolo di sponsor e per i quali risulti previsto tale strumento di project financing. Il tutto previa valutazione e due diligence da parte di Concrete delle singole opportunità.

L’accordo ha durata sino al 31 dicembre 2021 e prevede l’acquisto di quote di minoranza del capitale di singole spv sino a un massimo di 8 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, aveva spiegato Girardi lo scorso giugno in occasione dell’annuncio della prima campagna, si inquadra nell’ambito del progetto di prossima scissione delle attività di investimento in asset non performing sinora condotta dalla controllante di Borgosesia, CdR Advance Capital spa (si veda altro articolo di BeBeez) e che a valle della scissione saranno integrate nella stessa Borgosesia e sviluppate in particolare in coinvestimento con altri soggetti, quali investitori istituzionali, family office e high net worth individual. E’ la prima volta che Borgosesia si apre al crowdfunding.

Per Concrete, guidata dal ceo Lorenzo Pedotti, quella appena chiusa è la terza campagna che passa dalla piattaforma, dopo quella di fine 2018 per realizzare il progetto Torre Milano (si veda altro articolo di BeBeez) e quella per costruire Gracchi7 nel marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Il capitale raccolto sulle prime tre operazioni è di 3,25 milioni di euro in pochi mesi.


Pop Bari assicura crediti in bonis per 3 mld euro con cartolarizzazione sintetica. Controparte è Christofferson Robb Company

$
0
0
bancapopolarebari

bancapopolarebariBanca Popolare di Bari ha effettuato una cartolarizzazione sintetica su un portafoglio di crediti erogati a pmi e per l’acquisto di immobili residenziali per un totale di 3 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa). La banca si è avvalsa della consulenza di Banca Imi come arranger e dello studio legale Orrick Herrington & Sutcliffe LLP.

In una tradizionale operazione di cartolarizzazione multitranche i prestiti vengono comprati dalla società veicolo che emette poi le note, con il rischio delle prime perdite che viene trasferito ai sottoscrittori delle tranche junior e poi in seconda battuta a quelle mezzanine. In un’operazione sintetica, invece,  i prestiti rimangono nel bilancio della banca ma il loro rischio di credito viene trasferito al mercato dei capitali. In sostanza la banca compra protezione sul portafoglio di crediti in questione, sottoscrivendo contratti di credit default swap. A vendere protezione a Popolare di Bari è stato in questo caso il fondo americano Christofferson Robb & Company che si è impegnato a proteggere il portafoglio dalle prime perdite per un totale di 260 milioni di euro. L’operazione ha determinato un impatto positivo sia sul CET1 ratio che sul total capital ratio della banca. Si tratta della prima banca italiana con modello standard del rischio di credito a utilizzare questo strumento di rafforzamento patrimoniale, introdotto dai nuovi regolamenti europei sulle cartolarizzazioni (Regolamenti dell’UE 2017/2401 e 2017/2402).

Questa operazione riguarda asset in bonis a differenza delle tre ultime cartolarizzzioni di crediti in sofferenza condotte negli ultimi anni dl gruppo bancario. Popolare di Bari aveva infatti  ceduto nell’ottobre 2016 a fondi specializzati e altri investitori istituzionali le tranche mezzanine e junior della prima operazione di cartolarizzazione da 480 milioni di euro di Npl. In quel caso la cessione del portafoglio era avvenuta a un prezzo pari al 30% del valore lordo (si veda altro articolo di BeBeez), grazie all’utilizzo della garanzia pubblica per le tranche senior (Gacs), che sono invece state mantenute in portafoglio dalla stessa Popolare di Bari.

Nel dicembre 2017 la banca aveva chiuso la sua seconda cartolarizzazione di non performing loan supportata dalla Gacs. Più nel dettaglio Popolare di Bari e la controllata Cassa di Risparmio di Orvieto hanno ceduto un portafoglio di Npl da 319,8 milioni di valore lordo a un veicolo di cartolarizzazione che ha emesso a sua volta tre tranche di note. Il portafoglio ceduto era composto per il 56% da crediti ipotecari e per il rimanente 44% da crediti chirografari (si veda altro articolo di BeBeez).

Lo scorso ottobre 2018, infine, la banca aveva partecipato alla cartolarizzazione multi-tranche e multi-originator da 1,7 miliardi di euro, sempre con Gacs per la tranche senior, tramite l’spv POP NPLs 2018, che aveva visto la partecipazione di ben 16 banche popolari, con Pop Bari che aveva ceduto il portafoglio più importante, da 800 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

 


Flipkart inietta denaro fresco nella controllata PhonePE. Allegro Funds entra in Perth Radiological Clinic

$
0
0
PhonePe

PhonePeNel tentativo di combattere la crescente concorrenza nel settore dei pagamenti digitali, l’indiana PhonePe ha raccolto circa 698 milioni di rupie ($ 100 milioni) di capitali freschi dalla sua società madre Flipkart. Si veda qui dealstreetasia. Il finanziamento fa parte dell’impegno di capitale di $ 500 milioni assunto da Flipkart per la sua attività di pagamenti nel 2017. PhonePe ha raccolto oltre 7 miliardi di rupie dalla sua entità madre registrata a Singapore nel marzo di quest’anno. PhonePe è stata fondata nel 2015 dagli ex dirigenti di Flipkart Sameer Nigam, Rahul Chari e Burzin Engineer. È stato, tuttavia, acquisito da Flipkart entro l’anno seguente. La compagnia ha registrato circa 230 milioni di transazioni UPI sulla sua piattaforma, secondo quanto riportato da The Economic Times. (Unified Payments Interface (UPI) è un sistema di pagamento istantaneo in tempo reale sviluppato da National Payments Corporation in India per facilitare le transazioni interbancarie. L’interfaccia è regolata dalla Reserve Bank of India e funziona trasferendo istantaneamente fondi tra due conti bancari su una piattaforma mobile – wikipedia) Secondo un recente rapporto di Mint, il volume e il valore delle transazioni di PhonePe sono quasi quadruplicati nell’ultimo anno. Quindi, il consiglio di Flipkart sta cercando di trasformare PhonePe in un’entità separata e sta esplorando di raccogliere $ 1 miliardo da investitori esterni con una valutazione fino a $ 10 miliardi. Flipkart, di proprietà di Walmart, tuttavia, rimarrebbe un importante azionista. Secondo quanto riferito PhonePe ha anche discusso con le società di private equity KKR & Co. e General Atlantic LLC per finanziamenti all’inizio di quest’anno. Con una valutazione di $ 10 miliardi, tuttavia, PhonePe continuerebbe a seguire Paytm, rivale valutato circa 16-18 miliardi di dollari. Il mercato dei pagamenti digitali in India è in forte espansione con aziende come Paytm, PhonePe e Google Pay che guidano la carica. I pagamenti digitali in India dovrebbero superare le transazioni in contanti entro il 2022, secondo un rapporto di IDC Financial Insights.
Allegro FundsLa società australiana di private equity Allegro Funds ha annunciato che farà un investimento significativo nel più grande fornitore di imaging diagnostico dell’Australia occidentale, la Perth Radiological Clinic (RPC). Si veda qui il comunicato ufficiale. I dettagli finanziari dell’investimento non sono stati resi noti, ma Allegro Funds ha affermato che si tratterà del suo quarto investimento dal Fondo III e che segue il recente investimento dell’azienda nell’idraulica australiana e nella società idrica Questas. In una dichiarazione, Allegro Funds, che gestisce oltre AUS$ 1 miliardo ($ 690 milioni), ha dichiarato di aver siglato un accordo per investire nella RPC, in collaborazione con gli attuali azionisti medici dell’azienda. La RPC è stata istituita nel 1948 e conta oltre 80 medici. Fornisce servizi di diagnostica per immagini in ospedali pubblici e privati, centri specializzati e cliniche suburbane in oltre 20 siti a Perth. A seguito del “significativo investimento” da parte di Allegro Funds, la clinica continuerà a operare tramite l’ente di partenariato e assistenza che fornisce servizi agli ospedali, ai centri specializzati e alle cliniche suburbane e manterrà la maggioranza dei medici. “Questo investimento è stato progettato per mantenere i migliori elementi del modello di servizio medico e incentrato sul paziente combinato con l’esperienza aziendale fornita attraverso il quadro operativo di Allegro per consentire all’azienda di continuare ad attrarre e trattenere i radiologi migliori e di maggior talento nella partnership”, disse la ditta PE. L’amministratore delegato di Allegro, Chester Moynihan, ha affermato che l’azienda aveva già un rapporto con la RPC attraverso la sua precedente proprietà di I-MED Network (un investimento Allegro dal 2011 al 2014), di cui la RPC era una filiale. “Il nostro obiettivo sarà supportare la RPC per continuare a far funzionare l’azienda con successo e applicare le nostre competenze di trasformazione per migliorare le questioni operative, investire in nuove attrezzature e capitalizzare su potenziali fusioni e acquisizioni e opportunità di crescita organica”, ha affermato Moynihan. Allegro è un gestore di fondi australiano di proprietà indipendente che investe principalmente in attività di fascia media in Australia e Nuova Zelanda. Il suo attuale fondo, Allegro Fund III, ha circa $ 400 milioni di capitale impegnato. Altri investimenti del Fondo III includono il rivenditore di calzature neozelandese Ngahuia Group, che comprende Hannahs e Number One Shoes, e il fornitore di istruzione superiore Endeavour Learning Group. La società di PE, che ha come obiettivo investimenti di turnaround e in aziende distressed che vanno da $ 10 milioni a $ 50 milioni in Australia e Nuova Zelanda, ha avviato il suo primo fondo nel 2008 dopo essere stata incaricata come gestore del fondo ABN AMRO Capital Australia Fund da $ 300 milioni. Ne è seguito il lancio del suo secondo fondo da $ 180 milioni nel 2015.

 


E’ stata M&G rifinanziare Le Corti di Baires a Milano, sottoscrivendo il bond da 117,5 mln euro di Meyer Bergman

$
0
0
le corti di baires

le corti di bairesE’ stata M&G Investments a rifinanziare il progetto Le Corti di Baires di Meyer Bergman, società immobiliare specializzata nello sviluppo immobiliare e nel private equity. Fondi di M&G hanno infatti sottoscritto i 117,75 milioni di euro di bond a tre anni emessi lo scorso maggio da un veicolo che faceva capo a Meyer Berman (si veda il comunicato stampa). Come reso noto nel maggio scorso, Meyer Bergman aveva emesso tramite MB CBA Bondco spa (società controllata da MB European Retail Partners) i bond secured a tasso variabile con struttura partly paid, quotati sul Terzo Mercato della Borsa di Vienna (si veda altro articolo di BeBeez). Allora non era stato reso noto il nome del sottoscrittore, ma un filing alla Borsa di Vienna lo diceva già allora chiaramente.

Andreas Schaefer, Associate Director, Real Estate Finance di M&G Investments, ha dichiarato: “Milano rappresenta un mercato immobiliare di primaria importanza in Europa e Le Corti di Baires si trovano in una posizione ideale per beneficiare delle infrastrutture e dei servizi locali esistenti. Progetti di sviluppo a destinazione mista come questo offrono interessanti opportunità di finanziamento nell’attuale contesto del mercato immobiliare, in particolare con il supporto di uno sponsor così importante e di un project team di grande esperienza. Continuiamo a vedere una forte domanda di debito immobiliare commerciale da parte di investitori istituzionali alla ricerca di rendimenti attraenti adeguati al rischio e crediamo che l’Europa offra numerose opportunità di investimento”.

L’immobile Le Corti di Baires, inaugurato nel 1994, ha una destinazione mista: 8 mila mq di superficie retail, 20 mila mq di superficie residenziale/uffici e circa 1500 mq di parcheggio). E’ stato acquistato da Meyer Bergman a dicembre 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). E’ situato a Milano in Corso Buenos Aires, nei pressi delle stazioni della metropolitana di Centrale, Lima e Loreto. Il progetto di riqualificazione, che costerà circa 200 milioni di euro, è stato annunciato nel febbraio scorso. E’ seguito in Italia da Kryalos sgr, scelta da Meyer Bergman in qualità di asset & development manager. La riqualificazione sarà realizzata dagli studi di architettura Archeias e Lombardini 22, mentre Italiana Costruzioni è general contractor. Il progetto, che dovrebbe concludersi all’inizio del 2021, prevede la costruzione di 160 nuovi alloggi, nei piani alti, e la creazione di cinque grandi negozi, al piano terra, che andranno a prendere il posto delle boutique aperte tra il 1995 e il 2004.



Amissima Vita vende un albergo in Franciacorta ad Ark Investment Advisors, al suo primo investimento in Italia

$
0
0
franciacorta

franciacortaArk Investment Advisors PTE ha siglato un contratto preliminare per acquistare un albergo a Provaglio d’Iseo (Brescia), in Franciacorta. A vendere è stata Amissima Vita spa, la compagna assicurativa (ex Carige) controllata dal fondo Apollo.

Amissima Vita è stata assistita sul piano legale dallo studio Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, mentre l’acquirente è stato seguito dallo studio legale Dentons (si veda qui il comunicato stampa). Il closing dell’operazione è previsto per giugno 2022; nel frattempo Ark Investment Advisors avrà a disposizione l’immobile in base a un contratto di locazione, stipulato contestualmente al preliminare di compravendita.

Ark Investment Advisors è un multi-family office di Singapore che investe nel settore immobiliare e in aziende quotate e non nel sudest asiatico, in Australia, Nuova Zelanda ed Europa. L’operazione rappresenta il primo investimento del gruppo sul territorio italiano.

Il settore alberghiero italiano nel 2018 ha fatturato 3 miliardi di euro dagli immobili scambiati con contratti di vendita o locazione, registrando un balzo del 9% dal 2017. Nel medio termine, gli operatori del settore prevedono un’attività in crescita (82%) e una maggiore propensione agli investimenti nel settore (77%). I dati sono stati presentati in occasione dell’Hospitality Forum 2019 – Alberghi da vivere e da vedere, organizzato a fine giugno a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello sgr. E per il 2019,  prevede un fatturato a quota 3,4 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).


BlackRock effettua un primo closing per il suo BlackRock Europe Property Fund V a $ 780 milioni. ARK, piattaforma di WeWork, compra a San Francisco

$
0
0
WeWork

BlackRockBlackRock Real Assets ha annunciato di aver effettuato un primo closing avendo raggiunto oltre la metà dell’obiettivo $ 1,4 miliardi (€ 1,25 miliardi) che si prefiggeva di raccogliere per il suo quinto fondo immobiliare europeo. Si veda qui realassets. Il gestore ha dichiarato che BlackRock Europe Property Fund V (EFV) ha ricevuto $ 780 milioni in impegni di capitale da 24 istituzioni in tutto il mondo. Nel dicembre dello scorso anno, IPE Real Assets ha riferito che BlackRock aveva iniziato a raccogliere capitali per il suo quinto fondo immobiliare opportunistico europeo e aveva attirato investimenti dal Florida State Board of Administration (SBA). È stato anche riferito che l’Ohio Bureau of Workers Compensation stava riflettendo aulla possibilità di investire nel fondo. L’importo di raccolta di fondi target di EFV è quasi il doppio dei 700 milioni di euro raccolti per il precedente fondo Property IV (EFIV) di aprile 2017. BlackRock ha affermato che la strategia a valore aggiunto di EFV sarà in gran parte una continuazione della strategia attuata dal fondo EFIV. Thomas Mueller, amministratore delegato di BlackRock Real Assets e gestore del portafoglio del fondo ha dichiarato: “L’alto livello di interesse per EFV è il risultato della forte performance dell’EFIV. Il successo delle nostre strategie a valore aggiunto si basa su un approccio basato sui principi e su forti capacità di approvvigionamento fuori mercato. “Cerchiamo attivamente i mercati secondari che stanno subendo cambiamenti strutturali permanenti, principalmente in Germania, Francia, Paesi nordici, Irlanda e Spagna, nonché selettivamente nel Regno Unito.”

WeWorkLa piattaforma di investimento immobiliare creata dal genitore dedito al co-working WeWork è vicina all’acquisizione di un edificio per uffici a San Francisco da $ 330 milioni (€ 269 milioni). Si veda qui realassets. Secondo fonti che hanno familiarità con la questione, la piattaforma di investimento da 2,9 miliardi di dollari recentemente lanciata ARK è in procinto di acquistare l’edificio per uffici sito al numero 600 di California Street, in parte occupato da WeWork, da Bentall Kennedy. Nel maggio di quest’anno, The We Company ha annunciato la creazione dell’impresa ARK per l’acquisizione e il rinnovo di immobili commerciali in tutto il mondo. L’investitore istituzionale canadese Ivanhoé Cambridge ha impegnato $ 1 miliardo come partner strategico. All’epoca, The We Company affermava che alcune o tutte le attività acquisite sarebbero state occupate dal fornitore flessibile di spazi di lavoro WeWork. WeWork occupa già 73.000 piedi quadrati (6.780 mq) di 600 California Street. Consultando i registri pubblici si è appreso che Bentall Kennedy ha acquisito l’edificio per uffici di 358.591 piedi quadrati (33.314 mq) nel 2014 per $ 216,5 milioni.

 

 


Prelios e Fercam comprano gli asset immobiliari e il complesso aziendale di Artoni Trasporti per 52,9 mln euro

$
0
0
artoni

artoniPrelios sgr e Fercam hanno comprato per 52,9 milioni di euro il complesso aziendale e i cespiti immobiliari di Artoni Trasporti e Artoni Group, società di trasporti ammesse dal Tribunale di Reggio Emilia alla procedura di amministrazione straordinaria rispettivamente nel giugno 2017 (si veda qui il decreto di allora del Tribunale) e nell’ottobre 2017. (si veda qui il comunicato stampa). Prelios è stata assistita da Linklaters e lo studio Brandstätter ha affiancato Fercam. La notizia della vendita a Prelios e Fercam era già stata anticipata nel gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel dettaglio, il Gruppo Fercam, l’azienda dei trasporti di Bolzano fondata nel 1949 da Eduard Baumgartner, ha rilevato la gestione operativa del Gruppo Artoni e si farà carico dei dipendenti. Il coinvolgimento di Fercam segue un primo tentativo di acquisto del gruppo avvenuto nel gennaio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez), quando era stato annunciato un affitto di ramo d’azienda e successiva acquisizione da parte di una nuova società battezzata FercamArtoni srl. Nel febbraio 2017, però, l’operazione era saltata (si veda altro articolo di BeBeez), e il gruppo era appunto stato dichiarato insolvente dal Tribunale di Reggio Emilia (si veda qui il decreto del Tribunale) e poi era stato ammesso all’amministrazione straordinaria.

Quanto alle attività immobiliari,  saranno assorbite da Prelios sgr, che rileverà gli asset in nome e per conto di un nuovo fondo di investimento alternativo chiuso riservato battezzato ART1. Secondo quanto riferito da MF Milano Finanza, il fondo sarà sottoscritto da Davidson Kempner, azionista americano di riferimento della stessa Prelios, e acquisirà una porzione degli attivi composta da un portafoglio immobiliare di 22 asset, di cui 20 immobili a uso logistico, un immobile a uso terziario-residenziale e un terreno. Gli asset sono concentrati nel Nord Italia e in parte saranno riaffittati poi alla stessa Fercam.

Il gruppo Artoni faceva capo ad Anna Maria Artoni e al momento della crisi a fine 2016 fatturava circa 200 milioni di euro e contava su una rete di 60 filiali, circa 7 milioni di spedizioni in Italia, 13 mila clienti e 600 dipendenti, ma aveva ebitda negativo ed era schiacciata da un debito complessivo di  210 milioni di euro, di cui 113 milioni di debiti finanziari. Oltre a 41 milioni di debiti verso società di leasing, ci sono infatti 72 milioni di indebitamento verso il sistema bancario. La banca più esposta è Cariparma, con due mutui per complessivi 11,5 milioni di euro. Ma nella lista dei creditori ci sono anche Bper, Unicredit, Mediocredito Italiano e altri istituti. I debiti con i fornitori, poi,  superano i 75 milioni di euro (si veda qui ReggioOnline).


Club deal di investitori guidato da Stefano Parisi entra con l’8,9% nel capitale dell’app di allenamento per i ciclisti Bikevo

$
0
0
Schermata 2019-07-30 alle 06.41.42

Schermata 2019-07-30 alle 06.41.42Bikevo, startup che ha creato un “allenatore digitale” per ciclisti, ha incassato un round di investimento sottoscritto da parte dell’imprenditore Stefano Parisi, che insieme a un gruppo di imprenditori ha comprato una quota dell’8,9% tramite la società Nebulh. Lo ha scritto Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi.

Fondata nel 2017 da Massimiliano Morocutti, socio sinora al 26%, Bikevo è controllata al 46% da Neosperience spa, società quotata all’Aim Italia e specializzata nell’accompagnamento delle imprese nella trasformazione digitale, di cui a sua volta Morocutti è socio. Nel capitale sono inoltre presenti sin dall’inizio anche professionisti dello sport ed ex-ciclisti come Davide Cassani, ex ct della nazionale italiana, azionista all’8,8%, e il campione del mondo a Varese 2008 Alessandro Ballan e l’ex cronoman Marco Velo con il 4,4% ciascuno.

Bikevo ha messo a punto un algoritmo che sviluppa un programma di personal coaching virtuale per ciclisti per migliorarne la performance, ridurre i rischi fisici e cardiaci e monitorare i progressi dopo gli allenamenti. Bikevo ha già più di 5mila utilizzatori e si sta diffondendo negli Stati Uniti, in Brasile e in Europa, soprattutto in Gran Bretagna. Nei prossimi cinque anni punta a raggiungere 800mila utilizzatori. I nuovi capitali serviranno a finanziare l’ulteriore espansione internazionale della startup.


Il fondo Bluegem si aggiudica la cosmetica professionale per capelli Pool Service-Medavita per 64 mln euro

$
0
0
Schermata 2019-07-30 alle 07.17.32

Schermata 2019-07-30 alle 07.17.32Bluegem Capital Partners ha vinto l’asta per il gruppo specializzato nella cosmetica professionale per capelli, Pool Service-Medavita. Lo scrive oggi MF Milano Finanza.

Il fondo inglese ha battuto l’altro concorrente rimasto ancora in gara, Aksìa Group (si veda altro articolo di BeBeez),  con un’offerta che valuta il gruppo 64 milioni di euro, una cifra pari quindi a oltre 9 volte l’ebitda del 2018, che era stato di 7 milioni di euro a fronte di ricavi per circa 40 milioni, dopo che il 2017 aveva visto ricavi per 36,6 milioni, un ebitda di 4,7 milioni e un debito finanziario netto di 13 milioni. L’asta era partita a fine febbraio (si veda altro articolo di BeBeez) e ha visto la partecipazione di parecchi fondi di private equity, che però, secondo quanto risulta a BeBeez, avevano presentato offerte ben più basse, cioé attorno a una volta il fatturato 2018. Secondo quanto risulta a BeBeez, a studiare il dossier erano stati per esempio anche Alto Partners (che già nel settore controlla Tricobiotos), ma anche Progressio, Mandarin Capital, Ergon Capital, Wise e Argos Wityu.

Il gruppo era sino a oggi controllato al 76,72% da Beauty 2, società veicolo che fa interamente capo a un gruppo di investitori privati organizzati in club deal da Accord Management ed era partecipato per il 20% dalla famiglia Cattaneo e per il resto dal presidente e ceo Stefano Banfo. Quest’ultimo ha anche un’altra partecipazione indiretta nella società veicolo, insieme ai suoi soci in Accord. In seguito all’acquisizione, Banfo reinvestirà del capitale portandosi a una quota vicina al 3%, mentre il fondo londinese avrà il 97%.

Per Bluegem questa è la prima operazione del terzo fondo, che è attualmente in fundraising con un target di raccolta tra i 400 e i 500 milioni di euro. Blugem ha già un’esperienza nel settore beauty, visto che negli ultimi tempi ha investito nel settore skincare in Germania con Qms Medicosmetics e in quello del make-up in Inghilterra con Iconic London.

L’operazione è stata condotta per Bluegem dal partner e cofondatore di Bluegem Emilio Di Spezio Sardo, che a MF Milano Finanza ha spiegato: “La nostra intenzione è di acquisire altri brand e incorporarli dentro Pool Service. Creando una piattaforma con un forte management team e con processi robusti si crea la possibilità di acquisire realtà sottodimensionate”. E non è escluso che la prima operazione della gestione Bluegem possa arrivare a breve, puntando su un’azienda italiana ma con una forte presenza all’estero, soprattutto in America. Il manager ha aggiunto: “La logica che manterremo nell’aggregazione della piattaforma sarà quella di creare sinergie di costi e formule tra il brand acquisito e la produzione fatta in-house da Pool Service”.  In base alla tabella di marcia tracciata, in seguito a queste operazioni il fatturato di Pool Service dovrebbe superare i 100 milioni, mantenendo un ebitda margin compreso tra il 15-17%. 

Pool Service-Medavita è una delle aziende monitorate da BeBeez Private Data.
Cogli l’offerta estiva per versione Combo, che include anche i Report e le Insight Views
di BeBeez News Premium 12 mesi

Schermata 2019-07-30 alle 07.14.04


Viewing all 28042 articles
Browse latest View live