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“The Shed”: Nuovo luogo per le performance artistiche a New York.

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“The Shed” visto dall’Highline nel febbraio 2018.  Fotografo: Ed Lederman

Nel 2014, ad Alex Poots fu chiesto di fare un colloquio per diventare il direttore di The Shed. “A molti di noi fu chiesto di partecipare alla selezione ma io continuai a pensare che non potevo propormi per qualcosa che non sapevo cosa fosse.” Si veda Bloomberg. Il consiglio di amministrazione di “The Shed” non è che avesse le idee molto più chiare. Le cose su cui c’era chiarezza erano: 1) Che la sede dell’organizzazione culturale doveva trovarsi nella zona “Hudson Yards”, nella parte dell’estremo ovest di Manhattan; 2) Che l’immobile sarebbe stato disegnato da Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con il Rockwell Group. 3) Era certo inoltre che la sede sarebbe stata massiva con otto piani e circa 200.000 piedi quadrati. “Volevano creare qualcosa che fosse diverso da qualunque altra ma la vera domanda era: Perché? New York aveva veramente bisogno di un luogo supplementare dedito alle mostre? Dal punto di vista della città la risposta era sì. Poots prese visione dell’area e realizzò che l’edificio rappresentava un’occasione unica per riempire una nicchia nella scena culturale della città. Per creare il più grande spazio per le mostre all’interno dello Shed, che sarà in grado di ospitare 1.250 persone (o contenere 3.000 posti in piedi), verrà lanciato un guscio di vetro telescopico che racchiude uno spazio di 17.000 piedi quadrati dove prima c’era una piazza. Ci sono anche 25.000 piedi quadrati di spazio senza colonne, di qualità museale. “Hai l’opportunità di fare qualcosa che nessuno ha fatto”, dice. L’ambiguità dello Shed, quindi, era la sua forza: non era un teatro, una sala da concerto o uno spazio espositivo appositamente costruito. Era tutte queste cose in una sola. Nel novembre 2014, Poots è stato assunto come primo direttore. (Il presidente del consiglio di amministrazione dello Shed è Dan Doctoroff, ex amministratore delegato di Bloomberg LP, proprietario di questa rivista, Michael Bloomberg ha promesso 75 milioni di dollari per il progetto.) Con tutto quello che stava accadendo, c’era ancora il problema di come il complesso avrebbe funzionato. Una cosa è dire che hai una sede unica per manifestazioni diverse, altra cosa è saperla far funzionare. Sono state annunciate sette manifestazioni, tra cui un’opera teatrale della scrittrice classicista Anne Carson e una collaborazione tra il pittore Gerhard Richter e i compositori Steve Reich e Arvo Pärt. Una celebrazione live della musica afroamericana sarà prodotta da Quincy Jones e dal regista britannico Steve McQueen. “Ci sono due tipi di persone cui sono interessato”, dice Poots. In primo luogo “i cercatori di impegno, che sono molto sofisticati e perspicaci”. Poi quelli “che sentono una propensione verso le arti, ma che mai penserebbe che The Shed sia qualcosa dsei loro interese”. In altre parole, un pubblico simile a quello che frequenta il Metropolitan Opera e uno simile a quello del Madison Square Garden. “Dico costantemente alla mia squadra: ‘Se vedessi quei due gruppi in un pubblico, sarei soddisfatto.” Il suo background dovrebbe fornire aiuto. Poots gestì una compagnia di eventi speciali a Londra per quasi un decennio e, all’epoca in cui fu assunto, fu contemporaneamente direttore artistico del Park Avenue Armory di New York e direttore del Manchester Int, Festival of art and performance. Nello Shed ha visto la soluzione a problemi che lo tormentavano da anni. “Quando ho presentato James Brown alla fine degli anni ’90 a Londra, il mio più grande problema era che il Barbican Center aveva posti a sedere fissi”, dice. “Tutti erano in piedi e volevano ballare, ma non potevano.” Lo Shed, al contrario, ha un piano flessibile: il lunedì sera può mettere in scena una commedia, e il martedì una folla può danzare in uno spazio vuoto. È una rara opportunità per qualsiasi direttore artistico nel mondo. Il capannone ha una dura data di apertura nella primavera 2019. La sua costruzione e i primi tre anni di programmazione costano circa 550 milioni di dollari, di cui 462 milioni sono già stati raccolti. C’è uno staff di 43 persone, che Poots prevede di raddoppiare entro la fine di quest’anno. Sono molte persone e molti soldi. Tuttavia, con una marea di altre opzioni di prestazioni di ogni dimensione già presenti in città, distinguersi è un obiettivo alto ma complesso. “È una di quelle cose come il nirvana”, dice. “Non ci arriverete mai, ma ci provate costantemente.”

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L’edificio sarà contenuto in un guscio di vetro che potrà essere gestito in maniera tale da potersi trasformare in parte in una piazza esterna. Source: Diller Scofidio + Renfro in collaboration with Rockwell Group

 



L’Inps apporta i primi due immobili al fondo i3 Silver per il progetto residenze anziani

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inpsL’Inps apportato al Fondo i3-Silver, gestito da Invimit sgr, i primi due immobili del valore complessivo di 10 milioni di euro. Si tratta di Lido Alberoni, centro vacanze situato a Venezia, e della casa di soggiorno climatica di Giulianova, in provincia di Teramo (scarica qui il comunicato stampa).

I due immobili saranno riconvertiti al senior housing, ossia trasformati in residenze pensate per rispondere alle esigenze delle persone più anziane, coniugando indipendenza, socialità e assistenza. A tal fine, Invimit prevede di investire circa 24,6 milioni di euro nei due immobili, in modo da riconvertirli e integrarli nelle rispettive città.

Questa operazione rientra nell’implementazione del piano dell’Inps approvato lo scorso anno, che prevede l’investimento e il disinvestimento del patrimonio immobiliare, al fine di valorizzarlo e renderne più efficiente la gestione. Nel piano rientrano anche i conferimenti di immobili al fondo i-3 Inps di Invimit avvenuti rispettivamente nel dicembre e nel luglio 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).

Il Fondo i3-Silver è un veicolo chiuso ad apporto di immobili a destinazione varia, di proprietà dell’Inps e dello Stato, che investe prevalentemente in immobili a reddito o a dismissione. La sua politica di investimento si basa sulla gestione, valorizzazione e parziale dismissione del patrimonio, con strategie diverse in base alle caratteristiche dei singoli immobili. Le risorse del fondo derivanti dalla dismissione degli immobili e dalla cessione delle quote di partecipazione contribuiscono quindi alla riduzione del debito pubblico.

Il fondo, costituito la scorsa primavera, con un obiettivo di rendimento del 4%, avrà una durata massima di 20 anni e gli saranno conferiti immobili per un valore complessivo di 800 milioni di euro.

Il lancio del fondo è funzionale alla decisione di Invimit di investire  sul mercato degli anziani, attraverso la valorizzazione di asset di proprietà dell’Inps. “Abbiamo individuato immobili di prestigio che consentano di offrire, a chi si affaccia alla terza età, un sistema di vita di alta qualità, mantenendo una propria vita autonoma, ma godendo di tutta quella assistenza di cui gli anziani necessitano”, aveva spiegato lo scorso maggio il presidente di Invimit, Massimo Ferrarese.

Il progetto, battezzato “Silver House”, prevede la realizzazione di trecento alloggi di pregio riservati a “over 65”, realizzati in residenze appositamente pensate per il mercato della “terza età”, con la possibilità di condurre una vita indipendente ma potendo usufruire di una serie di servizi collettivi studiati appositamente per gli anziani (si veda qui il comunicato stampa).

Lo scorso gennaio il presidente dell’Inps Tito Boeri, nel corso di un convegno, aveva anticipato: “Al momento stiamo lavorando su 22 immobili”. Tra le strutture individuate in questa prima fase, oltre il centro vacanze in Lido Alberoni a Venezia e alla casa di soggiorno climatica in Giulianova a Teramo, Boeri aveva citato la colonia “Italia”a Riccione, Villa Pulle’ a Chievo Verona, il comprensorio di Via Carlo Spinola a Roma, Villa Marina a Pesaro, la casa per ferie Vittoria Colonna di Fano e l’ex Convitto Femminile di Spoleto.


Colliers cede attività di gestione di immobili residenziali in Finlandia. DWS acquisisce asset logistici in Francia.

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Colliers International

Colliers InternationalColliers International Group ha venduto la sua attività di gestione di immobili residenziali a servizio di società di housing di appartamenti (Finlandia AHC), che gestisce oltre 30.000 appartamenti in tutta la Finlandia. Si veda propertyfundsworld. Colliers afferma che la vendita consentirà alla sua attività finlandese di concentrarsi interamente sul suo core business di fornire servizi di gestione immobiliare a proprietari e utenti di immobili commerciali. I termini della transazione non sono stati divulgati. Fondata nel 1980 e acquisita da Colliers International all’inizio di quest’anno, Colliers Finland fornisce servizi di gestione immobiliare commerciale per immobili ad uso ufficio, industriale e al dettaglio; e sviluppo e consulenza al dettaglio e a centri commerciali. “La cessione della Finlandia AHC ad un rispettato player nordico rafforza e focalizza la nostra piattaforma, allineandola con la nostra strategia di crescita nella regione”, afferma Chris McLernon, CEO di Colliers International | EMEA. “Il team di Colliers Finland continua a sovraperformare le nostre aspettative e a prosperare nell’ambiente imprenditoriale di Colliers”. “Abbiamo acquisito un notevole slancio come parte di Colliers e questa transazione ci consente di concentrarci ancora di più sul nostro portafoglio di attività immobiliari commerciali che comprendono oltre 8 milioni di metri quadrati (86 milioni di piedi quadrati), oltre a continuare a fornire servizi di consulenza a clienti immobiliari commerciali, aiutandoli ad accelerare il loro successo “, afferma Sirpa Ojala, CEO di Colliers International Finland.

DWSDWS ha acquisito un portafoglio logistico comprendente sei asset in tutta la Francia per 92,25 milioni di euro per conto del suo fondo paneuropeo immobiliare core aperto istituzionale, gestito da Londra. Si veda propertyfundsworld. Situato a Dreux, a Chanteloup-les-Vignes, a Le Coudray-Montceaux, a Baule, a Bruges e a L’hospitalet, il portafoglio logistico ammonta a oltre 109.000 metri quadrati di magazzini di grado A che offre sia opportunità per il “freddo” sia opzioni multi-dock. Posizionato principalmente in sottomercati logistici dinamici con buoni collegamenti di trasporto, il portafoglio è attualmente al 99% concesso a un diverso mix di locatari tra cui operatori su beni deperibili che spaziano dalla produzione alla distribuzione nella catena di fornitura.
Puntando a un portafoglio diversificato di attività principali in tutta Europa, questa è la seconda acquisizione per il fondo immobiliare core europeo istituzionale aperto di DWS. Segue la recente acquisizione di un portafoglio residenziale comprendente 12 beni in posizioni centrali in tutti i Paesi Bassi. “Il portafoglio si allinea bene con le allocazioni geografiche e target del nostro fondo”, afferma Jessica Hardman, Head of Real Estate, UK di DWS. Ha aggiunto, “La domanda degli inquilini per la logistica regionale dovrebbe rimanere forte data la scarsità di spazio di grado A e il miglioramento delle condizioni economiche in Francia”.

 


Via libera dei soci Innova Italy alla business combination con Fine Foods

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FineFoods

FineFoodsL’assemblea della Spac Innova Italy 1 ha approvato nei giorni scorsi scorsi all’unanimità dei presenti (71,3% del capitale) la business combination con Fine Foods & Pharmaceuticals Ntm spa, il maggiore produttore italiano indipendente in conto terzi di prodotti nutraceutici e farmaceutici (scarica qui il comunicato stampa). L’operazione era stata annunciata a inizio giugno (si veda altro articolo di BeBeez).

L’assemblea ha quindi  approvato anche il progetto di fusione inversa tra Fine Foods e la Spac, visto che in ogni caso è evidente che non potranno esserci recessi per oltre il 30% del capitale, soglia oltre la quale, in base allo statuto della Spac, la business combination non si sarebbe potuta concludere. Contestualmente anche l’assemblea straordinaria di Fine Foods ha approvato il corrispondente progetto di fusione.

La Spac è stata promossa da Fulvio Conti (presidente, ex ceo Enel), Marco Costaguta (consigliere, fondatore Long Term Partners), Paolo Ferrario (amministratore delegato, ex Capital Dynamics e oggi managing director di Augent Partners), Francesco Gianni (consigliere, fondatore dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli e Partners).

Fine Foods è invece controllata oggi dal presidente esecutivo Marco Eigenmann, sia direttamente (per il 5%) sia indirettamente (per il 95%), tramite Eigenfin srl.

L’assemblea di Innova Italy ha quindi nominato quali membri del consiglio di ammnistrazione della società post fusione: Marco Francesco Eigenmann, Giorgio Ferraris, Federico Oriani e Adriano Pala Ciurlo, di designazione di Eigenfin srl; e Fulvio Conti, Paolo Ferrario e Marco Costaguta, di designazione dei soci promotori della Spac.

Come noto, se tutto andrà secondo i piani e non ci saranno recessi, Fine Foods sbarcherà sul listino con un flottante del 44% e dotata di una cassa di 100 milioni di euro tutta da investire in crescita organica e per acquisizioni. Tutti i capitali raccolti dalla Spac, che non saranno impegnati nel rimborso dei soci che chiederanno il recesso, saranno infatti impegnati nella sottoscrizione di un aumento di capitale di Fine Foods, mentre Eigenmann, non venderà nessuna delle sue azioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Fondata nel 1984, Fine Foods oggi impiega circa 469 dipendenti e ha chiuso il 2017 con 119,6 milioni di euro di ricavi (da 113,1 milioni nel 2016), di cui il 60% generati all’estero, 16,7 milioni di ebitda rettificato (da 15,1 milioni) e un debito finanziario netto di 20,4  milioni (da 19,3 milioni).  Il tutto a fronte di una crescita che in media è stata del 9,9% all’anno nel periodo 2012-2017, con un margine medio di ebitda nel periodo del 13,6% (scarica qui la presentazione agli investitori).

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Al via la call di TechItalia per le startup digital italiane che vogliono andare a Londra

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TechItalia

TechItaliaC’è tempo sino al prossimo 31 luglio per partecipare alla call di TechItalia:Lab London per la selezione di startup e scaleup fondate da italiani nel settore digital e tech Italiano che vogliono espandersi e crescere nel Regno Unito (scarica qui il comunicato stampa).

La community TechItalia, fondata due anni fa dall’investitore seriale Pier Paolo Mucelli insieme ad altri soci italiani, conta oggi circa 2000 membri, professionisti italiani, e non solo, appartenenti al mondo delle tecnologie e della trasformazione digitale. Gli imprenditori che invieranno l’application, a seguito di una selezione, verranno coinvolti per 6 settimane, dal 10 settembre al 19 di ottobre, in attività mirate a potenziare il proprio business nel principale tech cluster europeo.

Il programma offre spazio di coworking in centro a Londra, accesso al network della community TechItalia, supporto da parte di più di 60 mentori selezionati e infine contatti con business angel e investitori istituzionali.

 


Arte e Finanza, due mondi sempre più interconnessi: nuova sezione di Art Advisory per il gruppo Argos.

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Argos s.r.l.

Argos s.r.l.Art advisory: un nuovo segmento operativo per Argos. «L’arte può rappresentare una interessante opportunità di diversificazione degli investimenti nel lungo periodo, puntando sulla personalizzazione dei servizi e su un approccio interdisciplinare che non si limita alla ricchezza finanziaria ma coinvolge la consulenza fiscale e successoria» ha dichiarato l’amministratore delegato della holding Argos s.r.l., Rossano Vittorio Ruggeri. Fatti, numeri, attività registrate: tutto fa pensare che finalmente stia iniziando l’era dell’investimento finanziario programmato nel mercato dell’arte anche in Italia. Grazie al rapporto Art & Finance di Deloitte si evince che a partire dal primo semestre 2017 si è registrata una crescita dei flussi di investimento superiore ai 900 milioni di dollari e si prevede che i super ricchi investiranno in ambito artistico 2.700 miliardi di dollari nel 2026. L’arte, viene considerata come un asset class, un polo integrato di gestione di patrimoni che lavora in sinergia con differenti aree finanziarie. Questo tipo di gestione sta progressivamente assumendo un peso sempre maggiore nel complessivo patrimonio degli investitori: questa classe di investimento non viene ad essere considerata come una mera capitolazione di piacere estetico, ma diviene investimento con speranze di crescita degli utili. La holding Argos, nata nel 2011 a Milano, leader tra i gruppi finanziari indipendenti si pone come modello di business esclusivo grazie alla rete di consulenti presenti su tutto il territorio italiano: oltre alle sedi di Roma e Forlì e con la prossima apertura a Treviso, Argos continua a crescere in maniera esponenziale puntando sulla personalizzazione dei servizi e su un approccio interdisciplinare. Con il team di Art Advisory, il gruppo ha arricchito una piattaforma già integrata ed efficiente: fanno parte della holding, Argos Fiduciaria, Argos Trustees, Argos Property Management e Argos Corporate Finance. L’obiettivo è rafforzare il segmento degli investimenti alternativi sempre nell’ottica di amministrazione, preservazione e valorizzazione nei passaggi generazionali. In quest’ottica va inserita la partecipazione come consulenti a WOPART (Lugano, 20 – 23 settembre 2018): la fiera giunta alla sua terza edizione riunisce al Centro Esposizione di Lugano una serie di opere sul carta, dal disegno antico e a quello più moderno. «Il modello che proponiamo riguarda uno sviluppo integrato del patrimonio arricchito dalla view di mercato globale grazie soluzioni su misura. Alla consulenza si affiancano poi un’ampia gamma di servizi premium, per esercitare una scelta consapevole e informata che tenga conto della loro sfe- ra emotiva, estetica e culturale» ha affermato l’amministratore della holding delegato Argos s.r.l., Rossano Vittorio Ruggeri «Ora il gruppo Argos conta circa 2.500 rapporti di mandato attivi, 4 miliardi di massa in amministrazione e relazione con oltre 80 gestori professionali. Ma non ci fermia- mo qui: ci candidiamo ad essere protagonisti assoluti anche nel ristretto novero dei trustee professionali italiani poiché siamo convinti che l’istituto del trust possa e debba avere un ruolo sempre più importante nella pianificazione successoria delle famiglie».


Iren lancia programma di corporate venture capital da 20 milioni per il cleantech

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Iren

IrenIren, la multiutility di Reggio Emilia quotata a Piazza Affari, ha presentato ieri Iren up, un programma di Corporate Venture Capital da 20 milioni di euro in tre anni per affiancare startup italiane nel settore cleantech, dalle tecnologie pulite all’economia circolare (si veda qui il comunicato stampa). Sono previsti investimenti da 100 mila a 2 milioni di euro ciascuno, a seconda della fase di vita della startup e delle necessità.

Contestualmente è stato lanciato l’Iren Startup Award, in collaborazione con Intesa Sanpaolo StartUP Initiative. Un concorso per startup, rivolto alle giovani imprese a livello europeo che hanno sviluppato soluzioni innovative nei settori dell’energia, dell’ambiente, della mobilità e del ciclo idrico. Le candidature vanno presentate entro il 9 settembre 2018.

Sono previste due categorie e due diversi premi da 15 mila euro: la categoria seed, dedicata alle startup o spin-off che abbiano sviluppato una tecnologia o un prodotto anche se in forma prototipale o abbiano depositato un brevetto; e la categoria growth, dedicata alle le startup o pmicon soluzioni innovative che abbiano già effettuato in precedenza un round di investimento seed oppure che abbiano già raggiunto un volume d’affari di almeno 1 milione di euro. Inoltre, per l’edizione 2018 è previsto un premio speciale di 10 mila euro per la migliore startup che si distinguerà nel settore Sustainable Mobility.


Principal Real Estate Europe acquisisce uffici a Milano.

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Principal Real Estate Europe

Principal Real Estate EuropePrincipal Real Estate Europe, agendo per conto di Principal European Office Fund, ha acquisito un’immobile a uffici nel centro di Milano. Il venditore è stato Amundi Real Estate Italia SGR. Il controvalore della transazione, pari a 34 milioni di euro riflette un rendimento iniziale netto del 4,4%. Situato in Via Giovanni Battista Pirelli al numero18, tra il quartiere centrale degli affari di Porta Nuova e la stazione ferroviaria centrale di Milano, l’edificio per uffici con una superficie utile di 7.000 mq è completamente affittato ad un singolo inquilino che paga un tasso di rendimento un po’ più basso del tasso corrente con un periodo residuo di quattro anni e mezzo. Paul Muno, Managing Director e Head of Investor Relations Germany di Principal Real Estate Europe, afferma: “Questa recente acquisizione in Italia mette in luce la capacità del nostro team di operare su edifici di alta qualità con un potenziale eccellente di valore e aumento del reddito sullo sfondo di un mercato estremamente competitivo Al momento stiamo vivendo un aumento degli interessi da parte di investitori internazionali desiderosi di dispiegare capitali per acquistare beni a prezzi interessanti in Italia”. Il Fondo principale per gli uffici europei è un fondo per immobili per ufficio bilanciato e geograficamente diversificato con stabilità del valore a lungo termine. Il focus della strategia di investimento è sulle proprietà europee di alta qualità in località eccellenti. Con un volume target di 600 milioni di euro, il fondo ha già investito ad Amsterdam, Lisbona, Milano, Parigi e Tolosa.  La consulenza legale all’acquirente è stata fornita da Jones Day, con BonelliErede che agisce per conto del venditore. Il consulente tecnico era Yard, e Ernst & Young aveva la responsabilità per le questioni fiscali.

 



Société Générale Capital Partenaires in Netcom. Goldman Sachs acquisisce Boyd Corporation.

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Société Générale Capital Partenaires

Société Générale Capital PartenairesSociété Générale Capital Partenaires ha investito nel settore IT e delle telecomunicazioni del gruppo Netcom. Si veda Altassets. La società è stata fondata nel 2004 e offre servizi di telecomunicazioni e IT alle PMI e ha 12 uffici di vendita in tutta la Francia. L’investimento sarà utilizzato per sostenere l’ambizione dell’azienda di diventare uno dei principali attori nel settore dei servizi di telecomunicazioni e IT entro il 2024. Il braccio di acquisizione dell’azienda è guidato dal direttore del private equity François Rivolier. Lo scorso mese la filiale di Boursorama di Société Générale ha ceduto l’attività di portafoglio Self Trade Bank a Warburg Pincus.

Boyd CorporationBoyd Corporation (“Boyd”), fornitore leader globale di soluzioni per la gestione termica e la sigillatura ambientale altamente ingegnerizzate, ha annunciato di aver stipulato un accordo definitivo sulla base del quale sarà acquisito da fondi facenti capo a Goldman Sachs. Si veda businesswire. L’annuncio arriva dopo oltre tre anni di partnership con Genstar Capital, una società di private equity con sede a San Francisco. Con oltre 85 anni di successi prestazionali incentrati sul cliente, Boyd è leader di mercato nella gestione termica e nella sigillatura ambientale in un’ampia gamma di mercati finali. La specialità di Boyd è identificare e risolvere le sfide dei clienti con una profonda esperienza nelle scienze dei materiali per gomma ingegnerizzata, plastica, metallo, impermeabilizzazione ambientale e soluzioni di gestione dell’energia. “Siamo entusiasti di collaborare con la divisione Merchant Banking di Goldman Sachs”, ha dichiarato Mitch Aiello, Presidente e CEO, che è stato con Boyd per oltre 20 anni. “Goldman Sachs è un partner ideale la cui esperienza e risorse aiuteranno Boyd a continuare a guidare la crescita e la creazione di valore attraverso una dedizione alla risoluzione delle esigenze di gestione termica e di tenuta dell’ambiente più complesse dei nostri clienti. Goldman Sachs ci fornirà supporto finanziario differenziato, relazioni preziose, capacità globali e un impegno simile all’eccellenza. Riteniamo che i nostri nuovi investitori ci aiuteranno a sviluppare la partnership di successo e trasformativa che abbiamo avuto con Genstar Capital negli ultimi tre anni durante i quali abbiamo ampliato la nostra presa dal punto di vista geografico. “Siamo rimasti incredibilmente colpiti dalle migliori capacità di progettazione e ingegnerizzazione di Boyd e dalla cultura incentrata sul cliente”, ha dichiarato Charlie Gailliot, Managing Director di Goldman Sachs.

 


Tunstall Real Estate Asset Management amplia i criteri del suo fondo di debito. Nomura Real Estate Holdings acquista il 75% di Lothbury Investment Management Group Limited.

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Tunstall Real Estate Asset Management

Tunstall Real Estate Asset ManagementTunstall Real Estate Asset Management (Tunstall) ha ampliato i criteri di investimento per il fondo di debito DPO Fund 1 (il “Fondo”), la sua prima strategia europea sul debito lanciata a luglio 2017 con un capitale da investire fino a 130 milioni di euro. Si veda propertyfundsworld. Inizialmente focalizzato sui Paesi Bassi, il Fondo ora prenderà in considerazione le opportunità con i mutuatari attraverso altre otto aree geografiche, tra cui Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Polonia, Francia, Portogallo e Repubblica ceca. Il fondo è un fondo di debito di situazioni speciali che supporta gli sponsor che possiedono buone attività secondarie o transitorie, con piani aziendali convincenti che richiedono soluzioni finanziarie creative. Tunstall considererà normalmente investimenti compresi tra 2 milioni e 20 milioni di euro, compreso il rifinanziamento di crediti deteriorati tramite operazioni di RPD, prestiti integrali fino all’80% LTV, prestiti mezzanini, prestiti ponte, finanziamenti di sviluppo e iniezioni azionarie privilegiate. Più recentemente, Tunstall ha eseguito questa strategia nei Paesi Bassi portando a 7,7 milioni di euro un prestito per lo sviluppo a uno specialista di sviluppo residenziale olandese che utilizzerà il ricavato per convertire un ex-immobile a L’Aia in appartamenti di lusso. Roger Clarke, amministratore delegato di Tunstall, ha dichiarato: “Avendo implementato con successo il primo round di capitale raccolto per il Fondo in prestiti ristrutturati, stiamo ora espandendo i nostri orizzonti di investimento in vista dell’ampio appetito per i tipi di soluzioni specialistiche che possiamo fornire e che non sono altrimenti facilmente disponibili. Il nostro ultimo prestito segna una nuova eccitante aggiunta alla nostra offerta e riflette la nostra capacità di lavorare con i mutuatari per ottenere soluzioni finanziarie che i principali istituti di credito non sono in grado di agevolare, posizionando Tunstall come partner attraente per molti sponsor in tutta Europa.”

Nomura Real Estate HoldingsNomura Real Estate Holdings (NREHI) ha accettato di effettuare un investimento strategico in Lothbury Investment Management Group Limited (LIM), un esperto gestore di investimenti immobiliari nel Regno Unito. Si veda propertyfundsworld. Secondo i termini dell’accordo, NREHI acquisirà una partecipazione di maggioranza del 75% in LIM, con il saldo del 25% destinato a rimanere nella proprietà del team di gestione LIM. Questo segna il primo passo per NREHI e il suo business di gestione degli investimenti di 1,4 trilioni di yen (9,2 miliardi di sterline), Nomura Real Estate Asset Management Co (NREAM) per espandere le sue attività all’estero e uno sviluppo significativo per Nomura Real Estate Group nel rafforzamento della sua impronta globale a seguito di investimenti commerciali in Vietnam, Tailandia, Cina e Filippine. LIM, che ha 2,1 miliardi di sterline di AUM, è specializzata nella gestione di portafogli immobiliari attraverso una gamma di fondi, tra cui il suo fondo più importante è Lothbury Property Trust. L’azienda ha oltre 110 clienti di alto profilo tra cui fondi pensione aziendali e del settore pubblico, compagnie assicurative, enti di beneficenza, banche private e altri clienti istituzionali. La società continuerà a operare sotto il marchio Lothbury e LIM sotto la guida di Simon Radford, amministratore delegato. Il team di gestione LIM rimarrà responsabile delle operazioni quotidiane dell’azienda e manterrà piena autonomia rispetto alle sue strategie di investimento.
“Il nostro investimento in e partnership con LIM è una mossa strategica significativa per la nostra attività di gestione degli investimenti globali. Siamo entusiasti delle opportunità che possiamo esplorare insieme a LIM, con le sue eccezionali capacità di investimento nel Regno Unito e la sua reputazione di lunga data tra investitori istituzionali britannici e internazionali “, afferma Eiji Kutsukake, Presidente e CEO di NREHI. La transazione, che dovrebbe concludersi prima della fine dell’anno solare, è soggetta alle consuete approvazioni normative e alle condizioni di chiusura. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. Consulenti dell’operazione sono stati Deloitte Tohmatsu Financial Advisory LLC e Linklaters per NREHI e Spencer House Partners e Travers Smith per LIM.


Alantra si compra il team di advisory Npl di Kpmg UK. Il team italiano resta a Kpmg

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Alantra

AlantraAlantra ha annunciato ieri l’acquisizione delle attività del Portfolio Solutions Group di Kpmg UK, specializzato nella consulenza alle banche e alle altre istituzioni finanziarie in tema di crediti deteriorati e asset non strategici a livello globale. Il closing dell’operazione è atteso a inizio agosto (scarica qui il comunicato stampa).

Il team del gruppo in questione è composto da oltre 35 professionisti che dal 2014 a oggi hanno curato oeprazioni per un controvalore complessivo di oltre 180 miliardi. Attualmente stanno lavorando su mandati per un valore complessivo di oltre 16 miliardi di euro. Quanto ad Alantra, nel settore lavora con un team di 40 professionisti basato a Madrid, che dal 2014 a oggi ha condotto operazioni per oltre 65 miliardi di euro.

L’unione dei due gruppi, che andrà sotto il nome di Alantra Corporate Portfolio Advisory, darà quindi luogo a un team di oltre 70 professionisti dedicati, che saranno guidati da Joel Grau, Andrew Jenke e Nick Colman, insieme agli altri managing director basati a London, Madrid, Milano, Atene, Dublino e Lisbona.

Il team italiano, coordinato da Domenico Torini, composto da 40 professionisti, resta invece in Kpmg (a parte un piccolo team di 4-5 professionisti italiani che dipendevano da Kpmg UK e che quindi  si sposteranno in Alantra a Milano), così come accadrà per i team di Kpmg degli altri singoli paesi.

In Italia Kpmg è attualmente advisor, insieme a Deutsche Bank, nell’asta per il portafoglio di Npl (Project Ace) e della piattaforma di gestione di Banco Bpm (si veda altro articolo di BeBeez). Kpmg è inoltre anche advisor del gruppo Credit Agricole Italia nella cessione di un portafoglio di sofferenze da un miliardo di euro, tramite cartolarizzazione con Gacs (si veda altro articolo di BeBeez), e affianca l’investment banking di Crédit Agricole nella cessione sul mercato secondario di 6 miliardi di euro lordi di Npl di origine italiana (si veda altro articolo di BeBeez).  Tra le ultime operazioni concluse, invece, c’è quella sul portafoglio da 100 milioni di euro di crediti deteriorati di Alba Leasing, di cui Kpmg era advisor, a Bain Capital Credit, tramite Aquileia Capital Service (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso gennaio, invece, Kpmg aveva affiancato il Gruppo banca Popolare di Bari nella cessione a Cerved Credit Management Group della sua piattaforma di gestione dei crediti non performing Credit Management srl (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a fine 2017 aveva curato l’asta per  CAF spa, il servicer romano controllato dal 2015 dal fondo di private equity Lone Star, che è poi stata vinta da Intrum  (si veda altro articolo di BeBeez).

Alantra sta crescendo in fretta negli ultimi tempi. Lo scorso ottobre, a  un anno dal cambio di nome da N+1 ad Alantra (si veda altro articolo di BeBeez), la società di consulenza internazionale aveva infatti annunciato la fusione con la britannica  Catalyst Corporate Finance  specializzata nell’m&a sul mid market, lo stesso segmento di mercato in cui lavora il team di m&a di Alantra (si veda altro articolo di BeBeez).

(articolo modificato alle ore 9.53 del 13 luglio 2018, si precisa che il team acquistato da Alantra è solo quello di Kpmg UK)


Introduzione all’economia dell’ambiente Copertina flessibile – 29 ago 2003

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Introduzione all'economia dell'ambiente

Introduzione all'economia dell'ambienteQuesto volume si propone di fornire una introduzione allo studio dell’economia dell’ambiente, e presenta gli strumenti essenziali di analisi e di politica economica. Questa seconda edizione presenta alcune novità: sono stati introdotti nuovi temi, in particolare ampio spazio è dedicato alla valutazione economica dei beni ambientali e agli aspetti economici delle regole giuridiche di responsabilità. La trattazione del rapporto tra crescita economica e ambiente è stata modificata e i problemi di interazione strategica nella relazione tra commercio internazionale e ambiente ha trovato qui maggiore rilevanza.


Economia ambientale

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economia ambientale

economia ambientaleEconomia Ambientale. In questo manuale introduttivo Pearce, Turner e Bateman affrontano il rapporto economia-ambiente nei suoi molteplici aspetti. Gli autori analizzano le cause del degrado ambientale e le politiche di controllo, con particolare attenzione alla formulazione delle scelte collettive, alla valutazione dei beni ambientali, alle diverse metodologie di regolamentazione, alla gestione sostenibile delle risorse naturali. In questa nuova edizione il lettore troverà, accanto a una più estesa informazione sui problemi ambientali emersi negli ultimi anni, una rassegna aggiornata dei nuovi metodi dl controllo, di valutazione e di regolamentazione.


Lo sviluppo sostenibile Copertina flessibile – 9 nov 2006

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lo sviluppo sostenibile

lo sviluppo sostenibileLa vita della terra e la sopravvivenza dei suoi abitanti sono legate alla soluzione di un problema molto complesso: per sostenere il peso della crescita demografica e accrescere il benessere, gli uomini utilizzano le risorse naturali, ma se questo sfruttamento non verrà regolato, la terra progressivamente si impoverirà, a causa di stili di vita sempre più inquinanti. Per ricomporre il difficile mosaico dello sviluppo sostenibile, occorre conoscerne tutti gli aspetti e ricercare soluzioni globali capaci di soddisfare le necessità degli uonimi di oggi e di domani. Questo libro, oggi riproposto in una nuova edizione, offre al lettore una utile panoramica del problema.


Economia, ambiente e sviluppo sostenibile Copertina flessibile – 24 ago 2016

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Economia ambiente e sviluppo sostenibile

Economia ambiente e sviluppo sostenibileEconomia, ambiente e sviluppo sostenibile. Da circa 40 anni, nei paesi sviluppati, il fattore ambiente, inteso generalmente, come degrado o insieme di condizioni ambientali in cui vive l’uomo è da considerarsi anche come elemento condizionante del benessere dalla popolazione. Le maggiori criticità nella salvaguardia del bene ambientale sono determinate però dalle difficoltà di definire l’ambiente, i beni ambientali e soprattutto l’inserimento di questi ultimi nel mercato. Il compromesso uomo e ambiente, meglio specificato come economia e ambiente, esiste e ciò vale solo perché l’uomo si è reso conto durante i secoli che, se l’ambiente si esaurisce o si degrada in modo irreparabile, anche la sicurezza e la sopravvivenza dell’uomo saranno in pericolo. La moderna economia del benessere ha portato l’uomo alla convinzione che conoscere e valorizzare l’ambiente è sicuramente un fattore indispensabile per creare crescita economica, innovazione tecnologica, etica e qualità di processo e prodotto. Un limite allo sviluppo e alla crescita economica però esiste. Prenderne atto e far sì che la presa di coscienza in tal senso, diventi la molla per uno sviluppo sostenibile è sicuramente uno dei modi più costruttivi ed etici per creare occupazione ed innovazione. Volume con allegato online consultabile all’indirizzo francoangeli.it nell’Area Università.



Popoli in movimento, quando gli immigrati eravamo noi – Consiglio Regionale Toscana (Firenze)

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palazzo pegaso

popoli1Corsi e ricorsi della storia dalla quale evidentemente non si impara nulla. Per questo d’altronde la realtà supera la fantasia, come racconta la mostra “popoli in movimento”, il cui sotto titolo recita appunto Quando gli immigrati eravamo noi, inaugurata al Consiglio Regionale della Toscana, a Palazzo Pegaso a Firenze. La mostra fotografica mette insieme con una sorta di quadri sinottici le immagini del fotografo Francesco Malavolta e quelle di repertorio dell’archivio della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana di Lucca. Un viaggio in parallelo, colore e bianco e nero; oggi e ieri; dal sud e dell’oriente del Mediterraneo verso l’Europa e dalla sponda nord verso il sud o l’America.

popoli2Impressionante la somiglianza delle foto di ieri con quelle di oggi, la stessa restituzione di emozioni, dolori, smarrimento, persone con lo sguardo perso nel vuoto, che annaspano cercando all’orizzonte una luce, infagottate, strette in abiti laceri e pochi ricordi personali; donne con il capo coperto, foulard che si possono quasi sovrapporre, e bambini stretti; controlli che sembrano ispezioni di prigionieri.

La Fondazione Paolo Cresci – presieduta da Alessandro Bianchini – per la storia dell’emigrazione italiana di Lucca mira a dare continuità alla tematica divenendo un punto di riferimento per questa tematica la cui attualità cresce di giorno in giorno e l’ambizione è di trasformare in una mostra stabile l’esposizione “Lunga la scia di un’elica” che qualche anno fa al Palazzo Ducale della città toscana aveva riscosso molto successo.

L’attenzione del Consiglio Regionale è forte sul tema e, come ha sottolineato il presidente Eugenio Giani, l’italiano è un viaggiatore da sempre, un migrante, non un colonizzatore di indole e dovrebbe recuperare l’idea di Pericle di non cacciare lo straniero ma accoglierlo, con il suo bagaglio di storia anche se questo ha certamente un impatto, talora pesante, come lo hanno avuto tanti emigranti italiani altrove.

La mostra è nata da un’idea del Circolo Fotocine Garfagnana, presieduto da Pietro Guidugli, che aveva premiato Malavolta e ha pensato ad un collegamento con l’emigrazione a cavallo tra Otto e Novecento fino al 1971, coprotagonista indiscusso il mare, via di libertà e luogo di mistero e di incubi. Sono interessanti i testi, di Pietro Luigi Biagioni, che è riuscito a far dialogare episodi, immagini e storie del passato con il presente.

popoliPeccato manchino le immagini. Solo manifesti senza stampe che non rendono giustizia all’impegno sul campo e in prima linea di un fotogiornalista che da vent’anni racconta e documenta flussi migratori dallo Stretto di Gibilterra e le enclave di Ceuta e Melilla, a Lampedusa, alla Grecia e Turchia, fino alla cosiddetta “rotta balcanica”. Lo sguardo è sempre sul particolare, o meglio sulla singola storia, che racconta una persona prima di un fatto cercando di sottrarre all’anonimato il dolore. Tra i tanti scatti un bacio con le labbra che appena si sfiorano tra un uomo e una donna siriana dopo aver rasentato la tragedia; mentre agli inizi del secolo XX a Ellis Island un uomo e una donna, con un bambino in mezzo, che punta il dito verso la statua della Libertà, guardano al futuro che li attende.

Grazie a Giada Luni


BeBeez Magazine n.25/2018, il magazine di round up settimanale di BeBeez

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Schermata 2018-07-14 alle 10.57.33

E’ disponibile qui il venticinquesimo numero di BeBeez Magazine, il magazine di round up settimanale di BeBeez, che riporta un estratto di tutte le notizie apparse sul sito dal lunedì al venerdì mattina.

Per scaricare il magazine clicca qui

Schermata 2018-07-14 alle 10.57.33


Autoritratti al Museo, il progetto artistico di Miriam Colognesi

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miriam colognesi

Antonio CanovaNelle giornate di Sabato 16 e domenica 17 giugno 2018 le sale di Palazzo Ducale di Mantova si sono trasformate in un ideale set fotografico per accogliere il progetto artistico di Miriam Colognesi (Torino, 1968), dal titolo Autoritratti al Museo.

L’appuntamento mantovano è il nuovo capitolo di un percorso che ha toccato altre importanti istituzioni museali, come la GAM di Torino e il Castello di Rivoli.

Per tutto il weekend, l’artista torinese ha incontrato i visitatori, invitandoli a scegliere un’opera d’arte del Museo mantovano con Giacomo Grossola quale si sentono particolarmente in sintonia, osservarla ed esteriorizzare le proprie impressioni.

L’interazione, concettuale e fisica, che si crea tra la persona e il capolavoro viene catturata dalla macchina fotografica di Miriam Colognesi. Si creano dei ritratti, dove i visitatori s’integrano con i dipinti, diventando protagonisti e parte attiva del soggetto dell’opera, fissando il momento in cui si realizza la sintesi tra l’opera stessa e la sua percezione.

I risultati del progetto sono poi condivisi sul profilo Instagram di Paolo VeronesePalazzo Ducale di Mantova con gli hashtag #palazzoducalemantova #autoritrattialmuseo #miriamcolognesi dando così futura memoria al lavoro svolto nel corso dle fine settimana.

Torinese di nascita Miriam Colognesi ha vissuto la Torino delle fabbriche e del loro sviluppo studia all’Accademia Albertina di Torino dove si diploma in pittura. Si trasferisce in montagna ove sperimenta la solitudine grazie alla quale avvia un periodo di grande sperimentazione che, avviata nell’ambito dello studio dei materiali e della pittura sfocia in una prima serie di autoritratti. Il Tranquillo Cremonaprogetto Autoritratti al Museo costituisce per l’artista il momento del ritorno alla città che scopre diversa da quando l’aveva lasciata, la condivisione è divenuta il nuovo credo e lo smartphone ha reso tutti Narcisi. “In un mondo dove la solitudine è ormai bandita, dove “condivisione” è la parola d’ordine e Narciso si specchia in un luogo sicuro – uno smartphone – se l’arte è vita e viceversa, ora come sempre è tempo di agire”. Miriam Colognesi

 

(a cura di Paolo Bongianino)

 

 

MIRIAM COLOGNESI. Autoritratti al Museo

Mantova, Complesso Museale Palazzo Ducale | Piazza Sordello 40

 

Sabato 16 e domenica 17 giugno 2018

 

Orari: martedì-domenica, 8.15 – 19.15 (ultimo ingresso, ore 18.20)

 

 


Friulia investe altri 1,9 milioni in Friulchem

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friulchem

friulchemFriulia, la finanziaria della regione Friuli Venezia Giulia, ha investito altri 1,9 milioni di euro nel capitale di Friulchem spa,  azienda specializzata nella trasformazione di principi attivi per la produzione di farmaci e medicinali generici in ambito umano e veterinario per conto terzi.

Fondata nel 1996 da Alessandro Mazzola, che la controlla tramite Evultis sa, Friulchem era già stata partecipata da Friulia, che vi aveva investito in precedenza in altre due occasioni. Il bilancio consolidato di Friulia indicava una partecipazione del 32% nel 2009 e sino al 2014. Nel 2015 la partecipazione era scesa al 22,22% e nel 2016 all’11,11%. Nel 2017 non risultava più alcuna partecipazione.

Attiva nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di farmaci, realizza circa il 60% del proprio giro d’affari nel settore veterinario con i due rami di attività farmaceutica e feed (mangimi), mentre il restante 40% deriva da medicinali generici, cosmoceutici e integratori alimentari di qualità a uso umano.

Guidata dal presidente Disma Mazzola e  ha chiuso il 2016 con 15,1 milioni di euro di ricavi (+28% dal 2015) e 27 addetti. Il nuovo investimento di Friulia consentirà di finanziare investimenti in ricerca e sviluppo per lo sviluppo di nuovi prodotti e per l’ampliamento della linea di produzione previsti dal piano industriale 2017-20, che prevede di aumentare i ricavi del 50% entro il 2020.


Anche i fondi di nuovo in pista per Arca sgr. Sfidano Bper e Pop Sondrio

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arcaPotrebbe finalmente essere la volta buona per il cambio di controllo di Arca sgr. Tra le offerte presentate nei giorni scorsi all’advisor Vitale & Co le offerte per la quota di circa il 40% dell’sgr in mano a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca  ci sarebbero ancora una volta anche quelle di fondi di private equity, che mettono quindi i bastoni tra le ruote a Bper e Banca Popolare di Sondrio. Lo ha scritto nei giorni scorsi La Repubblica.

Come rivelato lo scorso giugno dal Messaggero, infatti, le due banche stanno lavorando a un’offerta congiunta, visto che insieme già controllano oltre il 50% dell’istituto ( il 32,752% è in mano a Bper e il 21,137% è in mano a Pop Sondrio).

Secondo le prime stime, il valore della quota in vendita dovrebbe aggirarsi tra i 120 e i 160 milioni di euro. A novembre 2015 il Banco Popolare aveva ceduto il proprio 19,9% a Bper e Popolare di Sondrio per 95,5 milioni, ma oggi quella valutazione pare fuori mercato. Il gruppo Arca a fine 2017 aveva un patrimonio in gestione superiore ai 32 miliardi, un margine di intermediazione a 150 milioni e un utile netto 2017 di 61 milioni (si veda qui il bilancio consolidato 2017 di Arca Holding).

Il processo di vendita della società di gestione è stato messo in stand-by per ben due volte. Una nel giugno 2016,  quando il fondo Atlante, gestito da Quaestio Capital Management sgr, era diventato nuovo azionista di controllo delle due banche venete (si veda altro articolo di BeBeez). E l’altra tra primavera ed estate 2017, quando le due banche erano state cedute a Intesa Sanpaolo, che però non aveva rilevato i crediti deteriorati e una serie di attività, tra cui anche le quote di Arca sgr (si veda altro articolo di BeBeez).

Sullo sfondo c’erano sempre stati i fondi di private equity internazionali e altre società di gestione, in particolare a  inizio novembre 2015, quando il fondo statunitense Atlas Merchant Capital aveva presentato alle banche azioniste un’offerta per rilevare la maggioranza della società, che aveva valutato addirittura un miliardo di euro.  Successivamente si erano fatti avanti anche il fondo Usa Centerbridge e la concorrente italiana quotata Anima Holding, seguiti poi dai francesi di Amundi (asset manager del gruppo Credit Agricole) e dal fondo Ardian (si veda altro articolo di BeBeez).


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