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Sale la fiducia dei costruttori Usa, lo dice la National Association of Home Builders. Accor apre il suo hotel numero 3 mila in Europa

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National Association of Home BuildersSecondo l’ultimo National Association of Home Builders /Wells Fargo Housing Market Index (HMI), la fiducia dei costruttori di case statunitensi nel mercato delle case unifamiliari di nuova costruzione si è attestata a 75 a gennaio dopo quota 76 a dicembre 2019 (si veda qui worldpropertyjournal). Le ultime due letture mensili segnano i livelli più alti di sentiment dal luglio 1999. “Con la Federal Reserve in pausa e interessanti tassi ipotecari, il costante aumento delle costruzioni unifamiliari iniziato la scorsa primavera continuerà fino al 2020”, ha dichiarato Robert Dietz, capo economista della NAHB. “Tuttavia, i costruttori continuano a fare i conti con una carenza di lotti e manodopera mentre gli acquirenti sono frustrati dalla mancanza di offerta adeguata, in particolare tra le case in costruzione”. Derivato da un sondaggio mensile che NAHB conduce da 30 anni, l’indice NAHB / Wells Fargo Housing Market misura le percezioni dei costruttori delle attuali vendite di case unifamiliari e le aspettative di vendita per i prossimi sei mesi come “buone”, “corrette” o “scarse.” Il sondaggio chiede inoltre ai costruttori di valutare il traffico dei potenziali acquirenti come “da alto a molto alto”, “medio” o “da basso a molto basso”. I punteggi per ciascun componente vengono quindi utilizzati per calcolare un indice destagionalizzato in cui qualsiasi numero superiore a 50 indica che un numero maggiore di costruttori considera le condizioni più che buone. L’indice HMI che traccia il traffico di potenziali acquirenti è aumentato di un punto a 58, il livello più alto da dicembre 2017. Osservando le medie mobili a tre mesi per i punteggi HMI regionali, il Nord-est è salito di un punto a 62, il Midwest è aumentato di tre punti a 66 e l’Occidente si è spostato di un punto più alto a 84. Il Sud è rimasto invariato a 76.

accor hotelsAccor ha appena superato un traguardo simbolico con l’apertura della sua tremillesima proprietà in Europa. Con un totale di 340 mila camere in 39 paesi, Accor è il principale operatore alberghiero in questa regione (si veda qui il comunicato stampa). L’aggiunta di un 26 ° marchio, Mondrian, testimonia l’ambizione del gruppo nel segmento premium e lifestyle. La società annuncia l’arrivo del marchio Mondrian con due proprietà in Francia. Innanzitutto, con una ristrutturazione sulla Croisette con la sua riapertura prevista per il 2021. L’hotel sarà composto da 75 camere distribuite su 11 piani, un ristorante e un bar che si affaccia su un giardino privato di 4.000 m², sale riunioni regolabili e una spiaggia privata di fronte all’Hotel. L’apertura della spiaggia privata nel 2020 svelerà il posizionamento lifestyle di questo nuovo e unico marchio in Costa Azzurra. Un’altra proprietà sarà a Bordeaux. L’hotel, costruito attorno a un edificio del 19° secolo, sarà composto da 97 camere, ciascuna con una superficie compresa tra 25 e 50 m² e distribuita su tre piani. Un ristorante con una sala bar di 460 m², un centro benessere, uno spazio per riunioni e una terrazza all’aperto di 225 m² completerà il locale, con l’apertura prevista per la seconda metà del 2021. Questo progetto ambizioso ed elegante verrà lanciato durante una cerimonia nella primavera del 2020 alla presenza di tutte le parti interessate che hanno contribuito a questo risultato. Frank Gervais, ceo Europa, ha dichiarato: Accor sta rafforzando la sua leadership nel mercato europeo dell’ospitalità, ponendo il significato e l’esperienza del cliente al centro del suo approccio. Accor ha raggiunto il suo obiettivo di far progredire la sua gamma di lusso in Europa ed è riuscita a offrire un portafoglio di marchi tanto ampio quanto variegato. Ora siamo in grado di soddisfare tutte le esigenze dei nostri clienti. I nostri hotel sono spazi abitativi dove i nostri ospiti vengono a stare, mangiare, godersi un concerto, lavorare e giocare. Ci impegniamo ogni giorno per offrire una gamma di servizi che soddisfino le loro esigenze in destinazioni sempre più diverse”.

 



Ok del tribunale al concordato RBD Armatori. Flotta divisa tra Reuben Brothers e Pillarstone

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rbd armatoriLa sezione fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata ha omologato il concordato fallimentare di RBD (Rizzo-Bottiglieri-De Carlini) Armatori, società armatoriale di Torre del Greco (Napoli) dichiarata fallita a inizio 2018 con un debito superiore al miliardo di euro. Lo ha riferito nei giorni scorsi Shipping Italy, mentre oggi Il Mattino aggiunge una serie di dettagli all’operazione.

La decisione del Tribunale era attesa da tempo (si veda altro articolo di BeBeez) e riguarda in particolare il futuro della flotta di 13 navi, che ora sarà distribuita tra i fondi Reuben Brothers e Pillarstone Italy. In particolare, a RB RD Armtori srl, una newco controllata al 75% da Rb Italy Holding srl, che fa capo a Reuben Brothers, e partecipata al 25% da New Horizon srl ( 56% Adele Marina Rizzo, 10% da Giuseppe Mauro Rizzo, 33% Maria De Carlini), andranno una nave cisterna e sette navi portarinfuse secche (4 navi bulk carrier Post-Panamax e 3 Capesize) più i dipendenti (si veda qui l’accordo sindacale) e alcuni immobili di pregio fra cui l’hotel La Palma di Capri. A Pillarstone Italy, invece, sono destinate cinque navi cisterna classe Aframax che verranno girate poi a Premuda.

Nel luglio 2017, infatti, all’indomani dell’acquisizione di 560 milioni di euro di crediti in portafoglio alle banche (Banco di Napoli e Mps) verso la società armatoriale napoletana (si veda altro articolo di BeBeez), Pillarstone Italy aveva avanzato istanza di fallimento su RBD Armatori presso il tribunale di Torre Annunziata (si veda altro articolo di BeBeez). Il Tribunale nel dicembre 2018 aveva  fissato la data del 15 febbraio 2019 come termine ultimo per presentare le offerte per l’acquisto del ramo shipping di RDB Armatori (13 navi portarinfuse secche e liquide della flotta, più personale e contratti di noleggio) a un prezzo base di 190 milioni di dollari e del 100% del capitale di HLP Hotel La Palma spa, proprietaria dell’Hotel La Palma di Capri a un prezzo base di 35 milioni di euro. L’asta però era stata sospesa a sorpresa il giorno prima dallo stesso Tribunale, il che aveva fatto immaginare che il Tribunale avesse intenzione di accettare la proposta di acquisto dell’intero gruppo per 270 milioni di euro depositata pochi giorni prima dal fondo Reuben Brothers (si veda altro articolo di BeBeez).

Oltre ai 560 milioni di euro di debiti verso Pillarstone, RBD Armatori ha debiti per altri 260  milioni verso Goldman Sachs e Deutsche Bank, che a loro volta avevano rilevato crediti, rispettivamente, per 208 milioni da Unicredit e Ge Capital e 51 milioni da Banco Bom (in oriìgine da Banco Popolare).

Secondo fonti finanziarie, Reuben Brothers prenderà possesso delle navi di tipo bulk carrier, mentre aPillarsto ne spetteranno le navi cisterna. Queste saranno poi date in gestione a Premuda, uno dei principali operatori nei servizi di trasporto marittimo e nel noleggio di navi per il trasporto di rinfuse liquide e secche, controllato da Pillarstone dal marzo 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Dopo aver raggiunto un accordo con le tre principali banche creditrici (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Carige), la società era stata infatti ricapitalizzata e delistata da Piazza Affari dal fondo e ora è tornata pienamente in attività ed è pronta allo sviluppo. Grazie alle navi di RBD, salirà a 20 la flotta di Premuda.


I servizi funerari San Siro vanno al controllo delle Onoranze Funebri Serpi Fabio di Besnate (Varese)

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serpi onoranze funebriImpresa San Siro American Funerals srl, la più importante realtà italiana nel settore dei servizi funerari e leader di mercato nel Comune e nella Provincia di Milano, controllata da Augens Capital e BMO Global Asset Management, tramite HOFI spa, ha acquisito il 70% di Onoranze Funebri Serpi Fabio di Besnate (Varese). Giorgio e Aldo Serpi, azionisti e amministratori di Serpi, sono stati confermati nel proprio ruolo e collaboreranno con HOFI spa e Impresa San Siro nello sviluppo delle attività (si veda qui il comunicato stampa).

Fondata nel 1958, Serpi è il fornitore storico di servizi funerari nella città di Besnate e paesi limitrofi. Attiva su tutta la provincia di Varese, l’azienda ha chiuso il 2019 con un fatturato di 1,7 milioni e un ebitda di 300 mila euro.

Fondata nel 1965 da Alcide Cerato, Impresa San Siro ha portato in Italia dagli Stati Uniti la tradizione della casa funeraria, innovando profondamente la cultura funeraria italiana. La società ha chiuso il 2019 con un fatturato di 18,3 milioni di euro e un ebitda di 4 milioni.

Le due aziende, che quindi insieme raggiungono i 20 milioni di fatturato pro-forma 2019, con 4,3 milioni di ebitda, nell’anno hanno erogato 4.000 servizi erogati. Per l’acquisizione di Serpi, Impresa San Siro è stata assistita dallo studio legale LMS. Giorgio e Aldo Serpi sono stati assistiti dallo Studio Mastrorosa Associato.

L’investimento in Serpi è in linea con il progetto di crescita e consolidamento settoriale avviato da Augens Capital nel gennaio 2019 con la costituzione della holding HOFI e l’acquisizione di Impresa San Siro. Il progetto è volto alla creazione del primo gruppo italiano del settore funerario ad azionariato istituzionale. La holding HOFI si propone infatti come il futuro aggregatore di un settore che oggi, diversamente da quanto si riscontra nei mercati internazionali, è molto parcellizzato, essendo formato da oltre 6.000 piccole realtà territoriali che si trovano di frequente ad affrontare problemi di passaggio generazionale o di organizzazione.

Marco Mantica, presidente di HOFI, ha spiegato: “Questa operazione ribadisce la validità del nostro progetto di creazione di un gruppo strutturato in Italia che prevede che HOFI diventi il partner preferenziale di quegli operatori che desiderano aggregare la loro realtà per migliorare la propria offerta e assicurare la continuità della propria azienda”.

Andrea Cerato, presidente di Impresa San Siro, ha aggiunto: “La nostra strategia prevede, in stretta collaborazione con Giorgio e Aldo Serpi, di rafforzare la struttura organizzativa di Serpi e la sua capacità commerciale presso clienti privati ed istituzioni con le quali la società già collabora. L’acquisto di Serpi è un primo passo importante per la creazione di un polo nella provincia di Varese attraverso cui vogliamo aggregare altre realtà d’eccellenza al fine di generare significative sinergie logistiche”.

Giorgio e Aldo Serpi hanno aggiunto: “Il nostro settore sta attraversando diversi cambiamenti normativi e culturali e riteniamo che l’operazione di integrazione con Impresa San Siro sia la miglior scelta possibile per garantire la continuità della nostra impresa e espandere i servizi ai nostri clienti mantenendo la massima cura nella qualità che ha caratterizzato il nostro stile aziendale per tanti anni”.

Augens Capital e i fondi di coinvestimento di private equity di BMO Global Asset Management, ramo di asset management del gruppo nordamericano BMO Financial Group (Bank of Montreal)hanno rilevato la maggioranza di Impresa San Siro nel febbraio 2019 . Contestualmente, i due azionisti Andrea e Massimo Cerato, figli del fondatore Alcide, hanno reinvestito per il 20% e sono stati rispettivamente nominati presidente e amministratore delegato di San Siro. L’operazione è stata finanziata in parte da Banco BPM e da Illimity, con quest’ultima alla sua prima operazione di acquisition finance (si veda altro articolo di BeBeez).


Aumento di capitale da 6,4 mln euro per la piattaforma di distribuzione di film Chili. Exit dei fondi prevista entro il 2023 per almeno 40 mln

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chiliLa piattaforma italiana di distribuzione di film Chili, ha chiuso un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro, che è stato sottoscritto dai soci dell’ormai ex startup nata nel giugno 2012 come spin-off da Fastweb di Chili tv, la piattaforma Internet di streaming di film lanciata nel 2011 dal gruppo tlc di cui Stefano Parisi (presidente di Chili) era stato amministratore delegato (si veda qui il comunicato stampa di allora). Lo riferisce Italia Oggi.

Che ci fosse bisogno di una ricapitalizzazione era evidente dai numeri di bilancio in parte già annunciati dall’amministratore delegato Giorgio Tacchia lo scorso agosto (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’anno, infatti, Chili aveva registrato una perdita netta di 19,1 milioni di euro, in peggioramento dopo la perdita di 7,7 milioni del 2017, sebbene il valore della produzione fosse salito a 30,3 milioni da 14,8 milioni nel 2017 e i ricavi netti a 28,5 milioni da 12,7 milioni, con un ebitda negativo per 15,8 milioni (da un ebitda negativo di 4,8 milioni), a fronte di un debito finanziario netto di 6,1 milioni, in netta riduzione dai 21,4 milioni del 2017 (fonte Leanus). E le cose non sono molto cambiate nel 2019. I dati 2019 non sono ancora pubblici, ma l’ebitda è atteso ancora negativo per un po’ meno di 13 milioni, mentre i ricavi dovrebbero salire a quota 55 milioni di euro. Interpellato sempre a Italia Oggi, lo scorso agosto Tacchia aveva commentato, che “il rosso è allineato agli obiettivi di budget, per una azienda che deve ancora crescere per raggiungere una dimensione, una scala adeguata in questo business”.

Il nuovo aumento di capitale è stato sottoscritto da Negentropy Sicav (3,4 milioni); Torino 1895 della famiglia Lavazza (1 milione), che nel gennaio 2018 aveva investito 25 milioni di euro per il 25% (si veda altro articolo di BeBeez), Ferruccio Ferrara, presidente di Negentropy Capital Partners (900 mila euro), il fondo Antares Private Equity (446k euro), la lussemburghese Capsicum, emanazione del fondo Negentropy (273k euro) e Investinchili, che raggruppa le quote di noti investitori privati (275k euro). Tra i privati più noti, soci di Chili, si contano per esempio Antonio Belloni, direttore generale di Lvmh nonché braccio destro del patron Bernard Arnault; Francesco Trapani, socio in Tages Holding, ex presidente di Clessidra sgr ; la famiglia del ceo di Illimity, Corrado Passera; e la famiglia Chiarva, ex proprietaria di Stella-Jones Inc. 

All’aumento di capitale, quindi, non hanno partecipato Brace srl, la holding che a capo a Stefano Parisi e Giorgio Tacchia, che prima dell’aumento aveva il 30% della società, né i soci di minoranza  20th Century Fox, Warner Bros, Viacom-Paramount e Sony Pictures Entertainment. 

In prospettiva, poi, l’idea dei soci finanziari è disinvestire entro la fine del 2023 per un equity value di almeno 40 milioni di euro. Proprio questo, infatti, è il valore che farebbe scattare un sostanzioso premio per l’ad Tacchia, che potrà sottoscrivere gratuitamente una frazione del capitale, che dipenderà dall’effettivo importo dell’equity value a cui sarà perfezionata l’operazione di exit.

Nel dicembre 2017 la società ha incassato un piccolo aumento di capitale di 385 mila euro e un prestito obbligazionario di una cifra quasi analoga. A entrambe le operazioni aveva aderito il fondo lussemburghese Capsicum, emanazione del fondo Negentropy. Nell’aprile 2016 Chili aveva emesso un minibond da 1,875 milioni di euro, che è stato interamente sottoscritto da Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2016, invece, la società aveva emesso un bond convertibile da 3 milioni che era stato sottoscritto per 2,2 milioni dal fondo Negentropy Special Situations, il quale, peraltro, aveva già sottoscritto nel luglio 2014 e nel luglio 2015 due prestiti obbligazionari convertibili per un totale di 2 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).


Capex si compra il 25% degli aromi FlavourArt

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FlavourArtLa holding d’investimento italiana Capex ha annunciato l’acquisizione del 25% del produttore di aromi liquidi FlavourArt. A vendere sono stati i fondatori Massimiliano Mancini e la moglie Anna FacchinoIl closing dell’operazione è atteso entro la fine di febbraio 2020.

Per Capex si tratta del secondo investimento in meno di 2 anni, dopo l’acquisizione nel maggio 2018 della minoranza qualificata di Medivis, leader italiano nel settore oftalmico (si veda altro articolo di BeBeez). Capex, guidata da Marco Garro e Salvo Mazzotta, è il veicolo di investimento di CP Advisors, che investe in imprese che operano in settori ad elevato contenuto di innovazione e guidate da imprenditori interessati a condividere un progetto di crescita con un partner finanziario.

Fondata nel 2006, FlavourArt è un’azienda attiva in Italia e Nord America nella produzione e commercializzazione di aromi liquidi per l’industria alimentare, dolciaria, delle bevande, dei liquori e del fumo elettronico. Con un sito produttivo in Italia (Oleggio) e uno in Canada (Beamsville), FlavourArt opera direttamente in Canada, Stati Uniti, Germania, Belgio e Italia tramite le controllate FlavourArt North America, FlavourArt Gmbh, FlavourArt BvbA e Regazzi Group, e indirettamente a livello globale attraverso importanti partnership commerciali.

Nel 2019 il gruppo ha generato un fatturato consolidato di circa 16 milioni di euro e un ebitda di 4 milioni. Il 50% circa del fatturato del gruppo è realizzato negli Usa tramite la controllata canadese FlavourArt North America; il restante 50% in Europa e nel mondo. A oggi oltre l’85% del fatturato è generato da aromi, con oltre 300 referenze di prodotto e clienti presenti in più di 30 paesi. Il restante 15% è rappresentato da liquidi aromatizzati per sigarette elettroniche.

L’investimento di Capex è finalizzato ad accelerare il piano di crescita del gruppo che prevede un progetto ambizioso di consolidamento del mercato tramite acquisizioni di realtà complementari che rafforzeranno la posizione di leadership del gruppo, e il completamento di un secondo nuovo e modernissimo sito produttivo a Oleggio, che sarà operativo tra qualche mese.

Il ceo Massimiliano Mancini, ha commentato: ”Le competenze di Capex nel mondo della finanza, la visione industriale trasversale e l’ampia rete di contatti internazionali rappresentano un valore aggiunto per FlavourArt. Siamo certi che  l’esperienza dei nuovi soci sarà fondamentale per lo sviluppo e il consolidamento dei nostri progetti a medio e lungo termine”.


Le protesi al ginocchio Rejoint incassano un round da oltre 1,3 mln euro. Lo sottoscrivono gli angeli di IAG e il crowd di Doorway

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yourknee-RejointRejoint, startup innovativa bolognese che sviluppa protesi per il ginocchio personalizzate, ha incassato un round da 1,35 milioni di euro. Lo hanno sottoscritto i business angel di IAG (Italian Angels for Growth) e gli investitori della community della piattaforma di equity crowdfunding Doorway (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta del secondo round per la startup, dopo quello seed da 1,5 milioni di euro del giugno 2016, che porta la raccolta totale a circa 2,85 milioni di euro (si veda Crunchbase).

La startup è stata fondata nel gennaio 2015 a Bologna dai fratelli Gian Guido e Lorenzo Riva e la sua direzione scientifica è affidata al Professor Maurilio Marcacci. “La partnership con IAG e con Doorway non ha avuto esclusivamente carattere di funding. Insieme abbiamo trascorso e investito mesi all’insegna del confronto, dell’affinamento del business model, della strategia industriale, commerciale e di funding futuro”, hanno dichiarato Gian Guido Riva e Lorenzo Riva, fondatori di Rejoint. “Poiché Rejoint migliora sia l’efficacia del trattamento, sia il costo sostenuto dai sistemi sanitari, siamo convinti che la solida esperienza del team operativo ed il contributo degli investitori intervenuti sapranno trasformare una brillante soluzione tecnologica italiana in un caso di successo internazionale”, hanno commentato i Champion IAG Michele Marzola e Claudio Zuccolotto. “Il successo della partnership innovativa tra IAG e Doorway, a favore di Rejoint, dimostra che l’investimento in startup è una asset class alternativa” ha aggiunto Antonella Grassigli, ceo di Doorway e socia di IAG.

Rejoint offre soluzioni disruptive nel settore della medicina ortopedica. Oltre il 20% delle persone che si sottopongono a un intervento di sistemi protesici al ginocchio resta infatti insoddisfatta per le diverse problematiche che influenzano la qualità della vita (dolore, infiammazione, mismatch dimensionale). La soluzione di dispositivi realizzata ad hoc per ciascun paziente e ideata da Rejoint si basa sull’applicazione al settore della medicina ricostruttiva, della realtà aumentata, dell’Intelligenza Artificiale (per studiare l’anatomia del paziente e progettare l’impianto), della più innovativa tecnologia di stampa 3D, che viene utilizzata anche durante gli interventi chirurgici e dei big data, attraverso tutori sensorizzati che permettono di monitorare la riabilitazione del paziente nonché il continuo miglioramento del prodotto. YourKnee di Rejoint fornisce un trattamento personalizzato della protesi del ginocchio e del recupero chirurgico e prevede l’utilizzo di un sistema di monitoraggio IoT weareable per monitorare il recupero chirurgico e la riabilitazione del paziente.

Il network di business angel IAG e i suoi coinvestitori nel 2019 hanno condotto 15 milioni di euro di nuovi investimenti (+50% dal 2018), Il network conta oggi 217 soci, dopo l’integrazione di Angel Partner Group  (si veda altro articolo di BeBeez).

Doorway, con sede a Bologna, è dedicata a investitori sia retail sia professionali. Nel luglio 2019 ha raccolto quasi 500 mila euro con le sue prime tre campagne (si veda altro articolo di BeBeez), lanciate nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). I capitali hanno finanziato la crescita di:  Vintag (una mobile, social shopping app dedicata al mondo del vintage), Garanteasy (azienda che offre soluzioni per la gestione delle garanzie dei prodotti che si acquistano) MySecretCase (piattaforma di e-commerce specializzata in sex toys, che contestualmente ha raccolto capitali anche da altri investitori, per un totale di un milione di euro).


La piattaforma di crowdfunding immobiliare Housers entra nel business del lending alle pmi diverse dal real estate

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Housers CorporateIl portale di lending crowdfunding immobiliare spagnolo Housers, attivo anche in Italia, entra nel settore del lending alle imprese diverse da quelle del settore real estate e lancia Housers Corporate (si veda qui il comunicato stampa). Come nel caso dei progetti immobiliari e delle energie rinnovabili, Housers Corporate si occuperà di selezionare, dopo un approfondito studio di fattibilità e un’analisi del rischio, tutti i progetti che verranno presentati agli investitori.

Lo scoring di questi progetti, come per il resto dei progetti di Housers, sarà realizzato da Silva y Asociados SA, società specializzata nell’analisi del rischio di progetti immobiliari e aziendali. Juan A. Balcázar, ceo di Housers, ha spiegato che “il lancio di Housers Corporate è una logica evoluzione della nostra piattaforma e ci permetterà di ampliare il nostro portafoglio di investimenti attraverso il finanziamento di progetti aziendali”.

Si tratta della seconda nuova linea di business lanciata dal portale di lending crowdfunding spagnolo dopo Housers Green, avviata nel settembre 2019 per investire in energie rinnovabili (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima ha già completato con successo il suo primo progetto di finanziamento di energia solare, Sun Energy, promosso dalla spagnola I+D Energía in Polonia. Al progetto hanno partecipato 854 investitori, che hanno erogato un totale di 420 mila euro per la costruzione di 6 megawatt (MW) e la sua successiva gestione e vendita. Il progetto ha una durata di 24 mesi e un rendimento totale del 10%.

Housers è stata fondata in Spagna nel 2015 da Tono Brusola e Alvaro Luna e ha avviato le sue attività in Italia nel 2017, supportata dall’istituto di pagamento francese Lemon Way. Èd è stata la prima piattaforma di lending attiva in Italia nel settore real estate (si veda altro articolo di BeBeez). Permette a chiunque di investire nel mercato immobiliare, con una soglia minima di capitale di soli 50 euro. A oggi i suoi utenti sono più di 115 mila. Housers ha sinora lanciato 262 progetti immobiliari in Spagna, Italia, Portogallo e Polonia; di questi, il 30% si è già concluso con un IRR medio del 9,21%.

Nel marzo 2019 la società ha nominato João Távora International Managing Director per l’Italia e il Portogallo (si veda altro articolo di BeBeez), in sostituzione di Giovanni Buono, ex ceo per l’Italia e Director for the International Business Development di Housers, passato da inizio gennaio 2019 a FinLeap, startup tedesca specializzata nel creare a sua volta startup nel settore fintech, che ha aperto a Milano lo scorso anno (si veda altro articolo di BeBeez). Housers ha condotto nell’autunno 2017 una campagna di equity crowdfunding su se stessa sulla piattaforma britannica CrowdCube, incassando 785 mila sterline su un target minimo di 100 mila, sebbene l’obiettivo massimo fosse ben più ottimista e fissato a quota 3 milioni di sterline (si veda altro articolo di BeBeez).


Aste immobiliari in calo del 16,5% in Italia nel 2019, con una base d’asta media di 65 mila euro. Lo rileva Astasy

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aste per regione 2019Il numero delle aste immobiliari è sceso del 16,5% in Italia nel 2019: dalle 245.100 del 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) si è infatti passati alle 204.632 del 2019, per un controvalore di immobili  complessivo a base d’asta di circa 28,4 miliardi di euro. e una base d’asta media di circa 65 mila euro, in netto calo dai 115 mila euro del 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Lo rileva Astasy srl, società che si occupa dell’intera filiera della consulenza in esecuzioni immobiliari e di assistenza per procedure concorsuali ed esecutive (si vedano qui il comunicato stampa e qui il rapporto completo).

Secondo la ricerca, a livello geografico la maggior concentrazione di esecuzioni immobiliare è al Nord con il 46%, per poi proseguire al Centro con un 24% fino ad arrivare al Sud (18%) e alle Isole (12%).  Sono ai primi 5 posti per numero di esecuzioni, con oltre il 51% del totale delle esecuzioni italiane, la Lombardia con il 18,66%, a seguire la Sicilia (9,38%), L’Emilia-Romagna (8,73%) Toscana e Lazio (7,18%). A livello di province, domina Milano: sono state 9.505 le aste pubblicate nel 2019 (pari al 4,64% del totale nazionale). Seguono Roma (8.476 – 4,14%), Bergamo (6.667 – 3,26%), Napoli (5.307 – 2,59%) e Perugia (4.886 – 2,39%). In un comune medio di 50.000 abitanti, che conta circa 20.800 famiglie, vi sono circa 185 immobili in asta, per una media nazionale di 1 immobile in asta ogni 114 famiglie italiane. 

tipo immobile in astaCome negli anni precedenti, quasi il 70% delle unità immobiliari all’asta sono di tipo residenziale; solo il 5% sono negozi, uffici, laboratori e magazzini, il 10% sono capannoni industriali e commerciali, opifici e laboratori artigianali, l’11% terreni e meno dell’1% hotel e strutture alberghiere. La maggior parte delle aste (65,57%) sono attive, ossia con lotto non aggiudicato.

Ma anche se un’asta è aggiudicata (28,88% dei casi), per oltre un anno non si ha la certezza che la vendita vada a buon fine. Massimiliano Morana, operation manager di Astasy, ha infatti spiegato: “Dal giorno di aggiudicazione dell’asta inizia a decorrere il tempo di almeno 120 giorni (previsto dalla Legge 132/2015), in cui l’aggiudicatario dovrà saldare il prezzo dell’asta, unitamente alle spese accessorie. Dopo il saldo del prezzo, il delegato alla vendita dovrà predisporre il Decreto di Trasferimento da sottoporre per la firma al giudice. Se invece manca il saldo del prezzo, il delegato alla vendita dovrà, una volta avvisato il giudice, porre nuovamente in essere le operazioni di vendita all’asta”.

Questo spiega i lunghi tempi di chiusura di una esecuzione immobiliare: nel 2019 la media è stata di 2.172 giorni, ossia 5 anni, 11 mesi e 12 giorni (calcolati dalla data di iscrizione al ruolo, sino all’ultimo atto evidenziato nella procedura). Ma vi sono anche casi limite risalenti agli anni Settanta. Mirko Frigerio, vicepresidente esecutivo di Astasy e presidente del Comitato Scientifico Astasy Analytics, ha sottolineato: “Sembra assurdo, ma esistono e continuano a essere mantenute aste datate 1976, 1977, 1979 e così a seguire. Ciò ha voluto dire, e ancora vuol dire, 51 anni di costi attivi, senza arrivare alla chiusura e all’estinzione della pratica. Oltre 67.743 esecuzioni attendono una chiusura oltre i tempi medi delle procedure e vengono mantenute in vita, nonostante alcune abbiano già cambiato diversi professionisti delegati, diversi giudici, diversi curatori fallimentari”.

Astasy quest’anno si fonderà con Npls RE Solutions (Gruppo Gabetti). A valle del nuovo riassetto societario, quest’ultima sarà quindi una realtà molto più grande ed efficiente e sarà partecipata al 15% da Gabetti, al 60% da AxiA.RE (Gruppo Rina) e al 15% da Mirko Frigerio, amministratore delegato di Astasy (si veda altro articolo di BeBeez). Npls RE Solutions e Astasy dal settembre 2017 sono legate anche da una partnership, grazie alla quale Npl RE Solutions ha potuto accompagnare in tutte le fasi delle procedure di recupero dei crediti inesigibili le banche e le loro Reoco, i grandi servicer e le società che gestiscono i fondi di investimento opportunistici (Npl), dalla valutazione alla gestione passando per la valorizzazione e la dismissione degli immobili posti a garanzia delle sofferenze ipotecarie (si veda altro articolo di BeBeez).



La sudcoreana Meritz Securities compra a Bruxelles la Finance Tower. PATRIZIA cede a GPEP 60 immobili residenziali in Germania

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Meritz Securities

Meritz SecuritiesLo sviluppatore immobiliare olandese Breevast e l’investitore ZBG Group of Companies hanno venduto l’iconica Brussels Finance Tower alla quotata sudcoreana Meritz Securities e al suo investment manager con base a Londra Valesco Group per oltre 1,2 miliardi di euro, la più grande transazione su di una singola attività mai conclusa in Belgio (si veda qui prnewswire). La transazione è stata completata il 17 gennaio e rappresenta sinora la più grande transazione immobiliare in Europa per il 2020. Per Breevast e ZBG, entrambi controllati da Frank Zweegers, la vendita della Finance Tower rappresenta il capitolo finale di una vasta riqualificazione urbana e un nuovo ciclo di vita per questo iconico edificio a Bruxelles che ha visto la luce più di 18 anni fa. La vendita della Finance Tower fornisce un carburante significativo per l’accelerazione della strategia di Breevast e ZBG per concentrarsi sulla creazione di nuovi cicli di vita urbani e immobiliari nelle principali città dei Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Stati Uniti. La Finance Tower rappresenta circa 200.000 m2 di spazi per uffici di alta qualità di fronte al Jardin Botanique nel cosiddetto quartiere della libertà a Bruxelles. La vendita di questa attività rappresenta il capitolo finale dello schema di sviluppo urbano, riqualificazione e rivitalizzazione di questa area di proprietà ed eseguita da Breevast e ZBG. Il progetto consisteva nella costruzione della torre e nello sviluppo urbano di oltre 150.000 m2 di uffici, spazi residenziali e commerciali nei siti RAC Belair (venduti tra il 2014 e il 2017). In totale, oltre 350.000 m2 risulta riqualificato nel recente sviluppo. Breevast e ZBG sono stati assistiti dalla consulenza immobiliare CBRE e dalle società legali e fiscali Loyens & Loeff, Stibbe e PwC Legal. Nel dicembre 2001, Breevast e ZBG hanno acquisito la torre finanziaria per 311 milioni di euro dopo aver vinto un bando pubblico organizzato dal governo federale belga.  I lavori sono iniziati nel 2005, sono stati completati in oltre 3 anni e sono costati 325 milioni di EUR. In un risultato significativo, il progetto è stato completato in tempo e nel rispetto del budget. Dal 2008 in poi la Torre delle finanze ha fornito spazi per uffici a circa 4.800 dipendenti pubblici che lavorano per più ministeri e agenzie federali sulla base di un contratto di locazione a lungo termine con il governo federale belga.

Patrizia ImmobilienPATRIZIA AG, partner globale per investimenti immobiliari paneuropei, annuncia la vendita di un portafoglio al dettaglio per un totale di 68 immobili in Germania a un fondo gestito da GPEP, una piattaforma di gestione specializzata in supermercati e parchi al dettaglio in tutta la Germania. Si veda qui il comunicato ufficiale.  Il portafoglio offre circa 122.000 mq di spazi di noleggio totali in punti vendita stabiliti, che sono ancorati dai principali rivenditori di generi alimentari tedeschi come Edeka, Lidl, Netto, Penny e Rewe. PATRIZIA ha aumentato significativamente il WALT del portafoglio attraverso un programma di gestione attiva, ottimizzando il valore per conto dei suoi investitori. Daniel Herrmann, Head of Fund Management Retail presso PATRIZIA, ha commentato: “In qualità di uno dei primi promotori istituzionali nel settore della vendita al dettaglio di generi alimentari, siamo nella posizione migliore per capitalizzare la crescente attenzione degli investitori sul mercato tedesco. Questa transazione è la nostra prima cessione su larga scala nel segmento dei supermercati e dei discount. Siamo lieti che un numero crescente di istituzioni tedesche e internazionali consideri le attività alimentari come un elemento chiave nella loro strategia di investimento”. PATRIZIA gestisce oltre 7 miliardi di euro nel settore del commercio al dettaglio in tutta Europa, con la maggior parte investita nel settore del commercio al dettaglio tedesco.

 


Generalfinance chiude il 2019 con un turnover che sfiora i 600 mln euro e un utile in rialzo del 43%

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spIl leader del factoring specializzato in imprese distressed Generalfinance ha registrato nel 2019 un turnover di 590 milioni di euro (+23% dal 2018, si veda qui il comunicato stampa), poco al di sotto dei 600 milioni di euro, obiettivo che la società si era posta nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). E per il 2020 l’obiettivo di turnover del 2020 è a quota 900 milioni di euro.

In netto aumento sono stati poi l’erogato, salito a 445 milioni (+27%, con un Npe ratio netto dello  0,6%), e l’utile in aumento a 4,3 milioni (+43% dal 2018). In particolare, il turnover è cresciuto il triplo della media di settore nazionale stimata da Assifact per il 2019, mentre l’Npe ratio è rimasto sotto la media.

L’aumento dell’utile è il risultato della crescita del turnover, di un sostanzioso incremento del margine di interesse (a 3,4 milioni di euro, +14% rispetto al 2018) e delle commissioni nette, a 10,1 milioni di euro (+24%). In aumento i debitori ceduti, a circa 8.200, +10% sul 2018, con positivi effetti sul frazionamento del rischio e sulla diversificazione del portafoglio.

Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance, ha commentato: “I risultati realizzati nel 2019 evidenziano una forte capacità di Generalfinance di crescere nel proprio core business, rappresentato dal finanziamento, attraverso la forma tecnica del factoring, delle piccole e medie imprese con particolare focus ed esperienza in quelle distressed. Cresciamo del 23% circa in termini di turnover e generiamo oltre quattro milioni di utile netto, in linea con il piano industriale, con una redditività sul capitale (ROE) del 28% circa. Questi risultati positivi ci consentono di guardare con ottimismo ai prossimi esercizi; la capacità di execution del piano industriale evidenziata nel 2019 è un ottimo viatico al raggiungimento del target di oltre 1 miliardo di turnover fissato per il 2021. La gestione aziendale conferma inoltre il profilo di particolare solidità patrimoniale della società, con circa 12% di CET1 Ratio proforma, a conferma della sostenibilità finanziaria del nostro modello di business”:

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Generalfinance, fondata nel 1982, opera presso dalle due sedi di Milano e Biella con un team di oltre 50 professionisti. In 13 anni di attività, ha finanziato circa 300 società in procedura concausale e sviluppato una piattaforma proprietaria che gestisce tutto il processo di erogazione e gestione del credito.

E’ partecipata da Creval, che ha rilevato una quota del 46,81% della società nel giugno 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio scorso la società ha assunto due nuovi manager noti al settore: Massimo Racca, già responsabile del credito anomalo in Banco BPM, nominato amministratore delegato di GGH – Gruppo General Holding (holding che detiene la maggioranza del capitale di Generalfinance, che fa capo a Gianolli; Stefano Biondini, già responsabile dei sistemi Leasing e Factoring della Direzione Sistemi informativi di Intesa Sanpaolo, che ha preso la direzione Information Technology di Generalfinance (si veda altro articolo di BeBeez).

 


CDC alloca in Africa 2 mld sterline nei prossimi due anni. Peninsula entra in Zadig & Voltaire

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Zadig & Voltaire

cdcIl gruppo CDC, impact investor controllato dal governo britannico, impegnerà ulteriori 2 miliardi di sterline nelle imprese africane nei prossimi due anni, ai fini di raddoppiare le dimensioni del suo portafoglio nel continente (si veda qui il comunicato stampa).  La società ha presentato al UK-Africa Investment Summit (AIS) a Londra una serie di nuove partnership per un totale di quasi 400 milioni di dollari. La maggior parte dei fondi sarà destinata a fornire alle banche africane una maggiore liquidità per sostenere le PMI, gli imprenditori e le microimprese nelle loro regioni. Questi includono: 1) una linea di credito commerciale da 100 milioni di dollari insieme ad ABSA, la banca sudafricana, per sostenere le pmi nell’Africa meridionale; 2) un protocollo d’intesa per impegnare 100 milioni di dollari in CIB in Egitto per consentire alla banca di sostenere ulteriormente le pmi e le imprese di microfinanza; 3) un accordo di finanziamento commerciale di 75 milioni di dollari con TDB per sostenere i prestiti bancari alle pmi in 32 paesi africani; 4) un accordo di debito da 10 milioni di dollari con Mettle Solar Africa per accelerare il lancio di energia solare in Sudafrica e Namibia; 5) un investimento di 27,5 milioni di dollari nel Fondo Mediterrania III per sostenere le imprese a media capitalizzazione nell’Africa settentrionale e occidentale; 6) 20 milioni di dollari di investimenti nel fondo Adiwale I per sostenere le pmi nell’Africa occidentale con capitale per le imprese di tipo “growth”; 7) un investimento di 20 milioni di dollari nel fondo Verod Cap Growth III per sostenere le pmi attive in settori ad alta crescita in Africa occidentale; 8) un investimento di  20 milioni di dollari in Metier Sustainable Capital II Fund, un fondo di energie rinnovabili incentrato sull’Africa sub-sahariana; 9) un investimento di 15 milioni di dollari nel TL.com TIDE Africa Fund, un fondo di venture capital con focus sull’Africa subsahariana che supporta le aziende che sfruttano la tecnologia e l’innovazione. CDC è responsabile di oltre il 10% di tutto il capitale investito attraverso fondi di private equity focalizzati sull’Africa. Nonostante l’Africa sia la patria di otto delle 15 economie in più rapida crescita al mondo, il continente riceve meno del 4% degli investimenti diretti esteri globali.

Zadig & VoltaireIl fondo Peninsula investirà in Zadig & Voltaire, un marchio francese nel moderno mercato del ready-to-wear di lusso (si veda qui privateequitywire). Zadig & Voltaire continuerà a vedere come socio di maggioranza il suo fondatore Thierry Gillier, mentre TA Associates, l’attuale partner di minoranza, uscirà dal suo investimento. I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti. Conosciuto per la sua ispirazione chic e rock and roll, Zadig & Voltaire, il moderno marchio iconico di lusso, è cresciuto costantemente dalla sua fondazione nel 1995. Oggi, l’azienda gestisce circa 400 boutique e shop-in-shop in oltre 30 mercati in tutto il mondo, generando vendite al dettaglio superiori a 350 milioni di euro. A seguito della transazione, il fondatore e azionista di controllo Thierry Gillier rimarrà presidente della società con il supporto del nuovo ceo, Remy Baume, che si unisce anche come azionista. Stefano Marsaglia, co-fondatore e managing Partner di Peninsula, ha commentato: “Abbiamo seguito da vicino lo sviluppo di Zadig & Voltaire da molto tempo e siamo lieti di collaborare con Thierry Gillier, Cecilia Bonstrom, Remy Baume e l’intero team di gestione. La visione di Thierry ha spinto Zadig & Voltaire dalla sua creazione a diventare uno dei principali marchi di lusso moderni francesi e condividiamo le sue ambizioni. Non vediamo l’ora di contribuire al futuro successo di Zadig & Voltaire e di sfruttare la nostra esperienza di vendita al dettaglio e la nostra rete globale per aiutare l’azienda a raggiungere il suo pieno potenziale. Questa transazione segna l’ingresso di Peninsula in Francia e siamo lieti di fare questo investimento in un’azienda con un marchio così unico con enormi opportunità di crescita in tutto il mondo.”


F2i cerca un socio per il 30% di EF Solare Italia. Deal da 600 mln di euro

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ef-solareUna volta siglato il closing dell’acquisizione della spagnola Renovalia da Cerberus Capital Management, annunciata lo scorso dicembre e che sarà condotta tramite la controllata EF Solare Italia (si veda altro articolo di BeBeez), F2i sgr cercherà nuovi soci per  una quota del 30% del capitale della stessa E Solare, primo operatore nazionale nel settore fotovoltaico. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui la quota potrebbe valere 600 milioni di euro, alla luce della valutazione della società di ben  2 miliardi di euro.

Soltanto Renovalia, infatti, è stata valutata 700 milioni di euro e porta in dotazione circa 1.000 MW di potenza solare, di cui 102 derivanti da nove impianti già operativi e altri 850 MW relativi a progetti in fase di sviluppo. Tale potenza si somma agli 853 MW già detenuti in Italia da EF Solare, che arriverà così a controllare una potenza fotovoltaica di oltre 1.800 MW e diventando uno dei principali operatori europei. Ora l’obiettivo del fondo guidato da Renato Ravanelli è espandere ulteriormente il portafoglio di impianti anche mediante operazioni all’estero.

EF Solare nel dicembre 2018 è passata interamente sotto il controllo del Terzo Fondo di F2i sgr, che ha rilevato da Enel Green Power Spa la rimanente quota del 50% (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo ha poi conferito a EF Solare tutti gli asset fotovoltaici detenuti in portafoglio. Tra gli asset conferiti a EF Solare Italia rientra anche RTR Rete Rinnovabile, società rilevata dal fondo F2i nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2016 EF Solare aveva invece acquistato Etrion spa, società a cui facevano capo le attività italiane di Etrion Corporation per un totale di 53,4 MW di potenza installata (si veda altro articolo di BeBeez).

EF Solare Italia nell’ottobre 2019 ha rifinanziato un portafoglio di impianti fotovoltaici di 118 MW grazie a un nuovo pacchetto di linee da 320 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il finanziamento è stato concesso da Banca Imi (Intesa Sanpaolo), Banco Bpm, Bnp Paribas, Cassa Depositi e Prestiti, Crédit Agricole e Société Générale.  

Il terzo fondo di F2i , in tandem con Asterion Capital Partners, lo scorso dicembre ha poi vinto l’asta per Sorgenia (si veda altro articolo di BeBeez). In quel caso, però, non si tratta di impianti fotovoltaici. Il progetto di F2i-Asterion per Sorgenia è quello di creare un polo energetico apportando impianti eolici e centrali a biomasse. Sorgenia ha centrali elettriche per oltre 3.000 mw di potenza installata e più di 275.000 utenti retail nella vendita di elettricità e gas. Il gruppo è uno dei primi produttori di energia elettrica attraverso il suo parco impianti a ciclo combinato a gas naturale, tra i più moderni ed efficienti in Italia, cruciali per sostenere il processo di decarbonizzazione in corso. Grazie al conferimento di oltre 400 MW di asset eolici e a biomassa, l’ingresso di F2i-Asterion consentirà infatti di fare fin da subito di Sorgenia uno dei principali protagonisti anche nel campo delle rinnovabili, accelerando così il piano di sviluppo già previsto dalla società.

Il fondo Equitix compra 4 ospedali toscani da Astaldi, Techint e Impresa Pizzarotti

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L'ospedale di Lucca
L'ospedale di Lucca

L’ospedale di Lucca

I fondi Equitix Fund III e Fund IV, gestiti dal fondo infrastrutturale britannico Equitix, hanno acquisito quattro ospedali toscani da Astaldi, Techint e Impresa Pizzarotti (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, Equitix ha rilevato il 98% di SA.T spa, società titolare della concessione di realizzazione e gestione in project financing di Ospedale di Lucca, Ospedale di Pistoia, Ospedale di Prato e Ospedale di Massa-Carrara.

Astaldi è stata assistita da Dentons e dal suo team legale interno. Equitix è stata seguita dal consulente legale DLA Piper, da Hideal Partners in qualità di m&a e financial advisor. Techint è stata supportata da BonelliErede. Le attività interne di Impresa Pizzarotti sono state seguite dall’avvocato Marco Tarantino (General Counsel). Le banche finanziatrici sono state supportate da Chiomenti e gli adempimenti notarili sono stati seguiti dal notaio Angelo Busani.

L’attività di dismissione della partecipazione in SA.T ha visto il coinvolgimento di numerosi attori: ente concedente, Sistema Integrato Ospedali Regionali (S.I.O.R.) e alle banche finanziatrici. La vendita ha richiesto un preventivo incremento della originaria partecipazione detenuta da Astaldi e Pizzarotti in SA.T mediante acquisizione di una porzione della partecipazione detenuta dal socio Techint, per poi procedere alla successiva cessione a Equitix di parte della partecipazione risultante da tale trasferimento tra soci. Il primo closing dell’operazione è avvenuto a fine dicembre 2017, con la vendita di una prima tranche di azioni e il secondo e ultimo closing è avvenuto a fine dicembre 2019.

Si tratta del primo caso di PPP (Public Private Partnership) multi-asset, nonché la maggiore acquisizione degli ultimi anni nel mercato italiano del PPP in ambito sanitario. Ricordiamo che Equitix nel luglio 2015 aveva rilevato il 54% del capitale di Asolo Hospital Service spa. Quest’ultima è la società veicolo con cui Guerrato, Camst, Coopservice, Servizi Italia e altri soci di minoranza avevano completato, ristrutturato e ampliato gli ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna, in base a una convenzione sottoscritta con la Regione Veneto nel settembre 2004, che scadrà nel 2032 (si veda altro articolo di BeBeez).

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Cuneo lascia Synergo sgr. Il controllo passa a un poker di nuovi investitori. I manager al 20%

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Synergo

SynergoSinergia Holding spa, società costituita dalle holding familiari di Paolo Alessandro Bonazzi (presidente della società di gestione di fondi immobiliari Namira sgr), Simone Crolla (managing director dell’American Chamber of Commerce in Italia), Gabriel Monzon Cortarelli (partner del dipartimento m&a e private equity e responsabile del gruppo Desk Americhe dello studio legale internazionale Orrick), Alessandro Ermolli (figlio di Bruno, fondatore della società di consulenza Sinergetica), ha rilevato l’80% della società di gestione di fondi di private equity Synergo sgr (si veda qui il comunicato stampa).  A vendere sono stati Italian Mezzanine srl, che resta come azionista di minoranza con il 20% della società e la Cuneo e Associati spa, la holding del fondatore di Synergo sgr, Gianfilippo Cuneo, che ha venduto tutte le sue quote.

Dopo l’operazione, il Consiglio di amministrazione di Synergo risulta formato dai nuovi soci di Sinergia Holding, insieme ai rappresentanti di Italian Mezzanine, Simone Cremonini, Massimiliano Riva e l’amministratore delegato Roberto Liguori. Sinergia Holding è stata assistita dall’advisor legale Studio Atrigna. Italian Mezzanine e Cuneo Associati è stata assistita dall’advisor legale Studio Lipani Catricalà & Partners.

Synergo sgr, con sede a Milano, gestisce tre fondi chiusi con ammontare sottoscritto di oltre un miliardo di euro da parte di investitori italiani e internazionali: Sinergia con Imprenditori, Sinergia II e IPEF IV Italy. Quest’anno Synergo sgr intende lanciare il primo fondo di private equity italiano dedicato all’espansione delle aziende italiane sul mercato americano e un fondo di late stage venture capital per investire in startup e pmi innovative.

Sinergia II lo scorso dicembre ha ceduto alla tedesca Voith GmbH, tra i leader mondiali nelle macchine per il “tissue” (carta per usi igienici e domestici) la sua quota di Toscotec spa, società lucchese che dal 1948 progetta e realizza macchine per la produzione di bobine-madri per il settore della carta a uso domestico (si veda altro articolo di BeBeez).

Quanto a Gianfilippo Cuneo, non lascia certo il mondo del private equity (si veda altro articolo di BeBeez). Già da tempo il veterano del settore conduce investimenti su base personale. Non a caso è presidente del Comitato investimenti di Boutique Italia spa, holding di investimento con focus sulle piccole e medie imprese italiane che puntano a sbarcare sul mercato Aim Italia, da poco lanciata da OreFin e Method (si veda altro articolo di BeBeez). Cuneo poi conduce investimenti anche tramite IPE (Investimenti in Private Equity), holding di partecipazioni che fa riferimento anche ad altri investitori, con cui lo scorso settembre è salito al controllo di Valedo, società attiva nel bartering pubblicitario per la distribuzione di prodotti farmaceutici da banco (si veda altro articolo di BeBeez).


I sistemi per la VR Ecubit incassano 2 mln euro in direct lending da HI Crescitalia Pmi Fund

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Ecubit

EcubitEcubit srl, società specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi tecnologicamente avanzati nei mondi della realtà virtuale, realtà aumentata, multicanalità, multimodalità e crossmedialità, ha incassato un finanziamento in direct lending da 2 milioni di euro  da HI Crescitalia PMI Fund, gestito da Hedge Invest sgr (si veda qui il comunicato stampa).

Il finanziamento, a tasso fisso e di tipo senior unsecured, ha una durata di 5 anni e un piano di rimborso su base trimestrale, dopo un periodo di pre-ammortamento di 9 mesi. L’operazione prevede, inoltre, la possibilità di erogare una seconda tranche di un milione di euro al soddisfacimento di alcune condizioni. Per l’emissione e la strutturazione del prestito, Ecubit è stata assistita da Eidos Partners in qualità di advisor finanziario.

Ecubit, nata da un progetto di aggregazione (in fase di completamento) di più società preesistenti, offre servizi di consulenza, sviluppo e integrazione software, data modelling, open data, big data, machine learning e web semantico. La società dispone di diverse applicazioni / prodotti proprietari rivolti a più settori di attività tra cui, in particolare: banche e assicurazioni, sanità, sicurezza dell’informazione (GDPR), IoT (Internet of Things). La società, con sede a Roma, ha chiuso il 2018 con ricavi per 785 mila euro, un ebitda di 182 mila euro e una liquidità netta di 31 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).

Il finanziamento servirà a consolidare il posizionamento competitivo della società, permettendole di accelerare il piano di investimento in alcuni ambiti specifici (tra cui cybersecurity, sanità, compliance e GDPR), oltre a potenziare la partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo nel settore pubblico. “Il completamento di questa operazione rappresenta un passo fondamentale nel percorso di crescita e rafforzamento avviato da Ecubit. La fiducia accordataci da un partner quale Hedge Invest dimostra ulteriormente la bontà del nostro modello di business e ci permette di accelerare il piano di espansione”, ha commentato Paolo Treppiccione, socio e manager di Ecubit. “Prosegue il programma di investimento del nostro fondo con il finanziamento di una realtà il cui profilo e piano di sviluppo sono ben definiti e si allineano ai tratti distintivi della nostra strategia di supporto alle pmi italiane”, ha spiegato Paolo Massi, gestore di HI CrescItalia PMI Fund.

HI CrescItalia PMI Fund, fondo riservato di tipo chiuso, gestito da Hedge Invest sgr con la consulenza di CrescItalia Holding, è specializzato in investimenti in obbligazioni e finanziamenti diretti a piccole e medie imprese italiane. Per HI CrescItalia Pmi Fund, l’investimento in Ecubit rappresenta la quinta operazione di direct lending, dopo quella da 2 milioni di euro nel febbraio 2019 per Portobello spa, società quotata all’Aim Italia e specializzata nella rivendita di spazi pubblicitari a fronte di un corrispettivo monetario o in alternativa tramite il sistema del baratto (si veda altro articolo di BeBeez); quella da 3 milioni di euro per il produttore di calzature e abbigliamento per conto terzi UBC (United Brands Company) del gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez); quella da 2 milioni di euro al produttore di vernici Alcea spa (Azienda Lombarda Colori e Affini) dell’ottobre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez); e quella da un milione per il gruppo italiano di ICT Information Sharing Company del novembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).



L’incubatore Bio4Dreams investe in Biovalley Investments Partner e la porta in overfunding su CrowdFundMe

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Biovalley

BiovalleyL’incubatore Bio4Dreams ha investito 250 mila euro nella holding triestina che opera nei settori BioHighTech (BioMed, Biotech, BioICT) e scienze della vita Biovalley Investments Partner (BIP), portandola in overfunding nella sua campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe (si veda qui il comunicato stampa).

Grazie anche all’investimento dell’incubatore, Biovalley nella sua campagna di equity crowdfunding lanciata a inizio novembre (si veda altro articolo di BeBeez) ha infatti sinora ottenuto investimenti per 895 mila euro, pari all’8,2% del capitale, superando l’obiettivo minimo di 500 mila euro (4,8% del capitale), mentre il target massimo di raccolta è di 2,4 milioni. La campagna è stata lanciata sulla base di una valutazione pre-money di 10 milioni di euro e un chip minimo d’investimento di 20 mila euro.

Biovalley ha confermato lo scorso dicembre l’intenzione di quotarsi all’Aim Italia. Il presidente Diego Bravar ha detto infatti che BIP intende sbarcare sul listino tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), così come già annunciato in sede di lancio della campagna di equity crowdfunding.

BIP è nata nel 2016 dall’esperienza di Diego Bravar, già fondatore di TBS Group spa (ora Althea spa), società che eroga servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche e che si è quotata in Borsa con successo poi venire delistata da Permira nell’agosto 2017 a seguito di un’opa da 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Bravar, presidente di BIP, ha fondato la società nel 2016 insieme ad altri imprenditori, investendo 3 milioni di euro, al fine di capitalizzare il grande valore generato dal sistema della ricerca di Trieste e delle regioni circostanti, che conta 150 imprese attive nei settori del biomedicale, biotecnologico e bioinformatico, con un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro e con più di 5 mila addetti. Nei suoi primi 18 mesi di vita, BIP ha allacciato relazioni con importanti centri, istituti di biotecnologia, ospedali, università e scuole di studi avanzati in modo da rafforzare il network di innovazione e ricerca e ha svolto un’intensa attività di scouting, valutando più di 50 aziende e startup innovative con le metodologie della Silicon Valley, grazie all’esperienza dell’amministratore delegato Giovanni Loser, da 25 anni in posizioni apicali di aziende italiane con competenze di finanza aziendale (è stato direttore generale di Illycaffè) e da 5 anni coinvolto in innovazione.

Elisabetta Borello, cofounder e vicepresidente Strategy & External Relations di Bio4Dreams ha commentato: “Con i nostri 340 progetti valutati e 14 startup avviate, 9 delle quali partecipate, rediamo che questa operazione possa creare ulteriore valore: per noi, perché crediamo nella crescita di BIP e per BIP stessa, perché la complementarietà e sinergia tra le nostre strutture può ampliare il suo ventaglio di scelte di investimento e, contestualmente, le startup da noi incubate.”

Il settore di investimento, le scienze della vita, è il medesimo per Bio4Dreams e Biovalley, ma i profili di investimento sono diversi. Bio4Dreams seleziona progetti e idee imprenditoriali idonei a diventare startup e a consolidarsi, BIP velocizza la crescita delle startup e inseririsce le più promettenti nella propria pipeline. La presenza di Bio4Dreams presso il BIC Trieste, dove ha sede Biovalley Investment Partner, consente inoltre di coniugare il valore di prossimità con la possibilità di espandere la rete di startup locali a livello nazionale, grazie alle sue molteplici sedi in tutta Italia (Milano, Napoli, Genova, Trieste, Siena, Trento, etc.).

 

Il capitale raccolto da BIP con la campagna di equity crowdfunding servirà per proseguire il processo di creazione del valore delle società controllate o partecipate, ma anche per futuri investimenti in nuove imprese, in diverse fasi del loro sviluppo, con l’obiettivo di diventare un gruppo di riferimento nel settore della sanità.  Biovalley conta di investire un paio di milioni di euro nel 2020, in particolare nei servizi di ingegneria e clinica e nelle terapie innovative (biosimilari, ovvero i generici dei biofarmaci), aveva spiegato Loser a BeBeez lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). Al fine 2019 la holding vanta ha un capitale sociale di 6,6 milioni di euro e conta partecipazioni in 11 aziende:

  1. Logic: punto di riferimento in Italia e in ambito internazionale per le parti di ricambio, di consumabili e accessori dedicati alle apparecchiature biomediche, di cui BIP ha rilevato il 51% del capitale, con un investimento di 1,78 milioni di euro;
  2. Bilimetrix: ha sviluppato Bilistick, strumento per rilevare lo stadio dell’ittero bidonatale tramite la misurazione della bilirubina sferica, di cui BIP ha rilevato il 15,6% del capitale, con un investimento di 31 mila di euro;
  3. APE Research: ha sviluppato microscopia a scansione, nanotecnologia e ricerca di nuovi metodi in ambito biologico e fisico, dove BIP detiene una minoranza dll’1,3% e ha investito 10.400 euro;
  4. Althea spa: leader europeo nei servizi di ingegneria clinica in outsourcing per la gestione delle tecnologie biomediche, che fa capo ad Althea Group, controllato da Permira; BIP detiene una minoranza dello 0,5%, con un investimento di 477.800 euro;
  5. Serichim: contract research organization (CRO) che sviluppa metodi di sintesi chimiche e biochimiche, in cui BIP detiene il 51%, con un investimento di 357 mila euro;
  6. Transactiva: sviluppa farmaci innovativi e biosimilari con le biotecnologie verdi, posseduta al 51% da BIP, che ha investito 98 mila euro;
  7. G&Life: realizza test genetici e relativi prodotti (integratori e cosmetici) e servizi, di cui BIP possiede il 5%, per un investimento di 127.500 euro;
  8. O3 Enterprise: sviluppa soluzioni e servizi informatici innovativi con tecnologie open in sanità, di cui BIP detiene il 20,3% e dove ha investito 610.500 euro;
  9. Trieste Convention Center: ha costruito e gestisce un centro congressi polifunzionale, che ospiterà lo European Science Open Forum nel 2020; BIP ha rilevato il 12,5% della società per 250 mila euro;
  10. ServerNet: sviluppa la connettività diretta con dispositivi medici per analisi ambientali, per realizzare soluzioni informatiche di AI per salute, ambiente e manutenzione dei dispositivi; BIP detiene il 7% e vi ha investito 35,95 mila euro;
  11. Simulware: ha creato soluzioni formative in e-learning e BIP ha rilevato il 4,2% della società per 74,3 mila euro.

Le partecipate di Biovalley hanno chiuso il 2018 con un fatturato aggregato di 9,2 milioni e dovrebbero raggiungere a fine anno un fatturato di 11 milioni di euro, con un ebitda di 1,3 milioni, per poi salire nel 2020 a 13,8 milioni di ricavi, con un ebitda di 2 milioni (nel calcolo non sono stati inclusi i risultati di Althea, perché è una grande impresa con oltre 400 milioni di euro di ricavi, e quelli di TCC che sarà pienamente operativa dal 2021).


Crediti deteriorati, nel 2019 annunciati deal per 50 mld euro. In arrivo altri 41 mld. Report BeBeez

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Schermata 2020-01-21 alle 10.23.18

Schermata 2020-01-21 alle 10.23.18Il valore delle transazioni di crediti deteriorati annunciate ha sfiorato i 50 miliardi di euro nel 2019 e sono in arrivo nell’anno operazioni per almeno altri 41miliardi. Il dato emerge dal database di BeBeez, che elabora dati pubblici, e segue quello di ben 101 miliardi di euro di valore lordo di operazioni annunciate nel 2018 (si veda qui il Report Npl 2018 di BeBeez).

I deal più corposi dell’anno sono stati quelli sul portafoglio ACE di Banco Bpm, cartolarizzato a inizio 2019 a seguito dell’accordo con Credito Fondiario per l’acquisizione del 70% della piattaforma di gestione (si veda articolo di BeBeez) e quello sul portafoglio di Npl immobiliari da 6,1 miliardi lordi cartolarizzato a dicembre da Unicredit, per la cui tranche senior è stata chiesta la Gacs (si veda articolo di BeBeez).

Quanto alle cartolarizzazioni per cui è stata chiesta la Gacs, oltre alla citata operazione di Unicredit, ce se sono state altre quattro per un totale di oltre 10 miliardi di euro e cioè quella del portafoglio da 1,3 miliardi di 65 Bcc e 3 banche del Gruppo Iccrea (Iccrea Banca, Iccrea Banca Impresa e Banca Sviluppo), quella di Bnl Bnp Paribas su un portafoglio da poco meno di 970 milioni di euro, quella di UBI Banca su un portafoglio di Npl di circa 860 milioni e quella da poco meno di 830 milioni di 12 banche popolare socie della Luigi Luzzatti.

Tra i trend da segnalare, quello della creazione di piattaforme di gestione di Utp in joint venture, mentre si stanno moltiplicando i lanci di fondi di investimento specializzati in Utp corporate single name.

Per scaricare l’intero report con i link agli articoli, clicca qui


Npl ai minimi nei bilanci delle banche europee. Lo rileva Debtwire

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debtwire-meta-image

debtwire-meta-imageI crediti deteriorati nei bilanci delle banche europee sono ai minimi dal 2010. Lo rileva il nuovo rapporto europeo NPLs – FY19, pubblicato da Debtwire ABS. Secondo lo studio, i volumi di Npl europei, dopo aver toccato il record di 1,2 miliardi di euro nel 2014, sono scesi costantemente, fino a raggiungere 635 miliardi di euro nel giugno 2019, complice anche il fatto che negli ultimi 5 anni si sono chiuse le 10 maggiori operazioni di portafoglio. In totale, fra il 2014 e il 2019 sono stati venduti crediti deteriorati per 633,8 miliardi di euro, distribuiti su 615 operazioni.

I dati sono in linea con quelli forniti lo scorso novembre da Deloitte nel suo ultimo studio Deleveraging Europe (si veda altro articolo di BeBeez), che aveva evidenziato un calo del 30% delle cessioni di Npl in Europa nella prima metà del 2019, a quota 140,8 miliardi di euro, dopo il record di 200 miliardi di euro del 2018 e con lo stock di crediti deteriorati sui portafogli delle banche europee che secondo Deloitte a fine giugno 2019 era sceso a  636 miliardi di euro, portando l’Npl ratio (nell’accezione anglosassone, quindi il rapporto tra totale dei crediti deteriorati e totale dei crediti alla clientela) dal 3,6% di metà 2018 al 3% di metà 2019. In Europa,

Le banche che hanno ancora il maggior volume di Npl sono la francese BNP Paribas, e le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo. L’Italia del resto è il mercato più attivo per i crediti deteriorati.

Il Report BeBeez Npl 2019, aggiornato al 31 dicembre 2019 appena pubblicato e disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium (scopri qui come abbonati a soli 20 euro al mese) ha calcolato poco meno di 50 miliardi di euro di transazioni annunciate sul mercato dei crediti deteriorati italiani nell’anno, dopo i 101 miliardi di euro di valore lordo di operazioni annunciate nel 2018 (si veda qui il Report Npl 2018 di BeBeez).


Tecnocasa compra il 33% del portale per professionisti immobiliari wikicasa.it

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image002-2

image002-2La rete italiana di intermediazione immobiliare Tecnocasa, tramite la società controllata di servizi alle reti  Tecnomedia, ha comprato lo scorso dicembre il 33% del portale per professionisti immobiliari wikicasa.it (si veda qui il comunicato stampa). L’azienda è stata rilevata tramite un’operazione mista di aumento di capitale e acquisto quote.

 

Wikicasa.it é il principale portale immobiliare riservato agli agenti immobiliari. A oggi raccoglie oltre 10 mila agenzie attive, 600 mila annunci pubblicati ed oltre 3 milioni di visite mensili. Il portale è nato nel 2016 come progetto di sistema per differenziare e valorizzare il lavoro dei professionisti tramite il canale digital, sempre più rilevante nel processo di compravendita immobiliare.

Wikicasa fa capo a WikiRe srl, startup innovativa italiana lanciata nel marzo 2015 da Pietro Pellizzari, che ha sviluppato il portale dedicato agli agenti immobiliari con il supporto di Digital Magics. WikiRe annovera tra i suoi soci Gabetti e RE/MAX Italia, entrati nel capitale nel settembre 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), cui nel marzo 2017 si è aggiunto 24Finance Mediazione Creditizia spa, broker del credito indipendente che distribuisce prodotti e servizi dei principali istituti di credito e società finanziarie operanti sul mercato italiano (si veda altro articolo di BeBeez).

Alessandro Caglieris, consigliere delegato di Tecnomedia, ha spiegato: “Il nostro obiettivo è fornire alle nostre agenzie affiliate i migliori strumenti per svolgere al meglio il loro lavoro, oggi più che mai i professionisti devono differenziarsi ed offrire ai loro clienti un servizio sempre più innovativo, trasparente e omnicanale”.

“L’ingresso del Gruppo Tecnocasa nella compagine societaria rafforza la nostra crescita dal punto di vista strategico, come progetto di sistema, ed al contempo ci consente di accelerare il piano di sviluppo con rilevanti investimenti in marketing e tecnologia. Annoveriamo i tre principali gruppi immobiliari italiani nella compagine societaria e non abbiamo abbandonato l’idea di consentire l’ingresso anche agli operatori più piccoli”, ha commentato l’ad di WikiRe Pietro Pellizzari.

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Ream sgr ottiene un finanziamento da 27 mln euro da Banco Bpm per acquisire l’ex mutua Fiat a Torino

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REAM SGR

REAM SGRIl fondo immobiliare Gereas 2, gestito da Ream sgr , ha ottenuto un finanziamento da 27 milioni di euro da Banco Bpm per acquisire l’ex mutua Fiat a Torino, un immobile tra via Marochetti e via Chiabrera, che ospita due Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) per un totale di 400 posti letto, interamente accreditati con le strutture sanitarie della Regione. Il finanziamento, della durata complessiva di 7 anni, ha consentito il recupero funzionale dell’immobile. “L’operazione di riconversione del complesso immobiliare di via Marochetti e via Chiabrera in Rsa conferma la strategia del Fondo Geras 2 di prediligere operazioni di riqualificazione immobiliare a impatto sociale, rivolte ai servizi alla persona”, ha commentato Oronzo Perrini, direttore generale di Ream sgr. 

Il palazzo, situato a poche centinaia di metri dal Parco del Valentino, è interamente locato al Gruppo Gheron, uno dei principali operatori italiani del settore socio-sanitario assistenziale, che ha in gestione una pluralità di strutture dislocate in tutto il Nord Italia. Il gruppo è nato negli anni ’90 su iniziativa della famiglia Bariani a Voghera (Pavia), oggi ancora salda al comando. La società è in forte espansione e nel prossimo triennio sono previste nuove realizzazioni di residenze sanitarie assistenziali in Veneto e a Nord di Milano. Dal 2018 inoltre è il nuovo gestore del Centro Medico e Residenziale San Lorenzo di Crema.

Real Estate Asset Management sgr spa (Ream sgr), partecipata interamente da fondazioni di origine bancaria piemontesi, gestisce asset per oltre 1,6 miliardi di euro tramite 13 fondi immobiliari. I portafogli comprendono immobili di varie tipologia: uffici, residenze sanitario assistenziali, student housing, social housing, green economy.

La sgr nel dicembre scorso, sempre tramite il fondo Gereas 2, ha acquisito la Rsa “i Glicini” a Bra (Cuneo) e uno studentato a Torino. La Rsa, gestita dalla cooperativa Socialcoop, conta 92 posti letto. Lo studentato da 350 posti letto, gestito dalla società Campus X, sarà realizzato a seguito della ristrutturazione di un immobile in via Belfiore a Torino. Unicredit aveva supportato l’operazione erogando un finanziamento ad impatto sociale del valore di 12 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

Inoltre nel novembre 2019 Ream sgr ha venduto per 33 milioni di euro un immobile in situato in via Manzoni 9/via Andegari 12, nel centro di Milano. L’acquirente è stata stata una società di diritto coreano (si veda altro articolo di BeBeez). Ream gestisce il fondo Lendlease Global Commercial Italy Fund, che ha avviato la sua attività nel luglio scorso, acquisendo da Risanamento per 262,5 milioni di euro la sede italiana di Sky (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2019 Ream aveva comprato due immobili direzionali a Milano: uno in via Monfalcone e l’altro in viale Monza. A vendere era stata Generali Real Estate. I due immobili, entrambi locati a primari conduttori, sono entrati a far parte del Fondo Sympleo, fondo di investimento alternativo immobiliare chiuso per investitori professionali lanciato nel 2011 da Ream (si veda altro articolo di BeBeez).

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