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Spac, raccolta a quota 4 mld euro. Ecco la mappa e quanto hanno reso agli investitori

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SpacHanno raccolto quasi 4 miliardi di euro dal 2011 le Spac o veicoli simili come le cosiddette pre-booking company, cioè veicoli che raccolgono denaro allo scopo di acquistare una quota di una società target e portarla in borsa. Lo scrive MF Milano Finanza in edicola da sabato 16 luglio, riprendendo il database di BeBeez, da cui si evince anche in totale le Spac arrivate sul mercato italiano sono state 30 (clicca qui per la tabella completa delle 30 Spac, con link agli articoli di BeBeez)

Dal momento del lancio del primo veicolo di questo tipo, cioè Italy 1 Investments, le Spac o simil-Spac hanno investito complessivamente 1,25 miliardi di euro e hanno ancora a disposizione altri 2,7 miliardi. Di questo totale, però, già 1,4 miliardi hanno trovato una collocazione, nel senso che sono state annunciate le business combination con le rispettive società target, mentre restano ancora alla ricerca di un target ben 1,27 miliardi di euro, spalmati su 10 Spac.

Il mercato, insomma, inizia a essere piuttosto saturo e infatti gli investitori iniziano a pretendere di più dai promotori, in particolare chiedono un maggiore allineamento di interessi e in particolare che questi ultimi mantengano più a lungo l’impegno nelle società target dell’investimento, con lock-up sulle azioni ordinarie più a lungo termine e addirittura con impegni a convertire in azioni ordinarie l’ultimo blocco delle loro azioni speciali solo una volta che il mercato abbia confermato la permanenza del prezzo delle azioni della società risultato della business combination al livello del target più alto per un periodo prolungato e non più i classici 30 giorni.

In ogni caso gli investitori non si devono lamentare. Da un’analisi condotta da Electa per MF Milano Finanza, anche senza tenere conto dei dividendi distribuiti dalle società target una volta quotate, in media l’investimento in una Spac ha dimostrato di rendere il 14% all’anno o 1,6 volte il capitale investito, su un arco di tempo temporale tra la quotazione della Spac e oggi che è di circa tre anni e mezzo (qui sotto la tabella, corretta rispetto a quella pubblicata da MF Milano Finanza, dove purtroppo c’è stato un problema di grafica).

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La media, ovviamente, nasconde situazioni molto diverse le une dalle altre, visto che ci sono Spac o pre-booking company che hanno concluso la business combination in tempi molto brevi, come Pharmanutra con Ipo Challenger 1, e altre che invece ci hanno impiegato di più, così come ci sono Spac che si sono quotate anni fa e altre che lo hanno appena fatto oppure Spac che hanno concluso la business combination in un momento di mercato molto favorevole e altre che invece lo hanno fatto proprio all’inizio di un calo generalizzato dei mercati, come per esempio è accaduto per ultime due operazioni, cioè quelle di ICF group con EPS e di Cellularline con Crescita, che sono arrivate sull’Aim tra metà maggio e metà giugno.

“I numero mostrano che lo strumento funziona. Certo ci vuole pazienza. A meno di casi davvero eccezionali, non si può pensare di portare a casa ritorni significativi prima di tre anni dall’investimento nella Spac”, ha commentato Simone Strocchi, presidente dell’Associazione italiana Spac (Aispac), oltre che promotore di varie Spac e pre-booking company con il suo gruppo Electa. Insomma, l’eccezione è incassare un Irr di quasi l’80% in un anno come è accaduto per chi ha investito in Ipo Challenger 1, che si è poi combinata con Pharmanutra.

Il vero obiettivo dell’investitore in una Spac dovrebbe essere invece quello di incassare quasi il 24% all’anno per quattro anni e mezzo come è accaduto per esempio a chi ha investito in Space, che si è poi fusa con Fila. In questo caso gli investitori hanno portato a casa 2,65 volte il capitale investito. Oppure portare a casa oltre 3,8 volte il capitale in quasi 5 anni, con un Irr di oltre il 20% all’anno, come è accaduto agli investitori in Made in Italy 1, che si è poi fusa con Sesa. Giusto per fare due degli esempi migliori.

E se è vero che nel breve periodo l’andamento generale dei mercati finanziari può supportare o deprimere le quotazioni della target quotata, è anche vero che nel medio-lungo periodo quello che conta è il fatto che la società target riesca a raggiungere gli obiettivi che si era posta al momento della quotazione, meglio ancora se nel frattempo quindi riesce a distribuire dividendi, che vanno in aggiunta ai guadagni che gli investitori in Spac si portano a casa oltre a quelli derivanti dall’apprezzamento del titolo e dalla conversione dei warrant. Così, per esempio, se si guarda alla tabella Zephyro ha reso agli investitori il 5% all’anno per quattro anni e mezzo, cioé attorno al 23%. Ma in realtà, se si considerano anche i dividendi pagati in quell’arco di tempo, il guadagno sale a oltre il 30%, così come dichiarato dalla società in occasione del lancio dell’opa da parte di Edison (si veda altro articolo di BeBeez) e così come ricordato a MF Milano Finanza sempre lo scorso sabato dal presidente e fondatore di Zephyro, Domenico Catanese.

Al momento della quotazione delle Spac e al momento della business combination, infatti, agli azionisti delle Spac vengono sempre assegnati gratuitamente dei warrant che possono essere convertiti in maniera quasi del tutto gratuita in azioni ordinarie al raggiungimento di certi obiettivi di prezzo sulla base di prefissati rapporti di conversione, con il risultato che il numero delle azioni della target in portafoglio a ciascun investitore aumenta e quindi il valore di ogni azione originaria della Spac si moltiplica.

Tornando alla crescita economica delle aziende quotate, “su questo tema io sono un fautore delle cosiddette price adjustment shares, cioè azioni che, nel caso in l’azienda non riesca a raggiungere obiettivi di performance prefissati, vengono in tutto o in parte annullate determinando, quindi, una riduzione del numero di azioni della società detenute dai soci fondatori”, ha commento ancora Strocchi, che ha spiegato: “Se per esempio l’imprenditore prevede che la società crescerà del 20% in tre anni, allora può essere stabilito un target di crescita del 15% come soglia perché vengano consegnate le PAS. Certo, se l’azienda poi cresce del 14,9% l’imprenditore non deve consegnare tutte le sua PAS ma solo la quota corrispondente alla differenza rispetto al target di performance fissato. Allineare gli interessi di imprenditori promotori e investitori è l’ingrediente di successo di Spac e prebooking  company “.

 



Satispay annuncia nuovo round da 10 mln con fondi internazionali. Nel 2019 altro round da 50 mln e ingresso nel settore risparmio

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satispaySatispay, la scaleup fintech che consente di effettuare pagamenti con lo smartphone tramite un wallet con diretto addebito sul conto corrente, ha chiuso ieri un nuovo round di investimento da 10 milioni di euro da parte di nuovi investitori, che potrà arrivare a 15 milioni a breve, una volta che anche gli attuali soci avranno a loro volta seguito l’aumento. Lo ha annunciato ieri l’amministratore delegato e cofondatore Alberto Dalmasso, anticipando anche che nel 2019 sarà la volta di un altro round da ben 50 milioni (si veda qui il comunicato stampa).

Dalmasso ha spiegato che “il round è stato guidato dal fondo Copper Street Capital, fondo basato in Regno Unito e specializzato esclusivamente in investimenti di lungo termine nel settore finanziario, che ha agito come lead investor, investendo 5,2 milioni di euro. Il resto è stato suddiviso soprattutto tra i fondi Endeavor Catalyst e Greyhound Capital, ma vi hanno partecipato anche di Banca Valsabbina, Sparkasse e il Club degli Investitori di Torino“. A oggi i fondatori si sono così diluiti a circa il 33%, ma, grazie alle azioni a voto plurimo, hanno diritti di voto ancora per il 65%.

Ma appunto non è finita qui, perché, ha aggiunto Dalmasso, “la delibera di aumento è sino a 15 milioni di euro, per permettere agli attuali soci di seguire l’investimento. Penso che il tutto si chiuderà nel giro di un mese o un mese e mezzo”. Dopodiché, ha aggiunto, “penseremo al round molto più grande, da 50 milioni, previsto sin dall’inizio per il 2019. E’ anche in quest’ottica che siamo riusciti ad attrarre investitori esteri che di norma si muovono per ticket molto più grandi di quelli che hanno investito in questo round. D’altra parte questo era il momento giusto. C’è parecchio interesse per questo settore e abbiamo deciso di coglierlo”.

Che  Satispay fosse al lavoro per un nuovo round era stato anticipato a inizio giugno da  Stefano Schiavio, responsabile delle financial partnership di Satispay, intervenendo a un workshop sui pagamenti digitali nell’ambito della Milano Finanza Digital Week (si veda altro articolo di BeBeez). Ma Schiavo non aveva dato un ordine di grandezza preciso e soprattutto non aveva fatto capire che i programmi di Satispay fossero così ambiziosi.

Fondata da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, la società è una delle poche startup italiane che in pochi anni è riuscita a catalizzare in maniera importante l’interesse degli investitori, tanto da raccogliere in totale 37 milioni di euro e veder crescere in maniera impressionante anche la sua valutazione: prima di quest’ultimo round, la valutazione pre-money è stata infatti di 100 milioni di euro.

Prima di questi 10 milioni, invece, la società aveva raccolto 18,3 milioni nell’ultimo round chiuso nel settembre 2017, per una valutazione post money della società pari a circa 66 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). E prima di quel round ce ne erano stati altri due: uno da 5,5 milioni a settembre 2014 e uno da 3 milioni nel settembre 2015.

Ma a che cosa serviranno tutti questi soldi? Anzi questi 10-15 milioni e i prossimi 50? I progetti di Satispay sono parecchi. Dalmasso e soci non hanno infatti intenzione di fermarsi ai pagamenti via smartphone. Hanno infatti già ampliato l’attività alle ricariche telefoniche per cellulari e a brevissimo saranno attivi con un servizio che permette di fare via mobile i pagamenti alla pubblica amministrazione, multe e Tari comprese. Ma non basta ancora. “Stiamo per partire con un servizio di salvadanaio automatico, per permettere agli utenti di mettere da parte piccole somme ogni volta che fanno un pagamento tramite la nostra app”, ha spiegato Dalmasso (si veda qui il comunicato stampa), che ha aggiunto: “Da qui il passo per offrire servizi di risparmio e investimento è breve. E infatti stiamo lavorando per permettere ai nostri utenti di acquistare prodotti finanziari tramite la nostra app, siano questi fondi di investimento, prodotti di previdenza integrativa, assicurazioni. Stiamo studiando il tutto insieme a banche e società finanziarie partner che sono anche nostri investitori. Penso saremo pronti quest’autunno”.  Oltre a Banca Valsabbina e Sparkasse entrati con quest’ultimo round, tra i soci di Satispay figurano anche Banca Etica, Banca Sella Holding,  Iccrea Banca Banca Alpi Marittime.

Oggi Satispay è un istituto di moneta elettronica. “Per il momento resteremo IMEL, perché il servizio non si configurerà come collocamento di prodotti finanziari. Ci presenteremo semplicemente come piattaforma IT che facilita l’accesso degli utenti ai servizi”, ha precisato Dalmasso a BeBeez, aggiungendo però, che “via via ragioneremo sull’opportunità di caratterizzarci diversamente, al limite addirittura come intermediari finanziari ex art. 106 Tub. Ma andiamo per gradi. Prima vediamo come funzionerà”.

Attiva sul mercato da gennaio 2015, Satispay conta oltre 600 mila download dell’applicazione e più di 340 mila utenti attivi (con un tasso giornaliero di crescita di 800 nuove sottoscrizioni) che quotidianamente si scambiano denaro e spendono, con una media di 8 volte al mese, in 44 mila esercizi commerciali convenzionati in tutta Italia (e che crescono costantemente di circa 120 nuovi al giorno).

 


Il gruppo D’Amico compra le conserve HDS da Nem sgr

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degaD’Amico, tra le principali aziende in Italia specializzata nella produzione di conserve alimentari per il canale retail e food service ha acquisito l’intero capitale sociale di HDS spa dal fondo di private equity di Nem sgr, la società di gestione del risparmio sino a poco tempo fa parte del Gruppo Banca Popolare di Vicenza e acquisita lo scorso febbraio da LWR srl, veicolo che fa capo al fondo di private equity di secondario Montana Capital (si veda altro articolo di BeBeez). 

D’Amico, fondata nel 1968 dai fratelli Francesco e Mario D’Amico, è oggi alla terza generazione e ha chiuso il 2017 con 42 milioni di euro di ricavi. Il core business è rappresentato dai mercati dei sottoli, sottaceti, olive, vegetali al naturale, salse, creme e pesti, Legumi e cereali.  Nel 2017 HDS Spa ha registrato un fatturato in euro di oltre 30 milioni, di cui 5 milioni derivanti dall’export. Con HDS, D’Amico compra i marchi Robo e Dega specializzati nel canale food service.

Nem sgr aveva comprato indirettamente HDS Foodservice spa nell’aprile 2013 quando ancora era parte del gruppo Doreca, di cui Nem aveva acquisito il 13% (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa di allora). Doreca è un gruppo specializzato nel commercio all’ingrosso di bevande alcoliche e analcoliche sul territorio italiano controllato a sua volta dal gruppo Tuo, uno dei protagonisti del settore della grande distribuzione (insegne Despar, Eurospar, Tuodì, Ingrande e Inpiazza).

Doreca aveva acquistato HDS Foodservice a fine 2012 da Holding dei Sapori, a sua volta controllata da HDM srl e da Venice spa (gruppo Palladio Finanziaria Holding). Contestualmente Holding dei Sapori aveva venduto la divisione retail attiva nella produzione e distribuzione di specialità alimentari e di conserve vegetali (con i marchi Dega, Logrò e Montello) a D&D Italia (Gruppo D’Amico).


Il fondo Titan di Kryalos sgr compra in zona Bicocca a Milano

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Il progetto di viale Sarca 220 a Milano
Il progetto di viale Sarca 220 a Milano

Il progetto di viale Sarca 220 a Milano

Il fondo Titan di Kryalos sgr, istituito nel luglio 2017 e interamente sottoscritto dall’asset manager Castlelake, ha concluso la sua prima acquisizione, comprando un terreno in viale Sarca 220 a Milano, in zona Bicocca (scarica qui il comunicato stampa).

La nuova area acquistata dal fondo è posizionata tra i quartier generali del Gruppo Pirelli (HQ1 e HQ2), sarà edificato un immobile “build-to-suit” che ospiterà una serie di servizi per il personale del Gruppo Pirelli. L’edificio sarà composto da tre piani fuori terra, un livello interrato e avrà una superficie totale di 12.413 mq (GLA 7.000 mq). I lavori di costruzione dureranno fino al dicembre 2019.

Si tratta della seconda acquisizione in zona Bicocca per Kryalos sgr, che lo scorso aprile con il fondo Tyre ha siglato il preliminare per l’acquisizione dell’edificio HQ1 in viale Sarca 222 (si veda altro articolo di BeBeez).

In questa prima parte del 2018, la società ha anche annunciato la prima acquisizione del fondo Pharo (si veda altro articolo di BeBeez) e lanciato due nuovi fondi. Ad aprile ha costituito il nuovo fondo Dante, sottoscritto interamente proprio da un veicolo che fa capo a Partners Group (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a giugno ha lanciato il nuovo fondo Opportunity I, sottoscritto per 5 milioni di euro dalla sgr stessa e per 100 milioni di euro da un investitore istituzionale di alto standing (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, Kryalos sgr sta lavorando con King Street a un nuovo hotel a marchio W (della catena Marriott) in via Liguria e Roma.

Nata nel 2006 e guidata dall’amministratore delegato Paolo Bottelli, Kryalos sgr ha oggi in gestione un patrimonio di 4,7 miliardi di euro in ambito uffici, retail, logistica e alberghiero.


Offerta di Cerberus-Banca Ifis su 4,3 mld euro del pacchetto da 6 mld di Npl italiani di Crédit Agricole

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caCerberus Banca Ifis hanno fatto un’offerta congiunta per acquistare la maggior parte del pacchetto da 6 miliardi di euro di Npl italiani messi in vendita dalla divisione investment banking di Crédit Agricole. Lo ha scritto ieri Bloomberg, precisando che l’offerta un pacchetto da 4,3 miliardi di euro.

Come noto, il portafoglio di Npl in vendita (battezzato Project Puppy o Poppy, a seconda delle fonti)  è composto da crediti contenuti in quattro veicoli di cartolarizzazione di diritto lussemburghese. I crediti fanno riferimento a finanziamenti per la maggior parte unsecured concessi sul mercato italiano a privati e pmi e poi cartolarizzati tra il 2006 e il 2008.

L’accoppiata Cerberus-Banca Ifis era uno dei nomi che già circolava a inizio aprile tra quelli degli investitori che avevano consegnato offerte non vincolanti all’advisor Kpmg, così come quelli del fondo britannico Arrow Global, dello svedese  Hoist Finance, dello statunitense D.E. Shaw e della Spac italiana Spaxs (si veda altro articolo di BeBeez).

Secondo Bloomberg, Cerberus e Ifis si sono offerti di acquistare 2,4 miliardi di euro di crediti unsecured dai primi tre veicoli di cartolarizzazione e 1,9 miliardi di Npl dal quarto veicolo, battezzato Elypso. Crédit Agricole starebbe esaminando in queste ore l’offerta per decidere se concedere o meno l’esclusiva alla cordata e riaprire l’asta a settembre per il resto dei crediti.


Condotte rifiuta offerta di Attestor Capital e chiede l’amministrazione straordinaria

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condotteIl consiglio di gestione di Condotte spa ha rifiutato l’ultima offerta presentata venerdì 13 luglio da Attestor Capital per il salvataggio del gruppo romano di costruzioni esposto con una trentina di banche per 461 milioni di euro (su un debito complessivo di 767 milioni) che ha chiesto il concordato in bianco lo scorso gennaio. Lo ha scritto Radiocor ieri, precisando che oggi la società presenterà la dichiarazione di insolvenza al Tribunale di Roma e la richiesta di amministrazione straordinaria (legge Marzano) al Ministero dello Sviluppo.

Il fondo britannico aveva presentato un’offerta non vincolante per Condotte a inizio luglio (si veda altro articolo di BeBeez). L’intervento di Attestor, che in Italia ha un accordo di coinvestimento con Oxy Capital, avrebbe permesso al gruppo di  presentare al Tribunale un piano concordatario che prevedeva l’immissione di capitali freschi e l’allungamento della scadenza media del debito.  Si dice che Attestor abbia proposto il versamento di 50 milioni di euro subito e altri 150 all’omologa del concordato.  In ogni caso  il management di Condotte ha rinviato al mittente l’offerta, si dice perché non fosse realmente vincolante, come invece si aspettava. L’offerta sarebbe diventata vincolante soltanto dopo il via libera del consiglio di gestione di Condotte e la successiva approvazione del board di Attestor a Londra. Ma il termine per la presentazione del piano al Tribunale scade domani.

Una volta che il Mise ammetterà Condotte all’amministrazione straordinaria, dovrà nominare un commissario, che certo non avrà vita facile, visto che il gruppo al momento non ha più liquidità: tutti i cantieri sono fermi e ci sono tre-quattro mesi di stipendi arretrati da pagare (2.800 dipendenti al 31 dicembre scorso). 

Condotte aveva chiuso il bilancio 2016 con ricavi consolidati per 1,17 miliardi (o 1,3 miliardi di valore della produzione), un ebitda di 98,3 milioni e un utile netto di 12,4 milioni, ma nonostante questi numeri,  la società controllata dalla holding Ferfina della famiglia Bruno Tolomei Frigerio è arrivata alla crisi, perché a fronte di un corposo portafoglio ordini esiste un’oggettiva difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti del pubblico e nel contempo c’è appunto un debito pesante da onorare (460,8 milioni di posizione finanziaria netta a fine 2016, si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

Il portafoglio ordini a fine 2017 era infatti salito a 6 miliardi di euro. Oltre al riavvio dei lavori per la stazione Foster e il tunnel della Tav a Firenze, Condotte è impegnata nella costruzione della Città della Salute e della Ricerca sulle aree ex Falck  a Sesto San Giovanni, nel nuovo polo bibliotecario e nel nuovo carcere di Bolzano, nel quarto lotto dell’Alta Velocità Milano-Genova e nel primo lotto della Brescia-Verona. Ma anche nel tunnel base del Brennero in Austria, nel ponte Storstrom in Danimarca, nel progetto ferroviario Follo Line in Norvegia, nell’ospedale di Chillan in Cile, nell’adeguamento dell’aeroporto internazionale di Aimé Cesaire in Martinica e nel nuovo ospedale di Skopje.

Condotte presenta ben 400 milioni di crediti maturati nei confronti della pubblica amministrazione. Uno dei clienti più esposti è Eur spa, la controllata dal ministero delle Finanze (90%) e partecipata al 10% dal Comune di Roma: in ballo ci sono almeno 212 milioni legati alla realizzazione della Nuvola di Fuksas, il nuovo centro congressi della Capitale in zona Eur.


Opa congiunta di F2i-Mediaset su Ei Towers a 57 euro per azione. La lancia 2i Towers

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EiTowersMediaset e F2i hanno annunciato ieri in tarda serata il lancio di un’opa totalitaria su Ei Towers, la società quotata allo Star che possiede le torri di trasmissione tv della stessa Mediaset, al prezzo di 57 euro per azione, con un premio del 15,6% sul prezzo di chiusura di ieri di 49,3 euro, per un valore complessivo di 1,61 miliardi di euro rispetto alla capitalizzazione di chiusura di ieri di 1,4 miliardi (scarica qui il comunicato stampa).

L’operazione sarà condotta dalla newco 2i Towers srl, a sua volta controllata al 100% da 2i Towers Holding srl, che è partecipata per il 40% da Mediaset e per il 60% da F2i TLC 1 srl, .

L’operazione verrà finanziata con una linea di credito sino a 480 milioni di euro messa a disposizione da Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit a favore di 2i Towers Holding.

Gli advisor finanziari dell’operazione per 2i Towers e F2i sono Banca Imi, Credit Suisse e Mediobanca, mentre Unicredit assiste Mediaset. Sul fronte legale Legance supporta 2i Towers e F2i,  Giliberti Triscornia e associati assiste F2i e Pedersoli assiste Mediaset. Altro advisor di F2i è Analysys Mason.

Obiettivo dichiarato dell’operazione è rafforzare le prospettive industriali e reddituali di  EiTowers, anche passando da “una progressiva separazione e distinzione proprietaria tra società che detengono asset infrastrutturali di telecomunicazioni e società erogatrici di contenuti televisivi e/o di servizi telefonici, dinamica già da tempo avviata positivamente a livello internazionale”.

Ei Towers ha chiuso il primo trimestre 2018 con 67,4 milioni di euro di ricavi, dopo 262,9 milioni in tutto il 2017, con un ebitda rettificato di  35,1 milioni nel trimestre e di 133,6 milioni nell’intero 2017 e con un debito finanziario netto di  311,1 milioni a fine marzo da 317,7 milioni a fine dicembre 2017.

Il gruppo opera nel settore delle infrastrutture di rete e servizi integrati per le comunicazioni elettroniche ed è specializzata nei servizi di trasmissione per gli operatori del settore televisivo. La società gestisce circa 3.300 torri, di cui 2.300 broadcasting e oltre mille dedicate alle telefonia mobile.

La società svolge per alcuni clienti anche una attività a maggior contenuto tecnologico consistente nella pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture di reti televisive di broadcasting, gestendone in modalità full service anche le piattaforme. EI Towers fornisce anche il servizio di gestione del traffico di contribuzione, avvalendosi delle proprie infrastrutture di reti satellitari e in fibra ottica; la società dispone, infatti, di una dorsale in fibra ottica che si sviluppa su un percorso di oltre 6.000 chilometri e di una infrastruttura satellitare basata su due piattaforme.

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Allcargo Logistics in fundraising per una piattaforma di logistica. Frasers Property investe in Vietnam.

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Allcargo LogisticsAllcargo Logistics Ltd, fornitore di servizi logistici, sta cercando di creare una piattaforma di stoccaggio / logistica e sta negoziando con gli investitori per raccogliere 10 miliardi di rupie, questo stando a due fonti vicine alla problematica. Allcargo fornisce servizi per esportatori e importatori, logistica e-commerce, logistica contrattuale per aziende e spedizioni costiere. Si veda dealstreetasia. “Allcargo sta pianificando una grande incursione nei parchi logistici e nello spazio di magazzino e sono in trattative avanzate con un investitore strategico globale per una partecipazione.  Le discussioni sono in una fase avanzata e la transazione dovrebbe essere chiusa nei prossimi due o tre mesi”, ha detto una persona consapevole dello sviluppo, chiedendo l’anonimato perché non è autorizzato a parlare con i media. Allcargo ha nominato la banca d’investimento Avendus Capital per averla come advisor nella raccolta fondi, ha aggiunto. Le e-mail inviate ad Adarsh ​​Hegde, managing director di Allcargo Logistics non hanno ottenuto risposta. Un portavoce di Avendus Capital ha rifiutato di commentare lo sviluppo. Per il trimestre conclusosi il 31 marzo, Allcargo Logistics ha registrato un fatturato consolidato di 15 miliardi di rupie circa contro i 13 miliardi dell’anno precedente. La società ha registrato un profitto di 110 milioni di rupie nel trimestre, in calo rispetto a un profitto di 570 milioni di rupie nello stesso periodo dello scorso anno. Mint ha riferito che Proprium Capital Partners, un gestore patrimoniale indipendente costituito da ex dipendenti del ramo di private equity di Morgan Stanley, sta investendo circa 100 milioni di dollari nella Musaddilal Projects Ltd di Hyderabad per costruire una piattaforma logistica / magazzino. Ad agosto, LOGOS Group e Assetz Property Group, con sede rispettivamente a Sydney e Singapore, hanno collaborato alla creazione di una piattaforma logistica e di deposito che avrebbe investito per costruire e gestire logistica e parchi industriali specializzati in India. LOGOS è uno specialista di logistica integrata, con operazioni in Australia, Cina, Sud-Est asiatico. Assetz Property Group ha avuto una società immobiliare completamente operativa qui. A ottobre, LOGOS India ha raccolto 400 milioni di dollari in capitale azionario da Ivanhoé Cambridge, una sussidiaria immobiliare di Caisse de Dépôt et Placement du Québec (CDPQ), il secondo fondo pensione canadese e il QuadReal Property Group con sede a Vancouver. Nel maggio 2017, IndoSpace e il fondo pensione canadese CPPIB hanno creato una joint venture, IndoSpace Core, per acquisire e sviluppare moderne strutture logistiche in India.
Frasers PropertyFrasers Property, quotata a Singapore, ha annunciato che acquisterà il 75 per cento delle azioni di Phu An Dien Real Estate Joint Stock Company (PAD) con base a Ho Chi Minh City, per 799 miliardi di dong vietnamiti (34,3 milioni di $), in base a un’informativa sulla Borsa di Singapore. Si veda dealstreetasia. La società immobiliare con sede a Singapore, attraverso la sua controllata Frasers Property Investments (Vietnam), firmerà un accordo di acquisto di azioni condizionali con Tran Thai Lands Company Limited per l’acquisizione di 45 milioni di azioni o del 75% delle azioni PAD. Il prezzo per PAD è stato raggiunto su base contrattuale, basato sul valore patrimoniale netto stimato di PAD al completamento dell’operazione, così è stato annunciato da Frasers Property. PAD intraprenderà lo sviluppo di un progetto residenziale-commerciale in Vietnam. Il progetto sarà su un lotto di sviluppo a destinazione mista nel quartiere di Linh Trung, nel distretto di Thu Duc, a Ho Chi Minh City. Frasers Property Vietnam ha fatto la sua incursione nel paese nel 1999 con lo sviluppo di un edificio di 22 piani al dettaglio / uffici di Me Linh Point Tower nel Distretto 1, il distretto centrale degli affari di Ho Chi Minh City. La proprietà Frasers quotata SGX ha attivamente raccolto risorse all’estero. A febbraio, ha annunciato che acquisterà un portafoglio immobiliare di 22 beni, di proprietà e gestiti da Alpha Industrial Holding, in Lussemburgo. L’accordo riguardava anche l’acquisizione del business del progetto e del risparmio gestito di Alpha Industrial attraverso l’acquisto dell’intero capitale azionario emesso da Alpha Industrial GmbH & Co a Colonia, in Germania. Il mercato immobiliare vietnamita ha attratto capitali esteri per 5,54 miliardi di dollari, pari al 27,3 per cento degli investimenti diretti esteri totali versati nel paese nella prima metà dell’anno, secondo le ultime statistiche pubblicate dall’Agenzia per gli investimenti esteri. Come molti altri mercati emergenti, l’attività di fusione e acquisizione (M & A) nel settore immobiliare in Vietnam è stata attiva. Nel primo trimestre di quest’anno, il settore immobiliare vietnamita ha visto M & A raggiungere un totale di 200 milioni di dollari, secondo le stime JLL.

 



Firenze cuore del Mediterraneo

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flower piazzale michelangelo

invito bookflowerOggi martedì 17 luglio alle 19 ospiti a Flower al Piazzale Michelangelo Ilaria Guidantoni, scrittrice e giornalista che da anni si occupa di Mediterraneo, e Izzedin Elzir, capo della comunità islamica di Firenze.

Due voci che si incontrano, voci che si muovono tra le due sponde del Mediterraneo, e raccontano Firenze con due sguardi di appartenenza e di alterità.

Ilaria Guidantoni, autrice fiorentina che da anni vive sulle sponde meridionali del Mediterraneo, in quell’area conosciuta anche come Maghreb, e Izzedin Elzir, originario di Hebron, in Cisgiordania, che da anni ormai è una delle figure più autorevoli per la comunità islamica fiorentina. Un incontro e uno scambio dunque, tra due volti che racchiudono popoli, regioni e recano con sé la grande ricchezza del dialogo.

L’incontro partirà dal libro di Ilaria Guidantoni, Viaggio di ritorno. Firenze si racconta, edito da Oltre Edizioni, in una rassegna – Book Flower a cura dell’associazione culturale La Nottola di Minerva – che con la delicatezza della letteratura, dell’arte e della poesia, racconta di temi che possono aiutare a comprendere l’epoca contemporanea.

L’iniziativa si iscrive nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2018 promossa dal Comune di Firenze.

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L’arte e amore del bello intesi come inno alla libertà, alla creatività e all’armonia possono davvero salvare il mondo e promuovere l’amicizia tra i popoli oltre le barriere linguistiche e culturali. In particolare è nota l’amicizia tra la Cina e Firenzenei secoli. Due stili e due culture tanto diverse ma ugualmente autentiche che scopriremo nelle feste rinascimentali fiorentine. (Ilaria Guidantoni).

 

 


Nestlé cede le caramelle in Oceania. Ele.me cerca 2 miliardi di dollari. CVC Capital Partners aiuta Messer a crescere in America.

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Quadrant Private Equity

Quadrant Private EquityNestlé ha raggiunto un accordo per la cessione dei suoi marchi di caramelle fabbricati in Nuova Zelanda all’australiano Quadrant Private Equity, con sede a Sydney, per un importo non divulgato in seguito alla revisione da parte del gigante alimentare globale della sua attività dolciaria in Australia e Nuova Zelanda. Si veda dealstreetasia. In una dichiarazione pubblicata sul suo sito web, Nestlé New Zealand ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per vendere a Quadrant i marchi di dolciumi neozelandesi Mackintosh’s, Heards, Black Knight e Fabulicious Red Licorice. La società venderà anche altri marchi come Life Savers e Oddfellows a Quadrant, che intende continuare a produrre questi marchi locali in Nuova Zelanda. L’accordo con la Nuova Zelanda arriva sei mesi dopo che Nestle ha accettato di vendere la sua attività dolciaria statunitense alla Ferrero italiana a gennaio per 2,8 miliardi di dollari. “In seguito a una revisione delle attività di pasticceria di Nestlé in Australia e Nuova Zelanda, Nestlé sta cercando di concentrarsi sui suoi principali marchi di cioccolato, prodotti da forno in Nuova Zelanda”, ha affermato la società. Si concentrerà anche sui prodotti culinari della sua fabbrica Wiri, tra cui zuppe Maggi, mix di ricette e una vasta gamma di prodotti per il servizio di ristorazione professionale utilizzati sia in Nuova Zelanda che esportati a livello globale. Come risultato della vendita, Nestlé ha dichiarato che fino a 55 ruoli saranno licenziati da una forza lavoro di oltre 270 persone. Nestle spera di raggiungere questa riduzione attraverso licenziamenti volontari in prima istanza e a tutto il personale interessato verrà offerto un generoso pacchetto di uscita e accesso ai servizi di outplacement. Per Quadrant di Sydney, la mossa arriva a meno di un anno dall’acquisizione di Darrell Lea (società con 91 anni di storia dalla famiglia Quinn per circa 160 milioni di dollari).

Alibaba-Group-Holding-Ele.me, la piattaforma di distribuzione alimentare acquisita da Alibaba Group Holding Ltd., è alla ricerca di 2 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti per aiutare nella sua lotta contro Meituan Dianping, hanno detto persone che hanno familiarità con la questione. Si veda dealstreetasia. La società cinese sta cercando fondi da potenziali investitori come le società di venture capital per espandere un’attività che sta bruciando enormi quantità di denaro, secondo le persone, che hanno chiesto di non essere nominate perché la questione è privata. Sebbene non sia chiaro quanto grande sia la quota disponibile in Ele.me, che è stata valutata in 9,5 miliardi di dollari nell’acquisizione di aprile di Alibaba, gli investitori otterrebbero un pezzo di una società candidata a una futura offerta pubblica iniziale, hanno aggiunto le persone. Ele.me e Meituan stanno subendo enormi perdite in quanto offrono forti sconti sugli ordini di cibo per attirare gli utenti in un’aspra lotta per la quota di mercato. Mentre ciò abbassa i prezzi per i clienti, entrambe le società devono mantenere i pagamenti agli eserciti di conducenti su motocicli che effettuano le loro consegne. Il mercato dei servizi on-demand in Cina è in aumento mentre le persone si rivolgono sempre più ai loro smartphone per ordinare pasti, pianificare trattamenti di bellezza e assumere collaboratori domestici. È anche strategicamente importante per Alibaba e Tencent Holdings Ltd., uno dei principali sostenitori di Meituan, come mezzo per promuovere i rispettivi servizi di pagamento. Alibaba ha rifiutato di commentare a nome di Ele.me. Mentre Alibaba ha acquistato il resto di Ele.me quest’anno, il fondatore Zhang Xuhao rimane presidente della compagnia e la gestisce in modo un po’ indipendente. Meituan stesso sta marciando verso un’offerta pubblica iniziale che è stata valutata come un valore per l’azienda a 60 miliardi di dollari.

cvcLo specialista dei gas industriali Messer e CVC Capital Partners Fund VII (“CVC”) hanno concluso oggi un accordo con Linde AG per acquisire la maggior parte del business di gas di Linde in Nord America e alcune attività commerciali in Sud America. Questo il comunicato ufficiale. Con circa 5.100 dipendenti, le società del Nord e del Sud America acquisite hanno generato un fatturato di 1,7 miliardi di USD (1,4 miliardi di EUR) e un EBITDA di poco superiore a 360 milioni di USD (305 milioni di EUR). Il prezzo di acquisto di 3,3 miliardi di dollari (2,8 miliardi di euro) sarà soggetto ad abituali adeguamenti in chiusura. La transazione è subordinata al completamento della prevista fusione delle due società di gas industriali, Praxair e Linde, e l’approvazione da parte delle autorità competenti antitrust. La joint venture tra Messer e CVC Fund VII si chiamerà MG Industries e opererà sotto il marchio Messer. Come parte della transazione, Messer, il più grande specialista al mondo gestito privatamente per i gas industriali, contribuirà con le sue società operative dell’Europa occidentale in MG Industries. Queste operazioni in Spagna, Portogallo, Svizzera, Francia, Benelux, Danimarca e Germania occupano 780 persone e hanno generato un fatturato 2017 di 334 milioni di euro. Con 5.675 dipendenti in tutto il mondo, Messer ha realizzato ricavi per il 2017 superiori a 1,2 miliardi di euro. “Nel creare questa partnership strategica, stiamo cogliendo un’opportunità unica per tornare ai mercati del Nord e del Sud America e creare un attore globale nel settore dei gas industriali”, ha affermato Stefan Messer, proprietario e CEO del Gruppo Messer, con sede a Bad Soden, Germania. Nel corso della sua ristrutturazione nel 2004, il Gruppo Messer ha ceduto le sue partecipazioni nordamericane alla francese Air Liquide SA. “Grazie alla nostra esperienza nel settore e al forte know-how ingegneristico e applicativo, nonché alla competenza operativa e alla rete globale fornita da CVC, continueremo a far crescere le attività acquisite insieme ai suoi dipendenti altamente esperti e motivati.” Alexander Dibelius, Managing Partner e Head of DACH di CVC ha aggiunto: “Questa è un’entusiasmante opportunità per creare un nuovo attore globale nel settore dei gas industriali attraenti. Siamo lieti di collaborare con Messer e la famiglia Messer con cui abbiamo un lungo una relazione affidabile di lunga data, le cui competenze ingegneristiche e il know-how applicativo saranno, tra l’altro, aspetti critici nell’ulteriore crescita delle aziende acquisite in futuro. “


Antiriciclaggio, la nuova direttiva Ue assoggetta anche le piattaforme di exchange di criptovalute

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Schermata 2018-07-18 alle 05.20.43

Schermata 2018-07-18 alle 05.20.43La Quinta Direttiva Antiriciclaggio dell’Unione Europea, entrata in vigore lo scorso 9 luglio (ma che gli stati membri dovranno recepire nelle rispettive normative nazionali entro il 10 gennaio 2020), oltre a combattere in maniera più efficace riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, darà vita anche a una nuova struttura giuridica che permetterà alle autorità finanziarie di regolamentare le criptovalute. Lo sottolinea Crowdfundingbuzz, evidenziando che un passaggio del comunicato stampa diffuso dalla Commissione Ue precisa che le nuove regole imporranno requisiti di trasparenza più severi per i “pagamenti anonimi tramite carte prepagate, comprese le piattaforme di scambio di valute virtuali” cioé le piattaforme di exchange di criptovalute e quindi in ultima analisi va a riguardare anche i soggetti che lanciano le ICOs.

In un factsheet specifico, la Commissione spiega che la nuova direttiva estenderà le regole antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo ai soggetti che forniscono servizi che consistono nel detenere, conservare e trasferire criptovalute, ai soggetti che forniscono simili a quelli forniti dai revisori, commercialisti e consulenti fiscali che sono già soggetti alla Quarta direttiva antiriciclaggio e appunto ai soggetti che trattano opere d’arte. Tutti questi attori dovranno identificare i loro clienti e segnalare eventuali attività sospette alle unità di informazione finanziaria (sul tema si veda anche il video del Caffé di BeBeez dell’ottobre 2017).

Nella premessa alla Direttiva si legge che “i prestatori di servizi la cui attività consiste nella fornitura di servizi di cambio tra valute virtuali e valute aventi corso legale (vale a dire le monete e le banconote considerate a corso legale e la moneta elettronica di un paese, accettate quale mezzo di scambio nel paese emittente) e i prestatori di servizi di portafoglio digitale non sono soggetti all’obbligo dell’Unione di individuare le attività sospette. Pertanto, i gruppi terroristici possono essere in grado di trasferire denaro verso il sistema finanziario dell’Unione o all’interno delle reti delle valute virtuali dissimulando i trasferimenti o beneficiando di un certo livello di anonimato su queste piattaforme.

È pertanto di fondamentale importanza ampliare l’ambito di applicazione della direttiva (UE) 2015/849 in modo da includere i prestatori di servizi la cui attività consiste nella fornitura di servizi di cambio tra valute virtuali e valute legali e i prestatori di servizi di portafoglio digitale. Ai fini dell’antiriciclaggio e del contrasto del finanziamento del terrorismo (AML/CFT), le autorità competenti dovrebbero essere in grado di monitorare, attraverso i soggetti obbligati, l’uso delle valute virtuali. Tale monitoraggio consentirebbe un approccio equilibrato e proporzionale, salvaguardando i progressi tecnici e l’elevato livello di trasparenza raggiunto in materia di finanziamenti alternativi e imprenditorialità sociale”.

La Direttiva prosegue aggiungendo che “l’anonimato delle valute virtuali ne consente il potenziale uso improprio per scopi criminali. L’inclusione dei prestatori di servizi la cui attività consiste nella fornitura di servizi di cambio tra valute virtuali e valute reali e dei prestatori di servizi di portafoglio digitale non risolve completamente il problema dell’anonimato delle operazioni in valuta virtuale: infatti, poiché gli utenti possono effettuare operazioni anche senza ricorrere a tali prestatori, gran parte dell’ambiente delle valute virtuali rimarrà caratterizzato dall’anonimato.

Per contrastare i rischi legati all’anonimato, le unità nazionali di informazione finanziaria (FIU) dovrebbero poter ottenere informazioni che consentano loro di associare gli indirizzi della valuta virtuale all’identità del proprietario di tale valuta. Occorre inoltre esaminare ulteriormente la possibilità di consentire agli utenti di presentare, su base volontaria, un’autodichiarazione alle autorità designate” .


Northlane Capital Partners entra in Firma Clinical Research. LeapFrog investe in ARM Pension Managers.

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Northlane Capital Partners

Northlane Capital PartnersNorthlane Capital Partners (“NCP”) ha annunciato oggi di aver effettuato un investimento in Firma Clinical Research (“Firma”), un’organizzazione di ricerca di contratto di nicchia che fornisce servizi all’industria biofarmaceutica. Si veda Si veda businesswire. NCP ha investito insieme al team di gestione esistente di Firma e al veterano del settore sanitario Michael Woods, che si è unito a Firma come CEO a breve distanza. In precedenza, Woods era il CEO della società del portafoglio di NCP Schulman IRB, un fornitore di servizi di revisione istituzionale e servizi di conformità alla ricerca nei mercati di studi clinici e di ricerca medica. Mr. Woods ha guidato Schulman IRB attraverso la sua fusione con Chesapeake IRB per formare una nuova entità chiamata Advarra nel novembre 2017. Con sedi a Chicago, e Hunt Valley, Firma fornisce servizi di supporto alle aziende biofarmaceutiche e di dispositivi medici come parte del processo di sviluppo di farmaci e prodotti, in particolare nelle aree di visita paziente remota e gestione dei dati / servizi biostatistici. “Il nostro investimento in Firma dimostra uno scenario ideale per NCP – identificando una nicchia in crescita nel settore dei servizi farmaceutici, investendo in un’azienda con una forte proposta di valore e posizione di mercato leader, e collaborando con un dirigente operativo esperto della nostra rete”, ha detto Justin DuFour, Partner presso NCP. Michael Woods ha aggiunto: “Sono entusiasta di collaborare nuovamente con NCP e di unirmi al team Firma. Sono rimasto impressionato dalle prestazioni dell’azienda, dalla reputazione per la qualità e dal track record di innovazione rispetto alle offerte di servizi incentrate sul paziente. Il team Firma e io non vediamo l’ora di eseguire il piano strategico dell’azienda e sfruttare le opportunità per una crescita futura.” Scott Kauffman, Principal presso NCP, ha aggiunto: “Questa transazione fornirà a Firma ulteriori risorse per migliorare ulteriormente la sua offerta di servizi globali e le sue capacità tecnologiche ai clienti esistenti e ai partecipanti alle sperimentazioni cliniche e per espandere ulteriormente la base di clienti dell’azienda”.

LeapFrogLeapFrog, i cui sostenitori hanno incluso il miliardario George Soros, ha interessi nelle attività di assistenza sanitaria e nei servizi finanziari in 149 mercati asiatici e africani. Si veda bloomberg. Il mese scorso, l’azienda ha investito in uno dei maggiori gestori di fondi pensione della Nigeria, ARM Pension Managers Ltd. La società di private equity, che opera a Johannesburg, Singapore e nel Regno Unito, rivendica la sua strategia di “profitto con uno scopo” sul proprio sito web. Ha detto che le sue aziende raggiungono 130 milioni di persone, la maggior parte dei quali consumatori a basso reddito che accedono spesso a assicurazioni, risparmi, pensioni, credito e assistenza sanitaria per la prima volta. LeapFrog ha dichiarato nella sua dichiarazione che sfrutterà la sua esperienza nel campo dell’assistenza sanitaria e dei mercati emergenti per supportare i piani di crescita di Ascent Meditech e rafforzare il marchio Flamingo. Rajiv Mistry, che ha fondato Ascent Meditech nel 1991 e ne è stato il proprietario di maggioranza, resterà come amministratore delegato della compagnia con sede a Mumbai, secondo la dichiarazione. “Siamo lieti di collaborare con LeapFrog Investments, che condivide la nostra visione di aprire l’accesso a prodotti di qualità e a prezzi accessibili per la cura della salute e di continuare a far crescere questo marchio leader e di fiducia”, ha affermato Mistry nella dichiarazione. “Ascent Meditech trarrà grandi benefici dall’ampia rete di LeapFrog, poiché l’azienda entrerà nella sua prossima fase di crescita.”

 

 


Crowdinvesting a quota 249 mln in Italia. Lo dice l’Osservatorio del Politecnico di Milano

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 Schermata 2018-07-18 alle 05.40.05Ha superato i 249 milioni di euro la raccolta di capitali  da parte delle imprese italiane e di prestiti da parte di privati e imprese dal 2014 a oggi, cioé da quando sono sbarcate sul mercato le prime piattaforme dedicate a equity crowdfunding, P2P lending e real estate crowdfunding o lending. E la crescita è esponenziale, se si pensa che soltanto nell’ultimo anno la raccolta è stata di oltre 153 milioni e che soltanto nei primi mesi del 2018 è stata di 109 milioni, quindi superiore ai 95 milioni di tutto il 2017

Lo si legge nel 3° Report italiano sul Crowdinvesting, realizzato dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano diretto da Giancarlo Giudici, presentato ieri  a Milano.

Anche in Italia si rileva il medesimo trend evidente in Europa, con le attività di lending che sono di gran lunga preponderanti nelle statistiche. L’ultimo report dell’Università di Cambridge sulla finanza alternativa, pubblicato lo scorso gennaio e relativo però agli ultimi dati aggregati disponibili, che sono quelli del 2016, indica infatti che in quell’anno in Europa continentale il primo settore è stato quello del finanziamento ai privati (697 milioni da 366 milioni nel 2015), seguito dal finanziamento alle imprese (350 milioni da 212 milioni), dall’invoice financing (252 milioni da 81 milioni) e infine dall’equity crowdfunding (219 milioni da 159 milioni). Quanto al real estate crowdfunding (109 milioni da 27 milioni), arriva nelle statistiche europee dopo il reward crowdfunding (191 milioni da 139 milioni).

Tornando all’Italia, al 30 giugno 2018, la raccolte delle piattaforme di equity crowdfunding aveva raggiunto complessivamente un valore di 33,3 milioni di euro, di cui ben 20,9 milioni solo nell’ultimo anno, oltre il triplo rispetto a quello scorso. Mentre il lending crowdfunding ha raccolto 216,9 milioni di euro complessivi, di cui 132,3 milioni solo nell’ultimo anno, cioé più del doppio di quello passato. Nel 2017 in Italia è partito anche il real estate crowdfunding, ancora agli inizi con 2,6 milioni di euro di progetti equity e 3 milioni milioni di prestiti.

Nonostante questa accelerazione, in ambito europeo l’Italia rimane ancora indietro rispetto ai volumi di Francia e Germania e soprattutto del Regno Unito, dove solo nel 2016 il crowdinvesting ha raccolto quasi 4 miliardi di sterline. Sempre i dati dell’Università di Cambridge mostrano che tutte le piattaforme web dedicate a tutte le forme di crowdinvesting e crowdfunding (comprese quindi quelle di reward e donation) nel 2016 avevano erogato in Europa un totale di 7,67 miliardi di euro contro i 5,43 miliardi del 2015, ma che in quella statistica il Regno Unito pesava per il 73%, con ben 5,6 miliardi di euro erogati dai 4,4 miliardi del 2015.

L’Italia valeva soltanto 127,6 milioni, di cui 40 milioni relativi al lending alle imprese, 33,6 milioni all’invoice financing e 25,3 milioni dal lending ai privati, mentre il dato relativo all’equity crowdfunding registrato da Cambridge non è da considerarsi valido, visto che lo stesso report dice che una delle maggiori piattaforme italiane non ha fornito i dati. Secondo il database di Crowdfundingbuzz, invece, nel 2016 la raccolta delle piattaforme italiane era stata di 4,36 milioni di euro, passata poi a 11,79 milioni nel 2017 e a 19,16 milioni da inizio anno sino a metà luglio 2018

crowdfundingbuzz

Più nel dettaglio, l’Osservatorio del Politecnico ha censito 231 campagne di raccolta, di cui 122 negli ultimi 12 mesi, organizzate da 214 imprese con un tasso di successo in miglioramento pari al 67%. Le piattaforme più attive rispetto al numero di campagne proposte sono state Crowdfundme, Mamacrowd e Opstart. Quelle che hanno finalizzato e raccolto più capitale finora sono Mamacrowd (9,3 milioni di euro), Crowdfundme (6,8 milioni di euro) e Starsup (con 3,5 milioni di euro). Il valore medio del target di raccolta per ogni emittente è di 218.368 euro, mediamente viene offerto in cambio il 13,5% del capitale. Fra le imprese emittenti continuano a prevalere le startup innovative, l’84,6% del totale, ma aumenta l’incidenza delle pmi innovative (8,4%) e compaiono per il primo anno le pmi (5,1%), con anche 4 veicoli di investimento. La grande maggioranza opera in Lombardia (seguono Lazio e Piemonte) e nel settore dell’ICT. Gli obiettivi principali per la raccolta di capitale sono investimenti nel marketing / brand (nel 59% dei casi) e nello sviluppo della piattaforma tecnologica (37%).

In media ogni campagna riceve il sostegno di 65,9 investitori. L’investitore tipico è maschio, vive in Lombardia e ha da 36 a 49 anni. Spesso è un ‘affezionato’, che ha scelto di investire in più operazioni. L’Osservatorio ha censito 5.685 sottoscrizioni (nel 35% dei casi inferiori a 499 euro, nel 51% comprese fra 500 e 5.000 euro) effettuate da 3.250 persone fisiche e 279 persone giuridiche. È ancora scarsa la partecipazione di investitori istituzionali di emanazione bancaria, incubatori certificati e fondazioni. Finora, nessuna delle società finanziate ha realizzato una exit, né ci sono stati default e write-off.

In compenso, diverse emittenti hanno realizzato più round di raccolta, a multipli crescenti, con conseguente rivalutazione degli investimenti realizzati nei primi round. Su questa base, l’Italian Equity Crowdfunding Index ideato dall’Osservatorio calcola un apprezzamento complessivo del valore di portafoglio pari al 16,59% alla data del 30 giugno 2018.

KKR e Round Hill insieme nei paesi bassi. ESR supportato da Warren Pincus investe in India.

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kkrKKR e Round Hill Capital hanno acquisito, attraverso una nuova joint venture, un sito di 3,1 ettari per sviluppare un significativo programma abitativo nei Paesi Bassi. Si veda propertyfundsworld. Gli investitori hanno investito nel progetto insieme a Stadium Capital Partners e lo sviluppo fornirà l’alloggio necessario agli studenti e ai giovani professionisti. Questa è la prima operazione di housing immobiliare di KKR e Round Hill nei Paesi Bassi, un paese che mostra fondamentali di investimento positivi, dinamiche di domanda / offerta abitative favorevoli e una solida performance economica. Round Hill sta attualmente finanziando una pipeline di oltre 7.000 posti letto per studenti in tutto il Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Il Gruppo mira a garantire 20.000 posti letto per studenti in questi mercati entro il 2020. La fatiscente struttura ospedaliera di Oudenrijn, che fa parte del sito, sarà trasformata e, insieme a un nuovo edificio di 23 piani che sarà costruito, fornirà 577 posti letto per alloggi per studenti (PBSA) appositamente costruiti. Inoltre, sul sito saranno costruiti 173 appartamenti residenziali destinati a giovani professionisti. I progetti prevedono anche servizi dedicati e aree comuni per gli studenti, oltre a ospitare spazi commerciali per tutti i residenti. Al termine della costruzione, la PBSA sarà gestita da The Nido Collection, piattaforma operativa e marchio consolidata di Round Hill per la sistemazione degli studenti in Europa. Il sito, situato tra la stazione centrale di Utrecht e il quartiere degli affari della città, si trova a 10 minuti in bicicletta dal centro della città e sarà collegato direttamente all’Università di Utrecht tramite una nuova fermata del tram vicino all’edificio che aprirà nel 2019. Utrecht ha una forte e crescente domanda di alloggi residenziali e studenteschi di buona qualità, ben ubicati, uniti a persistenti vincoli strutturali di offerta, e questo schema contribuirà a soddisfare questo crescente bisogno di alloggi. Utrecht è la quarta città più popolosa dei Paesi Bassi ed è la seconda città studentesca dei Paesi Bassi, con una popolazione di circa 60.000 studenti e in crescita. Il progetto è stato acquisito da Ontwikkelings Combinatie Oudenrijn, una joint venture di sviluppo tra Van Beek & Partners Vastgoedbeleggingen, Veluwezoom Verkerk Vastgoedontwikkeling e DSO Deelnemingen e con lo sviluppatore delegato ICOON Vastgoed. Il progetto sarà realizzato da Wessels Rijssen e Veluwezoom Verkerk Bouw, entrambe società di Volker Wessels, uno dei maggiori contraenti dei Paesi Bassi. KKR e Round Hill hanno ottenuto finanziamenti per il progetto con ING Bank NV. L’investimento di KKR è stato effettuato tramite il fondo Real Estate European Partners.
ESRLo sviluppatore logistico facente capo a Warren Pincus e-Shang Redwood (ESR) è vicino alla firma di due accordi fondiari per due miliardi di rupie a Mumbai e Pune per dare il via al suo business in India, due persone a conoscenza della questione. Si veda dealstreetasia. La ESR sta conducendo la due diligence finale per acquistare quasi 100 acri a Bhiwandi, a 36 km da Mumbai, dalla società di costruzioni Supreme Infrastructure Ltd, la prima persona a condizione di anonimato, aggiungendo che il valore dell’operazione è stimato in 1,3 miliardi di rupie. Secondo la seconda persona, che ha anche parlato a condizione di anonimato, ESR è vicina a firmare un accordo per 60 acri a Pune per un crore stimato di 900 milioni di rupie. Abhijit Malkani, co-chief executive officer di Warren Pincus Advisors India, ha confermato entrambe le offerte, ma ha rifiutato di fornire i dettagli della transazione. “Siamo in procinto di finalizzare un fondo a Bhiwandi. Siamo nella fase finale della due diligence. Prevediamo di chiuderlo entro i prossimi 60 giorni”, ha detto Malkani, aggiungendo che l’azienda prevede di costruire un” moderno parco logistico” nei prossimi sei mesi. La compagnia si sta anche attrezzando per avviare le operazioni a Pune e Kolkata. “Siamo alle fasi finali dell’acquisizione di terreni a Pune. Stiamo anche cercando di lanciare a Kolkata. Dovremmo lanciarli nei prossimi tre mesi “, ha detto Malkani. Con sede a Hong Kong e Singapore, ESR ha esplorato le opportunità per rientrare nel mercato indiano dopo aver lasciato il paese in seguito alla crisi finanziaria globale. Globalmente, possiede e gestisce oltre 7,3 milioni di metri quadrati di attività in Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud. L’anno scorso, Charles de Portes, co-fondatore e presidente di ESR, aveva dichiarato che l’azienda avrebbe investito oltre 100 milioni di dollari in India ogni anno come parte del suo piano per avviare la sua attività in India. Tra il 2006 e il 2009, Redwood Group (prima della sua fusione con e-Shang) si era assicurato terreni e avviato discussioni per la costituzione di joint venture (JV) in India, ma nessuno dei progetti è decollato. L’anno scorso, ha deciso di tornare con nuovi piani di investimento. In un’intervista rilasciata a Mint lo scorso anno, Portes ha dichiarato che ESR prevede di costruire parchi logistici e magazzini di circa 100.000 metri quadrati all’anno a Mumbai, Bangalore, Chennai e Pune o tramite JV con partner locali o da soli.

 


Reza Abdoh al Moma.

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Reza AbdohSebbene avesse solo 32 anni al momento della sua morte, il segno del regista teatrale iraniano-americano Reza Abdoh (1963-95) sul mondo del teatro era inconfondibile. Implacabilmente inventivo, spinse i suoi attori – e il pubblico – ai loro limiti in mezzo a scenografie ambiziose, insolite e disorientanti. Il linguaggio estetico di Abdoh preso in prestito da fiabe, BDSM, talk show, rave, video arte e la storia del teatro d’avanguardia. Questa mostra, la prima retrospettiva su larga scala del lavoro di Abdoh, si veda Moma, metterà in risalto le diverse opere video che Abdoh ha prodotto per le sue performance e un’installazione basata sulla sua produzione del Bogeyman del 1991 . La mostra include anche materiali contestuali che riflettono le scene del club a Los Angeles e New York, le guerre culturali dell’era Reagan e la crisi dell’AIDS. Abdoh è morto di AIDS nel 1995.

Co-organizzato da Klaus Biesenbach, regista, MoMA PS1 e Chief Curator at Large, The Museum of Modern Art; e Negar Azimi, Tiffany Malakooti e Babak Radboy per Bidoun. La mostra è co-prodotta con il KW Institute for Contemporary Art di Berlino, dove sarà presentata dal 2 al 29 aprile 2019 e organizzata in collaborazione con Krist Gruijthuijsen, regista.

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Abdoh è nato a Teheran nel 1963. Nel Reza Abdoh, accademico Daniel Mufson dice che Abdoh spesso “impreziosito” i suoi successi tra il 1972 e il 1983. Ad esempio, egli può o non può aver partecipato alla Robert Wilson giocare Ka Montagna in Iran. Mufson afferma che, secondo i registri dell’Università della California meridionale, Abdoh ha studiato per un semestre nel 1979. [1]

Nel 1983 ha iniziato a dirigere spettacoli teatrali, adattando spesso classici come King Lear , King Oedipus e Medea nei teatri di Los Angeles.

Nel 1990, Abdoh ha diretto Padre Was a Peculiar Man, una performance multimediale prodotta da En Garde Arts con più di 50 artisti che si sono svolti in quattro isolati del Meatpacking District di New York . In quell’anno ha anche scritto e diretto The Hip-Hop Waltz of Eurydice , allestito al Los Angeles Theatre Center. Abdoh l’ha definita una “reazione istintiva alla repressione sistematica e all’erosione della libertà” in un’intervista a Thomas Leabhart pubblicata su Mime Journal . Il suo lavoro ha spesso affrontato questioni come la razza, la classe e la crisi dell’AIDS.

Abdoh ha lavorato a diverse produzioni con l’ ensemble teatrale Dar a Luz di New York e Los Angeles , che ha fondato nel 1991. Le produzioni con la compagnia comprendono The Law of Remains (1992), Tight Right White (1993) e Citazioni da una città in rovina (1994), co-scritto con suo fratello, Salar Abdoh . I suoi lavori successivi furono definiti “da incubo” e usarono elementi multimediali con le convenzioni del teatro del centro per “bombardare” il pubblico. Il critico del New York Times , Stephen Holden, ha definito Abdoh “un visionario teatrale” nel suo necrologio.

Abdoh ha anche diretto il film sperimentale The Blind Owl, con il suo partner, Brenden Doyle, nel 1992, e realizzato diversi brevi video tra il 1986 e il 1991. È il soggetto del libro Reza Abdoh, edito da Daniel Mufson; le sue carte e videocassette di alcuni spettacoli sono conservate presso la New York Public Library for the Performing Arts [1] . Reza Abdoh: Theatre Visionary , un documentario su di lui e il suo lavoro, è stato completato dal regista Adam Soch nel 2016.

Abdoh è morto a causa di cause collegate all’AIDS il 12 maggio 1995.

 



Melitta Group Management si compra Cuki da Pillarstone Italy e Ariaudo

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cukiMelitta Group Management ha comprato il 100% di Cuki spa, leader di mercato in Italia nel settore del packaging alimentare con i marchi Cuki e Domopak. L’acquisto del 100% del capitale comporterà anche il rifinanziamento di tutto l’indebitamento attualmente in essere, con una recovery integrale dell’esposizione creditizia(scarica qui il comunicato stampa). A vendere sono stati Pillarstone Italy, al suo primo disinvestimento, e il ceo e azionista di maggioranza Corrado Ariaudo.

Ariaudo aveva comprato Cuki (allora Comital Saiag) nel 2010 da M&C, la società quotata a Piazza Affari aklora dedicata a operazioni di ristrutturazione industriale, fondata da Carlo De Benedetti e di cui Ariaudo era stato amministratore delegato. Nel 2015, poi, Ariaudo aveva ceduto le attività di fonderia e laminazione insieme al marchio Comital ai francesi della Lamalu (gruppo Aedi).

Pillarstone aveva acquistato la totalità dei crediti in distress di Cuki sui libri di Unicredit e Intesa Sanpaolo a fine 2015, insieme ai crediti vantati dalle stesse banche nei confronti di Burgo, Orsero, Lediberg, Manucor e Alfa Park, e li aveva poi cartolarizzati tramite il veicolo Pillarstone Italy spv srl, come evidenziato anche dall’annuncio pubblicato allora in Gazzetta Ufficiale. Quella era stata l’operazione di avvio dell’attività di Pillarstone Italy, veicolo sponsorizzato da Kkr e dedicato alla ristrutturazione e al rilancio di aziende italiane in crisi finanziaria, ma con modelli di business ancora validi (si veda altro articolo di BeBeez).


Coima Res finanzia per 70 milioni gli immobili del complesso Tocqueville e Monte Rosa a Milano

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tocquevilleCoima Res Siiq ha stipulato un nuovo accordo con Banca Imi (agente), Bnp Paribas, Ing e Unicredit per 70 milioni di euro per il finanziamento del complesso Tocqueville e dell’immobile Monte Rosa a Milano .Il nuovo finanziamento è garantito anche dai due immobil, ha una scadenza di 5 anni e paga un tasso dell’1,93% (si veda il comunicato stampa). La Siiq aveva firmato a fine maggio il preliminare per l’acquisto del complesso direzionale Tocqueville in Via Alessio di Tocqueville 13 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre aveva acquistato l’immobile Monte Rosa lo scorso ottobre.

Sempre ieri Coima Res ha annunciato di aver concordato sempre con Banca Imi (agente), Bnp Paribas, Ing e Unicredit  il prolungamento da 3 a 5 anni della scadenza della linea di credito di 149,3 milioni di euro relativa al Vodafone Village e al portafoglio di filiali di Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez).

Con queste modifiche, la scadenza media ponderata del debito di Coima Res sale da 3 a 5 anni, mentre la media ponderata del costo del debito resta sotto al 2%. La società punta a incrementare la quota del debito hedged a oltre l’80% dell’indebitamento totale dal livello attuale di circa il 74%.

Inoltre, il Fondo Porta Nuova Bonnet (di cui Coima Res detiene il 35,7%) ha recentemente stipulato con Banco Bpm un pacchetto di finanziamento per il progetto Value-add Bonnet (si veda altro articolo di BeBeez) per 95,6 milioni, di cui 56,4 milioni come rifinanziamento dell’acquisizione e relativo a linee di pre-development e 39,2 milioni come nuovo finanziamento relativo a capex e Iva. La durata del pacchetto finanziario complessivo è stata prolungata di 18 mesi (ora con scadenza a 5 anni) con un miglioramento marginale in alcuni dei meccanismi di step-down del finanziamento.

La Siiq  vanta una pipeline di possibili investimenti per un valore complessivo di circa 700 milioni di euro, di cui circa 100 milioni in esclusiva, e ha un focus di investimento sugli uffici di Milano, stando alle dichiarazioni societarie del 22 febbraio 2018, in occasione della pubblicazione dei risultati di bilancio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). La società nel 2017 ha conseguito un utile netto di 28,9 milioni di euro (dai 12,1 milioni del 2016) e affitti attivi per 34,2 milioni (da 15,5 milioni), oltre le attese il consensus Bloomberg che prevedeva 33,9 milioni.


F2i favorito nella corsa per gli impianti fotovoltaici di RTR Rete Rinnovabile

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I 134 impianti di RTR
I 134 impianti di RTR

I 134 impianti di RTR

Il fondo F2i è dato come favorito per conquistare il controllo di RTR Rete Rinnovabile, il leader europeo nella produzione di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici per potenza installata e secondo operatore italiano, con circa 334 MWp complessivi, distribuiti in 134 impianti in tutta Italia.

Secondo più fonti, lo scorso 12 luglio sono state solo due le offerte vincolanti a essere prese in considerazione dagli advisor del fondo azionista Terra Firma, Unicredit, JPMorgan e Jefferies: appunto quella di F2i , assistito dall’advisor Barclays, e quella di Sonnedix Power Holdings, operatore internazionale da oltre 700 megawatt installati e attivo in Francia, Spagna, Usa, Porto Rico, Cile, Sudafrica, Giappone e Italia e controllato da JP Morgan asset management – Global real assets. Sonnedix ha rifinanziato il suo portafoglio di impianti italiani a fine 2016 con un bond da 95 milioni quotato all’ExtraMot Pro (si veda altro articolo di BeBeez) e lo scorso aprile ha comprato da Terni Energia un portafoglio di 11 impianti fotovoltaici per complessivi 11 Mwp, portando il totale della capacità degli impianti italiani a quota 125 MWp (si veda qui il comunicato stampa), mentre lo scorso marzo aveva comprato altri 11 impianti per 9,8 MWp complessivi dal gruppo Gavio e da TEP Solar Holdings (si veda qui il comunicato stampa). Nel marzo 2017 Sonnedix aveva invece comprato da First Reserve un portafoglio di altri 5 impianti fotovoltaici per 21,6 MWp complessivi (si veda qui il comunicato stampa).

Non è chiaro se F2i sia ora nella partita da solo. Nelle prime fasi della  selezione il fondo aveva infatti lavorato in tandem con Enel, tramite la joint venture EF Solare Italia. Quest’ultima è controllata al 50% ciascuno da Enel Green Power e F2i, con 120 impianti e 393 Mw di potenza installata. A fine 2016 EF Solare Italia ha comprato Etrion spa, società a cui facevano capo le attività italiane di Etrion Corporation e che nel 2015 aveva emesso un minibond da 35 milioni, sottoscritto dal fondo Scor Infrastructure Loans (si veda altro articolo di BeBeez). Nei giorni scorsi, però, secondo alcune fonti Enel avrebbe deciso di ritirarsi dalla partita e così F2i sarebbe andato avanti da solo.

Offerte non vincolanti erano inizialmente arrivate si dice anche da A2A, Erg,  Tages Helios in tandem con il Masdar Clean Tech Fund di Abu Dhabi, Quercus Investment Partners e il fondo canadese AIMCo.

RTR è in vendita da fine 2016, ma  negli ultimi mesi finalmente il processo ha avuto finalmente un’accelerata (si veda altro articolo di BeBeez). La società ha chiuso il 2017 con 158 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 134 milioni (si veda qui il comunicato stampa), a fronte si dice di un debito finanziario netto di circa 900 milioni e a inizio asta veniva valutata attorno a 1,2-1,3 miliardi di euro. Tuttavia, si dice che il fondo puntasse a un enterprise value di almeno 1,5 miliardi e che le ultime offerte arrivate (aggiustate al rialzo su richiesta degli advisor) si siano collocate attorno a 1,6 miliardi. Terra Firma aveva investito in RTR nel 2011,  comprandola da Terna, quando la società aveva una capacità installata di 144MWp, per 755 milioni di euro, di cui equity value 641 milioni (scarica qui il comunicato stampa).


Primo closing a 80 mln euro per il fondo Idea Agro

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Schermata 2018-07-19 alle 06.42.05

Schermata 2018-07-19 alle 06.42.05Il fondo Idea Agro, lanciato nella primavera del 2017 da Dea Capital Alternative Funds sgr (si veda altro articolo di BeBeez), ha annunciato ieri il primo closing della raccolta a quota 80 milioni di euro (scarica qui il comunicato stampa).

Il veicolo è il primo fondo di private equity italiano dedicato a investimenti in aziende della filiera agricola, localizzate nel territorio italiano e che operano in modo eco-sostenibile (sul tema degli investimenti nel settore agro-alimentare, si veda anche il video del Caffé di BeBeez dello scorso aprile). Nel dettaglio, il fondo interviene selezionando alcune filiere del settore a elevato potenziale e investendo, attraverso veicoli (spv) di filiera, prevalentemente in aziende agricole produttive di media e grande dimensione (50-150 ettari).  Il fondo si avvarrà della consulenza dell’advisor Ettore Fieramosca, società con consolidata esperienza nel settore agroindustriale.

Il fondo è tuttora in fundraising e gli investitori possono sottoscrivere i loro impegni sia nella forma di capitale sia apportando aziende operanti nella filiera agricola.

“Questo fondo amplia e diversifica la gamma di prodotti già offerta agli oltre 260 investitori della sgr e va ad aggiungersi ai 10 fondi di private equity e private debt gestiti da DeA Capital Alternative Funds, che raggiunge così i 2,3 miliardi di euro in gestione con un team di 40 professionisti”, ha commentato l’amministratore delegato dell’sgr, Gianandrea Perco.

 


British Pearl, la nuova piattaforma immobiliare. KKR insieme ad altri compra il Forest Hill Hotel La Villette.

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British Pearl

British PearlLord Stanley Fink, ex-CEO e Vicepresidente del Gruppo Man, sta guidando un investimento da 7 milioni di sterline in una nuova piattaforma di investimento immobiliare del Regno Unito che è stata lanciata ieri (18 luglio). Si veda propertyfundsworld. British Pearl è la prima piattaforma di investimento immobiliare ad offrire sia gli investimenti in titoli di debito che quelli azionari in singoli affari in un’unica posizione. Ciò consente alle persone di suddividere i loro investimenti tra la proprietà frazionata delle azioni e di agire da prestatori di mutui a sé stanti. Il prodotto del debito della British Pearl consente agli investitori di “guadagnare come una banca” con il vantaggio aggiuntivo che i loro investimenti possono essere tenuti in un involucro ISA efficiente sotto il profilo fiscale. Questi prestiti sono a basso rischio e pagano un interessante tasso di interesse fisso ogni mese. Storicamente, gli investimenti in titoli di debito sono stati mantenuti da istituti di credito professionali e istituzionali che cercavano meno rischi e rendimenti garantiti. Proprio come i creditori ipotecari di High Street, gli investimenti in prestito di British Pearl sono garantiti come “prima carica”, a differenza di molti prestiti peer-to-peer. Per gli investitori, British Pearl ha notato un crescente interesse da parte degli investitori, spesso come un modo per ridurre il rischio in un portafoglio di investimenti immobiliari o per diversificare una gamma più ampia di risparmi e investimenti personali. Fondamentalmente, i prestiti immobiliari della British Pearl sono compresi tra il 50% e il 70% del prestito-valore, il che significa che offrono una solida protezione del capitale degli investitori. La piattaforma consente a chiunque di costruire un portafoglio immobiliare online e ha lanciato con tre investimenti composti da sei unità abitative, ad Acton, Portsmouth e Lancaster. Molte altre proprietà verranno aggiunte nelle settimane e nei mesi a venire e, nel tempo, la società estenderà la propria offerta in unità commerciali. L’interesse esentasse di British Pearl sui prestiti immobiliari nel Regno Unito è attualmente in corso fino al 4,4 per cento all’anno, dopo tutte le tasse. Gli investitori possono inserire fino a 20.000 GBP in un ISA in questo anno fiscale e possono facilmente trasferire fondi dagli ISA esistenti in ISA di British Pearl gratuitamente.  È importante sottolineare che sia i prodotti di investimento azionario che quelli di debito sono accessibili per un minimo di 100 sterline, mentre l’ISA di British Pearl è completamente flessibile”. Ciò significa che le persone possono spostare i loro contanti dentro e fuori senza esaurire la loro indennità annuale ISA.

kkrKKR, Silverback e Schroder Real Estate Hotels hanno acquisito il Forest Hill Hotel La Villette e il ristorante adiacente gestito sotto il marchio Hippopotamus. Si veda propertyfundsworld. Questa acquisizione è la prima eseguita da Schroder Real Estate Hotels sin dalla sua acquisizione di Algonquin Management Partners. Forest Hill è una struttura a quattro stelle con 250 camere situata a 28 Avenue Corentin Cariou, Parigi. L’area di La Villette a Parigi sta subendo una profonda trasformazione e ospiterà numerosi eventi sportivi durante le prossime Olimpiadi di Parigi nel 2024. A seguito dell’acquisizione, l’hotel beneficerà di un programma di ristrutturazione, incluso un rinnovamento e un nuovo marchio. Schroder Real Estate Hotels è il direttore designato dell’hotel. La Villette è stata acquisita da Forest Hill Group. Stéphane Obadia, responsabile degli investimenti e Rodolphe Frégé, direttore degli investimenti presso Schroder Real Estate Hotels, afferma: “La capacità e le generose aree comuni di questo hotel parigino, situato proprio alla stazione della metropolitana Porte de la Villette e di fronte alla Cité des Sciences, offre molteplici opportunità di riposizionamento su cui il nostro team sarà in grado di esprimere tutto il know-how degli Schroder Real Estate Hotels”.


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