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La spagnola Pronovias si compra gli abiti da sposa di Nicole

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nicoleIl gruppo spagnolo Pronovias, controllato da BC Partners, ha comprato l’italiana Nicole Fashion Group spa, leader nel mercato nazionale e internazionale degli abiti e accessori da sposa di prestigio. A vendere sono stati Carlo Marco Cavallo (ceo), Alessandra Rinaudo e Luigi Cavallo, con i primi due che hanno reinvestito in Pronovias.

Fondata nel 1996 a Saluzzo, nel nord-ovest d’Italia, da Carlo Marco Cavallo e Alessandra Rinaudo, Nicole oggi impiega 110 persone in tutto il mondo, gestisce cinque monomarca in Italia e distribuisce le sue creazioni tramite oltre 800 rivenditori  in 40 Paesi. Il gruppo ha chiuso il bilancio 2018 al 30 giugno a quota 28,5 milioni di euro (+11%).

Carlo Marco Cavallo ha spiegato a PambiancoNews: “Il nostro obiettivo è quello di rafforzarci nei mercati internazionali e, in particolare, nei prossimi tre anni, vogliamo consolidarci in Europa, sviluppando il canale wholesale e probabilmente aprendo anche dei nuovi flagship. In termini di fatturato, contiamo di raggiungere una cifra tra i 55 e i 60 milioni nel 2022”. 

BC Partners è stato assistito sul piano legale da Linklaters, mentre i venditori sono stati supportati dallo studio Marazzi. PwC ha agito infine quale advisor finanziario dell’operazione.



Parte l’asta per le pelli di Rino Mastrotto

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RIno Mastrotto
RIno Mastrotto

RIno Mastrotto

E’ partita l’asta per il controllo di Rino Mastrotto Group, gruppo specializzato nella lavorazione delle pelli a uso industriale. Lo scrive oggi MF Milano Finanza, precisando che per l’operazione è stato dato mandato all’advisor Banca Imi, che il gruppo viene valutato attorno ai 300 milioni di euro e che a valutare il dossier ci siano fondi di private equity tra i quali Alpha, Ardian, Kkr, NB Renaissance e CVC Capital Partners. Quest’ultimo potrebbe pensare a un’aggregazione con Pasubio, di cui ha comprato il controllo poco più di un anno fa (si veda altro articolo di BeBeez).

Rino Mastrotto, con sede a Trissino (Vicenza), controllato dall’imprenditore omonimo, opera nel settore della concia e della lavorazione delle pelli per il settori automotive, arredamento e calzature,  e ha chiuso il 2016 con circa 250 milioni di euro di ricavi. Il gruppo aveva chiuso il 2015 con 258 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 23,3 milioni e un debito finanziario netto di 61,9 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

Nel maggio 2017 aveva emesso un minibond da 12 milioni per sostenere il business plan al 2020, che prevede l’ampliamento e la riorganizzazione degli impianti produttivi oltre all’ampliamento del processo di internazionalizzazione, che mira al consolidamento della leadership con particolare focus ai mercati europeo, americano e asiatico.

Il titolo, che ha scadenza a fine 2023 con struttura amortizing a partire dal 2020, è stato sottoscritto da una decina di soggetti tra cui fondazioni, fondi pensione e banche. Arranger della società per l’operazione era stata Banca Finint.


Fallisce Mosaicoon, la scaleup siciliana delle campagne video

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mosaicoonE’ fallita Mosaicoon, la scaleup siciliana, che ha sviluppato una nota piattaforma tecnologica che permette a creativi e brand di operare insieme per la creazione di campagne video.

Mosaicoon era stata fondata da Ugo Parodi Giusino nel 2009 con un investimento di seed capital del fondo Vertis Venture, che poi aveva investito nuovamente in un round A da 2,4 milioni di euro nel 2012 insieme al fondo Atlante Ventures Mezzogiorno (Gruppo Intesa Sanpaolo). Nel maggio 2016 era poi arrivato un round B da 8 milioni, raccolti da un gruppo di primari family office e imprenditori (si veda altro articolo di BeBeez).

Quell’anno la società aveva chiuso il bilancio con 3 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 2,25 milioni e una perdita netta di 1,8 milioni, a fronte di una posizione finanziaria netta positiva per 570 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

La società aveva poi cercato altri capitali da altri investitori e aveva partecipato lo scorso ottobre all’evento annuale organizzato da ScaleIT Capital, che mette in contatto scaleup italiane con venture capital internazionali (si veda altro articolo di BeBeez).

“Dopo un primo momento di difficoltà, Mosaicoon non è riuscita a superare un’ulteriore fase di crescita. Dopo un primo percorso di investimenti e finanziamenti, dopo il sopravvento di moltissimi altri player come Facebook, abbiamo dovuto far fronte ad una scarsità di capitali”, ha spiegato a Giusino PalermoToday


GS Industry quota minibond da 3 mln

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Schermata 2018-07-04 alle 08.16.26GS Industry spa, uno tra i principali operatori in Italia nel settore della logistica, stoccaggio e automazione, ha quotato ieri all’ExtraMot Pro un minibond da 3 milioni di euro con scadenza dicembre 2021, struttura amortizing a partire dal 31 dicembre 2019 e cedola del 4,35%. Banca Finint ha svolto il ruolo di arranger.
GS Industry, con sede a Galliera Veneta (Padova), è nata nel 2013 su iniziativa di alcuni imprenditori e liberi professionisti dell’area di Padova e Vicenza, con l’obiettivo di rilevare l’ex GS Engineering srl dalla procedura di fallimento, attraverso un contratto di affitto d’azienda. GS Engineering era una società attiva da più di 40 anni nella progettazione e produzione di sistemi di stoccaggio con una vasta gamma di prodotti, dal piccolo scaffale al bullone per uso domestico, al grande magazzino automatizzato. Nel settembre del 2015, dopo due anni di affitto, GS Engineering è stata definitivamente acquistata e nel maggio 2017  è stata trasformata in società per azioni.
Oggi l’azienda è tra le più all’avanguardia nel settore dello stoccaggio e della logistica, che va dal piccolo scaffale per uso domestico al grande magazzino automatizzato. È presente sui principali mercati d’Europa, del Nord Africa e dei Paesi del Golfo. Ha chiuso il 2017 con 18,6 milioni di valore della produzione (rispetto ai 13,7 milioni del 2016) e un ebitda di 1,44 milioni, con un debito finanziario netto di 3,5 milioni.
Il Documento di ammissione spiega che i proventi derivanti dall’emissione andranno a supporto della crescita e dello sviluppo del core business. Principalmente il finanziamento sosterrà gli investimenti in macchinari di ultima generazione, anche grazie alle agevolazioni previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, necessari ad internalizzare alcuni processi produttivi attualmente gestiti in outsourcing.

Fondo Polis vende due immobili per 33,2 mln

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POlisIl fondo Polis, gestito da Polis sgr, ha concluso la vendita di due immobili, di cui uno  a Milano in via Romagnoli 6 e l’altro a Cernusco sul Naviglio, nell’hinterland milanese, per un valore complessivo di circa 33,2 milioni di euro (27 milioni quello di Milano e 6,2 quello di Cernusco, scarica qui il comunicato stampa). Jones Lang LaSalle è stato l’advisor dell’acquirente, il cui nome non è però stato reso noto.

Come precisato in un precedente comunicato, il prezzo di cessione dei due asset risulta inferiore del 22,54% rispetto alla valutazione dell’esperto indipendente del fondo al 31 dicembre 2017. L’immobile di Milano era stato comprato dal fondo nel 2014 da Saint Gobain Glass Italia spa per 19,35 milioni, mentre quello a Cernusco sul Naviglio era stato acquistato dal fondo sempre nel 2014 da Marasco spa per 19,5 milioni.

L’operazione rientra tra le attività di dismissione degli asset del portafoglio immobiliare del fondo Polis la cui vita è stata prorogata sino a fine dicembre 2018 (si veda qui la Relazione di gestione a fine 2017).

Il fondo Polis è stato il primo prodotto lanciato sul mercato da Polis Fondi sgr nel 2000, quotato sul segmento MTF di Borsa italiana dal 19 aprile 2001 e riservato a clienti retail e investitori qualificati. Il fondo aveva una durata iniziale di 12 anni, che è stata prorogata di 3 anni nel 2011 e appunto di altri tre anni nel 2015. Il comparto è attualmente in fase di liquidazione, che dovrebbe essere completata entro fine anno (scarica la scheda riassuntiva del fondo).

Polis Fondi sgr, costituita nel 1998, è partecipata da sei banche (UBI Banca, BPER Banca, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Vicenza in LCA, con una partecipazione del 19,6% ciascuna, mentre Sanfelice 1893 Banca Popolare e Banca Valsabbina hanno il 9,8%). Unione Fiduciaria ha una partecipazione del 2%.

Nel marzo 2018 il  fondo immobiliare Italy Retail Fund di Polis sgr ha comprato un portafoglio di 8 supermercati lombardi della catena Tigros, ceduti da Tigros spa, che a sua volta ha preso in affitto gli immobili (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2017 la Polis sgr ha lanciato PolisCare, il fondo di investimento alternativo dedicato a investimenti in strutture ospedaliere, con una durata prestabilita di 20 anni (si veda altro articolo di BeBeez).


NB Reinassance al controllo di Uteco Converting, leader delle macchine per stampa di packaging

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utecoNB Renaissance Partners ha siglato un accordo vincolante per comprare l’81% di Uteco Converting, leader nella produzione di macchine da stampa per il packaging flessibile. Il top management del gruppo Uteco, guidato dal ceo Aldo Peretti e dal cfo Simone Quinto, e la famiglia Chivilò manterranno rispettivamente il 9% e il 10% del capitale (scarica qui il comunicato stampa). Sinora la società veronese era controllata dalla famiglia Chivilò all’88,5% ed era partecipata per il restante 11,5% dal management.

Uteco, fondata nel 1985 a Colognola ai Colli (Verona), si era trovata a fine anni ’90 in grave crisi finanziaria a seguito di un’aggressiva politica di acquisizioni non accompagnate da un adeguato consolidamento finanziario. A soccorrere nel 2000 la società è  stato l’imprenditore friulano Renato Chivilò, creatore insieme a Vittorio Lodi del polo industriale del vetro e dell’illuminoteca che raggruppa aziende come Vetrerie Riunite, Borromini, Novaref, Performance in Lighting. Chivilò da allora è stato artefice di una profonda ristrutturazione aziendale e, grazie anche all’inserimento di nuove figure manageriali, ha portato la società alla leadership mondiale nel suo settore.

In particolare, la società è cresciuta in modo significativo negli ultimi anni, passando da circa 58 milioni di euro di valore della produzione nel 2008 a circa 127 milioni nel 2017, dopo aver chiuso il 2016 con un fatturato di 121,4 milioni e un ebitda di 11,8 milioni. Sulla base di questi numeri, il controvalore dell’operazione si dice sia sui 150-200 milioni.

NB Renaissance Partners è stata assistita da Lazard in qualità di m&a advisor e da Legance come advisor legale, PwC in qualità di advisor finanziario e fiscale e Bain come consulente di business. Il top management e gli attuali azioisti di maggioranza di Uteco sono stati assistiti da NewInvest Corporation e LCA Studio Legale.

Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da MF Milano Finanza, alla società erano interessati anche i fondi Capvis  e Trilantic, ma anche l’imprenditrice Isabella Seragnoli, proprietaria del colosso Coesia, numero uno al mondo nel settore del packaging (1,6 miliardi di ricavi) e competitor della Ima della famiglia Vacchi. Seragnoli stava lavorando al deal con la sua società d’investimento personale Mais ed era affiancata dal fondo Peninsula

Uteco è attivo nella progettazione e produzione di macchine da stampa per il packaging flessibile. Uteco offre una gamma completa di macchine per la stampa (flessografiche, rotocalco, digitali e altre configurazioni speciali) in aggiunta ad accoppiatrici e spalmatrici.

La presenza nei mercati internazionali si è sviluppata in modo importante e oggi rappresenta circa il 75% del fatturato con un ulteriore potenziale di sviluppo. Uteco conta oggi una base installata di oltre 3.000 macchine a livello globale, opera in 3 stabilimenti in Italia, e vende i suoi prodotti tramite un network di vendita diretto e una rete di oltre 40 agenti. Il gruppo è presente negli Stati Uniti dal 1991 con una propria filiale che fornisce servizi di vendita e assistenza post-vendita e a Singapore con un ufficio vendite dal 2016.


A settembre l’Ico di YOOmahn, il fondo di venture capital che si finanzia in cripto

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Schermata 2018-07-05 alle 05.53.56

Schermata 2018-07-05 alle 05.53.56Partirà il prossimo 1° settembre l’Ico di YOOmahn, fondo di venture capital che, una volta finanziatosi con l’emissione di criptovaluta, investirà il ricavato in economia reale.  E la scelta dei progetti verrà indicata dagli stessi quotisti del fondo, che voteranno utilizzando la tecnologia blockchain (scarica qui il comunicato stampa).

In sostanza, chi sottoscriverà l’Ico riceverà in cambio degli YOO token rappresentativi delle quote del fondo. Per la prima volta, quindi, i token verranno utilizzati sia come strumento di partecipazione diffusa al fondo sia come mezzo democratico di votazione dei progetti di investimento.

I promotori dell’iniziativa sono tre, di cui due italiani: Kim Berger Christensen, che ricopre il ruolo di ceo, con un forte background internazionale nel marketing innovativo; Lorenzo Torquati, cfo del fondo, esperto di ristrutturazione societaria, investitore in criptovalute e cfo di varie startup in Cina; e Federico Ciccone, general manager, ex chief marketing & customer experience officer di Fastweb, con un’esperienza decennale in startup e rilanci aziendali a livello internazionale. Il resto del managing team è internazionale.

Differentemente da un venture capital tradizionale l’accesso al fondo è aperto a tutti, non solo a investitori professionali e istituzionali poiché la scambiabilità dei token permette di monetizzare l’investimento in qualunque momento negoziandoli su diverse piattaforme di scambio, come ad esempio Forkdelta, Bittrex e Binance, senza dover attendere l’uscita da un investimento dopo il classico periodo di 5-10 anni. L’obiettivo dell’iniziativa è proprio quello è colmare il divario tra investimenti virtuali (in particolare l’equity crowdfunding) e raccolta di capitale di rischio tipica dei fondi di venture capital.

Nel dettaglio, verranno immessi sul mercato complessivi 100 milioni di YOO token (del valore nominale di 1 dollaro ciascuno), di cui il 94% disponibile per l’Ico. Il 5% dei token è detenuto dal team e l’1% è in mano agli sviluppatori e advisor. La raccolta minima è stata fissata 2,5 milioni di dollari e i token invenduti saranno distrutti.

I possessori di YOO token riceveranno dividendi a partire dalla fine del terzo trimestre solare dopo che l’Ico si è conclusa, secondo la seguente ripartizione: 50% del rendimento realizzato verrà riaccreditato al titolare di token in criptovaluta Ethereum (in modo da garantire l’automatizzazione di questo processo), mentre il 40% della performance realizzata sarà reinvestita in YOOmahn, espandendo quindi il patrimonio in gestione e aumentando il valore intrinseco di ciascun token YOO. Il restante 10% verrà utilizzato per finanziare i costi di gestione del fondo.

Quanto agli investimenti, ci  sono già più di 100 progetti identificati come target in America, Europa e Asia, che vanno dal settore real estate a quello e-commerce, dal comparto turistico a quello della mobilità urbana, dal fintech alle piattaforme di e-learning. Il fondo oltre a investire, fornirà un supporto costante ai propri investimenti, mettendo a disposizione il know-how del team, che fornirà un mix di servizi ad alto valore aggiunto, dal supporto strategico e manageriale, al marketing, allo sviluppo prodotto, fino al coordinamento legale.

 


Fondazione Enasarco ha in portafoglio 840 mln euro di quote di fondi di private equity, infrastrutturali e di private debt

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Enasarco

EnasarcoAmmontano a 840 milioni di euro gli investimenti che la Fondazione Enasarco (Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e Rappresentanti di Commercio) ha condotto negli ultimi 10 anni in quote di fondi di private equity, infrastrutturali e private debt, che, a loro volta, investono le proprie risorse nello sviluppo e nella crescita di imprese e società presenti in Italia e all’estero.Lo si legge nel Bilancio sociale 2017 della Fondazione, che celebra gli 80 anni di attività, pubblicato ieri e che mostra un patrimonio complessivo per la Fondazione di 7,1 miliardi di euro.

Alla cifra di 840 milioni di euro di investimenti in private capital Enasarco è arrivata a seguito alla precisa scelta di cambiare approccio agli investimenti. La Fondazione nel tempo ha infatti costruito un ingente patrimonio immobiliare, che da alcuni anni sta però dismettendo con il progetto Mercurio. “Ciò ha rappresentato la base per una trasformazione degli investimenti: non case, ma infrastrutture ed equity, asset più agevolmente negoziabili. Per sostenere l’economia reale si è scelto di investire sulle pmi italiane che hanno chance di diventare protagoniste del mercato e che garantiscono congrui ritorni sull’investimento agli iscritti”, si legge nel Bilancio.

Una particolare attenzione è stata prestata agli investimenti effettuati nei fondi di private equity, che nel corso del 2017 hanno condotto nuovi investimenti per oltre 200 milioni di euro in 15 aziende. Inoltre, tra i fondi sottoscritti da Enasarco ci sono i fondi Ambienta I e Ambienta II, gestiti da Ambienta sgr, che investono in società operative nel settore ambientale e che utilizzano tecnologie e prodotti in grado di ridurre la produzione dei gas a effetto serra, aumentare l’efficienza energetica, contenere le emissioni considerate nocive per l’ambiente e/o per l’uomo, migliorare l’utilizzo dell’acqua e ridurre la produzione di rifiuti o migliorarne la gestione una volta prodotti.

Inoltre, la Fondazione ha investito in un fondo di private equity che a sua volta investe prevalentemente in aziende e progetti orientati alla produzione di energia da fonte rinnovabile, alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo di tecnologie pulite con un forte impatto sui settori energia rinnovabile, risparmio energetico, acqua, aria, tecnologia dei materiali, biocombustibili, edilizia sostenibile e agroenergia e in un fondo di real estate che investe in beni immobili funzionali alla produzione di energia elettrica generata da energia rinnovabile e biomasse.

Sul fronte degli investimenti in infrastrutture,  Enasarco nel corso del 2016 ha investito in tre nuovi fondi infrastrutturali, due dei quali investono in Europa e uno a livello globale. Inoltre nel corso del 2017 il CdA della Fondazione ha deliberato di aderire alla fusione tra il fondo infrastrutturale F2i I e F2i III prendendo un impegno nei confronti di quest’ultimo di  56 milioni. Inoltre, in passato ha effettuato un investimento in un fondo infrastrutturale con focus Italia che, attraverso gli investimenti, ha favorito lo sviluppo di infrastrutture nell’ambito del gas, rete idrica, trasporti (aeroporti e autostrade), fibra ottica, energie rinnovabili (settore eolico, fotovoltaico, solare).



Orix compra NXT Capital. Colliers International Group cresce in Danimarca con Sadolin & Albæk.

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Orix Corporation

Orix CorporationOrix Corporation USA (ORIX USA), centro d’affari USA e America Latina per Orix Corporation (ORIX) con sede a Tokyo e NXT Capital hanno annunciato di aver firmato l’accordo sulla base del quale Orix Usa acquisirà appunto NXT Capital. Si veda businesswire. L’acquisizione combina la solidità finanziaria e le soluzioni innovative di capitale di ORIX USA con la posizione di leadership di NXT Capital come fornitore di finanziamenti strutturati al mercato centrale statunitense. “L’acquisizione di NXT Capital è un passo avanti nell’espansione del nostro set di prodotti all’interno della nostra piattaforma di asset management di terze parti e nel raggiungere una crescita continua attraverso relazioni strategiche”, ha dichiarato Hideto Nishitani, Presidente e CEO di ORIX USA. “L’aggiunta di NXT Capital accelera la nostra posizione di creditore ibrido di middle-market e asset manager, consentendo a ORIX USA di espandere la nostra partecipazione in investimenti più grandi e strategici e rafforzare il nostro vantaggio competitivo come fornitore di capitale di fascia alta a medie società di mercato e investitori immobiliari.” Con sede a Chicago, NXT Capital offre una gamma completa di soluzioni di finanziamento strutturate su base diretta attraverso i suoi gruppi di Corporate Finance e Real Estate Finance. NXT Capital gestisce il capitale per conto terzi tramite la sua piattaforma di gestione patrimoniale e offre agli investitori l’accesso esclusivo a prestiti privilegiati di primo grado privilegiati che non sono generalmente negoziati o altrimenti generalmente disponibili senza una piattaforma di origine del prestito. NXT Capital diventerà una filiale di ORIX USA, con Radway che continuerà a servire nel suo attuale ruolo di Chairman e CEO. Radway e l’attuale team di gestione continueranno a gestire NXT Capital con il suo marchio esistente e rimarranno con sede a Chicago. L’acquisizione dovrebbe concludersi nell’agosto 2018, fatte salve le consuete condizioni di chiusura e le approvazioni regolamentari.

Colliers InternationalColliers International Group Inc ha acquisito una partecipazione di controllo in Sadolin & Albæk (Sadolin), uno dei maggiori specialisti del mercato dei capitali danese, che sarà fuso con le attività correnti di Colliers International in Danimarca (Colliers Danimarca). Si veda propertyfundsworld. I partner di Sadolin, insieme al team di leadership esistente di Colliers Danimarca, manterranno una significativa partecipazione azionaria nel business combinato sotto l’esclusivo modello di partnership aziendale di Colliers. Insieme, Colliers Denmark avrà un totale di 150 professionisti che offrono una varietà di servizi tra cui mercati dei capitali, soluzioni aziendali, leasing commerciale e intermediazione commerciale, consulenze e consulenze immobiliari e valutazioni immobiliari, operando da cinque uffici a Copenaghen, Aarhus, Vejle, Aalborg e Odense. I termini della transazione non sono stati divulgati. Fondata nel 1967, Sadolin vanta un eccezionale team di leadership e 46 professionisti con esperienza nei mercati dei capitali. Il business congiunto sarà guidato da Peter Winther, CEO e Jeppe Schønfeld, che ricoprirà la carica di vice CEO di Colliers International nella regione. “In seguito alla recente acquisizione del leader di mercato in Finlandia all’inizio dell’anno, questa fusione ha stabilito Colliers come attore dominante in un altro importante mercato nordico”, afferma Chris McLernon, CEO di Colliers International | EMEA. “Stiamo andando sempre più forte con l’aggiunta di questi professionisti di talento che stabiliscono Colliers come una delle piattaforme pan-nordiche commerciali più forti in assoluto”. “Il nostro intero team in Danimarca è entusiasta di questo nuovo sviluppo: l’aggiunta di professionisti esperti nei mercati dei capitali e di ricerca e valutazione ci consente di offrire ai nostri clienti servizi aggiuntivi di prima classe in tutta la Danimarca”, afferma Jeppe Schønfeld, Deputy CEO, Colliers Danimarca.

 


Platinum Equity compra PLI Card Marketing Solutions. Driehaus Private Equity vende focus4media.

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Platinum EquityPlatinum Equity ha acquistato PLI Card Marketing Solutions, produttore di schede, dopo una serie di operazioni fatte nello scorso giugno. Si veda Altassets. PLI offre servizi di regalistica, fidelizzazione e tessere associative comprese le attività di produzione di carte, personalizzazione, direct mail e servizi di stampa. Platinum ha dichiarato che l’azienda è il più grande produttore al mondo di keycards per gli alberghi. Il partner dell’azienda Jacob Kotzubei ha dichiarato: “PLI ha costruito un business eccezionale attraverso una combinazione di grinta e tenacia, e rispettiamo la mentalità orientata alla crescita e lo spirito imprenditoriale dell’azienda.” “Con il supporto delle nostre risorse finanziarie, operative e di M & A, il PLI può ora raggiungere il livello successivo di sviluppo. “Vediamo enormi opportunità di crescita aggiuntiva, sia nei mercati principali che in quelli adiacenti, e consentiremo all’azienda di investire in nuove tecnologie e implementare best practice operative in tutta l’organizzazione”. Lo scorso mese la società aveva stipulato una JV con la Ball Corporation per formare un nuovo produttore di imballaggi metallici e ha concluso un accordo da 2,1 miliatrdi di dollari per l’acquisto delle attività LifeScan di Johnson & Johnson. Platinum Equity ha $ 13 miliardi di asset in gestione e un portafoglio di 30 aziende. Lo scorso anno l’azienda ha effettuato il closing a 6,5 miliardi di dollari per il suo quarto fondo e, a quanto si dice, è in trattativa con gli investitori per il lancio del suo primo fondo per le società a bassa capitalizzazione.

Driehaus Private EquityDriehaus Private Equity, LLC (DPE) ha annunciato la vendita di focus4media a Mood Media, fornitore leader globale di soluzioni multimediali in-store per migliorare l’esperienza del cliente. Prima della vendita, focus4media era stata affiliata esclusiva di Mood in varie regioni del sud-est. La vendita è immediatamente efficace. Le parti non hanno rivelato i termini della transazione. Si veda globenewswire. “Da quando abbiamo acquisito focus4media nell’aprile 2015, la società ha registrato una forte crescita mentre lavoravamo con il management per migliorare le operazioni, supportare nuovi prodotti ed espandere la forza vendita”, ha affermato Eli Boufis, co-fondatore e direttore esecutivo di DPE. “La leadership di mercato di Mood e l’affiliazione di successo con focus4media rendono questa combinazione ideale.” Questa è la seconda vendita del fondo DPE; il primo è stato Syntac, acquisito da Shurtape Technologies nell’aprile 2017. “Vediamo una continua crescita nelle nostre società in portafoglio e opportunità per transazioni a beneficio degli imprenditori e delle società in cui investiamo, nonché dei nostri investitori”, ha affermato Boufis. “Driehaus Private Equity ha svolto un ruolo fondamentale nel portare focus4media ad un livello di performance che rende questa una forte opportunità di crescita per noi e Mood Media”, ha dichiarato Gary Alshouse, CEO di focus4media. “Sono entusiasta delle nuove opportunità che ci attendono.” Driehaus Private Equity, con sede a Chicago, supporta le aziende che cercano di crescere organicamente o attraverso l’acquisizione con una fonte dinamica di capitale e risorse al di là del capitale. In qualità di società di investimento privata, DPE sfrutta la sua base di investitori per contribuire con la sua rete e le sue conoscenze uniche per aiutare a costruire società di portafoglio.

 


Il MORI Building Digital Art Museum. Primo museo digitale al mondo.

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Mori Building Digital Art Museum in Tokyo. Photographer: Behrouz Mehri/AFP via Getty Images

Il MORI Building Digital Art Museum, quello che viene pubblicizzato come il primo museo al mondo interamente digitale è in parte una galleria d’arte, in parte un parco divertimenti e per alcuni, una casa infestata dai fantasmi. Si nota subito l’assenza di cose che siamo normalmente abituati a vedere in un museo d’arte: non ci sono guide, non ci sono descrizioni e non ci sono cartelli che mettono in guardia gli spettatori dal tenere le mani lontane dalle opere d’arte. In effetti, non ci sono opere d’arte – nel senso usualmente percepito del termine come dipinti o oggetti dietro le teche di vetro. Si veda Bloomberg. Al MORI Building Digital Art Museum di Tokyo, una collaborazione tra lo sviluppatore e il collettivo artistico TeamLab, la luce e lo spazio sono l’arte. I visitatori navigano in un labirinto di stanze buie e deserte, entrando o passando attraverso circa 50 installazioni caleidoscopiche che vengono attivate da sensori di movimento e proiettate su ogni superficie dello spazio espositivo di 100.000 piedi quadrati, in attesa di essere scoperte. “Ogni visitatore può godere di questa esperienza a modo suo”, ha detto Ou Sugiyama, a capo del museo. “Il titolo della mostra è ‘Senza bordi‘ e intende significare come le opere immersive mantengano i confini tra i visitatori in uno stato di continuo flusso”.

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Inside the Mori Building Digital Art Museum. Photographer: Behrouz Mehri/AFP via Getty Images

Grazie alla tecnologia di mappatura della proiezione, le opere d’arte reagiscono al movimento e al tatto, invitando i visitatori del museo a immaginare di possedere nuovi superpoteri. “Con l’arrivo delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi di Tokyo del 2020, volevamo offrire al mondo qualcosa di unico, rendendo la nostra città ancora più magnetica”, ha aggiunto Sugiyama. In una stanza chiamata “Forest of Lamps”, centinaia di lampade sono appese a diverse altezze su un pavimento specchiato: quando i visitatori entrano nello spazio, la luce si diffonde da una lampada all’altra, come il fuoco. Prima che il visitatore se ne accorga, l’intera stanza diventa un singolo colore. Con la musica inquietante che riempie tutto il vuoto, l’esperienza inizia a sentirsi ultraterrena. Se ti piace l’oceano, i visitatori sono invitati a disegnare animali marini con dei pastelli su pezzi di carta, quindi adagiarli su uno scanner. In pochi secondi, i disegni appaiono sul muro e iniziano a nuotare con altre forme di vita marina. Se cerchi di catturare il tuo pesce, questo si allontana. Altre opere esplorano la natura e il ciclo della vita. Passando da un’installazione all’altra, appaiono rane e lucertole. Un passo sbagliato e li schiacci.

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A digital installation at the Mori Building Digital Art Museum. Photographer: Behrouz Mehri/AFP via Getty Images

L’ora del tè

Se poi i visitatori volessero rifocillarsi, la EN Tea House li attende. Per un extra di 500 yen ($ 4,50), puoi bere l’arte. Vi verrà versato del tè in una tazza: dopo qualche secondo un fiore sboccierà nella tazza stessa; fiori diversi continueranno ad aprirsi finché rimane ancora tè. Il MORI Building Digital Art Museum è ospitato nella cittadina di Odaiba Palette sulla linea Rinkai e sulla linea del tram Yurikamome. I biglietti sono 3.200 yen ($ 29) per gli adulti e 1.000 yen ($ 9) per i bambini.

 


Nicolaus compra il marchio Valtur per 3 mln. Il 13 luglio termine ultimo per presentare un piano in Tribunale

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nicolausIl marchio Valtur è stato comprato per 3 milioni di euro da Nicolaus, gruppo pugliese di proprietà dei fratelli Giuseppe e Roberto Pagliara che con la loro offerta hanno battuto quelle di Bluserena e Alpitour (scarica qui il comunicato stampa). La base d’asta prevista dal bando del Tribunale di Milano era di 1,5 milioni. Il closing della gara dovrebbe avvenire nell’arco di una ventina di giorni.

Il gruppo Nicolaus, fondato a Ostuni nel 2003, attualmente gestisce 24 Nicolaus Club in Italia e 6 Nicolaus Club International all’estero, ha registrato nel 2017 ricavi per 80 milioni e un margine di ebitda del 5,5%, ma il piano industriale del gruppo si pone alla fine dei prossimi 3 anni un obiettivo a 150 milioni di euro di fatturato con un margine di ebitda del 7-8%. Nei giorni scorsi Nicolaus è entrato nel programma Elite di Borsa Italiana.

Intanto scadranno il prossimo 13 luglio i termini per la presentazione di una proposta definitiva di concordato preventivo (con il piano e la documentazione completa di cui ai commi secondo e terzo dell’art. 161 Legge Fallimentare) o di una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis LF, dopo che il Tribunale aveva ammesso Valtur al concordato in bianco lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez). In realtà, però, la strada da prendere è già stata definita e infatti lo stesso bando di gara per il marchio spiegava che “la miglior offerta ricevuta conformemente alle indicazioni di cui al presente avviso e che risulterà aggiudicataria del procedimento competitivo sarà inclusa nel piano di concordato di cui all’art. 161, secondo comma, lett. e), L.F., in corso di predisposizione a cura della società, per il cui deposito il Tribunale di Milano ha concesso termine sino al 13 luglio 2018”.
Come noto,  Valtur, controllato da Investindustrial, ha accumulato debiti per circa 70 milioni (quasi tutti verso fornitori e quasi nulla verso le banche) a fronte di circa 85 milioni di ricavi per l’esercizio che si è chiuso a fine ottobre 2017 e di una perdita netta di 80 milioni, così come era già accaduto nel 2016.

 


Il Fondo Strategico Trentino – Alto Adige sottoscrive minibond di Niederstätter e Dolomiti Fruits

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dolomitiIl Fondo Strategico Trentino Alto-Adige, gestito da Finint Investments sgr, ha siglato due operazioni di investimento in minibond in pochi giorni la scorsa settimana. Il fondo ha infatti sottoscritto integralmente le nuove emissioni di Niederstätter srl e di Dolomiti Fruits srl.

Niederstätter, società a conduzione familiare altoatesina e una delle più importanti realtà italiane nel settore della vendita e del noleggio di macchinari per l’edilizia, container e prefabbricati modulari, ha emesso un minibond da 2 milioni di euro a 6 anni e mezzo. La società, fondata a Bolzano nel 1975 da Maria Niederstätter, nel 2017 ha impiegato oltre 60 risorse tra dipendenti e collaboratori, e registrato un fatturato di 26 milioni di euro in crescita di quasi il 30% rispetto allo scorso esercizio. I proventi dell’emissione, oltre a riequilibrare in maniera più coerente ed efficace le fonti di finanziamento, sosterranno un piano di crescita della presenza commerciale della società in tutto il Nord Est, anche attraverso acquisizioni.  L’emissione rappresenta il secondo minibond per la società, che già nel dicembre del 2016 aveva emesso un primo bond da 3 milioni di euro, sempre integralmente sottoscritto dal Fondo Strategico Trentino – Alto Adige.
Dolomiti Fruits, società della Val di Non specializzata nella produzione di succhi, cremogenati di frutta e ortaggi, ha invece emesso un minibond da 3 milioni di euro a 6 anni e mezzo. Nata per iniziativa di alcuni imprenditori delle province di Trento e Bolzano, la società produce nello stabilimento di Nanno che impiega 23 persone. Nel 2017 ha registrato ricavi per 23 milioni di euro, di cui il 71% prodotto all’estero. I proventi derivanti dall’emissione saranno dedicati alla realizzazione di una nuova linea produttiva industriale nell’ex stabilimento da tempo sfitto della Valman spa in Mezzocorona nella valle dell’Adige. Lo stabilimento di Nanno continuerà regolarmente la propria attività. L’investimento complessivo previsto è di 6 milioni di euro e porterà la capacità produttiva dalle attuali 25 mila tonnellate annue fino a 40 mila tonnellate di prodotti da frutta. Sono inoltre previste 18 assunzioni legate al nuovo investimento. Si prevede che l’inizio dell’attività a Mezzocorona parta da gennaio 2019.

L’Agenzia Spaziale Italiana compie 30 anni. Li festeggia con un fondo di venture capital

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Roberto Battiston
Roberto Battiston

Roberto Battiston

L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sta lavorando a un  fondo di venture capital da circa 80 milioni di euro, di cui almeno il 30% sarà raccolto da investitori privati con l’obiettivo di rilanciare e consolidare le imprese che nascono e si sviluppano in Italia e una fiera della space economy. Il progetto è stato annunciato ieri dal presidente di ASI, Roberto Battiston, nel corso della cerimonia di celebrazione per i primi trenta anni dell’ASI a Tor Vergata.

Al progetto “ASI parteciperà come uno dei cornerstone investor”, ha detto ancora Battiston, specificando che a gestire il fondo sarà “una delle sgr autorizzate dalla Banca d’Italia per questo tipo di investimento”.

“Abbiamo deciso di realizzare in Italia un fondo di venture capital proprio per identificare e investire in quelle idee del settore spaziale più promettenti”, ha spiegato ancora Battiston, che ha aggiunto: “Oggi si stanno sviluppando idee, imprese, capacità imprenditoriali che potranno portare in alcuni casi, dei grossissimi risultati nei prossimi anni e noi vogliamo essere in grado di intercettarli con questi strumenti di carattere finanziario”.

Il presidente di ASI ha sottolineato che il progetto del fondo è “un processo che si sviluppa su 15 anni complessivi, è la tipica forma di venture capital caratteristico dei settori di alta innovazione. Lo spazio è certamente un settore ad alta innovazione in cui questi strumenti finanziari avanzati trovano la loro giustificazione perché’ in alcuni casi sono in grado di rendere molto di più di quello che può rendere un investimento azionario tradizionale. Non parliamo infatti di piccole start up ma di investimenti di qualche milione di euro”.


Axa Im compra l’ostello Meininger a Roma per 25,8 mln

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Meininger Roma

Meininger RomaAXA Investment Management Real Assets  ha comprato l’ostello Meininger a Roma per 25,8 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è stata Dear spa, assistita dall’advisor Coldwell Banker Commercial.

L’ostello aperto quest’anno da Meininger, si sviluppa in un immobile di 6 piani, occupa una superficie di 6.300 mq e comprende 118 camere, per un totale di 319 posti letto, cui si aggiungono le aree comuni e un bar.

Il principale affittuario dell’ostello è il gruppo tedesco Meininger Hotels, che si ha firmato un contratto di affitto per un periodo lungo, fornendo flussi di reddito stabili ad AXA Im. L’ostello è in una posizione strategica: è situato a soli 500 metri dalla stazione di Roma Termini, mentre l’Università La Sapienza e l’ospedale Policlinico sono raggiungibili a piedi. Si tratta di un ostello “ibrido”, concetto unico di Meininger che si basa sulla combinazione tra servizio e comfort di un hotel, camere flessibili e prezzi ragionevoli.

AXA Im Real Assets è parte del gruppo Axa Im, il primo gestore di fondi immobiliari europei, con asset in gestione per 63 miliardi di euro secondo la Fund Manager Survey di Inrev, Anrev e Ncreif (si veda altro articolo di BeBeez). L’ultimo investimento di AXA Im in Italia risale al luglio 2017, quando la società acquisì altri tre immobili del Bodio Centre di Milano, diventando così proprietaria unica del complesso da 65mila mq (si veda altro articolo di BeBeez).



TPG Asia Healthcare Holdings raccoglie 50 milioni di dollari. Inventus Capital ne raccoglie altrettanti per il suo fondo indiano.

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TPGPiattaforma sanitaria basata sulla crescita TPG Asia Healthcare Holdings (AHH) ha raccolto 50 milioni di dollari da Sheares Healthcare di Temasek, un investitore e fornitore di servizi di assistenza sanitaria. Si veda dealstreetasia. L’investimento da parte di Sheares Healthcare si basa sulla strategia di AHH di riunire un gruppo di importanti dirigenti sanitari regionali e investitori globali, ha detto AHH in un annuncio, aggiungendo che il finanziamento sarà utilizzato per far crescere e diversificare la piattaforma. Guidata dal presidente esecutivo Vishal Bali, AHH si concentra sull’India e sull’Asia meridionale, si rivolge alle opportunità di investimento in attività sanitarie con specialità singole e sfrutta il proprio team di gestione esperto per fornire competenze operative al proprio portafoglio. Sheares Healthcare, nel frattempo, lavora a stretto contatto con le società di portafoglio per dare forma alla fornitura di assistenza sanitaria, principalmente in Asia, attraverso cure innovative, appropriate e incentrate sul paziente. “Implementando le competenze operative del team di gestione di AHH, abbiamo compiuto progressi eccezionali con i nostri primi due investimenti in India. Ora, con l’aggiunta dei migliori partner di Sheares Healthcare e Temasek, vediamo una chiara opportunità per AHH di diventare una delle più entusiasmanti piattaforme sanitarie dell’Asia meridionale “, ha affermato Matthew Hobart, Partner di TPG Growth. TPG Growth è la piattaforma di investimento azionario sulle aziende medie e in crescita di TPG che ha circa 84 miliardi di dollari di asset in gestione. L’assistenza sanitaria è un obiettivo centrale per la crescita TPG in India e nel mondo. Con circa 13,2 miliardi di dollari di asset in gestione, TPG Growth punta agli investimenti in un’ampia gamma di settori e aree geografiche. Il portafoglio AHH è attualmente costituito da Cancer Treatment Services International (CTSI), una rete di ospedali oncologici a specialità singola in tutta l’Asia meridionale e Rhea Healthcare Pvt con sede a Bengaluru. Ltd, che gestisce una rete di ospedali per donne e bambini con il marchio “Maternità”. Incorporato nel 1974, Temasek è una società di investimento globale con sede a Singapore. Possiede un portafoglio di 197 miliardi di dollari al 31 marzo 2017, con un’esposizione significativa a Singapore e nel resto dell’Asia.

Inventus CapitalLa società di Venture capital Inventus Capital sta per approdare al suo primo closing a 1,75 miliardi di rupie per il suo terzo fondo all’inizio del prossimo mese, questo stando alle dichiarazioni di un senior executive della società. Si veda dealstreetasia. Inventus sta traguardando un capitale finale di 3,25 miliardi di rupie. Questo terzo fondo è il primo della società che si pone come obbiettivo l’India e che sarà gestito da un team indiano che include Parag Dhol, Rutvik Doshi e Samir Kumar. “Stiamo seguendo il percorso che ci porterà a raccogliere il capitale per il terzo fondo e contemporaneamente a chiudere il primo deal entro il prossimo mese. Contrariamente a quanto fatto con i nostri primi due fondi che hanno investito in India ma anche negli USA, avremo invece due percorsi separati. Abbiamo come target un fondo dedicato all’India di 3,25 miliardi di rupie ovvero circa 50 milioni di dollari. La nostra concentrazione sarà esclusiva sulle startup indiane,” ha detto Parag Dhol, managing director di Inventus Capital Par


De Nora si aggiudica mega commessa per sanificare 10 impianti idrici a Hong Kong

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Schermata 2018-07-06 alle 07.20.05

Schermata 2018-07-06 alle 07.20.05L’italiana De Nora, azienda leader nella progettazione di soluzioni sicure, innovative e sostenibili per la disinfezione, l’ossidazione, la filtrazione e l’elettroclorazione dell’acqua, si è aggiudicata una commessa, si dice da 30 milioni di euro, da parte del Water Supply Department di Hong Kong SAR (scarica qui il comunicato stampa).

Il gruppo elettrochimico italiano, partecipato al 32,9% da Blackstone (si veda altro articolo di BeBeez), fornirà nel dettaglio sistemi di disinfezione per dieci impianti di trattamento delle acque per il dipartimento idrico della RAS, di cui sette appaltati dal contractor REC-Chevalier JV e tre dalla giapponese Torishima (Hong Kong) Limited. La decisione della conversione su tutto il territorio è stata presa al fine di risolvere i problemi di sicurezza associati al trasporto e lo stoccaggio di cloro liquido nelle aree altamente popolate, situate nei dintorni degli impianti idrici.

Il pacchetto tecnologico di fornitura comprende il sistema CECHLO (tecnologia in situ ) in combinazione con le apparecchiature Capital Controls di dosaggio cloro e i sistemi di emergenza contro eventuali fughe di cloro EST. Si prevede la messa in marcia di tutti i sistemi entro il 2020.

Tra i vantaggi del sistema figurano l’assenza di rischi di sicurezza associati al trasporto o allo stoccaggio di sostanze chimiche pericolose, oltre alla riduzione dei costi del personale legati alla mancata gestione di grandi volumi di sostanze chimiche pericolose e bassi costi di produzione.

A livello globale, De Nora è il più noto fornitore di elettrodi per processi elettrochimici (per clienti che operano nella produzione di cloro e soda caustica, nell’elettronica e nelle finiture superficiali, nell’elettroclorazione di piscine e in altri settori specialistici) ed è tra i leader nelle tecnologie e nei processi di filtrazione e disinfezione dell’acqua (per clienti che operano in ambito idrico industriale, comunale e nei settori dei servizi delle acque reflue, della potenza e dell’energia e in campo marittimo).


Partners Group compra Megadyne. Escono Astorg e Neuberger Berman

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megadyneMegadyne, società torinese leader nella produzione e commercializzazione di pulegge e cinghie in poliuretano e in gomma, passa ufficialmente sotto il controllo del colosso svizzero degli asset alternativi Partners Group. Sull’imminente cambio di controllo della società, che è stato annunciata ieri (scarica qui il comunicato stampa), erano circolate voci una ventina di giorni fa (si veda altro articolo di BeBeez). Il closing dell’operazione è previsto nel terzo trimestre del 2018 ed è soggetto alle approvazioni delle autorità competenti.

Nel suo comunicato Partners Group precisa che l’operazione segue l’acquisizione di Ammeraal Beltech, a sua volta leader mondiale nel settore delle cinghie di trasmissione, da  Advent International, e che il valore combinato delle due acquisizioni, che hanno visto il reinvestimento dei rispettivi manager, è di circa 2 miliardi di euro.  Una volta ch ele due acquisizioni saranno finalizzate nella seconda parte dell’anno, Partners Group fonderà i due gruppi per dar vita a un’unica realtà.

Fondata nel 1957 e con sede a Mathi (Torino), Megadyne era controllata dal fondo francese Astorg Partners dal 2014, che aveva acquistato la quota di maggioranza dal Fondo Italiano d’Investimento e dalla famiglia Tadolini. Il Fondo Italiano controllava il 14,13% del capitale di Megadyne, come risultato di un primo investimento di 20 milioni nel settembre 2012 e di un secondo investimento da 2 milioni nel 2013, nel contesto di una più ampia operazione che aveva visto l’ingresso in Megadyne tramite aumento di capitale da parte di una famiglia di imprenditori turchi, che in cambio aveva ceduto al gruppo torinese la propria azienda (Rultrans).

Nel giugno 2014, poi, Astorg aveva comprato la maggioranza della società, mentre il Fondo Italiano aveva reinvestito circa 15 milioni per il  5% del capitale, Giorgio e Marco Tadolini avevano reinvestito per il 20% e i manager avevano fatto altrettanto per il restante  5%, con una piccola quota del capitale che era rimasta delle famiglie turche Cohenca e Cukurel (si veda altro articolo di BeBeez).

Oggi la quota di Megadyne che era del FII si trova nel portafoglio dei fondi di Neuberger Bermane del veicolo quotato NB Aurora, che l’hanno rilevata insieme alle altre partecipazioni dirette del FII.

Megadyne ha chiuso il 2017 con 319 milioni di euro di fatturato, dopo aver raggiunto nel 2016 282,3 milioni di euro di ricavi netti consolidati,  un ebitda di 56,2 milioni e un debito finanziario netto di 176,4 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).  Megadyne  ha sede a Torino e serve oltre 30.000 clienti in diversi settori grazie ai 15 stabilimenti di produzione e i 33 centri di distribuzione in tutto il mondo. L’azienda impiega oltre 2.300 dipendenti. Alla fine del 2017 si era anche parlato di una possibile quotazione in Borsa di Megadyne.

(articolo modificato alle ore 9 .00 del 6luglio 2018, si aggiungono info su futura fusione con Ammeraal Beltech)


Fineurop Investment Opportunities assuntore nei concordati di Pharmaday e Planetex

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planetexFineurop Investment Opportunities spa, società del Gruppo Fineurop specializzata in operazioni di ristrutturazione aziendale e di investimento in situazioni complesse derivanti dalla crisi d’impresa, ha chiuso nel giro di un mese due operazioni di salvataggio per altrettante aziende in concordato preventivo, agendo nel ruolo di assuntore. Le due società in questione sono Pharmaday e Planetex. Entrambe le operazioni sono state condotte con l’assistenza legale di Delfino Willkie Farr & Gallagher.

L’innovativo utilizzo dell’assunzione nell’ambito del concordato preventivo messa a punto dall’accoppiata Fineurop-Delfino  consente di accelerare l’iter giudiziale e superare le incertezze collegate alle procedure concorsuali e permette di preservare la continuità dell’azienda in esercizio, con importanti ricadute in termini occupazionali e di tenuta del tessuto economico locale. Nel dettaglio, l’assuntore garantisce integralmente l’onere concordatario tramite il rilascio di fideiussioni bancarie a prima richiesta.

L’operazione più recente è quella sulla società farmaceutica Pharmaday, la cui procedura di concordato preventivo è stata omologata dal Tribunale di Pavia il 29 giugno scorso. Pharmaday era stata ammessa alla procedura di concordato in bianco e il tribunale aveva concesso tempo sino a fine 2016 per depositare il piano (scarica qui il decreto). La società aveva chiuso il 2016 con 43,8 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo di 9,8 milioni e una perdita netta di 22 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 15,6 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).

Lo scorso 25 maggio, invece,  era stata omologata dal Tribunale di Busto Arsizio la procedura di concordato preventivo di Planetex spa, società produttrice di tovagliati e biancheria intima e da notte per uomo, donna e bambino,  che produce su licenza di marchi del calibro di Disney, Marvel, Winx, Warner Bros, Nickelodeon, Laura Biagiotti, Navigare, Sweet Years, Bacieabbracci e di alcune delle principali squadre di calcio europee come Bacellona, Inter, Juventus, Mancheser United, Milan e Napoli. La società nel luglio 2015 aveva annunciato il collocamento di un minibond da 10 milioni di euro che sarebbe poi dovuto essere quotato all’ExtraMot Pro di Borsa italiana (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia di quel bond non se ne è più saputo nulla e pochi mesi dopo la società entrava in crisi, chiudendo il 2015 con 57,9 milioni di euro ricavi, un ebitda negativo di 7,8 milioni e una perdita netta di 20,1 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 26,8 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). A inizio aprile 2016 Planetex veniva ammessa al concordato in bianco (scarica qui il decreto del Tribunale). La società era poi stata ammessa alla procedura di concordato preventivo nell’aprile 2017 con pubblicazione del bando di gara per l’assunzione degli obblighi e degli attivi della società (scarica qui il bando di gara).


Investindustrial Growth compra il 70% di Dispensa Emilia

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dispensaIl fondo Investindustrial Growth ha rilevato il 70% di Dispensa Emilia, azienda leader nella ristorazione fast casual in Italia, fondata nel 2004 e con sede a Modena. Il fondatore della società Alfiero Fucelli, imprenditore con oltre 25 anni di esperienza nel settore delle catene di ristorazione, manterrà la carica di presidente e amministratore delegato (scarica qui il comunicato stampa).

Investindustrial si è avvalsa della consulenza di PwC, Studio Lombardi, Studio Giovannelli e Associati, Long Term Partners e Savills Larry Smith. Gli azionisti di Dispensa Emilia si sono avvalsi della consulenza di Alantra, Studio NGD, Studio Vismara Tentardini e Deloitte.

Dispensa Emilia coniuga la tradizione culinaria emiliana con un’offerta strutturata intorno al prodotto della tigella, con un modello di ristorazione che garantisce ai consumatori un’ampia scelta gastronomica, un servizio veloce e un ottimo rapporto qualità-prezzo. L’azienda è presente nel nord Italia con dieci ristoranti di cui sei in Emilia-Romagna, due in Lombardia, uno in Toscana e uno in Veneto, e ha chiuso il 2017 con circa 20 milioni di euro di ricavi.

Obiettivo dell’operazione è supportare un’ulteriore crescita di Dispensa Emilia a livello nazionale tramite l’apertura di nuovi ristoranti nelle regioni di riferimento della società e nel medio termine favorire l’espansione a livello internazionale di un brand con alto potenziale, in particolare nei paesi limitrofi all’Italia.

Con l’acquisizione di Dispensa Emilia, Investindustrial Growth realizza la sua prima operazione in Italia dopo aver acquisito Benvic, leader europeo nella produzione di pvc con sede in Francia, e OKA, marchio dell’arredamento e lifestyle con sede nel Regno Unito (si veda altro articolo di BeBeez).

 


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