
La Galleria del Palazzo, sede della Maison Coveri, è uno spazio attento all’arte contemporanea, soprattutto quella meno frequentata nella città dei Medici, in linea con la sperimentazione delle linee e del colori della moda Coveri. Questa volta è di scena Chris DAZE Ellis, artista americano esponente di peso all’estero della street art, inserito sorprendentemente in un palazzo del Quattrocento affacciato sul Lungarno. La mostra , da un’idea di Silvana Coveri, ha un bel catalogo coordinato da Beatrice Cifuentes Sarmiento con un testo critico di Vittorio Sgarbi (stampato da Bandecchi & Vivaldi), con testi di Beba Marsano e dello stesso autore e il Patrocinio del Comune di Firenze e della presidenza del Consiglio Regione Toscana. Il tema sono le stagioni, raffigurate in un’esplosione di colori, tra il fumetto e la dimensione onirica, tutte opere realizzate con la sola bomboletta acrilica. Tra i particolari, l’occhio, protagonista dei suoi lavori, simbolo della stessa vita per l’artista, finestra e lente sulla realtà e una rana velenosa quanto attraente e apparente innocua che con il suo aspetto sembra guardiana dell’ecosistema.
L’artista è nato nel 1962 a New York City e ha iniziato la sua carriera dipingendo i vagoni della metropolitana di New York nel 1976 quando frequentava la High School of Art and Design. E’ uno dei pochi artisti della sua generazione a passare con successo dalla metropolitana allo studio: la sua prima mostra collettiva fu Beyond Eprds al Mudd Club nel 1981, alla quale segue, poco dopo, la prima personale in uno spazio alternativo nel South Bronx, il Fashion Moda, molto influente. L’anno seguente il Sammlung Ludwig di Aquisgrana acquista una sua opera per la collezione permanente. Da allora la sua carriera non si ferma tra progetti privati e di collaborazione con studenti, mostre personali in giro per il mondo e grandi progetti pubblici come il murale per The Star Ferry Terminal di Hong Kong nel 1993, completato con il progetto di un’intera stazione ferroviaria accanto agli artisti Lee e Crash ad Hannover in Germania nel 1995.
E’ presente nella collezione permanente del MoMa di New York e in quelle private di Madonna ed Eric Clapton solo per fare un esempio, avendo saputo mediare l’anima e lo stile del graffitismo con le esigenze dell’arte, tanto da poter esporre nella città rinascimentale per eccellenza e ‘affrescare’ la corte interna un po’ cupa di un palazzo storico.
In mostra un omaggio a Caravaggio, non un d’après ma la citazione di uno spirito ribelle, bordeline, ribelle e fuggitivo nella società di allora come lo sono i graffitari oggi. Bacco malinconico con il suo canestro di frutti è realizzato con la vernice spray.
Le quattro stagioni incarnano la mutevolezza del clima di New York che cambia in poco tempo il volto della città e che un nativo di questa metropoli sente addosso e impara ad apprezzare sotto zero, nell’ondata di caldo, nella fioritura e con la sua ventosità.
Altra tappa il Caffè immaginando di essere nella New York degli Anni ’80 dove luoghi come The Palladium, Area, The Roxy e The Mudd Club, non sono luoghi di interazione sociale nel senso europeo o mediterraneo ma spazi per l’arte e vetrine per installazioni. Il mondo è quello degli artisti, non regolari, un popolo della notte che DAZE si è divertito ad osservare.