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Al via il talent crowdfunding di Smartika (Gruppo Sella) per finanziare gli studi dei giovani

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Infografica_SmartikaSmartika, proprietaria dell’omonima piattaforma per prestiti tra privati e che fa capo al Gruppo Sella, ha lanciato un talent crowdfunding per finanziare gli studi dei giovani (si veda qui il comunicato stampa).

Smartika consente quindi ai suoi prestatori di investire nel settore della formazione, con un duplice obiettivo: da un lato per facilitare l’accesso a risorse finanziarie per i percorsi formativi degli studenti che spesso non sono in grado di realizzare i loro progetti di studio perché non dispongono di capacità di garanzia propria o non sono in grado di far ricorso autonomamente al credito ordinario, dall’altro per diversificare il portafoglio dei prestatori riducendo i rischi in un momento di turbolenza finanziaria.

Per operare in questo ambito, la società di peer-to-peer lending ha sottoscritto una partnership con Boolean, tech academy che si avvale di professionisti di alto livello per insegnare le basi della programmazione agli studenti di tutta Italia, trasformando appassionati di informatica in web developer professionisti. Boolean è la prima tech academy in Italia ad offrire un corso online full time di sei mesi per diventare Full Stack Web Developer e vanta il 98% di tasso di occupazione. Nata nel 2018, l’accademia si ispira al concetto dei bootcamp americani, associando i metodi di apprendimento intensivo frontale a tutti i vantaggi dell’insegnamento da remoto.

Grazie all’accordo con Boolean, Smartika riceve da quest’ultima le richieste di finanziamento degli studenti interessati ed effettua una valutazione interna delle informazioni fornite dagli studenti e sul tasso di occupazione.  Il finanziamento è erogato dai prestatori di denaro che decidono di finanziare prestiti in questo ambito. La nuova soluzione è stata sviluppata da Smartika, in collaborazione con la piattaforma di open banking del gruppo Sella, Fabrick, e con Quid Informatica, controllata da Equinox (si veda altro articolo di BeBeez) e fornitore di Qinetic, innovativo prodotto per la gestione dei processi del credito, che costituisce la piattaforma operativa ed amministrativa. Smartika insieme a queste ultime e a Centrico, la società di tecnologia e servizi Bpo del Gruppo Sella, nel luglio scorso ha anche lanciato una nuova versione della sua piattaforma di P2P lending in modalità open banking (si veda altro articolo di BeBeez).

Smartika è stata fondata nel 2007 da Maurizio Pietro Sella, omonimo e parente del presidente del gruppo bancario, ma che ha sempre operato nel settore finanziario al di fuori del gruppo stesso. Nel gennaio 2016 Smartika aveva chiuso un aumento di capitale da 3,72 milioni, che era stato sottoscritto dalla londinese Hamilton Ventures, da TP&Partners (holding di investimento fondata da EQValue e da Tommaso Pompei), da Luigi Cosenza e altri investitori privati (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2018 il Gruppo Sella aveva poi rilevato l’85% di Smartika (si veda altro articolo di BeBeez). Smartika opera come Istituto di Pagamento regolamentato e vigilato dalla Banca d’Italia dal febbraio 2012.



Catella Residential Investment Management compra appartamenti in Austria e Olanda. Harworth Group acquista Saturn Park. Round Hill Capital raccoglie 200 mln € per il primo proptech europeo. Elion Partners compra logistica sulla costa occidentale USA

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Elion Partners

catellaCatella Residential Investment Management (CRIM), con sede a Berlino, ha acquistato due complessi di appartamenti a Vienna, Austria e uno a Nieuwegein, vicino Utrecht, nei Paesi Bassi, per un totale di circa 90 milioni di euro. Si veda qui il comunicato stampa.  Le acquisizioni sono state effettuate per conto del Catella European Residential Fund III (CER III). CER III si concentra su alloggi a prezzi accessibili e sottosegmenti con un’offerta insufficiente nei mercati residenziali e ha raccolto con successo 180 milioni di euro di capitale aggiuntivo durante l’estate di quest’anno. Il Fondo fa parte della piattaforma di investimento AUM Catella Residential da 4,4 miliardi di euro, il più grande investitore transfrontaliero in questo settore immobiliare in Europa. Xavier Jongen, amministratore delegato di CRIM, ha dichiarato: “Le due acquisizioni a Vienna segnano il nostro ingresso in un sesto paese europeo dal lancio del Fondo CER III 18 mesi fa. Il settore immobiliare residenziale europeo ha mostrato la sua resilienza rispetto ad altri settori di investimento immobiliare durante la pandemia Covid-19 e in particolare in Austria. L’ultima ricerca “Market Tracker” residenziale in Austria di Catella mostra che i valori degli appartamenti sono aumentati, in media, del 9,5% nei primi tre quarti di quest’anno e la compressione del rendimento è persistita nel settore plurifamiliare in tutte le città. Ci aspettiamo che la do manda di immobili residenziali rimanga elevata, in particolare da parte di investitori internazionali, la cui quota di mercato è salita al 45%, confermando la posizione dell’Austria come luogo di investimento europeo preferito”.

Harworth GroupHarworth Group plc, uno dei principali rigeneratori di terreni e proprietà per lo sviluppo e gli investimenti, ha acquisito Saturn Park (“Saturn”) a Knowsley, Merseyside per £ 26 milioni (più i costi di acquisizione) mentre continua a far crescere sia il suo portafoglio di investimenti che la sua presenza in tutto il mondo. il Nord Ovest. Si veda qui il comunicato stampa.  Situato su un sito di 35,2 acri, Saturn Park comprende circa 416.000 piedi quadrati di spazio di magazzino moderno in tre unità con uffici ausiliari, oltre a circa 13,1 acri di terreno di stoccaggio aperto, che insieme genera un affitto di passaggio di £ 2,14 milioni all’anno con un WAULT alla scadenza di 5,25 anni. Ciò riflette un rendimento iniziale netto del 7,7% circa e un rendimento reversibile del 9,0% circa. B8 Real Estate ha agito per conto del venditore. Situato adiacente allo svincolo 4 della M57, il Saturn Park è ben posizionato per l’accesso al porto di Liverpool, alle autostrade M58, M62 e M6. Lo spazio del magazzino del sito è affittato a due inquilini tra cui Singleton Trading, un importatore e distributore specializzato di giocattoli e merci nel Nord Ovest, che occupa due unità per un totale di ca. 317.600 piedi quadrati. La terza unità di circa 77.000 piedi quadrati viene affittata a Relonchem, una società farmaceutica indipendente. Quattro inquilini occupano la maggior parte del terreno di stoccaggio aperto attraverso cinque contratti di locazione, generando un canone annuo di passaggio di c. £ 628.000, mentre c. 10.500 piedi quadrati dei 22.000 piedi quadrati di spazi per uffici vengono affittati all’NHS. Harworth utilizzerà la sua significativa esperienza di gestione patrimoniale per aumentare il valore a Saturn, compresi i lavori di ristrutturazione e una migliore commercializzazione dei restanti uffici e terreni vacanti, esplorando anche il potenziale di ulteriore sviluppo sui 4,25 acri di terreno attualmente vacante nel sito.

Round Hill CapitalRound Hill Ventures (RHV), sostenuto da Round Hill Capital, ha annunciato la prima chiusura di un fondo europeo PropTech dedicato destinato a investire 200 milioni di euro in imprese ad alta crescita Late Seed – Serie B che forniscono innovazione in tutto l’ambiente costruito. Si veda qui il comunicato stampa.  Round Hill ha affermato che il fondo ha attirato una forte domanda da un ampio capitale istituzionale, fornendo accesso al settore PropTech in rapida crescita per la ricchezza sovrana e i fondi pensione. “Siamo all’apice di grandi cambiamenti nel settore immobiliare globale, poiché il settore si evolve per soddisfare le moderne aspettative dei consumatori e semplificare le sue operazioni. Abbiamo riconosciuto questa tendenza sin dall’inizio e siamo diventati profondamente radicati nel settore PropTech europeo, avendo trascorso molti anni a integrare le tecnologie nelle nostre attività di gestione immobiliare e costruire relazioni con i principali attori tecnologici e, in definitiva, investire nelle migliori società Proptech in anticipo sulla curva. Vediamo una chiara opportunità di mercato per la tecnologia incentrata sulle esigenze moderne dei residenti e sono entusiasta che il nostro fondo contribuisca a cogliere questa opportunità sia per gli investitori che per la società “, ha commentato Michael Bickford, fondatore e amministratore delegato di Round Hill Capital “L’attrazione di investitori istituzionali di prim’ordine e di prim’ordine segna un passo fondamentale nella nostra storia di successo come campioni globali di PropTech. I nostri investitori si fidano della nostra esperienza e riconoscono che la tecnologia è fondamentale per rimanere competitivi nel settore immobiliare. Il nostro rapporto con un importante gestore degli investimenti integrato verticalmente come Round Hill Capital significa che abbiamo accesso a una vasta rete di professionisti immobiliari globali che ci forniscono intuizioni e accesso alle opportunità nei nostri mercati selezionati, ha affermato Arnie Sriskandarajah, amministratore delegato di Round Hill Ventures. Round Hill Ventures mirava a concentrarsi sulle innovazioni PropTech più promettenti che mirano a sfruttare la trasformazione tecnologica nel modo in cui le persone costruiscono, utilizzano e allocano lo spazio fisico, portando in definitiva benefici ai consumatori. RHV investe prevalentemente in Europa e punta a un portafoglio di circa 45 investimenti, per i quali ha una pipeline di obiettivi forte e in crescita.

Elion PartnersLa società di investimenti immobiliari Elion Partners ha acquisito quattro asset di distribuzione industriale dell’ultimo miglio situati lungo la costa occidentale USA per 83 milioni di dollari. Si veda qui CRE Herald.  Le acquisizioni comprendono 425.000 piedi quadrati distribuiti tra Vista, Union City e San Diego, California, e Everett, Washington. I veicoli di investimento di Elion detengono un portafoglio esistente di immobili logistici dell’ultimo miglio. “Gli asset completano bene il nostro portafoglio dell’ultimo miglio con caratteristiche prudenti per gli immobili logistici come l’altezza libera e il raggio di sterzata”, ha affermato Shlomo Khoudari, Managing Partner di Elion. “Con l’aggiunta di queste risorse, espandiamo la nostra presenza in importanti località della costa occidentale e beneficiamo di efficienze immediate di risparmio sui costi operativi”. L’azienda ha annunciato la sua espansione sulla costa occidentale ad aprile con l’aggiunta di James Lambert come Senior Managing Director of Industrial Investments. Lambert è entrato in azienda da Amazon Logistics e sta dirigendo le sue acquisizioni nella regione. A settembre, l’azienda ha acquisito un asset di distribuzione industriale dell’ultimo miglio di 110.663 piedi quadrati situato a 1111 Pioneer Way a El Cajon, in California, un sottomercato a 15 miglia a est del centro di San Diego.

 

 

 

 

 


Ardian compra una minoranza di Labosud. HIG Capital raccoglie 1,1 mld euro per il fondo III. BlackRock acquisisce Aperio. L Catterton cede Cholula. Latour Capital raccoglie 1 mld euro. Closing a 100 mln $ per il nuovo fondo di Ibex Investors. Andreessen Horowitz raccoglie 4,5 mld di $ con due nuovi veicoli

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Andreessen Horowitz

ArdianArdian è entrata in trattative esclusive con Labosud, holding del gruppo Inovie, il principale fornitore indipendente di diagnostica medica in Francia, per l’acquisizione di una quota di minoranza della holding (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione è stata approvata dalla stragrande maggioranza dei biologi azionisti del gruppo Inovie (93% dei voti favorevoli), che reinvestiranno un capitale significativo nell’ambito dell’operazione. Fondata nel 2010, Inovie ha subito una significativa crescita esterna fino a diventare il principale fornitore indipendente di diagnostica medica in Francia e un attore chiave in particolare nel sud e nel centro della Francia. Con una forte presenza locale di 19 laboratori multi-sito distribuiti in cinque regioni chiave (Occitanie, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Nouvelle Aquitaine Auvergne Rhône Alpes e Centre Val de Loire), i biologi di Inovie e 4.500 dipendenti offrono standard elevati test di patologia clinica a più di 46.000 pazienti al giorno. Inovie ha anche svolto un ruolo di primo piano nell’innovazione, in particolare attraverso il suo lavoro in quattro aree di specialità: fertilità (Inovie Fertilité), genomica (Imagenome), anatomopatologia (Inopath) e servizi veterinari (Inovie Vet).

HIG CapitalHIG Capital, che vanta a oggi 42 miliardi di dollari di asset in gestione, ha chiuso la raccolta del suo terzo fondo europeo di private equity di mid market, HIG Europe Capital Partners III, con impegni per un totale dii 1,1 miliardi di euro, superando il suo obiettivo (si veda qui il comunicato stampa). Il fondo, come i suoi predecessori, investirà in piccole e medie imprese, principalmente in Europa occidentale. Sami Mnaymneh e Tony Tamer, co-fondatori e co-ceo di HIG, hanno affermato: “Siamo lieti del continuo supporto dalla nostra base di investitori, che riflette la loro fiducia nelle capacità del nostro team europeo e il nostro approccio di investimento differenziato”. Wolfgang Biedermann, capo di HIG Europe Buyouts, ha aggiunto: “Il team è entusiasta di costruire sulla strategia di successo del mercato delle piccole e medie imprese europee di HIG. L’attuale contesto economico in Europa ci lascia ben posizionati per indirizzare investimenti di controllo in situazioni complesse e / o società di piccole e medie dimensione non adeguatamente presidiate. Siamo fiduciosi che il nostro team di esperti, con la sua presenza locale consolidata, supererà con successo questo periodo di incertezza e fornirà valore ai nostri investitori”.

BlackRockBlackRock, ha annunciato l’acquisizione di Aperio da Golden Gate Capital e dai manager di Aperio per 1,05 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Aperio è un pioniere nella personalizzazione di separated managed accounts (SMA). Per 20 anni, Aperio ha innovato per fornire capacità di gestione patrimoniale che abbraccino l’unicità di ogni investitore e migliorino le prestazioni al netto delle imposte. Aperio ha anche aperto la strada a portafogli ESG personalizzati individualmente. Il modello di servizio alla clientela di consulenza high-touch di Aperio si concentra su famiglie e istituzioni con un patrimonio netto estremamente elevato, servite da banche private e sul mercato in rapida crescita dei consulenti per gli investimenti registrati (RIA) indipendenti. Il mercato statunitense delle SMA ammonta a circa 1,7 trilioni di dollari di asset e cresce di circa il 15% all’anno. Con oltre 36 miliardi di dollari di asset in gestione al 30 settembre 2020, Aperio ha superato il settore con un tasso di crescita delle attività organiche medio annuo di quasi il 20% negli ultimi cinque anni solari.

LCattertonL Catterton ha annunciato la vendita di Cholula, uno dei principali produttori e distributori di salsa piccante, a McCormick & Company per 800 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa). L Catterton ha acquisito Cholula nell’aprile 2019 conducendo un’operazione di carve-out e reclutando un team di gestione leader del settore. Il fondo ha poi investito pesantemente sul marchio e sul prodotto, con particolare attenzione alla creazione di consapevolezza e lealtà dei consumatori. L’ambiziosa strategia commerciale di Cholula è incentrata su investimenti progettati per guidare nuove partnership con i ristoranti e la distribuzione al dettaglio. Sotto la proprietà di L Catterton, Cholula ha aumentato la penetrazione delle famiglie di oltre il 50% e ha guadagnato una quota di mercato significativa.

Latour CapitalLatour Capital ha annunciato il closing finale della raccolta del suo terzo fondo Latour Capital III a quota un miliardo di euro (si veda qui altassets).  Il fondo è  tre volte più grande del suo predecessore che nel 2015 aveva raccolto 306 milioni.  Latour aveva fatto il suo esordio nel 2012 raggiungendo il suo hard cap di 115 milioni e rifiutando 85 milioni di impegni in eccesso. Il nuovo fondo è stato fortemente sostenuto dagli investitori esistenti, raggiungendo un tasso di reinvestimento del 150%. Ha anche attirato nuovi sostenitori da Stati Uniti, Medio Oriente, Giappone e Australia. Jasmin Capital ha agito come agente di collocamento esclusivo Latour ha affermato che il nuovo fondo è stato sostenuto dal suo track record con i fondi I e II, con il suo veicolo di debutto che ha generato un TVPI (Total Value to paid in) di 2,7 volte e un DPI (Distribution to Paid-In) di 2,2 volte. Latour ha recentemente realizzato anche il suo primo disinvestimento dal fondo II, con un multiplo molto elevato. per l’aumento. Latour ha affermato che il Fondo III perseguirà la stessa strategia di successo dei suoi due fondi predecessori, concentrandosi sulle operazioni di maggioranza e sugli spin-off di grandi aziende, principalmente in Francia. Si prevede una dimensione media del ticket azionario di 100 milioni di euro per investimento.  Latour Capital III ha appena concluso il suo terzo deal, investendo nello spin-off di due attività di ingredienti chimici Solvay specializzate in attività di celestite, barite e percarbonato di sodio con stabilimenti in Germania e Messico.

Ibex InvestorsIbex Investors ha annunciato il closing della raccolta di un suo secondo fondo di venture capital Ibex Israel VC LP  dedicato alle startup israeliane con impegni per 100 milioni di dollari. Il fondo investirà in società in fase iniziale e in crescita nel campo della sicurezza informatica, del software aziendale e di altri settori (si veda qui Globes).  Ibex, fondata nel 2003, investe in società pubbliche e private, inclusi software aziendale, sicurezza informatica e altri settori. Dal 2012, Ibex ha effettuato 23 investimenti in fase iniziale e di crescita in Israele. Gli attuali investimenti nel portafoglio di Ibex includono Glassbox, Nexar, Cobwebs e Panoply. Le precedenti società del portafoglio Ibex sono state acquisite da aziende leader come Check Point, Intuit e Teradata. Il fondatore e chief investment officer di Ibex Investors Justin Borus ha dichiarato: “Il nostro team in espansione in Israele conosce a fondo il calibro e la velocità ineguagliabile dell’innovazione che le startup israeliane portano sul mercato. Apprezziamo il supporto dei nostri investitori durante questo periodo di sostanziale dislocazione del mercato che riconoscere la nostra capacità di identificare e supportare queste aziende dinamiche mentre crescono”. Nicole Priel, vicepresident di Ibex ha dichiarato: “Sfruttando la nostra vasta rete statunitense e la nostra esperienza nel mercato pubblico, collaboriamo strettamente con le società tecnologiche in fase iniziale più promettenti per entrare con successo nel mercato globale. Il nostro profondo impegno verso fondatori ambiziosi supporta la prossima generazione startup israeliane emergenti nella creazione di valore sostanziale e duraturo”.

Andreessen HorowitzAndreessen Horowitz ha annunciato la chiusura della raccolta di due nuovi fondi, portando il patrimonio totale in gestione a quasi 16,5 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa).  Si tratta del Fondo VII, che ha raccolto 1,3 miliardi di dollari, che investe in aziende in  fase iniziale con focus sulle tecnologie per i consumatori, le imprese e i servizi finanziari. E del Fondo Growth  II, che ha raccolto 3,2 miliardi di dollari e investe nella fase successiva della vita delle startup in tutti i principali domini verticali di Andreessen Horowitz, quindi consumatore, impresa, tecnologia finanziaria, bio e crittografia.

 


L’agenzia francese leader del digital marketing Labelium (controllata da Qualium Investissement) va al controllo della startup italiana Xingu

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Xingu_LogoLa global digital performance agency Labelium ha rilevato il 60% della startup italiana Xingu, attiva nello sviluppo di strategie di vendita su Amazon (si veda qui il comunicato stampa), con il management, guidato dal cofounder e ceo Mattia Stuani, che manterrà il 40% del capitale.

A vendere è stato in particolare il presidente Andrea Febbraio, noto venture builder, che ha supportato il progetto sin dalla nascita nel 2018 e che con questa exit ha chiuso il suo sesto investimento di successo che si va ad aggiungere a un track record di oltre 400 milioni di dollari di exit.

Nell’operazione, Xingu è stata assistita da Blue Ocean Finance. Successivamente all’operazione con Labelium, Stuani sarà nominato global ceo di Xingu e seguirà la fase di internazionalizzazione della società.

Fondata nel 2018 a Milano da Mattia Stuani, 37 anni, imprenditore e investitore digitale, e da Hideki Yamamoto (cto), Xingu ha raggiunto il punto di pareggio dopo soli 7 mesi di attività, registrando una crescita del 300% del fatturato con il secondo anno di attività. La società in soli 11 mesi di attività nel 2018 ha conseguito ricavi per 295 mila euro, un ebitda di 92 mila euro e una liquidità netta di 311 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente). La startup è specializzata in servizi di consulenza strategici per ottimizzare la presenza delle aziende, italiane e multinazionali, sul marketplace Amazon, sfruttando gli asset pubblicitari della piattaforma.

Fondata nel 2001, Labelium è una società francese specializzata in digital marketing partecipata dal private equity Qualium Investissement dal 2018, che è subentrato agli investitori precedenti ISAI Gestion e Keensight Capital, che vi avevano invece investito nel 2014 . L’investimento di Qualium era stato finanziato con uno strumento unitranche da Capzanine (si veda qui il comunicato stampa di allora).

L’ingresso di Labelium nel capitale di Xingu permetterà alla startup italiana di accelerare il processo di crescita e il percorso di internazionalizzazione che prevede l’ingresso a breve in 14 Paesi diversi. In particolare, la roadmap prevede già a gennaio 2021 le prima aperture in Francia, Spagna e Germania. Labelium supporterà l’internazionalizzazione di Xingu, che prevede di quintuplicare l’ebitda nel 2022.

“L’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte di un’azienda estera è una negoziazione complessa. In particolare, essendo una acquisizione del pacchetto di maggioranza con earn out, è cruciale aver pianificato la governance nei mesi precedenti, bilanciando le diverse esigenze delle parti coinvolte. Non solo con i patti parasociali, ma anche attraverso un costante e trasparente dialogo tra i founders e gli investitori”, ha spiegato Stefania Esposito, coo & Founder di Blue Ocean Finance.

Andrea Febbraio, presidente e lead investor di Xingu, ha aggiunto: “Aziende valide senza una buona strutturazione finanziaria difficilmente raggiungono i livelli di crescita auspicati. L’affiancamento di Blue Ocean Finance nel percorso di Xingu è stato molto importante in un’operazione così delicata e fondamentale per la vita dell’impresa. Sono felice di festeggiare la mia exit numero 6 e sono sicuro che con Labelium raggiungeremo traguardi ancora più grandi portando il know how e la tecnologia di Xingu in tutto il mondo”.


Ergon Capital verso i prodotti per la panificazione Millbo

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Millbo

MillboSarebbe arrivata alle battute finali l’asta per Millbo, società novarese tra i principali operatori nel mercato europeo degli ingredienti naturali per la panificazione industriale, controllata indirettamente dal cofondatore Alessandro Boggiani, tramite Advanced Bakery Components. Lo scrive Il Sole 24 Ore.

L’asta si era aperta a fine 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) ed è gestita dall’advisor finanziario Houlihan Lokey. In pole position per aggiudicarsi il deal sull’azienda che viene valutata oltre 100 milioni di euro ci sarebbe  Ergon Capital, che avrebbe quindi battuto la concorrenza in particolare di BlueGem e Capvest. Ergon Capital nell’estate 2019 ha acquisito la maggioranza di Dolciaria Acquaviva, azienda campana specializzata nella croissanteria surgelata di alta qualità (si veda altro articolo di BeBeez)

Per Millbo è il terzo cambio di proprietà in pochi anni. Nel 2010 i fondatori Alessandro e Bruno Boggiani avevano ceduto l’80% della società a Ersel Investment Clubmantenendo il 20% del capitale (tramite B Investments Solutions Ltd e Bellaria Investimenti, si veda qui il comunicato stampa di allora), che a loro volta l’hanno poi ceduta ad Advanced Bakery Components nel dicembre 2017 (si veda qui Il Sole 24 Ore). Advanced Bakery Components risulta interamente di proprietà di B Investments Solutions Ltd, che a sua volta per il 75% fa capo ad Alessandro Boggiani. Millbo, con sede a Trecate (Novara), ha chiuso il 2018 con ricavi per 16,9 milioni di euro, un ebitda di 2,2 milioni e una posizione finanziaria netta di 2,8 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).


Eurosanità si assicura linea da 24 mln euro da BPER con Garanzia SACE

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Eurosanità

EurosanitàEurosanità spa, uno dei principali operatori del settore sanitario in Italia, si è assicurata un finanziamento da 24 milioni di euro messo a disposizione da BPER Banca e assistito da Garanzia Italia di Sace. Nell’operazione Eurosanità è stata assistita dall’advisor Business Value.

Il finanziamento, scrive BPER in una nota (si veda qui ADN Kronos),“è destinato a sostenere il capitale circolante e gli investimenti” e si è reso necessario per le “misure di lockdown della primavera, i cui effetti hanno avuto impatti in particolare sul Policlinico Casilino e sulle case di cura Quisisana e Villa Stuart”, a Roma. Le nuove risorse inoltre “saranno destinate a rifinanziare gli investimenti di adeguamento delle strutture alle misure di sicurezza e a finanziare quelli previsti per ampliare la capacità ricettiva, in particolare del Policlinico Casilino”.

Oltre a Policlinico Casilino e alle case di cura Quisisana e Villa Stuart, Eurosanità gestisce anche le RSA Sant’Elisabetta I e Sant’Elisabetta II a Fiuggi, in provincia di Frosinone. Eurosanità ha un giro d’affari di oltre 200 milioni.

Lo scorso aprile Eurosanità a venduto al fondo Tessalo, gestito da Dea Capital Real Estate sgr, il presidio sanitario Medica Group, situato nel quartiere Casilino di Roma, al prezzo di circa 15 milioni di euroEurosanità, a cui è concesso in locazione l’immobile, a sua volta l’ha subaffittato a Medica Group srl. Il contratto di locazione con Eurosanità ha una durata di 18 anni con rinnovo automatico, agli stessi termini e condizioni, per un periodo di ulteriori 9 anni  (si veda altro articolo di BeBeez).Il fondo Tessalo era già proprietario, nel quartiere Casilino di Roma, di altri due strutture sanitarie: il Policlinico Casilino (come detto, sempre gestito da Eurosanità) e il Centro di Procreazione Assistita.

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Tamagnini, la crisi da lockdown scatenerà l’m&a nella moda italiana tra i brand medio-piccoli. Lo ha detto al Milano Fashion Global Summit

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Maurizio Tamagnini
Maurizio Tamagnini

Maurizio Tamagnini

La crisi innescata dalla pandemia di Covid 19 potrebbe essere un drammatico catalizzatore di operazioni di integrazione che facciano crescere dimensionalmente i brand della moda italiana. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato di FSI, Maurizio Tamagnini, in occasione del suo intervento al Milano Fashion Global Summit 2020 organizzato da Class Editori (si veda qui Reuters).

Tamagnini ha detto che “le dimensioni contano”, più che mai in un contesto di crisi, e che le grandi aziende della moda nel mondo hanno continuato a produrre cassa in questo difficile contesto mentre quelle più piccole hanno bruciato cassa. “E’ sempre più importante che dietro a un bel marchio ci sia anche la capacità aziendale di creare cashflow e sostenibilità finanziaria”, ha aggiunto. La pandemia potrebbe quindi essere “una sveglia drammatica su cui riflettere. Ma bisogna che l’interesse aziendale venga messo prima della proprietà assoluta dell’azienda”, secondo Tamagnini.

Quando nel 2013 Loro Piana fu venduta a Lvmh, ha raccontato il manager, “provammo come FSI a coinvolgere i primi 10 gruppi italiani del settore proponendo di creare una casa comune, una holding, in cui iniziare a conoscerci. Il dibattito che ne derivò fu interessante ma alla fine non accadde nulla”.

Detto questo, un progetto simile ha ancora senso. Nel 2014, ha ricordato, i primi tre gruppi del lusso francese fatturavano 25 miliardi di euro contro i 16 miliardi delle prime 15 aziende italiane del settore. Nel 2019 i ricavi delle prime avevano raggiunto i 45 miliardi, quelli delle seconde erano saliti a 18 miliardi, con un raddoppio del differenziale negativo (-61% da -36%).

Proprio in quest’ottica nel giugno 2018 il fondo FSI è entrato nel capitale di Missoni spa con il 41,2%, con la famiglia Missoni che ha mantenuto il controllo dell’azienda con il 58,8%. L’operazione è avvenuta prevalentemente attraverso un aumento di capitale, con FSI che ha investito circa 70 milioni di euro e con la nuova finanza che è andata a supportare il piano di crescita del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo FSI ha chiuso la raccolta nel xx 2019 con ben 1,4 miliardi di euro di impegni sottoscritti da 22 investitori italiani e internazionali. Il fondo è gestito da FSI sgr, controllata al 51% dal management e per il resto da Cdp e Poste Vita (si veda altro articolo di BeBeez).

Proprio in ottica di concentrazione in Toscana sono state condotte di recente operazioni di consolidamento del settore da parte di investitori di private equity. Da un lato, lo scorso ottobre Vam Investments e Fondo Italiano d’Investimento (FII) sgr, con la partecipazione di Italmobiliare, hanno acquistato le aziende di abbigliamento toscane Giuntini, Ciemmeci Fashion e Mely’s Maglieria, creando il polo Florence (si veda altro articolo di BeBeez). Dall’altro, Holding Industriale (Hind), holding di investimento dedicata alle aziende italiane di eccellenza, tramite la sua sub-holding Holding Moda, ha acquisito Albachiara, società di Bucine (Arezzo) specializzata nello sviluppo e produzione di abbigliamento leggero donna per alcune delle principali maison internazionali del lusso. E’ stata la quarta acquisizione per Holding Moda (si veda altro articolo di BeBeez).

Nei giorni scorsi, poi il Made in Italy Fund, fondo di private equity gestito da Quadrivio & Pambianco, ha rilevato la maggioranza del marchio di moda GCDS. A vendere sono stati i fratelli Giuliano e Giordano Calza, rispettivamente direttore creativo e ceo, che manterranno una minoranza del capitale. Ad affiancare gli imprenditori, oltre al management di Quadrivio & Pambianco, ci sarà Patrizio di Marco, precedentemente presidente di Golden Goose e ceo di Gucci e Bottega Veneta, che siederà nel Consiglio di amministrazione e coinvestirà a fianco del fondo (si veda altro articolo di BeBeez).

Sempre nei giorni scorsi si è assistito a operazioni di m&a condotte direttamente da aziende del settore. Una prima operazione è stata quella condotta dalla famiglia Morelli, a cui fa capo Pellemoda, azienda toscana specializzata nelle produzioni di abbigliamento a ciclo completo in pelle e in tessuto, che ha rilevato la Marmi Renzo di Pieve a Nievole (Pistoia), specializzata in trafori, intrecci, incisioni e stampaggi a caldo sulla pelle. L’operazione è stata condotta dopo che lo scorso maggio è stata costituita la holding di famiglia, Morelli Holding, che oggi quindi controlla Pellemoda, Hostage (joint venture dei fratelli Azzurra e Giampaolo Morelli con Martino Mazzoni attiva nell’abbigliamento in tessuto) e, appunto, Marmi Renzo, che è stata ora ribattezzata Marmi srl (si veda altro articolo di BeBeez).

Un altro deal è stato chiuso di recente dal produttore di tessuti Piacenza 1733, che ha rilevato il Lanificio Piemontese, realtà d’eccellenza di Biella che ha chiuso il 2019 con un fatturato di oltre 6 milioni di euro.  A vendere è stato il fondatore Mauro Caneparo, che continuerà ad avere il ruolo di direttore di linea coadiuvato in tutte le attività da Piacenza 1733 (si veda altro articolo di BeBeez). E sempre in ottica di concentrazione lo scorso marzo Finross, la finanziaria della famiglia Rossetti, ha acquisito tramite Cshoes il 60% del produttore italiano di borse e calzature Baldinini per 13 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Quello della moda, lusso & design è uno dei settori monitorati da BeBeez Private Data, il database del private capital di BeBeez
che a oggi conta 164 aziende del settore nei portafogli di investitori di private equity, venture capital e private debt
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Focus Investments e Cdp Immobiliare (Gruppo Cdp) concludono la cessione della ex Manifattura Tabacchi di Milano

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ManifatturaInsegneFCI-e1405847830906-619x340La società di special situation nel segmento dei distressed asset immobiliari Focus Investments e Cdp Immobiliare srl (Gruppo Cdp) hanno chiuso la cessione dell’ex Manifattura Tabacchi di viale Suzzani 96/98 a Milano. L’ha comprata il Gruppo IGS, primario operatore immobiliare romano, tramite la società DEVE.MM  che è stata finanziata dal fondo spagnolo Incus Capital (si veda qui il comunicato stampa di CBRE e qui quello di Focus). Le parti avevano stipulato il contratto preliminare di compravendita nell’ottobre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

A vendere più precisamente è stata Manifatture Milano spa, joint venture tra Cdp Immobiliare e Focus, entrambe socie al 50%. Nell’operazione, i venditori sono stati assistiti da CBRE. Il Gruppo IGS è stato seguito dallo studio legale DGRS e Manifatture Milano spa dallo studio DWS. Colliers International Italia ha ricoperto il ruolo di advisor di DEVE.MM, che sul piano legale è stata assistita da Gianni Origoni Grippo Cappelli, MF e Osborne&Clarke.

Focus Investments, nata nel dicembre 2015 dallo spinoff della business unit investments del Gruppo Prelios, è una management company di special situation nel segmento dei distressed asset immobiliari. La società detiene inoltre un portafoglio investimenti con sottostante immobiliare per un controvalore di oltre un miliardo di euro, rappresentato da quote in veicoli immobiliari, fondi immobiliari e non performing loan.

Incus Capital è uno dei principali investitori in cartolarizzazioni di crediti europei ed è presente in Italia con un ufficio a Milano dal settembre 2018, guidato dal managing director, Corrado Giovanelli, (si veda altro articolo di BeBeez).  Oggi Incus sta investendo attraverso l’European Credit Fund III e il Senior Credit Real Estate Fund I.

Il complesso immobiliare, che fino agli anni ‘90 era adibito ad area industriale per la produzione di tabacco, è composto da edifici costruiti tra gli anni ‘30 e ‘60 e da alcune aree edificabili. I venditori hanno anche avviato la riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Milano, ospitando la Scuola del Cinema, la Cineteca della Regione Lombardia, il Museo del Cinema e una Caserma dei Carabinieri, oltre ad unità residenziali a uso privato. L’importante progetto di riqualificazione urbana, in base al Piano Integrato di Intervento approvato nel 2007, prevede l’insediamento di circa 41.000 mq di superficie lorda, divisa in quattro lotti, che ospiteranno unità retail e residenziali e alloggi per studenti, oltre all’ edilizia sociale e altre funzioni pubbliche tra cui un asilo e il nuovo centro anziani. Il complesso, sottoposto a vincolo storico-artistico e culturale, si trova in una posizione strategica, nel cuore del quartiere Bicocca di Milano (tra viale Suzzani, viale Esperia, viale Fulvio Testi e via Santa Monica), zona ottimamente servita dai mezzi pubblici che negli ultimi anni ha visto parecchio fermento grazie all’arrivo di grandi aziende che l’hanno scelta come location per il proprio quartier generale e alla presenza dell’Università Bicocca, di centri culturali come il Teatro Arcimboldi e l’Hangar Bicocca e di hub retail come il Bicocca Village.

Alexandre Astier, managing director capital markets di CBRE Italy, ha commentato:  “L’operazione conferma il forte interesse degli investitori value add, locali ed esteri, nei confronti dei grandi ambiti di rigenerazione urbana su Milano. Il quartiere Bicocca, la cui riqualificazione è già iniziata e che vedrà di certo altri importanti interventi nei prossimi anni, sta diventando sempre più attraente per gli investitori e continua a manifestare grande potenzialità di valorizzazione.”

Ricordiamo che anche a Firenze è presente una ex Manifattura Tabacchi, attualmente oggetto di un progetto di riqualificazione da 200 milioni di euro, avviato nell’aprile 2018. Promotore della riqualificazione dell’area è nel dettaglio la joint venture costituita nel 2016 sempre da Cdp Immobiliare e dal fondo PW Real Estate III LP, gestito dalla britannica Aermont Capital, al suo primo progetto in Italia (si veda qui altro articolo di BeBeez). Inoltre anche la ex Manifattura Tabacchi di Modena, che fa sempre capo a Cdp tramite la società Quadrifoglio Modena (controllata da Cdp Immobiliare), d’intesa con Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (azionista di Cdp), sarà oggetto di riconversione. Cdp investirà oltre 30 milioni di euro per realizzare un complesso residenziale e una piastra commerciale (si veda altro articolo di BeBeez).

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Approda in Cassazione la guerra legale tra le due cordate che si contendono Ferrarini, il commissario di Vismara parla di bilanci manipolati

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ferrariniFerrarini spa ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro il decreto emesso dalla Corte d’appello di Bologna il 13 ottobre scorso che aveva dichiarato l’incompetenza del Tribunale di Reggio Emilia sulla procedura di concordato del produttore italiano di prosciutti Ferrarini e l’ha trasferita al Tribunale di Bologna (si veda altro articolo di BeBeez).

Lo scrive MF Milano Finanza, aggiungendo anche che intanto la DG Competition della Commissione Ue ha chiesto lumi al Ministro dello Sviluppo Economico, Roberto Gualtieri, facendo seguito alla denuncia depositata a inizio settembre agli uffici europei coordinati dalla commissaria Ue alla concorrenza Margherete Vestager (si veda altro articolo di BeBeez) a causa della partecipazione di AMCO (società finanziaria del ministero del Tesoro) a una delle due cordate in corsa per il salvataggio del gruppo produttore di prosciutti

In tutto questo, poi, procede in maniera indipendente la procedura della controllata Vismara, che lo scorso 19 novembre ha visto l’adunanza dei creditori (si veda qui Reggionline). La relazione firmata dal commissario giudiziale di Vismara, Franco Cadoppi, riferisce di bilanci manipolati fin dal 2007, con l’obiettivo di occultare il flusso di denaro che partiva dall’azienda e andava in Lussemburgo e di nascondere all’esterno il deterioramento dei conti.

Tornando al ricorso in Cassazione, il conflitto di competenza era stato sollevato da un ricorso presentato a inizio settembre da una delle due cordate in corsa per rilevare Ferrarini, cioé quella formata da Intesa Sanpaolo e UnicreditGruppo Bonterre – Grandi Salumifici Italiani (operatore di riferimento del mercato italiano ed europeo dei salumi di qualità, formaggio Parmigiano-Reggiano, snack e di piatti pronti), O.P.A.S. (la più grande organizzazione di prodotto tra allevatori di suini in Italia) e HP srl (società attiva nel sostegno e nell’innovazione dell’agrifood) (si veda altro articolo di BeBeez).

Dopo il deposito a fine agosto della nuova proposta di concordato da parte della famiglia Ferrarini, il gruppo Pini (già azionista di Ferrarini all’80% dal febbraio 2019, si veda altro articolo di BeBeez) e AMCO presso il Tribunale di Reggio Emilia (si veda altro articolo di BeBeez), la cordata concorrente, che a sua volta aveva depositato al Tribunale di Reggio Emilia una proposta di concordato lo scorso 11 agosto (si veda altro articolo di BeBeez),  aveva infatti chiesto che la competenza sulla decisione fosse del Tribunale di Bologna.

Il punto del contendere era che il  piano Ferrarini-Pini promette di soddisfare i creditori chirografari al 33% e che la cordata concorrente ritiene che questa percentuale renda inammissibile la proposizione di concordati concorrenti, così come scritto testualmente in una nota diffusa il 1° settembre. La cordata Bonterre accusava quindi Ferrarini-Pini di voler di fatto impedire con dei pretesti il confronto competitivo fra le due proposte e per questo ha voluto spostare la competenza della questione su un altro tribunale.

Quanto alle motivazioni della denuncia alla DG Competition Ue, ricordiamo che fa leva sul fatto che l’intervento di AMCO nel salvataggio di Ferrarini può portare al “trasferimento indiretto di risorse pubbliche”, imputabile allo Stato. Inoltre, l’intervento di AMCO “pregiudica le società interessate e legittimate a presentare una proposta di concordato concorrente, le quali a differenza di Pini Italia, non hanno beneficiato della partnership con Amco”. Infine, la discesa in campo di quest’ultima consente ad altre imprese pubbliche (Sace, Simest e la stessa AMCO) di recuperare crediti con “modalità vantaggiose che non sarebbero state realizzabili a normali condizioni di mercato e conseguire un vantaggio economico che non sarebbe stato altrimenti conseguito”. 

La storia della crisi del gruppo Ferrarini si protrae da oltre due anni. Ferrarini e la controllata Vismara avevano depositato al Tribunale di Reggio Emilia già nel luglio 2018 una richiesta di ammissione alla procedura di concordato in bianco (si veda altro articolo di BeBeez). Solo poche settimane prima Ferrarini aveva fatto saltare unilateralmente le trattative esclusive che aveva aperto con Italmobiliare QuattroR. Allora si erano diffuse voci circa una trattativa parallela con un investitore industriale, che molti avevano individuato in Amadori, ma quest’ultimo aveva seccamente smentito (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente Amadori nel febbraio 2019 si era fatto avanti per acquisire Vismara, ma si era poi ritirato dalla trattativa.

Il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammonta a circa 360 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni, con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Il debito include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.


Springwater Capital vuole salvare gli pneumatici Fintyre

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logo-fintyre-head

logo-fintyre-headIl gruppo finanziario Springwater Capital ha fatto un’offerta per  Fintyre, colosso italiano degli pneumatici controllato da Bain Capital. Lo riporta Il Sole 24 Ore, secondo cui l’offerta di Springwater prevede un aumento di capitale da 50 milioni di euro.

Fintyre lo scorso luglio aveva depositato la domanda di ammissione al concordato in bianco (si veda altro articolo di BeBeez) e il tribunale  aveva concesso tempo sino al 14 novembre per depositare una proposta definitiva di concordato preventivo o di una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti (si veda qui il decreto del Tribunale).

Le trattative con Springwater Capital si aggiungono alle discussioni già in corso con altri gruppi finanziari come GSO Capital Partners (divisione di Blackstone Group), che è tra i principali creditori del gruppo, con un credito di 130 milioni di euro sul totale di 270 milioni. Un debito che si confronta con una marginalità in discesa già prima del Covid-19, con un ebitda sceso a 12 milioni nel 2019 dai 18,2 milioni nel 2018. Nel 2020, causa pandemia, il calo è continuato.

Se le trattative per un concordato in bianco non dovessero andare in porto, si potrebbe aprire una procedura di amministrazione straordinaria sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico. Al lavoro sull’operazione ci sono i consulenti e i legali: Deloitte e Gattai Minoli Agostinelli per l’azienda, White & Case per Gso Capital Partners e Allen Overy per le banche.

Fintyre fa capo alla holding di distribuzione di pneumatici European Tyres Distribution Limited, a sua volta controllata dal fondo Europe IV di Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Da mesi la holding sta portando avanti un processo di ristrutturazione del debito. Intanto in Germania lo scorso febbraio tutte le controllate del gruppo hanno portato i libri in tribunale, avviando la procedura fallimentare (si veda qui Wolk After Sales News e TyrePress). European Tyres Distribution Limited aveva chiuso il 2018 con un gran bilancio: ricavi per 1,1 miliardi, di cui 425 milioni di euro con Fintyre, un ebitda margin di oltre l’83% e un debito finanziario netto di 270 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Ma poi le cose evidentemente sono cambiate molto e il lockdown ha peggiorato il tutto.

Fintyre, con sede a Seriate (Bergamo), era stata acquisita da Bain Capital nel marzo 2017, come prima società sulla quale poi il fondo ha costruito il gruppo  (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere FinTyre era stato BlueGem Capital e Bain Capital si era finanziato con un bond PIK (payment-in-kind) da 130 milioni di euro collocato in private placement nell’aprile 2017 ed emesso dal veicolo Neo (BC) spa (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente era stata sottoscritta da Fintyre una linea di credito super senior revolving da 30 milioni di euro per supportare l’ordinaria attività del gruppo. Il bond e la nuova linea si erano affiancate a uno strumento di debito unitranche da 40-60 milioni sottoscritto da GSO Capital Partners (Blackstone Group) nel 2015 per sostenere il piano di sviluppo dell’azienda (si veda altro articolo di BeBeez).

European Tyres Distribution Limited è infatti il risultato di una serie di acquisizioni. All’estero nel giugno 2017 aveva comprato la divisione Tyre and Automotive Technology della tedesca REIFF (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2018 aveva rilevato la tedesca Reifen Krieg (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nel maggio 2019 era stata la volta di RS Exclusiv e di TyreExpert (si veda altro articolo di BeBeez). In Italia, invece, Fintyre ha comprato La Genovese gomme (LGg) nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre nel 2015 aveva comprato Pneumarket dal gruppo Marangoni (si veda altro articolo di BeBeez) e nel 2016 Franco Gomme. 

 


Generali Real Estate compra uffici a Praga e annuncia l’apertura di un hotel Gran Melià nella sua ex sede milanese

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L'International Business Centre (IBC) di Praga
L'International Business Centre (IBC) di Praga

L’International Business Center (IBC) di Praga

Generali Real Estate sgr, tramite il suo nuovo fondo Core+ dedicato agli uffici in città europee, ha comprato l’International Business Center (IBC), situato nel quartiere Karlìn di Praga, in Repubblica Ceca. L’edificio è stato venduto per 1,9 miliardi di corone (circa 70 milioni di euro) da Mint Investments, società di investimento immobiliare e asset manager dell’Europa centrale, che nel 2017 aveva acquistato l’edificio per conto di un sindacato di investitori privati da AEW Europe. Nell’operazione, Generali Real Estate è stata assistita sul piano legale da Clifford Chance e Mint da WIlsons (si veda qui Property Forum).

Costruito nel 1993, l’International Business Center si sviluppa su una superficie di circa 23.800 metri quadrati metri di superficie affittabile e 299 posti auto. L’edificio ha 9 piani fuori terra e 2 piani interrati. Il progetto prevede tre edifici che circondano un tranquillo atrio pieno di verde. Offre uffici flessibili di dimensioni che vanno da 50 mq a 1.500 mq su un piano. L’IBC si trova accanto a un Hotel Hilton.

Il fondo Core + di Generali Real Estate punta a una raccolta complessiva di 2 miliardi di euro, di cui 500 milioni dal gruppo Generali. Generali Real Estate a lo scorso aprile, tramite il suo fondo Generali Real Estate Asset Repositioning, sempre a Praga aveva comprato i grandi magazzini Kotva dalla società immobiliare PSN per 3 miliardi di corone (circa 130 milioni di euro) (si veda altro articolo di BeBeez).

Generali Real Estate inoltre ha annunciato nei giorni scorsi insieme a Melià Hotel International l’apertura nel 2023 di un albergo Gran Melià nella sua ex sede di Piazza Cordusio a Milano (si veda qui il comunicato stampa).

La ex sede di Generali a Milano

La ex sede di Generali a Milano

L’edificio, di proprietà di Generali Real Estate, diventerà un hotel a 5 stelle dopo la completa ristrutturazione e restauro dello storico Palazzo Venezia, uno degli edifici più riconoscibili di Piazza Cordusio, a pochi metri da Piazza del Duomo. L’edificio deve il suo nome alle radici veneziane di Generali, essendo stato progettato alla fine del XIX secolo dall’architetto Luca Beltrami e costruito dal Gruppo Generali come propria sede a Milano, enavendo ospitato gli uffici di Generali fino al trasferimento nella Torre Generali a CityLife. Dopo la ristrutturazione, l’edificio sarà in linea con i criteri richiesti per ottenere la certificazione LEED Gold. Il palazzo conserverà la sua facciata storica ed ospiterà 70 lussuose camere, servizi di ristorazione di alto livello, con il meglio della cucina italiana e internazionale. Sarà inoltre caratterizzato da terrazze con rooftop bar, che offriranno una splendida vista a 360° sulla città da un punto di vista unico, sotto la caratteristica cupola.

“L’Italia è una delle principali destinazioni turistiche al mondo ed è un privilegio per noi offrire hotel iconici come il Gran Meliá a Milano, che porterà ancora più prestigio ai nostri marchi”, ha dichiarato Gabriel Escarrer, vice president e ceo della società di hotellerie, che assicura inoltre che “grazie al nostro impegno sulla qualità del nostro portafoglio, saremo nelle migliori condizioni possibili per affrontare la ripresa e accogliere ancora una volta la domanda per le destinazioni più competitive del mondo”.

Aldo Mazzocco, amministratore delegato di Generali Real Estate, ha aggiunto: “Con questo importante investimento confermiamo la nostra fiducia nella forza di Milano e nel suo ritorno tra le più importanti destinazioni per il business ed i viaggi, dopo la crisi pandemica. Come investitore a lungo termine, abbiamo selezionato un partner di livello mondiale e con una visione per il futuro come Meliá, che condivide con noi una radice e uno stile mediterranei, per un’operazione che preserverà uno dei nostri edifici più iconici trasformandolo in un hotel di lusso”.

Meliá Hotels International punta a crescere in Italia, e in particolare a Milano, dove già gestisce hotel con tre dei suoi marchi: Meliá Milano, ME Milano Il Duca e INNSIDE Milano Torre Galfa. Il gruppo gestisce inoltre hotel a Roma e Genova.

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Cherry 106 compie un anno. Ha chiuso 15 operazioni su portafogli Npl

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Cherry Team
Cherry Team

Il team di Cherry 106

In un anno di attività, Cherry 106, la società fondata da Giovanni Bossi il 25 novembre 2019 e operativa nel settore del credito deteriorato, ha chiuso ben 15 acquisizioni di portafogli Npl (di cui 4 negli ultimi 2 mesi)  (si veda qui il comunicato stampa).

Nel periodo la società è cresciuta di organico, passando da 15 e 44 le persone complessivamente impiegate nelle tre sedi di Roma, Milano e Padova, e ha ampliato le aree di attività, dopo i settori degli NPL e della tecnologia applicata al credito (Cherry Bit, la piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da Cherry srl fondata sempre lo scorso anno da Giovanni Bossi, si veda altro articolo di BeBeez), si sono infatti aggiunti i servizi legali con la nascita della società tra avvocati Cherry Legal (si veda altro articolo di BeBeez) e la compravendita di crediti fiscali, grazie al recente lancio, insieme a Banco Bpm, della piattaforma fintech SuperB Cherry106, dedicata all’acquisto di crediti fiscali derivanti dagli interventi di riqualificazione energetica superbonus, ecobonus, sismabonus (si veda altro articolo di BeBeez).

Cherry 106 spa, la ex Cassiopea NPL, è un intermediario finanziario iscritto al registro di Banca d’Italia di cui all’art. 106 Testo Unico Bancario (TUB), di cui Bossi ha acquisito il 65% nel  novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).

Lo scorso agosto Bossi ha annunciato un piano per integrare in Banco delle Tre Venezie spa la sua  Cherry 106, con l’obiettivo di far cambiare pelle alla banca e trasformarla in un operatore innovativo nel panorama creditizio e finanziario. Secondo quanto risulta a BeBeez, Bossi e gli altri azionisti di Cherry 106 (più di una sessantina) apporteranno quest’ultima al capitale della banca, diventandone così azionisti con una quota del 51%.  L’operazione dovrà ovviamente ottenere il via libera della Bce (si veda altro articolo di BeBeez).


Voto Usa e post-Covid-19, mercato complicato. Al private capital il compito di individuare i nuovi trend e fare rendimenti

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Fabrizio Bentivoglio
Fabrizio Bentivoglio

Fabrizio Bentivoglio

di Fabrizio Bentivoglio,
ceo di Fidia Holding

La vittoria di Joe Biden ha ridato stabilità al sistema americano e una ritrovata credibilità e affidabilità a livello internazionale. Se negli ultimi quattro anni Donald Trump aveva “isolato” l’America e rinunciato alla leadership mondiale, le aspettative su Biden sono di un forte slancio, ben oltre le politiche e i programmi annunciati.

Le elezioni si sono chiuse definitivamente soltanto ieri, dopo uno spoglio interminabile. E, come già si immaginava, il risultato è stata una netta spaccatura tra Casa Bianca democratica e Senato repubblicano (la House of Representatives è già democratica) e questa è la situazione che più piace agli americani e ai mercati. Una situazione che non può fare troppi danni.

Anche per questo Biden, moderato e unico presidente cattolico oltre John Kennedy, con ogni probabilità non metterà in atto il programma progressista della sua campagna (molto di più di quello di Barack Obama e Hillary Clinton), non nominerà Elizabeth Warren alla Fed, una scelta che sarebbe sicuramente vista male dai mercati, e non farà una drastica riforma fiscale, cosa questa alquanto pericolosa in una situazione di crisi.

Di contro, però, lo stimolo che il mercato già sta prezzando, potrebbe essere molto inferiore (500 miliardi di dollari) rispetto a quello degli inizi 2020 (3 trilioni) e questo potrebbe risultare in una ripresa decisamente più lenta del previsto, che potrebbe richiedere addirittura un altro trilione già dal prossimo anno.

Guardando al mercato però se la ripresa sarà lenta, non lo sarà certamente per ogni comparto.  Infatti, già oggi vediamo che la spesa per prodotti è risalita dopo i primi mesi del 2020. La stessa cosa non può certamente dirsi per i servizi come travel, entertainment e sport.  Alcuni settori sono stati spazzati via e non torneranno nel breve periodo, o almeno non torneranno con lo stesso modello del 2019.  È difficile immaginare che nel 2021 il Madison Square Garden di New York, un’arena da 50.000 spettatori per sport, concerti ed eventi, con un indotto sia retail che food&beverage, oppure l’industria di Broadway e dello spettacolo live, potranno riprendere le attività come prima del Covid.

In questo scenario di mercato, i dati del 2020 indicano la crescita dei disoccupati permanenti, cioè quelli che hanno perso il lavoro per fallimenti o altro, rispetto ai disoccupati temporanei, che probabilmente torneranno al lavoro già nel breve.

A complicare la situazione, se la domanda interna è considerata il volano della ripresa, sarà la disponibilità di credito. L’attuale difficoltà di accesso al credito dovuta alla crisi, o semplicemente per le tempistiche tecniche con cui il sistema bancario riesce a processare le domande (si è arrivati a vari mesi per un semplice refinancing) è già oggi un ulteriore motivo di rallentamento. Per questo nei prossimi mesi sia la Fed sia le altre banche centrali continueranno a sostenere la ripresa con le loro politiche monetarie. A Wall Street ci sono voci su tassi invariati fino al 2025.

I fondamentali, quindi, indicano una ripresa non così forte come ci si aspetta e probabilmente la situazione peggiorerà ancora prima di migliorare. Ma visto che lo stock market guarda in avanti per definizione e cerca di anticipare il futuro, allora quello che stiamo vedendo in questi giorni significa che vi saranno importanti opportunità per gli investitori di istituzionali. Ma attenzione. Sui mercati azionari la rapida ripresa degli Stati Uniti fa già pensare a una corsa che dovrà prima o poi interrompersi. peraltro una correzione era attesa da anni, anche da prima della pandemia, e non è mai successo. Questo dovrebbe anche far pensare ai mercati emergenti come la prossima grande opportunità a patto che si sia disposti a sopportare rischi e volatilità.

Intanto in questi mesi alcuni settori sono diventati particolarmente cheap, per esempio gli immobili commerciali nelle grandi città come New York o Miami. E i cambiamenti sociali hanno determinato molte nuove tendenze che sono destinate a perdurare con riflessi inevitabili sui business model. Ci si dovrà solo adeguare. Pensiamo ad esempio allo smart working, che se uno dei maggiori trend sociali del momento. Prima o poi si tornerà in ufficio, ma forse non tutti e magari solo per 2 o 3 giorni la settimana.

Le ricerca di nuove opportunità significherà quindi individuare i nuovi trend. Ancora una volta il ruolo del private equity potrà essere determinato per recuperare rendimenti e occasioni. Non solo. Si potranno presentare anche ottime opportunità nel settore del private debt e nella cosiddetta rescue finance legata al restructuring.


Prestiamoci chiude la seconda cartolarizzazione di prestiti personali per 60 mln euro. Banca Valsabbina è lead investor

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prestiamoci

prestiamociPrestiamoci spa, società finanziaria che gestisce l’omonimo marketplace di prestiti personali fra privati, ha cartolarizzato un portafoglio di crediti personali, per un valore nominale complessivo fino a 60 milioni di euro, con Banca Valsabbina che è stata lead investor, insieme ad altri investitori, dei titoli asset-backed (si veda qui il comunicato stampa). La strutturazione dell’operazione è stata fatta per i profili economico/finanziari dall’advisor Archè e per i profili legali da Orrick, mentre lo studio MJH Alma,  ha seguito i profili regolamentari. Infine, 130 finance srl avrà l’incarico di corporate servicer, mentre Bank of New York Mellon  Milan branch sarà Paying Agent.

L’operazione era stata anticipata lo scorso 30 settembre dal ceo e cofounder Daniele Loro in occasione del suo intervento alla Milano Finanza Digital Week, organizzata da Milano Finanza in collaborazione con BeBeez  (si veda altro articolo di BeBeez).

La struttura dell’operazione prevede la cessione di crediti alla società veicolo P2P Lendit srl, costituita ai sensi della legge sulla cartolarizzazione, che finanzierà l’acquisto del portafoglio attraverso l’emissione di tre classi di titoli asset-backed di tipo “fungible notes” e diverso grado di subordinazione. Si tratta della seconda operazione di questo tipo strutturata da Prestiamoci con Banca Valsabbina, dopo quella del novembre 2018 per un investimento complessivo fino a 25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Daniele Loro aveva detto sempre nel corso del suo intervento all’evento web di fine settembre che Prestiamoci “dall’inizio dell’operatività nel 2013 sino fine agosto 2020 aveva erogato nel complesso 40 milioni di euro e aveva un portafoglio prestiti ancora da rimborsare di circa 28 milioni. Il tutto con un tasso di default di soli 50 punti base, che porta il rendimento netto per gli investitori in piattaforma al 6,9% all’anno dal 7,4,  che è il tasso medio pagato dai debitori”, aggiungendo che “la piattaforma ha oggi una capacità di erogazione di 3 milioni al mese e conta 5200 clienti”.  Quanto agli investitori, aveva detto ancora Loro,“Prestiamoci coinveste con i suoi investitori in tutti i prestiti offerti in piattaforma. Gli investitori sono in gran parte istituzionali e spesso ricorriamo a cartolarizzazioni”, come appunto si è visto nelle due operazioni con Banca Valsabbina.

Prestiamoci, ha raccolto dagli investitori un totale di 6,6 milioni di euro. Gli ultimi due round non sono stati annunciati pubblicamente, ma se ne trova traccia nei documenti di Digital Magics, l’incubatore quotato all”Aim Italia, che è socio di Prestiamoci sin dal 2013. La startup aveva incassato un round seed da 550 mila euro nell’ottobre 2013 (scarica qui il comunicato stampa di allora) e nel settembre 2014 l’incubatore aveva sottoscritto un nuovo round da 450 mila euro  (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente, nel dicembre 2015 Prestiamoci aveva annunciato un round di investimento da 2 milioni di euro che era stato sottoscritto da Innogest sgr (lead investor), Banca Sella holding , Club Italia Investimenti 2 e altri investitori italiani e internazionali.  Digital Magics nell’operazione aveva inoltre coinvolto l’ampio network di investitori privati e istituzionali, che supportano le partecipate del suo portfolio (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel 2017 la società, valutata allora pre-money 4,5 milioni di euro, ha raccolto altri 1,6 milioni di euro dagli azionisti già presenti più Pitagora/CR Asti (si veda qui il Portfolio Highlights settembre 2017 di Digital Magics), mentre nel corso del 2019 Prestiamoci ha incassato un ulteriore round da 2 milioni di euro sottoscritto sempre dagli azionisti esistenti (si veda qui il Portfolio Highlights settembre 2020 di Digital Magics).

Quanto a Bancca Valsabbina,  è una società cooperativa per azioni, fondata nel 1898. È la principale banca popolare di Brescia e da oltre 120 anni sostiene la crescita e lo sviluppo economico del territorio bresciano, ponendosi come interlocutore sia per le famiglie che per gli artigiani, le piccole attività economiche e le pmi. Nel maggio scorso Banca Valsabbina ha acquisito il 26% di Integrae sim, mentre Arkios ha rilevato il 51% (si veda altro articolo di BeBeez).

La banca è un sottoscrittore seriale di note di cartolarizzazione di prestiti. Oltre alle due operazioni con Prestiamoci, infatti, ricordiamo che nel luglio 2019 Banca Valsabbina,  tramite il veicolo Valsabbina Sme spv, ha cartolarizzato crediti verso piccole e medie imprese titoli asset backed di Classe A per 542,2 milioni di euro che sono quotati all’ExtraMot Pro (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre a fine settembre scorso  Banca Valsabbina, insieme ad altri investitori istituzionali, ha sottoscritto la tranche senior di una cartolarizzazione di prestiti alle pmi offerti sulla piattaforma fintech italiana Borsa del Credito, partecipata da P101 sgr, gruppo Azimut e GC Holding. L’operazione, che riguarda un totale di 100 milioni di euro di prestiti, riguarda un portafoglio di crediti acquisito sulla piattaforma da Colombo II, fondo creato da BorsadelCredito.it e sottoscritto da Azimut (si veda altro articolo di BeBeez).


Żabka apre un negozio fisico per le sue soluzioni eco. Crescono gli investimenti nelle case di cura svedesi e tedesche, dice Savill’s. HanseMerkur compra la nuova sede del Frankfurter Allgemeine. Charter Hall raccoglie 2,6 mld $. Breakthrough Properties raccoglie oltre 1 mld $. Sanofi affitta da Ardian il suo nuovo headquarter a Parigi. Nuveen compra EDGE Grand Central Berlin

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Żabka

ŻabkaIl fotovoltaico e l’uso della tecnologia quantum dot, un pavimento cinetico che trasforma i gradini in energia, un cubo anti-smog integrato con una parete vegetale verde che assorbe polvere e smog: queste sono solo alcune delle soluzioni innovative che sono state utilizzate da Żabka in ul. Lewandów 46H a Varsavia. Si veda qui il comunicato stampa. Di fronte al negozio, c’è anche un EKOmat e una stazione di ricarica per auto elettriche, quindi ogni cliente può partecipare alle attività positive di Żabka per l’ambiente. Żabka ha presentato come potrebbe essere il futuro dell’utilizzo di soluzioni ecologiche nel commercio. Un punto vendita ricco di tante novità è ora aperto ai clienti. La struttura è una sorta di laboratorio in cui verranno testate soluzioni innovative su scala globale, come il quantum dot e il kinetic floor. Żabka è una delle catene di vendita al dettaglio più dinamicamente sviluppate in Europa, ma solo grazie a uno sviluppo responsabile, possiamo costruire il nostro futuro comune. Abbiamo cambiato il formato dei negozi, abbiamo subito una trasformazione digitale, ma la responsabilità per l’ambiente è altrettanto importante per noi. Abbiamo a cuore le persone e il loro ambiente, quindi, insieme ai nostri affiliati, dipendenti e clienti, intraprendiamo iniziative pro-ecologiche nei settori dell’energia verde e dei trasporti, dell’aria pulita e dell’economia circolare. Un esempio di tale progetto è il primo Żabka, alimentato al 100% da energia verde, che abbiamo aperto a Varsavia. Il negozio fungerà da laboratorio in cui intendiamo testare soluzioni rispettose dell’ambiente, mostrando la direzione in cui si svilupperà il futuro del commercio afferma Tomasz Suchański, presidente del consiglio di amministrazione di Żabka Polska.

Savills Investment ManagementSecondo l’ultima ricerca di Savills, gli investimenti nelle case di cura svedesi e tedesche tra gennaio e settembre 2020 sono aumentati rispettivamente dell’80% e del 21% su base annua. Si veda qui propertyfundsworld.  Questi due paesi hanno anche rappresentato il 42% (Germania) e il 23% (Svezia) del volume totale degli investimenti di 3,6 miliardi di euro nel settore delle case di cura europee durante i primi tre trimestri dell’anno. Belgio, Finlandia e Paesi Bassi sono anche mercati strategici delle case di cura presi di mira dagli investitori, secondo il consulente immobiliare internazionale. Savills osserva che i REIT pubblici specializzati, che sono stati pionieri nel mercato, sono ancora gli attori più dinamici, in particolare Aedifica e Confinimmo. Ciononostante, un numero crescente di investitori è ora coinvolto nel settore, compresi i gestori degli investimenti (come Priminial, Patrizia, Threestones Capital, Syntrus) e le società immobiliari quotate (ad esempio SBB I Norden). Marcus Roberts, Responsabile Europa, Savills Operational Capital Markets, afferma: “Nonostante l’attuale crisi sanitaria, il settore delle case di cura rimane molto attraente per gli investitori che cercano un reddito sicuro poiché è sostenuto da solidi fondamentali a lungo termine. Sulla base dei recenti accordi conclusi e di altri in cantiere, prevediamo che il volume di fine anno supererà leggermente i 5 miliardi di euro, in linea con il fatturato dello scorso anno”. “L’aumento dell’appetito da parte degli investitori ha esercitato pressioni al ribasso sui rendimenti negli ultimi due anni, in particolare in Svezia, Germania e Finlandia, dove i rendimenti prime si sono rafforzati rispettivamente di 30, 20 e 10 punti base. Il rendimento delle case di prima assistenza attualmente varia tra il 3,85% e il 5% a seconda del paese, dell’ubicazione e della qualità dei beni. Prevediamo che la crescente concorrenza per i beni delle case di cura continuerà a esercitare pressioni al rialzo sui prezzi”.

HanseMerkur GrundvermögenPiù di un anno e mezzo prima del completamento, HanseMerkur Grundvermögen AG si è assicurata la nuova sede per Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), uno dei più prestigiosi progetti di uffici attualmente in costruzione a Francoforte sul Meno, per uno dei suoi veicoli di investimento. Si veda qui il comunicato stampa.  Il prezzo di acquisto ammonta a 196 milioni di euro. La FAZ Tower sarà realizzata da UBM Development (75%) insieme al PAULUS Immobiliengruppe (25%) e il completamento è previsto nel 2022. “La FAZ Tower dimostra che la domanda di edifici per uffici di prima classe nelle principali città europee è ininterrotta nonostante la pandemia”, commenta Thomas G. Winkler, CEO di UBM Development AG, sulla vendita. Nell’attuale difficile contesto di mercato, la propensione al rischio degli investitori sta diminuendo: la loro attenzione si è spostata maggiormente sulle località privilegiate e sui partner con le migliori posizioni creditizie. Questo progetto offre il mix perfetto dal punto di vista di un investitore: un noto sviluppatore con solidi dati finanziari e una lunga esperienza e un contratto di locazione di 15 anni con un inquilino di alta qualità in una posizione eccellente.

Charter Hall GroupIl Charter Hall Group (Charter Hall o il Gruppo) ha annunciato che il suo fiore all’occhiello del Charter Hall Prime Industrial Fund (CPIF o Fondo) ha chiuso la sua raccolta di capitale in modo significativo in eccesso, avendo raccolto 2,6 miliardi di dollari dall’aprile 2020 in due raccolte separate. Si veda qui il comunicato stampa.  La raccolta di capitali è stata sostenuta sia da investitori esistenti che da 29 nuovi investitori, comprendenti un mix di investitori australiani e offshore tra cui super fondi, piani pensionistici, fondi sovrani, compagnie di assicurazione e istituzioni finanziarie di Asia, Medio Oriente, Europa e Nord America. L’amministratore delegato di Charter Hall e Group CEO, Mr David Harrison, ha dichiarato: “Il Gruppo è lieto del forte livello di supporto che abbiamo ricevuto nonostante l’incertezza economica causata da COVID-19. Dimostra la qualità e la resilienza del portafoglio CPIF e la reputazione di Charter Hall, tra gli investitori nazionali e globali, come attore leader nel mercato industriale e logistico australiano. Gli investitori sono stati particolarmente attratti dal portafoglio di alta qualità di CPIF, dalla sua esposizione del 52% al settore dei beni di prima necessità, dalla pipeline di sviluppo fino a $ 1 miliardo e dall’attraente rendimento totale previsto a 5 anni, sostenuto da un WALE leader del settore di 10,6 anni , 98,0% di occupazione, revisioni annue ponderate dei canoni di locazione del 2,9% e convenzioni per inquilini resilienti con il 95,0% affittato a inquilini governativi, quotati in borsa o riconosciuti a livello nazionale / globale.

Breakthrough PropertiesBreakthrough Properties (“Breakthrough”), una joint venture formata nel 2019 da Tishman Speyer e Bellco Capital (“Bellco”), ha fatto il primo closing della Breakthrough Life Science Property Fund (il “Fondo”). Si veda qui il comunicato stampa. L’impresa ha raccolto complessivamente oltre 1 miliardo di dollari di capitale per il Fondo e in coinvestimenti. Breakthrough è alla ricerca di capitale aggiuntivo, anche per il veicolo di investimento immobiliare a vita perpetua creato come parte del Fondo, per costruire un portafoglio di proprietà di ricerca nel campo delle scienze della vita di livello mondiale. Il Fondo mira a sviluppare e acquisire strutture di laboratorio all’avanguardia nei principali mercati biotecnologici di tutto il mondo. Il team Breakthrough Properties farà leva sull’esperienza di mercato e sulle vaste reti di relazioni di Tishman Speyer, Bellco Capital e il team Breakthrough per scalare rapidamente un portafoglio best-in-class e fornire ecosistemi a servizio completo per soddisfare le esigenze in continua evoluzione degli innovatori delle scienze della vita. Supportato dalle risorse combinate delle aziende, il Fondo intende creare ambienti dinamici che favoriscano la collaborazione tra i leader del settore delle scienze della vita e gli istituti di ricerca strategica, con l’obiettivo di consentire a imprenditori e ricercatori di fare scoperte potenzialmente rivoluzionarie in ogni fase dello sviluppo. Questi ambienti dovrebbero includere le migliori infrastrutture fisiche, con una locazione curata, strutture e servizi collaborativi e spazi per inquilini dinamici che soddisfano le esigenze delle aziende in fase iniziale, intermedia e avanzata mentre lavorano per sviluppare nuovi trattamenti medici.

ArdianArdian, una casa di investimento privata leader a livello mondiale, e la multinazionale farmaceutica francese Sanofi, hanno concordato un contratto di locazione per un complesso di uffici in stile post-Haussmann a Parigi. Ardian ha acquisito l’edificio per uffici, situato a 46-48 Avenue de la Grande Armée, vicino a Porte Maillot e Place de l’Étoile, nel luglio 2018. L’edificio, che coprirà quasi 9.200 mq, comprende due edifici interconnessi di sei e otto piani. È un punto di riferimento di Parigi che vanta più di un secolo di storia. Il progetto, affidato a Franklin Azzi Architecture, mira a ripristinare le radici dell’era industriale parigina dell’edificio dall’inizio del XX secolo attraverso ampi lavori di ristrutturazione e modernizzazione, mescolando con gusto art déco e design industriale. Il progetto è stato progettato con cura per garantire che mantenga l’autenticità offrendo al contempo servizi avanzati per creare un ambiente di lavoro unico. L’edificio, compresi i due piani superiori della terrazza e il caratteristico tetto con viste emblematiche di Parigi, è attualmente in costruzione e sarà completato nel 2022. Sanofi, con questo edificio come futura sede mondiale, intende offrire a tutti i suoi dipendenti un ambiente di lavoro all’avanguardia, per consentire una maggiore collaborazione tra i team, attraverso strutture di lavoro flessibili.

Nuveen Real EstateNuveen Real Estate ha completato l’acquisizione di EDGE Grand Central Berlin,  circa 20.000 mq (circa 237.000 piedi quadrati) di asset per uffici “intelligenti”, per conto della sua Cityhold Office Partnership (CHOP). Situato vicino alla Berlin Hauptbahnhof, un importante snodo dei trasporti, EDGE Grand Central beneficia della sua posizione nella ben consolidata area Europacity, che è un quartiere di uffici privilegiato della città. La proprietà è già stata completamente affittata a tre inquilini: ImmoScout, Oracle e EDGE Workspaces. Progettato per essere un edificio per uffici “intelligente” e sostenibile, l’asset ha già ottenuto le certificazioni WELL “Gold” e DGNB “Platinum”, il primo edificio tedesco a farlo. Lo spazio per uffici di Grado A sarà distribuito su nove piani, tutti incorporando tecnologia SMART building, soffitti climatici e illuminazione a LED integrata controllata tramite smartphone.

 



Keyhaven Capital cede la sua quota in Pensions Insurance. L’AA accetta l’offerta di TowerBrook e Warburg Pincus. Bain Capital e Pacific Lake investono in OneShield. HMBradley raccoglie 18,25 mln $ in un round guidato da Acrew Capital. The Jordan Company cede TKE. Si fondono Stanhope e FWM

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Stanhope Capital Group

Keyhaven CapitalKeyhaven Capital ha annunciato la cessione della sua minoranza in Pensions Insurance Corporation, una delle principali compagnie di assicurazioni britanniche specializzata nella garanzia delle passività dei regimi pensionistici a benefici definiti. L’acquirente è un family office con sede nel Regno Unito (si veda qui il comunicato stampa). Keyhaven aveva investito in PIC nel febbraio 2017. Nei tre anni successivi all’investimento di Keyhaven, PIC ha completato una serie di iniziative strategiche, tra cui un aumento di capitale di  750 milioni di sterline e un riposizionamento del portafoglio di investimenti verso obbligazioni, liquidità e mercati monetari al fine di affrontare meglio la volatilità del mercato. Da allora, PIC ha aumentato il patrimonio totale in gestione a circa 48 miliardi di sterline e ha raggiunto punteggi di soddisfazione dei clienti superiori al 99% negli ultimi due anni. L’uscita di oggi genera un multiplo del costo di 1,7 volte per Keyhaven.

TowerBrook Capital PartnersTowerBrook Capital Partners e Warburg Pincus hanno fatto un’offerta per acquisire l’AA (l’equivalente britannico della nostra ACI), quotato a Londra, per 218 milioni di sterline  al prezzo di 35 pence per azione, e per farsi carico di 380 milioni di sterline di debito sul totale di 2,6 miliardi. Il management di AA ha raccomandato agli azionisti di accettare l’offerta (si veda qui il Guardian). Si dice che i fondi abbiano cooptato a presiedere l’AA dopo l’acquisizione Rick Haythornthwaite, un ex presidente di British Gas Centrica, oggi presidente di Mastercard e della Creative Industries Federation. L’AA ha dichiarato: “Il consiglio, dopo aver valutato attentamente la fattibilità di una serie di potenziali opzioni alternative di rifinanziamento del debito e del capitale azionario insieme ai suoi consulenti finanziari, ha indicato al consorzio che sarebbe disposto a raccomandare un’offerta in contanti ai termini della proposta. Di conseguenza, l’azienda è impegnata in discussioni avanzate con il consorzio in relazione alla possibile offerta”. L’azienda, fondata nel 1905 come Associazione automobilistica, dispone di 3.000 veicoli di pattuglia e fornisce assistenza stradale a 12 milioni di membri, inclusi 3 milioni di membri personali. Offre anche assicurazione casa e auto e lezioni di guida.

Bain CapitalBain Capital Credit e Pacific Lake Partners hanno investito insieme in OneShield Software, fornitore di software assicurativo danni (si veda qui il comunicato stampa). L’azienda, fondata nel 1999, fornisce soluzioni software SaaS e stand-alone basate su cloud per la gestione delle policy di classe enterprise, fatturazione, reclami, valutazioni, business intelligence e analisi intelligenti agli assicuratori Danni di tutte le dimensioni. David Healey, vicepresidente di Bain Capital Credit, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di collaborare con OneShield nella sua prossima fase di crescita, soprattutto perché la trasformazione digitale del mercato del software assicurativo Danni accelera e la società si basa sulle sue profonde radici l’industria”. OneShield continua a far crescere la sua piattaforma innovativa attraverso la crescita organica e le recenti acquisizioni, tra cui diversi assicuratori di startup, che rappresentano una nicchia particolarmente forte per il team di OneShield.

Acrew CapitalHMBradley, piattaforma Usa di digital banking creata per premiare i risparmiatori, ha annunciato la raccolta di un round da 18,25 milioni di dollar di Serie A (si veda qui il comunicato stampa). Il round è stato guidato da Acrew Capital, che è stato uno dei primi investitori in Chime (che guida anche la sua serie A), nonché Finix e Deserve. I fondi verranno utilizzati per aumentare il suo programma di credito e continuare ad espandere le offerte costruite intorno alle esigenze dei consumatori poiché HMBradley aiuta le persone a risparmiare a un ritmo sorprendente. Inoltre, HMBradley sta investendo nella crescita del suo team con un talento impressionante dedicato alla creazione della migliore esperienza possibile per il cliente. Mentre quasi tutte le banche stanno abbassando i tassi, HMBradley continua a pagare i tassi di interesse più alti del settore, fino al 3% sui risparmi, ai portatori di conti che risparmiano una parte dei loro depositi ogni trimestre, indipendentemente da quanti soldi guadagnano. Una proposta che ha avuto successo, visto che i depositi sono saliti a oltre 90 milioni di dollari con un impressionante saldo medio del conto di quasi 30 mila dollari.

Clearlake Capital GroupThe Jordan Company, una società di private equity con sede a New York, ha annunciato la vendita di TKE Holdings, un fornitore leader di hardware e accessori per la casa a marchio Dimora, a Clearlake Capital Group (si veda qui il comunicato stampa). L’attuale team di gestione di Dimora, guidato dal CEO Greg Gottlieb, continuerà a guidare l’azienda. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. Con sede a Dallas, in Texas, Dimora Brands è un designer, produttore e venditore leader di mercato di hardware e accessori per la casa di fascia alta. L’ampio portafoglio di prodotti Dimora mette i prodotti dell’azienda in una parte sostanziale della casa di un cliente attraverso le offerte di cucina, bagno e armadio. Dimora è in grado di servire con successo sia i piccoli che i grandi clienti attraverso un modello di vendita diretta high-touch insieme a tassi di riempimento leader del settore. L’intimo rapporto con i clienti consente all’azienda di stare al passo con l’evoluzione delle tendenze del settore e concentrarsi sullo sviluppo di nuovi prodotti. La chiusura della transazione è prevista per dicembre, fatte salve le consuete condizioni di chiusura. Baird è stato consulente finanziario di Dimora e Nomura Securities Co. è stato consulente del Consiglio di amministrazione. Winston & Strawn LLP è stato consulente legale di Dimora.

Stanhope Capital GroupStanhope Capital Group e FWM Holdings – proprietaria di Forbes Family Trust, LGL Partners e Optima Fund Management (collettivamente “FWM”) – hanno annunciato oggi di aver sottoscritto un accordo di fusione definitivo per creare una delle più grandi società di consulenza e gestione patrimoniale indipendenti al mondo, che sovrintende a 24,2 miliardi di dollari di asset dei clienti con 135 dipendenti che operano in sei uffici in tutto il mondo. Si veda qui il comunicato stampa. La società combinata avrà un’impronta geografica estesa negli Stati Uniti e in Europa, con un team di investimento globale notevolmente migliorato che sfrutta le sue capacità in più classi di attività, comprese azioni quotate e alternative (private equity, immobiliare e hedge fund). Al termine della transazione, Stanhope Capital e FWM opereranno come un’unica società a tutti gli effetti, in particolare nell’area della ricerca e della strategia di investimento, ma manterranno i rispettivi nomi sotto l’ombrello di Stanhope Capital Group. Fondata nel 2004 dal finanziere franco-britannico Daniel Pinto, Stanhope Capital attualmente sovrintende a 13 miliardi di dollari per clienti privati, donazioni, enti di beneficenza e altre istituzioni in tutto il mondo. L’azienda, che impiega 85 persone dai suoi uffici a Londra, Ginevra e Parigi, è attiva nella gestione patrimoniale, consulenza in materia di investimenti, investimenti privati ​​e merchant banking. Fondata nel 2009 da Keith Bloomfield, FWM attualmente supervisiona 11,2 miliardi di dollari per family office e individui con patrimonio netto elevatissimo, fondazioni e fondi di dotazione situati principalmente negli Stati Uniti dagli uffici di New York City, Philadelphia e Palm Beach. Oltre alle sue attività di gestione patrimoniale, FWM, che impiega 50 persone, è un leader riconosciuto negli asset alternativi, avendo acquisito lo specialista di hedge fund di New York Optima Fund Management nel 2019.


Mercato immobiliare italiano in calo anche nel 2021 e primi segni di ripresa nel 2022. Lo prevede Nomisma

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previsioni Nomisma

previsioni NomismaIl mercato immobiliare italiano sarà in calo anche nel 2021 (con 467 mila transazioni nello scenario peggiore e 495 mila in quello migliore) e vedremo i primi segnali di ripresa solo nel 2022. Lo prevede Nomisma nel suo 3° Osservatorio sul mercato immobiliare 2020, presentato ieri (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione). Riguardo ai valori, nel 2021 Nomisma si aspetta segni negativi per tutti i comparti, più pronunciati per gli immobili d’impresa (rispettivamente -2,5% e -1,9% per uffici e negozi nello scenario base), rispetto al settore residenziale (-1,6%). Le contrazioni più intense sono attese per il segmento direzionale, con un calo del 4,5% al termine del triennio di previsione (2021-2023), mentre il settore commerciale nel medesimo periodo presenterà un calo del 3,3%  Il settore residenziale sarà il meno colpito dalla riduzione dei valori (-2% il differenziale al termine del periodo 2021/2023 rispetto alla media dei prezzi del 2020) e sarà in ogni caso l’ambito in cui si manifesterà per prima l’inversione di tendenza.

L’intensità della ripresa tuttavia non permetterà di recuperare i livelli pre-coronavirus neppure nel 2023, con un mercato immobiliare che resterà al di sotto delle 600 mila transazioni. A livello di città, i primi segnali di crescita a partire dal 2022 si vedranno a Milano e Bologna, cui seguiranno Firenze, Venezia, Palermo e Cagliari nel 2023. I cali più intensi riguarderanno Torino, Genova e Roma, con un andamento deflattivo per tutto il triennio considerato.

Nel breve periodo, il lockdown, con la conseguente diminuzione della capacità di spesa delle famiglie, porterà per Nomisma per quest’anno una flessione del 20% del volumi di compravendita di abitazioni rispetto al 2019. Nomisma stima fra 419 mila e 500 mila transazioni immobiliari per il 2020, contro un’aspettativa a inizio anno di 612 mila.

immobiliare corporateIl segmento corporate nel corso del 2020 ha presentato “una ricomposizione di tipologie transate e provenienze degli investitori che ha consentito di attenuare gli effetti della pandemia su turnover e valori”. Infatti per Nomisma “il drastico calo di interesse per i settori alberghiero e commerciale è stato in parte compensato dal balzo in avanti compiuto dalla logistica e dalla sostanziale tenuta del segmento direzionale”. Ma, mette in guardia l’istituto bolognese, “le difficoltà a cui vanno incontro i comparti core (direzionale, commerciale e alberghiero) non potranno essere integralmente compensate nel prossimo biennio dal dinamismo dei segmenti alternativi (logistica in primis, oltre al residenziale nelle diverse inclinazioni), limitando il volume degli investimenti su livelli sostanzialmente più contenuti (-31,4% nel 2020 e -20,9% nel 2021 facendo riferimento allo scenario che oggi appare più probabile) rispetto a quelli raggiunti nel 2019”. Nella prima metà del 2020, gli investimenti immobiliari corporate sono stati pari a 5,9 miliardi di euro e hanno riguardato prevalentemente immobili direzionali (44% del totale).

Ciononostante, il mercato immobiliare italiano piace ancora agli investitori immobiliari internazionali. In occasione della presentazione del Global Real Estate Outlook di M&G Real Estate il 10 novembre scorso (si veda qui il comunicato stampa), Marc Reijnen, Head of Investment and Asset Management, Europa Continentale di M&G Real Estate, ha commentato: “L’Italia è uno dei mercati residenziali istituzionali dell’Europa Continentale in più rapida crescita. Ci piacciono in particolare le opportunità che stiamo vedendo nel settore dell’edilizia residenziale per studenti: il costo della vita più accessibile per gli studenti universitari rende il Paese una destinazione attraente nel mondo post-pandemico. Con il nostro fondo immobiliare europeo stiamo infatti finanziando lo sviluppo di uno studentato a Bologna (con un investimento di 62 milioni di euro, ndr). L’aumento delle vendite online innescato dal Covid-19 rappresenta un nuovo trend a vantaggio del settore della logistica italiana, al quale abbiamo recentemente aderito acquistando un asset a Padova per 24 milioni di euro. Il settore retail italiano ha indubbiamente risentito della pandemia, tuttavia i parchi commerciali open air fuori città hanno registrato buone performance rispetto ai centri commerciali chiusi, rendendo questo tipo di asset particolarmente resistente anche durante questi tempi difficili”. José Pellicer, Head of Investment Strategy di M&G Real Estate, ha infine sottolineato che il nostro paese ha una debole offerta immobiliare, per cui anche se la domanda rallenterà a causa della crisi innescata dal coronavirus, i prezzi non dovrebbero scendere molto. Inoltre, ci sono molte opportunità nel settore logistico, visto che nel nostro paese non ci sono molti immobili logistici di qualità.

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La holding Bemycompany Capital Partners rileva il 45,45% delle biciclette Merida Italia

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MERIDA

MERIDABemycompany Capital Partners, la holding industriale guidata da Antonio Quintino Chieffo, ha acquisito il 45,45% di Merida Italia, produttore italiano di biciclette (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è stata Embassy Freight, azienda collegata al Gruppo Savino Del Bene che si occupa di spedizioni e logistica con sede a Santa Vittoria-Reggio Emilia e uffici in tutto il mondo. La trattativa, chiusa nei giorni scorsi, è stata seguita direttamente da Antonio Quintino Chieffo e Boris Bello, cfo del gruppo Savino Del Bene. A breve ci sarà un aumento di capitale per 1,5 milioni di euro per Merida Italy. Il 27% di Merida Italy fa capo a Merida Bikes International, società taiwanese con un fatturato di 2 miliardi di euro; il resto del capitale rimane al fondatore Paolo Ferretti.

“Finito l’aumento di capitale passeremo all’acquisizione di un altro mercato europeo. L’ingresso di Bemycompany Capital Partners servirà a incrementare il posizionamento di mercato in Italia e nei paesi dell’ex Jugoslavia. Ora puntiamo, grazie all’aumento di capitale, a raggiungere altri mercati. L’obiettivo resta la quotazione in Borsa di un mercato paneuropeo”, ha spiegato Chieffo.

Merida Italy importa e distribuisce le biciclette Merida per l’Italia oltre che per i paesi dell’ex Jugoslavia. La sede di Merida Italy è a Reggio Emilia, così come pure la base di partenza di tutte le spedizioni di biciclette, accessori, componenti, integratori alimentari ed abbigliamento rigorosamente a marchio Merida. Dal 2015 è operativa la joint venture tra Merida (azienda con sede a Taiwan leader nella produzione/vendita di bici, sponsor di team professionistici tra i quali la squadra Pro Tour Bahrain McLaren). A guidarla è Paolo Ferretti, uno dei fondatori della società emiliana. Nel 2019 il fatturato di Merida Italy è stato di 8,5 milioni di euro e nel 2020 sarà di 9,5 milioni.


Si allunga la lista dei possibili partner industriali di Cedacri. Oltre a Cerved, ci sono anche Engineering e Accenture

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cedacri

cedacriPotrebbe essere Engineering Ingegneria Informatica spa, controllata da Bain Capital, NB Renaissance e partecipata da NB Aurora, oppure la multinazionale della consulenza Accenture il partner industriale di Cedacri, la società specializzata nella fornitura in outsourcing di servizi di IT per le banche, partecipata dal fondo FSI. Lo riporta Il Sole 24 Ore. L’idea degli azionisti di Cedacri, infatti, è quella di trovare prima un partner industriale per il gruppo e poi portarlo in Borsa. I nomi di Engineering e Accenture si aggiungono quindi a quello di Cerved, da tempo indicato come il soggetto giusto per far fare un ulteriore salto dimensionale a Cedacri  e arrivare così anche direttamente a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez).

La valutazione che circola oggi per Cedacri è di oltre un miliardo di euro. Il che rappresenterebbe un grande successo per FSI. Il fondo aveva comprato infatti il 27,1% di Cedacri nel gennaio 2018, con un’opzione per salire al 33% (si veda altro articolo di BeBeez). FSI si era impegnato a investire  99 milioni di euro di equity, pari a circa 370 milioni di euro per il 100%, ai quali andavano aggiunti 59 milioni di posizione finanziaria netta positiva, per un totale di 430 milioni di enterprise value (che in quesl caso corrispondeva quindi anche all’equity value), sulla base di un fatturato stimato 2017 di 330 milioni e un ebitda stimato di 42 milioni. L’operazione era stata volutamente condotta senza leva per lasciare alla società la flessibilità finanziaria per condurre acquisizioni.

E infatti nel gennaio 2019 Cedacri aveva vinto la gara per acquisire l’intero capitale di Oasi spa, la controllata di Nexi attiva nello sviluppo di soluzioni per la compliance bancaria. Oasi è stata valutata 151 milioni di euro ossia circa 10 volte l’ebitda del 2017, che era stato di 15 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019, poi, Cedacri ha comprato anche l’88% di Cad It, leader italiano nella fornitura di software applicativo e servizi per l’area finanza di istituti bancari, pubblica amministrazione e industria (si veda altro articolo di BeBeez).

Cedacri è presieduta da Renato Dalla Riva e guidata dall’amministratore delegato Corrado Sciolla. La società aveva chiuso il bilancio 2018 con 300 milioni di ricavi, un ebitda di 62 milioni e una posizione finanziaria netta positiva per 25,9 milioni (fonte Leanus). A quei numeri si sono poi aggiunti anche quelli di Oasi (nel 2018 28,6 milioni di ricavi, 11,6 milioni di ebitda e 3,5 milioni di liquidità netta, fonte Leanus) e di Cad It (56,4 milioni di ricavi, 8,6 milioni di ebitda e liquidità netta di 9,7 milioni, fonte Leanus). E infatti nel 2019 i ricavi consolidati di Cedacri sono saliti a 382,9 milioni e l’ebitda a 81,2 milioni, con un utile netto di 28,8 milioni (si veda qui il comunicato stampa).


I macchinari per la lavorazione della plastica Amut incassano un finanziamento da 10 mln euro da Illimity

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Amut

AmutAmut (Automazione Macchinari Utensili), produttore italiano di macchinari per la lavorazione della plastica, ha incassato un finanziamento a medio termine da 10 milioni di euro da Illimity (si veda qui il comunicato stampa). Il prestito sarà erogato in due tranche di cui una, da 6,25 milioni di euro, sarà garantita dal Fondo Centrale di Garanzia.

Amut è partecipata al 17,7%, tramite Fondo Italiano d’Investimento, da NB Aurora, veicolo di investimento lanciato nel 2017 da Neuberger Berman e quotato sul segmento MIV di Borsa Italiana,

“Siamo molto orgogliosi di sostenere un’azienda come Amut, che ha riconvertito il suo business in ottica di una maggiore sostenibilità e redditività”, ha commentato Enrico Fagioli, Responsabile della Divisione SME di Illimity, che ha aggiunto: “Il contesto di instabilità e incertezza in cui ci troviamo richiede una particolare vicinanza del sistema bancario alle imprese. Illimity per questo motivo continua a lavorare per sostenere nel miglior modo possibile e con i mezzi più efficaci lo sviluppo delle pmi italiane, attraverso un’analisi approfondita del sottostante industriale, delle potenzialità del business e dei piani di sviluppo delle stesse”.

Mauro Drappo, ceo di Amut, ha dichiarato: “Amut ha individuato in Illimity il partner ideale per proseguire questa fase di rilancio e riconversione del business. Un partner in grado di guardare il progetto industriale della Società e di fare valutazioni che vanno oltre i numeri del passato, focalizzandosi sui piani di sviluppo e le potenzialità del business. L’evoluzione del settore della plastica negli ultimi anni, infatti, ha portato Amut a concentrarsi sul riciclo e il processo di riconversione necessita di investimenti, anche per far fronte alla forte crescita di commesse che stiamo registrando”.

Fondata nel 1958 dai fratelli Milani, Amut è attiva nella produzione di impianti per estrusione, riciclaggio e termoformatura di materiali termoplastici. Anche grazie al supporto di Fondo Italiano, che ha investito in Amut nel 2011, la società ha iniziato un importante processo di espansione, attraverso una serie di investimenti in Italia (con acquisizione di società in Lombardia e Veneto) e nel mondo (Canada e Brasile) per accrescere le proprie dimensioni e la presenza internazionale. Nel febbraio 2015 Amut ha comprato la Dolci Bielloni spa di Biassono (Monza) ed è diventata il leader italiano nel settore delle macchine per la lavorazione delle materie plastiche e delle macchine da stampa su film (si veda altro articolo di BeBeez).

Negli ultimi due anni Amut ha avviato un processo di rifocalizzazione del business sul segmento riciclo-lavaggio, che ha portato la società da un valore della produzione di circa 67 milioni nel 2018 e di 88 milioni nel 2019 agli oltre 100 milioni di euro previsti per il 2020. Tale business per Amut oggi è diventato il mercato di riferimento, in grado di generare il 66% delle commesse.


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