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Italmobiliare comprerà il 40% delle serrature Iseo

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Schermata 2018-07-27 alle 08.18.28Italmobiliare comprerà il 40% del capitale di Iseo, uno dei principali produttori europei di soluzioni meccatroniche e digitali per il controllo e la sicurezza degli accessi, e affiancherà così le famiglie azioniste Facchinetti e Faustini a cui fa capo la holding Gifi (scarica qui il comunicato stampa).

Il closing dell’operazione è previsto entro il prossimo autunno, contestualmente all’uscita dal capitale di Iseo della svizzera Dormakaba, che venderà a Gifi il suo 40% che aveva acquistato nel dicembre 2012 (scarica qui il comunicato stampa di Dormakaba).

Fondato nel 1969 per la produzione di serrature, cilindri e lucchetti, Iseo si è successivamente sviluppato attraverso la acquisizione di aziende complementari. Con sede a Pisogne (Brescia) e guidato dal presidente e amministratore delegato Evaristo Facchinetti, il gruppo ha registrato nel 2017 un fatturato in crescita a circa 145 milioni di euro, con tre quarti dei ricavi realizzati sui mercati internazionali e un margine ebitda di oltre il 12%. Iseo, che ha sede nella provincia di Brescia, opera oltre che con 3 impianti situati in Italia (dove è secondo player di mercato) anche attraverso siti produttivi in Romania, Francia, Germania e Spagna.

Obiettivo di questa operazione è supportare il gruppo Iseo nel consolidamento della presenza nel settore dei prodotti a componente meccanica e nel contempo dare ulteriore impulso allo sviluppo del segmento elettronico, attualmente in forte crescita.

Nell’operazione Italmobiliare è stata assistita da Roland Berger come consulente di business mentre New Deal Advisors e DLA Piper hanno seguito rispettivamente la due diligence finanziaria e quella legale. Iseo è stata assistita da Studium 19.12.



F2i apporterà RTR a EF Solare Italia. Il fondo vuole comprare l’altro 50% della jv con Enel

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Schermata 2018-07-27 alle 09.10.26Anche RTR Rete Rinnovabile confluirà in EF Solare Italia, la joint venture di F2i con Enel e che F2i ha intenzione di rilevare al 100%. E’ precisato nel comunicato stampa diffuso ieri da F2i sgr che conferma che il suo terzo fondo infrastrutturale ha vinto l’asta per il gruppo specializzato nello sviluppo di impianti fotovoltaici in Italia sinora controllato da Terra Firma (si veda qui il comunicato stampa e altro articolo di BeBeez).

La precisazione era doverosa, perché F2i ha corso da solo per questo deal, sebbene nelle prime fasi dell’operazione fosse stata invece coinvolta EF Solare, tanto che erano sorti dubbi circa il futuro della joint venture. E infatti qualcosa di nuovo c’è, perché la nota diffusa ieri precisa che F2i prevede “che entro la fine del 2018, tutti gli asset fotovoltaici detenuti dal Fondo (389 MW) vengano conferiti in EF Solare Italia che diverrà così uno dei principali operatori europei con oltre 800 MW di capacità installata. EF Solare è già il principale operatore italiano del comparto ed è detenuto al 50% dal Terzo Fondo. Nelle scorse settimane, F2i ha manifestato il proprio interesse a rilevare il rimanente 50% della società attualmente detenuto da Enel“.

Advisor finanziari di F2i nell’operazione sono stati Barclays, Intesa Sanpaolo e SocGen.Le banche finanziatrici sono Bnp Paribas, Calyon, Ing, Intesa Sanpaolo, SocGen e UBI. Hanno inoltre agito in qualità di consulenti di F2i l’advisor fiscale e legale Legance, contabile Deloitte, assicurativo Willis Tower Watson e tecnico EOS.


Marco Lodola e Giovanna Fra in “Tempus – Time” alla Reggia di Caserta.

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lodolaProsegue con grande successo di pubblico e critica la mostra “Marco Lodola – Giovanna Fra. Tempus – Time”, a cura di Luca Beatrice, ospitata alla Reggia di Caserta fino al 15 settembre. L’esposizione, organizzata da Mary Farina, anche ideatrice del progetto, e da Augusto Ozzella, con la collaborazione della galleria Deodato Arte, gode del patrocinio del Comune di Caserta, del Madre – fondazione donnaregina per le arti contemporanee e di Confindustria Caserta. Il titolo della mostra è un voluto riferimento al trait d’union che Marco Lodola e Giovanna Fra, grazie alle loro opere, creano fra il Tempus, la dimensione temporale legata all’antichità, al classico, alla storica sede espositiva e il Time, sintesi del mondo contemporaneo. Sottolinea Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta: “La mostra si inserisce nell’importante storia del rapporto della Reggia con l’arte contemporanea e con la variegata polifonia dei suoi linguaggi, un dialogo lungo e intenso che si è rinnovato costantemente nel corso degli anni nel confronto continuo e forte, sentito tra epoche e stili, che rende sempre attiva e feconda la vita di uno spazio museale così significativo“. Il percorso espositivo si compone di una selezione di opere dei due artisti, che dall’ingresso si snoda negli spazi interni, nel parco reale, fino ad arrivare agli appartamenti del piano nobile. L’immenso parco della sontuosa villa, nel raggio di un chilometro, è punteggiato da oltre venti monumentali sculture luminose di Marco Lodola che rappresentano alcuni dei suoi soggetti tipici, uomini e donne, ballerini, danzatrici, animali, figure reali e immaginarie, che metaforicamente partecipano a una festa di corte. Questi lavori, oltre al forte impatto creato grazie alla loro imponenza e alla vivacità dei colori, si caratterizzano per la loro peculiarità: l’emanare luce, che genera dinamismo, potenza, vitalità; qualità che non riguardano solamente le opere in sé, ma che vengono trasmesse anche all’ambiente circostante. Le installazioni di Lodola appaiono in grande sintonia con le tele di Giovanna Fra che accolgono il visitatore negli appartamenti reali e, caratterizzate da un forte cromatismo, incarnano perfettamente quell’arte contemporanea in cui la contaminazione di tecniche e la sperimentazione sono elementi imprescindibili. L’artista si misura con lo spazio interno e l’architettura vanvitelliana, reinterpretando nelle sue opere i motivi decorativi settecenteschi, arazzi, carte da parati, arredi Barocchi e Neoclassici, attraverso il linguaggio segnico, costituito da tracce di colore dalle forme imprevedibili e uniche, da textures astratte che si intrecciano con le trame del supporto digitale. I suoi lavori di matrice informale abbandonano infatti i mezzi tradizionali e, partendo da frame fotografici stampati su tela, Giovanna Fra arriva al risultato finale, percorrendo un cammino a ritroso, che la conduce a terminare l’opera con delle pennellate tradizionali, un’ulteriore dimostrazione del legame fra tempus e time e nel caso specifico del “passaggio da time a tempus”. Seppure provenienti da formazioni diverse i lavori di Marco Lodola e Giovanna Fra creano un profondo dialogo e si completano vicendevolmente, ma soprattutto instaurano un forte legame con il luogo che li ospita, come afferma Luca Beatrice nel testo dedicato alla mostra: “Dialogare con stucchi, decorazioni, pitture di genere e, soprattutto, con un’architettura di inestimabile pregio può costituire infatti una sfida ardua eppure affascinante per gli artisti contemporanei, a partire dall’utilizzo di materiali anomali che solo da poco sono entrati nel novero appunto dell’artisticità. Senza contare volumi, cubature e l’immensità di un parco che farebbe spaventare chiunque. […] Realizzare un cortocircuito visivo tra il tempus e il time, ovvero il passato e il frapresente, è rischio che l’arte di oggi sente di correre con sempre maggior frequenza. Ora, in particolare, tra pittura, elaborazione digitale, plastica e luce“. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira, con un vasto repertorio di immagini, il testo del curatore Luca Beatrice e numerosi interventi fra cui quelli di Renzo Arbore, Aldo Busi, Lorenzo “Jovanotti” Cherubini, Piero Chiambretti, Roberto D’Agostino, Salvatore Esposito, Ciro Ferrara, Antonio Stash Fiordispino, Enzo Iacchetti, Max Pezzali, Andrea Pezzi, Red Ronnie e di critici illustri quali Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, Gillo Dorfles, Martina Corgnati, Vittorio Sgarbi.

Cenni biografici.

Marco Lodola nasce a Dorno (Pavia), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano. Successivamente, all’inizio degli anni ’80, si affianca al nuovo futurismo. Si avvicina presto all’uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale, l’evoluzione della sua ricerca lo porta ad inserire fisicamente la luce nei suoi lavori: nascono le sculture luminose, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica. Le sue opere sono presenti in vari musei, ha inoltre realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi. In particolare è stato attivo nella moda e nel teatro. Fra le numerose mostre, si ricorda la sua presenza al Padiglione Italia della 53ª Biennale di Venezia con un’installazione luminosa e alla 54ª Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”.

Giovanna Fra nasce a Pavia, si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi su John Cage ed il rapporto tra arte e musica. La sua visione creativa ha privilegiato la fisicità dinamica del colore in relazione alle diverse consistenze della materia, fissando nell’immediatezza del gesto attimi di vibrante musicalità. Recentemente è stata invitata ad esporre al Friendschip project nel Padiglione della Repubblica di San Marino per la 57° edizione della Biennale di Venezia.

Main sponsor: GRAND HOTEL BILLIA – PARC HOTEL BILLIA – SAINT-VINCENT RESORT & CASINO – CASINO DE LA VALLÉE SAINT-VINCENT

Sponsor: DHL – OFFICE DEPOT – HARMONT&BLAINE

In collaborazione con DEODATO ARTE e AVANGART

 

Coordinate mostra

Titolo Marco Lodola – Giovanna Fra. Tempus – Time

A cura di Luca Beatrice

Sede Reggia di Caserta, via Douhet 2/A – 81100 Caserta

Date 14 giugno – 15 settembre 2018

Catalogo Skira

Orari Appartamenti storici: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 19 – uscita dal museo 19.25) – Parco: dalle 8.30 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) – Giardino Inglese: dalle 8.30 alle 18 (ultimo ingresso ore 17) – MARTEDÌ CHIUSURA SETTIMANALE

 

Ingresso mostra compreso nel biglietto della Reggia

Appartamenti storici, Parco e Giardino Inglese € 12,00 intero – € 6,00 ridotto

Solo Appartamenti Storici (acquistabile quando il parco è chiuso) € 9,00 intero – € 4,50 ridotto

La prima domenica di ogni mese Appartamenti storici gratuito – Parco della Reggia € 5,00 intero – € 2,50 ridotto – gratis fino a 18 anni

 

Aperture serali straordinarie dalle 19.30 alle 22.30

27 maggio – 2, 9, 16, 23, 30 giugno – 4, 7, 14, 21 luglio – 10 agosto – 9, 15 settembre

ingresso € 3,00

Foto:

In alto: Marco Lodola_Culturista Giallo_2018_persplex e led_cm 300x200x15

In basso: Giovanna Fra_Yellow, red and blue note_Sol_2018_ foto digitale e smalto su tela_cm 50×50

 

 


BeBeez Magazine n.27/2018, il magazine di round up settimanale di BeBeez

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E’ disponibile qui il ventisettesimo numero di BeBeez Magazine, il magazine di round up settimanale di BeBeez, che riporta un estratto di tutte le notizie apparse sul sito dal lunedì al venerdì mattina.

Per scaricare il magazine clicca qui

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Guido Hariri, fotografo di musica.

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harari1Guido Hariri. La Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia torna ad aprire le proprie sale alla musica, attraverso la collaborazione con Umbria Jazz. La prima iniziativa, in programma dal 29 giugno al 26 agosto 2018, è la mostra di Guido Harari uno dei massimi fotografi contemporanei di musica, autore di celebri ritratti e notissime copertine di dischi di artisti che spaziano dal rock, al jazz, alla musica classica. L’esposizione, dal titolo Wall of Sound, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, organizzata in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma, Umbria Jazz e il Guido Harari Bruce SpringsteenTrasimeno Music Festival, presenta, attraverso oltre 100 fotografie, un’ampia panoramica del lavoro di un autore che, in più di quarant’anni di attività, ha immortalato autori del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela, Kate Bush, Vasco Rossi, Peter Gabriel, Enzo Jannacci, Riccardo Muti,  Miles Davis e tanti altri. Come scrive il curatore “Guido Harari possiede il raro talento di cogliere la personalità dei musicisti sia nel corso della performance sul palco sia nello svolgersi delle sedute – questa volta intime ed esclusive – durante le quali prendono forma i ritratti. Nell’uno e nell’altro caso il risultato è un’immagine iconica, che si deposita subito nell’immaginario collettivo e perde persino la propria connotazione cronologica. Accade con la Fender Telecaster alzata verso il cielo da Springsteen o con le contorsioni di Iggy Pop, così come con il ritratto ‘assai compreso di sé’ di Philip Glass o quello ironico di Ennio Morricone. Diviene difficile, se si conoscono queste immagini, non richiamarle automaticamente alla mente per prime ogni qual volta si senta o si pronunci il nome dei musicisti che le animano”. Il catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale, contiene testi di Guido Harari e di Marco Pierini. Ispirato dai grandi fotografi di rock e jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, Guido Harari si è affermato nei primi Settanta come fotografo e Guido Harari David Bowiegiornalista musicale. Nel tempo ha esplorato e approfondito anche il reportage, il ritratto istituzionale, la pubblicità, la moda e il graphic design dei propri libri. Numerose le copertine di dischi firmate per artisti internazionali come Kate Bush, David Crosby, Bob Dylan, B.B. King, Ute Lemper, Paul McCartney, Michael Nyman, Lou Reed, Simple Minds e Frank Zappa, oltre ai lavori per Dire Straits, Duran Duran, Peter Gabriel, Pat Metheny, Santana e altri ancora. In Italia ha collaborato soprattutto con Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Guido Harari Leonard CohenAngelo Branduardi, Vinicio Capossela, Paolo Conte, Pino Daniele, Fabrizio De André, Eugenio Finardi, Mia Martini, Gianna Nannini, PFM, Vasco Rossi, Zucchero e la Filarmonica della Scala. È stato anche tra i curatori della grande mostra multimediale su Fabrizio De André, prodotta da Palazzo Ducale a Genova, e della mostra Art Kane. Visionary per la Galleria civica di Modena. Ha realizzato diverse mostre personali tra cui la recente Wall Of Sound al Rockheim Museum, in Norvegia. Tra i suoi libri illustrati Fabrizio De André. E poi, il futuro (2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, 2004), Vasco! (2006), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (2007), Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (con Franz Di Cioccio, 2008), Mia Martini. L’ultima occasione per vivere (con Menico Caroli, 2009), Gaber. L’illogica utopia (2010), Vinicio Capossela (2013), Tom Waits (2013), Pier Paolo Pasolini. Bestemmia (2015), The Kate Inside (2016). Nel 2011 ha aperto ad Alba, dove risiede da anni, una galleria fotografica (Wall Of Sound Gallery) e una casa editrice di cataloghi e volumi in tiratura limitata (Wall Of Sound Editions), interamente dedicate all’immaginario della musica.

(a cura di Paolo Bongianino)

GUIDO HARARI. Wall of Sound

Galleria Nazionale dell’Umbria | corso Pietro Vannucci, 19 | Perugia,

29 giugno–26 agosto 2018

Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì 12.00-19.30 

Informazioni: Tel. 075.58668415; gan-umb@beniculturali.it

 

 

 

 


DeltaMed (Augens Capital e DB) compra il controllo di Bioengineering Laboratories

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Schermata 2018-07-30 alle 05.35.32Delta Med spa, l’ex controllata della quotata Eukedos (ex Arkimedica), ha annunciato nei giorni scorsi l’accordo per l’acquisizione del 77% del capitale di Bioengineering Laboratories srl, al fianco del fondatore, Francesco Greco, che manterrà una quota del 23% nel capitale e verrà nominato amministratore delegato della società  responsabile degli affari medici e scientifici di Delta Med (scarica qui il comunicato stampa).

Bioengineering Laboratories progetta, sviluppa, produce e distribuisce dispositivi medici certificati con particolare riferimento agli accessi vascolari per trattamenti di dialisi acuta, dispositivi medici monouso per urodinamica, cardiochirurgia e critical care e ha di recente ottenuto il prestigioso Sigillo di Eccellenza della Commissione Europea per il progetto Dyalibrid, concepito per innovare il mondo dell’emodialisi con un innovativo accesso vascolare ibrido basato sul materiale Silkothane.

Delta Med è controllata dal novembre 2015 da Augens Capital srl (guidato da Marco Mantica), in partnership con il fondo SOF gestito da DB Private Equity (la divisione di private equity di Deutsche Bank) (si veda altro articolo di BeBeez).

Nell’operazione Delta Med è stata assistita dallo studio legale LMS e da EY per la due-diligence contabile e fiscale.  La società è controllata da Augens Holding in partnership con il fondo SOF gestito da DB Private Equity e con il management della società.

Fondata nel 1993, Delta Med è uno dei principali produttori mondiali di accessi vascolari periferici ed è inoltre attiva nella produzione e distribuzione in Italia e all’estero di dispositivi medici e accessori monouso per terapie infusionali, pacchi procedurali per sale operatorie e altri prodotti per il settore farmaceutico, ospedaliero e dentale.

L’acquisizione del ramo d’azienda di Alfamed si inserisce nelle linee strategiche di sviluppo avviate da Augens Capital, che prevedono la creazione di un grande operatore italiano che disponga di un sofisticato e completo portafoglio di prodotti e tecnologie nell’area degli accessi vascolari.

Primo passo di questa strategia è stato l’acquisizione del 100% di Tipromed srl nel gennaio 2017, mentre nel settembre 2017 è stata acquisita la divisione Critical Care di Alfamed (si veda altro articolo di BeBeez). Con questa terza acquisizione, DeltaMed, sotto la guida dell’amministratore delegato Gabriele Giovanelli,  raggiunge così un fatturato consolidato pro-forma di oltre 25 milioni di euro, di cui più del 50% realizzato nei mercati internazionali, con oltre 100 dipendenti.


Private debt, il fondo di fondi di FII ha deliberato sinora investimenti per 325 mln in 10 veicoli e ne sta studiando altri due-tre

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Schermata 2018-07-27 alle 12.46.18E’ arrivato a impegnare quasi tutti i suoi 400 milioni di euro il fondo di fondi di private debt di Fondo Italiano d’Investimento sgr, che era stato lanciato nel 2014, forte di un primo closing a 250 milioni, tutti sottoscritti da Cdp, e che aveva poi raccolto altri 150 milioni tra il 2015 e il 2016, sottoscritti da Nexi e Intesa Sanpaolo (40 milioni insieme) e da Credito Valtellinese, Poste Vita, Cnpadc, Eurovita, Intesa Sanpaolo Vita e dai fondi pensione Priamo e Prevaer (complessivamente altri 110 milioni).

Lo ha detto Roberto Travaglino, partner di FII sgr, intervenuto lo scorso giugno al Caffé di BeBeez dedicato al private debt (si veda qui il video del Caffé), facendo capire quindi che nei prossimi mesi potrebbe partire la raccolta per un nuovo fondo di fondi.

Travaglino ha infatti precisato che a oggi il fondo ha sottoscritto impegni per 325 milioni di euro in 10 fondi diversi, compreso l’investimento da 35 milioni finalizzato lo scorso aprile nel nuovo veicolo appena lanciato da Dea Capital Alternative Funds sgr, che ha target complessivo di raccolta di 150 milioni e punta a un primo closing a quota 80 milioni entro fine anno, come già anticipato da MF Milano Finanza a metà maggio. Fondi che a loro volta nel complesso, considerando gli impegni sottoscritti anche da altri investitori oltre a FII, hanno raccolto sinora circa 1,26 miliardi di euro e che rappresentano una bella fetta della raccolta complessiva del mercato italiano del private debt.

I numeri diffusi da Aifi lo scorso marzo indicavano infatti che tra il 2012 e il 2017 i fondi di private debt italiani hanno raccolto in totale circa 1,7 miliardi di euro, con 6 fondi che hanno raccolto 292 milioni nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Numeri piuttosto piccoli, se confrontati con quelli di mercati più evoluti come la Francia. Proprio nei giorni scorsi Aifi ha commentato i numeri del private debt francese diffusi dall’associazione France Invest e relativi all’attività di 15 fondi: dal 2012, al 2017, i fondi francesi hanno raccolto complessivamente 10,7 miliardi di euro, con 5 fondi che hanno raccolto 2,3 miliardi nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). E’ chiaro, quindi, che in Italia ci sono ancora ampi margini di sviluppo del mercato e che il FII può contribuire in maniera importante.

Il FII intanto continua a lavorare: sono in vista altri due-tre investimenti in altrettanti fondi e, tenuto conto del fatto che in media la dimensione dei singoli investimenti del fondo di fondi è di 25-30 milioni, si sta avvicinando il momento in cui il veicolo di private debt del Fondo Italiano raggiungerà il massimo degli impegni, vista la sua dotazione complessiva di 400 milioni. Possibile quindi immaginare che l’anno prossimo il FII vada in raccolta per un nuovo fondo di fondi di debito. Una notizia interessante, quindi, per i nuovi team italiani che sono in fundraising oggi o che stanno preparando il lancio di un nuovo fondo di private debt e direct lending.

Travaglino ha spiegato che sul mercato italiano FII ha identificato 50 fondi di private debt che hanno già lanciato o sono in fase di avvio di un proprio fondo da investire sul mercato italiano. La maggior parte dei fondi sono gestiti da gestori di fondi di private equity o asset manager indipendenti. Delle opportunità individuate, 26 hanno finalizzato a oggi il first closing. Escludendo i gestori internazionali, i first closing sono stati raggiunti da 20 fondi con una dimensione complessiva di oltre 2 miliardi di euro. In 10 dei 20 fondi che hanno raggiunto il first closing, FII è uno degli investitori e nella maggior parte dei casi è stato un cornerstone investor.

Al 31 marzo  i fondi selezionati dal fondo di fondi avevano finalizzato un totale di 87 operazioni in 66 società investendo complessivamente circa 555 milioni di euro, corrispondenti a circa 138 milioni di quota del fondo di fondi di FII. Gli 87 strumenti sottoscritti dai fondi avevano una dimensione media di 6,2 milioni di euro (con un minimo di un milione e un massimo di 25 milioni), una maturity media di 6,2 anni (con un minimo di 2,5 anni e un massimo di 7,6 anni), una cedola media del 5,49% (minimo 3,50% e  massimo 11,00%), nella maggior parte dei casi (50 su 87) con struttura di rimborso amortizing (quasi sempre con pre-ammortamento) e per il resto con struttura bullet. In quattro casi sono presenti anche investimenti in equity effettuati a fianco dei finanziamenti, mentre in 16 casi si tratta di strumenti strutturati con una componente PIK (payment-in-kind, cioé con capitalizzazione delle cedole a scadenza) o con emissione di equity, warrant o di put/call option.

Del totale sottoscritto dai fondi di debito in cui ha investito in fondo di fondi di FII, 14 strumenti  sono già stati interamente rimborsati con un Irr del 12,2%, posizionandosi in linea con le aspettative di rendimento degli strumenti di debito più strutturati, cioé più vicini ai finanziamenti mezzanini e PIK, mentre i rendimenti dei bond senior tradizionali emessi da società non quotate si collocano piuttosto in un range compreso tra il 4% e il 6% a 5-7 anni.


Esecuzioni immobiliari, balzo del 39% nel semestre. Si recupera il 46% del valore dell’immobile al lordo delle spese

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Schermata 2018-07-27 alle 12.36.42Sono state 179.536 le esecuzioni immobiliari esperite su base annua in tutta Italia nei primi sei mesi del 2018, in aumento del 39% sullo stesso periodo del 2017, per un controvalore di immobili a base d’asta pari a oltre 26 miliardi di euro. E la stima è che si possa finire l’anno a quota 296 mila esecuzioni, in aumento del 26% dalle 234.340 le esecuzioni esperite nell’intero 2017 per un controvalore complessivo di 30,26 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).  I dati sono stati presentati lo scorso 10 luglio dal presidente di Astasy, Mirko Frigerio, in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez sugli Npl immobiliari (si veda qui il video del Caffé), che ha precisato che quelle aste si riferiscono a immobili i cui crediti sottostanti sono diventati Npl 50-60 mesi prima, perché questi sono i tempi medi delle procedure per arrivare poi effettivamente in asta e che quindi stiamo parlando di Npl dal 2006 al 2010.

Come sempre, la maggior parte delle esecuzioni è concentrata in Nord Italia, dove ci sono più residenti, con la Lombardia al primo posto con 36.203 esecuzioni, e a fare la parte del leone sono sempre gli immobili residenziali: ben 107.799 unità in asta sono stati infatti immobili residenziali. E questo perché la finanza utilizzata per favorire la massa negozi e uffici, capannoni industriali e commerciali artigianali non è stata rappresentata da mutui ipotecari, bensì da leasing che a oggi detengono gli immobili in ripossesso e che sono quindi oggetto di vendita a libero mercato e non soggetto all’esecuzione immobiliare.

Come sempre, infine, la maggior parte delle esecuzioni immobiliari è costituita dai cosiddetti small ticket, cioé crediti concessi su valori nominali dei beni posti a garanzia, che non superano i 250 mila euro. Più in particolare, il valore medio degli immobili posti in asta nei primi sei mesi dell’anno è stato di 145 mila euro e quel valore scende a 108 mila, se si considerano solo gli immobili residenziali, contro un valore medio di un immobile residenziale commercializzato in Italia di 175 mila euro. In sostanza si conferma quindi il trend che vede la maggior parte delle unità immobiliari poste in asta che è rappresentato da  appartamenti di piccole dimensioni, tipicamente bilocali, quindi le classiche prime case delle famiglie medie italiane. Da un punto di vista di controvalore, invece, la situazione è opposta, con le aste a fronte di procedure concorsuali che hanno valore economico molto superiore a quello degli immobili in asta a seguito di pignoramenti immobiliari a persone fisiche.

Fonte: PwC

Fonte: PwC

Non a caso, la statistica per volumi degli Npl immobiliari sui libri delle banche italiane calcolata a fine 2017 da PwC  indicava che il real estate copre complessivamente il 40% del valore delle sofferenze lorde, considerando i due settori costruzioni e immobiliare. Lo ha detto Vito Ruscigno, partner di PwC, intervenendo al medesimo Caffé di BeBeez.

Peraltro negli anni la quota degli Npl immobiliari è aumentata sul totale delle sofferenze (si veda altro articolo di BeBeez) e ovviamente il prezzo al quale passano di mano questi Npl è molto più elevato degli Npl unsecured, ma anche all’interno degli Npl secured, i prezzi possono essere molto diversi, ha spiegato ancora Ruscigno, perché molto dipende sia dall’area geografica in cui l’immobile sottostante è localizzato sia dal tipo di immobile. Così, ha detto ancora Ruscigno, un credito chirografario di grandi dimensioni (superiore ai 250 mila euro) passa di mano a un valore pari all’1-3% del valore lordo, mentre il prezzo sale per i crediti più piccoli sino al 5-10%.  Per quanto riguarda invece il credito ipotecario il prezzo più basso si ottiene per i terreni agricoli, che si aggirano su 8-10%, a meno che non si tratti di terreni particolare, come per esempio nel Chianti. Si arriva invece al 40-45% nel caso di immobili di pregio, per esempio un noto hotel 5 stelle lusso.

Schermata 2018-07-27 alle 11.41.43Ma il reale problema è che il recupero in asta chiude il recupero della parte ipotecaria del debito, mentre tutta la parte non recuperata diventa un credito unsecured per la banca e questa parte è una quota molto elevata. Secondo i dati di Astasy, se il valore medio dell’immobile in asta è di 100 mia euro, alla fine dell’asta il valore recuperato è di 46 mila euro, cioé il 46% del valore dell’immobile, che non è il valore del credito. Già perché il credito a fronte dell’immobile in asta in media vale 1,3-1,4 volte il valore dell’immobile e quindi alla fine sui libri della banca resta un Npl unsecured da 100 mila euro.

Ma non è finita, perché nel frattempo la banca per recuperare quella parte del credito ci ha messo in media 51 mesi e ha avuto spese per 11 mila euro (tra avvocati, CTU, pubblicazioni) pari al 25,06% del valore recuperato. La cosa fa ancora più specie se si considera che un agente immobiliare medio in 7 mesi riesce a vendere un immobile con uno sconto del 10% sul valore dell’immobile e che le spese, compreso notaio e il 3% di commissioni da pagare all’agenzia, sono in media del 6%.

Da qui, ha sottolineato Gabriele Mazzetta, amministratore delegato di NPL ReSolutions, a sua volta intervenendo al Caffé di BeBeez, si comprende che sia per la banca sia per il debitore il valore massimo di recupero si trova in una vendita sul mercato libero e in una soluzione stragiudiziale. Strade queste che risultano realisticamente più percorribili quanto prima viene affrontato il problema con il debitore e che sarebbero automaticamente percorribili se il patto commissorio fosse introdotto nei nuovi contratti ipotecari, così come auspicato dalle varie controparti che hanno collaborato al tavolo che ha poi dato vita alle Linee guida dell’Abi per la valutazione degli immobili a garanzia dei crediti inesigibili lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez).

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TheSpac raccoglie 60 mln euro dagli investitori. All’Aim il 2 agosto

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TheSpac

TheSpacTheSpac, la Spac promossa da Marco Galateri di Genola, Vitaliano Borromeo e Giovanni Lega, ha chiuso la raccolta a quota 60 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), ben oltre il target annunciato inizialmente di 50 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). TheSpac andrà così in quotazione all’Aim Italia il prossimo 2 agosto.

Come già annunciato, nella Spac i promotori investiranno 10,1 milioni di euro, 8 milioni dei quali saranno sottoscritti in azioni ordinarie. Si tratta di un coinvolgimento molto forte per dei promotori persone fisiche, che di solito investono nelle loro Spac attorno al 3-5%. Inoltre il lock-up sulle azioni derivanti dalla conversione di azioni speciali sarà di 18 mesi, superiore rispetto allo standard di mercato di 12 mesi.

Ma non è finita qui. In una recente intervista a MF Milano Finanza, Galateri di Genola aveva anticipato: “Io e Vitaliano siamo disposti a coinvestire con la Spac altri 10-12 milioni di euro per creare un gruppo di controllo stabile o comunque un nocciolo duro significativo nel capitale della società che andremo ad acquisire. E con noi potrebbero coinvestire anche altri investitori. Al momento abbiamo sul tavolo quattro dossier, di cui due sono società controllate da fondi di private equity con manager già azionisti e che reinvestirebbero nella società, mentre altri due sono società controllate da famiglie di imprenditori che voglio restare al timone delle loro creature, ma che vogliono fare un salto dimensionale e internazionale”.

Galateri e Borromeo hanno le spalle grosse non solo dal punto di vista finanziario, ma anche da quello dell’esperienza imprenditoriale. Galateri di Genola, infatti, è ingegnere, presidente e azionista di riferimento di Sagittario spa, holding di partecipazioni industriali e ha un’esperienza forte nel settore chimico e petrolchimico a livello internazionale.

Borromeo è a sua volta imprenditore, presidente di diverse società italiane tra cui Flos, leader nella produzione di lampade ed illuminazione di design;  Sag, società che opera nel campo del turismo; e Milano 1919, impresa proprietaria del marchio Antonini, attiva nel settore della produzione di alta gioielleria.

 


M & G Real Estate sigla accordo con WeWork. Il Gruppo Bascom compra a Los Angeles.

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M & G Real Estate

M & G Real EstateM & G Real Estate, un fornitore di soluzioni finanziarie per investitori immobiliari, ha firmato un nuovo accordo con WeWork circa il 1 Waterhouse Square a Londra, noto anche come Holborn Bars. WeWork, la rete globale dello spazio di lavoro, è destinata a occupare uno degli edifici per uffici più iconici di Londra. Si veda propertyfundsworld. L’edificio è stato il quartier generale di Prudential all’inizio del XX secolo ed è stato da allora nel portfolio di M & G Real Estate. Holborn Bars, costruito nel 1901 e progettato da Alfred Waterhouse, l’architetto dietro il National History Museum, ospita diversi occupanti di alto profilo tra cui ITV e Weber Shandwick. L’edificio, che vanta un ampio spazio aperto nel cortile centrale vittoriano, ha recentemente vinto il bronzo come miglior luogo storico al 2018 National Venue Awards. Situato nel cuore di Holborn, adiacente alla stazione della metropolitana di Chancery Lane. È uno dei luoghi più ricercati per le aziende che stabiliscono una presenza a Londra. Ciò si riflette nel calibro delle imprese e dei giganti della tecnologia attratti nell’area, tra cui Amazon e, più recentemente, LinkedIn. WeWork progetta e costruisce spazi fisici e virtuali e servizi d’ufficio per imprenditori e aziende in tutto il mondo. Con una presenza in 22 paesi, l’azienda cerca di creare ambienti di lavoro per creatività, concentrazione e connessione. William Badger, Asset Manager di M & G Real Estate, afferma: “Il fascino e l’appeal di questo esclusivo edificio per uffici continua a crescere, con la maggior parte degli occupanti moderni che ora cercano uno spazio di lavoro con carattere. Il brusio e la varietà di servizi nelle vicinanze lungo Leather Lane è un’attrazione chiave, e con la nuova stazione Crossrail a Farringdon, che aprirà alla fine dell’anno. Ciò migliorerà ulteriormente quello che è già uno dei migliori hub aziendali collegati nel paese.

Gruppo BascomIl Gruppo Bascom ha acquisito Island Apartments, una comunità di appartamenti di 78 unità situata nel sud-est di Los Angeles per 12,55 milioni di dollari che equivalgono a 160.607 dollari per singola unità. Si veda propertyfundsworld. La comunità fu costruita nel 1957 e si trova a 8222 Rosemead Boulevard, Pico Rivera, in California. Mike Krantz di Brentwood Realty Partners ha contrattato la transazione, mentre Erich Pryor di Talonvest ha ottenuto 9,66 milioni di dollari di finanziamento tramite la California Bank & Trust. Il Senior Principal di Bascom, Chad Sanderson, afferma: “Island Apartments è una proprietà molto ben posizionata con accesso a centri di lavoro forti, scuole e numerosi rivenditori. L’area continua a essere promossa da numerosi progetti di sviluppo retail in corso. Questi nuovi centri commerciali continuano ad attirare un numero crescente di giovani professionisti e famiglie che si trasferiscono nella zona”. L’Island Apartments è situato vicino a centri commerciali e luoghi di intrattenimento di prestigio. Le autostrade 105, 710, 505 e 5 sono a pochi minuti di distanza e offrono ai residenti un comodo accesso a negozi, ristoranti e ai maggiori centri per l’impiego in tutta Orange County. La zona sud-est di Los Angeles ospita alcuni dei più grandi datori di lavoro della California meridionale, tra cui la Kaiser Permanent, il Dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles, il Commerce Casino, il Presbyterian Intercommunity Hospital e il El Rancho Unified School District.

 

 


Semestre record per Christie’s trascinato dall’asta Rockefeller.

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Christies

christies4Sono stati sei mesi da record per Christie’s. Le vendite sono cresciute su tutta la linea per la casa d’aste, che ha riportato i risultati del primo semestre per il 2018. Si veda artnet. Complessivamente, le vendite sono aumentate del 26 percento a “quasi 3 miliardi di sterline” o 4 miliardi di dollari, rispetto a 2,35 miliardi di sterline (3,1 miliardi di dollari) nella prima metà del 2017. Il contributo più grande al risultato è venuto dall’evento dedicato alla storica collezione Rockefeller. Si è trattato di una serie di aste maratona che hanno incassato 835 milioni di dollari. Questo enorme totale è arrivato con i risultati delle usuali aste di maggio a New York di arte impressionista, moderna e contemporanea. Altri fattori che hanno contribuito ad alimentare il boom, secondo Christie’s, comprendevano “la continua domanda globale e l’impegno del pubblico con la diversità delle categorie di raccolta”. Le vendite di aste sono aumentate del 20% – a 2,65 miliardi di sterline (3,6 miliardi di dollari) – mentre le vendite private sono aumentate 135 percento, a £ 287 milioni ($ 390,3 milioni). L’aumento del volume delle vendite private è una significativa inversione di tendenza rispetto al risultato comparabile dello scorso anno. Nel 2017, Christie’s ha registrato un calo del 66,5% delle vendite private a 155,4 milioni di dollari (£ 122,2 milioni). Le vendite all’asta solo online, talvolta prese come indicatore della salute generale delle offerte e degli acquisti su Internet, sono aumentate anche per la prima metà del 2018, del 40%, a 27,7 milioni di sterline (37,7 milioni di dollari). L’anno scorso, Christie’s ha descritto la stessa categoria di “stabile” con un fatturato di 19,8 milioni di sterline o 26 milioni di dollari. Le vendite online attirano il maggior numero di nuovi acquirenti, secondo il rapporto. Nella parte alta del mercato, Christie’s ha detto che 55 lotti sono stati venduti per oltre 10 milioni di dollari ciascuno. “Rockefeller era ovviamente molto significativo per noi e ha amplificato la stagione”, ha dichiarato Jen Zatorski, il nuovo presidente delle Americhe di Christie. “Ma non era la stagione. Molti dei clienti che sono stati coinvolti in Rockefeller sono stati effettivamente trasferiti ad altre aste e ci hanno davvero permesso di avere questo valore di transazione e le statistiche che vedete.” La vendita delle collezioni Rockefeller ha rappresentato numerosi lotti da 10 milioni di dollari ed è stato il totale più alto mai raggiunto per una collezione privata all’asta e l’asta di beneficenza più significativa di sempre con il cento percento dei lotti venduti (che non era inaspettato, in quanto la raccolta comportava anche una garanzia finanziaria). I primi lotti della collezione Rockefeller sono stati anche alcuni degli eventi più importanti della stagione primaverile, anche se hanno venduto più vicino alle aspettative. Uno di questi era Picasso Fillette à la corbeille fleurie  (1905), che ha venduto per 115 milioni di dollari rispetto a una stima pre-vendita “nell’area dei 90 milioni di dollari.” In quanto un prezzo a nove cifre per un dipinto potrebbe essere visto come deludente, offerta sul lavoro, che raffigurava una giovane ragazza nuda, era relativamente sottomesso. Ha battuto per 102 milioni di dollari. C’era più entusiasmo – e anche nuovi record d’asta – per Claude Monet (84,7 milioni di dollari) e Henri Matisse (80,1 milioni di dollari). Oltre alle vendite Rockefeller, anche le aste primaverili hanno dato ottimi risultati, con le serie impressionista, moderna, postbellica e contemporanea che hanno realizzato $ 961 milioni, oltre il 14% rispetto ai precedenti risultati di maggio. (Come sempre, qui si applica un avvertimento: le cifre sopra riportate sono quelle riportate pubblicamente dalla casa e non sempre riflettono le disposizioni della casa con venditori o garanti di terze parti). Guardando al futuro, Christie ha dichiarato che la raccolta e l’attività di consegna rimangono “particolarmente forti” per la seconda metà dell’anno. La collezione del famoso filantropo e conoscitore Eugene V. Thaw, che era anche un consulente di David Rockefeller, sarà offerta in una vendita dedicata il 30 ottobre. Come al solito, gli osservatori del mercato dell’arte stanno prestando molta attenzione alla domanda da parte degli acquirenti asiatici, dato che i ranghi dei collezionisti di recente ricchezza possono spesso servire da mini-barometro della crescita del mercato. I compratori asiatici rappresentavano il 15% del totale di Rockefeller in base al valore. Zatorski ha detto che Christie’s è incoraggiata dai numeri che mostrano che il 60% dei compratori asiatici acquista oggetti che non rientrano nelle categorie artistiche asiatiche, indicando gusti più ampi.

 


Glennmont Partners mette in vendita il solare italiano

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glennmontGlennmont Partners mette in vendita i suoi tre portafogli di impianti fotovoltaici in Italia per complessivi 85 MW. Lo scrive Il Sole 24 Ore, precisando che advisor dell’operazione per il fondo infrastrutturale sono Rothschild, L&B Partners e lo studio legale Orrick e che il deal potrebbe valere oltre 300 milioni di euro.

Il dossier riguarda nel dettaglio i veicoli Italian Solar PV1 da 13 MW, Italian Solar PV 2 da 24 MW e Italian Solar PV3 da 48 MW (quest’ultimo, a Rovigo, è battezzato Serenissima) sarà ovviamente all’attenzione di tutti gli operatori specializzati nel settore, in particolare di quelli che hanno in vario modo appena partecipato alla gara per RTR da Terra Firma, poi vinta da F2i (si veda altro articolo di BeBeez).

TPG compra una minoranza di Sai Life Sciences. KKR si prende Bay Club.

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TPG

TPGTPG ha acquisito un’importante quota di minoranza in Sai Life Sciences, un fornitore di servizi di scoperta, sviluppo e produzione di farmaci, ha detto il PE americano in una dichiarazione. Si veda livemint. TPG Capital Asia ha acquisito la partecipazione da Tata Capital. Tuttavia, i termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. “L’investimento di TPG, un investitore globale con profonde competenze regionali e settoriali, riflette la forza, la qualità e il potenziale di crescita della nostra azienda. TPG è stato il nostro partner d’elezione, in considerazione dell’approccio al partenariato del team locale e della lunga esperienza della società nell’aiutare a costruire imprese in India e a livello globale. Non vediamo l’ora di sfruttare le loro conoscenze e la rete mentre continuiamo ad espandere e migliorare le operazioni”, ha affermato Krishna Kanumuri, amministratore delegato di Sai Life Sciences. Con sede a Hyderabad, Sai Life Sciences è un fornitore integrato di soluzioni di scoperta, sviluppo e produzione di farmaci per le aziende farmaceutiche e biotecnologiche innovatrici. Attualmente è al servizio di sette delle 15 maggiori società farmaceutiche globali, Sai è ben posizionata per facilitare il lancio di 25 nuovi farmaci da parte di partner innovatori globali fino al 2025. “Negli ultimi anni, le società di sviluppo del contratto e di produzione (CDMO) hanno iniziato a guadagnare quote di mercato dal momento che gli innovatori farmaceutici cercano soluzioni di sviluppo e produzione più convenienti, efficienti e complete”, ha dichiarato Puneet Bhatia, partner in co-gestione, TPG Capital Asia.

kkrKKR e The Bay Club Company (“Bay Club”), attiva società di lifestyle e hospitality, ha annunciato oggi la firma di un accordo definitivo sulla base del quale KKR acquisirà Bay Club da York Capital Management e investitori di minoranza, tra cui JMA Ventures e Roxborough Group. Si veda businesswire. I dettagli finanziari della transazione non sono stati resi noti. Fondato nel 1977, Bay Club gestisce una collezione di campus di lifestyle attivi, accogliendo più di 50.000 membri in tutta la California. I club sono progettati con servizi innovativi per supportare l’attenzione dell’azienda su fitness, sport, famiglia e ospitalità. Bay Club è riconosciuto come il pioniere del resort sportivo urbano. Negli ultimi anni, Bay Club ha riunito un team di gestione esperto, una combinazione di veterani del fitness, dell’ospitalità, della tecnologia e della finanza. Sotto la direzione di questa squadra, Bay Club ha avuto l’opportunità di evolversi oltre l’industria del fitness. Di conseguenza, la Società è entrata nel regno dell’ospitalità raggruppando proprietà complementari nei campus e offrendo ai suoi membri una gamma di servizi di stile di vita di lusso, che si trovano solo nei country club e nei resort di lusso. “Al Bay Club, siamo orgogliosi di aver creato la principale comunità di lifestyle attiva della California. In collaborazione con KKR, siamo entusiasti di costruire ancora di più su ciò che abbiamo realizzato finora e portare la nostra offerta unica a più comunità in tutto il paese “, ha affermato Matthew Stevens, Presidente e CEO di Bay Club. KKR sta effettuando l’investimento tramite conti gestiti separatamente e il proprio bilancio. Bay Club ha avuto come advisor Morgan Stanley & Co. LLC come consulente finanziario principale, North Point Advisors LLC come consulente finanziario, Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom e Brownstein Hyatt Farber Schreck, LLP come consulenti legali. Simpson Thacher & Bartlett sono stati consulenti legali di KKR.

 


Pmi, aumenta il numero di quelle che riescono a uscire dalla crisi in tre anni

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leanus

leanusA oggi sembra che una buona fetta dei crediti classificati come scaduti (past due) e inadempienze probabili (unlikely to pay) che gravava sui bilanci delle banche italiane, oltre alle sofferenze, stia accelerando il ritorno in bonis. Emerge dall’analisi di un primo di campione di bilanci 2017 depositati sinora dalle pmi con almeno un milione di euro di ricavi. L’analisi, condotta da Leanus per BeBeez, ricalca quella condotta sui bilanci 2016 lo scorso maggio relativi a un campione di 2903 imprese che avevano depositato il bilancio 2014 con un patrimonio netto negativo (si veda altro articolo di BeBeez).

Allora si era visto che  il 55% di quelle imprese (cioè 1671 imprese) era ancora attiva dopo due anni, cioè a fine 2016, e che di quelle imprese attive, il 43% era tornato in bonis (quindi poco meno del 25% del totale di 2903 imprese), il 12% aveva migliorato la sua situazione seppur mantenendo forti segnali di crisi e  il restante 45% era sopravvissuto, ma con un profilo di rischio fortemente compromesso. Dell’altro 45% delle 2903 aziende che a fine 2014 avevano patrimonio netto negativo, 83 risultavano in liquidazione a fine 2016, mentre le altre 1228 a oggi non avevano ancora depositato il bilancio 2016, segnale questo che probabilmente si trattava di aziende che hanno avuto dei problemi e che potrebbero quindi non avercela fatta a due anni dall’evidenza di patrimonio netto negativo.

Ora la nuova analisi, condotta necessariamente su un campione più ristretto, perché le pmi che hanno depositato il bilancio 2017 sono ancora soltanto il 60% del totale, dimostra comunque che le cose stanno migliorando. Leanus ha infatti analizzato i bilanci 2017 già  disponibili delle stesse 2903 imprese che avevano azzerato il patrimonio netto nel 2014 e ha visto che, sul totale delle 730 imprese che a oggi hanno depositato il bilancio, ben 425  (cioé il 58,2%) oggi sono tornate in bonis (con un Leanus Score maggiore di 3). Non solo. Ci sono 382 imprese (52,3%) che nel frattempo hanno effettuato un aumento di capitale, 424 imprese (58%) che hanno un cash flow operativo positivo (58%) e 132 imprese classificabili come Star, cioé hanno registrato una crescita dei ricavi superiore al 7% e hanno un buon profilo di rischio. Certo, però, ci sono ancora 187 imprese (25,6%) con patrimonio netto negativo, 41 imprese in liquidazione e 3 in default.

Per conoscere il nome delle 425 imprese che sono tornate in bonis,
registrati gratis su Leanus, effettua l’upgrade al profilo Premium
(clicca qui per usufruire dell’offertra BeBeez per Leanus valida sino al 31 luglio).

Per renderti conto di come funziona Leanus,
partecipa domani 31 luglio al webinar gratuito di un’ora alle ore 12.45.
Per iscriverti, clicca qui
Potrai partecipare dal tuo PC o anche utilizzando uno smartphone
Ai partecipanti al webinar saranno riservate condizioni di favore
nel caso decidessero di effettuare l’upgrade al profilo Premium


Axa compra un immobile prime high street retail a Bologna

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via Rizzoli a Bologna
via Rizzoli a Bologna

via Rizzoli a Bologna

AXA Im – Real Assets ha acquisito, per conto di Cnp Assurances, un immobile prime high street retail in via Rizzoli, una delle prime vie dello shopping della città, di fronte a Piazza Maggiore, nel cuore del centro storico di Bologna (scarica qui il comunicato stampa).

L’immobile, recentemente ristrutturato, comprende due edifici classici adiacenti, su tre piani, per una superficie totale di 2300 mq. Sono affittati con contratti di locazione di lungo periodo a marchi retail internazionali. L’immobile gode di un’ottima visibilità in una delle maggiori vie dello shopping bolognese. La città ha un settore retail ben posizionato, che beneficia sia dell’affluenza di oltre 1 milione di residenti che di un flusso giornaliero di lavoratori e turisti.

Si tratta di un periodo di attività intenso per Axa, che sempre in questo mese di luglio ha acquisito uffici in viale Sarca a Milano per 22 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e l’ostello Meininger a Roma per 25,8 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). L’anno scorso la società ha acquisito tre immobili del Bodio Center a Milano per 83 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e nel 2016 l’immobile sede de “Il Sole 24 Ore” e PwC in via Monte Rosa a Milano (si veda altro articolo di BeBeez).

Axa Im Real Assets è una società del gruppo Axa im, il primo gestore di fondi immobiliari europei, con asset in gestione per 63 miliardi di euro stando alla Fund Manager Survey di Inrev, Anrev e Ncreif (si veda altro articolo di BeBeez).



Palladio Holding investe negli integratori alle foglie di ulivo di Evergreen Life Products

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evergreen

evergreenPalladio Finanziaria Holding spa ha affiancato la famiglia Pesle nel capitale di Evergreen Life Products, società che opera nel settore della produzione, distribuzione e vendita di integratori alimentari naturali e di prodotti per il benessere della persona a base di Olivum, l’infuso di foglie d’olivo brevettato dal cofondatore dell’azienda Livio Pesle (scarica qui il comunicato stampa).

Evergreen Life Products è nata ad Udine nel 2011 dalla pluriennale esperienza nella ricerca e sperimentazione alimentare di Livio Pesle e dall’intuizione imprenditoriale di Luigi Pesle  (vicepresidente)e oggi conta sul supporto di più di 10 mila incaricati di vendita per un fatturato che nel 2017 si è attestato a oltre 15 milioni di euro, in crescita del 18% dal 2016.

“I prossimi anni ci vedranno impegnati nel costante sviluppo sul territorio nazionale, unito a una sempre più rapida espansione all’estero che ci proietterà quindi verso una possibile quotazione in borsa nel medio lungo termine”, ha commentato Luigi Pesle.

I soci di Evergreen Life Products sono stati assistiti da UBS Corporate Advisory Group Italy & Iberia in qualità di advisor finanziario, dallo Studio Legale Carano e dallo studio Tributario Societario Salvador. PFH è stata assistita dallo Studio Legale Lombardi Segni e Associati, da New Deal Advisors per la due diligence finanziaria e fiscale e da Value Lab per gli aspetti di business.


Velasca incassa nuovo round da 2,5 mln euro da P101 e Milano Investment Partners

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Velasca_collezione ufficio ss 2018_visual_bottom_01Velasca, startup che  produce e commercializza online calzature e accessori di alta qualità Made in Italy a prezzi accessibili, ha incassato un aumento di capitale da 2,5 milioni di euro sottoscritto da P101 sgr e Milano Investment Partners sgr (scarica qui il comunicato stampa). L’investimento di P101 è il secondo nella società, dopo il primo round effettuato nel novembre 2016 alla guida di un round complessivo da 720 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Fondata nel 2013 da Enrico Casati e Jacopo Sebastio, era già stata finanziata nell’aprile 2015 da Club Digitale ed era stata incubata da Boox, acceleratore d’impresa specializzato nei settori dell’e-commerce, fondato da Andrea di Camillo e Marco Magnocavallo, che nel settembre 2014 aveva erogato un finanziamento pre-seed insieme a Club Italia Investimenti 2 per un totale  di 125 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Velasca nasce per rispondere all’esigenza del consumatore amante del lusso di poter calzare un pezzo unico della tradizione artigianale italiana a un prezzo accessibile e ovunque nel mondo attraverso i canali digitali.

La società, già a break-even da fine 2017, grazie ai nuovi fondi intende supportare l’espansione su scala nazionale e internazionale, con particolare focus sullo sviluppo commerciale in modalità omnichannel nativa, che rappresenta l’offerta unica di Velasca in Italia, Europa e Nord America.

Con una crescita costante ed esponenziale del fatturato (+100% nel 2017 dal 2016 e una previsione di ricavi 2018 già oltre i 5 milioni di euro), Velasca genera già il 20% del proprio business all’estero, con una particolare preminenza al momento dei mercati francese, inglese e del Nord-Europa. Il segmento vendita online (e-commerce) ha contribuito al fatturato 2017 per circa il 35% mentre il resto viene generato offline tramite negozi monomarca.

Grazie a questo investimento la società punta a sviluppare il segmento delle vendite online e implementare la presenza fisica in Italia, in Europa e nel Nord America.

 


Axa compra in jv con Pradera 8Gallery a Torino per 105 mln

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8galleryAXA Im – Real Assets ha comprato il centro commerciale 8Gallery di Torino per 105 milioni di euro. L’operazione è stata condotta in joint venture con Pradera, specialista nella gestione degli investimenti real estate con sede a Londra.

Axa Im e Pradera si propongono di ristrutturare  l’entrata Nord, in modo da aumentare i clienti, rafforzare il marchio 8Gallery e ricavare nuovi spazi grandi e medi, diversificando maggiormente i locatari e aumentando il reddito del centro commerciale.

A questo proposito Ian Chappell, Head of Value-Add and Development Funds di Axa Im Real Assets ha spiegato: “8Gallery è coerente con la nostra strategia value-add che consiste nell’acquisire immobili che offrano un significativo potenziale di crescita e dove possiamo fare leva sulla nostra presenza paneuropea a beneficio dei nostri client. Siamo felici dell’acquisizione di questo centro commerciale urbano con eccellenti fondamentali immobiliari e un forte potenziale di upside attraverso riposizionamento ed estensione. Continueremo a investire capitali in strategie value-add alla luce del crescente interesse degli investitori e del nostro focus sulla ricerca di nuove opportunità”.

Il centro commerciale, situato nel complesso del Lingotto, è una delle destinazioni retail top di Torino. Ha una GLA di 23.300 mq, occupa 2 piani e include un parcheggio da 4.000 posti. Gli spazi del centro commerciale sono affittati a numerosi marchi nazionali e internazionali.

Il Lingotto occupa oltre 150.000 mq e include anche un cinema da 2.300 posti, due hotel, un centro congressi e il campus del Politecnico di Torino. E’ facilmente raggiungibile da Torino in 15 minuti in metropolitana e in 30 minuiti dalla tangenziale, con un bacino di utenza di 1,6 milioni di persone.

Nei giorni scorsi Axa Im Real Assets ha acquisito un immobile prime high street retail in via Rizzoli a Bologna (si veda altro articolo di BeBeez),  uffici in viale Sarca a Milano per 22 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e l’ostello Meininger a Roma per 25,8 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).


A settembre parte Innova Venture, il nuovo fondo di coinvestimento da 20 mln della Regione Lazio

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lazioinnovaLa Regione Lazio ha lanciato Innova Venture, un nuovo fondo di venture capital con una dotazione di 20 milioni di euro da investire direttamente nel capitale di startup e pmi del Lazio, insieme a co-investitori privati e indipendenti, con l’obiettivo di far nascere, sviluppare e consolidare i progetti imprenditoriali (scarica qui il comunicato stampa).

L’iniziativa si affianca a quella del fondo di fondi Lazio Venture, dedicato a fondi di venture capital che investono in società con sede nel Lazio, lanciato un anno fa con una dotazione di 56 milioni di euro, e porta a circa 80 milioni di euro il totale dei fondi messi a disposizione degli investimenti di venture capital da parte della regione Lazio. Una cifra che, considerando l’apporto di capitali privati che verranno coinvestiti, si trasformerà in investimenti complessivi per circa 120 milioni.

L’iniziativa di Innova Venture è stata presentata nei giorni scorsi a Roma dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Gian Paolo Manzella in occasione della loro partecipazione alla inaugurazione del We Gil, nuovo hub culturale nato nel l’ex GIL, lo storico palazzo di Trastevere, la cui gestione è stata affidata alla società regionale LAZIOcre. Allo stesso evento sono intervenuti anche:Stefano Firpo (Direttore Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Pmi del Ministero dello Sviluppo Economico), Marco Trombetti (co-founder di Pi Campus), Anna Amati (vicepresidente di Meta Group) e Anilkumar Dave (responsabile dell’Area Ricerca e Trasferimento Tecnologico dell’Agenzia Spaziale Italiana).

Innova Venture investirà direttamente, in coinvestimento con soggetti privati, nel capitale di  startup e pmi del Lazio attraverso strumenti di investimento equity o quasi equity per far nascere, sviluppare e/o consolidare i loro progetti imprenditoriali. Tra i coinvestitori, che potranno essere persone fisiche o giuridiche, rientrano i fondi di investimento vigilati, i business angel, altri investitori finanziari e industriali. Gli investimenti del nuovo fondo riguardano esclusivamente imprese che non siano risultate di interesse da parte dei fondi cofinanziati da Lazio Venture, perché non coerenti con le loro strategie di investimento. L’istruttoria delle proposte sarà curata dall’agenzia per lo sviluppo Lazio Innova, con  la valutazione e le relative decisioni di investimento, gestione e disinvestimento, spetteranno a un comitato di investimento indipendente con una consolidata esperienza negli investimenti in venture capita, che selezionerà gli investimenti in base ai ritorni finanziari attesi e secondo logiche commerciali. Le proposte dovranno essere presentate dal 18 settembre 2018 al 13 aprile 2023.

Quanto al fondo di fondi Lazio Venture,  ha già selezionato 16 proposte di altrettanti fondi di venture capital interessati a investire nel capitale di rischio di startup innovative e pmi del Lazio. Il meccanismo di funzionamento prevede che Lazio Venture, a sua volta gestito da Lazio Innova, investa in questi fondi che (associando per ogni 6 euro di capitale pubblico di Lazio Venture, 4 euro di capitale privato) realizzino investimenti in startup e imprese innovative del territorio. Secondo questo schema i 56 milioni di Lazio Venture genereranno un investimento complessivo di circa 90 milioni di euro.

Lazio Venture e Innova Venture costituiscono il programma FARE Venture della Regione Lazio, che si affianca al programma FARE Credito che comprende quattro misure per l’accesso al credito delle pmi laziali. Entrambi i programmi a loro volta fanno parte del programma FARE Lazio, che insiste sull’attuale programmazione dei fondi europei  POR FESR 2014-2020. La Regione Lazio è attiva nel campo del venture capital sin dalla programmazione del POR FESR 2007-2013 e ha già investito, tra il 2011 e il 2017, 20,4 milioni di euro nella partecipazione in 33 imprese del territorio, mobilitando circa 10 milioni di euro di investimenti aggiuntivi da coinvestitori privati.

Il team di professionisti indipendenti selezionato per gestire le iniziative di FARE Venture, che è stato individuato a fine luglio 2017 a seguito di un bando di gara, è composto da: Peter Mayrl, Fabio Mondini De Focatiis e Stefano Peroncini  (si veda qui l’annuncio di aggiudicazione).


M & G compra due torri per uffici a Seoul. Blackstone Group in Ipo col suo Reit indiano.

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M & G Real Estate

M & G Real EstateM & G Real Estate, una divisione del gigante assicurativo Prudential Plc, ha annunciato oggi di aver acquisito un edificio per uffici a Seoul per 1,04 miliardi di dollari. Centropolis Towers, costituito da due torri gemelle dedicate ad uffici di 26 piani nel quartiere centrale degli affari di Seoul, avrà una superficie totale di 134.399 metri quadrati quando sarà completato ad agosto, ha detto la compagnia. Si veda dealstreetasia. M & G Real Estate è il ramo immobiliare di M & G Investments, che fa parte di M & G Prudential, l’unità dedicata all’investimento del risparmio costituita da Prudential nell’agosto dello scorso anno. L’azienda ha circa 30 miliardi di sterline (39 miliardi di dollari) in attività, secondo il suo sito web.

blackstoneBlackstone Group LP, numero uno al mondo per gli investimenti alternativi, Ha scelto i componenti del consorzio bancario funzionale alla quotazione del suo REIT. Si veda dealstreetasia. La società americana e il partner locale Embassy Group, stando alle fonti, avrebbero scelto: Bank of America Corp., Morgan Stanley, Kotak Mahindra Bank Ltd. e JPMorgan Chase & Co. La quotazione del REIT dovrebbe portare alla raccolta di circa 1 miliardo di dollari. Axis Bank Ltd., Deutsche Bank AG, HSBC Holdings Plc e JM Financial Ltd. sono state aggiunte alla lista di cui sopra. Un rappresentante di Blackstone, contattato, non ha inteso commentare. Il successo dell’operazione potrebbe portare a nuove operazioni di questo tipo, vista la situazione di scarsezza di capitali che attanaglia le società immobiliari indiane. Il Blackstone REIT, che vede tra i suoi affittuari nomi del calibro di Microsoft Corp. e Rolls-Royce Holdings Plc, sarà un test molto indicativo sulle condizioni del mercato dopo che il mercato ha visto ultimamente una serie di iniziative simili non avere la trazione che ci si aspettava nel mercato indiano. “Un buon debutto per l’emissione Blackstone-Embassy potrebbe spianare la strada a offerte simili quali quelle di Xander group, Brookfield, CPPIB e IIFL Holdings che detengono asset di alta qualità,” ha detto Amit Goenka, managing director di Nisus Finance Services Ltd con sede a Mumbai.
 


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