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di Stefania Peveraro
stefania.peveraro@edibeez.it
Cari amici lettori, dopo oltre sei anni di notizie, approfondimenti e soprattutto tanti numeri ho pensato che ogni tanto qualche commento non guasti. E quindi eccomi qui, alla vigilia delle vacanze a inventarmi questa rubrica. Ma l’entusiasmo si è subito scontrato con un problema … Come la chiamo?
Al volo ho scritto un whatsup al mio amico Gianluca Billo, che, in quanto managing director di Nomen Italia, di lavoro fa proprio questo: inventa i nomi. Lo fa per nuove società grandi e piccole e per nuovi prodotti o servizi. Mi aveva aiutato proprio lui a trovare il nome BeBeez a inizio 2013 e gliene sarò sempre grata, perché mi pare che si sia rivelato davvero ben azzeccato. E a chi ancora si chiede che cosa voglia dire BeBeez, lo può leggere qui.
Insomma, per farla breve ho detto a Gianluca che in questa rubrica dirò quello che mi ha colpito in bene o in male nella settimana passata, sia in termini di notizie sia in termini di persone incontrate, e che dirò anche quello che mi aspetto potrà essere interessante tenere sott’occhio nel corso della settimana a venire. Non sarà necessariamente una rubrica di “punzecchiature”, come si addice a un’ape, ma a volte potrebbe esserlo. Gli ho detto anche sarà scritta in maniera colloquiale e che volevo che si ritrovasse almeno in parte il nome di BeBeez. E’ così che è nato il nome Beez Peak. Da un lato la parola inglese “peak”, per picco, cioé le cose più interessanti della settimana, che suona anche come “pick”, cioé il selezionare, ma anche come “peek”, cioé sbriciatina, e come BeeSpeak, cioé l’ape che parla. Che ne dite?
Nomi a parte, in questo preludio di vacanza mi sembra chiaro che tutti quanti stiamo cercando di chiudere tutte le operazioni in sospeso prima di scappare sotto l’ombrellone. A partire dai colossi internazionali, che hanno aspettato proprio fine luglio per annunciare mega-operazioni. Dal merger London Stock Exchange-Refinitiv, che, se andrà in porto, vedrà il consorzio guidato da Blackstone diventare l’azionista principale del nuovo gruppo, al lancio del secondo Vision Fund di Softbank, che parte con 108 miliardi di dollari di impegni e non è finita qui (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul fronte italiano i big deal si vedono ultimamente sul fronte dei crediti deteriorati, dove si sono registrate parecchie operazioni su portafogli di dimensioni importanti e dove molte di dimensioni ancora più importanti sono in arrivo, almeno per 45 miliardi di euro, con i servicer che sono particolarmente sensibili a quello che si dice della loro capacità di recupero. Lo testimonia il successo del post su Linkedin di Prelios di sabato 27 luglio, che riferiva della mia inchiesta proprio su questo tema, pubblicata da Milano Finanza. Gli abbonati a BeBeez News Premium hanno potuto leggere il mio pezzo in anteprima il 23 luglio qui così come hanno potuto leggere il Report di BeBeez sui primi sette mesi di deal sugli Npl pubblicato il 22 luglio qui (tutte le info per abbonarsi qui).
Non ci sono dati ufficiali di come vadano i recuperi, esistono solo per le operazioni condotte con cartolarizzazioni pubbliche e in particolare con Gacs. Per il resto bisogna basarsi sui dati di redditività dei servicer e delle società di recupero, visto che gran parte del loro conto economico dipende dalle commissioni che incassano sulla base di quanto recuperano. La classifica di PwC dei servicer rielaborata da BeBeez sulla base del margine di ebitda ha riservato sorprese interessanti. Il margine di ebitda calcolato per il 2018 è sopra il 40% per ben 6 servicer (Frontis Npl, Duepuntozero, Phoenix Asset Management, J-Invest, MBCredit Solutions e Prelios Credit Servicing), con Credito Fondiario che con il suo 39,7% tallona da vicino il gruppo di testa. La classifica, però, è incompleta, perché mancano i numeri di alcuni dei servicer più importanti come Intrum e Hoist Finance, mentre Banca Ifis non è censita come gruppo (in clsasifica c’è solo la controllata FBS) perché servicer non è, sebbene sia uno dei maggiori acquirenti di Npl italiani. In ogni caso, si tratta di numeri che indicano che i servicer in questione stanno lavorando bene sul fronte dei recuperi, altrimenti quei margini non sarebbero stati in grado di portarli a casa.
Ma a parte la superattività dei servicer e degli investitori in crediti deteriorati, anche i fondi di private equity e di private debt non sono da meno. In questo luglio BeBeez ha contato altre 34 operazioni che hanno coinvolto investitori di private equity in acquisto o in vendita su aziende italiane, dopo i 119 deal annunciati nei primi sei mesi dell’anno (si veda qui il Report su sei mesi di private equity), a confronto con i 188 deal registrati in tutto il 2018. Nei giorni scorsi sono poi stati annunciati i closing finali di due fondi. Si tratta di Progressio Investimenti III, a quota 250 milioni di euro, e di Wisequity V a quota 260 milioni.
Una curiosità. Sarà l’estate, ma pare che in questi giorni la frutta vada per la maggiore. Progressio sgr ha comprato pochi giorni fa la maggioranza di Damiano spa, azienda siciliana leader nella produzione di prodotti biologici a base di frutta secca (si veda altro articolo di BeBeez). Sul mercato c’è attualmente il produttore di frutta secca Besana, che è alla ricerca di un nuovo partner finanziario per crescere all’estero, soprattutto in Nord Europa e Asia, e per questo ha dato un incarico esplorativo a Ubs (si veda altro articolo di BeBeez). Chissà se Progressio vuole fare il bis? Il piano di sviluppo di Damiano, infatti, prevede anche opportunità di crescita per vie esterne, attraverso possibili acquisizioni mirate al rafforzamento dell’offerta prodotto. Intanto nelle scorse settimane era passato di mano il produttore di macchinari per la lavorazione della frutta ABL, che è stato comprato dal gruppo statunitense Gulftech International. A vendere sono stati NEIP III Sicaf spa, la società di investimento in pmi italiane del gruppo Finint, che ha come advisor Itago, società indipendente controllata dall’ex team di private equity dell stessa Finint e la famiglia Ascari (si veda altro articolo di BeBeez). E sempre per restare in tema di frutta e in particolare di macchinari per denocciolare pesche e albicocche, una settimana fa CTI FoodTech ha quotato all’ExtraMot Pro il suo primo minibond, che è stato interamente sottoscritto da Banca Sella (si veda altro articolo di BeBeez)
Sul fronte private debt, poi, da segnalare due iniziative concomitanti in tema di basket bond, annunciate a pochi giorni di distanza. E’ di venerdì 26 luglio l’annuncio della sottoscrizione da parte del Fondo Strategico Trentino Alto Adige, gestito da Finint sgr, del Trentino Minibond, un basket bond da 10,2 milioni di euro che riunisce le emissioni obbligazionarie di nove pmi associate a Confindustria Trento (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a inizio luglio è stato lanciato il primo basket bond short term dedicato distretto turistico costiero della costa veneta. Il bond è il risultato dalla collaborazione fra Confcommercio Veneto, Confturismo Veneto, Fidi Impresa e Turismo Veneto e Frigiolini & Partners Merchant, quest’ultimo advisor, arranger e global coordinator dell’operazione che ha già coinvolto 20 pmi e che punta a un’emissione complessiva da oltre 5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Che sia l’inizio di un trend? A differenza delle precedenti operazioni di sistema (i due Hydrobond, Elite Basket Bond ed Export Basket Bond), in questi ultimi due casi non è stata prevista una spv con cartolarizzazione dei minibond sottostanti e si tratta di strutture più flessibili, più adatte a emissioni di dimensioni contenute.
In tema di private debt un’ultima considerazione. Non ho capito come funzioneranno i famosi Panda bond che emetterà la Cdp (si veda altro articolo di BeBeez). Chi si finanzierà sarà la Cdp, chi investirà, visto che si tratta di bond denominati in renmimbi, saranno investitori cinesi, probabilmente in gran parte la stessa Bank of China che ha siglato l’accordo con la Cdp. Ma poi le aziende italiane che vogliono crescere in Cina come attingeranno ai finanziamenti di Cdp? Sarà Cdp direttamente a investire e/o finanziare o la farà tramite Simest oppure in parte tramite il Fondo Innovazione, quando si tratterà di startup o pmi innovative? Il regolamento dei bond vincolerà Cdp a investire i proventi soltanto in progetti Italia-Cina? Tutto questo non è ancora chiaro ma confidiamo che lo sia presto.