![pietrasanta]()
Collector’s night è un percorso che riunisce dieci gallerie snodandosi all’interno di Pietrasanta, la città degli artisti della Versilia, lanciando la stagione estiva dell’arte contemporanea in Toscana. L’iniziativa, promossa dalla ANGAMC Associazione Nazionale Gallerie Arte Contemporanea, alla quarta edizione, quest’anno non ha il tono da salotto estivo ma una qualità e professionale che lasciano sorpreso anche il presidente, al suo secondo mandato Mauro Stefanini.
“L’associazione, nata alla fine degli anni Sessanta, ha specificato il presidente, oggi affronta in rete le difficoltà cercando di non disperdere l’attività soprattutto delle giovani gallerie in particolare nel settore del contemporaneo, promuovendo il dialogo con le istituzioni e cercando di dar vita ad una progettualità coordinata. A settembre al Museo Pecci di Prato ci sarà in tal senso una riunione generale. I primi frutti di quest’attività sulla quale abbiamo spinto l’acceleratore si vede anche dal debutto della stagione estiva a Pietrasanta, con un impegno sulla qualità e la professionalità”.
Seguendo il filo di una mappa, in ordine sparso abbiamo cominciato il percorso con la Galleria Susanna Orlando e la mostra La cura in una stanza di Pino Deodato, artista calabrese di Vivo Valentia da molti anni a Milano, presenta una serie di opere, distribuite su due sedi, tutte realizzate appositamente per la mostra. “Il titolo, ci ha spiegato Deodato, racconta il tema, quello del prendersi cura degli altri, come un monito, in un mondo sempre più distratto, ego centrato, diffidente del vicino. In tutti i lavori c’è un personaggio che ne assiste un altro, il più debole. L’esposizione è realizzata con Telethon che dispone di vere e proprie ‘stanze’ dove i bambini vengono messi per essere sottoposti a delle cure e ne escono con una sensazione di sollievo”. Le opere sono quasi tutte in terracotta dai colori delicati, che ruotano intorno a sfumature di azzurro, tranne una in stoffa. “L’idea di usare un lenzuolo, ci ha spiegato l’artista, che si muove leggero come una tenda, dall’apparenza ricamata, anche se in realtà dipinta, attiene proprio alla leggerezza del mio lavoro e richiama etimologicamente il tema e il titolo anche di un’altra opera di piccolo formato, accostata nella mostra, ric-Amare, una dichiarazione d’amore com’è il ricamo che preparava tradizionalmente la cura dell’amore con il corredo nuziale. In effetti una relazione dev’essere tessuta e nutrita giorno per giorno.
Tutt’altra atmosfera presso Futura Art Gallery che ha presentato la performance Second Skin di Robert Gligorov con “forme che si muovono nello spazio in pose plastiche a creare sculture dette tableaux vivants in un arcobaleno di colori che generano armonia, citazione del living theatre, bellezza e gioco di ruoli. Chi è sotto la pelle di Second Skin ha la liberta di esprimere, grazie al filtro della maschera, le sue più recondite pulsioni”.
In questa performance Gligorov ammicca un linguaggio volutamente seduttivo, celato da una sensualità iconografica che caratterizza la sua cifra stilistica. Con la leggerezza del suo agire invita a partecipare emotivamente, e perché no idealmente, alla gioia che genera un contesto alieno ma che è famigliare, un invito a una festa in maschera collettiva. I cinque colori come logo di quello che la cultura ci ha abituati a definire con il termine etnia.
“Il colore della pelle, tematica trattata dalla letteratura e soprattutto dalla storia, ha erroneamente generato ideali che hanno portato a varie guerre nel mondo. Dire razza è fasullo, non ne esiste una, esiste la specie umana. La multi etnicità, l’accettazione del diverso, dell’altro, è ancora in fase di acculturamento, bakarach, ed è inevitabile il processo, per quanto doloroso, che ci porterà a una convivenza omogenea e costruttiva. Diversità come fonte d’ispirazione, come un’opportunità di accrescimento culturale per l’umanità”, ha dichiarato l’artista.
Da Barbara Paci Arte cento anni di Grande Scultura con l’esposizione Consonanze – da Arturo Martini a Aron Demetz a cura di Alssandra Belluomini Pucci, direttore scientifico della GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio – che firma anche il testo del catalogo dedicato, che presenta opere 11 opere, 11 scultori, 90 anni di storia dell’arte – dal 1932 ai giorni nostri. Arturo Martini, Marino Marini, Henry Moore, Louise Nevelson, Maria Papa Rostkowska, Giacomo Manzú, Costantino Nivola, Aron Demetz, Fernando Botero, Javier Marín, Massimiliano Pelletti. Il comune denominatore è la vita e il lavoro in Versilia di questi personaggi, presentati sia con opere di piccolo formato come di grande formato, come il Sogno d’amore di Javier Marìn (qui a sn), l’opera di Costantino Nivola e dello stesso Aron Demetz. Al cospetto della morbide fattezze della Bagnante al sole di Arturo Martini (1932), maestro del gusto per la purezza delle linee, si snodano le vicende che traggono origine anche dalle sue sperimentazioni, in un continuum di senso che è l’essenza della storia e della storia dell’arte.
Le opere provengono da grandi collezioni private nazionali ed internazionali e presentano anche materiale spesso inedito di documenti e immagini come la grande foto di Aurelio Amendola che ritrae l’artista Marino Marini ad una sua opera, artista che trascorreva le sue estati in Versilia, facendo della propria casa un ritrovo di artisti e intellettuali; di grande formato.
La Galleria MarcoRossi arte contemporanea ha presentato il lavoro dell’artista piemontese Valerio Berruti, Tracce, inedito, sul tema dell’infanzia spesso sua fonte di ispirazione. I suoi bambini pur in una grande espressività “sono fatti di nulla”, ritagliati da un segno minimalista. Sono gli affreschi su juta con pastello a olio per fissarne il tratto ad averlo contraddistinto. In mostra nelle due sedi della galleria sia le incisioni su lastre metalliche con acqua ad alta pressione, di grande formato, dove il segno è lasciato vuoto per far passare la luce o riempito di resina e i disegni, più piccoli, nei quali il tratto che contorna e definisce la figura è sottolineato con fogli di alluminio. Il disegno resta sempre alla base di quest’opera poetica, delicata, eppure incisiva, di forte impatto emotivo e innovativa nello stile.
Ultima tappa della nostra passeggiata artistica Paola Raffo Arte Contemporanea con Architetture in caratteri naturali del fiorentino Matteo Ciardini, che vive e lavora tra Viareggio e Parigi, a cura di Lorenzo Belli. L’esposizione riunisce opere singolari nelle quali le architetture diventano parti integranti del paesaggio quasi confondendosi con esso, pennellate rapide, avvolte dal movimento, che immerge lo spettatore in uno spazio contemplativo tutto da vivere. Quadri delicati che non restano lontani come visioni al di là della finestra ma agitano emozioni in chi le guarda: una delicatezza che porta in sé malinconia e un tocco di inquietudine, con richiami che inseriscono questo autore in quella evoluzione dello sguardo en plein air che ha rivoluzionato la pittura dell’Ottocento proprio in Toscana, accompagnando tutto il Novecento.
Per la ripresa a settembre l’appuntamento con il temporaneo è già fissato, a Firenze, alla Galleria Il Ponte, come ci ha anticipato il delegato per la Toscana ANGAMC e titolare della galleria, Andrea Alibrandi, che inaugurerà a fine settembre la mostra dedicata alla fotografa Rosa Foschi, finora conosciuta soprattutto come la compagna di una vita di Luca Maria Patelli.
A cura di Giada Luni