![La Collezione Thannhauser Da Van Gogh a Picasso]()
![Henri Rousseau The Football Players 1908 Oil on canvas 39 1/2 x 31 5/8 inches (100.3 x 80.3 cm) Solomon R. Guggenheim Museum, New York 60.1583 Painting Photo taken 06/2018]()
Henri Rousseau
The Football Players
1908
Oil on canvas
39 1/2 x 31 5/8 inches (100.3 x 80.3 cm)
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
60.1583
Painting
Photo taken 06/2018
La mostra della Fondazione Guggenheim di New York La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso in programma a Milano a Palazzo Reale dal 17 ottobre 2019 all’8 marzo 2020, presenta circa cinquanta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento, tra cui Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Paul Gauguin, Edouard Manet, Claude Monet, Vincent van Gogh e un nucleo importante di opere di Pablo Picasso. Una ricca antologia presentata con un allestimento molto semplice su pannelli grigi con qualche scelta più ardita qua e là, nel monumentale Palazzo Reale, che conferma la posizione di primo piano di Milano nell’attenzione all’arte contemporanea, inserendosi, in particolare, nel filone del racconto del collezionismo e dello sviluppo dell’arte museale.
La mostra racconta la straordinaria collezione che negli anni Heinrich Thannhauser con il figlio Justin e la seconda moglie Hilde costruirono per poi donarla, nel 1965, alla Fondazione Solomon R. Guggenheim, che da allora la espone in modo permanente in una sezione del grande museo di New York, promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, e curata da Megan Fontanella, conservatrice di arte moderna al Guggenheim.
È la prima volta che questi capolavori arrivano in Europa a Milano per la tappa conclusiva di un percorso che ha portato i capolavori al Guggenheim di Bilbao e all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence.
![Vasily Kandinsky Blue Mountain (Der blaue Berg) 1908–09 Oil on canvas 41 3/4 x 38 inches (106 x 96.6 cm) Solomon R. Guggenheim Museum, New York Solomon R. Guggenheim Founding Collection, By gift 41.505]()
Vasily Kandinsky
Blue Mountain (Der blaue Berg)
1908–09
Oil on canvas
41 3/4 x 38 inches (106 x 96.6 cm)
Solomon R. Guggenheim Museum, New York Solomon R. Guggenheim Founding Collection, By gift
41.505
La storia comincia nel novembre del 1909 al numero 7 della centralissima Theatinerstrasse, all’interno del cosiddetto Arco-Palais, Heinrich Thannhauser (1859-1935) dove si inaugurava inaugurava la Moderne Galerie con una mostra di circa duecento opere di artisti francesi e tedeschi : tra queste, cinquantacinque capolavori impressionisti riuniti con l’aiuto di Rudolf Meyer-Riefstahl a Parigi – il gruppo più cospicuo di opere impressioniste mai presentato a Monaco di Baviera. Le avanguardie francesi di fine Ottocento – Edgar Degas, Édouard Manet, Pierre-Auguste Renoir tra gli altri – e i tedeschi Hugo von Habermann, Max Liebermann e Leo Putz (autore del logo della Moderne Galerie) sono e rimarranno i pilastri del programma espositivo della galleria, anche se Heinrich darà prova più volte della sua versatilità offrendo uno spazio critico all’arte sperimentale e ai talenti emergenti.
Una linea in contrasto con il carattere conservatore del mercato dell’arte tedesco nei primi anni del Novecento. Nel corso dei trent’anni successivi questa filosofia informerà l’attività della galleria Thannhauser nelle sue varie incarnazioni in tre paesi diversi e rifletterà per molti versi anche lo spirito della collezione creata dal figlio di Heinrich, Justin Kurt Thannhauser che decise di donarne una parte alla Solomon R. Guggenheim Foundation di New York. La raccolta di capolavori che nel 1965 approdò al Guggenheim Museum è dunque il frutto di uno sviluppo graduale avvenuto nel corso di vari decenni. Le opere
![Manet Davanti allo specchio 2]()
Manet Davanti allo specchio 2
appartenenti al fondo della galleria, che all’inizio venivano proposte per la vendita a clienti privati e a istituzioni, entrarono poi a far parte della collezione privata di Justin Thannhauser, che negli anni del secondo dopoguerra le registrò sotto la voce “not for sale”. Per il Guggenheim l’aspetto fondamentale era costituito dal fatto che la raccolta comprendeva opere di impressionisti e postimpressionisti francesi, fino a quel momento non rappresentati nelle collezioni del museo, oltre a un numero considerevole di dipinti e opere su carta di un antesignano dell’arte moderna come Pablo Picasso. In mostra in particolare le opere di Cézanne che furono il primo nucleo impressionista della collezione di New York e di Pablo Picasso, in particolare, da segnalare il «Moulin de la Galette», bar e luoghi di incontro, una balera di Montmartre spesso ritratta dagli Impressionisti che affascinò anche il pittore catalano una volta nella capitale francese. Quando la donazione fu annunciata, nel 1963, scrive Megan Fontanella nel saggio che accompagna la mostra, Justin Thannhauser dichiarò al New York Times: “Sono fermamente convinto che
![Picasso Donna dai capelli gialli 1]()
Picasso Donna dai capelli gialli 1
queste settantacinque opere costituiscano un’unità coesa introvabile in altri musei, e vedo chiaramente come questi dipinti, che coprono un arco di tempo che va dai settantacinque ai cento anni, derivino l’uno dall’altro”.
La creazione della Moderne Galerie non era la prima esperienza di Heinrich Thannhauser in veste di mercante d’arte. Dopo aver lavorato come commerciante nel settore dell’abbigliamento e dell’illuminazione, iniziò a collaborare con l’ungherese Franz Josef Brakl (un ex cantante d’opera) con il quale nel 1905 fondò a Monaco la Moderne Kunsthandlung che inizialmente proponeva soprattutto le opere di artisti tedeschi legati alla Secessione di Monaco. Tuttavia, nella primavera del 1908 la Moderne Kunsthandlung presentò una retrospettiva postuma dell’opera di Vincent van Gogh in collaborazione con il mercante berlinese Paul Cassirer e con gli eredi dell’artista a Parigi. Thannhauser, infatti, come dimostra anche la scelta delle opere in mostra, nutriva una passione per questo autore del quale in
![Gauguin Haere Mai 5]()
Gauguin Haere Mai 5
particolare nella saletta a lui dedicata, un’opera realizzata nel manicomio di Saint-Rémy, Montagne a Saint-Rémy, che mostra la fragilità mentale dell’artista in quel momento, di grande intensità. La mostra esercitò un’influenza sull’attenzione all’arte di quel periodo e l’orientamento verso l’Espressionismo. L’anno successivo, Brakl e Thannhauser e quest’ultimo si indirizzò sempre più di più all’arte contemporanea. In particolare la ricerca di Kandinskij, artista che ricevette molta attenzione, era incentrata sulla forma astratta come mezzo per esprimere la propria interiorità. Sostenitore della spiritualità nell’arte, diede vita insieme a Franz Marc al gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), una libera associazione di artisti che perseguiva questi obiettivi. Era stato Heinrich Thannhauser a presentare Kandinskij a Marc – su richiesta di quest’ultimo – e in concomitanza con la terza esposizione della NKVM, nel 1911-1912, la Moderne Galerie ospitò anche la mostra d’esordio del Blaue Reiter. Interessante al di là della qualirà delle opere in mostra è anche la storia della formazione di una collezione e l’evoluzione della filosofia di una galleria d’arte. Tra le opere esposte in quell’occasione vi erano alcune Improvvisazioni di Kandinskij (1909-1914) e la Mucca gialla (1911) di Marc, un dipinto emblematico del suo interesse per il ritorno alla natura come mezzo di redenzione spirituale. La mostra del Blaue Reiter presentava inoltre al pubblico tedesco le opere dei francesi Robert Delaunay ed Henri Rousseau (da poco scomparso), insieme a quelle di altri modernisti europei. In seguito Kandinskij dirà che la Moderne Galerie era “forse lo spazio espositivo più bello di tutta Monaco di Baviera”. A proposito di Henri Rousseau, I giocatori di football (1908), che è la loandina dell’esposizione, si tratta di un’opera particolarmente interessante, con i giocatori vestiti in modo strano dai colori sgargianti, un tono naïf, giocoso, e in effetti una palla da rugby che riporta al centro dell’attenzione allo sport anche in linea con il ritorno del nazionalismo in Francia. Di grande livello anche l’opera di Robert Delaunay, La città, nella quale il cubismo sposa il dinamismo della costruzione dell’opera.
Durante la guerra che aveva contrapposto la Francia alla Germania Thannhauser aveva dovuto limitare i suoi sforzi per la promozione dell’arte francese e nel periodo dell’occupazione tedesca di Parigi perse alcune opere, tra furti e danni.
Al termine del conflitto, mentre la sede di Monaco continuava a servire il mercato tedesco e nordeuropeo, i collezionisti statunitensi e di altri paesi europei si rivolsero soprattutto alla sede di Lucerna. Capitale della Repubblica di Weimar, negli anni venti Berlino era un centro culturale vitale e dinamico, fucina di talenti e stili di vita anticonvenzionali e trasgressivi, in breve il luogo ideale per la tappa successiva dell’espansione dei Thannhauser. La prima galleria Thannhauser chiuse ufficialmente il primo gennaio 1929; Heinrich si ritirò dall’attività e morì a Lucerna nel 1935. I Thannhauser erano celebri per la qualità dei loro allestimenti museali e la galleria di Berlino non fece che accrescere la loro reputazione. La mostra dedicata a Claude Monet, organizzata con Georges Clemenceau nel 1928, è tra i risultati più importanti dell’attività espositiva berlinese e in mostra il Palazzo Ducale visto da San Giorgio Maggiore. Un altro importante evento berlinese fu l’esposizione dedicata a Matisse nel 1930, che presentava al pubblico ben duecentosessantacinque opere tra dipinti, sculture, disegni e stampe risalenti al periodo tra il 1896 e il 1929. Nonostante questi primi successi, gli eventi storici presero il sopravvento: la crisi economica mondiale del 1929 e l’ascesa del Partito nazionalsocialista nei primi anni trenta indebolirono la scena dell’avanguardia berlinese, così l’attività successiva fu di basso profilo.
Justin Thannhauser guardò anche oltre l’Europa, al Sud America, e iniziò una serie di collaborazioni con la Galería Müller di Buenos Aires: nel settembre del 1934 ad esempio contribuì all’allestimento di una mostra di Degas del quale ci sono delle piccole sculture esposte.
La mostra permette di seguire l’evoluzione e gli spostamenti della Galerie Thannhauser di concerto all’evoluzione del momento storico che condizionò di volta in volta l’arte e la sua considerazione, rispetto alla quale questi grandi collezionisti ebbero sempre il coraggio di guardare aventi, come nel caso della mostra sull’ «arte degenerata».
Il viaggio prosegue con i Thannhauser che ottennero la carta d’identità svizzera nell’autunno del 1940. Secondo i documenti di immigrazione erano rifugiati politici provenienti dalla Germania che intendevano stabilirsi in Uruguay. Tuttavia, anziché partire per il Sud America, raggiunsero Lisbona e alla vigilia di Natale si imbarcarono sulla Santa Pinto diretti a New York.
Alla fine degli anni Quaranta, la famiglia diede il via a una vasta campagna di richieste di risarcimento o restituzione per tentare di rimediare, per quanto possibile, alle perdite subite durante la guerra7. Alcuni dipinti, abbandonati dai tedeschi in un deposito parigino, gli furono restituiti insieme ai documenti che aveva conservato in una cassaforte della banca Rothschild. Tuttavia, gli sforzi di Justin per recuperare i beni della sua famiglia dalla residenza parigina non ebbero successo e l’insostituibile archivio della prima galleria di Monaco non è stato mai più rintracciato. Al di là dei rimpianti la loro vita si legò a quella di New York dove nel 1959 fu aperto al pubblico il celebre edificio progettato dall’architetto Frank Lloyd Wright. Lo spazio del Monitor Building – la piccola rotonda, che all’epoca ospitava la biblioteca e gli uffici amministrativi – fu adibito all’esposizione della collezione Thannhauser cheJustin anche quando si ritirò a Berna ocn la moglie Hilde, considerò tutta la sua vita, morendo con l’augurio che venisse ammirata. Una vita per l’arte che oltre a trasmettere un patrimonio di opere ci restituisce un sogno.
A cura di Ilaria Guidantoni