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Trentino Sviluppo stanzia 4 mln euro per la riqualificazione in chiave sostenibile della ex sede di Bailo

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4Trentino Sviluppo, agenzia territoriale per l’innovazione, l’impresa e lo sviluppo sostenibile della Provincia Autonoma di Trento, ha stanziato 4 milioni di euro per la riqualificazione in chiave sostenibile della ex sede dell’industria tessile sportiva Bailo, situata a Pieve Tesino, in provincia di Trento (si veda qui il comunicato stampa).

Si tratta di una struttura ampia, frazionabile in lotti, a pochi passi dal Giardino d’Europa Alcide De Gasperi, dell’Arboreto del Tesino e del Campo da golf che fanno del piccolo Altopiano del Tesino, nel Trentino Orientale. L’edificio, di proprietà di un imprenditore privato, è stata progettata nel 1985 dall’architetto Ario Biotti e dall’ingegner Guglielmo Concer, e completata nel 1989. Sorge su un’area industriale che interessa complessivamente una superficie di due ettari con oltre 3.300 metri quadri di superficie coperta e un volume di 46.000 metri cubi. Il lotto è attualmente suddiviso in due settori: un’area fronte strada, su tre livelli, destinata ai servizi generali e uffici, e una parte retrostante, su due livelli, destinata all’attività produttiva (magazzini e laboratori a piano terra e locali per la vendita al primo piano). La struttura architettonica è impreziosita da dettagli in granito e alluminio, mentre le murature esterne sono rivestite con doghe metalliche colorate (blu, rosse e grigie), le coperture sono in lamiera di alluminio grecata blu e le finestrature in alluminio di colore rosso. La scala principale interna è in cemento armato con rivestimento in granito. I piazzali circostanti presentano già una superficie in cemento.

Il progetto di riqualificazione, promosso da Trentino Sviluppo, tramite un avviso pubblico al quale è possibile aderire entro il prossimo 20 marzo, punta sulla riqualificazione dell’edificio in chiave sostenibile. Il Comune di Pieve Tesino ha inoltre concesso, per la ristrutturazione della struttura, il superamento del Piano Regolatore del 2016, che prevedeva una riqualificazione dell’area con destinazione urbanistica a uso commerciale e/o per servizi. Lo stabile potrà essere gestito da un’unica realtà o frazionato per favorire la realizzazione di un distretto produttivo green per creare una sorta di casa per le aziende impegnate nel settore biologico, della bioedilizia in legno, della cosmesi naturale, dell’agroalimentare. Queste ultime potranno godere di:

  • incentivi fino all’80% a fondo perduto per la ricerca industriale, includendo know-how tecnico e brevetti, macchinari e materiali, spese generali;
  • contributi fino a un massimo del 60% per le assunzioni;
  • sostegni agli investimenti fissi del 15% per macchinari nuovi, con un’addizionale del 13% per le newco;
  • Irap pari a zero per i primi 5 anni;
  • supporto e assistenza di Trentino Sviluppo per la formazione e l’internazionalizzazione, anche  mettendo in contatto le aziende con i principali centri di ricerca trentini: Fondazione Bruno Kessler (tecnologie informatiche, digitali, intelligenza artificiale, trasferimento tecnologico IoT per l’agricoltura), Fondazione Edmund Mach (agricoltura, filiera agro-alimentare, ambiente), Università di Trento.

 

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La multinazionale olandese PON rileva il 45% del distributore di bici Focus Italia. Exit per il club deal Bemycompany Bike

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Antonio Quintino Chieffo (a.d. di Bemycompany) tra i fondatori di Focus Italia Group
Antonio Quintino Chieffo (a.d. di Bemycompany) tra i fondatori di Focus Italia Group

Antonio Quintino Chieffo (ad di Bemycompany) tra i fondatori di Focus Italia Group

La multinazionale olandese delle biciclette PON ha acquisito il 45% del distributore di biciclette Focus Italia, attraverso un aumento di capitale da 1,6 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). A vendere sono stati i soci fondatori Luca Sivero e Giorgio Garofoli, oltre a Bemycompany Bike, club deal dell’incubatore Bemycompany che aveva rilevato il 5% della società per 1,5 milioni di euro nel giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo che Focus Italia Group distribuiva già da oltre 10 anni in esclusiva sul territorio italiano i marchi di biciclette Focus, Cervélo, Santa Cruz Bicycles, Kalkhoff, Univega e BBB, tutti appartenenti  alla divisione PON.bike della holding multinazionale PON.

In tutta l’operazione di cessione a PON, AC Finance (boutique di advisory lodigiana di Antonio Chieffo, a cui fa capo anche Bemycompany)  è stata advisor finanziario, l’advisor legale è stato lo Studio Bulgarelli e lo Studio Ambrosi quello fiscale.

Giorgio Garofoli, ceo e cofondatore di Focus Italia spa, ha così commentato la vendita a PON: “E’ un grande valore aggiunto che permetterà all’azienda di essere sempre più forte ed autorevole sul mercato nei confronti di clienti, fornitori, competitors e tutti gli stakeholders coinvolti e che assicurerà futuro e continuità nel tempo alla strategia aziendale”. “La scelta di investire in Focus Italia Group è stata lungimirante. Per noi è stata un’operazione molto importante. E non solo per i numeri: Focus Italia negli ultimi tre anni ha registrato una crescita costante del fatturato passando da 8 milioni di euro del 2016 ai 14,8 milioni di euro del 2018 fino ai 18,4 milioni del 2019. In pochi mesi abbiamo fatto fruttare nel migliore dei modi i fondi investiti in un’azienda italiana fatta di persone che inseguono un sogno. E di questo sogno oggi ci siamo nutriti con entusiasmo anche noi”, ha concluso Quintino Chieffo, Ceo di Bemycompany.

Focus Italia, con sede a San Giovanni Lupatoto (Verona), conta 450 punti vendita e più di 120 noleggiatori delle sue bici. La società aveva annunciato a febbraio 2018 che si sarebbe quotata al Marché Libre di Euronext Parigi con un flottante del 20%, accompagnata da AC Finance (si veda altro articolo di BeBeez). La quotazione, poi, però era stata messa in stand-by.

Focus Italia punta a sviluppare in futuro la sua divisione di noleggi B2B. L’azienda entro l’estate 2020 dovrebbe trasferirsi nella nuova sede in Valpolicella, in uno spazio di ben 5.500 metri quadrati su un lotto complessivo di 7.700 metri quadrati, dove oltre agli uffici amministrativi sarà attiva e operativa una divisione logistica e di stoccaggio in grado di movimentare migliaia di biciclette e parti di ricambio. La società ha chiuso il bilancio 2018 con 14,8 milioni di euro, un milione di margine operativo lordo e 500 mila euro di utile. L’azienda ha chiuso il 2019 con un rendiconto aziendale vicino ai 19 milioni di euro, con un incremento del 30%.

PON, attiva dal 1895, conta più di 13 mila dipendenti (di cui la metà basati in Olanda) in oltre 30 paesi e un turnover annuo di oltre 7,5 milioni di euro. E’ uno dei 5 maggiori produttori di biciclette ed è leader nella mobilità in Olanda.

Bemycompany  affianca piccole e micro aziende nei loro progetti di sviluppo. Lo scorso novembre ha rilevato l’8% della startup innovativa italiana Wineleven, con un investimento di 50 mila di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel settembre 2019 l’incubatore ha siglato un protocollo di intesa con Sixth Millennium, fondo di venture capital specializzato in startup ad alto contenuto tecnologico con sede a Tel Aviv e fondato da Jonathan Pacifici, al fine di facilitare il  trasferimento di tecnologia fra le società partecipate dal fondo e quelle incubate da Bemycompany (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso agosto quest’ultimo ha guidato un club deal di investitori che hanno sottoscritto un round da 500 mila euro nel circuito di credito reciproco In-Lire (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio 2019 Bemycompany ha rilevato il 10% del produttore di borse Tyc’s, sottoscrivendo un aumento di capitale da 150 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2019 l’incubatore aveva invece supportato il management buyout di Meccanica Bpr, storica azienda di famiglia, che da 49 anni opera nel settore aerospaziale, con sede a Verbania, sul Lago Maggiore, e che realizza ingranaggi e valvole fondamentali per rendere sicuri e funzionanti una vasta gamma di aerei militari e civili, con clienti in tutto il mondo (si veda altro articolo di BeBeez).

Ricordiamo infine che Antonio Quintino Chieffo nell’ottobre 2019 ha lanciato la holding Bemycompany Capital Partner, con l’obiettivo di affiancare le piccole aziende nella loro crescita con aggregazioni, acquisizioni, e un percorso di managerializzazione e di supporto agli investimenti, fino a alla quotazione in Borsa (si veda altro articolo di BeBeez).


Gli affitti in Europa crescono, ma non nelle città già più costose, lo dice HousingAnywhere. Per ATTOM Data Solutions negli Usa per chi ha un salario medio meglio comprare casa che affittarla

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HousingAnywhere

HousingAnywhereSecondo l’ultimo International Rent Index di HousingAnywhere, gli affitti residenziali sono aumentati in Europa nel quarto trimestre del 2019, ma hanno subito una decelerazione nelle città più costose come Londra, Amsterdam e Monaco (si veda qui worldpropertyjournal). Per contro, le città tipicamente più economiche hanno visto una forte crescita degli affitti nell’ultimo anno, in particolare Berlino, Barcellona, ​​Madrid, Vienna e Bruxelles. Djordy Seelmann, ceo di HousingAnywhere, ha commentato: “Le attuali iniziative governative in vari paesi si concentrano sull’applicazione di un controllo più rigoroso del settore immobiliare domestico, invece di incoraggiare lo sviluppo tanto necessario di nuovi alloggi. I controlli degli affitti, come visto a Berlino e nei Paesi Bassi, sono un modo per gestire l’accessibilità degli alloggi a breve termine. Sono, tuttavia, controproducenti e aggiungono rischi agli investimenti residenziali senza riuscire ad aggiungere più alloggi”.

ATTOM Data Solutions 2020Sulla base del Rapporto sull’accessibilità locativa di ATTOM Data Solutions 2020, comprare una casa con tre camere da letto a prezzo medio negli Stati Uniti è più conveniente che affittarla in ben 455 contee su un totale di 855 analizzate per il rapporto (si veda qui worldpropertyjournal).  L’analisi ha incorporato i dati sugli affitti rilasciati di recente dal Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano degli Stati Uniti, i dati sui salari del Bureau of Labor Statistics insieme ai dati sugli atti di vendita dei registri pubblici di ATTOM Data Solutions. “La proprietà della casa è un affare migliore rispetto all’affitto per chi ha un salario medio nella stragrande maggioranza dei mercati immobiliari statunitensi. Tuttavia, ci sono differenze importanti  tra luoghi diversi, a seconda delle dimensioni e della posizione dalle principali aree metropolitane”, ha affermato Todd Teta, capo responsabile del prodotto con ATTOM Data Solutions, che ha aggiunto: “Con i tassi di interesse in calo, possedere una casa può ancora essere l’opzione più conveniente, anche se i prezzi continuanno a crescere.”


Sagard Holdings effettua il primo closing per il fondo Healthcare a 475 mln $. Manulife IM raccoglie 1,5 mld $ per il suo fondo di fondi

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Sagard Holdings

Sagard HoldingsSagard Holdings ha annunciato il primo closing per il suo nuovo fondo Sagard Healthcare Royalty Partners con impegni per un totale di circa 475 milioni di dollari, di cui  75 milioni sottoscritti dalla stessa Sagard Holdings (si veda qui il comunicato stampa). Sagard di concentra in investimenti nel settore sanitario, consentendo agli inventori, agli istituti di ricerca e alle aziende di monetizzare i diritti sulle vendite di prodotti farmaceutici e per dispositivi medici approvati.  Il fondo investe anche nelle società biofarmaceutiche in fase commerciale. SHRP è guidato da David MacNaughtan, da 25 anni nell’industria biofarmaceutica e che in precedenza aveva gestito la strategia di investimento in proprietà intellettuale presso il Canada Pension Plan Investment Board. MacNaughtan e i suoi partner, Ali Alagheband e Raja Manchanda, avevano precedentemente lavorato insieme a DRI Capital.

Manulife Investment ManagementManulife Investment Management ha chiuso circa 1,5 miliardi di dollari di impegni la raccolta di Manulife Private Equity Partners, il suo primo fondi di fondi specializzato in innvestimentni in nuovi fondi di private equity e in coinvestimenti diretti (si veda qui privateequitywire). Il programma di investimenti in fondi di MPEP è guidato da Daniel Budde, amministratore delegato senior di Manulife Investment Management. “Il team di investimento utilizzerà la sua significativa esperienza, le relazioni e il database di informazioni di mercato per costruire un portafoglio attraente che sia coerente con il mandato del fondo”, ha affermato Budde. Il Fondo è sostenuto da un gruppo globale di investitori istituzionali e con un patrimonio netto elevato con AlpInvest Partners, uno dei principali attori del mercato secondario del private equity, che agisce come principale investitore del fondo. Campbell Lutyens & Co è stato il consulente finanziario esclusivo per il fondo.


Centerbridge cede l’11% di Banca Farmafactoring e scende al 21,77%

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BFF

BFFBFF Luxembourg sarl, veicolo lussemburghese che fa capo al fondo di private equity Centerbridge, ha ceduto lo scorso 9 gennaio in serata l’11% di Banca Farmafactoring (BFF) tramite un accelerated bookbuilding, incassando 72 milioni di euro. Il venditore è stato affiancato da Rotschild & Co, mentre Morgan Stanley è stata sole bookrunner dell’operazione. Nel dettaglio, BFF Luxembourg ha collocato 18,7 milioni di azioni ordinarie a 5,2 euro l’una. BFF Luxembourg scende quindi dal 32,77% al 21,77% nel capitale di BFF (si veda qui Reuters).

BFF Luxembourg nel febbraio 2018 aveva già ceduto l’8,8% di BFF sempre attraverso una procedura di accelerated bookbuilding gestita dai joint bookrunner Deutsche Bank, Mediobanca e Morgan Stanley. BFF Lux aveva contestualmente sottoscritto un impegno a non cedere ulteriori azioni di BFF per un periodo di 90 giorni (si

Il titolo BFF a PIazza Afffari

Il titolo BFF a Piazza Affari

veda altro articolo di BeBeez). Al prezzo di 6 euro per azione, l’operazione aveva portato nelle casse di Centerbridge circa 90 milioni di euro, che si sono andati a sommare ai circa 250 milioni incassati con l’ipo (che aveva visto scendere BFF Lux dal 94,196% al 55,8%) e alla quota di 65 milioni di euro del superdividendo di 68,76 milioni pagato agli azionisti all’approvazione del bilancio 2015 (si veda altro articolo di BeBeez).

Il titolo BFF, che era stato prezzato a 4,7 euro nell’ipo, venerdì 10 gennaio ha chiuso a 5,35 euro, per una capitalizzazione di 921,6 milioni di euro.

Banca Farmafactoring, guidata da Massimiliano Belingheri, è un operatore  specializzato nei servizi finanziari per i fornitori della sanità e delle Pubbliche Amministrazioni in Europa. Fondata nel 1885 da un gruppo di aziende farmaceutiche come Farmafactoring, Apax ne aveva acquisito l’88,35% nel 2006. Con il fondo, avevano investito il management (3,37%) e una serie di soggetti industriali (Bracco, Mediolanum Farmaceutici e Merck Serono Molteni) clienti della la banca italiana. Nel 2010 BFF si è estesa in Spagna, nel 2013 si è trasformata in banca e nel 2015 è entrata in tale veste nei mercati spagnolo e tedesco.

Nel 2015 BFF è stata ceduta da Apax al fondo Usa Centerbridge Partners, alla sua prima operazione in Italia. Centerbridge aveva battuto la concorrenza di diversi altri fondi di private equity come Blackstone, Cinven, CVC, Lone Star e Permira (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2016 BFF ha rilevato un’azienda leader nella gestione del credito del settore pubblico in Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Nell’aprile 2017 BFF si è quotata sul MTA di Borsa Italiana e nello stesso anno ha avviato l’attività cross-border in Grecia. Nel 2019 ha acquisito la spagnola IOS Finance, avviato l’attività cross-border in Francia ed è entrata nel mercato dei depositi on-line in Polonia, Olanda e Irlanda.

BFF ha chiuso il 2018 con un utile netto consolidato e rettificato di 91,8 milioni di euro, con un coefficiente CET1 di gruppo a fine dicembre 2018 pari al 10,9%. Lo scorso ottobre ha quotato all’ExtraMot Pro un bond da 300 milioni di euro a scadenza maggio 2023 e cedola 1,75% nell’ambito del Programma EMTN da un miliardo di euro pubblicato a fine novembre 2018 (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione di collocamento è stata curata da Banca Imi, CitiGroup e UniCredit in qualità di joint bookrunners, e da Banca Akros in qualità di co-lead manager. White & Case ha curatogli aspetti fiscali, mentre Ludovici Piccone & Partners ha curato gli aspetti fiscali. Clifford Chance ha assistito le banche.


Ai fondi di private equity piacciono le calzature di lusso Aquazzura

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Il modello Marilyn 105 di Aquazzura
Il modello Marilyn 105 di Aquazzura

Il modello Marilyn 105 di Aquazzura

Il marchio italiano di calzature di lusso Aquazzura è alla ricerca di un socio di minoranza. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui il la società avrebbe affidato un incarico a Rothschild. L’obiettivo del marchio di moda è effettuare un salto dimensionale.

Aquazzura è stato cofondato nel 2011 da Edgardo Osorio, designer colombiano cresciuto tra Miami e Londra. Oggi il suo marchio è distribuito in più di 300 punti vendita in 58 Paesi nel mondo. L’azienda ha sede nel centro di Firenze, all’interno di Palazzo Corsini.

Le scarpe Aquazzura sono indossate da numerosi trend setter, stelle di Hollywood e reali europei, come: Julianne Moore, Jennifer Lawrence, Gwyneth Paltrow, Nicole Kidman, Rihanna, Beyoncé, Amal Clooney, Cate Blanchett e Oprah Winfrey. La società ha chiuso il 2018 con ricavi per 40,7 milioni di euro, un ebitda di 1,53 milioni e una liquidità netta di 1,6 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).


Nexi giù del 2,15% in Borsa, dopo che Mercury ha ceduto il 7,7% con un accelerated bookbuilding

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Andamento di Nexi in Borsa nell'ultimo anno

Andamento di Nexi in Borsa nell’ultimo anno

Mercury UK Holdco lo scorso 9 gennaio ha ceduto circa 48,5 milioni di azioni di Nexi, pari al 7,7% del capitale, con una procedura di accelerated bookbuilding, scendendo così dal 60,1% al 52,4%. L’operazione è stata condotta al prezzo di 11,6 euro per azione, per un totale quindi di circa 560 milioni di euro.

Goldman Sachs International e Citigroup Global Markets hanno agito come joint global coordinator e joint bookrunner. Barclays Bank, Banca Imi e Mediobanca hanno svolto il ruolo di joint bookrunner. Il venditore è stato assistit0 nell’operazione da Rothschild & Co.

Il prezzo dell’operazione è stato inferiore a quello di mercato e così venerdì 10 gennaio il titolo ha chiuso in calo del 2,15% a 12,118 euro per azione,  per una capitalizzazione di 7,81 miliardi di euro. Ha pesato anche la riduzione del giudizio di Nexi da parte di Banca Akros, che ha abbassato la raccomandazione da neutral a reduce, confermando il prezzo obiettivo di 11,2 euro.

Mercury fa capo ai fondi Advent International, Bain Capital e Clessidra, che avevano comprato il controllo dell’allora Icbpi nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), hanno poi diviso da un lato le attività di pagamento e dall’altro quelle di banca depositaria, convogliate in DEPOBank (si veda altro articolo di BeBeez), e poi quotato il nuovo gruppo Nexi dedicato alle attività di pagamento nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Il recente collocamento di azioni dell’azienda da parte di Mercury segue l’accordo con Intesa Sanpaolo, che nel dicembre scorso ha annunciato che rileverà per 653 milioni di euro il 9,9% di Nexi, contestualmente all’acquisizione da parte di quest’ultima per un miliardo di euro delle attività di merchant acquiring del gruppo bancario guidato da Carlo Messina. L’operazione si dovrebbe chiudere nel 2020, una volta ottenute le autorizzazioni delle autorità competenti (si veda altro articolo di BeBeez), ed era attesa dal mese scorso. Il titolo di Nexi in Borsa si era apprezzato del 4,9% il 20 novembre, a seguito dei primi rumor e le due società, confermando le trattative in corso, avevano chiarito che la quota di capitale di Nexi eventuale oggetto dell’operazione sarebbe stata inferiore al 25%, ossia alla soglia oltre la quale scatta l’obbligo di opa (si veda altro articolo di BeBeez).

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Azimut pronta a lanciare 16 nuovi fondi retail e istituzionali, per una raccolta target di 3,8 mld di euro. Tra essi, anche 2 veicoli da 800-900 mln euro dedicato a infrastrutture sociali e real estate

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Schermata 2020-01-13 alle 08.01.03

Schermata 2020-01-13 alle 08.01.03Azimut si prepara a lanciare 16 nuovi fondi retail e istituzionali, per una raccolta target di 3,8 miliardi di euro. Tra essi, rientrano anche due veicoli per 800-900 milioni di euro dedicato a infrastrutture sociali e real estate. Lo ha detto il 9 gennaio scorso Paolo Martini, ad di Azimut Holding, presentando i risultati della società durante la convention a Montecarlo (si veda qui la presentazione agli analisti).

In particolare, sono in fase di lancio 6 nuovi fondi per una raccolta di 1,1-1,2 miliardi e in via di definizione altri 10 progetti: 3 nell’equity, con taglia 400-500 milioni; 5 nel debito, per 1,4-1,5 miliardi; 2 nel real asset, per 800-900 milioni di euro.

Azimut aveva già annunciato la costituzione della nuova divisione immobiliare e infrastrutture il 29 ottobre 2019, in occasione della due giorni di convention Azimut Libera Impresa Expo, dedicata agli investimenti in economia reale e di cui BeBeez è stata media partner. La nuova divisione è guidata dall’amministratore delegto Andrea Cornetti, che ha lasciato la sua carica di direttore generale di Prelios sgr (si veda altro articolo di BeBeez).

Schermata 2020-01-13 alle 08.03.17Il tutto nell’ambito del progetto di democraticizzare gli investimenti in private asset, tanto da abbassare a soli 5 mila euro la soglia minima di investimento dei prodotti che saranno dedicati alla clientela retail, e di raccogliere in totale 10 miliardi di euro in 5 anni per investimenti dedicati ai private asset, così come annunciato lo scorso settembre in occasione della presentazione alla stampa del nuovo piano industriale (si veda altro articolo di BeBeez).

Sempre nella convention di Montecarlo del 9 gennaio scorso, Azimut ha presentato le stime dei risultati del 2019 (si veda qui il comunicato stampa). La società prevede di chiudere il 2019 con il miglior utile netto consolidato della storia del Gruppo, compreso fra i 360 e i 370 milioni di euro. I dividendi cumulati distribuiti agli azionisti nei 5 anni del piano 2015-2019, includendo quanto verrà proposto al Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding spa, convocato per il 5 marzo 2020, saranno pari ad almeno 7,8 euro per azione, per una media del payout complessivo nei 5 anni superiore al 90% circa, superando ampiamente il target previsto da piano, ed equivalente ad uno yield medio cumulato del 44%. Con questo risultato, Azimut ha raggiunto tutti i target indicati nel business plan quinquennale per la terza volta consecutiva dal 2004. Il contributo dell’estero all’Ebitda di gruppo è stimato attorno a 50-55 milioni di euro, mentre l’utile 2019 dovrebbe essere di almeno 300 milioni, superiore quindi al range di 250-300 milioni di euro indicato durante l’Investor Day del 4 giugno 2019.

Per quanto riguarda gli investimenti alternativi, la raccolta sui prodotti lanciati nell’ultimo trimestre 2019 è stata superiore a 450 milioni di euro, portando le masse sui prodotti di private market a oltre 1 miliardo. Inoltre, è ufficialmente partito il collocamento del fondo Italia 500, realizzato in collaborazione con P101 sgr, preannunciato anch’esso durante Azimut Libera Impresa Expo (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta di un fondo comune di investimento alternativo chiuso e non riservato, della durata di 10 anni, con un importo minimo di sottoscrizione di 5 mila euro. Le aziende target sono startup con un fatturato sino a 5 milioni di euro e pmi con sede prevalentemente in Italia, operanti su tecnologie, prodotti e/o servizi riferibili ai settori industriali e digitali, con un fatturato compreso tra i 5 e 50 milioni di euro.

Azimut è il principale gruppo italiano indipendente attivo dal 1989 nel settore del risparmio gestito. La capogruppo Azimut Holding spa è quotata a Piazza Affari dal 2004 e il suo azionariato vede oltre a 1.900 fra gestori, consulenti finanziari e dipendenti, anche Peninsula Capital con oltre il 24% del capitale.

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M-Cube, partecipata da HLD Europe, chiude il 2019 con un fatturato di oltre 45 mln euro

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M-Cube

M-CubeM-Cube, gruppo italiano leader nella realizzazione di soluzioni audiovisive per il marketing nei negozi, controllato dalla holding di investimento lussemburghese HLD Europe, ha chiuso il 2019 con un fatturato superiore ai 45 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Merito di una serie di acquisizioni, di cui l’ultima  lo scorso dicembre, che ha riguardato il 100% della belga Storever, attiva nei servizi di radio in-store e digital signage (si veda altro articolo di BeBeez).

Tutto è iniziato nel dicembre 2018, con l’acquisizione del 100% dell’inglese &Alchemy Digital (si veda qui il comunicato stampa). Nel febbraio 2019, M-Cube ha poi rilevato anche il 66% del capitale dell’italiana Stentle, startup creata per intercettare i trend evolutivi in ambito retail (si veda altro articolo di BeBeez) e pochi giorni dopo, attraverso M-Cube France, ha acquisito il 100% di Carlipa, storica azienda francese leader nel digital signage e multimedia communication solution con sede a Parigi, leader sul mercato francese per la comunicazione in-store (si veda qui il comunicato stampa).

Inoltre, nel corso del 2019 M-Cube ha aumentato il livello dei suoi servizi con l’apertura dell’European Logistic & Operation Hub a Rho, alle porte di Milano, al fine di  coordinare e supportare efficacemente tutti i progetti in corso a livello globale. Con una superficie di circa 2.000 mq, il nuovo centro operativo, oltre a uffici e magazzini, ospiterà un laboratorio specialistico in cui certificare le varie soluzioni prima della distribuzione a livello mondiale e un’area dedicata al supporto tecnico, per la gestione delle programmazioni e dei test dei contenuti video trasmessi sulle piattaforme installate. Inoltre, un ampio spazio sarà riservato alla creazione di un’area espositiva, la M-Cube Showroom, in cui sarà possibile toccare con mano le ultime tecnologie sul mercato, in particolare le ultime soluzioni LED.

Quest’anno M-Cube punta a gestire la crescita organica prevista, anche tramite l’estensione del modello vincente di M-Cube al portafoglio clienti delle aziende acquisite, e allo stesso tempo avviare la riorganizzazione del nuovo Gruppo di 15 società omogeneizzando gli obiettivi, i processi e le piattaforme operative e ricercando le economie di scala ottenibili dalla dimensione raggiunta. Questo avverrà sia dal punto di vista legale grazie a una serie di fusioni e incorporazioni, ma anche dal punto di vista funzionale per fare di M-Cube un’unica azienda e un’entità transnazionale in grado di supportare i progetti dei propri clienti direttamente dalle branch estere”, ha spiegato l’ad Manlio Romanelli.

M-Cube è un’azienda italiana pioniera del servizio radio in-store per le catene retail in Italia e tra le prime aziende a introdurre il digital signage sul territorio nazionale. Fondata nel 2001 a Trieste da un gruppo di imprenditori, fornisce un servizio completo per il marketing e il digital engagement nel punto vendita, gestendo tutte le fasi di progettazione, creazione contenuti e gestione in tutto il mondo. HLD Europe ha comprato il 65% di M-Cube nel settembre 2017  (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2018, quest’ultima ha aperto due sedi in Europa, una a Parigi e una a Londra, in quest’ultimo caso grazie all’acquisizione di &Alchemy Digital. M-Cube conta oltre 400 clienti e più di 85 punti vendita in oltre 85 paesi.

HLD Europe è stata fondata da Jean-Philippe Hecketsweiler, Jean-Bernard Lafonta Philippe Donnet ed è sostenuta da imprenditori e manager di successo, tra i quali  Claude Bébéar (fondatore del gruppo assicurativo Axa), Norbert Dentressangle (fondatore dell’omonimo gruppo), Jean‐Charles Decaux (fondatori del Gruppo JC Decaux), Jean-Pierre Mustier (ceo di Unicredit), Philippe Donnet (ceo di Generali), la famiglia Cathiard (fondatori del Gruppo svizzero Poma) e la famiglia De Agostini. Grazie al proprio modello di investimento e alla propria base di investitori, HLD può realizzare investimenti con un approccio industriale e senza vincoli di durata temporale in aziende con fatturati compresi tra 50 milioni e 500 milioni di euro. La società ha aperto i suoi uffici italiani a Milano nel novembre 2018, sotto la guida di Alessandro Papetti (si veda altro articolo di BeBeez).


Il servizio di traduzione dei menù Dishcovery incassa 255 mila euro da Primomiglio

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dishcoveryDishcovery, startup italiana che traduce i menù dei ristoranti in tutte le lingue, ha incassato 255 mila euro da Barcamper Ventures, gestito da Primomiglio sgr. Contestualmente Franco Gonella, membro del board di Primomiglio, è entrato nel Consiglio di amministrazione della startup. Lo riferisce Startup Business, secondo cui le nuove risorse finanziarie saranno utilizzate per dare ulteriore impulso al percorso di crescita dell’azienda espandendo il servizio sul territorio italiano e iniziando alcuni test commerciali in Spagna e Francia.

“Abbiamo investito in Dishcovery in quanto riteniamo il team molto valido e ha dimostrato un’ottima capacità di execution”, ha spiegato Gianluca Dettori, executive chairman di Primomiglio sgr. Il co-fondatore e CMO di Dishcovery Marco Simonini ha commentato: “Siamo fiduciosi del fatto che con il supporto e l’esperienza di Primomiglio riusciremo a scalare il mercato italiano raggiungendo i nostri obiettivi. Presto lanceremo numerose novità che riguardano la nostra web app che la renderanno ancora più utile per ristoratori e turisti. Siamo di fronte ad un forte aumento del turismo proveniente da Paesi culturalmente lontani che spesso non conoscono la lingua inglese e tanto meno l’italiano. Questi gruppi turistici hanno una forte capacità di spesa che però non viene sfruttata come dovrebbe. Dishcovery permette a questi ospiti stranieri di comprendere meglio i menù, dandogli maggiore consapevolezza e quindi portandoli a ordinare di più.”

Dishcovery è stata fondata nel 2018 da Giuliano Vita e Marco Simonini, che vantano forti esperienze professionali nel settore agroalimentare e nello specifico nel settore HORECA. Incrociando AI e traduttori professionisti, la startup permette di tradurre i menù in qualunque lingua e di raccontare i prodotti che ci sono dietro, tramite foto, descrizioni dei piatti e abbinamenti ai vini. All’utente basta aprire la fotocamera dello smartphone sul QR code presente sul menù del ristorante per accedere alla versione nella sua lingua, senza scaricare nessuna app.

La startup ha già stretto delle partnership con importanti realtà del settore come Identità Golose e Ambasciatori del Gusto. Dishcovery è stata adottata da oltre 400 ristoranti, tra cui Autogrill e Motta, e utilizzata da 6 mila utenti. Nel novembre 2018, la startup ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su 200Crowd, con una valutazione pre-money di 850 mila euro, un obiettivo di raccolta di 50 mila euro e una quota di capitale offerta pari al 5,56% (si veda qui la scheda di CrowdfundingBuzz). La campagna si è chiusa con una raccolta di 121 mila euro, versato da 59 investitori (si veda 200Crowd).


Phinance Partners struttura due cartolarizzazioni di Npl utilities e retail unsecured per 100 mln euro

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Schermata 2020-01-13 alle 13.11.38Phinance Partners spa, la società di consulenza specializzata in finanza strutturata e immobiliare guidata da Enrico Cantarelli e presieduta da Alessandro Mitrovich, entrambi ex Royal Bank of Scotland, lo scorso dicembre ha strutturato la cartolarizzazione di tre portafogli Npl unsecured per un valore lordo complessivo di 100 milioni di euro per metà corporate e per metà retail (si veda qui il comunicato stampa). Phinance Partners è stato advisor e arranger dell’operazione.

L’operazione è stata condotta tramite due veicoli di cartolarizzazione PES srl e POS srl, con il primo che ha comprato crediti non performing utility da ACEA per 60,4 milioni di euro e con il secondo che ha comprato crediti non performing da Banca Sella (28,3 milioni) e BCC Credito al Consumo (8,2 milioni). I titoli emessi rispettivamente da PES e da POS a valere su queste operazioni saranno sottoscritti da investitori istituzionali e professionali e per una quota anche da Phinance Partners.

Il portafoglio ACEA è stato acquistato anche in partnership con A-Zeta (gruppo AZ Holding), mentre è previsto che le note relative ai due portafogli finanziari siano sottoscritti anche da Si Collection (gruppo Sigla Credit), entrambe con il ruolo di special servicer. 130 Finance svolge le funzioni di calculation agent e RON, Centotrenta Servicing è il master servicer della cartolarizzazione, mentre gli aspetti legali dell’operazione sono stati curati dallo studio legale DLA Piper. La due-diligence, il coordinamento e monitoraggio delle attività di recupero saranno svolte da NPR Management, società ex art.115 controllata da Phinance Partners.

Tale acquisto porta il totale dei portafogli NPL già acquistati e cartolarizzati dai due veicoli a oltre 750 milioni di euro nel settore non performing utility receivables gas & power e a oltre 200 milioni di euro nel settore degli NPL bancari. Phinance aveva annunciato a inizio agosto 2019 la cartolarizzzione di due portafogli di crediti deteriorati unsecured verso privati per un valore lordo complessivo di 180 milioni di euro, entrambi ceduti a POS srl: uno da Banco Desio e l’altro da uno dei principali acquirenti italiani di Npl, che a sua volta li aveva rilevati da un’importante banca italiana (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel dicembre 2018, invece, Eni Gas e Luce spa aveva ceduto circa 230 milioni di euro di crediti deteriorati derivanti da contratti utility al veicolo di cartolarizzazione PES srl, nell’ambito di un’operazione strutturata da Phinance Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Lo stesso spv ha acquistato nell’agosto 2017 sul mercato secondario 35 milioni di euro di crediti Eni ceduti sul primario nel 2015 e 52 milioni di crediti Engie, mentre nel dicembre 2017 aveva comprato altri 221 milioni di crediti Eni. Nel 2018, invece, PES srl ha acquistato 112 milioni d euro di crediti Enel e 34 milioni di euro di crediti Engie.


Dopo Carlyle e Oxy-Highbridge, anche il fondo Fortress scende in campo per Maccaferri

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maccaferriAnche Fortress Investment Group, società americana controllata da Softbank, avrebbe fatto un’offerta per il Gruppo Maccaferri. Lo riferisce il Corriere della Sera.

Fortress anche uno dei fondi che sta studiando il dossier Montepaschi (si veda altro articolo di BeBeez) e che poco meno di un anno fa ha fornito 75 milioni di euro di finanza ponte ad Astaldi, sottoscrivendo insieme a King Street un bond supersenior a scadenza febbraio 2022 che è stato quotato al Third Market della Borsa di Vienna.(si veda altro articolo di BeBeez). Quel bond lo scorso ottobre è stato poi ceduto interamente a Salini Impregilo, mentre a fine novembre ne è stato deliberato l’incremento sino a un massimo di 190 milioni.

Tornando al Gruppo Maccaferri, prima di Natale anche i fondi Oxy Capital e Hps avevano presentato all’advisor Rothschild un’offerta vincolante per il salvataggio dell’intero Gruppo Maccaferri, prevedendo nuova finanza per 200 milioni di euro.

Lo scorso dicembre Carlyle aveva invece rilevato i 190 milioni di euro del prestito obbligazionario di Officine Maccaferri, quotato all’ExtraMot Pro, che paga una cedola del 5,75%, ha scadenza 2021. Era stato emesso originariamente per 200 milioni di euro nel giugno 2014 e l’ultimo prezzo ufficiale di venerdì 10 gennaio era di 87 centesimi. La notizia dell’interesse di Carlyle circolava dallo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez). Carlyle sarà affiancata nell’acquisto da altri investitori finanziari internazionali interessati al bond. E sempre Officine Maccaferri è nel mirino di QuattroR sgr, che a fine ottobre aveva inviato alla società una manifestazione di interesse che riguardava sia un intervento sia in Officine Maccaferri sia in Seci (si veda altro articolo di BeBeez).

Una decisione andrà presa entro il 4 febbraio, data in cui è stata fissata l’udienza dal Tribunale di Bologna per il piano di rilancio nell’ambito del concordato in continuità, che coinvolge la capogruppo Seci e altre tre società operative. Lo scorso 3 gennaio la società aveva già chiesto una proroga per consentire la valutazione del percorso e la scelta dell’alleato.

Il Gruppo Maccaferri ha aperto a inizio giugno 2019 la procedura di concordato con riserva  per Seci holding, che è la holding con cui la famiglia Maccaferri controlla il gruppo; per Seci Energia, che è la sub-holding del comparto energetico; e per Enerray, una società del settore energia. Successivamente hanno chiesto il concordato anche la società di costruzioni Sapaba, il produttore di zucchero Sadam, la società di factoring Felsinea Factor, per un totale di 400 dipendenti coinvolti sui 4.500 totali del Gruppo Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez) e Samp, società di ingegneria meccanica  (si veda altro articolo di BeBeez).

Il Gruppo Maccaferri ha chiuso il 2017 con un fatturato pari 1,039 miliardi di euro, 118 milioni di ebitda e un debito di 750 milioni di euro, contratto per la maggior parte con Banca Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit e Banco Bpm e che include anche  il bond  di Officine Maccaferri e i minibond da 25 milioni di euro di Sampistemi spa (si veda altro articolo di BeBeez).


Gruppo Italiano Vini ottiene un finanziamento da 10 mln di euro da Cdp

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Gruppo Italiano Vini

Gruppo Italiano ViniL’azienda vitivinicola italiana Gruppo Italiano Vini, controllata da Cantine Riunite & CIV, ha ottenuto un finanziamento da 10 milioni di euro da Cassa Depositi e Prestiti (si veda qui il comunicato stampa). Il denaro sarà impiegato per  nuovi investimenti per la crescita, da realizzare nelle cantine di produzione.

Gruppo Italiano Vini (GIV), che raggruppa 15 cantine in 11 regioni italiane per più di 1.600 ettari di vigneto complessivi, ha realizzato nel 2018 un fatturato di 388 milioni di euro, di cui il 75% all’estero, commercializzando vini con marchi storici e noti quali Nino Negri in Valtellina, Bolla e Santi in Veneto, Cavicchioli in Emilia, Re Manfredi in Basilicata, Castello Monaci in Salento e Tenuta Rapitalà in Sicilia. GIV è controllato da Cantine Riunite & CIV, società cooperativa agricola con sede a Campegine (Reggio Emilia), che ha chiuso il 2018 con ricavi consolidati per 612 milioni di euro e associa complessivamente circa 1.600 soci e circa 20 cantine nelle zone DOCG, DOC e IGT delle regioni Emilia-Romagna e Veneto, con importanti marchi quali Riunite, Albinea Canali, Cantine Maschio, Righi e CIV&CIV. Secondo l’Indagine sul settore vinicolo a cura dell’area studi di Mediobanca, diffusa nell’aprile 2019, Cantine Riunite-Giv è prima in Italia per fatturato nel settore vitivinicolo, seguita da Caviro (330 milioni) e da Antinori (230 milioni; si veda altro articolo di BeBeez).

Nunzio Tartaglia, Responsabile Cdp Imprese, ha commentato: “Cdp rafforza il proprio supporto ai campioni del Made in Italy nel mondo, in un settore di primaria importanza per il Paese come quello vitivinicolo, in linea con quanto previsto nel Piano Industriale 2019-2021. L’operazione ha particolare rilievo strategico poiché rafforza anche il percorso di collaborazione avviato da Cdp con Alleanza Cooperative Italiane, che rappresenta un tessuto imprenditoriale di quasi 40.000 imprese cooperative”. Giorgio Mercuri, Presidente di Alleanza cooperative italiane, settore agroalimentare, ha aggiunto: “Cassa Depositi e Prestiti potrà fornire a GIV un valido supporto per favorire e incrementare i processi di innovazione, di crescita dimensionale e di espansione sui mercati internazionali che il gruppo cooperativo ha già avviato con successo negli ultimi anni e che gli hanno consentito di rafforzare la sua leadership nel comparto vitivinicolo italiano”.


Finint Investments e Cattolica Assicurazioni riaprono Palazzo Realdi a Verona come hotel di lusso a marchio NH

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palazzo realdi

palazzo realdiIl fondo immobiliare riservato Euripide, gestito da Finint Investments sgr e interamente sottoscritto dal gruppo Cattolica Assicurazioni, ha completato nel dicembre scorso l’acquisizione di Palazzo Realdi, lo storico immobile veronese nel quale fu fondata Cattolica Assicurazioni nel 1896. La struttura, oggetto di importanti opere di valorizzazione, riaprirà come hotel di lusso e sarà gestito dalla catena internazionale NH Hotel Group. Lo riferisce Il Sole 24 Ore.

Il fondo Euripide, guidato dal direttore investimenti Emanuele Prataviera, è stato assistito dallo studio legale Molinari e associati e da MoMa – studio tributario. Il venditore è stato supportato dallo studio legale Legance – avvocati associati. Lo studio Gattai Minoli Agostinelli & Partners ha seguito NH Hotel.

L’albergo si estende per 6.250 mq di superficie coperta ed è dotato di 70 camere – tra le quali 14 junior suite, 6 suite e una suite presidenziale – pronte ad accogliere la clientela leasure e business. La ristrutturazione, realizzata in una lettura contemporanea ed elegante, ha valorizzato gli affreschi e i dipinti ad olio che si possono apprezzare all’interno delle suite e le preziose testimonianze archeologiche di epoca romana e tessiture murarie risalenti all’epoca medioevale, visibili al pian terreno dell’edificio.

“Il settore alberghiero ha acquisito una rilevanza crescente nel portafoglio immobiliare del Gruppo Cattolica e continua a essere fonte di grandi soddisfazioni. L’acquisizione di palazzo Realdi, oggi completamente ristrutturato e affidato in gestione a un partner serio e affidabile come NH Hotel Group, conferma la nostra volontà di sviluppare questo segmento di business, che ci vede già presenti in piazze importanti per il turismo italiano come Roma, Milano e Bologna”, ha affermato Salvatore Ciccarello, direttore generale di Cattolica Immobiliare. “Con questa operazione gli investimenti dei fondi da noi gestiti in hotel 5 e 4 stelle nelle principali città italiane superano i 400 milioni di euro“, ha sottolineato Mauro Sbroggiò, ad di Finint Investments sgr. Marco Gilardi, operations director  di NH Hotel Group Italia & New York, ha concluso: “Per noi questo progetto rappresenta l’affermazione della volontà di continuare ad investire in Italia e valorizzare il territorio attraverso esperienze di altissima qualità. Questo nuovo hotel rappresenterà non solo un luogo di ospitalità eccezionale sia per la posizione che per i servizi di alto livello ma anche una location in aperto dialogo con la città”.

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L’Istituto per il credito sportivo cede ad Amco Npl per 47 mln euro

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Schermata 2020-01-14 alle 06.31.41L’Istituto per il credito sportivo (Ics) ha ceduto pro-soluto ad AMCO (la ex SGA) crediti in sofferenza derivanti da mutui ipotecari, per un ammontare di 47 milioni di euro lordi. L’operazione è stata gestita con il supporto e l’assistenza dei legali interni di Ics e dello studio RCCD.

Si tratta della prima cessione in blocco per l’Istituto per il credito sportivo, l’unica banca pubblica italiana a sostegno dello sport e della cultura, guidata dal presidente Andrea Abodi e dal direttore generale Paolo D’Alessio. La banca, infatti, sinora aveva cercato di gestire in casa le sue posizioni deteriorate, che a fine 2018 erano un totale di 291 milioni di euro lordi, di cui 167,7 milioni sofferenze.

Nel bilancio 2018, infatti, si legge che “l’Istituto ha la possibilità, sorretta da un’ampia dotazione patrimoniale, di perseguire una strategia di gestione interna del credito deteriorato. La vendita degli NPL sposterebbe valore all’esterno e determinerebbe per l’istituto delle minusvalenze considerati i prezzi che lo specifico mercato sta esprimendo. L’NPE strategy, elaborata dall’istituto, approvata dal Cda e inviata alla vigilanza, definisce la strategia di gestione in house delle esposizioni deteriorate, allocando i rapporti problematici all’interno di contenitori omogenei di iniziative volte a massimizzare il recupero e ottimizzare le tempistiche di chiusura. I contenitori sono 7 e sono di seguito descritti sinteticamente:
– Procedure su operazioni garantite dal comune di Roma: prosecuzione delle attività di recupero sulle operazioni garantite dal comune di Roma;
– Procedure su posizioni garantite da BCC di Roma: prosecuzione delle procedure (giudiziali e non) attivate sulle posizioni garantite dalla BCC di Roma;
– Accordi stragiudiziali: strategia attivata su un portafoglio di posizioni per le quali si può chiudere a breve un accordo stragiudiziale; 
– Misure di forbearance: con l’obiettivo di ritorno in bonis dopo il periodo di osservazione;
– Iniziative giudiziarie: sulle posizioni per le quali non è possibile applicare nessuna delle precedenti misure;
– Write-off su posizioni senza possibilità di chiusura: sulle posizioni con elevato tasso di copertura e per le quali non è possibile applicare nessuna delle precedenti misure;
– Monitoraggio e gestione: dedicato per le posizioni in watch-list al fine di intervenire preventivamente e aumentare la probabilità di rientro in bonis”.

AMCO nel dicembre 2019 aveva rilevato altri 2,8 miliardi di euro di Npl e Utp da Carige, a seguito dell’aumento di capitale della banca (si veda altro articolo di BeBeez) e lanciato con Prelios sgr l’atteso progetto Cuvée, il fondo per gestire gli Utp immobiliari oggi sui bilanci delle banche italiane medio-grandi (si veda altro articolo di BeBeez).

Sul fronte delle acquisizioni di nuovi portafogli, secondo indiscrezioni, AMCO starebbe per comprare crediti deteriorati di Banca Popolare di Bari per un importo pari a 1 miliardo di euro, mentre Mediocredito Centralel’istituto controllato dal ministero dell’Economia attraverso Invitalia, potrebbe acquisire un ulteriore portafoglio performing per un altro miliardo (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre AMCO dovrebbe acquisire da Mps un portafoglio di Utp da 7 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).



Blue Elephant Energy rifinanzia impianti fotovoltaici italiani per 38,5 mln euro con BayernLB

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blue elephant energy 400x240

blue elephant energy 400x240A fine dicembre 2019, Blue Elephant Energy, produttore indipendente tedesco attivo nel settore delle energie rinnovabili, ha ottenuto un finanziamento in project financing del valore di 38,5 milioni di euro dalla banca tedesca Bayern LB. Quest’ultima è stata assistita nell’operazione da Eversheds Sutherland Uk, mentre Wfw ha seguito Blue Elephant Energy, riferisce Global Legal Chronicle.

Il denaro sarà impiegato per rifinanziare un portafoglio fotovoltaico costituito da 5 società veicolo, proprietarie di 7 impianti multisezione in Italia. Gli impianti, con una potenza installata complessiva di 26 MW, sono situati in varie regioni italiane, tra cui Puglia, Lazio, Sicilia, Marche ed Abruzzo. Gli impianti erano stati acquistati da Blue Elephant Energy nel luglio 2019 dal fondo EOS Sicav Plc, gestito da Abraxas Capital Management Ltd (si veda EnergiaMercato). Sempre in Italia, Blue Elephant nel febbraio 2018 aveva rilevato impianti solari per una capacità di 22 MW, situati nelle Marche e in Abruzzo. Li aveva ceduti il produttore di energia indipendente milanese Viridis Energia srl (si veda qui il comunicato stampa). Blue Elephant Energy AG, con sede ad Amburgo, detiene in totale 20 impianti solari e 12 eolici, per un’energia totale di 627,97 MW.


IK Investment compra la maggioranza di Acture Group. YFM cede Eikon e incassa un Irr del 62% in meno di due anni. Aberdeen Standard raccoglie 350 mln $ per il fondo VIII. Denham Capital investe 250 mln $ in Ceiba

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IK Investment partners

IK Investment partnersIK Investment Partners, tramite il fondoIK Small Cap II, comprerà una quota di maggioranza in Acture Group dai suoi fondatori (si veda qui il comunicato stampa).  Acture Group è un gruppo di società innovative che forniscono servizi specializzati alle aziende nella gestione di malattie e disabilità. La società è stata fondata nel 2008 dall’attuale ceo, Maudie Derks e da due co-fondatori, per limitare l’assenteismo e i costi del datore di lavoro nel complesso sistema di sicurezza sociale olandese. Acture Group è cresciuto principalmente in maniera organica negli ultimi dieci anni. La società ha ora una gamma diversificata di prodotti nel campo della previdenza sociale, dell’assenza e dei servizi di salute sul lavoro e della gestione della disabilità per i lavoratori autonomi. Acture Group è leader di mercato nei Paesi Bassi e non vede l’ora di espandere ulteriormente questa posizione insieme a IK nei prossimi anni. I fondatori cedono la loro quota al fondo con Maudie Derks che rimane CEO e reinveste con il fondo. Questa transazione rappresenta il nono investimento del Fondo IK Small Cap II.

YFM Equity PartnersYFM Equity Partners ha ceduto al fondo Tenzing il gruppo Eikon, società londinese leader nei servizi di localizzazione e masterizzazione digitale per l’industria dell’intrattenimento internazionale. YFM ha poi reivestito per una minoranza ed è tutt’ora titolare di un finanziamento soci. Dall’operazione YFM ha incassato 2,25 volte il capitale investito e un Irr del 62% (si veda qui il comunicato stampa).  YFM aveva investito in Eikon 6 milioni di sterline nel marzo 2018 tramite i fondi British Smaller Companies e Growth, che erano stati utilizzati da Eikon soprattutto per sviluppare  una nuova importante struttura a Los Angeles.  Eikon collabora con i principali studi di Hollywood e piattaforme di streaming globali, offrendo strutture leader del mercato, un approccio innovativo e una solida reputazione per il servizio e la qualità della consegna. L’azienda ha raggiunto una rapida crescita dei ricavi, con una media di un tasso di crescita del 55% ogni anno negli ultimi tre anni.

Aberdeen Standard InvestmentsAberdeen Standard Investments ha effettuato il closing del suo Aberdeen US Private Equity VIII, suo ottavo fondo di private equity dedicato al mercato statunitense (si veda qui privateequitywire). La raccolta di fondi, che è stata completata in meno di nove mesi, ha superato l’obiettivo di 350 milioni di dollari ed è stata sottoscritta in eccesso. APE VIII, che ha chiuso il 23 dicembre, investirà in un portafoglio strategicamente concentrato di fondi di private equity a piccola capitalizzazione, investimenti diretti e transazioni secondarie, con particolare attenzione geografica al Nord America. La strategia è progettata per catturare il potenziale di sovraperformance dell’ecosistema di private equity del mercato relativo alle piccole/medie imprese. Scott Reed, co-responsabile del Private Equity statunitense presso Aberdeen Standard Investments, ha affermato: “In un contesto di compressione dei rendimenti e un panorama di private equity più competitivo, gli investitori stanno sempre più cercando di attingere ad aree meno efficienti, come il mercato della piccola media impresa. Questo però è un segmento difficile per la maggior parte degli investitori data la sua ampiezza e complessità. Abbiamo impiegato quasi 20 anni a perfezionare il nostro approccio agli investimenti in questo spazio e non vediamo l’ora di offrire continui e forti rendimenti per i nostri partner.”  La raccolta fondi ha attirato capitali da un mix di clienti / consulenti esistenti e nuovi investitori, e includeva una miscela di piani pensionistici aziendali e pubblici, fondazioni e dotazioni e famiglie con un patrimonio netto molto elevato.  ASI ha oltre 50 professionisti degli investimenti focalizzati a livello globale su private equity e venture capital, tra cui un team di 12 persone dedicato al private equity statunitense guidato dai co-capi Scott Reed e John Dickie.

Denham CapitalDenham Capital investirà 250 milioni di dollari in Ceiba Energy, proprietaria e sviluppatrice di attività di generazione di energia in America Latina (si veda qui Reuters).  L’investimento ha lo scopo di consentire a Ceiba di espandere il proprio portafoglio di progetti energetici nella regione, dove attualmente controlla oltre 50 installazioni tra cui centrali elettriche a gas e rinnovabili. Ceiba prevede di potenziare le proprie attività in paesi di cui conosce il quadro giuridico e l’ambiente di investimento o in cui possiede già attività come Messico, Colombia, Brasile, Cile, Panama e Perù. La società intende crescere attraverso una combinazione di acquisizioni, sviluppo di nuovi progetti o ammodernamento di installazioni esistenti. Denham Capital è una società di private equity globale focalizzata sull’energia, con $ 9,3 miliardi investiti in nove veicoli. La società ha dichiarato di voler diventare uno dei principali investitori nel settore energetico dell’America Latina, che dovrebbe crescere più della media globale nei prossimi anni.


Mitsubishi Estate London compra un sito di sviluppo a uffici a Barcellona. Il Ritz di Madrid riapre la prossima estate come Mandarin Oriental Ritz

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Mitsubishi Estate LondonMitsubishi Estate London, con la consulenza di Europa Capital, gestore paneuropeo di investimenti immobiliari, ha acquisito un sito in sviluppo a uffici di 0,8 acri su Carrer de Cristóbal de Moura, nel centro di Barcellona, ​​in Spagna. Il sito è stato acquistato da un venditore privato (si veda qui Europe-re). Mitsubishi Estate London e Europa Capital hanno in programma di investire 40 milioni di euro nello sviluppo di un nuovo edificio per uffici di classe A di ca.125.000ft² (11.613 mq), con costruzione che inizierà nel 2020. Situato all’interno di 22 @, il nuovo quartiere degli affari di Barcellona, ​​il progetto si va ad aggiungere al portafoglio creato da Europa Capital a Barcellona, ​​che comprende il WTC Almeda Park e sette progetti residenziali tra cui Casa Bures nell’Eixample. Il progetto si basa sulla relazione esistente tra le due società. Mitsubishi Estate è il principale azionista di Europa Capital e le due società stanno attualmente assemblando un portafoglio di proprietà di sviluppo commerciale in Europa attraverso un veicolo separato. Yuichiro Shioda, amministratore delegato e ceo di Mitsubishi Estate London, ha dichiarato: “Barcellona è una sede commerciale consolidata e in crescita e da tempo siamo interessati a investire e sviluppare in una città che ha un grande potenziale. Collaborando con Europa Capital, possiamo attingere alle sue notevoli competenze di sviluppo e posizionarci per progetti simili nei principali centri”.

Hotel RitzL’iconico Hotel Ritz di Madrid aprirà nell’estate 2020 con il nome  Mandarin Oriental Ritz di Madrid, a seguito del più vasto restauro della sua storia di 110 anni (si veda qui HotelManagement). L’hotel, che è stato progettato e costruito sotto la supervisione del leggendario albergatore César Ritz, ha aperto le sue porte nel 1910. Il restauro migliorerà significativamente le strutture e i servizi dell’hotel mantenendo il suo carattere unico, incapsulato nello stile Belle Époque dell’edificio originale. L’architetto spagnolo Rafael de La-Hoz è stato determinante nel fornire il contesto per il restauro storico, mentre i designer francesi, Gilles & Boissier, hanno supervisionato gli interni con l’obiettivo di aumentare l’appeal della proprietà sia per gli ospiti locali che internazionali, mentre celebravano lo spirito pioneristico di César Ritz. La riprogettazione degli spazi pubblici si è concentrata sul restauro delle numerose e raffinate caratteristiche architettoniche interne dell’hotel, incorporando al contempo una serie di preziosi pezzi artistici della collezione della proprietà, tra cui lampadari di cristallo, dipinti antichi e sculture. L’hotel è sempre stato parte integrante della società nella capitale spagnola, e ha ospitato reali, politici, leader aziendali e celebrità. Si trova all’interno del “Triangolo d’oro dell’arte”, un’area definita dai più importanti musei della città: il Prado, il Thyssen-Bornemisza e il Museo di arte moderna Reina Sofía. La posizione della struttura all’interno di una prestigiosa zona residenziale vicino al quartiere finanziario e commerciale di Madrid e al Parco El Retiro, aumenta il suo fascino.


Banco Bpm finanzia la nuova Rsa di Arese di Numeria sgr

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numeria sgrBanco Bpm ha erogato un finanziamento al Fondo Salute 2 di Numeria sgr. Sarà impiegato per la costruzione di una residenza sanitaria per anziani (Rsa) ad Arese (Milano), che sarà concessa in locazione a uno tra i principali operatori nel settore della gestione di strutture sanitarie. Greco Vitali Associati ha assistito la banca nell’erogazione del finanziamento.

Il Fondo Salute 2, gestito da Numeria sgr dal 31 dicembre 2018, si occupa di sviluppo di residenze sanitarie assistenziali in Veneto, Piemonte e Lombardia. Numeria oggi è già investita ad Arese Sud con il fondo Geminus nella Città degli Alberi, un progetto immobiliare residenziale che coniuga edilizia e natura con il suo grande parco ricco di 2000 alberi di 36 specie diverse.

Numeria sgr ha sede a Treviso ed è attiva nella promozione, istituzione e gestione di fondi comuni d’investimento immobiliari, orientati alla riqualificazione ed allo sviluppo di aree e di immobili. E’ stata fondata nel giugno 2004 su iniziativa dei partner dello studio legale Barel Malvestio & Associati, con sede a Treviso, uno dei più noti del Veneto e specializzato in diritto immobiliare, urbanistico, commerciale e bancario, e la partecipazione di una consolidata società del risparmio gestito nel settore immobiliare.

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United Petfood Producers, participata dal fondo Waterland, rileva la pavese Effeffe Pet Food

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effeffe pet foodUnited Petfood Producers, società belga partecipata dal fondo olandese Waterland Private Equity, ha rilevato il produttore di cibo per animali domestici Effeffe Pet Food (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione è stata finanziata dalle banche, con Ing Bank che ha svolto il ruolo di banca agente. United Petfood e Waterland sono state assistite per gli aspetti legali da Lmcr, il venditore è stato seguito da Ergon Legal & Tax e le banche da Bsva.

Effeffe Pet Food spa, con sede a Pieve Porto Morone (Pavia), produce cibo per animali dal 1986 ed è presente in 17 paesi nel mondo. Fondata da Angelo Ferrari, si è focalizzata fin da subito su private label, dove oggi è leader di mercato. Alla fine degli anni Novanta ha siglato una joint venture con un gruppo americano specialista nel cibo per animali. L’azienda oggi ha una capacità produttiva annua di 70 mila tonnellate e produce 30 milioni di confezioni ogni anno. La società, con sede a Pieve Porto Morone (Pavia), ha chiuso il 2018 con ricavi per 43,8 milioni di euro, un ebitda di 2,97 milioni e una posizione finanziaria netta di 14,73 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

United Petfood Producers è un produttore di alimenti per animali in white label con sede nel porto di Ghent, in Belgio. La società è nata a Dumoulin nel 1937 come produttrice di mangimi, poi nel 1994 ha iniziato a produrre cibo per animali domestici. Oggi conta stabilimenti in Francia, Polonia, Olanda, Spagna, Romania e Italia (grazie all’acquisizione di Effeffe Pet Food). Waterland Private Equity ha investito in United Petfood nel dicembre 2016 (si veda qui il comunicato stampa di allora).

Fondata nel 1999, Waterland ha oggi uffici in Belgio, Olanda, Regno Unito, Germania, Svizzera, Danimarca, Irlanda e Polonia e ha attualmente un totale di 6 miliardi di euro di asset in gestione.


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