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Salta l’ipo per Franchi Umberto Marmi. Indagine della GoF porta a sequestro preventivo e interdizione dall’attività per l’imprenditore

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Schermata 2019-11-11 alle 07.32.25

Schermata 2019-11-11 alle 07.32.25Niente più ipo per Franchi Umberto Marmi spa azienda leader nel settore lapideo di lusso nel distretto del marmo di Massa Carrara. Un’ordinanza del gip del tribunale di Massa  ha infatti emesso nei giorni scorsi un decreto di sequestro preventivo  nei confronti dell’azienda che fa capo ad Alberto Franchi e la misura cautelare del divieto per l’imprenditore di esercitare qualunque attività di impresa o uffici direttivi per un anno in relazione alla Franchi Umberto Marmi. Un’identica misura cautelare, limitata però a sei mesi, è stata emessa anche nei confronti di Andrea Rossi, a cui fa capo Il Fiorino, un’altra nota azienda del settore.

Lo ha scritto la stampa locale nei giorni scorsi (si vedano qui La Nazione e qui Il Tirreno), precisando che l’intervento del gip arriva a seguito di un’indagine della Guardia di finanza in relazione all’acquisto condotto insieme dalle due società in relazione a una cava di marmo rilevata da un fallimento. Negli ultimi anni le due aziende hanno lavorato insieme a diverse operazioni. Per esempio nel 2016 hanno investito nell’area della ex cementeria Italcementi che faceva parte dei beni del concordato liquidatorio della società S.Gi, la ex Fermet. InoltreFranchi Umberto Marmi e Il Fiorino detengono insieme il 50% della Marmi Carrara, mentre il restante 50% era stato acquisito nel 2014 dalla famiglia Bin Laden (si veda qui La Repubblica). Nel novembre 2017 l’allora presidente di Marmi Carrrara, Bakr Bin Laden, fratellastro del più famigerato Osama, attentatore delle torri gemelle di New York, era poi stato arrestato a Riyad per corruzione insieme 11 principi sauditi e decine di ministri ed ex ministri in un’ampia operazione voluta da Mohammed bin Salman, giovane, ambizioso e potentissimo principe ereditario saudita (si veda qui La Nazione).

Franchi Umberto Marmi, storica azienda del marmo di Carrara che fornisce i maggiori gruppi del lusso, stava procedendo verso la quotazione a Piazza Affari entro fine novembre, dopo essere stato in trattative anche con il fondo Peninsula (si veda altro articolo di BeBeez), ma la scorsa settimana il processo di quotazione era stato bloccato senza fornire alcuna motivazione. La cifra oggetto di sequestro, per 432 mila euro, è irrisoria rispetto al bilancio della società, che ha chiuso il 2018 con circa 62 milioni di euro, con una crescita del 26% dal 2017, un margine ebitda a fine 2018 pari al 48% e una liquidità netta di circa 16 milioni. Ma ovviamente la vicenda ha bloccato il processo di ipo.

 



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