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Marianne Catzaras. Un viaggio nel Mediterraneo del sogno e della vita, intorno all’ulivo simbolo di eternità.
“L’éternité, un arbre” – l’eternità, un albero – è il titolo della mostra personale della fotografa e poetessa Marianne Catzaras, originaria dell’isola di Djerba, nata da genitori greci, che porta in sé il nomadismo culturale del Mediterraneo. Di lei abbiamo già parlato su queste pagine per raccontarne la storia e la sua visione dell’arte. Questa volta il suo viaggio attraverso i paesaggi del silenzio del “mare bianco di mezzo” è, ci ha raccontato all’inaugurazione, “una conversazione con gli alberi per parlare degli uomini e di un Mediterraneo di naufragi. Il mio nuovo lavoro è uno sguardo che chiama a testimonianza gli alberi: hanno pianto talmente tanto che
ormai tacciono.”
La mostra è aperta fino al 27 luglio alla Galleria Le Violon Bleu, uno dei luoghi d’eccezione per le esposizioni a Sidi Bou Said, noto come il villaggio degli artisti, dai tempi di Paul Klee e Auguste Macke negli anni Dieci del Novecento.
La Galleria è stata creata dall’iniziativa di Essia Hamdi nel 2004 con una scelta mirata su artisti internazionali – dal 2006 con una sede a
Londra – come l’emblema del luogo che racconta una scelta di stile: il violino blu di Arman che rende omaggio a Yvea Klein. L’ingresso della galleria è una sovrapposzione di violini arrugginiti di Arman.
Tra mito e realtà, il paese bianco e blu, Sidi Bou Said si tuffa nel mare con una luce sorprendente e la location non poteva essere più adatta per esporre lo sguardo di Marianne, il suo spirito libero, delicato, commosso nel guardare il Mediterraneo, soprattutto quello dei relitti, degli alberi tagliati, degli ultimi e dimenticati. Questa volta l’obiettivo si concentra sulla natura e sulle architetture, quasi solo in bianco e nero, in una dimensione onirica che richiama la pittura surrealista, con il mare protagonista come una colonna sonora. L’immagine è però essenziale, senza alcuna ridondanza e suggerisce a secondo del punto di vista la vitalità immensa della luce e dell’energia del mare e la malinconia struggente in una dialettica vita e morte che rovescia continuamente la suggestione di chi guarda.
Il protagonista insieme al mare, del quale Marianne non può fare a meno, è l’ulivo uno dei simboli del continente liquido, metafora di pace, di forza e di resistenza, quindi di eternità, le cui origini affondano nel mito. Quest’albero per la fotografa, studiosa di letteratura francofona, scrittrice, è l’unico viaggiatore davanti all’eterno e torna come un motivo ricorrente nelle sue peregrinazioni che risentono del carattere insulare della Catzaras, nata su un’isola da genitori isolani, con tutto quello che un’isola simboleggia: crocevia di incontri e solitudine, isolamento appunto in una dialettica che non si risolve ma che in questo lavoro, maturo, si distende nella contemplazione della natura. Lo sguardo di Marianne non perde profondità ma diventa più leggero, accoglie le miserie dell’uomo più che denunciarle.
La mostra è stata invitata dal Festival Jaou, letteralmente “atmosfera”, a partire dal 1^ luglio, caravana culturale che riunisce ogni anno artisti, intellettuali, mecenati, galleristi, curatori.
Jaou Tunis è anche l’occasione per affrontare il dibattito sui contatti che agitano il mondo. Dopo l’edizione 2015 focalizzata sul terrorismo e sul fanatismo religioso e l’edizione del 2017 che ha approcciato la questione dei migranti; quella 2018 si rivolge alla questione del patrimonio e dell’eredità, quindi della memoria, attraverso il prisma dei quattro elementi.
Grazie a Giada Luni
“L’éternité, un arbre”
Mostra personale di Marianne Catzaras
Galleria Le Violon Bleu
12, Place Sidi Hassine – 2026 Sidi Bou Saïd (Tunisi)
27 giugno – 27 luglio 2018
Dalle 10.00 alle 13.00; dalle 16.00 alle 19.00