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L’arredamento di alta gamma Calligaris compra l’illuminazione Luceplan

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luceplanIl gruppo mobiliero italiano Calligaris, controllato dal fondo Alpha 7 (gestito da Alpha Private Equity) ha rilevato il marchio di illuminazione Luceplan. A vendere è stata Signify, nuova denominazione di Philips Lighting e leader mondiale nell’illuminazione. Calligaris nell’operazione è stato assistito dall’advisor finanziario Banca Akros e dallo studio legale Pedersoli. Il closing dell’operazione è previsto entro un mese.

L’operazione conferma la strategia di Calligaris di raggruppare i principali brand del settore arredamento per diventare un marchio di design globale e rientra anche nella strategia di creazione del valore di Alpha. L’acquisizione permetterà alle due aziende di espandere le proprie attività, oltre che di valorizzare le proprie identità distintive e di posizionamento di mercato.

“Luceplan è per noi un nuovo ed entusiasmante capitolo. Sono sempre stato attratto dalla storia di questa azienda che negli ultimi 40 anni si è consacrata come uno dei pilastri del settore dell’illuminazione, perseguendo incessantemente la strada dell’innovazione e del design. Lavoreremo fin da subito per massimizzare le sinergie tra le nostre aziende in modo da migliorare e rafforzare la posizione di mercato di entrambi i marchi”, ha commentato Stefano Rosa Uliana, ceo di Calligaris. “Questa partnership permetterà al gruppo di ampliare ulteriormente il suo business a livello globale”, ha dichiarato Valentina Pipolo, country head di Alpha per l’Italia.

Fondata a Milano nel 1978, Luceplan realizza lampade di design ad alta efficienza energetica e progettate per durare nel tempo. L’azienda esporta circa l’80% circa del fatturato (circa 20 milioni di euro).

Calligaris, fondata nel 1923 e con sede a Manzano (Udine) riveste una posizione di leadership nel mercato globale dell’arredamento living & dining, con un’ampia offerta di sedie, tavoli e divani di design italiano nel segmento di alta gamma. L’azienda sviluppa, produce, assembla e distribuisce i propri prodotti attraverso i tre brand Calligaris, Connubia e Ditre (acquisita nel 2017, si veda articolo di BeBeez), con un network di oltre 650 punti vendita in 100 Paesi e filiali negli Stati Uniti, Giappone, Francia, Regno Unito e Russia. Il fondo Alpha 7 ha rilevato la maggioranza della società nell’agosto 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Calligaris ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di circa 142 milioni di euro, con una quota export in aumento del 70%.

Alpha Private Equity gestisce 2 miliardi di euro ed è specializzata in operazioni di mid-cap in Europa continentale. In Italia, Alpha detiene in portafoglio aanche: AMF (accessori metallici e non metallici per abbigliamento, calzatura e pelletteria),  Laminam (lastre ceramiche di grande dimensione), Caffitaly (sistemi macchina e capsule per il caffè espresso), Remazel Engineering (equipaggiamenti speciali per il settore oil&gas,controllata da Alpha tramite la holding Advanced Technologies Industrial Group sa, che a sua volta controlla anche Mios Elettronica, leader nella progettazione e produzione di sistemi di comunicazione e controllo per il settore ferroviario), Optima Italia (energia e telecomunicazioni) e Savio (macchine per la roccatura e il controllo della qualità dei filati).

Alpha Private Equity è uno degli investitori monitorati da BeBeez Private Data
(scopri qui come abbonarti a soli 110 euro al mese)

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Silver Lake compra TEG da Affinity Equity Partners. Highview Capital acquista Gold Star Foods per fonderla con Good Source

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Silver LakeSilver Lake ha acquistato TEG da Affinity Equity Partners (si veda qui il comunicato stampa) sulla base di una valutazione che, secondo l‘Australian Financial Review, è stata di circa 1,3 miliardi di dollari. Affinity aveva acquistato quattro anni fa la società attiva nel settore dell’intrattenimento dal vivo e della biglietteria per eventi in Asia-Pacifico. Allora a vendere era stata Nove per 640 milioni di dollari. TEG opera come fornitore esclusivo di biglietti per oltre 135 clienti di locali e promotori per eventi che spaziano da eventi sportivi in ​​diretta, concerti, teatro, festival ed esposizioni in più di 13 paesi. La transazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, previa approvazione dell’Australian Foreign Investment Review Review Board. Il mese scorso Affinity aveva registrato un forte ritorno grazie alla vendita per  700 milioni  di dollari australiani (480 milioni di dollari Usa) della sua partecipazione nel programma frequent flyer di Velocity della Virgin Australia. Il totale della vendita è più del doppio dell’importo di  335 milioni pagata per la quota del 35% nel 2014. Velocity è il secondo programma di fidelizzazione delle compagnie aeree in Australia, con 9,8 milioni di membri a fine giugno secondo il suo sito web.

Highview CapitalHighview Capital ha acquisito Gold Star Foods, un distributore specializzato nel settore alimentare K -12 (programmi di nutrizione infantile, si veda qui il comunicato stampa). Come parte dell’accordo, Gold Star si fonderà con un’altra società già nel portafoglio di Highview, cioé con Good Source Solutions, a sua volta un distributore specializzato di prodotti alimentari focalizzato su K-12. La fusione creerà una nuova holding battezzata GS Foods Group. La società combinata avrà una dimensione nazionale con una sostanziale presenza sul mercato negli Stati Uniti, al servizio di oltre 8.000 clienti a livello nazionale. La transazione riunirà due società con sofisticate capacità di vendita e marketing, approvvigionamento, distribuzione, logistica e servizi, creando una piattaforma nazionale al servizio di questi mercati. Gold Star e Good Source continueranno a operare con i loro nomi attuali e marchi nel settore della ristorazione, e ciascuno continuerà a essere guidato dal proprio team di gestione, con Sean Leer e Rich Friedlen che continueranno a ricoprire rispettivamente las carica di Presidente di Gold Star e Good Source e con Sean Leer che è stato nominato ceo della nuova entità GS Foods Group. Questa transazione consentirà sia a Gold Star sia a Good Source di fornire meglio prodotti e servizi specializzati per soddisfare le esigenze dei loro clienti. Gold Star fornisce alimenti freschi, genuini e nutrienti con i loro partner di nutrizione scolastica a oltre 4 milioni di studenti ogni giorno, in 3.500 scuole e in oltre 500 distretti scolastici. Le strutture avanzate dell’azienda, la tecnologia proprietaria e i sistemi di servizio consentono ai loro clienti di nutrizione infantile di servire cibi di provenienza locale e li aiutano anche a rispettare i molti aspetti dei programmi e delle normative USDA.


Il luogo più costoso per affittare casa negli Usa? Manhattan. L’ultima classifica di RentCafe. PropertyGuru prepara ipo a Sydney. Ascendas Reit compra uffici a Melbourne

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RentCafe

RentCafeI primi tre appartamenti con gli affitti più alti degli Stati Uniti sono a Manhattan, New York. Lo calcola l‘ultimo rapporto di RentCafe, che aggiunge che sui dicei primi indirizzi per gli affitti più cari, ben sette sono a Manhattan, con gli altri che sono a  Los Angeles e nella Bay Area di San Francisco, mentre Boston è l’unica città al di fuori di New York e la California a comporre la top 50, ma non si vede fino alla posizione n. 32 (si veda therealdeal). Tra i primi 50 codici postali nel rapporto, New York City ne aveva 28. Il quartiere di Battery Park City al centro della città ha preso il primo posto, con un affitto medio di 6.211 dollari al mese. Nel frattempo, sei dei primi posti sono a Los Angeles e 12 nella Bay Area di San Francisco. I restanti quattro erano a Boston. A Los Angeles, il più costoso è il 90024 di Westwood, dove le unità hanno una media di 4.944 dollari al mese, secondo un rapporto di RentCafe. Anche Westwood ha superato i codici postali della California l’anno scorso. Beverly Grove è arrivato subito dietro Westwood con un affitto medio appena sotto i 4.900 dollari, seguito dai quartieri di San Francisco Rincon Hill e Mission Bay. Nella contea di Los Angeles, circa il 58% delle famiglie a basso reddito paga più del 30% del proprio reddito mensile in affitto, e la contea è a corto di oltre mezzo milione di case a prezzi accessibili. Gli sviluppatori vogliono che i funzionari locali e statali facilitino le normative per rendere più economico la costruzione di appartamenti. Il legislatore statale ha risposto alla crisi con una legge statale sul controllo degli affitti che limita gli aumenti degli affitti e limita gli sfratti. È passato il mese scorso e attende ancora la firma del Governatore Gavin Newsom.

PropertyGuruLa piattaforma immobiliare del Sud-Est asiatico PropertyGuru, i cui azionisti includono i giganti del private equity TPG Capital e KKR, ha presentato ufficialmente domanda di ammissione a quotazione all’Australian Securities Exchange. Secondo il prospetto di ipo, PropertyGuru punta a vendere tra gli 84,5 e i 93,3 milioni di azioni a un prezzo di 3,70-4,50 dollari ciascuna (si veda dealstreetasia). Il prezzo rappresenta da 9 a 10,9 volte i ricavi previsti  per l’anno solare 2020. Supponendo un prezzo finale al punto medio dell’intervallo indicativo, la società incasserà in ipo 362,6 milioni  di dollari australiani (245 milioni di dollari Usa). Nella fascia alta della fascia di prezzo, genererà invece circa 380,2 milioni  di dollari australiani (256,54 milioni di dollari Usa). L’offerta valorizza PropertyGuru da tra gli 1 e gli 1,22 miliardi di dollari australiani e verrà quotata con una capitalizzazione compresa tra 1,16 miliardi e 1,36 miliardi di dollari australiani (da 782 a 918 milioni di dollari Usa). Sulla base del punto medio della fascia di prezzo indicativa, TPG e KKR deterranno rispettivamente una quota del 26% e del 23,30% in PropertyGuru al completamento dell’ipo. I fondatori di PropertyGuru Steve Melhuish e Jani Rautiainen possiedono insieme circa l’11,58% della società e hanno in programma di ridurre la propria partecipazione al 7,21% in ipo. All’estremità superiore della fascia di prezzo indicativa, incasserebbero in totale 37,3 milioni di dollari australiani (25,2 milioni di dollari Usa).

Ascendas REITAscendas Reit (A-REIT), quotato a Singapore, ha acquisito un edificio a uffici situato a Melbourne, in Australia, per 110,90 milioni di dollari  australiani (74,71 milioni di dollari Usa). Il venditore è ESR FPA (Wellington Road) (si veda dealstreetasia). Questa sarà la quarta proprietà di uffici suburbani del gestore REIT in Australia. L’edificio per uffici si trova su un appezzamento di terreno che dovrebbe ricevere lo stato di completamento pratico nel 2Q 2020. Nissan Motor siglerà un contratto di locazione di 10 anni per il 65,20% dello spazio dopo il completamento dell’edificio per uffici. Il contratto di locazione ha un’escalation dell’affitto integrata del 3,0% annuo e l’ESP FPA fornirà una garanzia di tre anni per gli eventuali spazi liberi rimanenti. L’edificio di otto piani è dotato di spazi per uffici, officina, caffetteria, servizi di fine viaggio e parcheggio multi-livello per 911 veicoli. La superficie utile netta è di 17.507 mq. L’edificio per uffici si trova 21 km a sud-est del CBD di Melbourne.


Manca poco alla Italian Private Equity Conference del 24 ottobre. BeBeez è media partner

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Schermata 2019-10-08 alle 07.26.22Mancano solo poche settimane alla prossima
Italian Private Equity Conference
organizzata da Private Equity Insights
il 24 ottobre a Milano all’hotel Four Seasons

Si ritroveranno oltre 250 professionisti rappresentanti
delle principali società di private equity
per una giornata di networking e scambio di idee.
I posti disponibili si stanno esaurendo e c’è ancora poco tempo
per potersi registrare alle condizioni di favore negoziate per voi da BeBeez,
che è media partner dell’iniziativa.

Per maggiori informazioni e iscrizioni, clicca qui
oppure contatta direttamente Private Equity Insights alla mail info@pe-insights.com.

Gli investitori (LPs) potranno chiedere dei complimentary pass,
mentre gli altri potranno ottenere uno sconto del 20% sul prezzo di ingresso,
utilizzando il codice sconto PEI_BeBeez al momento dell’iscrizione.

Vi aspettiamo!

 


IVS Group quota al Mot nuovo bond da 300 mln euro. Rifinanzia il precedente bond del leader italiano delle vending machine

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IVS GroupIVS Group spa, società leader in Italia e secondo operatore in Europa nelle vending machine, quotata sul segmento Star di Borsa Italiana, ha quotato ieri al Mot un nuovo bond da 300 milioni di euro a scadenza 18 ottobre 2026 con cedola 3% (si veda qui il comunicato stampa). Il collocamento si era chiuso in anticipo lo scorso 30 settembre, raggiungendo la raccolta massima dopo sole 6 ore, riscuotendo grande successo non solo tra gli investitori istituzionali ma anche nel mondo retail. Equita ha agito in qualità di placement agent e intermediario nominato per offrire ed esporre le proposte di vendita delle obbligazioni durante il periodo di offerta. D’ora in poi Equita svolgerà le attività di specialist sul mercato secondario per questi bond.

I capitali raccolti con questo nuovo bond serviranno a rimborsare il bond da 240 milioni di euro con cedola 4,5% emesso nel novembre 2015 con scadenza 2022, che a sua volta aveva rifinanziato a condizioni più favorevoli le emissioni precedenti, cioé quella da 200 milioni a scadenza 2020 e cedola 7,125% del marzo 2013, ampliata poi di altri 50 milioni nel marzo 2014 (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel settembre scorso, l’azienda ha rilevato da Nexi Payments, società del Gruppo Nexi, la maggioranza di Moneynet spa, società specializzata nell’erogazione di servizi a pagamento (si veda altro articolo di BeBeez).

IVS Group è tra i gruppi leader in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici di bevande calde, fredde e snack e negli ultimi 10 anni ha condotto un’aggressiva campagna di m&a. La presentazione agli analisti della semestrale 2019 indica ben 115 acquisizioni dal 2012, per un investimento complessivo di oltre 180 milioni di euro, forte dei capitali raccolti con la quotazione in Borsa nel 2012, a valle della business combination con la Spac Italy 1 Investments sa. Si era trattato del primo veicolo di investimento di questo tipo quotato in Italia. La Spac aveva raccolto 150 milioni di euro dagli investitori ed era stata promossa dai manager Vito Gamberale, Carlo Mammola, Gianni Revoltella, Roland Berger, Florian Lahmstein e Gero Wendenburg.

Il gruppo ha chiuso il bilancio consolidato 2018 con 434,4 milioni di euro di ricavi, un ebitda rettificato di 93,4 milioni e un debito finanziario netto di 285,5 milioni, mentre i primi sei mesi 2019 si sono chiusi con 232 milioni di euro di ricavi, 55 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di 361,3 milioni (compreso l’impatto negativo dell’applicazione del nuovo standard contabile IFRS16).

L’attività core del vending si svolge principalmente in Italia (79% del fatturato), in Francia, Spagna e Svizzera, con circa 202.000 distributori automatici e semiautomatici. Il gruppo ha una rete di 82 filiali e più di 2.900 di collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con circa 850 milioni di erogazioni all’anno.


Il motore hydro-jet DeepSpeed lancia equity crowdfunding su CrowdFundMe. Nel capitale ci sono già noti business angel

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Schermata 2019-10-08 alle 09.00.53I3b, startup innovativa che produce DeepSpeed,un motore hydro-jet fuoribordo elettrico molto più efficiente dell’elica, ma anche degli attuali idrogetti entrobordo, ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Crowdfundme, con l’obiettivo di raccogliere un minimo di 180 mila euro e un massimo di 460 mila, a fronte di una valutazione di pre-money di 5 milioni.

Fondata a inizio 2017, I3b si basa sulle intuizioni del fondatore, William Gobbo, e sulle collaborazioni con le Università di Padova, Milano e Modena. In particolare il progetto è stato infatti validato dal professor Ernesto Benini dell’Università di Padova, consulente di fluidodinamica per i maggiori produttori mondiali di jet aeronautici, che è entrando in società, contribuendo alla stesura della domanda di brevetto. A credere nel progetto e quindi a investire nel capitale è già stato in precedenza un  pool di business angel, tra i quali Maurizio Di Robilant e Francois De Brabant.

Il progetto ha anche già ottenuto tre finanziamenti pubblici tra cui uno di Smart&Start, e ha raccolto fino a oggi oltre 1,2 milioni di euro, che hanno consentito di sviluppare il motore arrivando a testare DeepSpeed in acqua. DeepSpeed ha anche ottenuto un prestigioso «Seal – Certificato di Eccellenza» da Horizon2020 ed è in procinto di ottenere un brevetto internazionale.


Investire in navi: meglio una Handy Tanker o una Supramax Bulk di 5 anni? Ecco i risultati del Vsl-BeBeez Shipping Equity Index

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handy tanker 5 anni

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Si rischia di perdere più del 20% comprando a leva oggi una nave Handy Tanker di seconda mano di 5 anni e vendendola tra 3 anni. Questo, se le cose dovessero andare male, ovvero se i prezzi time charter delle navi si portassero a meno del 10% rispetto alla previsione base di mercato di Clarkson Research Services di circa 12,750 milioni di dollari (partendo da una valutazione di 24 milioni di dollari per nave).

Lo rileva la simulazione periodica condotta da Venice Shipping e Logistics per BeBeez che aggiorna il Vsl Shipping Equity Index, che studia i possibili risultati di investimenti in diverse tipologie di navi (clicca qui per scaricare le previsioni dell’ultimo Shipping Equity Index Vsl-BeBeez).

Se invece l’investimento non fosse a leva, le perdite sarebbero limitate a poco meno del 6% nel peggiore dei casi e ci sarebbero dei guadagni potenziali del 3,84% nella migliore delle ipotesi. Ancora meglio poi, se l’investimento fosse mantenuto in portafoglio per 5 anni. In quel caso la perdita potenziale sarebbe solo del 2,89% e il guadagno di oltre il 4,71%.

supramax bulk 5 anniGuadagni un poco più interessanti ma perdite potenziali più pesanti si avrebbero se invece oggi si investisse in una Supramax Bulk di seconda mano, sempre di 5 anni. Rivendendola tra tre anni ,dopo un investimento a leva,  infatti, in caso di discesa del prezzo a 9,938 milioni di dollari (partendo da una valutazione di 17,5 milioni di dollari per nave), il rischio di perdita massima è del 13,45%, ma c’è un possibile upside di ben il 6,07%, con la perdita che sale all’8,15% e il guadagno che si riduce al 5,35% se non si va a leva. Sull’orizzonte dei 5 anni, invece, la perdita potenziale è dell’11,55% nel caso a leva, mentre senza leva la perdita massima si riduce al 3,5%, con guadagno massimo che si porta al 3,38% a leva e al 3,88% senza.

Nel giugno scorso, le previsioni di Irr a 5 anni confrontavano una MR Tanker con una Handy Bulk  (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’aprile scorso, le previsioni di Irr confrontavano una nave VLCC Tanker di seconda mano di 5 anni con una Capesize Bulk di seconda mano, sempre di 5 anni (si veda altro articolo di BeBeez). A dicembre scorso, le previsioni comparavano una LR1 Tanker e a una Panamax Bulk (si veda altro articolo di BeBeez). A fine settembre 2018, le previsioni di Irr confrontavano una Handy Tanker con una Supramax Bulk (si veda altro articolo di BeBeez). La scorsa estate l’indice aveva elaborato previsioni di Irr in relazione a una MR Tanker e a una Handy Bulk (si veda altro articolo di BeBeez).


La veneta Micromed rileva la società di software belga OSG BVBA

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micromedMicromed spa, società veneta produttrice di dispositivi elettromedicali per la diagnosi neurofisiologica, controllata al 100% dal fondo francese ArchiMed specializzato nel settore healthcare, ha acquisito la società belga di software OSG BVBA (si veda qui il comunicato stampa).

OSG (acronimo di Onafhankelijke Software Groep) è nata nel 1984 come sviluppatore di software per terze parti. Nel 1990 ha progettato il primo software BrainlaB per EEG, EP e EEG quantitativo. La seconda generazione di software BrainlaB è stata sviluppata in Microsoft Windows e ha permesso la registrazione continua. Quattromila licenze di questo software BrainlaB sono state vendute solo in Europa. I suoi clienti sono i laboratori del sonno, i reparti di neurofisiologia clinica e i centri di epilessia. OSG ha sede a Rumst, in Belgio. La società è ben posizionata nella neuromonitoraggio del sonno e nella neurofisiologia clinica con capacità avanzate in Intelligenza Artificiale (AI) nelle analisi del sonno.

Quella di OSG costituisce la terza acquisizione per Micromed, che da quando è stata acquisita da Archimed nel luglio 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), ha raddoppiato le dimensioni. In particolare, si è sviluppata sui mercati Usa e Germania, che ora cubano oltre la metà delle vendite. Ha chiuso il 2018 con ricavi per 7,4 milioni, un ebitda di un milione e una liquidità netta di 2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

Fondata nel 1982 da Claudio Perissinotto (precedente amministratore delegato) e da Cipriano Castellaro (precedente direttore tecnico), Micromed ha sede e stabilimento a Mogliano Veneto (Treviso), collabora con ospedali, laboratori del sonno e centri di ricerca su scala globale. I suoi prodotti spaziano da EEG di routine, ambulatoriale e video EEG a soluzioni di monitoraggio di ECoG, SEEG, PSG, EP, EMG e ICU per applicazioni nella clinica e nella ricerca.

Grazie all’acquisizione di OSG, Micromed avrà accesso diretto al mercato del Benelux, dove OSG BVBA vanta 230 clienti e una penetrazione di mercato del 50% nei Paesi Bassi. Micromed si occuperà anche di integrare OSG nella sua rete di vendita globale, offrendo prodotti OSG nella maggior parte dei 78 mercati di Micromed, tra cui quelli chiave in Germania e negli Stati Uniti. L’acquisizione rafforza inoltre le risorse di sviluppo di Micromed, aggiungendo competenze nello sviluppo e nella produzione di software e AI. Le sinergie create dall’unione dei team di sviluppo prodotto e di R&S delle aziende permetteranno a Micromed di ridurre i tempi di commercializzazione e di adattare più rapidamente la gamma prodotti all’evoluzione della domanda del mercato.

 

ArchiMed è un fondo di private equity europeo specializzato nel settore healthcare fondato nel 2014 dal management di 3i del Global Healthcare Team. Negli ultimi 20 anni, ArchiMed ha gestito e investito direttamente in oltre 40 piccole, medie e grandi imprese del settore healthcare in tutto il mondo, per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di euro. La capacità di investimento del fondo supera attualmente il miliardo di euro e raddoppia se si considerano anche i suoi partner strategici negli investimenti.
Investe nei settori diagnostica, ricerca farmaceutica, assistenza sanitaria a domicilio, ortopedia, cura degli animali, cura professionale, dispositivi cardio-vascolari e sicurezza alimentare. In Italia, nel maggio scorso ha concluso con successo l’opa su Bomi, gruppo quotato all’Aim Italia, leader nella logistica e nella gestione di prodotti medicali ad alta tecnologia. Nello stesso periodo, ArchiMed ha acquisito la maggioranza di maggioranza del capitale di Diesse Diagnostica Senese spa, una società milanese che sviluppa sistemi innovativi di diagnostica in vitro per malattie infettive e autoimmuni. Nel 2015 aveva i nvestito  nella catena di cliniche dentistiche Primo Group spa, che partita nel 2010 da Torino e dal resto del Piemonte, dal 2014 si sta ampliando ad altre regioni d’Italia.
ArchiMed nel luglio 2014 aveva investito in Medistream Citieffe, gruppo produttore di impianti ortopedici innovativi con sede a Losanna in Svizzera (si veda qui il comunicato stampa di allora), di cui la controllata italiana Citieffe rappresenta il cuore del business. Basata a Calderara di Reno (Bologna), Citieffe sviluppa e produce strumenti innovativi per la traumatologia, pensati per riparare fratture agli arti inferiori e superiori.


Newlat Food fissa la forchetta di prezzo per la quotazione tra 5,80 e 7,30 euro per azione e presenta domanda di ammissione all’MTA

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Schermata 2019-10-09 alle 05.49.57Newlat Food, gruppo multinazionale, multi-brand, multi prodotto e multicanale attiva nel settore agro-alimentare italiano e europeo, è stata ammessa alla quotazione  da Borsa Italiana e ha fissato la forchetta di prezzo  per l’ipo tra un minimo di 5,80 e un massimo di 7,30 euro per azione, per un equity value quindi compreso tra 157 milioni e 197 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Obiettivo di Newlat è sbarcare sul segmento Star entro fine mese (si veda altro articolo BeBeez).

Come noto, l’ipo sarà tutta in aumento di capitale, con la società che intende utilizzare i proventi della quotazione per sostenere la sua crescita per linee interne ed esterne, in un’ottica di diversificazione geografica internazionale e ampliamento dei marchi in portafoglio. Sul mercato finirà una partecipazione del 41%, con la maggioranza del gruppo che rimarrà in mano al presidente e amministratore delegato Angelo Mastrolia, imprenditore salernitano-svizzero,  attraverso la sua Newlat Group sa. Nella quotazione, Equita sim, HSBC France e Société Générale agiranno in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Equita sim agirà anche come sponsor ai fini della quotazione.

Nel dettaglio, saranno collocati ai soli investitori istituzionali al massimo 17 milioni di azioni di nuova emissione, pari appunto al 41% del capitale del gruppo. E’ inoltre prevista un’opzione greenshoe per altri 2 milioni di azioni che potrà essere esercitata in tutto o in parte entro 30 giorni dalla data di avvio delle negoziazioni. I joint global coordinator potranno godere anche di un’opzione di sovra-allocazione, da esercitare contestualmente alla quotazione, per chiedere in prestito al massimo altri 2 milioni di azioni al prezzo di offerta.

Newlat aveva già reso nota la sua intenzione di quotarsi nell’aprile scorso, contestualmente all’acquisizione della storica azienda italiana specializzata nella produzione di pasta Delverde Industrie Alimentari spa, ceduta dalla multinazionale argentina Molinos Rìo de la Plata, sulla base di un enterprise value di 9,25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

I proventi dell’ipo, specifica la nota diffusa ieri, potranno essere utilizzati per finanziare una serie di ulteriori acquisizioni, su target che sono già stati individuati: (i) una società attiva nei settori pasta, prodotti da forno e sughi pronti, attiva nel Sud Europa e con ricavi pari a circa 300 milioni di euro; (ii) una società attiva nel settore lattiero-caseario, attiva nel Sud Europa e con ricavi pari a circa 300 milioni; (iii) una società attiva nei settori pasta, prodotti da forno e prodotti pronti al consumo, attiva nel Nord Europa e con ricavi pari a circa  100 milioni; (iv) una società attiva nel settore pasta, attiva in Europa Centrale e con ricavi pari a circa  100 milioni; e (v) una società attiva nel settore pasta e prodotti speciali (prodotti gluten free, prodotti a basso contenuto proteico e baby food), attiva in Europa Centrale e con ricavi attorno a 50 milioni. Sempre i proventi dell’ipo potranno essere utilizzati per finanziare la strategia di crescita per linee interne finalizzata all’efficientamento e alla valorizzazione delle strutture facenti parte del gruppo.

Schermata 2019-10-09 alle 05.49.43Fondata nel 1940, Newlat impiega oggi circa 1.200 dipendenti, distribuiti in dieci impianti produttivi distribuiti tra Italia e Germania.  Vanta un consolidato posizionamento nel mercato domestico e una presenza rilevante sul mercato tedesco nonché una importante presenza in altri 60 paesi. E’ attiva principalmente nei settori pasta, lattiero-caseari, prodotti da forno e prodotti speciali, in particolare health & wellness, gluten free e baby food.

Newlat ha chiuso il 2018 con ricavi per 305 milioni di euro, che pro-forma (conisderando quindi anche Delverde) salgono a 325,6 milioni con un ebitda normalizzato di 26,9 milioni e un debito finanziario netto di 39,2 milioni. Il gruppo ha chiuso il primo semestre con ricavi per 158,9 milioni, un ebitda normalizzato di 12,4 milioni e un debito finanziario netto di 22,2 milioni.

Newlat è stata acquisita da Mastrolia nella primavera del 2008 da Parmalat al valore simbolico di un euro. Mastrolia si era accollato i debiti e l’aveva comprata tramite la sua Tmt Finance sa di Lugano. Nel novembre 2008 Parmalat aveva ceduto a Newlat anche il ramo d’azienda caseario con sede a Lodi che produceva i prodotti a marchio Ala, Polenghi e Optimus. Sempre nel 2008 Newlat aveva comprato da Nestlé lo stabilimento di Sansepolcro dove si producono la pasta secca e le fette biscottate Buitoni. Anche in quel caso l’accordo era stato che lo stabilimento avrebbe continuato a produrre per il colosso dell’alimentare venditore. Nel dicembre 2013 Newlat ha acquisito per 20 milioni di euro dal gigante spagnolo Ebro Foods i marchi tedeschi della pasta Birkel e 3 Glocken, diventando il primo player di settore in Germania, con una quota di mercato di circa il 20%. Nel dicembre 2014 il gruppo italiano ha comprato anche la Centrale del Latte di Salerno. Nell’ottobre 2015, Newlat ha comprato da Kraft Heinz lo stabilimento parmense di Ozzano Taro (si veda altro articolo di BeBeez), dove si producono i prodotti Plasmon, Dieterba Nipiol e quindi biscotti, pappe, riso, pasta, farine, olio, pollo liofilizzato e omogeneizzati, ma anche i prodotti a marchio Biaglut (alimenti per celiaci) e Aproten (alimenti a basso contenuto di proteine).

Il gruppo è attualmente fornitore di Plasmon, per la quale Kraft Heinz ha aperto un processo di vendita per un valore di 700 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Newlat possiede anche il marchio Giglio ed è titolare della licenza di produzione a marchio Buitoni per quanto riguarda i prodotti pasta secca e prodotti da forno


Davis & Morgan colloca una seconda tranche del bond da 10 mln euro e valuta l’ingresso di un nuovo socio

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davis & morganLa merchant bank milanese specializzata nell’acquisto e servicing di Npl, Davis & Morgan, ha in collocamento una seconda tranche del minibond da 10 milioni di euro quotato all’ExtraMotPro lo scorso maggio, che a oggi è stata collocata per 4,85 milioni di euro, paga una cedola del 7% e ha scadenza aprile 2024.

La prima tranche del minibond era stata emessa sino a un massimo di 5,5 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre lo scorso 2 ottobre Davis & Morgan ha comunicato che ha  riaperto il periodo di collocamento del bond per un ammontare di 350 mila euro (si veda qui il comunicato stampa), così come previsto dal Regolamento del bond che riserva alla merchant bank il diritto di procedere a emettere nuovi titoli fungibili fino al raggiungimento di un ammontare massimo appunto di 10 milioni (si veda il Documento di ammissione). Secondo quanto riferito ieri da Il Sole 24 Ore, la nuova tranche è stata sottoscritta da un primario operatore assicurativo irlandese.

I bond sono garantiti da pegno rotativo su crediti Npl ipotecari aventi sottostanti immobiliari nelle principali città italiane (almeno il 70% nel Comune di Milano) e da pegno su conto corrente per l’eventuale residuo di liquidità ancora non utilizzata. La rotatività del pegno consente all’emittente di acquistare nuovi crediti single name non performing ipotecari al rientro dei flussi dall’attività di recupero svolta sui crediti già in pegno. Il bond consentirà l’ampliamento della base di investitori interessati a partecipare al piano strategico di Davis & Morgan, che prevede l’investimento di 20 milioni per quest’anno e ulteriori 20 milioni per il 2020 in crediti single name ipotecari deteriorati.

A oggi la maggior parte dei crediti deteriorati in gestione a Davis & Morgan è costituito da crediti unsecured derivanti da contratti con utility, per un totale di oltre 525 milioni di euro. Di questi, 131 milioni erano stati acquisiti nel 2017 da Sorgenia. Il portafoglio di crediti deteriorati single name, invece, a oggi ammonta a circa 30,4 milioni.

Nel maggio 2018 Davis & Morgan aveva collocato un prestito obbligazionario da 2,5 milioni di euro, anch’esso garantito da un pegno rotativo su crediti deteriorati ipotecari e con una cedola del 7%, sempre finalizzato a finanziare l’acquisto di singole esposizioni secured (si veda altro articolo di BeBeez). A dicembre, poi, ha ampliato quell’emissione per un altro milione di euro.

Davis & Morgan è un intermediario finanziario iscritto all’albo di Banca d’Italia ex art. 106 del Testo Unico Bancario, è guidato dal ceo Andrea Bertoni ed è controllato dal management al 65% per il tramite della Morgan Trust srl (che fa capo a Bertoni). Dal gennaio 2018 la merchant bank annovera tra i propri azionisti per una quota del 25% anche la famiglia Oetker, proprietaria, tra l’altro, della società multinazionale alimentare Hero AG, produttrice delle note marmellate. Fra gli altri azionisti, con il 6%, rientra anche il presidente Hugh Malim, il quale ha ricoperto a partire dal 1992 e per oltre 20 anni la carica di country manager per l’Italia di Barclays Bank Group.  Secondo qunto riferito ieri da  Il Sole 24 Ore, Davis & Morgan attualmente sta valutando un rafforzamento del capitale, con l’ingresso di un nuovo socio, con una quota pari a circa il 5%.


Catalyst Capital vende nel centro di Birmingham. Tristan Capital compra a Monaco da Axa

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Catalyst Capital

Catalyst CapitalCatalyst Capital ha venduto un edificio per uffici multi-purpose al numero 60 di Church Street, nel centro di Birmingham a Topland Group per 16,8 milioni di sterline, con un rendimento iniziale netto implicito del 6,75% (si veda qui propertyfundsworld).

L’edificio di 11 piani, situato all’angolo tra Church Street e Cornwall Street, è stato venduto dal fondo Catalyst European Property Fund II. È stato ampiamente rinnovato da Catalyst al costo di 2,01 milioni di sterline per arrivare a 63.290 piedi quadrati di uffici. È completamente affittato a una gamma di importanti inquilini, tra cui The Economist, West Midlands Trains e Succession Wealth Group.  Catalyst Capital è stata assistita da Avison Young e Topland è stata assistita da Savills.

Tristan Capital PartnersIl fondo opportunistico a valore aggiunto EPISO 5, gestito da Tristan Capital Partners, ha acquisito da AXA un edificio per uffici vicino alla sede centrale della BMW a nord di Monaco. Tristan prevede che l’investimento totale nel progetto, compresi i lavori di ristrutturazione degli uffici esistenti e lo sviluppo del terreno, sarà nell’ordine dei 91 milioni di euro (si veda propertyfundsworld). Il progetto si trova nella zona di Milbertshofen, a nord di Monaco, appena fuori il ring di Francoforte, un’importante arteria di trasporto che fornisce accesso diretto all’aeroporto di Monaco. Milbertshofen è un quartiere di lavoro ancorato al quartier generale principale della BMW e alla base di ricerca e caratterizzato dalla collaborazione e dal clustering della catena di fornitura automobilistica.


Three Hills Capital Partners entra in Goal Systems. Partners Group cede Vermaat Groep a Bridgepoint

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Partners Group

Three Hills Capital PartnersThree Hills Capital Partners ha annunciato l’ingresso nel capitale della spagnola Goal Systems, uno dei principali fornitori globali di software di ottimizzazione all’avanguardia per l’industria del trasporto di massa,  con un investimento di  45 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Fondato da Javier Mira e Jerónimo Garrido, Goal ha sede a Madrid ed è un fornitore di soluzioni all’avanguardia incentrate sulla pianificazione e la programmazione ottimizzate per il settore dei trasporti. La società, che ha contratti in oltre 25 paesi in Europa, America Latina, Medio Oriente e Asia. Goal Systems ha servito, tra gli altri, alcune delle principali società di trasporto mondiali tra cui Renfe, RATP, LTA, Transmilenio, SNCB, PTC Riyad, Alsa Group, KeolisAmey Docklands e Metro Rio de Janeiro. Il capitale di THCP consentirà a Goal di accelerare ulteriormente la sua crescita, consentendo ulteriori investimenti nelle capacità tecnologiche della Società e facilitando il completamento di acquisizioni strategiche selezionate. L’attività di acquisizione di Goal si concentrerà su obiettivi nello spazio di ottimizzazione in grado di integrare la roadmap di prodotto ambiziosa e innovativa della Società, nonché in settori adiacenti per accelerare lo sviluppo delle capacità tecnologiche della società. THCP ha effettuato il closing del suo terzo fondo da 540 milioni di euro all’inizio di quest’anno. THCP investe in tagli compresi tra i 30 e i 70 milioni di euro.

Partners Group HoldingPartners Group ha concordato la cessione a Bridgepoint di Vermaat Groep, leader del mercato olandese nei servizi di ristorazione e ospitalità di alto livello in outsourcing (si veda qui il comunicato stampa). Partners Group manterrà una partecipazione di minoranza nella società. L’accordo sulla vendita di Vermaat è soggetto al parere del comitato aziendale olandese e all’approvazione degli organi di regolamentazione competenti. Istituito nel 1978 come negozio di specialità gastronomiche, Vermaat è uno specialista dell’ospitalità su misura, che offre servizi di catering in outsourcing di alta qualità per una varietà di segmenti di mercato. Partners Group aveva acquisito Vermaat dalla famiglia fondatrice nel 2015, quando aveva un totale di 231 punti vendita nei Paesi Bassi e generava un fatturato annuo di 138 milioni di euro. Da quel momento state completate dieci acquisizioni sinergiche, rafforzando la leadership di mercato di Vermaat nei suoi segmenti di clienti principali di Corporate, Leisure, Hospitals and Travel ed espandendo la sua copertura geografica. Oggi, Vermaat conta circa 350 negozi di alimentari e bevande premium in tutti i Paesi Bassi, tra cui ristoranti, bistrot, caffetterie e mense, e una presenza crescente in Germania. La società impiega oltre 4 mila persone e si prevede che genererà quasi 300 milioni di euro di ricavi nel 2019.


Gli angeli di SeedMoney entrano nella startup che gestisce la reputazione dei locali RepUP

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Schermata 2019-10-09 alle 07.00.54SeedMoney, società specializzata nel lancio di startup ad alto valore innovativo composta da 170 business angel, è entrata nel capitale di RepUP, la startup che aiuta i gestori di ristoranti, bar e gelaterie a gestire la reputazione dei locali (si veda qui il comunicato stampa). L’investimento diretto nel capitale di RepUP arriva dopo una fase di mentorship, con l’obiettivo di accelerarne ulteriormente la crescita nei prossimi mesi.

RepUP, con sede a Sesto San Giovanni (Milano), è una startup innovativa pensata da Andrea Orchesi (presidente) e Salvatore Viola nel settembre 2018 e lanciata nel giugno 2019. La startup è nata come progetto sviluppato dalle competenze della società di sviluppo digitale DeHive e degli esperti di web e comunicazione Dynamo all’interno di SeedMoney. Nel settembre scorso RepUP ha stretto una partnership con Apci (Associazione Professionale Cuochi Italiani), il cui presidente Roberto Carcangiu è contestualmente entrato nel team della startup milanese. La società presidia lo spazio online per i propri clienti, monitora le recensioni dei clienti e risponde a tutte quelle negative entro 24 ore, gestisce i commenti positivi, applica tecniche SEO per migliorarne la ricercabilità sul web e sistema i profili dei locali sui social network. Il tutto grazie a una app proprietaria basata sull’AI.

“Abbiamo creduto fin dall’inizio nelle grandi potenzialità del progetto e nell’execution di un team davvero affiatato e con competenze elevatissime. La gestione della reputazione online nel mondo del food e della ristorazione è un tema delicato, ma di grande impatto sul fatturato dei locali di somministrazione”, ha dichiarato Federico Barcherini, co-fondatore di Seed Money.

Seed Money è nata per iniziativa del team di Seed Venture Partners, una squadra di business angel con esperienza pluriennale nel lancio di startup di successo, in Italia e all’estero, tra i quali Francesco Zorgno, presidente di CleanBnB,  A fine 2018 SeedMoney ha poi raccolto 184 mila euro in una campagna di equity crowdfunging su se stessa sulla piattaforma CrowdFundMe da 74 investitori, sulla base di una valutazione pre-money di 1,18 milioni. Lo scorso settembre l’acceleratore ha investito in OffLunch, primo servizio di food delivery disegnato appositamente per la pausa pranzo in ufficio (si veda altro articolo di BeBeez). A luglio ha investito in Magicart,  società che ha sviluppato un’app che trova le migliori offerte dei supermercati per risparmiare sulla spesa. Lo scorso aprile l’acceleratore ha investito in GimmeLike, la app che mette in contatto le pmi con i millennial attraverso indagini di mercato (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a marzo ha investito in Locare, la prima società in Italia a occuparsi di rent care e rent warranty, offrendo ai proprietari o agli intermediari immobiliari dei servizi di consulenza sulle varie tipologie di contratti di locazione (si veda altro articolo di BeBeez).


Mukako lancia l’ennesima campagna di reward crowdfunding per la prevendita della parete MUwall

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MUwall_2Mukako, marchio nativo digitale italiano che realizza e vende online prodotti per bambini, ha lanciato una nuova campagna di reward crowdfunding su Kickstarter, una delle piattaforme più note a livello globale in questo settore (si veda altro articolo di BeBeez), per pre-vendere il suo nuovo prodotto MUwall, una parete componibile modulare e personalizzabile per personalizzare e tenere in ordine le camere di bambini e ragazzi (si veda qui il comunicato stampa).

Il reward-based crowdfunding è un metodo di raccolta di denaro tramite piattaforme web specializzate in cui gli utenti offrono denaro non in cambio di quote di capitale delle aziende presentate (come nel caso dell’equity crowdfunding), bensì in cambio di una ricompensa (reward), che può essere il prodotto o il servizio (fornito in questo caso a prezzo scontato o in una forma esclusiva rispetto alla normale produzione) per il quale si chiede il finanziamento.

Nell’aprile 2017, la società aveva chiuso con successo una prima campagna di reward crowdfunding su Kickstarter per l’innovativo progetto MUtable, un originale tavolo per bambini ricco di giochi e funzionalità che ha raccolto 222.254 euro, posizionandosi allora come la tredicesima campagna italiana ad aver raccolto più fondi negli otto anni di storia della celebre piattaforma di crowdfunding su oltre 2.600 progetti. L’interesse era stato tale da convincere la società a lanciare una nuova campagna di reward crowdfunding su un’altra grande piattaforma internazionale, Indiegogo, che si è poi chiusa nel dicembre 2017, raccogliendo altri 281 mila euro. Mentre nell’aprile  2018 si è chiusa la campagna per una versione Mutable 2.0 su Kickstarter dove Mukako ha raccolto poco meno di un milione e 50 mila euro, su un target di soli 50 mila euro e successivamente è passata alla campagna InDemand su Indiegogo. Già perché la piattaforma di reward crowdfunding in questione permette alle aziende che hanno chiuso campagne con successo di continuare a vendere i propri prodotti tramite la piattaforma. Infine, a novembre 2018 è andata in raccolta la campagna per la versione Mutable 3.0 sempre su Kickstarter, che ha raccolto circa 75 mila euro.

Fondata nel 2015 dalle due manager Martina Cusano ed Elisa Tattoni, in tre anni Mukako ha già raccolto oltre 7,5 milioni di euro in equity da investitori privati, anche internazionali. Nel 2016 ha chiuso un round seed da 500 mila euro, in cui hanno investito business angel italiani e stranieri, tra cui Franco Gianera (co-fondatore di BuyVip Italia) e Paolo Vacchino e Antonio Assereto di FocusFuturo. Nel maggio 2017 ha incassato un altro round da 2,5 milioni di euro, sottoscritto ancora dai business angel e dai family office Rancilio Cube e Rancilio Farm e Giovanni Gardelli, il monetization manager di Snapchat Los Angeles. Dato che le  dichiarazioni di interesse ricevute per quel round di finanziamento hanno superato l’importo deliberato per l’aumento di capitale, Mukako, in quanto start up innovativa, ha emesso anche nuovi strumenti finanziari partecipativi per un milione di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Tornando a quest’ultima nuova campagna di reward crowdfunding, chi vi aderirà  potrà acquistare in prevendita pannelli e accessori e ricevere in anteprima i prodotti nell’agosto 2020. A oggi, la campagna, attiva in 40 paesi nel mondo, ha già raccolto circa 263 mila euro da 374 investitori, superando in sole tre ore l’obiettivo iniziale di 50 mila euro. Finora Stati Uniti, Usa e Gran Bretagna sono i paesi che hanno effettuato il maggior numero di richieste di adesione. Una volta chiusa la campagna, Mukako finalizzerà le procedure di collaudo e certificazione per avviare la produzione e inviare, entro il mese di giugno, le combinazioni di MUwall ordinate ai suoi tre magazzini, in Europa, in Nord America e in Asia.

Destinato a bambini da 0 a 14 anni, MUwall, come suggerisce il nome, è una parete creata per rivoluzionare le camerette dei bambini. Così come per MUtable, anche per MUwall la filosofia è la stessa: accompagnare il bambino nella crescita, rispondendo alle esigenze delle diverse età con una soluzione dal design innovativo, che ripensa e trasforma gli spazi e le situazioni di gioco dei bambini. Inoltre MUwall, come già MUtable, sposa il modello pedagogico montessoriano, a iniziare dall’utilizzo di un materiale naturale come il legno e dalle forme semplici dei tanti accessori, sempre a misura di bambino e con moltissimi contenitori e box a vista per tenere sempre i giochi e la cameretta in ordine. Punto di partenza per realizzare il proprio MUwall sono i pannelli in legno di faggio, di color legno o bianchi: quadrati, misurano 45×45 cm e si agganciano alla parete con dei tasselli di ancoraggio. I pannelli sono forati e sono proprio i fori che permettono di montare gli oltre 20 accessori acquistabili su Kickstarter e personalizzare il proprio MUwall: luci, armadietti, mensole, supporti ecc.


Salcef chiude il primo semestre 2019 con un valore della produzione di 154,6 mln euro e un ebitda in crescita del 4,8%. Prevista entro novembre la sua business combination con Indstars 3

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salcef bilancioSalcef Group spa, azienda attiva nel settore railway system and technology in Italia e all’estero, che sta per concludere la business combination con la Spac Industrial Stars of Italy 3 (Indstars 3), ha chiuso il primo semestre del 2019 con un valore della produzione di 154,6 milioni di euro (in linea con lo stesso periodo del 2018); un ebitda in aumento del 4,8%, da 32,7 a 34,3 milioni di euro; un utile in crescita del 4,6%, da 18,1 a 18,9 milioni di euro e una liquidità netta di 21,7 milioni di euro (si vedano qui il comunicato stampa e qui il bilancio consolidato).

L’aumento dell’ebitda è stato trainato dalla Divisione Armamento Ferroviario, che costituisce il core business di Salcef. Rispetto a fine 2018, è cambiata la provenienza geografica dei lavori: l’Italia è stabile e in crescita del 40,7%la Germania, dopo l’acquisizione della società tedesca H&M Bau Gmbh a ottobre 2018, ha aumentato il proprio portafoglio lavori del 63,8%. Anche la Norvegia, in seguito all’accordo con l’azienda pubblica locale per l’esecuzione della manutenzione straordinaria di infrastrutture ferroviarie, ha registrato 1,2 milioni per ricavi e lavori in corso su ordinazione (da completare). Nel complesso la maggior parte dei ricavi delle vendite (81,43%) deriva dall’Italia, l’11% dal resto dell’Europa, il 2,24% dall’Egitto, il 2,08% dall’Asia e il 3,08%dell’Arabia Saudita.

Salcef entro la prima settimana di novembre perfezionerà la fusione con lndstars 3, dopo che lo scorso settembre Finhold srl, socio unico di Salcef e titolare di 42.600 azioni ordinarie di Industrial Stars of Italy 3 si  detto disponibile a sottoscrivere l’eventuale inoptato sulle azioni della Spac oggetto di recesso, sino alla soglia necessaria affinché l’operazione possa essere conclusa (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione di business combination prevede come noto un aumento di capitale in Salcef Group di 100 milioni di euro e la distribuzione di parte delle riserve della Spac agli azionisti, ad eccezione di coloro che abbiano esercitato il diritto di recesso. La quotazione sul segmento Aim di Salcef è prevista entro il novembre 2019, con l’obiettivo di approdare sul segmento Star del MTA entro i successivi 12-18 mesi (si veda altro articolo di BeBeez).

La business combination era stata annunciata lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez), mentre lo scorso maggio erano stati presentati i dettagli del progetto a stampa e investitori (si veda altro articolo di BeBeez). Come già annunciato ad aprile, la business combination con la Spac sarà condotta sulla base di un enterprise value di Salcef di circa 325 milioni di euro, pari a 5,2 volte l’ebitda del 2018, corrispondente a un equity value di 285 milioni o 9,7 volte gli utili e tenuto conto di un debito finanziario netto di 39,9 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Quella con Salcef è la terza business combination per Giovanni Cavallini e Attilio Arietti, che in precedenza hanno promosso insieme altre due Spac che hanno effettuato business combination, rispettivamente, con LU-VE nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez) e con Sit Group nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).

Salcef è stata fondata nel 1949 col nome di Cosfer ed è stata acquisita nel 1975 da Rodolfo Salciccia. Fra il 1998 e il 2019 la società ha effettuato ben 8 acquisizioni, l’ultima delle quali è avvenuta fine luglio 2019, quando ha acquisito il 100% di Coget Impianti spa, azienda bresciana che si occupa della progettazione, costruzione e manutenzione delle linee elettriche di distribuzione ad alta, media e bassa tensione e delle linee elettriche di contatto (catenaria) per la trazione elettrica, prevalentemente per il trasporto ferroviario (si veda altro articolo di BeBeez). Oggi Salcef si occupa di manutenzione ordinaria e straordinaria, messa in sicurezza e progettazione di infrastrutture ferroviarie, reti tramviarie e metropolitane, in cui è leader in Italia ed è uno dei principali operatori a livello europeo. Conta 1.000 dipendenti ed è composta da sette società localizzate in Italia e all’estero.



Torna caldo il dossier Cigierre. Si riapre l’asta per i ristoranti Old Wild West, American Graffiti e Temakinho

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Schermata 2019-10-09 alle 07.58.39Si riapre l’asta per Cigierre – Compagnia Generale Ristorazione spa,  la holding a cui fanno capo note catene di ristoranti etnici come Old Wild West e Temakinho (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo era infatti stato messo sul mercato da BC Partners lo scorso anno, ma poi l’asta aveva subito uno stop quando si paventava che entrasse in vigore la legge sulle chiusure domenicali degli shopping center. Ora, scampato il pericolo, il dossier è tornato caldo. Lo scrive oggi MF Milano Finanza.

Le ultime notizie di mercato relative all’asta lo scorso anno riferivano di sei offerte non vincolanti arrivate sul tavolo degli advisor Rothschild e JP Morgan per Cigierre, con alcune delle offerte che superavano la valutazione di 700 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Tra gli offerenti si diceva ci fossero Carlyle, Permira, Onex e Cinven, mentre Apax Partners, inizialmente dato come interessato, si era poi  fatto da parte.

Cigierre, con sede a Tavagnacco (Udine), è controllata all’85% da BC Partners dal novembre 2015 con il resto del capitale che fa capo al fondatore e amministratore delegato Marco Di Giusto e ad altri investitori privati. Allora l’acquisizione era stata condotta sulla base di una valutazione di circa 310 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Cigierre ha chiuso il 2018 con ricavi per 306,6 milioni e un ebitda di 45,57 milioni, ma anche con una perdita di 15,65 milioni legata a maggiori costi (313,7 milioni rispetto ai 215 milioni dell’anno precedente) e ammortamenti, il tutto a fronte di un indebitamento bancario salito da 186,5 a 256,9 milioni. Il gruppo è leader in Italia nella ristorazione etnica (conta oltre 300 punti vendita) con le catene Old Wild West, American Graffiti (rilevata nel 2017 per 35 milioni, si veda altro articolo di BeBeez), Pizzikotto (si veda qui il comunicato stampa), Weiner Haus e Temakinho (20 milioni per il 60%, si veda altro articolo di BeBeez).


Il 2019 sarà l’anno record dei deal di private equity. Lo rileva l’Osservatorio Pem di Università Liuc e Aifi

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pemIl 2019 sarà un anno record per il private equity italiano. Lo prevede l’Osservatorio Pem dell’Università Liuc di Castellanza, che nei primi 9 mesi di quest’anno ha contato 144 deal, rispetto ai 110 dello stesso periodo del 2018. Nel solo mese di settembre sono state chiuse ben 12 operazioni, cui vanno aggiunte quelle in pipeline e vicine alla chiusura. Nel terzo trimestre 2019 le operazioni chiuse sono state 52 (contro le 34 dello stesso periodo del 2018).

Sulla base di questi valori, l’indice trimestrale Pem (che misura il numero degli investimenti rispetto al numero di investimenti condotti nel primo trimestre del 2000, considerato come base 100) si è attestato a quota 433: un valore mai registrato a settembre in tutta la storia dell’indicatore. Ricordiamo che nel primo trimestre di quest’anno l’indice Pem è invece sceso a 317 punti a fronte di 38 operazioni mappate, a indicare ancora un buon livello di attività, anche se meno marcata rispetto all’ultimo trimestre 2018. Nel quarto trimestre 2018 l’indice aveva toccato il massimo storico a quota 458. Il picco precedente era stato segnato nel 2008 con 127 operazioni (si veda altro articolo di BeBeez).

A proposito di operazioni, dominano i buy-out (67% del totale), mentre le operazioni in capitale per lo sviluppo sono pari al 25%. A livello geografico, dominano sempre Lombardia (42% delle operazioni), seguita da Emilia Romagna e Marche (16% ciascuna). Dal punto di vista settoriale, prevalgono i deal nei beni di consumo (42%) e nei prodotti industriali (16%). Se guardiamo alle imprese, le più interessanti per gli investitori. in maggioranza esteri (51%), sono le pmi.

Ricordiamo che il numero degli investimenti di private equity mappati dal Pem differisce da quello calcolato da Aifi e diffuso nel settembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez), perché il Pem considera solo i primi investimenti e non considera gli investimenti di venture capital; il dato Pem differisce inoltre da quello calcolato da BeBeez, perché BeBeez comprende tutte le operazioni di private equity condotte da qualunque tipo di operatore, non necessariamente strutturato come fondo e quindi anche i club deal e le Spac (si veda il  Report sui sei mesi di private equity di BeBeez a disposizione del lettori di BeBeez News Premium o ai sottoscrittori dell’abbonamento Combo, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).


Il network italiano di parcheggi ParkinGO lancerà in Svizzera a novembre la sua prima STO

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parkingoIl network italiano di parcheggi vicino agli aeroporti ParkinGO lancerà in Svizzera a novembre la sua prima STO (Securities Token Offering). Lo ha detto a BeBeez il fondatore della società Giuliano Rovelli, a margine della conferenza Bird & Bird & Fintech, organizzata dallo studio legale internazionale Bird & Bird ieri a Milano.

La STO sarà lanciata in collaborazione con la piattaforma Stoker (strutturata secondo la normativa europea per effettuare STO, con licenza di banca in UE ). La STO darà diritto solo agli utili di azienda, senza diritti sulla società, in quanto gli interessi di quest’ultima e di investitori spesso sono spesso in conflitto, ha detto Rovelli. “Potremmo pensare in futuro a una quotazione, ma per ora sono ancora una media impresa da 300 dipendenti. Voglio avere tempo per pensare al business e difendermi dagli altri parcheggi”, ha aggiunto.

Ricordiamo nel febbraio scorso la BaFin, la Consob tedesca, ha autorizzato per la prima volta una società tedesca a condurre una ICO (Initial Coin Offering) strutturata come STO (Securities Token Offering), dove le security token sono delle obbligazioni. A lanciare la STO è stata Bitbond, una piattaforma di P2P lending in criptovalute dedicata al finanziamento delle piccole e medie imprese e autorizzata a operare dalla stessa BaFin nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’aprile scorso è stata lanciata la prima STO (Securities Token Offering) in Gran Bretagna: è stata quella della fintech inglese 20/30, che ha quotato equity token per un valore di 3 milioni di sterline sulla piattaforma di trading Turquoise gestita dal London Stock Exchange (si veda altro articolo di BeBeez).

La STO e la ICO sono il punto di arrivo di una riflessione sulle potenzialità della blockchain per il business di ParkinGO. “Su suggerimento di un amico, ho pensato di mettere in blockchain i processi della società, per tokenizzare e innovare la piattaforma”, ha spiegato Rovelli. La società è stata supportata da Kpmg e ha effettuato un ruling fiscale in Svizzera, dove ha lanciato una ICO nel 2018 (GOToken), cui ha fatto seguito l’emissione di utility token (token che attribuiscono ai loro sottoscrittori il diritto di utilizzare o godere un bene o servizio, presente o futuro, alla stregua dei voucher). Dal prossimo 30 novembre i clienti di ParkingGO valuteranno il servizio tramite delle icone e riceveranno per questo una ricompensa tramite utility token. Questi ultimi saranno inviati anche ai dipendenti della struttura e alla struttura stessa, in caso di valutazioni molto positive, e saranno tolti in caso contrario. I token potranno essere utilizzati nelle strutture ParkingGO oppure essere venduti, essendo quotati.

ParkinGO è stata fondata a Milano nel 1995. Offre parcheggi e servizi legati alla mobilità, come le colonnine di ricarica veicoli elettrici. ParkinGO vanta delle partnership strategiche con DriveNow, Volkswagen, Amazon (che ha inserito i suoi locker nei parcheggi), Tesla, Vodafone Automotive, ShareNow. ParkinGO scannerizza tutte le auto in entrata e uscita dai parcheggi, evitando le contestazioni e le truffe. Oggi conta circa 300 dipendenti ed è stata la prima azienda a introdurre in Italia il p2p car rental con GetMyCar. “GetMyCar si presta essere tokenizzato per far certificare un autista dalla community di proprietari di auto. Ci penseremo per il futuro”, ha spiegato il fondatore di ParkinGO. Nel maggio 2019 la società ha lanciato LeaseGO, ossia la possibilità per i clienti di ParkinGO di beneficiare del noleggio a lungo termine. 

ParkingGO è un marchio di proprietà della società Repark srl. Nel 2013 HAT Sicaf (allora HAT Holding) aveva acquistato una quota del 20% della società (si veda altro articolo di BeBeez), ma ha poi rivenduto la quota a Rovelli nel 2015. Contestualmente HAT aveva venduto a Rovelli anche la sua quota in Gepark (Park to Fly).

(articolo modificato alle ore 9.40 del 9 ottobre 2019 – si aggiungono dettagli sulla cessione della quota di Repark da parte di HAT)


Raddoppiano da 12 a 24 i compratori interessati a Mercatone Uno. Lo rendono noto i suoi tre commissari straordinari

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mercatone unoRaddoppiano i soggetti interessati alla catena italiana di arredamento Mercatone Uno, che ha chiuso i battenti dopo il fallimento di Shernon Holding il 23 maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo hanno reso noto al termine dell’incontro di martedì 8 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico i commissari straordinari di Mercatone Uno: Luca Gratteri, Antonio Cattaneo e Giuseppe Farchione.

I tre hanno dichiarato: “Pur consapevoli delle difficoltà esistenti, è confortante registrare che, a valle della articolata e profonda fase di scouting nei confronti di 144 società italiane e internazionali, di cui l’80% mai contattate prima, 24 di queste abbiano manifestato un interesse concreto. Al 17 settembre erano 12 i soggetti interessati”. I commissari, dopo il confronto al Mise con i sindacati e le Regioni, hanno affermato: “Con il Mise è inoltre in fase di approfondimento uno strumento denominato Fast Track Amministrativo, a beneficio dei potenziali acquirenti, per definire con certezza i tempi e l’iter delle procedure, su cui le Regioni e gli altri soggetti presenti hanno mostrato disponibilità e interesse”, rassicurando che continueranno a lavorare per tutelare tutti i soggetti coinvolti.

Mercatone Uno era finita in amministrazione controllata dal 2015, schiacciata da 400 milioni di debiti (si veda la nota del Mise) e nell’aprile 2017 aveva ceduto la catena di gioiellerie accessibili È oro al Gruppo Stroili, che a sua volta fa capo al gruppo francese Thom Europe (si veda altro articolo di BeBeez). Shernon Holding era stata scelta dai tre commissari nominati nel 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico al termine dell’amministrazione straordinaria (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) per rilevare gli asset di Mercatone Uno: 55 punti vendita, la struttura amministrativa di Imola  e la piattaforma logistica di San Giorgio di Piano in provincia di Bologna. La scelta di Shernon era avvenuta dopo tre bandi di vendita andati deserti. L’azienda aveva rilevato i punti vendita di Mercatone Uno nell’agosto 2018, promettendo la continuità occupazionale e di raddoppiare il fatturato in 4 anni, portandolo a 500 milioni di euro al 2022, grazie a 25 milioni di euro di investimenti tra acquisizione e successivo supporto allo sviluppo.

A sorpresa, una settimana prima del vertice al Mise per presentare il piano di rilancio, Shernon è stata però dichiarata fallita dal tribunale di Milano (si veda qui la sentenza di fallimento), schiacciata da 90 milioni di euro di debiti accumulati in soli 9 mesi. Secondo le ricostruzioni del commissario giudiziale Marco Russo, la società ha omesso il pagamento degli oneri previdenziali per oltre 8,7 milioni, non ha rimborsato i creditori per 60 milioni e non ha onorato neanche le pendenze con l’amministrazione straordinaria dopo aver corrisposto solo 10 dei 25 milioni pattuiti, frutto della vendita del magazzino a una società americana per 18 milioni, un prezzo che si ritiene sottostimato rispetto al suo reale valore. Alla luce di ciò, si configura anche l’ipotesi di bancarotta fraudolenta per gli amministratori della Shernon Holding. Rigoni si era detto sicuro di poter trovare un socio per ricapitalizzarla. Un fondo spagnolo aveva fatto una due diligence, ma non era andato oltre.

Dopo la dichiarazione di fallimento, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio, Shernon Holding ha comunicato ai 1860 dipendenti di Mercatone Uno di non presentarsi più al lavoro via WhatsApp e Facebook, mentre i clienti che dovevano ritirare della merce o avevano versato acconti per migliaia di euro hanno trovato i negozi chiusi da un giorno all’altro. I 500 fornitori, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro, si sono riuniti nell’Associazione Fornitori Mercatone Uno perché a rischio sopravvivenza a causa dei mancati pagamenti (si veda altro articolo di BeBeez). In gioco anche l’indotto, che impegna in Italia quasi 10 mila persone. Guidati dall’imprenditore William Beozzo, gli associati hanno reso noto l’interesse a convertire i loro crediti in quote del capitale di Mercatone Uno, sul modello della Parmacotto (si veda altro articolo di BeBeez).


Barings cede a M&G Real Estate uffici a Milano per 136 mln euro

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via pola milanoL’asset manager americano Barings ha ceduto a M&G Real Estate per 136 milioni di euro un immobile a uso uffici situato in via Pola 9-11 a Milano (si vedano qui il comunicato stampa di M&G e qui quello degli advisor). L’acquisizione è stata effettuata da M&G per conto del suo fondo M&G European Property, gestito da David Jackson e Simon Ellis. M&G Real Estate è stata assistita nell’operazione dallo studio legale Dentons, da PwC TLS Avvocati e Commercialisti e dal Building Consulting team di JLL. Il venditore è stato assistito dallo studio Molinari e Associati e dallo studio Pirola Pennuto Zei & Associati. Gli aspetti notarili dell’operazione sono stati seguiti dallo studio del notaio Cesare Gattoni.

L’immobile è situato all’interno dell’area di Porta Nuova, nei pressi delle stazioni ferroviarie e della metropolitana di Milano Centrale e Garibaldi. E’ stato costruito nel 1970 e ristrutturato da Barings per ottenere il Grado A; inoltre, dovrebbe vantare la certificazione LEED Gold prima del completamento della cessione. L’edificio occupa una superficie di 16.500 mq e presenta nove piani al di sopra del livello stradale con uffici e negozi oltre a due piani interrati. Ha 144 posti auto. È già locato per l’85% ad aziende note, tra cui Regus, Willis Towers Watson e Munich Real Estate. Barings aveva acquisito l’immobile per 44,35 milioni di euro nel dicembre 2016, attraverso il veicolo Value Add I Italy, fondo gestito da Kryalos sgr (si veda altro articolo di BeBeez).

Il venditore Barings gestisce oltre 325 miliardi di dollari (dato al 30 giugno 2019) ed è controllata dall’operatore assicurativo americano MassMutual (Massachussetts Mutual Life Insurance). E’ presente in Nord America, Europa, Asia e Pacifico. Nel giugno scorso Barings, tramite il fondo Value Add II Italy, gestito da Savills Investment Management sgr spa, ha acquisito un immobile a Milano in Corso di Porta Vigentina 9 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo scorso ha acquisito in Viale Cassala 22 a Milano un edificio a uso misto (uffici e commerciale) per conto di investitori istituzionali (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio scorso Barings Real Estate, controllata da Barings, ha rilevato 6 asset logistici in Veneto, per una superficie totale di 95 mila mq (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto all’acquirente, M&G Investments, fa parte di M&G Prudential, il business dedicato agli investimenti e alla gestione del risparmio costituito ad agosto 2017 dalla controllante Prudential Plc, con un patrimonio gestito pari a 381,2 miliardi di euro (al 30 giugno 2019). M&G Prudential ha oltre 5 milioni di clienti nel Regno Unito, in Europa, in Asia e Usa. Il ramo immobiliare di M&G gestisce 35,7 miliardi di euro e adotta un approccio settoriale alla gestione degli immobili.

In Italia, nel maggio scorso M&G ha sottoscritto i 117,75 milioni di euro di bond a tre anni emessi da un veicolo che faceva capo a Meyer Bergman, società immobiliare specializzata nello sviluppo immobiliare e nel private equity, finalizzati a rifinanziare il suo progetto Le Corti di Baires (si veda altro articolo di BeBeez).

Valeria Falcone, Portfolio Manager & Real Estate Country Head – Italia di Barings, ha spiegato: “La vendita della nuova ristrutturazione di Via Pola è in linea con la nostra strategia paneuropea di investimento a valore aggiunto ed è un ottimo risultato per il fondo. Il mercato degli uffici a Milano rimane forte, quindi siamo fiduciosi che 9-11 Via Pola continuerà a fornire valore per i suoi nuovi proprietari”. Gunther Deutsch, Managing Director, Head of Real Estate Transactions – Europe for Barings, ha dichiarato: “Questa operazione segna la prima ristrutturazione e vendita di un asset a valore aggiunto. Con una consistente pipeline e ulteriori asset da vendere nei prossimi mesi, continueremo a dimostrare il nostro impegno in questo mercato. Ci interessano asset dal core plus al valore aggiunto nei settori ufficio, logistica e highstreet retail”.

Il gestore di M&G David Jackson ha affermato: “Nell’ambito della nostra strategia pan-europea, continuiamo ad acquistare beni di rilievo e di elevata qualità in Italia, con una particolare attenzione al Nord Italia, che presenta driver macroeconomici e fondamentali di mercato più robusti. Questa acquisizione è coerente con il nostro orientamento verso immobili ad uso uffici posizionati in quartieri centrali degli affari (central business district), che offrono bassi tassi di sfitto e interessanti prospettive di incremento dei canoni di locazione nel lungo periodo. Il quartiere di Porta Nuova a Milano certamente rientra in questa categoria, con una forte domanda di locazione, e tassi di sfitto attualmente solo al 2%”.

Luigi Miranda, Associate Director – Asset Management presso M&G Real Estate dal settembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), ha aggiunto: “Stiamo cercando di identificare le migliori opportunità di acquisto all’interno del dinamico mercato immobiliare di Milano, capitalizzando la relativa scarsità di prodotti investment grade rispetto alla domanda. Il limitato sviluppo urbanistico e la forte domanda di spazi di qualità stanno portando il tasso di sfitto di edifici di prima fascia ad un livello sempre più basso, rafforzando il valore locativo di edifici di qualità sia all’interno dello storico quartiere degli affari, che a Porta Nuova.”

(Articolo modificato giovedì 10 ottobre 2019 alle ore 9.40. Si aggiungono gli advisor dell’operazione e il relativo comunicato stampa).


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