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Nuova offerta per il controllo di Astaldi da parte di Salini Impregilo, che si prepara a lanciare a sua volta un aumento di capitale da 600 milioni in vista della partenza del Progetto Italia, ossia dell’operazione di consolidamento del settore nazionale delle grandi opere e delle costruzioni in difficoltà che ha il supporto di Cdp e che è aperta alla partecipazione di tutti i soggetti industriali interessati.
Le notizie sono arrivate ieri, ma tutto è stato condito da un piccolo “giallo”. Perché Salini Impregilo ha fatto prima circolare una nota rilasciata nella notte del 15 luglio dove si leggeva che la stessa Salini Impregilo avrebbe sottoscritto un aumento di capitale riservato di Astaldi per cassa per 225 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), salvo poi eliminare quella cifra in una nota aggiornata diffusa ieri (si veda qui il comunicato stampa più recente). Peraltro la cifra dei 225 milioni è comunque scritta in bella vista nella nota diffusa ieri da Astaldi (si veda qui il comunicato stampa di Astaldi), che precisa i dettagli dell’aumento, così come faceva la prima nota di Salini Impregilo.
L’offerta di Salini Impregilo per Astaldi prevede quindi nel dettaglio:
- la continuità diretta del ramo d’azienda Astaldi relativo alle sole attività di costruzione infrastrutturali, dell’attività di facility management e gestione di sistemi complessi e di alcune concessioni minori che sottendono attività di EPC;
- la liquidazione degli altri asset, che confluiranno, previa scissione di Astaldi Concessioni, in un patrimonio destinato ad uno specifico affare da costituirsi ai sensi degli artt. 2447-bis e ss. cod. civ.;
- un aumento di capitale per cassa pari a 225 milioni di euro, riservato a Salini Impregilo, destinato in parte al pagamento dei debiti privilegiati e prededucibili e in parte a servizio del piano di continuità, con attribuzione a Salini Impregilo di una quota di controllo in Astaldi post esdebitazione concordataria;
- la soddisfazione parziale dei creditori chirografari con l’attribuzione in loro favore di azioni (per beneficiare della continuità del ramo EPC) e strumenti finanziari partecipativi (per beneficiare del ricavato degli asset non core segregati a loro favore);
- l’emissione, da parte di Astaldi, di warrant anti-diluitivi destinati a Salini Impregilo e di warrant premiali destinati agli istituti di credito che supporteranno le esigenze di finanza interinale di Astaldi.
La cifra dei 225 milioni per la ricapitalizzazione di Astaldi era già contenuta come noto nella proposta d’intervento su Astaldi da parte di Salini e dei coinvestitori depositata lo scorso febbraio e che porterebbe Salini Impregilo a possedere il 65% del capitale post-aumento di una Astaldi sostanzialmente esdebitata. Sulla base di quella proposta il gruppo di costruzioni in difficoltà quotato a Piazza Affari aveva depositato il 14 febbraio la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo al Tribunale di Roma (si veda altro articolo di BeBeez), poi aggiornata lo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez).
La nuova offerta, al pari di quella precedente, è condizionata, tra l’altro, al positivo esito della proposta concordataria di Astaldi, al conseguimento delle necessarie autorizzazioni antitrust, all’assenza di eventi che mettano a rischio la fattibilità del piano economico-finanziario di continuità di Astaldi e da ultimo alla sottoscrizione, entro il 1 agosto 2019, di accordi vincolanti con CDP Equity e gli istituti finanziatori con riferimento all’aumento di capitale di Salini Impregilo e alla manovra finanziaria complessiva relativa al Progetto Italia.
Anche sul tema dell’aumento di capitale di Salini Impregilo i due comunicati della società sono diversi. Nella prima nota era precisato che l’aumento di capitale della stessa Salini Impregilo sarà di 600 milioni di euro, quindi il doppio di quanto si immaginava il mercato (si veda altro articolo di BeBeez) e che sarà sottoscritto per 50 milioni da Salini Costruzioni, per 250 milioni da Cdp Equity e per altri 150 da parte di un consorzio garante, che vede Merrill Lynch e Citibank come global coordinator. Per contro, nella seconda versione del comunicato stampa si specifica solo che 150 dei 600 milioni di euro saranno riservati al mercato, assistito da un consorzio di garanzia.
Entrambe le note, infine, riferiscono che Salini Impregilo ha ricevuto comfort letter da parte di Cdp Equity, di Salini Costruttori e degli istituti finanziari interessati, a vario titolo, nel Progetto. Le banche coinvolte sono Intesa Sanpaolo, UniCredit, SACE, Bnp Paribas, Banco Bpm, Mps e Illimity (relativamente alla finanza per Astaldi). Nella nota più recente si specifica che le banche “hanno riaffermato il comune intento di proseguire le negoziazioni in corso per addivenire alla sottoscrizione di accordi vincolanti entro la fine del mese di luglio 2019”. Mentre nella prima nota la data non era precisata.
Infine in entrambe le note di Salini e in quella di Astaldi viene precisato che la manovra complessiva prevede inoltre 984 milioni di euro di linee di credito e in particolare:
- la concessione a Salini Impregilo, subordinatamente all’ammissione di Astaldi al concordato, di una linea di credito per cassa per massimi 200 milioni di euro finalizzata, tra l’altro, a supportare le esigenze di cassa di Astaldi nel corso del periodo interinale anteriore all’omologa, mediante l’erogazione di finanza interinale prededucibile;
- la concessione da parte di alcuni degli istituti finanziatori ad Astaldi, subordinatamente l’ammissione al concordato, di una linea di credito per firma, anch’essa prededucibile, per complessivi 384 milioni, per l’emissione di garanzie funzionali alla prosecuzione dell’attività aziendale di Astaldi e alla realizzazione del nuovo piano di concordato;
- la concessione da parte di alcuni istituti finanziatori ad Astaldi, subordinatamente all’omologa del concordato e alla positiva esecuzione dell’aumento di capitale di Astaldi riservato a Salini Impregilo, di una linea di credito per cassa, prededucibile, di 200 milioni di euro, in esecuzione del concordato e utilizzabile per rifinanziare la finanza interinale erogata ad Astaldi prima dell’omologa e supportare l’ordinaria attività di impresa di Astaldi;
- la concessione a Salini Impregilo di una nuova linea di credito revolving per 200 milioni, che diventerebbe disponibile successivamente al perfezionamento dell’aumento di capitale di Salini Impregilo, finalizzata a coprire le esigenze finanziarie della società nel contesto dell’implementazione del Progetto Italia.
Salini Impregilo ha infine annunciato di aver ricevuto due comfort letter non vincolate da Salini Costruttori spa, Cdp Equity e dalle banche coinvolte, quali Intesa Sanpaolo, UniCredit, SACE, BNP Paribas, Banco BPM, MPS e Illimity (per il capitale di Astaldi), che confermano la rispettiva disponibilità a proseguire le negoziazioni attualmente in corso.
Il Gruppo Astaldi è uno dei principali contractor in Italia e tra i primi 25 a livello europeo nel settore delle costruzioni, in cui opera anche come promotore di iniziative in project financing. Attivo da 90 anni a livello internazionale, opera nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture pubbliche e grandi opere di ingegneria civile, prevalentemente nei comparti delle infrastrutture di trasporto, degli impianti di produzione energetica, dell’edilizia civile e industriale, del facility management, impiantistica e gestione di sistemi complessi. Opera in Italia, Europa e Turchia, Africa (Algeria), America del Nord (Canada, USA), America Latina e Far East (Indonesia, India).
A fine 2018 l’indebitamento netto di Astaldi era salito a 2,05 miliardi di euro, contro gli 1,86 miliardi di fine settembre a causa delle escussioni di garanzie subite dal gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Il debito comprende il prestito ponte di Fortress Investment da 75 milioni erogato lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).