La mega-fusione in corso nel settore della birra tra Anheuser-Busch InBev e SAB Miller ha messo nel radar dei fondi di private equity internazionali i marchi Peroni, Grolsch e Meantime Brewing Company, che SAB Miller hs deciso di mettere sul mercato per anticipare quelle che saranno le richieste dell’Authority Antitrust europea (scarica qui il comunicato stampa). Peroni era stata acquisita da SAB Miller nel 2003.
La vendita delle attività in Italia, Olanda e Regno Unito, insieme alla vendita già annunciata della quota delle attività di SAB MIller negli Usa al partner Miller Coors per 12 miliardi di dollari, sarà infatti una condizione necessaria per avere il via libera all’acquisizionei di SAB Miller da parte di AB INBev, un’operazione da 108 miliardi di dollari,
Secondo quanto riferisce Reuters, ciascuno dei tre marchi in vendita potrebbe essere valutato attorno al miliardo di dollari e gli acquirenti più probabili sarebbero i fondi di private equity, perché i grandi gruppi industriali della birra, come Heineken e Carlsberg, controllano già a loro volta quote di mercato molto importanti nei vari Paesi europei.
AB InBev nel 2009 aveva ceduto i suoi asset in Korea a Kkr e ad Affinity Equity Partners per poi ricompraseli nel 2014. Sempre nel 2009 aveva ceduto a CVC Capital Partners nove birrifici in Europa centro-orientale a valle dell’acquisizione di Anheuser Busch Cos da parte di InBev nel 2008. Partendo da quegli asset, CVC aveva creato il gruppo StarBev e nel 2012 ha venduto il gruppo a Molson Coors per 2,65 miliardi di euro. Lo scorso febbraio la holding di investimento Gimv, quotata a Bruxelles, ha comprato United Dutch Breweries, proprietario anche del noto brand olandese Oranjeboom, che era stato venduto da AB all’investment company olandese Egeria nel 2008 sempre a valle della fusione con InBev.
Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Mergermarket, per la vendita dei tre marchi europei SAB Miller ha dato mandato agli advisor Lazard e Deutsche Bank.
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