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Unicredit Ungheria vende 28 mln euro di Npl a EOS Faktor

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UniCredit

UniCreditUnicredit, tramite la sua controllata ungherese Unicredit Bank Hungary, ha ceduto pro-soluto sofferenze per 28 milioni di euro alla società finanziaria ungherese  EOS Faktor Zrt (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta di un portafoglio di mutui residenziali, crediti non garantiti e scoperti di conto tutti regolati dal diritto ungherese.

Unicredit ha inoltre raggiunto un accordo triennale con EOS per la cessione di altri crediti deteriorati nel segmento dei mutui residenziali, credito al consumo non garantito, crediti alle pmi e scoperti di conto. L’impatto della cessione sarà recepita nel bilancio della banca del secondo trimestre del 2019.

Solo poche settimane fa la banca ha ceduto a B2 Kapital tramite UniCredit a.d. Banja Luka e UniCredit Bank d.d. Mostar un portafoglio misto di crediti in sofferenza garantiti e chirografari verso pmi e imprese di diritto bosniaco da 24,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Unicredit aveva già ceduto nel giugno 2018 a B2 Kapital, un portafoglio da 245,7 milioni di euro lordi di crediti deteriorati erogati dalla controllata croata Zagrebacka banka a  imprese e privati (si veda altro articolo di BeBeez). UniCredit Bulbank (Bulgaria) aveva invece venduto sempre a B2 Kapital un portafoglio di Npl da 84 milioni nel novembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) e un altro portafoglio da 93 milioni nel gennaio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2016, infine, B2 Kapital aveva comprato da Unicredit Slovenia un portafoglio di Npl da 110 milioni  (si veda altro articolo di BeBeez).



Dilium vince la call Arval-Réseau Entreprendre Lombardia con un un’app per il controllo delle auto in sosta

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Schermata 2019-07-18 alle 07.49.12

Schermata 2019-07-18 alle 07.49.12Dilium srl,  startup specializzata in soluzioni ad hoc per la digital transformation, avvalendosi di tecnologie quali intelligenza artificiale, blockChain, machine learning e realtà aumentata,  ha vinto la Call for Ideas Automotive Intelligence e Big Data indetta da Réseau Entreprendre Lombardia in collaborazione con Arval, il gruppo specializzato in noleggio auto a lungo termine, parte del gruppo bancario francese Bnp Paribas. Il premio è stato consegnato ieri Milano LUISS Hub (si veda qui il comunicato stampa).

Fondata da Donato De Ieso (ceo), insieme a un gruppo di giovani soci, tra i quali il business developer manager Gianluigi Gollo.  Dilium  ha vinto la call grazie al progetto Carscare, l’app che consente di controllare via streaming le condizioni di un veicolo in sosta. L’obiettivo della call era quello di selezionare tra i maker, gli innovator e le startup che operano nel settore dell’Artificial Intelligence e dei Big Data, i migliori progetti altamente innovativi, che prevedono l’utilizzo di metodologie di analisi predittiva e di strumenti avanzati, in grado di guidare il processo decisionale degli operatori del settore.

Dilium è stata premiata da Réseau Entreprendre Lombardia con un percorso semestrale di accompagnamento in professionalizzazione del valore indicativo di 20 mila euro (per circa 130 ore di consulenza dei soci REL); e da Arval, con la riserva d’opzione per valutare l’opportunità di instaurare una collaborazione futura, da definirsi nei termini e nelle modalità. Réseau Entreprendre Lombardia è un’associazione senza scopo di lucro che accompagna gratuitamente gli aspiranti neo-imprenditori nell’avvio della propria attività con l’obiettivo di creare posti di lavoro nella Regione. L’associazione ha importato in Lombardia l’idea di André Mulliez fondatore di Réseau Entreprendre attiva in Francia dal 1986. Réseau Entreprendre Lombardia in quasi due anni dalla sua nascita, conta oggi 21 soci accompagnatori e ha convalidato 9 neo-imprese e

La vittoria della call da parte di Dilium segue a ruota l’ingresso nel Global Startup Program indetto dall’ICE, l’Agenzia governativa per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Si tratta di un percorso integrato di sviluppo all’estero dedicato alle aziende che si occupano di sviluppare nuove idee ad alto contenuto tecnologico, nell’ambito del quale Dilium ha ottenuto uno stage di tre mesi per il suo ceo in Giappone, a Tokyo, ospite dell’acceleratore EDGEof (si veda qui il comunicato stampa).

 


Il fondo Alpha sigla l’acquisizione degli accessori metallici di Amf Snaps. Deal da 150 mln di euro

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amfAlpha Private Equity ha firmato nei giorni scorsi l’accordo per rilevare il 65% del produttore di accessori metallici e non metallici per abbigliamento, calzatura e pelletteria Amf Snaps. Lo riferisce financecommunity.

La notizia era attesa da inizio mese. Il fondo guidato in Italia da Edoardo Lanzavecchia aveva infatti spuntato l’esclusiva per acquisire l’azienda, battendo Ergon Capital (si veda altro articolo di BeBeez).Così come atteso, Amf Snaps è stata valutata 150 milioni di euro sulla base di un fatturato di 54 milioni circa e un ebitda di 15 milioni. Nell’operazione, i venditori sono stati assistiti da Mediobanca e Fineurop Soditic.

Il presidente di Amf Nicole Faerber, figlia del fondatore del gruppo, e la madre Carmen Toffanello, attuale amministratore delegato, reinvestiranno per il 25%, mentre il restante 10% sarà acquisito da altri investitori non soci, fra i quali Italglobal Partners, holding di investimento fondata da Ruggero Jenna e Francesco Sala che controllava l’azienda assieme a una cordata di investitori italiani dal 2015 (si veda altro articolo di BeBeez).

Amf Snaps ha sede a Bassano del Grappa (Vicenza) e produce accessori per i principali brand mondiali, lavorando direttamente con le case madri. Il cliente principale è Burberry, ma, tra gli altri, ci sono anche Louis Vuitton, Hugo Boss e Moncler. Il club deal di Italglobal Partners aveva comprato Amf Snaps dal fondo Cn2, prima gestito da Cape Natixis sgr e rilevato successivamente da Opera sgr. La famiglia Faerber in quell’occasione aveva arrotondato la propria quota dal 35 al 49%, che poi era stata successivamente ridotta. Tra soci di minoranza rientravano anche l’imprenditore Matteo Bellotti e Andrea Morante, ex ad di Pomellato e attuale presidente del fondo QuattroR. L’obiettivo di Alpha è consolidare il mercato degli accessori attorno ad Amf Snaps.

Si tratta della terza operazione in pochi mesi per Alpha, che nell’aprile scorso con il suo Alpha Private Equity Fund 7 ha siglato l’accordo per acquisire il controllo di Laminam, azienda italiana leader nella produzione di lastre ceramiche di grande dimensione (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio scorso, invece, la controllata di Alpha Private Equity, Remazel Engineering, leader nella progettazione e costruzione di apparecchiature e macchine per il settore energetico e oil&gas, ha rilevato il 100% del produttore di gru e sistemi di sollevamento Concrane srl (si veda altro articolo di BeBeez).

Alpha Private Equity è uno degli investitori di private capital monitorati da BeBeez Private Data
(scopri qui come abbonarti alla versione Combo, che include BeBeez News Premium 12 mesi a soli 110 euro al mese)

alpha


La scaleup del marketing digitale Next 14 compra la piattaforma italiana IoT Iottacle

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iottacle

iottacleLa scaleup leader nelle tecnologie per il marketing Next 14 ha rilevato la startup Iottacle, che ha sviluppato una piattaforma IoT in grado di studiare e analizzare il comportamento delle persone negli spazi fisici per migliorare l’esperienza del cliente (si veda qui il comunicato stampa).

Iottacle, fondata da Daniele Righi e Marco Abitabile (cto), grazie a dispositivi proprietari installati nei negozi o all’aperto che analizzano l’uso degli spazi, aiuta le aziende a capire le abitudini off-line di clienti e potenziali clienti. L’azienda ha testato i propri prodotti durante importanti manifestazioni pubbliche e nei punti vendita della grande distribuzione. La tecnologia Iottacle è applicabile a negozi, centri commerciali, musei, fiere, eventi e manifestazioni pubbliche e consente alle aziende di conoscere, in modo aggregato, comportamenti e scelte di consumo dei clienti per adottare il piano di marketing strategico più efficace.

“Con l’ingresso di Iottacle aggiungiamo un ulteriore strumento di analisi e raccolta dei dati a supporto del marketing off-line e lavoreremo per portare questa tecnologia proprietaria ad essere applicata anche in settori come i trasporti e l’home automation”,  ha spiegato Marco Ferrari, ceo di Next 14.  “Entrare a far parte di Next14”, ha commentato Daniele Righi, co-fondatore e ceo di Iottacle, “significa avere la possibilità di fare sistema con le altre piattaforme del gruppo, questo ci permetterà di ampliare non solo la nostra offerta verso il cliente ma di integrare servizi e prodotti complementari”.

Per Next 14, l’acquisizione di Iottacle è solo l’ultima operazione di crescita per linee esterne di una serie, dopo l’acquisizione di JoinTag, startup veronese leader nel proximity marketing & advertising nel 2017; quella di Zodiak Advertising, una delle principali realtà AdTech nel mercato sud-europeo, sempre nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez); e quella del 51% della spagnola Adbibo, un’agenzia di tech marketing spagnola, al fianco del fondatore Mikel Lekaroz, nell’aprile 2018. Le acquisizioni vanno a integrarsi con le aziende verticali (Turbo, Sting Media, Zerostories) sviluppate da Next nei suoi primi 2 anni di vita.

Fondata da Marco Ferrari (oggi al 51%), Marco Franciosa e Matteo Scortegagna nel 2014, Next 14 ha raccolto nell’aprile 2016 4,5 milioni di euro in un primo round di funding che ha visto tra gli investitori AME Venture, Embed Capital e  Metrica Investimenti spa,  la società di investimenti fondata da Alfredo Scotti (si veda altro articolo di BeBeez), che hanno comprato complessivamente il 23% del capitale, sulla base di una valutazione pre-money di 14 milioni. Next ha chiuso il 2018 con oltre 30 milioni di euro di fatturato, dopo i 18,3 milioni del 2016 e i 10,5 milioni del 2016.

I tre fondatori di Next 14 in precedenza avevano fondato la digital company Neo Network, che avevano poi ceduto nel 2008 al Gruppo De Agostini, che in quel momento stava lanciando il progetto Zodiak Media Group e aveva quindi ribattezzato Neo Network con il nome di Zodiak Active. Ferrari, Franciosa e Scortegagna erano rimasti a lavorare come manager in Zodiak sino a dicembre 2013, quando hanno poi deciso di uscirne e fondare Next 14.


Corsa a due per il general contractor dei negozi di lusso Exa Group, controllato da Alcedo

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Alcuni dei progetti curati da Exa Group
Alcuni dei progetti curati da Exa Group

Alcuni dei progetti curati da Exa Group

Alcedo sgr ha messo in vendita Exa Group, società leader nel mercato dei general contractor per la realizzazione di punti vendita retail chiavi in mano nel settore luxury/fashion, ma anche di hotel, ristoranti e centri direzionali. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, precisando che in corsa sarebbero rimasti, da un lato, Fondo Italiano d’Investimento sgr alleata con Armonia sgr e dall’altro il fondo Trilantic. La società sarebbe valutata attorno a 130 milioni di euro.

Alcedo sgr aveva acquisito la sua quota del 55% di Exa Group nel febbraio 2016 tramite il  fondo Alcedo IV, pagando 11 milioni di euro, con i tre fondatori, Giuseppe Polvani, Gianrico Specchio e Paolo Pratesi, che avevano mantenuto il 45% diviso equamente con il 15% ciascuno (si veda altro articolo di BeBeez).

Fondata nel 2005 e con sede ad Arezzo e uffici a Milano, Exa Group gestisce progetti su scala internazionale con una controllata americana basata a New York e con filiali proprie a Mosca e nel Centroamerica. Exa coordina l’intero processo costruttivo, dallo studio di fattibilità alla realizzazione; gestisce le fasi amministrative e autorizzative e si occupa della progettazione esecutiva architettonica ed ingegneristica. i clienti vanno da Bulgari a Dolce&Gabbana, da Aber Crombie&Fitch ad Alexander McQueen.

 


Boom imagestudio incassa un round da 3 mln di euro

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boomLa startup di editing di foto Boom imagestudio ha chiuso un round seed da 3 milioni di euro, guidato da importanti investitori privati e da alcuni family office. Lo riferisce StartupItalia. “Grazie ai nuovi fondi, consolideremo la nostra presenza nel mercato europeo, aprendo ad un nuovo modo di vivere la fotografia”,  ha dichiarato il cofondatore Federico Mattia DolciLa prima tappa di questo processo di espansione non sarà solo geografica. Adesso siamo pronti per aprire alla fotografia e-commerce, punto nevralgico della compravendita online”, ha spiegato il cofondatore Giacomo Grattirola. Si tratta del secondo round seed per la startup, dopo quello da 500 mila euro del settembre 2018.

BOOM imagestudio è stata fondata l’anno scorso da Federico Mattia Dolci, co-fondatore della società insieme a Giacomo Grattirola e Jacopo Benedetti. Si tratta di un marketplace di servizi fotografici on-demand su scala internazionale, che si avvale di algoritmi di AI, precisamente alle Convolutional Neural Networks (CNN), che le permettono di campionare, valutare e modificare ogni scatto tramite una lettura estremamente approfondita e “intelligente” di ogni pixel. Conta oltre 20 dipendenti, di cui più di 500 fotografi collaboratori in tutta Europa. Oltre ad offrire servizi professionali, BOOM imagestudio gestisce l’intero processo fotografico, dalla prenotazione alla consegna, in meno di 24 ore. La startup è attiva in oltre 16 paesi.


I fondi inglesi hanno investito 23 mld di sterline nel 2018. Lo dice la BVCA. Oakley Capital raccoglie € 1,46 mld per il fondo IV

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Oakley Capital

Schermata 2019-07-18 alle 09.33.58Gli investimenti condotti da fondi di private equity britannici nel 2018 si sono limitati a 22,87 miliardi di sterline, in calo del 7% dal 2017. Per contro è aumentato il numero delle società oggetto di investimento (+30%) a quota 1335. Per quanto riguarda il venture capital, gli investimenti sono invece aumentati  21% a 990 milioni di euro spalmati su 698 società (+44%). Il dato è stato pubblicato nei giorni scorsi nell’ultimo rapporto della BVCA British Private equity e venture capital association. (si veda qui il Report annuale).

Il dato degli investimenti si riferisce quindi a tutti gli investimenti condotti dai fondi di diritto inglese in aziende basate ovunque nel mondo e quindi è poco confrontabile con quello fornito per esempio da AIFI, l’Associazione italiana di categoria, che invece mappa gli investimenti condotti dai fondi in aziende italiane. Peraltro moltissimi fondi paneuropei hanno base in Regno Unito, quindi la rappresentazione è per definizione un po’ distorta. Sul fronte della raccolta, i fondi di diritto britannico nel 2018 ha raggiunto i 37,79 miliardi di sterline. Sono stati 94 i fondi impegnati in fundraising. I fondi pensione hanno fornito il 39% del capitale raccolto, seguito da fondi di fondi (13%), fondi sovrani (10%) e compagnie assicurative (10%). Gli investitori istituzionali extra-britannici hanno contribuito per circa l’86%. La raccolta di fondi di venture capital ha raggiunto 1,21 miliardi di euro. Infine, sul fronte dei disinvestimenti, sono state cedute 201 società, un numero simile al 2017.

 

Oakley CapitalOakley Capital ha annunciato il closing del suo fondo Oakley Capital IV a quota 1,46 miliardi di euro, al di sopra del suo target originario di 1,2 miliardi (si veda qui il comunicato stampa). Il Fondo IV ha attirato impegni di capitale da un’ampia gamma di investitori istituzionali nuovi ed esistenti in Europa, Nord America e Asia, con impegni da parte di partner limitati esistenti che rappresentano un aumento del 40% rispetto ai loro impegni verso il fondo III. La rete di imprenditori e fondatori di Oakley che collaborano con Oakley per gli investimenti di sourcing e le società in portafoglio in crescita, ha inoltre impegnato oltre 40 milioni di euro nel Fondo IV. Ciò porta l’importo totale impegnato da questo gruppo a oltre 120 milioni, suddiviso tra i fondi II, III e IV. Il fondo ha inoltre ricevuto un impegno di 400 milioni di euro da Oakley Capital Investments Limited, il fondo feeder quotato a Londra. Il Fondo IV segue la comprovata strategia di Oakley di investire in tutta l’Europa occidentale in imprese di mid-market ad alta crescita, concentrate sui suoi tre settori chiave: Consumer; Formazione scolastica; e tecnologia, media e telecomunicazioni.

 


Tristan Capital scommette sullo sviluppo residenziale a Dublino. Primonial REIM acquisisce 42 asset retail nei Paesi Bassi

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Tristan Capital Partners

Tristan Capital PartnersEPISO 5, un fondo immobiliare opportunistico che ha come advisor Tristan Capital Partners, ha acquisito due siti di sviluppo residenziale nelle periferie di Cabra e Sandyford a Dublino per un totale di 54,5 milioni di euro (si veda qui propertyfundsworld). Nel dettaglio l’acquisizione rigurada un’area di 7,2 ettari situato nel sobborgo di Sandyford, a sud di Dublino, a 10 minuti a piedi dalla rete di metropolitana leggera Luas. Il progetto prevede il consenso alla pianificazione preesistente per 243 unità residenziali e un centro sociale con un asilo nido e un palazzetto dello sport per i residenti. Il 10% delle unità sviluppate sarà messo a disposizione del consiglio locale per l’edilizia sociale e a prezzi accessibili. Il fondo ha stipulato una joint venture con Twinlite Developments che fungerà da responsabile dello sviluppo, contraente e partner operativo del progetto. Questo progetto rappresenta la seconda joint-venture tra Twinlite e un fondo di Tristan Capital Partners. Nell’aprile 2019, EPISO 5 ha anche acquisito un’area di 9,6 ettari situata a circa 3 km a nord-ovest del centro di Dublino, nel sobborgo di Cabra dove costruire 420 abitazioni residenziali insieme a spazi commerciali e amenità complementari. Il sito beneficia anche di eccellenti collegamenti di trasporto per il centro città, i docklands e Dublino sud attraverso la linea Luas e servizi di autobus locali. Il fondo ha nominato Royalton come responsabile dello sviluppo e partner operativo del progetto a Cabra, con Walls Construction Ltd in qualità di Contractor. Per l’acquisizione del sito Sandyford nel sud di Dublino, il Fondo è stato consigliato dal gruppo Maples, Hooke & MacDonald, PWC, Workman, Ferreira Architects, Stephen Little Associates. Per le acquisizioni del sito Cabra a nord-ovest di Dublino, il Fondo è stato consigliato da Arthur Cox, PWC, Hooke e MacDonald, Workman, Mitchell McDermott, Plus Architecture e John Spain Associates.

Primonial REIMPrimonial REIM ha completato l’acquisizione di un portafoglio di 42 asset retail nei Paesi Bassi per conto di due suoi diversi fondi. Le proprietà sono situate in 22 centri cittadini olandesi, tra cui Maastricht, L’Aia, Haarlem, Tilburg, Breda, Leiden e Nijmegen (si veda qui propertyfundsworld). Si tratta di locali commerciali al piano terra posizionati lungo le strade pedonali della zona 1 nel cuore stesso delle città. Coprono una superficie totale di oltre 16.500 m² e sono in gran parte affidati a catene nazionali e internazionali come Zara, H & M, Levi’s e Vans. Il mercato immobiliare retial sta vivendo un vero boom nei Paesi Bassi, spinto dalla forte domanda da parte delle catene internazionali europee, da un gran numero di progetti di sviluppo e compressione dei raccolti, tuttora in corso nelle grandi città del paese. Grégory FRAPET, presidente del consiglio di amministrazione di Primonial REIM, afferma: “Siamo orgogliosi del primo accordo di Primonial REIM nei Paesi Bassi, in una mossa che aumenterà considerevolmente la nostra impronta paneuropea. Questo investimento è pienamente coerente con la nostra strategia di espansione in nuovi settori e nuove regioni e un approccio selettivo al patrimonio immobiliare con cui lavoriamo. Quando si tratta di immobili al dettaglio, preferiamo operare nelle grandi città nazionali e regionali d’Europa, che offrono economie vibranti e tendenze demografiche favorevoli. Facciamo parte della spinta verso il risveglio dei centri cittadini in un momento in cui i negozi di quartiere locali stanno tornando in auge “.



Condotte, 21 manifestazioni di interesse. Ecco tutti gli asset del ramo core oggetto del bando

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Schermata 2019-07-18 alle 07.00.11

Schermata 2019-07-18 alle 06.49.37Dopo la cessione di Cossi Costruzioni spa lo scorso aprile a Salini Impregilo (si veda altro articolo di BeBeez), i commissari straordinari di Condotte spa, Giovanni Bruno, Gianluca Piredda e Matteo Uggetti, si apprestano a cedere le attività del ramo core del gruppo di costruzioni in amministrazione straordinaria dal luglio 2018.

Lunedì 15 luglio sono infatti scaduti i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse per la capogruppo Società Italiana Condotte d’Acqua spa e perla controllata Con.Cor.Su. srl (si veda qui il bando e qui il teaser). Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore le manifestazioni di interesse pervenute sono ben 21. Ora i commissari ne selezioneranno alcune e inviteranno i potenziali investitori a condurre la due diligence, al termine della quale dovranno essere presentate le offerte vincolanti. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Rizzani De Eccher, Pizzarotti,  Icm,  Cimolai, Infratech, Toto Costruzioni, Frimat Costruzioni, Vitali, De Sanctis Costruzioni, l’australiana Macquarie, Hitrac Engineering e la britannica Equitix.

Come noto, i commissari hanno infatti identificato un perimetro di commesse e concessioni suscettibili di continuità operativa, le cui esigenze finanziarie sono supportate dalla nuova finanza richiesta alle banche finanziatrici per un totale di 60 milioni di euro. La continuità operativa è funzionale a tutelare il valore (economico, finanziario, occupazionale e strategico) sottostante ciascuna commessa, in modo tale da poter cedere questo Ramo Core al valore più alto possibile. In particolare, fanno parte del perimetro core le concessioni in Algeria (Tlelat e Rocade), la realizzazione di opere infrastrutturali e civili (Tunnel del Brennero, Kuwait, Roma-Viterbo, Policlinico di Caserta, Lioni-Grottaminarda-Lotto Dir, Lioni-Grottaminarda-Infrasud e Lioni-Grottaminarda-SAF 3) e le commesse sotto regime concessorio (Città della Salute, Porto di Otranto, Carcere di Bolzano e Biblioteca di Bolzano). Il tutto per un valore della produzione di 1,65 miliardi di euro al termine dei lavori e per un totale di 1,25 miliardi di euro di attivi, valutati ad agosto 2018.

I commissari hanno nel contempo identificato il  perimetro d’azienda non caratteristico inclusivo di commesse e asset aziendali che, per la loro natura o specifiche contingenze, sono e saranno oggetto di separate e specifiche procedure di cessione (Ramo Non Core). Cossi Costruzioni faceva appunto parte del gruppo di asset.

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BeBeez Private Data festeggia 1200 aziende monitorate con un’imperdibile offerta “estiva”

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Schermata 2019-07-18 alle 08.03.39

Schermata 2019-07-18 alle 08.03.39BeBeez Private Data ha ormai raggiunto quota 1200 società monitorate, tra aziende partecipate dei fondi di private equity  e venture capital e aziende finanziate da investitori di private debt.

E’ un grande traguardo per noi e ci fa piacere festeggiarlo con i nostri lettori con un’imperdibile offerta “estiva” .

Al prezzo di 350 euro più iva da oggi e sino al prossimo 9 agosto è possibile sottoscrivere un abbonamento Combo (cioé comprensivo dell’abbonamento ai Report e alle Insight Views di BeBeez New Premium) valido sino al 31 dicembre 2019, con in più il diritto a uno sconto del 10% sul prezzo di un abbonamento Combo per tutto il 2020, che sia rinnovato entro il 30 novembre 2019.

Per chiedere l’attivazione del servizio, scrivi a info@bebeez.it
indicando: nome, cognome, società, codice fiscale o partita Iva, indirizzo, mail, codice destinatario per fatturazione elettronica
e allegando copia del bonifico di 427 euro (prezzo comprensivo di iva al 22%)
conto Fineco Bank  intestato a EdiBeez srl – IBAN IT62H0301503200000003571586

Scarica qui il nostro Users’ manual,
per vedere che cosa puoi fare con BeBeez Private Data

Guarda qui il nostro video istituzionale

Grazie a tutti i nostri lettori!


Progressio raccoglie 250 mln euro per il terzo fondo. Dopo un Irr dei precedenti fondi dell’80%

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Filippo Gaggini
Filippo Gaggini

Filippo Gaggini

Progressio sgr ha annunciato il closing definitivo del suo terzo fondo a quota 250 milioni di euro, al di sopra del target di 225 milioni.
La maggior parte dei capitali raccolti proviene da nuovi investitori, soprattutto istituzionali, di cui una buona fetta di esteri, compreso il Fondo Europeo per gli Investimenti. Il 5% è stato sottoscritto dal management team di Progressio, guidato da Filippo Gaggini, insieme ai partner Angelo Piero La Runa e Nino Mascellaro.

Progressio aveva annunciato il quarto closing di Progressio Investimenti III  a quota 185 milioni di euro lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).  Il fondo Progressio Investimenti II aveva raccolto 205 milioni di euro nel giugno 2011. Il primo fondo era invece stato di 100 milioni, raccolto nel 2006. Il terzo fondo nella realtà è il quarto programma di investimento del team, perché quando ha cominciato nel 2005 gestiva i 43 milioni di euro destinati al private equity del bilancio di Mittel, la merchant bank quotata a Piazza Affari, da cui poi il team si è separato, divenendo una società di gestione indipendente nel 2009.

I manager del fondo sono stati aiutati nella raccolta da una serie di risultati molto buoni dei primi programmi di investimento, che vantano nel complesso un Irr (tasso di rendimento lordo) annuo dell’80%, pari a 3 volte e mezzo il capitale investito inizialmente, che è passato da un totale di 280 milioni a ben 720 milioni. A creare la maggior parte del valore per il portafoglio di Progressio è stata la crescita dell’ebitda
delle aziende partecipate (che da sola vale il 55% dell’aumento di valore), seguita dall’aumento del multiplo (38%), che è una ovvia conseguenza del primo fattore, visto che a parità di fatturato,aziende più redditizie spuntano multipli di valutazione più alti. C’è poi stato un contributo positivo dovuto alla generazione di cassa e quindi alla riduzione dell’indebitamento per un 12%.

Per la raccolta del terzo fondo, Progressio sgr si è avvalso di Cebile Capital quale placement agent, con l’assistenza dello studio Legance – Avvocati Associati per gli aspetti legali e dello Studio Di Tanno e Associati per gli aspetti tributari.

Il nuovo fondo ha già effettuato tre investimenti. Ha infatti  comprato lo scorso maggio una partecipazione in Gelit (si veda altro articolo di BeBeez); il 70% del produttore piacentino di macchine per imballaggi Gampack lo scorso febbraio  (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nel marzo 2018 aveva acquisito  il 65% dei piumini di Save the Duck (si veda altro articolo di BeBeez).  Il nuovo fondo si appresta a chiudere altre due ulteriori operazioni entro l’estate, al completamento delle quali avrà già investito circa il 40% della sua dotazione. Progressio è stata recentemente premiata da Top Legal come “Miglior fondo di Private Equity 2019” focalizzato sul Made in Italy.

Progressio sgr è uno degli investitori monitorato da BeBeez Private Data
(scopri qui come abbonarti alla versione Combo, che include le news Premium di BeBeez)

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UCapital24, le azioni della startup fintech in ipo all’Aim anche per i retail grazie a Directa sim

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Schermata 2019-07-19 alle 05.53.16

Schermata 2019-07-19 alle 05.53.16Anche gli investitori retail potranno sottoscrivere l’ipo della startup fintech UCapital24 spa sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana. Secondo quanto risulta a BeBeez, infatti, Directa sim ha messo a disposizione un conto ad hoc sul quale convogliare gli ordini dei privati interessati a investire nel social network economico e finanziario. Di più. Gli investitori retail interessati potranno sottoscrivere l’ordine direttamente presso la propria banca, che a quel punto provvederà a inoltrare l’ordine a Directa sim.

Fisicamente la raccolta degli ordini istituzionali è iniziata questa settimana e come noto l’obiettivo è collocare in ipo il 10% del capitale della startup, che sta sviluppando una piattaforma dedicata agli investitori e ai trader attivi sui mercati finanziari internazionali, che unirà strumenti operativi e strumenti social.

Secondo quanto risulta a BeBeez, la startup viene valutata pre-money attorno agli 8 milioni di euro con un prezzo di collocamento delle azioni che si aggira sui 4 euro per azione. L’ipo, che sarà un’ops (offerta di pubblica sottoscrizione), prevede un aumento di capitale per un valore complessivo compreso tra i 3 e i 5 milioni di euro, di cui 1,5 milioni verranno da conversione di crediti di soci attuali e il resto in contanti (si veda altro articolo di BeBeez).

Sulla data di sbarco sul listino, però, non c’è ancora certezza. L’apertura del book, appena avvenuta, porterebbe a immaginare una possibile quotazione nella settimana del 9 agosto. Data, questa, che troverebbe però i mercati già in pieno clima estivo. E’ possibile, quindi, il management di UCapital24 decida di aspettare metà settembre, anche per soddisfare l’interesse degli investitori ormai quasi arrivati sotto l’ombrellone.

A oggi la società è controllata all’85% da  UCapital Ltd, holding che fa capo al fondatore Gianmaria Feleppa, da Vetrya spa (12,5%) e da 4Media srl (2,5%). Vetrya e 4Media erano entrati nel capitale di UCapital 24 nel febbraio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), acquistando in aumento di capitale, rispettivamente il 25% per 250mila euro e il 5% per 50 mila. Nel primo trimestre di quest’anno, UCapital Ltd ha convertito a capitale un credito da un milione di euro, con il risultato di dimezzare le partecipazioni di Vetrya e 4Media.

Nel consiglio di amministrazione siedono oggi, oltre a Feleppa, presidente e ceo, anche l’ex presidente di Consob, Giuseppe Vegas (si veda altro articolo di BeBeez); Davide Leonardi, Stefano Mazzocchi, Werther Montanari (indipendente), Edoardo Narduzzi e Giovanni Natali.

L’advisor finanziario dell’operazione è Ambromobiliare, quello legale Nctm, il revisore dei conti BDO, l’advisor del piano BDO Advisory, il consulente fiscale lo Studio Mazzocchi e Associati, mentre la due diligence tecnica è curata da The Fool e dal prof. Filippo Annunziata. Infine il Nomad è Envent.


Il fondo di invoice financing di Sagitta sgr punta a 200 mln euro di raccolta. A gestire i flussi delle fatture sarà la nuova piattaforma fintech Crescitalia LAB

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sagitta crescitalia

sagitta crescitaliaSagitta in partnership con CrescItalia Holding ha lanciato SGT CrescItalia Invoice Fund, nuovo fondo chiuso per investire in fatture commerciali non scadute delle pmi, che nella gestione si avvarrà di Crescitalia LAB, una innovativa piattaforma informatica fintech peer to peer (si veda qui il comunicato stampa).

L’imminente lancio del fondo era già stato anticipato nel giugno scorso, in occasione dell’avvio della partnership delle due società (si veda altro articolo di BeBeez). Rispetto ad allora, il fondo ha cambiato nome da Short Term Crescitalia Fund in SGT CrescItalia Invoice Fund, ha innalzato il target di raccolta da 150 a 200 milioni di euro e appunto è stato sottolineato che la gestione delle fatture passerà dalla nuova piattaforma fintech Crescitalia LAB, sviluppata da CrescItalia e partecipata da Sagitta sgr.

Sagitta sgr è il nuovo nome di Vegagest sgr, la società di gestione di fondi mobiliari e immobiliari, passata sotto il controllo di Europa Investimenti a fine 2017, che a sua volta nel marzo 2018 è passata sotto il controllo di Arrow Global Group plc, uno dei principali investitori e gestori di debito in Europa quotato al London Stock Exchange, mantenendo comunque al suo posto il management team.

Si tratta del primo fondo della serie che Sagitta si sta preparando a lanciare. Come già annunciato nelle scorse settimane (si veda altro articolo di BeBeez). Il nuovo veicolo, riservato a investitori istituzionali, ha l’obiettivo di acquistare pro-soluto crediti commerciali non scaduti di valore nominale compreso tra 50 mila e 500 mila euro, con scadenze comprese tra 30 e 180 giorni, vantati da pmi nei confronti di primari debitori; si prevede che i crediti  siano integralmente assicurati da una primaria assicurazione. Il fondo ha una durata di 5 anni, si rivolge a fondi di investimento istituzionali, compagnie di assicurazioni e investitori professionali, con un obiettivo di rendimento del 3,5% annuo e la previsione della distribuzione semestrale dei proventi. Sarà l’unico fondo nel quale Arrow Global non investirà perché il profilo di rischio/rendimento atteso per questo tipo di investimenti è troppo basso per gli investitori di Arrow. La raccolta fondi sarà avviata a settembre, con l’obiettivo di effettuare il primo closing entro l’autunno. La banca depositaria del fondo è Bnp Paribas Securities Services.

“Questo nuovo strumento nasce dalla volontà di servire gli investitori istituzionali con un prodotto destinato a supportare l’economia reale, di tipo alternativo, ma caratterizzato da un sottostante a breve termine e autoliquidante, in grado di garantire ritorni superiori a prodotti con medesimo profilo di rischio e duration”, ha dichiarato Claudio Nardone, ad di Sagitta sgr.

Crescitalia LAB “è in grado di supportare l’intero processo di investimento del fondo: dall’attività di origination, la valutazione e scoring dei crediti, l’attività di middle e back office nonché le attività della sgr e degli altri interlocutori che interagiscono per l’operatività del fondo, offrendo la possibilità agli investitori di avere piena visibilità sull’asset allocation”, ha spiegato Mattia Donadeo Spada, ad e co-fondatore di CrescItalia.


N26 amplia il round di gennaio da 300 a 470 mln euro. Equistone compra Moody’s Analytics Knowledge Services. HGGC vende a due fondi una minoranza di Nutraceutical International

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Schermata 2019-07-19 alle 09.36.05La challenger bank tedesca N26 ha ampliato il suo round di serie D da 300 a 470 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Tutti gli investitori precedenti del round di investimento Serie D dello scorso gennaio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) hanno riconfermato il loro investimento nella società. Tra i partecipanti, rientrano Insight Venture Partners, GIC (il fondo sovrano di Singapore), Tencent, Allianz X, Valar Ventures di Peter Thiel, Earlybird Venture Capital e Greyhound Capital. Dopo quest’ultima operazione, N26 supera i 670 milioni di raccolta e arriva a una valutazione di 3,5 miliardi di dollari, che la rende la startup tedesca con la valutazione più alta. Adesso la banca figura tra le più valutate startup europee ed è nella top dieci della classifica delle fintech più valutate al mondo. I fondi aggiuntivi saranno utilizzati per l’espansione in Europa, Usa (dove è entrata appena una settimana fa, si veda altro articolo di BeBeez) e Brasile, oltre che per il lancio di nuovi servizi,. Quest’ultimo round fa seguito al round di Serie C del marzo 2018 da 160 milioni di dollari, guidato da Allianz X e Tencent Holdings Ltd (si veda altro articolo di BeBeez). N26 è stata fondata nel 2013 da Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal e nel 2015 ha lanciato il suo primo prodotto. Attualmente, N26 ha più di 3,5 milioni di clienti in 24 mercati in Europa, tra cui l’Italia. Conta più di 1300 dipendenti dislocati in 5 sedi: Berlino, New York, Barcellona, Vienna e San Paolo. La società punta a raggiungere oltre 50 milioni di clienti in tutto il mondo nei prossimi anni. Per quanto riguarda l’Italia, N26 ha lanciato il 15 maggio scorso il suo servizio CASH26, già attivo in Germania e Austria, che permette di prelevare e depositare sul conto direttamente dalle casse di 126 supermercati Pam e Panorama Supermarket (si veda altro articolo di BeBeez).

Equistone Partners EuropeEquistone Partners Europe Limited ha siglato un accordo per acquisire Moody’s Analytics Knowledge Services  fornitore leader di tecnologie di ricerca, analisi e automazione su misura per il settore dei servizi finanziari, di Moody’s Corporation (si veda qui il comunicato stampa). Fondata nel 2014 come fusione delle controllate di Moody’s Copal Partners e Amba Research, Knowledge Services, la società offre vari servizi di intelligence personalizzati in settori quali investment banking, ricerca di investimenti, private equity e consulenza e prestiti commerciali. L’azienda, con sede a Londra e operativa in nove centri in tutto il mondo e ha come clienti oltre 250 banche, asset manager e società di consulenza a livello globale. Richard Briault, che entrerà a far parte del consiglio per conto di Equistone, ha aggiunto:” Siamo entusiasti di sostenere il team di gestione incumbent con esperienza in crescita un’azienda indipendente, orientata al cliente. Equistone non vede l’ora di supportare la società nel continuare a fornire servizi di alta qualità alla base di clienti in espansione “. I servizi di ricerca e intelligence continueranno a essere guidati dal suo attuale team di gestione, guidato da Robert King, che sta investendo al fianco di Equistone. I termini finanziari dell’operazione non sono divulgati e il completamento della transazione rimane soggetto a determinate condizioni di chiusura.

 

HGGCHGGC venderà a Snapdragon Capital Partners e The Maze Group una quota di minoranza in Nutraceutical International Corporation, un produttore, marketer, integrato verticalmente e distributore di integratori alimentari di marca, cura della persona e altri prodotti naturali (si veda qui prnewswire).  I nuovi investitori, quindi, si affancheranno a HGGC nel capitale della società.  “Insieme, Snapdragon e Maze offrono una miscela avvincente di esperienza di investimento e esperienza pratica per la realizzazione di efficaci strategie di e-commerce e digitali per marchi e leader di categoria in tutto lo spettro consumer”, ha affermato Steven Leistner, Partner di HGGC. “La loro collaborazione con noi contribuirà ad accelerare i nostri sforzi futuri dopo due anni di creazione di valore forti dal nostro investimento iniziale”. Dall’investimento di HGGC nell’agosto 2017, Nutraceutical ha abbandonato le sue attività di vendita al dettaglio, sdismesso le attività inattive e migliorato la catena di approvvigionamento per servire meglio la sua base di clienti. Questi sforzi, sotto la direzione del CEO Chad Clawson, hanno portato ad una crescita dei ricavi e al miglioramento del margine interessanti e hanno posizionato Nutraceutical per capitalizzare la crescente popolarità dei prodotti naturali. “Siamo entusiasti di unire un investitore altamente qualificato in HGGC e di contribuire alla solida piattaforma che Chad e il resto del team Nutraceutical hanno costruito”, ha dichiarato Mark Grabowski , fondatore e Managing Partner di Snapdragon.


La sudafricana JTRoss Group compra parco logistico a Budapest da M7. Henderson Park e Hines investono nello student housing di Barcellona

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M7 Real Estate

m7Il fondo M7 Central European Real Estate Fund I di M7 Real Estate ha venduto l’Aerozone Logistics Park a Budapest, in Ungheria, all’ investitore sudafricano JTRoss Group.  M7 aveva acquisito l’asset, che comprende 50.000 mq di spazio logistico multi-let su tre unità principali con ulteriori 15.000 mq di uffici, a marzo 2017 (si veda qui propertyfundsworld). M7 ha lasciato 10.000 mq di spazio non affitatto, mentre lo spazio a uso logistica e uffici sono ora occupati, rispettivamente, al 100% e al 75%. I nuovi occupanti includono un business globale finanziario e di vendita al dettaglio e un fornitore di servizi logistici. Oltre il 50 per cento dei contratti di locazione esistenti nel parco sono stati rinnovati e ampliati a condizioni migliori nel periodo. Balazs Magyar, Managing Director M7 Hungary, afferma: “In un breve periodo di tempo abbiamo migliorato significativamente le prestazioni dell’Aerozone Logistics Park e, con la nostra strategia di gestione patrimoniale iniziale ormai conclusa, abbiamo cristallizzato il valore per i nostri investitori. Rimaniamo molto attivi in Europa centrale, anche in Ungheria, dove gestiamo circa 100 milioni di euro di attività commerciali e industriali.”
HinesHenderson Park e Hines hanno completato l’acquisizione di Cristobal de Moura, un’area nel centro di Barcellona, ​​in Spagna, per lo sviluppo di un immobile per studenti da 350 posti letto, che comprenderà anche 3.610 mq di uffici e 176 mq di spazi retail (si veda qui propertyfundsworld). L’area è suddivisa in zone per alloggi studenteschi appositamente costruiti e si trova nell’adiacente blocco di Henderson Park e Aparto Diagonal Mar di Hines, un progetto di alloggi studenteschi da 750 posti letto, che è in fase di sviluppo e in vista di completamento per l’anno accademico 2021/22. Questo rappresenta il terzo investimento in alloggi per studenti acquisito dalla joint venture di Henderson Park e Hines, che mira a opportunità di valore aggiunto nel settore in città europee forti, dove vi sono favorevoli dinamiche domanda / offerta. A seguito di questa acquisizione, la joint venture ha assemblato un portafoglio di sviluppo di 1.730 posti letto per studenti, tra cui uno sviluppo di 630 posti letto a Lancaster, nel Regno Unito, che dovrebbe essere aperto in tempo per l’anno accademico 2019/20. Entrambi gli sviluppi a Barcellona si trovano nel 22 @ Innovation District, offrendo un’eccellente connettività ai vicini campus universitari, che sono raggiungibili a piedi. Una volta completato, Cristobal de Moura, includerà una serie di servizi per gli studenti, tra cui una piscina all’aperto, palestra e impianti sportivi, sale studio, auditorium e una caffetteria. Il patrimonio sarà gestito dalla piattaforma operativa interna di Hines, Aparto, per garantire un’esperienza migliorata per i suoi studenti residenti. Barcellona si è classificata ottava tra le migliori destinazioni europee per studenti internazionali secondo le classifiche QS Best Student Cities 2017. La città è sede di alcune delle più famose università e istituti di istruzione superiore della Spagna, tra cui l’Università di Barcellona e l’Universitat Autonama de Barcelona. Il tasso di fornitura di alloggi per studenti di alta qualità, appositamente costruiti in Spagna, è basso e in ritardo rispetto ad altre destinazioni leader come il Regno Unito, la Francia e i Paesi Bassi.



Giuseppe Vegas dopo Consob si scopre startupper fintech

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Giuseppe Vegas
Giuseppe Vegas

Giuseppe Vegas

L’imminente sbarco sul listino Aim Italia di UCapital24, la startup che sta sviluppando un social network economico e finanziario globale, fa scoprire un lato inedito dell’ex presidente di Consob, Giuseppe Vegas.  Che da quando ha lasciato la guida dell’organo di vigilanza dei mercati si è trasformato in business angel o super advisor di startup fintech.

Nel consiglio di amministrazione di UCapital24, infatti, fondata dal ceo Gianmaria Feleppa, siede proprio Vegas (si veda altro articolo di BeBeez), che a BeBeez ha spiegato: “Penso che oggi il fintech sia un settore sul quale vale davvero la pena di scommettere. Ci sono grandi opportunità di sviluppo. E la prima e più potente è quella offerta dell’implementazione della PSD2, la seconda direttiva Ue sui pagamenti. Lì c’è un mondo di possibilità da sfruttare. E’ il futuro e le banche tradizionali e gli intermediari non possono fare altro che prenderne atto e accettare di adeguarsi al mondo che cambia. Altrimenti il rischio è di rivedere quello che è accaduto alla Kodak quando non ha capito che il futuro della fotografia era digitale. Peraltro sono cose che già avevo detto chiaramente nell’ultima mia relazione annuale da presidente Consob”.

Nella relazione del maggio 2017, infatti si leggeva che “la presenza sempre più pervasiva delle tecnologie informatiche e dell’intelligenza artificiale nella finanza ha innescato processi di trasformazione profonda, che nel giro di pochi anni potrebbero cambiare radicalmente la fisionomia e la geografia dei mercati così come li abbiamo conosciuti finora. I confini tra intermediari, emittenti e mercati, già sfumati dalla normativa Mifid, tendono a svanire definitivamente. Lo stesso apparato concettuale e giuridico oggi utilizzato per la regolamentazione finanziaria sarà presto obsoleto”. E ancora: “Per l’industria dei servizi finanziari il futuro è di fatto già iniziato. Gli algoritmi sono il motore principale di questo processo. Nuovi protagonisti si accingono ad entrare nel campo della finanza. Alcuni (pochi) muovono da posizioni dominanti costruite in altri settori, come il commercio elettronico, la ricerca dati automatizzata, i canali social; altri, invece, (molti) muovono Relazione per l’anno 2016 20 dal basso, partendo dallo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative di nicchia, che intercettano la domanda di servizi finanziari. È proprio questo il principale motore dell’innovazione, che nasce spesso dall’intelligenza di piccoli team”.

Insomma, detto e fatto. “Ho conosciuto Gianmaria Feleppa quando ho iniziato a collaborare con la startup SelfieWealth, il roboadvisor fondato da Edoardo Narduzzi e autorizzato a Londra dalla FCA”, ha detto Vegas. SelfieWealth e UCapital Ltd, holding di controllo di UCapital24, lo scorso anno hanno infatti lanciato insieme il fondo UCapital Multi alpha plus, un fondo UCITS aperto anche agli investitori retail e a sua volta autorizzato dalla FCA, la cui asset allocation è decisa dal robot di SelfieWealth mentre la strategia di trading è eseguita dagli algoritmi di UCapital. “Il progetto di UCapital24 mi è piaciuto. Ci sono moltissimi possibili sviluppi”, ha detto ancora Vegas, che ha aggiunto: “Ma non è finita qui. Con un altro socio sto sviluppando PopFin, un portale che punta ad  affiliare tutti i servizi di consulenza finanziaria per privati a quotazioni ‘popolari allo scopo di diffondere la cultura finanziaria a tutela dei risparmiatori. E infine ho investito in ARisk, una startup fondata a un gruppo di commercialisti e che sarà incubata dal Politecnico di Torino e ha sviluppato un algoritmo in grado di valutare la rischiosità di un’azienda, considerando il rischio in senso lato e quindi non solo quello di credito, ma anche quello operativo. Il tutto sulla base di analisi dei dati tradizionali delle imprese, ma anche dei big data”.

E anche qui c’è un modo di opportunità, se si pensa che il nuovo Codice della Crisi d’Impresa ha introdotto sistemi di allerta in grado di cogliere i segnali anticipatori della crisi al fine di affidare tempestivamente l’impresa alle cure di esperti (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, la normativa prevede che vengano monitorati appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso. Gli indici previsti sono: il rapporto tra flusso di cassa e totale dell’attivo, il rapporto tra patrimonio netto e totale del passivo e il rapporto tra oneri finanziari e ricavi. Non viene però fornita una soglia di riferimento per ciascun indice, che deve ancora essere identificata e sarà oggetto di decreti attuativi successivi.

Detto questo, il comma 3 dell’art. 13 del Codice precisa che “l’impresa che non ritenga adeguati, in considerazione delle proprie caratteristiche, gli indici elaborati a norma del comma 2, ne specifica le ragioni nella nota integrativa al bilancio di esercizio e indica, nella medesima nota, gli indici idonei a far ragionevolmente presumere la sussistenza del suo stato di crisi. Un professionista indipendente attesta l’adeguatezza di tali indici in rapporto alla specificità dell’impresa”. E qui si apre un mondo per le fintech in grado di sviluppare indicatori di rischio di ultima generazione.


Il crowdinvesting italiano raddoppia in un anno e raggiunge i 517 mln euro di raccolta dal 2014. Lo rileva il Politecnico di Milano

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Schermata 2019-07-19 alle 07.07.31

Schermata 2019-07-19 alle 07.07.31Raddoppia nel giro di un anno il valore complessivo del crowdinvesting in Italia. Il 30 giugno scorso l’equity crowdfunding ha superato una raccolta di 82 milioni di euro dall’inizio del mercato e il lending crowdfunding ha raggiunto quota 435 milioni di euro, per un totale quindi di 517 milioni di euro. Lo rileva il 4° Report italiano sul CrowdInvesting, redatto dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, dove è stato presentato ieri (si veda qui il comunicato stampa e qui la registrazione video dell’evento).

Il rapporto curato da Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio, calcola che la raccolta nell’ultimo anno (dal 30 giugno 2018 al 30 giugno 2019) è stata di 49 milioni per l’equity crowdfunding  (170 campagne censite, quasi una ogni 2 giorni, con un tasso di successo del 75% nei primi 6 mesi quando la media dell’intero campione dal 2014 è del 71,7%) e di 207 milioni per il lending.

Per quanto riguarda l’equity crowdfunding, sulla base dell’attuale tasso di crescita del mercato, l’Osservatorio  prevede una raccolta di 60 milioni di euro nel 2019 e di 80 milioni del 2020, dopo quella di 36 milioni del 2018. Al 30 giugno 2019 risultavano autorizzati in Italia 35 portali, ma un buon numero di questi non si era ancora attivato. Le campagne di raccolta sono state finora 401, organizzate da 369 imprese diverse, 170 solo negli  ultimi 12 mesi, quasi una ogni 2 giorni. Il tasso di successo continua a mantenersi elevato: 75% nei primi 6 mesi del 2019, quando la media generale dell’intero campione dal 2014 è 71,7%. L’obiettivo medio di raccolta per i progetti non immobiliari è salito a 191.956 euro, ed è pari a 664.231 quello degli  immobiliari. “L’aumento delle detrazioni e deduzioni fiscali per startup e pmi innovative potrebbe aver portato a un aumento dell’investimento medio”, ha commentato Giudici. Mediamente viene offerto in cambio il 10,4% del capitale (valore mediano 6,4%); si consolida la prassi di offrire titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia).

La piattaforma che ha finalizzato e raccolto più capitale è Mamacrowd (al 30 giugno sfiorava i 22 milioni di euro) seguita da CrowdFundMe (vicina a 15 milioni ma con il maggior numero di campagne pubblicate) e Walliance (11,1 milioni). In media ogni campagna riceve il sostegno di 85,6 investitori. Le campagne di equity crowdfunding sono effettuate soprattutto dalle startup innovative (72% dei casi nell’ultimo anno), in particolare di Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Le emittenti che hanno avuto successo hanno in media 3 componenti, nessuna donna e un’eta media di 42 anni. Gli investitori sono soprattutto maschi di età media sui 45 anni, il 30% di loro investe tra 1.000 e 5.000 euro e la maggior parte in una sola campagna; il recordman è un investitore seriale che ha partecipato a 94 campagne.

Tuttavia, solo 5 imprese su 50 hanno mantenuto le promesse fatte in sede di business plan dopo una campagna di equity crowdfunding. “Questi numeri sono in linea col fatto che le emittenti sono soprattutto startup innovative, che per loro natura hanno un basso tasso di successo”, ha spiegato  Giudici. Come anticipato da BeBeez nei giorni scorsi, di quei 233 emittenti che hanno chiuso una prima campagna con successo, ce ne sono 5 che sono andati in liquidazione e 7 che hanno annunciato eventi successivi di vario tipo (tra exit ed eventi particolari come acquisizioni o rimborsi). Per contro, delle 101 società che non hanno avuto successo nella loro prima campagna di equity crowdfunding, soltanto una ci ha riprovato e ha avuto successo, mentre ben 13 sono state liquidate, ma in ogni caso ce ne sono ancora 87 ancora attive (si veda altro articolo di BeBeez). L’equity crowdfunding per ora ha compiuto la prima fase del suo ciclo, con le prime exit, dismissioni e write-off.

In tema di equity crowdfunding Toni Marcelli di Consob, nel suo intervento alla tavola rotonda ieri al Politecnico, ha ricordato che è in corso la consultazione di Consob per una proposta di modifica del Regolamento sull’equity crowdfunding (si veda altro articolo di BeBeez), che la consultazione si conclude il 20 luglio e che entro la terza settimana di settembre dovrebbe essere approvato il regolamento da Consob. Riguardo la proposta di un portale che funga da bacheca per pubblicare le offerte e le domande di quote di aziende acquistate nell’ambito di una campagna di equity crowdfunding, avanzata da Alessandro Lerro, presidente dell’Associazione Italiana Equity Crowdfunding nel suo intervento, Consob teme che le bacheche gestite dalle piattaforme di equity crowdfunding diventino un mercato secondario. Quest’ultimo invece dovrà essere gestito da intermediari autorizzati a raccogliere gli ordini, come sim, banche o Borsa Italiana.

Schermata 2019-07-19 alle 07.02.41Riguardo il lending crowdfunding, al 30 giugno 2019 risultavano attive in Italia 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche (consumer) e 7, più 3 in partenza, per le imprese (business), di cui ben 3 specializzate nel real estate. In ambito business aumentano le piattaforme che offrono il modello di investimento ‘diretto’, dando possibilità di scelta immediata al finanziatore su come allocare i prestiti, mentre in quello consumer prevale il modello ‘diffuso’, con il denaro suddiviso su tanti crediti diversificati.

Nel prestito ai privati, Younited Credit è sempre leader con un totale erogato di 220 milioni di euro (107 negli ultimi 12 mesi) ma non raccoglie dai piccoli risparmiatori di Internet, mentre Smartika ha più prestatori Schermata 2019-07-19 alle 07.03.06attivi. La raccolta totale del mercato è stata di 279,3 milioni di euro, di cui 122 milioni nell’ultimo anno (+40% rispetto al flusso dell’anno prima). Nel prestito alle imprese, l’erogato complessivo è stato di 156,3 milioni, con Borsadelcredito.it, October e Prestacap  che occupano il podio. Sono diverse le piattaforme che hanno fatto leva sugli investitori istituzionali attraverso fondi di credito, cartolarizzazioni e accordi per moltiplicare le risorse a disposizione e scalare le attività. Il volume complessivo cumulato è di 156 milioni di euro, con un contributo dell’ultimo anno di 84 milioni (+48% sul flusso precedente). La crescita del lending crowdfunding è stata trinata dagli investitori istituzionali. Il Politecnico di Milano prevede tra un anno il sorpasso del segmento business rispetto a quello consumer, con 130 milioni di euro di valore di sorpasso.

Il mercato del crowdinvesting è trainato dai progetti real estate. Siamo passati in un anno da 2 a 6 piattaforme attive, oltre a quelle in partenza, che in totale hanno raccolto 15,6 milioni di euro: 8,8 milioni di euro spalmati su 8 progetti con l’equity crowdfunding e altri 6,8 milioni per 30 progetti in ambito lending. In particolare sul fronte dell’equity crowdfunding si segnalano poche operazioni ma con target più alti e tasso di successo del 100%. Questo sarà il settore di maggiore crescita del crowdinvesting nel prossimo anno, con un target di 30 milioni di euro. Tuttavia, essendo un settore nuovo, permane ancora una certa diffidenza dei risparmiatori. Andrea Maffi, coo e fondatore della piattaforma Trusters, ha raccontato nel suo intervento che molte persone prima di investire nelle campagne si recano di persona a controllare che i cantieri e i dipendenti di Trusters esistano. Per superare questa diffidenza, la società sta mettendo dei cartelli fuori dai cantieri e organizzando delle investor night per spiegare nel modo più semplice possibile come funziona il crowdfunding.

Giudici ha infine fatto notare che il nostro paese è partito con il crowdinvesting 3 anni dopo rispetto a Francia e Germania e 6-7 anni dopo la Gran Bretagna. Un altro problema sollevato da Giacomo Bertoldi, ad di Walliance, consiste nel fatto che gli investitori stranieri che vogliono aderire alle campagne di crowdfunding in Italia non sono registrati dalle Camere di Commercio in assenza del codice fiscale. Un ulteriore criticità riguarda l’ignoranza delle aziende stesse, che dovrebbero formarsi e informarsi sulle forme di crediti complementari al crediti bancario, ha spiegato Leonardo Frigiolini, presidente di Fundera. Per Sergio Zocchi, ad di October Italia, il ritardo del nostro paese è dovuto anche al quadro regolamentare complesso a livello europeo: i regolamenti sul tema sono perlopiù locali, limitando l’espansione geografica degli operatori. Sono in atto discussioni per varare una regolamentazione europea, riducendo differenze e limiti delle legislazioni locali.


Winelivery in raccolta con un round bridge da 1,5 mln euro. E studia l’ipo tra due anni

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Schermata 2019-07-19 alle 07.25.24

Schermata 2019-07-19 alle 07.25.24Winelivery. piattaforma di ecommerce dedicata al vino che consente di ordinare via app o sito web e ricevere a casa i prodotti in meno di 30 minuti, ha lanciato un round bridge con un obiettivo di raccolta di 1,5 milioni di euro, da chiudere entro metà ottobre. Il round potrà essere sottoscritto anche con convertible note, in vista di una quotazione della società tra circa 2 anni, in modo da attendere che la società abbia un ebitda positivo.

Lo ha detto ieri a BeBeez e CrowdfundingBuzz , a margine del suo intervento alla presentazione dei dati dell’Osservatorio sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano (si veda qui altro articolo di BeBeez), Francesco Magro, che ha fondato la startup nel 2016 insieme ad Andrea Antinori,.

Winelivery ha già chiuso con successo tre campagne di equity crowdfunding, tutte tramite CrowdFundMe: la prima è stata da 150 mila euro del maggio 2017, la seconda da 400 mila euro del gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e la terza da oltre 1,2 milioni di euro nel gennaio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ultima campagna la startup era stata valutata pre-money 7,2 milioni, quindi ben più del doppio che nella seconda campagna quando era stata valutata3,2 milioni di euro, mentre per la prima campagna la valutazione era stata di 1,2 milioni.

(Articolo modificato alle ore 10.38 del 19 luglio 2019. Si precisa che il round bridge potrà essere sottoscritto anche con convertible note. Si toglie il riferimento all’Aim Italia, perché il mercato della possibile quotazione non è ancora stato deciso)


Il fondo canadese LGC Capital investe nella canapa medicale della milanese Freia Farmaceutici

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freia farmaceutici

freia farmaceuticiIl fondo canadese LGC Capital ha comprato il 35% della pmi innovativa milanese leader nella canapa per il medicale Freia Farmaceutici (si veda qui il comunicato stampa).

Freia Farmaceutici è stata fondata nel 2009 e ha lanciato i suoi primi prodotti del 2017. E’ una delle due aziende europee, l’unica in Italia, ad aver sviluppato soluzioni terapeutiche a base di canapa sativa registrate presso il Ministero della Salute, prive di THC e CBDcon proprietà utili per la salute umana in campo cardiovascolare, dermatologico, allergologico e ginecologico. E’ titolare di sette brevetti e di diverse linee di prodotti registrati presso il Ministero della Salute. Ha chiuso il 2018 con ricavi per 856 mila euro e un margine del 22%. Quest’anno punta a espandersi all’estero in Europa e Asia.

“Siamo convinti che la collaborazione con LGC Capital ci consentirà di crescere ancora, potenziando la nostra attività in Italia e aiutando l’espansione sui mercati esteri, in primis Europa e Asia”, ha affermato Marco Santini, cfo di Freia Farmaceutici. “La nostra partnership con Freia ha un’importante valenza strategica: l’azienda ha eccellenti prospettive di crescita che il team LGC può contribuire a supportare”, ha dichiarato Mazen Haddad, ceo di LGC Capital. “Stiamo assistendo a una rapida adozione delle soluzioni di Freia da parte dei medici, anche grazie alle attività di ricerca clinica sviluppate in questi anni: in ambito farmaceutico, la società sarà al centro della nostra strategia, che punta a costruire un portafoglio di prodotti altamente innovativi”.

LGC Capital Ltd è una delle principali società di investimento nel settore della canapa, concentrata sul mercato legale dell’industria. Attraverso il suo portafoglio di società di investimento, LGC sta costruendo un’organizzazione integrata trasversale di aziende attive nella coltivazione, produzione e distribuzione della canapa in Australia, Giamaica, Svizzera, Italia e Canada, al servizio dei mercati nazionali ed esteri. LGC è quotata sul mercato canadese TSX Venture Exchange e sull’OTC-QB Exchange statunitense.

 

Le partecipate di LGC vendono cannabis o prodotti derivati ​​dalla cannabis in Svizzera e Italia con i marchi ONE Premium Cannabis e EasyJoint e vendono gli oli di cannabis terapeutici in Australia con il marchio Little Green Pharma.


Trevifin, ok del cda all’aumento di capitale da 130 mln di euro più conversione di crediti

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treviTrevi Finanziaria Industriale (Trevifin), il gruppo specializzato in ingegneria delle perforazioni del sottosuolo quotato a Piazza Affari e in difficoltà dall’autunno 2017 soprattutto per un crollo di attività nel settore oil&gas, ha varato l’attesa manovra di ricapitalizzazione (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel dettaglio si tratta di un un aumento di capitale per cassa da 130 milioni di euro, integralmente garantito dai soci FSI Investimenti spa e Polaris Capital Management e per la parte residua dalla banche (si veda qui i comunicato stampa). Queste ultime si impegneranno a utilizzare in compensazione crediti vantati nei confronti della società secondo un rapporto di conversione pari a 4,5:1.

Inoltre, il piano di ristrutturazione dell’azienda prevede:

  • un aumento di capitale riservato alle banche finanziatrici per un massimo di 63,1 milioni di euro, da determinare in base all’aumento di capitale in opzione non sottoscritto dagli azionisti e da sottoscriversi sempre tramite la compensazione di crediti vantati dalle banche nei confronti della società, fermo restando che l’importo massimo di crediti che saranno convertiti dalle banche (tenendo conto anche dei crediti utilizzati nell’ambito della sottoscrizione dell’aumento di capitale in opzione) non potrà in alcun caso eccedere l’importo di 284 milioni di euro (il Cda dello scorso maggio aveva indicato invece un importo massimo di 310 milioni, si veda altro articolo di BeBeez).
  • un altro aumento di capitale fino a 20 milioni di euro a servizio dell’emissione di loyalty warrant;
  • l’utilizzo dei proventi dalla cessione all’indiana Meil della divisione oil&gas del Gruppo Trevi per rimborsare l’indebitamento di tali società;
  • la concessione di nuova finanza per cassa per 41 milioni di euro;
  • la conferma delle linee di credito esistenti, sia per cassa che per firma;
  • la messa a disposizione di nuova finanza per cassa ai sensi dell’art. 182 bis della legge fallimentare, a condizione che la società sia autorizzata dal tribunale.

I loyalty warrant quotati, di tipo europeo ed esercitabili a scadenza, saranno assegnati a coloro che risultino azionisti prima dello stacco del diritto di opzione riguardanti l’aumento di capitale in opzione. Potranno essere esercitati entro 5 anni dalla data di emissione. E’ stato inoltre definito un raggruppamento delle azioni ordinarie secondo un rapporto di 1:100 azioni esistenti, che sarà effettuato prima dell’aumento di capitale.

“La manovra finanziaria prevista dall’accordo di ristrutturazione è finalizzata a mettere in sicurezza il Gruppo Trevi, attraverso il riequilibrio della propria situazione finanziaria e patrimoniale e il conseguente superamento dell’attuale situazione di crisi e di incertezza sulla continuità aziendale, ed è altresì volta a permettere al Gruppo Trevi di tornare a livelli di fatturato e di marginalità pre-crisi, attraverso il raggiungimento dei target previsti dal Piano Industriale”, scrive in una nota la società, che prevede di  raggiungere, già a partire dall’esercizio 2020, ratio finanziari consolidati che attesteranno una situazione finanziaria e patrimioniale sostenibile e risanata.

Anche questo cda si è risolto a maggioranza, considerando lo scontro in atto tra la famiglia Trevisani (che controlla Trevi Holding SE) e gli altri soci: la prima ha infatti chiesto la revoca del consiglio di amministrazione di Trevi (si veda altro articolo di BeBeez). Il  Consiglio di amministrazione ha deciso, sempre a maggioranza, di ritenere assorbita la richiesta di Trevi Holding di tenere un’assemblea per la revoca dello stesso board, alla luce dell’assemblea chiamata a rinnovare gli organi sociali in scadenza già convocata per il 23 settembre.

Trevi ha chiuso il 2018 con ricavi in calo rispetto al 2017 a 618,1 milioni di euro, un ebitda di 50,1 milioni e un debito finanziario netto di 692,6 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio mese, la società aveva reso noto che la sua posizione finanziaria netta al 31 maggio 2019 era scesa leggermente a 699,3 milioni di euro, contro i 700 milioni di febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).


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