Quantcast
Channel: BeBeez
Viewing all 28032 articles
Browse latest View live

Saltano le trattative tra di Italmobiliare e QuattroR su Ferrarini. Amadori la ragione della rottura? Il big del pollo smentisce

$
0
0
ferrarini

ferrariniFerrarini sembrava destinato ad aprire il capitale a Italmobiliare e al fondo QuattroR, che a metà giugno avevano comunicato di essere in trattative esclusive con l’omonima famiglia proprietaria del noto gruppo produttore di prosciutti (si veda altro articolo di BeBeez). Invece, nei giorni scorsi scorsi con un laconico comunicato Italmobiliare ha reso noto di aver ricevuto, insieme a QuattroR, dai soci del Gruppo Ferrarini una dichiarazione unilaterale di interruzione delle trattative in essere (scarica qui il comunicato stampa).

Dopodiché ieri mattina La Repubblica ha avanzato l’ipotesi che ad affiancare la famiglia nel capitale di Ferrarini sarà invece un socio industriale e cioé il gruppo Amadori. Ma Amadori si è subito premurato di smentire con una secca nota (si veda Radiocor): “Il Gruppo Amadori ha letto su alcuni organi di stampa articoli che lo riguardano: si tratta di speculazioni sulla possibile esistenza di accordi tra Gruppo Amadori e Gruppo Ferrarini, aventi ad oggetto il capitale di quest’ultimo. Tali speculazioni sono basate sulla lettura di altre fonti giornalistiche e viene smentita con decisione dal Gruppo Amadori. Come noto al mercato, alcuni investitori istituzionali hanno già dichiarato di aver avviato l’esame e le valutazioni propedeutiche ad un possibile ingresso nel Gruppo Ferrarini e ogni iniziativa, in pendenza di tali rapporti negoziali, sarebbe contraria ai principi del Gruppo Amadori”.

Resta quindi il dubbio sul motivo per il quale i Ferrarini abbiano fatto saltare il tavolo. La logica fa pensare a un’alternativa meno penalizzante per la famiglia rispetto a quella proposta da Italmobiliare e QuattroR, fermo restando che una qualche penale per aver fatto saltare il deal senza i rispettare i termini dell’esclusiva la famiglia l’avrà pur messa in conto.

Come noto, il gruppo Ferrarini si trova oggi in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Per uscire dall’empasse, quindi, il gruppo reggiano aveva dato un’esclusiva a Italmobiliare sino a fine agosto, con Italmobiliare e il fondo QuattroR che avrebbero dovuto rilevare una quota dell’80-90% in forma mista: in parte acquistando azioni delle due controllanti lussemburghesi Elle Effe sa e Agri-foods Investments sa, e in parte in aumento di capitale. Il tutto per un investimento complessivo di circa 100 milioni di euro che sarebbe stato diviso tra i due investitori in ugual misura.

Il debito in questione ammonta a circa 250 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla soiceà operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Dei 112 milioni in capo alla Ferrarini, circa 30 milioni a testa sono debiti nei confronti di Unicredit e  della Sga che ha ereditato i crediti deteriorati della ex Veneto Banca, 10 milioni sono nei confronti di Banco Bpm, 20 milioni verso Intesa Sanpaolo e il resto verso Carisbo, Credit Agricole Cariparma e Banca del Mezzogiorno. Dei 138 milioni di altri debiti che gravano sulle altre società della galassia, circa 100 milioni sono ancora verso la Sga. Nonostante Ferrarini abbia visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni con un ebitda che è salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risulta oggi eccessivo.

Il gruppo aveva chiuso il 2016 con 203 milioni di euro di ricavi consolidati (da 252,7 milioni nel 2015), un ebitda di 19 milioni (da 22,9 milioni) e un debito finanziario netto di 123,8 milioni (da 142,8 milioni), che include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.

 



Corso di scienza delle finanze Copertina flessibile – 21 set 2015

$
0
0
Corso di scienza delle finanze

Corso di scienza delle finanzeIl manuale offre una trattazione della scienza delle finanze, sotto il profilo sia degli strumenti teorici, sia dell’esposizione critica delle istituzioni di finanza pubblica del nostro paese. In questa nuova edizione è stata integralmente aggiornata e ampliata la presentazione delle molteplici innovazioni intervenute nell’ultimo triennio in materia di bilancio, federalismo fiscale, patto di stabilità ed evoluzione delle istituzioni comunitarie, programmi del welfare state.


Strumenti e prodotti finanziari: bisogni di investimento, finanziamento, pagamento e gestione dei rischi. Con Contenuto digitale per download e accesso on line Copertina flessibile – 5 apr 2017

$
0
0
Strumenti e prodotti finanziari

Strumenti e prodotti finanziariL’intensità e la frequenza dei cambiamenti che hanno interessato la complessiva attività di intermediazione finanziaria, rendono quanto mai necessario un continuo aggiornamento delle conoscenze teoriche e pratiche degli strumenti e dei prodotti finanziari la cui varietà è aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni. Il volume intende offrire un contributo alla conoscenza degli strumenti e dei prodotti finanziari attraverso un percorso logico finalizzato a descriverne le caratteristiche economico-tecniche e i principali aspetti di valutazione. Pensato come strumento di apprendimento per gli studenti, il testo può risultare un supporto operativo per tutti coloro che desiderano approfondire le proprie conoscenze del complesso e mutevole mondo degli strumenti finanziari.


Economia e finanza pubblica Copertina flessibile – 9 giu 2017

$
0
0
Economia e finanza pubblica

Economia e finanza pubblicaIn continuità con le precedenti edizioni, il testo ha conservato la sua struttura di base senza perdere di vista i cambiamenti che interessano l’evolversi della realtà. Il testo affronta la sempre attuale tematica dell’intervento pubblico nell’economia, offrendo un ampio panorama dei modi in cui agisce lo Stato. Il benessere sociale si pone spesso tra interessi contrastanti e difficilmente conciliabili: i danni prodotti dall’agire dei singoli e l’impossibilità di organizzare in modo efficiente e collettivamente utile le attività economiche esigono un intervento dello Stato. Abbandonata da decenni, nonostante alcune recenti resistenze, la concezione di uno Stato terzo e imparziale rispetto agli agenti economici, l’intervento pubblico si è consolidato e sviluppato in modi diversi al fine di correggere, sostenere e se necessario supplire all’economia privata per mezzo dell’economia pubblica. L’obiettivo che si intende raggiungere con l’azione pubblica è, innanzitutto, la stabilizzazione dell’economia attenuando le fluttuazioni che la caratterizzano e che alternano periodi di eccessiva espansione a periodi di crisi, senza però perdere di vista i problemi dell’efficienza allocativa delle risorse nell’ambito del processo produttivo e dell’equa distribuzione dei suoi risultati tra i cittadini. La realizzazione di questi tre risultati, tuttavia, si scontra con le distorsioni che l’intervento pubblico può generare e le inefficienze che alle volte accresce per effetto non solo dello spiazzamento dei privati, ma anche a causa di scelte errate o di cattiva gestione delle risorse disponibili. Ciò non distoglie né impedisce la realizzazione degli obiettivi primari dello Stato quali la giustizia sociale e la lotta contro la povertà, cui questo testo dedica molta attenzione. L’equità sociale garantisce, infatti, un tessuto sociale stabile e un contesto in cui può svilupparsi un mercato concorrenziale ed equo. L’economia e la finanza pubblica, in sostanza, perseguono la realizzazione di uno stato del mondo migliore possibile ossia, come dice John Rawls (A Theory of justice, 1971), quello che chiunque sceglierebbe stando dietro un velo d’ignoranza che cela le sorti effettive di quando si viene al mondo: quello in cui i più poveri vivono in condizioni migliori rispetto a qualunque altro luogo nel mondo.


I tributi nell’economia italiana Copertina flessibile – 17 mar 2017

$
0
0
I tributi nell'economia italiana

I tributi nell'economia italianaLe imposte sono un tema di grande rilievo nella vita dei cittadini così come nel dibattito politico, ma conoscere e comprendere i meccanismi dei tributi non è semplice. La normativa è complessa e in continua evoluzione, i provvedimenti presi per fronteggiare la crisi sono ancora in discussione e non hanno finito di incidere sui redditi e sull’economia del paese. Il volume, aggiornato agli ultimi interventi fiscali, fornisce una chiara e accurata esposizione delle imposte esistenti in Italia, interpretate alla luce dell’evoluzione dei sistemi tributari e inquadrate sotto i profili dell’efficienza e dell’equità.


Around Enrico Coveri, personale di Maurizio Galimberti – Galleria del Palazzo Coveri (Firenze)

$
0
0
maurizio_galimberti_NEW

galimberti1La Maison Coveri per celebrare i suoi 45 anni presenta la mostra “Maurizio Galiberti around Enrico Coveri” nella sede del Lungarno fiorentino, occasione per una rilettura d’autore dell’immenso patrimonio creativo e stilistico di Enrico. La Maison Coveri ha infatti affidato a Maurizio Galimberti, fotografo di fama internazionale, la rilettura dell’archivio storico, un progetto innovativo che, per la prima volta nella sua carriera, mette a confronto Galimberti con il mondo della moda. Ed è anche la prima volta che Coveri affida Francesco Martini Coveri-Maurizio Galimbertiil suo mondo all’interpretazione di un obiettivo fotografico. Il progetto riunisce una cinquantina di opere confluite in una mostra itinerante, che è stata presentata a Firenze, a Palazzo Coveri, il 12 giugno scorso, aperta fino al 26 luglio. Si respira una grande solarità, protagonista assoluto il colore con la sua gioia di vivere, cifra tipica dell’arte di Enrico Coveri, che ha saputo unire l’elemento pop, divertente, di grande leggerezza, alla sontuosità della creatività e ad elementi tradizionali come le paillette, quasi una firma delle sue collezioni.

Tre tipi di tecnica caratterizzano gli scatti di Maurizio Galimberti, rispettivamente, i cosiddetti “mosaici Polaroid” che restituiscono una visione dinamica, tra il pittorico e il cinematografico all’immagine, tecnica che nasce a metà degli anni Ottanta quando l’artista ha già consolidato un lavoro di ricerca sulle avanguardie; gli “inserti”, con ritagli e Galimberti Warhol Ready Made 2017ingrandimenti di particolari della foto che diventa una sorta di collage atipico; e il lavoro con una tecnica molto particolare e complessa del découpage-photogramme, combinazione di grafica e fotografia per cui si separa subito la stampa dalla matrice per trasferire poi la matrice stessa sul foglio umido di carta cotone. Si tratta di una tecnica sperimentata a partire dal 1929 da Eberhard Schrammen e dalla moglie Toni von Haken, utilizzata solo per pochissime opere da Raoul Haussmann e Pablo Picasso. Il risultato è una mostra pittorica di fotografie, racconto della moda Coveri in movimento, in un allestimento importante eppure di estrema leggerezza, nel quale il grande spazio bianco che accoglie il colore diventa a sua volta una Galimberti_ritratto-768x937tinta.

“Ho capito la portata straordinaria della visione estetico-esistenziale di Enrico Coveri, tra futurismo e pop art: è il 1987quando Andy Warhol disegna il logo della maison di moda. Così potente, così innovativa, così carica di energia da non avere ancora esaurito tutto il suo potenziale, tutto il suo slancio”, ha dichiarato Maurizio Galimberti, che ha lavorato insieme a Francesco Martini Coveri, nipote, suo erede naturale e direttore artistico della casa di moda dal 2001,  alla realizzazione di questo progetto.

“Da tempo ci domandavamo come raccontare Enrico in modo nuovo, ci ha raccontato Francesco Martini, in un modo che non eravamo ancora riusciti a fare. Da tempo accarezzavamo l’idea di un libro o di una mostra. Ma ci perdevamo negli archivi senza un filo di Arianna per uscirne. Ci voleva qualcuno che lo facesse per noi. Qualcuno che rileggesse il mondo Coveri con codici diversi. Quando ho incontrato Maurizio Galimberti ho capito che la persona giusta era lui”.

maurizio_galimberti_NEWGalimberti, comasco, classe 1956, da anni a Milano dove vive e lavora, si è accostato al mondo della fotografia analogica e, dopo varie esperienze, si è consacrato definitivamente alla Polaroid con risultati singolari. In questa mostra è riuscito a far emergere una sensibilità fanciullesca e il legame profondo con la famiglia dello stilista, in un percorso che ripercorre i passi di Enrico davanti e dietro le quinte.

Il catalogo della mostra, molto elegante, di grande formato, è curato per i testi dalla giornalista, storia e critica d’arte genovese Beba Marsano, per Silvana Editoriale.

Il protagonista di Coveri, ben compreso e restituito da Galimberti è il colore, con i  rossi rossissimi, i gialli senza pudore, gli aranci sfrontati, verde, fucsia e lilla in gara per sorprendere. Enrico Coveri ha l’anima da protagonista e il cuore da clown. L’Herald Tribune del ’78 scrive: “C’è ironia e senso del colore, in una delle più belle collezioni presentate a Parigi”. E il colore Coveri lo usa spesso anche per l’uomo, osando il rosa e il violetto nei blazer dai rever luccicanti, in anni nei quali non era scontato. Contemporaneamente, è il re delle paillette, che percorrono abiti frizzanti: “Le paillette – commenta Le Figaro  – stanno a Coveri come le catene a Chanel”, mentre il settimanale Elle gli dedica la prima delle molte copertine, una semplice T-shirt dove il nome è appunto un autografo di paillettes. Non a caso, si cita Parigi e il 1977: città in cui sfila la sua prima collezione femminile al Pavillon Gabriel, certamente una sfida nella capitale dell’eleganza, anno in cui viene registrato il marchio Enrico Coveri.

A Parigi ci arriva giovanissimo, da Firenze – è nato a Prato – dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, dopo aver lavorato in teatro come scenografo e costumista, oltre che indossatore.

Nel suo bagaglio c’è comunque già una fortunata esperienza di stilista per Touche, che inizia nel ’73 e dura 9 anni: periodo in cui ha modo di esprimere e di affermare il suo personale talento. È il lasciapassare per conquistare Parigi con una sola sfilata. È la sorella Silvana, che ha sempre affiancato il fratello occupandosi degli aspetti manageriali, a proseguire l’attività dell’azienda; affiancata appunto dal figlio Francesco Martini (1974) che inizia nel 1996 a disegnare personalmente la linea You Young Coveri: provocazioni a gambe scoperte, gusto per i colori, per la maglieria jacquard vagamente folk, impazzite fantasie geometriche, pelle patchwork, senza mai dimenticare le paillettes.

grazie a Giada Luni

 

Maurizio Galimberti around Enrico Coveri

Galleria del Palazzo- Coveri

Lungarno Guicciardini, 19 – Firenze

Dal 13 giugno al 26 luglio 2018

Mart. – Sab. 11.00-13.00 / 15.30-19.00

Chiusa lunedì e giorni festivi

Ingresso libero

 

Ufficio stampa arte

Beatrice Cifuentes-Sarmiento  – beatrice@galleriadelpalazzo.com

 

Ufficio stampa moda:

Maria Fichera  – maria.fichera@press2.itElisa Marano – elisa.marano@press2.it


BeBeez Magazine n.24/2018, il magazine di round up settimanale di BeBeez

$
0
0
Schermata 2018-07-07 alle 11.54.18

E’ disponibile qui il ventiquattresimo numero di BeBeez Magazine, il magazine di round up settimanale di BeBeez, che riporta un estratto di tutte le notizie apparse sul sito dal lunedì al venerdì mattina.

Per scaricare il magazine clicca qui

Schermata 2018-07-07 alle 11.54.18


Luciano e Marco Pedicini ‘METABOLISMO NAPOLETANO’

$
0
0
Mostra_Metabolismo_napoletano_01-852x683

luciano e marco pedicini - Fratture composte_previewLo scorso 9 giugno alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, è stata inaugurata la mostra fotografica Metabolismo napoletano, che propone opere di Luciano e Marco Pedicini, affermati fotografi da anni impegnati a ritrarre testimonianze artistiche creando essi stessi, con le immagini, opere d’arte.

Il nucleo di lavori esposti alle Gallerie d’Italia celebra la bellezza complessa di Napoli in ogni tempo e luogo, attraverso la contaminazione di tracce tra antico e moderno.

luciano e marco pedicini - Meandri di luce_previewIn un originale dialogo, le fotografie accostano archeologia, sculture, dipinti e architetture del passato, a opere contemporanee, stazioni metropolitane, quartieri ed angoli della città di oggi. Il racconto è emozionante, capace di restituire la creatività di un patrimonio artistico sempre vitale, che è tra i più ricchi e sorprendenti del nostro Paese.

Luciano e Marco Pedicini interpretano Napoli come terreno fertile di lunga durata, corsi e ricorsi di resilienza, cuore pulsante e fonte di inspirazione di un’autentica opera d’arte corale, intreccio inestricabile di natura e storia. Metabolismo napoletano, attraverso la sapienza dell’occhio fotografico di due generazioni in simbiosi, propone un’esperienza di visione in cui opere compiute e frammenti d’arte dialogano fino a ricreare metamorfosi di identità, al di là del tempo e dello spazio fisico: dagli spazi antichi della memoria al segno dei graffitisti nelle periferie urbane, un progetto che affonda le radici nell’eredità viva di Rocco, padre e nonno, pioniere della fotografia d’arte napoletana.

Dagli anni Cinquanta le tre generazioni Pedicini fotografano archeologia, architettura e arte con l’intento di fornire agli studiosi e agli appassionati la possibilità di vedere le opere nel modo migliore possibile raccogliendo un archivio fotografico non solo ricco per la numerosità delle immagini ma anche per l’elevata qualità delle stesse.

Le immagini dell’archivio, oltre 50.000, sono oggi rese disponibili agli studiosi attraverso la consultazione on line permettendo non solo la visione delle immagini ma anche la consultazione delle informazioni tecniche relative.

luciano e marco pedicini - Paesaggi espositivi_preview2Luciano Pedicini ha iniziato l’attività di fotografo con il padre Rocco, dedicandosi alla documentazione di arte, archeologia e architettura. Tra le numerose campagne fotografiche realizzate, si possono ricordare i due grandi repertori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (1980-85), le collezioni del Museo di Arti Orientali di Mosca per la mostra sui tesori dei Kurgani (1990), cui seguono quelle per l’Enciclopedia dell’Arte Medievale Treccani, realizzate in Italia, Spagna, Francia e Austria. Numerosi sono i servizi realizzati per la rivista FMR. Nel 1998 espone il suo lavoro sulla scultura napoletana del Cinquecento a Casa Buonarroti a Firenze.

La mostra Metabolismo napoletano rientra nella programmazione delle esposizioni temporanee delle Gallerie d’Italia come momento di valorizzazione dell’identità, della cultura e dell’arte del territorio.

 

(a cura di Paolo Bongianino)

 

luciano e marco pedicini - Periferie dell'Impero_preview3Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano

via Toledo, 185 | 80132 Napoli

Tel 800.454299

www.gallerieditalia.com | info@palazzozevallos.com

 

APERTURA AL PUBBLICO

9 giugno 2018 – 30 settembre 2018
ORARI

dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30)

sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30), chiuso lunedì

15 agosto con ingresso gratuito

BIGLIETTO: intero 5 euro, ridotto 3 euro



Estra si compra servizi di distribuzione di gas in vari comuni pugliesi da 2iRete Gas per 42 mln

$
0
0
f2i
f2iCentria srl, società del Gruppo energetico Estra, ha vinto la gara per comprare da 2i Rete Gas spa  il servizio di distribuzione del gas metano svolto nei Comuni di Chieuti, Lesina, San Severo, Serracapriola e Torremaggiore (Foggia) e nei Comuni di Conversano, Putignano, Rutigliano, Triggiano e Valenzano (Bari). Centria pagherà un corrispettivo complessivo di 42 milioni di euro (soggetto a conguaglio) e corrispondente a un premio del 15% rispetto al valore del capitale investito netto ai fini regolatori (RAB) (scarica qui il comunicato stampa).
Le attività erano oggetto di due procedure dismissive avviate da 2i Rete Gas spa a fine marzo, come richiesto dall’Autorità Antitrust come condizione necessaria per autorizzare l’acquisizione del controllo esclusivo di Nedgia spa e della controllata Cilento Rete Gas srl da parte di 2i Rete Gas, il gruppo leader a livello nazionale nel settore della distribuzione del gas metano controllato dal fondo F2i gestito da F2i sgr e da Ardian (si veda altro articolo di BeBeez).

Estra è la multiutility toscana che fa capo indirettamente a 97 Comuni delle province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Pistoia, Prato e Siena. Il gruppo si sarebbe dovuto quotare a Piazza Affari al segmento Star lo scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez), ma ha deciso di riviare l’ipo e ritirare l’istanza di autorizzazione alla pubblicazione del prospetto informativo per il momento sfavorevole di mercato (scarica qui il comunicato stampa), così come è accaduto per altre parecchie ipo italiane ed europee (si veda altro articolo di BeBeez).

Sotto la guida dell’amministratore delegato, Alessandro Piazzi, Estra ha condotto negli ultimi tre anni un’aggressiva campagna acquisti, che è stata finanziata ricorrendo al mercato obbligazionario. Nel novembre 2016 Estra ha collocato 80 milioni di euro di bond a investitori istituzionali e il titolo è stato quotato alla Borsa di Dublino. Lo scorso marzo in un’operazione di buyback, Estra ne ha riacquistati 30 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Estra nel luglio 2015 aveva già collocato sulla Borsa di Dublino un prestito obbligazionario per 100 milioni a 7 anni e con cedola 3,75%, mentre nel luglio 2014 aveva quotato all’ExtraMot Pro un minibond da 50 milioni a scadenza luglio 2019 con cedola del 5%.

L’ultima acquisizione risale allo scorso giugno, quando il gruppo ha comprato da Atac Civitanova spa per 6,7 milioni il 51% che ancora non possedeva  di Gas Marca srl, attiva nella vendita di gas ed energia elettrica con sede a Civitanova Marche, salendo così al 100% del capitale sociale (scarica qui il comunicato stampa). Nel gennaio 2017 Estra Energie aveva concluso l’acquisizione mediante gara pubblica del 49% del capitale di Gas Marca, per un corrispettivo di circa 5,75 milioni. Nel marzo 2017, Estra aveva acquisito un ulteriore 45% di Piceno Gas Vendita, giungendo così al 90% della società di Ascoli.

Tra le operazioni precedenti vanno ricordate: la joint venture tra Multiservizi Ancona per la vendita e la distribuzione del gas naturale nel Centro Italia attraverso, rispettivamente, le società PrometeoEstra e Edma Reti Gas; l’acquisto di Coopgas, che ha portato in dote 45.000 clienti, prevalentemente delle regioni del Sud; l’acquisto di Vea, società della provincia di Lucca, con 9.000 clienti e di Gas Tronto, che conta 12.000 clienti; e infine l’acquisizione del 45% delle quote di Piceno Gas Vendita, società che opera in 37 Comuni delle Province di Ascoli Piceno e Teramo e conta oltre 25.500 clienti.

Estra ha chiuso il bilancio consolidato 2017 con 1.016,5 milioni di euro di ricavi (da 1.044,4 milioni del 2016) con un ebitda rettificato di 86,7 milioni di euro (da 82,6 milioni del 2016) e un debito finanziario netto di 216,9 milioni (da 205,7 milioni).


Cerberus al controllo di Officine CST, leader nella gestione di crediti verso la PA

$
0
0
cerberus

cerberusCerberus Capital Management ha comprato il 57% in Officine CST, servicer romano specializzato nella gestione dei crediti verso la pubblica amministrazione, sinora controllato dall’amministratore delegato Gianpiero Oddone insieme ad altri soci. Oddone resterà con una quota del 28%, mentre Roberto Nicastro, senior advisor di Cerberus (si veda altro articolo di BeBeez), sarà presidente non esecutivo (scarica qui il comunicato stampa).

Sino allo scorso ottobre una quota del 10% di Officine CST era in portafoglio a Industria e Innovazione, società quotata a Piazza Affari e specializzata nel settore delle energie rinnovabili, ma anche proprietaria di un portafoglio di partecipazioni industriali e immobiliari, che nella primavera del 2017 ha sottoscritto con le banche finanziatrici un accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182 bis della Legge fallimentare, poi omologato dal Tribunale di Milano, reso possibile dall’intervento di PLC Group spa, che ha poi comprato in aumento di capitale il 94% della società (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione la quota era stata pagata 900 mila euro, pari alla somma del corrispettivo di 670 mila euro più i dividendi maturati e non ancora percepiti da Industria e Innovazione di 230mila euro.

Fondata nel 2004 e con sede a Roma, Officine CST fornisce servizi integrati di gestione del credito sia a grandi clienti come banche, investitori istituzionali, utilities e multinazionali, sia alle piccole e medie imprese. La società gestisce crediti per oltre 16 miliardi di euro e impiega 150 risorse in Italia.

Dal 2009, dopo aver concentrato nei primi anni il focus operativo sui crediti verso il Sistema Sanitario Nazionale, ha ulteriormente allargato i servizi di gestione del credito, operando verso tutta la Pubblica Amministrazione. Nel 2012 Officine è entrata nel settore degli Npl unsecured vantati da utility nei confronti di privati e in quello degli Npl secured vantati da istituti bancari nei confronti della propria clientela. Dal 2017 Officine gestisce Crediticertificati.it un marketplace digitale per lo smobilizzo e la monetizzazione dei crediti verso la PA anche in partnership con varie associazioni di categoria.

In Europa Cerberus vanta un lungo track record di investimenti nei settori del credito, private equity e real estate. Dal 2010 Cerberus ha investito più di 40 miliardi di euro in operazioni con primarie istituzioni finanziarie europee. Dal 2013 è inoltre il più grande acquirente in Europa di Npl e di asset immobiliari ripossessati (Reo). In Italia Cerberus ha acquisito o ottenuto portafogli Npl e Reo secured e unsecured per un valore lordo di oltre  5,5 miliardi e circa 400 mila posizioni, con un prezzo di acquisto superiore a 1,6 miliardi.


La tedesca All4Labels compra gli adesivi di Nuceria e quelli della brasiliana Baumgarten

$
0
0
nuceria

nuceriaLa tedesca All4Labels Group GmbH, holding operativa di un gruppo multinazionale leader nel settore del packaging flessibile e delle etichette adesive e autoadesive, ha comprato il controllo dell’italiana Nuceria Adesivi, holding di Nuceria Group, e della brasiliana Baumgarten, entrambe attive e specializzate nella produzione e distribuzione di etichette auto-adesive. Nasce così uno dei più grandi e importanti gruppi a livello mondiale nel business del packaging flessibile e delle etichette.

Nuceria Adesivi era sinora controllata al 50% ciascuno da Antonio Iannone (amministratore delegato) e Annamaria Cesarano. I venditori reinvestiranno per una minoranza nel capitale di All4Labels. Nctm Studio Legale ha assistito i soci di Nuceria Adesivi nella vendita dell’intero capitale sociale ad All4Labels Group GmbH e nel contestuale reinvestimento. Per gli aspetti di diritto tedesco, Nctm è stato affiancato dallo studio legale Beiten Burkhardt. Grant Thornton Financial Due Diligence ha fornito a Nuceria Adesivi servizi di financial ed economic due diligence. All4Labels Group GmbH e i suoi azionisti sono invece stati assistiti dallo studio legale Hogan Lovells. Infine, la famiglia Baumgarten è stata assistita da Pabst & Hadlich Advogados Associados.

Con sede a Nocera Superiore (Salerno), la società che fa parte della community di Elite di Borsa Italiana, ha chiuso il 2017 con 65,5 milioni di euro di ricavi, 7 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 23,9 milioni.l La società opera con stabilimenti produttivi a Salerno, San Giuliano Milanese (Milanese) e Chieri (Torino) e dispone di due divisioni operative: Label (stabilimenti di Nocera e San Giuliano) e Folding (stabilimento di Salerno).

Una terza divisione operativa, denominata “Flexible” avvierà la produzione nel 2018 presso lo stabilimento di Salerno per un investimento di circa 5 milioni di euro, che verrà finanziato appunto con i proventi dei minibond annunciate lo scorso gennaio, così come l’acquisto di una nuova linea di stampa e produzione per la divisione folding del valore di 2 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). I minibond, quotati all’’ExtraMot Prosono stati sottoscritti per un milione di euro da Banca Sella,  e per i restanti 6 milioni da Fondo Impresa Italia, il fondo di private debt gestito da Riello Investimenti Partners sgr.


Fondi in manovra sui componenti auto Marval

$
0
0
marval

 marvalPrivate equity in manovra su Marval, azienda piemontese che produce testate, cilindri, scatole cambio e forcelle per il settore automotive per clienti come Fca, Lamborghini e Brembo. Secondo indiscrezioni riferite a inizio giugno dal Sole 24 Ore e rilanciate nelle scorse ore dal Corriere della Sera, Nicola Marchiando, nipote del fondatore dell’azienda, avrebbe deciso di cedere la società, che dal 2016 è partecipata al 27% dal fondo Mandarin Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez).

Allora il fondo Mandarin Capital Partners II aveva investito 12 milioni di euro per la sua quota, sulla base di ricavi per 50 milioni di euro nel 2015. Ma da allora Marval è cresciuta molto. La società con sede a Castellamonte (Torino) opera in Italia con due stabilimenti e con una terza fabbrica in Cina, impiega 500 dipendenti e ha chiuso il 2017 con circa 80 milioni di euro di ricavi e 18 milioni di ebitda.

In corso c’è ora un’asta, gestita dall’advisor Gca Altium e dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli, dove sarebbero alla fase finale i fondi Stirling Square e Sun Capital, ma anche un gruppo industriale. 


PostePayCrowd con Mastercard cofinanziano progetti di reward crowdfunding nel fintech

$
0
0
Schermata 2018-07-09 alle 06.36.53

Schermata 2018-07-09 alle 06.36.53Il fintech si finanzia anche con il reward crowdfunding. E’ partita infatti lo scorso 2 luglio l’iniziativa di PostepayCrowd 2.0, la piattaforma del gruppo Poste Italiane in partnership con Eppela, che in collaborazione con Mastercard supporterà progetti di innovazione fintech e pagamenti digitali (scarica qui il comunicato stampa).

La formula dell’iniziativa ricalca quelle precedenti che hanno visto PostePayCrowd cofinanziare oltre 190 progetti che hanno raccolto nel complesso oltre 2,5 milioni di euro in 4 anni. In sostanza, i progetti che raggiungeranno il traguardo di raccolta prefissato nel tempo massimo di 40 giorni  attraverso i contributi del crowd in cambio di ricompense potranno accedere a un cofinanziamento messo a disposizione dai mentor Poste Italiane e Mastercard per un importo massimo di 5 mila euro per ciascun progetto.

Sempre i mentor metteranno a disposizione delle start up un servizio di consulenza esteso anche alla fase di avviamento dell’impresa, per orientare i progettisti al giusto posizionamento sul mercato, consigliare le imprese nell’elaborazione delle strategie di marketing più efficaci e  guidarle verso il raggiungimento del budget necessario.

Poste Italiane e Mastercard potranno fornire un ulteriore bonus, ideando e finanziando una campagna di comunicazione del valore di 15 mila euro a favore dei progetti ritenuti più meritevoli tra quelli selezionati nelle diverse aree di applicazione: fintech, pagamenti digitali, Api finanziarie e banking, intelligenza artificiale, mobile e telefonia, utilizzo smart data, servizi accessori alle app di pagamento (come servizi di valore aggiunto per il mobile banking, app, ticketing), inclusione finanziaria e blockchain come tecnologia per il pagamento. Sarà quindi la qualità delle idee e la trasparenza della rete a decidere il successo dei progetti da sottoporre al mercato.

 

 


Ghiglia. Classico e moderno. La mostra al Centro Matteucci di Viareggio.

$
0
0
Ghiglia0
Italy, Private collection. All. Still life epergne; fruit stand with oranges over a white napkin light-colored background thick brush strokes oranges study light color.

Italy, Private collection. All. Still life epergne; fruit stand with oranges over a white napkin light-colored background thick brush strokes oranges study light color.

Ghiglia. Classico e moderno. Al Centro Matteucci a Viareggio la mostra a cura di Elisabetta Matteucci

L’appuntamento estivo del Centro Matteucci per l’Arte Moderna a Viareggio è, quest’anno, riservato ad Oscar Ghiglia con la mostra dal titolo “Ghiglia. Classico e moderno”, curata da Elisabetta Matteucci – dal 7 luglio al 4 novembre – il più italiano e insieme il più europeo degli artisti italiani d’inizio Novecento, cultore dell’antico, figlio spirituale di Fattori e insieme aperto alle tendenze cosmopolite, legato ad un sodalizio inesplorato con Amedeo Modigliani. La personale, accanto ai capolavori più noti di colui che, in modo del tutto personale, ha saputo aggiornare la lezione di Fattori, propone, per la prima volta, una ventina di opere fondamentali, che sino ad ora, non erano mai uscite dai salotti di collezionisti. Un artista che ha saputo unire la tecnica e la lezione dei classici con l’invenzione e la singolarità nell’uso del colore. I suoi accostamenti cromatici sono ottenuti dall’uso di una lampada elettrica durante la lavorazione delle opere, in controtendenza con l’inclinazione del momento che privilegiava l’en plein air. Pittore che si dedicò al ritratto, protagonista indiscussa la moglie quasi sempre colta di spalle, e alla natura morta, con le trasparenze dei vetri, i fiori e gli strumenti musicali che rivelano la sua seconda passione. Dipinse quasi sempre quello che amava perché fu un solitario, poco legato alla mondanità delle manifestazioni e delle mostre, con un vantaggio per la sua arte ma uno svantaggio per la notorietà. Il percorso della mostra illustra la singolare vicinanza con Amedeo Modigliani, intreccio di amicizia e sodalizio artistico, mai realmente considerato finora.

Come ebbe a dire il noto pittore, nel 1906, “in Italia non c’è nulla, sono stato dappertutto. Non c’è pittura che valga. Sono stato a Venezia, negli studi. In Italia, c’è Ghiglia. C’è Oscar Ghiglia e basta.” La nota affermazione di Modigliani, riferita da Anselmo Bucci nei Ricordi parigini (1931), contrasta con il silenzio venutosi a creare attorno a Ghiglia dopo la morte. Condizione riservata, come osservava Carlo Ludovico Ragghianti nel 1967 in occasione della mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935”, a quell’intera generazione di artisti penalizzata dal giudizio negativo sul fascismo.

Accompagnati da Giuliano Matteucci, Coordinatore editoriale del Centro, siamo stati guidati attraverso un viaggio lungo la vita da romanzo di Oscar Ghiglia, nato a Livorno nel 1876 e trasferitosi poi a Firenze che nel primo Novecento era una fucina pirotecnica, non senza accenti iconoclastici come quelli del secondo futurismo. La prima parte dell’attività di Ghiglia si concentrò sulla copia dell’antico e dei pittori Labronici, Giovanni Fattori in testa del quale non fu mai diretto allievo, a differenza di Modì, ma che avvertiva come suo padre spirituale; ma anche di Ugo Manaresi dal quale mutuò i cromatismi. Non ebbe una formazione culturale completa perché, iniziata la scuola di nudo a Firenze con Modigliani, la interruppe, anche per ragioni di indigenza. Si era sposato ed ebbe cinque figli – tra i quali il pittore Valentino – quindi rincorse sempre la sopravvivenza, pur ricevendo molta protezione dall’ambiente ebreo e dallo stesso Ugo Ojetti presso il quale dimorò un periodo e del quale in mostra c’è il ritratto.

La sua vita trascorse in disparte a parte nell’avvio della carriera con la partecipazione alle Biennali di Venezia del 1901 e del 1903 e a due mostre a Firenze, rispettivamente quella a Palazzo Corsini del 1904 e quella del 1906, la Promotrice. Fu poi in disparte scegliendo di dipingere solo quello che amava e dedicandosi ad una ricerca personale che si nutrì anche degli influssi della Secessione, oltre che delle “sirene incantatrici” dei Nabis e di Cézanne, il pittore di Aix-en-Provence, moderno tra i moderni. La sua scelta di solitudine lo ha certamente penalizzato dopo la sua morte ed è solo con gli studi di Raffaele Monti e Renato Barilli della metà degli anni Settanta, confluiti in una serie di mostre monografiche rivelatrici di un grande talento, che il livornese comincia a essere preso in considerazione, rappresentando un caso che incarna, in termini esemplari, la cultura figurativa dei primi decenni del Novecento. Una pittura, la sua, priva di contaminazioni anche per il tratto umbratile e scontroso del personaggio, non molto aperto alle relazioni, spesso in contrasto anche con amici vicini, come Giovanni Papini dal quale fu influenzato, così come dalle riviste del periodo. In mostra il quadro “La voce”, natura morta nella quale, curiosamente, non si legge chiaramente l’intestazione del giornale con il quale collaborava. Di Papini, dopo la condivisione delle idee attraverso la collaborazione con Spadini, Borgese e Prezzolini al Leonardo, mal digerì la svolta futurista, della frattura con il secondo sfuggono le ragioni. A testimonianza del sodalizio con Modigliani, invece, che per i riflessi sull’opera appare tra i più fertili e intensi dell’arte moderna, restano le famose cinque lettere inviate, nel 1901, durante il soggiorno a Venezia e Capri, da Modigliani a Ghiglia; il tono è di un giovane che, aprendosi al mondo, intravede nell’artista più maturo il proprio alter ego. L’esposizione, ricca e ben dosata nell’allestimento, con oltre 40 opere, è articolata in 7 sessioni che seguono il viatico iconografico del pittore, attraverso i suoi domicili che cambiava spesso non potendo pagare un affitto. Le prime tre sessioni sono legate agli indirizzi fiorentini, rispettivamente Via Mameli, Via Boccaccio e Via degli Artisti; quindi Castiglioncello con il fascino primigenio della natura, dove vive dal 1915 al 1918. Segue la sessione dedicata al rapporto con Cézanne, a Firenze attraverso Maurice Denis, infine il rapporto con Modigliani, per la prima volta, come accennato, messo in evidenza, grazie all’autoritratto di Ghiglia da leggere come una professione di fede mai venuta meno e le due teste di Modigliani – Tête de femme rousse e L’enfant gras  – frutto rispettivamente di un prestito della GAM di Torino e della Pinacoteca di Brera a Milano, tra l’altro interessante conferma dell’importanza dello scambio tra i musei. Tra i due personaggi probabilmente ci fu una sorta di osmosi tuttora in gran parte da valutare. Il percorso della mostra inizia con il ritratto della moglie Isa Morandini, sua grande musa ispiratrice, colta quasi sempre di spalle, privilegiando il gioco dei riflessi nello specchio. In quest’opera si legge indubbiamente l’influsso di Fattori come anche del primo Picasso e dell’austerità nordica della pittura di Monaco del periodo. L’opera ha richiesto oltre un anno di lavoro con un travaglio simile alla tela di Penelope; alla fine però, racconta la moglie, la gente di Firenze faceva la fila per vederla. L’uso sobrio del colore, le inquadrature insolite sono anche né “La coltre”, opera per la nascita del primo figlio o nell’opera “Il riposo”.

Tra i ritratti quello di un altro artista, Llewelyn Lloyd che definì l’arte dell’amico originalissima non somigliante a nessun’altra, che non ha punti di riferimento né coi macchiaioli toscani né con l’impressionismo francese… Certamente da non trascurare l’”Autoritratto” del 1901, che segna il suo debutto artistico, a Venezia, dove è forte l’influenza rinascimentale come anche quella di Fattori nella divisione del fondo in due campiture, guardando il quale il Maestro dei Macchiaioli dei sentì molto orgoglioso. Da rilevare, oltre il già citato ritratto di Ugo Ojetti quello di Giuseppe Vannicola, primo violinista della Scala, che suonò  con Toscanini; traduttorescrittoregiornalistapoetaeditore e promotore culturale italiano. Al piano superiore dell’esposizione, nella villetta liberty, dominano le nature morte, in particolare “La stampa giapponese”. Il catalogo è a cura di Claudia Fulgheri, con contributi di Tommaso Casini, Vincenzo Farinella e Leonardo Ghiglia.

Grazie a Giada Luni
“Ghiglia. Classico e moderno”

Centro Matteucci per l’Arte Moderna via Gabriele D’Annunzio, 28

Viareggio, Lucca

7 luglio-4 novembre 2018

Info: www.cemamo.it tel. 0584 430614.

Orari: dal 7 luglio al 9 settembre: mar / ven 17.30 – 22.30 ; sab / dom 10.00 – 13.00; 17.30 – 22.30; dal 11 settembre al 4 novembre: gio / ven 15.30 – 19.30 ; sab / dom 10.00 – 13.00; 15.30 – 19.30, martedì e mercoledì : gruppi; lunedì chiuso.
 


The RockCreek Group: completata l’acquisizione da parte del management. Walgreens Boots Alliance acquisisce una minoranza significativa di Sinopharm Holding GuoDa Drugstores.

$
0
0
The RockCreek Group

The RockCreek GroupIl team di gestione della società di investimento The RockCreek Group (RockCreek) sta acquisendo il 65% della società attualmente di proprietà di Wells Fargo, portando la proprietà totale detenuta al 100%. Si veda privateequitywire. Questa decisione è stata presa dal senior management di RockCreek e Wells Fargo e riflette la loro visione condivisa secondo cui la transazione supporta la direzione strategica di ciascuna impresa ei clienti di RockCreek saranno meglio serviti da una struttura proprietaria guidata dal fondatore e dal management. La transazione dovrebbe essere completata entro la fine di agosto. I gestori di portafoglio RockCreek investono direttamente in mercati e alternative emergenti e di frontiera, mentre i team di asset allocation gestiscono la classe multi-asset dell’azienda, OCIO e soluzioni personalizzate. L’azienda è fortemente focalizzata sull’integrazione di valutazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) e di impatto attraverso i suoi portafogli sostenibili per generare profitti a lungo termine. Negli ultimi cinque anni, RockCreek ha aumentato il numero di partner all’interno dell’azienda e raddoppiato le attività dell’azienda da circa 7 miliardi di dollari a 14 miliardi di dollari, in quanto ha generato prestazioni di investimento superiori per i suoi clienti. “Questo è davvero un momento entusiasmante per RockCreek”, afferma Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve e membro del consiglio consultivo di RockCreek. “Afsaneh e il suo team hanno svolto uno splendido lavoro portando RockCreek all’attuale posizione di forza nel mercato”. “Siamo fiduciosi che l’ampia proprietà indipendente del nostro team di esperti, unita alla tecnologia basata sui dati della nostra azienda e alla cultura innovativa, garantirà che continuiamo a preservare e accrescere il capitale dei nostri investitori”, afferma Afsaneh M. Beschloss, CEO e Fondatore di RockCreek. “Siamo orgogliosi della partnership a lungo termine con i nostri clienti e della loro fiducia nel nostro team e ci impegniamo a fornire prestazioni superiori.”

Walgreens Boots AllianceWalgreens Boots Alliance ha completato l’accordo precedentemente annunciato per l’acquisizione di una quota del 40 per cento quindi una minoranza in Sinopharm Holding GuoDa Drugstores Co, una catena di farmacie al dettaglio in Cina. Si veda privateequitywire. Walgreens Boots Alliance ha acquisito la partecipazione di minoranza in GuoDa attraverso un aumento di capitale di 2,77 miliardi di Renmimbi (circa 416 milioni di dollari) e rappresenterà la partecipazione come investimento in mezzi propri. Il vicepresidente esecutivo e amministratore delegato Stefano Pessina, afferma: “Siamo lieti di aver ricevuto le approvazioni normative e il nostro accordo di investimento è stato completato. Riteniamo che GuoDa detenga una posizione di forza nel settore e, in quanto azienda leader nel campo della salute e della bellezza a livello farmaceutico, siamo ben posizionati per sostenere la sua ulteriore ambizione di crescita. Non vediamo l’ora di condividere le nostre best practice internazionali e le nostre competenze in farmacia. Crediamo che ci sia un grande potenziale nel lavorare insieme per giocare un ruolo di trasformazione nel mercato cinese in continua evoluzione della farmacia “.

 

 



Indiabulls Real Estate cede a Blackstone beni commerciali. A Hong Kong il singolo posto auto supera i 750.000 dollari.

$
0
0
blackstone

blackstoneIndiabulls Real Estate Ltd (IBREL) ha annunciato venerdì che venderà beni commerciali ad Ambattur, Chennai, a Blackstone Group, investitore mondiale di private equity per circa 124 milioni di dollari (8,5 miliardi di rupie). Si veda dealstreetasia. La mossa della società è volta a rafforzare le attività in corso nei suoi mercati principali. “Il comitato del consiglio di amministrazione della società ha autorizzato oggi l’esecuzione di documenti di transazione definitivi con le entità controllate da Blackstone Group LP, con i quali la società cederà la sua partecipazione del 100% nel business di attività commerciali presso Ambattur, Chennai. Soggetto al soddisfacimento delle condizioni di chiusura, la transazione deve essere completata in tranches entro il 30 settembre 2019. A maggio, IBREL ha venduto il suo parco da 1,9 milioni di metri quadrati, One Indiabulls Park, a Chennai, a Blackstone, in un vero affare per i 9 miliardi di rupie, come parte del suo piano di uscita dalla città meridionale, un mercato non-core per l’attività dell’azienda. Aveva anche venduto il suo progetto di municipio residenziale, Indiabulls Greens, a Chennai al gruppo Ozone di Bangalore per 2,8 miliardi di rupie. A marzo, la società aveva eseguito i documenti di transazione definitiva con Blackstone per cedere il 50% delle partecipazioni nelle controllate Indiabulls Properties Pvt. Ltd e Indiabulls Real Estate Co. Pvt. Ltd a un valore di impresa aggregato di 1,46 miliardidi dollari pari a 95 miliardi di rupie.

hong kongIl folle mercato immobiliare di Hong Kong stabilisce un nuovo record. Si pensi che un singolo posto auto in uno sviluppo di lusso nel distretto di Ho Man Tin ha cambiato di mano per un record di 6 milioni di dollari di Hong Kong (765.000 dollari). Si veda dealstreetasia. “È pazzesco”, ha detto Darrin Woo, un classico collezionista di auto che ha spedito la sua limousine Pullman Mercedes-Benz del 1968 e una Fiat Abarth rossa del 1957 in California per risparmiare denaro in deposito. “Comprare un posto auto? Non c’è modo. Potrei comprare cinque auto per ciò che è necessario spendere per un postio auto. “Il costo medio per un posto auto è di circa 2,25 milioni di dollari di Hong Kong, un aumento di oltre sei volte dal 2006. Ciò contribuisce a rendere il mercato abitativo della città, il meno economico del mondo. I prezzi delle case sono aumentati di appena 3,4 volte nello stesso periodo. Nella prima metà di quest’anno, sono passati di mano posti auto per un controvalore totale di 10,3 miliardi di dollari di Hong Kong rispetto ai 6,58 miliardi di dollari di Hong Kong nello stesso periodo dell’anno precedente, secondo Midland Realty Services Ltd. I proprietari di auto a Londra e New York affrontano problemi simili. A Manhattan, gli spazi in un condominio di lusso al 42 Crosby St. a Soho sono stati proposti per 1 milione di dollari, secondo il New York Times. Un agente immobiliare che gestisce le vendite per la proprietà ha rifiutato di commentare. Gli sviluppatori di Hong Kong sono in parte responsabili di ciò che sta accadendo. Guadagnano più soldi nel costruire appartamenti anziché garage, quindi il rapporto tra parcheggi e unità abitative è diminuito, ha detto Denis Ma, responsabile della ricerca di Hong Kong presso la società di consulenza Jones Lang LaSalle Inc. Il numero di parcheggi è cresciuto solo del 9,5 percento a 743000 dal 2006 al 2016, mentre la popolazione di auto private è salita del 49 percento a 536,025, secondo un rapporto del Dipartimento dei trasporti della città.


Attese l’11 luglio le offerte per gli Npl e la piattaforma di gestione di Banco Bpm

$
0
0
bancobpm

bancobpmE’ mercoledì 11 luglio la data ultima per la presentazione delle offerte per i 3,5 miliardi di euro di sofferenze,  il cosiddetto portafoglio Project Ace, messo in vendita da Banco Bpm, insieme a una quota della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scrive Reuters, precisando che inizialmente la data prevista era domani, martedì 10 luglio, e che in realtà è possibile che il perimetro della vendita possa essere ben più ampio.

L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, sarebbe pronto a cedere tutti i 10 miliardi di Npl ancora sui libri e il 100% della piattaforma a fronte di una valutazione adeguata. L’ammontare minimo del range indicativo, ovvero i 3,5 miliardi residuali del piano di smaltimento annunciato, potrebbe anche essere venduto senza cedere una quota della piattaforma, mentre Banco Bpm potrebbe cedere la piattaforma soltanto in presenza di offerte per almeno 5 miliardi di NplNell’operazione Banco Bpm è affiancato dagli advisor Deutsche Bank e Deloitte e punta a selezionare una short list al massimo di tre soggetti.  Il punto informale sulle offerte ricevute sarà fatto dal Consiglio di amministrazione di Banco Bpm fissato per il prossimo martedì 17, unica riunione al momento in calendario nel mese, prima di quella che il 3 agosto esaminerà i conti semestrali. 

Il dossier è ovviamente all’esame di tutti i principali operatori italiani e internazionali (si veda altro articolo di BeBeez). Gli ultimi aggiornamenti parlano della cordata Pimco-Phoenix Investment Partners, della cordata Tpg Capital-Davidson Kempner Capital Management-Prelios (affiancati da Mediobanca), della coppia Varde Partners-Guber Banca, di Cerberus Capital Management (Lazard), di Credito Fondiario (Fonspa) ed Elliott Management Corporation (advisor Goldman Sachs) e dalla coppia doBank –Fortress Investment Group (Citi). In particolare, a confermare l’interesse di doBank era stato nelle scorse settimane l’amministratore delegato Andrea Mangoni, mentre per Cerberus aveva confermato il senior advisor Roberto Nicastro.

Ci sarebbe invece stato un passo indietro della cordata Christofferson, Robb & Company-Fire, a cui sembrava essersi unita anche Spaxs. Quest’ultima potrebbe rientrare sul dossier con un’altra cordata.

Intanto a oggi è salito a 67 miliardi di euro il valore lordo delle cessioni di crediti deteriorati annunciate sul mercato italiano da inizio anno, con altri 37 miliardi in arrivo. Mentre se si conta anche quanto fatto negli ultimi 12 mesi, si arriva alla cifra-monstre di 100 miliardi di crediti deteriorati ceduti. Emerge dal database di BeBeez, ripreso lo scorso sabato 7 luglio dalla copertina di Milano Finanza. Per un aggiornamento sui deal e tutti i link agli articoli, clicca qui


Al via la raccolta per TheSpac. Punta a 50 mln euro

$
0
0
TheSpac

TheSpacE’ partito ieri il collocamento di TheSpac, la Spac promossa da Marco Galateri di Genola, Vitaliano Borromeo e Giovanni Lega (si veda altro articolo di BeBeez), che ha presentato nei giorni scorsi a Borsa Italiana comunicazione di pre-ammissione per quotarsi sull’Aim Italia entro l’estate. TheSpac è affiancata da Banca Imi come global coordinator e Nomad (scarica qui il comunicato stampa).

L’obiettivo è raccogliere 50 milioni di euro da investire in un’azienda italiana con un un equity value pre-money compreso tra i 70 e i 200 milioni di euro. Nella Spac i promotori investiranno 10,1 milioni di euro, circa il 20% dell’obiettivo di raccolta, 8 milioni dei quali saranno sottoscritti in azioni ordinarie. Si tratta di un coinvolgimento molto forte per dei promotori persone fisiche, che di solito investono nelle loro Spac sttorno al 3-5%. Inoltre il lock-up sulle azioni derivanti dalla conversione di azioni speciali sarà di 18 mesi, superiore rispetto allo standard di mercato di 12 mesi.

A ricoprire il ruolo di presidente è Marco Galateri di Genola, ingegnere, presidente e azionista di riferimento di Sagittario spa, holding di partecipazioni industriali. Nel corso della propria carriera ha gestito ed è stato azionista di società operanti prevalentemente nel settore degli impianti industriali, in particolare chimici e petrolchimici, su tutti i principali mercati mondiali.

Vitaliano Borromeo, vice presidente, è imprenditore, presidente di diverse società italiane tra cui Flos spa, leader nella produzione di lampade ed illuminazione di design, SAG srl, società che opera nel campo del turismo e Milano 1919 S.r.l., impresa proprietaria del marchio Antonini, attiva nel settore della produzione di alta gioielleria.

A completare il team dei promotori è il Consigliere Giovanni Lega, avvocato specializzato in operazioni di finanza straordinaria e di investimento, dal 2004 managing partner di LCA Studio Legale che ha fondato nel 1988. Membro di consigli di amministrazione di numerosi gruppi industriali, da una sua intuizione è nato il Blue Note di Milano, noto jazz club e ristorante dal 2014 quotato in Borsa.

Per approfondire il tema Spac, si vedano qui il post del Corso di finanza alternativa di BeBeez,
qui il video del Caffé di BeBeez dello scorso 24 aprile e qui quello del luglio 2017.


Ardian compra la maggioranza di Corob. Wise e i manager restano nel capitale

$
0
0
corob_mixer_shaker_clevermix20

corob_mixer_shaker_clevermix20Il controllo di Corob spa,  leader mondiale nella produzione di sistemi tintometrici avanzati, per il settore delle vernici e dei rivestimenti, passa ad Ardian, tramite la sua piattaforma Ardian Expansion. Ieri è stato infatti annunciato l’accordo con il quale Ardian comprerà una quota di maggioranza nella società, affiancando così nel capitale Wise sgr e il top management guidato dal presidente e e amministratore delegato Fernando Bertoni (scarica qui il comunicato stampa).

Wise sgr aveva rilevato il 100% di Corob attraverso il fondo Wisequity IV nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), acquisendolo da Nordic Capital, che a sua volta aveva comprato la società nel 2008 quando era interamente controllata dal gruppo finlandese CPS Color, a sua volta in portafoglio a Industri Kapital. Nel 2013 Nordic Capital aveva poi separato Corob dalle attività del gruppo CPS Color e ne aveva fatto una società indipendente.

Fondata nel 1984 e con sede a San Felice sul Panaro (Modena), Corob offre una vasta gamma di soluzioni automatizzate ad alta tecnologia utilizzate nella produzione e distribuzione di vernici e rivestimenti, inchiostri e sostanze chimiche in tutto il mondo, oltre ai relativi servizi di assistenza post-vendita.

La società conta oggi più di 700 dipendenti, di cui il 10% destinati a ricerca e sviluppo, e oltre 100 milioni di euro di fatturato, 4 centri di produzione eingegneria in Italia, India, Canada e Finlandia e 14 centri adibiti alla commercializzazione e ai servizi. Solo il 6% del fatturato viene realizzato in Italia, il 37%nel resto d’Europa, Medio Oriente e Africa, e il restante 57% in America e in Asia.

Nell’agosto 2017 Corob ha comprato  il 100% di Novaflow Inc., azienda canadese specializzata in soluzioni In-Plant, che vanta 25 anni di esperienza nella fornitura di dispensatori In-Plant a uso industriale nel mondo delle vernici e dei rivestimenti, degli inchiostri e dei prodotti chimici, soprattutto in Nord America (si veda altro articolo di BeBeez). Ardian affiancherà il management nella sua strategia di sviluppo, sia organica sia tramite acquisizioni, facendo leva sul proprio network internazionale.

 


L’asfalto Sintexcal colloca minibond short term da un mln euro

$
0
0
Schermata 2018-07-10 alle 05.13.56

Schermata 2018-07-10 alle 05.13.56Sintexcal spa, azienda leader nella produzione e stesa di conglomerati bituminosi per pavimentazioni stradali (in sostanza vari tipi di asfalto), parte del Gruppo Tonon, tra le principali realtà italiane attive del settore delle costruzioni, ha emesso un minibond short term da un milione di euro.

Il prestito ha scadenza luglio 2019 e cedola del 4% ed è finalizzato a sostenere il programma di sviluppo e consolidamento di Sintexcal sul mercato di riferimento. L’emissione è stata interamente sottoscritta da investitori professionali, tra cui Rete Fidi LiguriaCrescItalia, che ha agito anche in qualità di advisor e arranger dell’operazione, è stata assistita dallo studio legale CMS. Crescitalia è l’advisor dell’HI CrescItalia pmi fund gestito da HedgeInvest sgr.

Sintexcal  è un’azienda storica italiana con sede a Ferrara, che produce in 11 impianti localizzati nel centro-nord Italia. La società ha chiuso il 2017 con 45,2 milionidi euro di ricavi e un utile netto di 0,71 milioni. Il gruppo Tonon ha invece chiuso il bilancio dello stesso anno con 263 milioni di euro di ricavi e con un utile netto di euro 4 milioni.


Viewing all 28032 articles
Browse latest View live