![Gianni Chiarva]()
![Gianni Chiarva]()
Gianni Chiarva
In Italia non se ne sentiva parlare da un po’. L’attività industriale della famiglia Chiarva va avanti solida da decenni ma a far finire sui giornali periodicamente i fratelli Gianni e Giorgio Riva sono le loro incursioni finanziarie in coinvestimento spesso con grandi operatori di private equity, L’ultima operazione è di poche settimane fa, quando la famiglia ha deciso di affiancare il fondo Trilantic Capital Partners IV Europe nel capitale del gruppo di giochi e scommesse Gamenet, quotato a Piazza Affari.
Come annunciato, Trilantic, che oggi controlla il 30% di Gamnet, cederà il 28,67% del capitale della società a G Partecipazioni srl, una newco che sarà partecipata al 50,1% da TCP Lux e al 49,9% dalla famiglia Chiarva, tramite la controllata San Luca spa. La cessione avverrà però dopo che TCP avrà ceduto a soggetti terzi non correlati una partecipazione pari all’1,57% di Gamenet, scendendo così al di sotto del 30% ed evitando quindi l’obbligo di opa da parte della newco.
La famiglia Chiarva, tramite il gruppo Stella, è attiva in campo industriale e finanziario. Un anno fa, Stella Jones International, la jv dei Chiarva (tramite Stella International sa, 51%) con lo storico socio scozzese James Jones & Sons (49%), ha ceduto per 876,5 milioni di dollari il controllo della Stella-Jones Inc., società quotata alla borsa di Toronto con una capitalizzazione di circa 3 miliardi di dollari canadesi. Nel dettaglio l’operazione aveva previsto, da un lato, il collocamento sul mercato di una quota delle azioni e dall’altro la vendita in private placement di un altro blocco di azioni a un consorzio formato da British Columbia Investment Management Corporation (BCI), Caisse de dépôt et placement du Québec (CDPQ), Fonds de solidarité FTQ, GPI Capital, OMERS e il ceo Brian McManus. Contestualmente Tom A. Bruce Jones e Gianni Chiarva hanno dato le dismissioni da presidente e vicepresidente (si veda qui il comunicato stampa).
Stella Jones è un caso di scuola. In 18 anni ha visto passare il ricavi da 10 milioni di dollari nel 2001, anno di ingresso in azienda del ceo, a 2,12 miliardi di dollari nel 2018 con un ebitda di 244.4 milioni (si veda qui il comunicato stampa). A sua volta McManus a ottobre lascerà il suo ruolo (si veda qui il comunicato stampa). E certamente per i gruppi Jones e Stella si è trattato di un investimento di grande successo. Ora il gruppo Stellaa si trova con parecchia liquiditàò da impiegre in nuove avventure e l prima, evidentemente, è stata appunto quella in Gamenet.
L’avventura di Stella Jones era nata nel 1992, quando Tom Bruce-Jones and Gianni Chiarva, rispettivamente a capo del gruppo scozzese James Jones & Sons Ltd. e del gruppo Stella spa, entrambi attivi nel settore della lavorazione del legno, avevano deciso di comprare insieme la divisione di specializzata in trattamento speciale del legno dal produttore statunitense di cellulosa Domtar Corp. per crescere negli Stati Uniti, dopo essere già cresciuti molti entrambi in Europa.
Da allora Stella Jones produce e vende in Nord America traversine di legno per le ferrovie e pali di legno per linee aeree telefoniche ed elettriche. Lo stesso lavoro che il gruppo Stella fa in Italia e in Europa dal 1945 anno della fondazione, con Stella spa, società che ha chiuso il 2018 con 15,9 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 2,1 milioni e un debito finanziario netto di 1,4 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Stella spa fa capo per il 51% a Stella Partecipazioni di Gianni Chiarva sapa e per il 49% a Stand Partecipazioni di Giorgio Chiarva sapa, dopo che la Stella Partecipazioni di Gianni e Giorgio Chiarva si è scissa lo scorso marzo.
La prima grande incursione nel mondo della finanza da parte della famiglia Chiarva è stata quella su Sirti, ai tempi del primo buyout che risale alla fine del 2000. In quell’occasione Sirti, quotata a Piazza Affari, era stata oggetto di un’opa da parte di Wiretel spa, una società veicolo controllata dalla lussemburghese Wiretel International sa, che a sua volta faceva capo per il 61% alla lussemburghese Hilux sa e per il 39% ai fondi di private equity di Interbanca, 3i, 21 Investimenti, tutti con quote paritetiche. Hilux, a sua volta, faceva capo alla lussemburghese 21 Tech sa (66,6% Techint, 33,3% 21 Investimenti) e a Stella Jones Partecipations, a sua volta controllata da Stella International e da James Jones & Sons ltd.
La famiglia Chiarva ha poi seguito tutte le successive vicende di Sirti (si veda qui una storia di Sirti e qui la scheda delle operazioni straordinarie di Sirti di BeBeez Private Data, scopri qui come abbonarti) sino a quando nel 2016 è uscita dal capitale con l’ingresso di Pillarstone (si veda alro articolo di BeBEez)
Nell’ottobre 2017 il gruppo Stella ha anche ceduto la sua quota nel Fabbri Vignola, che da oltre 60 anni produce e e distribuisce macchinari e pellicole per il confezionamento dei prodotti alimentari e riviste. La vendita è avvenuta nell’ambito della cessione ad Argos Wityu del 100% del cpaitale della società che, oltre che alla famiglia Chiarva (tramite Stella Partecipazioni), faceva capo ai fondi di Lincolnshire Management e di Igi sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il controllo di Fabbri era passato dalla famiglia Fabbri a Igi sgr (42,86%), alla famiglia Chiarva (28,57%) e a Holger Van Den Heuvel (28,57%) nel 2011. Successivamente il fondo Lincolnshire Management ha acquisito il 51% .
Infine, una curiosità. La stessa San Luca spa, che tramite G Partecipazioni ha siglato l’accordo per entrare nel capitale di Gamenet, ha in portafoglio una quota di Investinchili spa, la holding che raggruppa le partecipazioni di un gruppo di investitori privati nel capitale di Chili tv accanto ai manager Stefano Parisi e Giorgio Tacchia, e alla famiglia Lavazza, Negentropy Capital, Antares Private Equity, Sony Pictures Entertainment, Warner Bros, Viacom e Paramount Pictures (si veda altro articolo di BeBeez).